Tumgik
#il portatile nuovo è grande come il mio schermo
booksandcatslover · 1 year
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they gave me a pc to work from home instead of the small smartkey I've used for the last 2 yrs and a half and now I have to use this small tiny laptop that has half the monitor that I'm used to and a keyboard that's the smallest I've ever used, and I hate my effing job even more than usual
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sgarzindustrie · 4 years
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Naruto e Jimmy Page
Febbraio 2004 mio padre torna a casa con un grosso pacco che subito elicita l’attenzione di tutti, una grande scritta “Benq” capeggia sulla pesante scatola, ricordo di non averlo ritenuto un oggetto troppo utile, in fondo avevo capito sin da subito che prato fiorito non fosse il gioco adatto a me. Ricordo l’incredibile cura e attenzione che solo un uomo appassionato di tecnologia possa riporre nel suo nuovo giocattolo, era fatto assolutamente divieto a me e a mio fratello di poterlo toccare e per buona misura pure guardare, ed è stato proprio in uno di quei momenti di rara disattenzione che fra una partita a pinball e l’altra, il ricordo più vivido della mia esperienza col web nasce.
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Laptop keyboard Fonte: Wikipedia
Prima di proseguire sembra necessario anteporre un po’ di contesto, in quel periodo andava forte una serie animata giapponese che narrava le gesta di un giovane ninja alle prese con l’adolescenza, “Naruto” , in contemporanea l’esplosione di youtube, la oggi popolare piattaforma di streaming video, aveva portato al proliferare senza controllo di una serie di video contenenti gli “highlights” di alcune delle serie più seguite, tali “AMV”. In tale contesto, complice anche la decisione di allacciare l’ADSL io e mio fratello vittime dell’indicizzazione, quasi per caso approdammo per la prima volta su Youtube, subito gli speacker iniziano a suonare una canzone molto in voga in quel periodo ed immagini di combattimenti si susseguono senza sosta in un adrenalinico montaggio. Poco tempo tempo dopo richiamato da prolifiche ingiurie provenienti dal salotto, scopro che anche l’occhio attento di un tecnofilo può fallire, infatti la pessima scelta di mio padre di poggiare il portatile su di un asse da stiro ne portò all’inevitabile caduta e rottura dei cardini dello schermo ecco così io e mio fratello guadagnammo il nostro primo computer, ovvero la tastiera del suddetto portatile collegata ad un monitor. Non esistendo ancora i servizi di streaming musicale, quali i noti Spotify, deezer, ecc.. molto del mio tempo rapporto successivo con la rete fu semplicemente la ricerca e catalogazione dei miei brani preferiti, spesso il pc non veniva spento per giorni di seguito per permettere alla poca banda che c’era di lavorare costantemente, comunque da menzionare come durante l’urto la scocca si fosse leggermente deformata, facendo “gridare” le povere ventole di quel computer nelle afose notti. I computer si sono susseguiti, le “K” davanti ai contratti internet sono diventate “M” e la catalogaziona di musica su “winamp” un hobby obsoleto.
Sono Federico @Sgarzindustrie e vi parlerò in questa serie di brevi testi della profonda modificazione che la musica, il modo di intendere la musica, e l’industria musicale tutta hanno subito negli anni, reggendo la prova con la rivoluzione digitale.
Naruto vs Sasuke bring me to life AMV
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smartcornerblog · 5 years
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La mia prima esperienza con i computer e Internet
Ciao a tutti, oggi voglio proporvi anche io il racconto della mia prima esperienza con il mondo dei computer e di internet.
In casa mia è sempre stato presente un computer, molto vecchio e obsoleto. Montava infatti, come sistema operativo, Windows 98 e aveva uno schermo a tubo catodico. Non ricordo di aver mai utilizzato quel computer; era infatti “monopolizzato” da mio papà, che lo usava per lavoro e per mandare email con una connessione che al giorno d'oggi farebbe sicuramente ridere.
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Il primo computer presente in casa mia.
Dopo che nacque mia sorella, ormai 14 anni fa, i miei genitori decisero di cambiare i mobili della mia camera, mi comprarono una nuova scrivania e decisero di comprare un nuovo computer, più moderno, anche se oggi sarebbe considerato anche questo più che obsoleto.
Mio papà decise di farmi un regalo, facendo installare dai suoi colleghi di lavoro un gioco, PES 6, che mi ha aperto le porte al mondo dei computer. Ogni giorno tornavo a casa da scuola e volevo giocare al computer, affascinato dalla modernità e dalla grafica, allora strepitosa, che aveva quel gioco. Passò poco tempo e mio papà decise di insegnarmi a navigare su internet. Ricordo che una delle prime ricerche che feci fu un bellissimo paio di scarpe da calcio, altra mia grande passione, che volevo a tutti i costi.
Nel frattempo, a mio papà era stato dato dall'azienda in cui lavorava un PC portatile. Inutile dire che ogni giorno, quando vedevo mio papà usare quel PC, volevo assolutamente metterci le mani per poterlo usare. Tutto inutile, ovviamente, in quanto era uno strumento di lavoro fondamentale per mio papà e lasciatelo usare sarebbe stato rischioso vista la mia poca esperienza con i computer. Fu grazie proprio alla mia curiosità riguardante quel portatile che per il mio compleanno mio papà mi regalò il mio primissimo computer portatile, che potevo, finalmente, utilizzare liberamente. Iniziai ad utilizzarlo per parlare con i miei amici tramite servizi di messaggistica come il vecchio Live Messenger e Skype. Iniziai a scoprire anche i primi programmi che permettevano di modificare videogiochi come Pokémon, sia a livello grafico, sia a livello di contenuti, e insieme ai miei amici passavo i pomeriggi dei miei ultimi anni di scuole elementari a creare nuovi giochi in base a qualsiasi idea ci passasse per la testa.
Con il passare del tempo iniziai anche ad usare anche internet liberamente, sia per fini scolastici, sia per divertimento, guardando, ad esempio, qualche video su YouTube.
Da quando ho iniziato ad utilizzare i PC presenti in casa mia, in breve tempo sono diventato il punto di riferimento dal punto di vista tecnologico/informatico della mia famiglia, aiutando i miei genitori e i miei nonni a svolgere compiti che loro non erano in grado di fare con i computer e gli smartphone, anche se prima di scoprire questa fetta di mondo legata ai nuovi telefoni passò ancora qualche anno.
Vi ringrazio per aver letto questo mio primo post e vi invito a continuare a seguirci per non perdervi i futuri post.
Giulio
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saggiosguardo · 4 years
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Arriva il Foldable di Escobar a $349... e che curve!
Non siamo soliti pubblicare notizie "pop", ma questa mi ha davvero incuriosito. Sapete quanto uso Facebook e se non lo sapete ve lo dico io: poco o niente. Stamattina però avevo lasciato Chrome aperto ed è stato lui a mandarmi la notifica di una menzione in un commento. Giorgio ha scritto il mio nome sotto ad un articolo de La Stampa in cui si parla di un nuovo foldable, così vado a vedere. Sono prodotti che oggi fanno notizia, meglio essere informati. Guardo l'immagine, chiaramente un rendering, e sembra strano... lo schermo si richiude ma con un raggio di curvatura così ampio da sembrare un ferro di cavallo.
E mentre pensavo queste cose mi è caduto l'occhio sul titolo, in particolare sulla parola "Escobar". Non lo stavo guardando direttamente ma evidentemente il cervello l'ha notato come elemento fuori luogo ed ha indirizzato lì il mio sguardo. Che ci fa questo nome associato ad un dispositivo elettronico?
Così ho cliccato per approfondire l'articolo, ma non prima di aver sorriso per alcuni commenti sotto di questo, come "Stupefacente". Non vi racconto tutta la storia del personaggio, che onestamente non conoscevo ed ho appreso oggi dalla fonte, ma in soldoni il fratello di quel Pablo Escobar, tale Roberto Escobar Gaviria, ha fondato la Escobar Inc e da qualche anno sembra in cerca di soldi facili in tribunale, citando Netflix per violazione di diritti a causa delle sue produzioni correlate alla storia dei cartelli della droga oppure Elon Musk per il suo lanciafiamme portatile, che a quanto dicono riprende un'idea del caro Pablo.
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L'ultima trovata della Escobar Inc è questo Escobar Fold 1, pubblicizzato con un video che... è inutile tentare di raccontare. Sostanzialmente sono circa 30sec di belle donne in lingerie evidentemente molto felici di usare questo dispositivo. In realtà qui se ne vede solo il lato B, che con quel logo e la colorazione dorata è di un kitsch da far paura. Per altro guardandolo così sembra più una trousse che un foldable.
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Nel secondo video si vede qualcosa in più e sembra effettivamente un prodotto reale, tuttavia i dubbi su tutta la faccenda sono più che legittimi. Per altro si tratterebbe di un prodotto con specifiche molto valide (7,8" AMOLED, Snapdragon 855, 6/8GB di RAM e 512GB di memoria) con un prezzo ad dir poco incredibile di $349 e $399 a seconda delle versioni. Considerando che i prodotti "reali" – o pseudo tali – finora arrivati costano 5 volte tanto è facile avere dei dubbi e il fatto che riporti il nome di uno dei più famosi narcotrafficanti della storia non aiuta.
Per pura curiosità sono andato sul sito dell'azienda e con mio grande stupore non solo il Fold 1 viene dato come "AVAILABLE NOW" ma si può persino mettere nel carrello e pagare. Spero mi perdonerete se il mio spirito di avventura si è fermato qui e il naso a iniziato a sentire un certo odore di possibile fregatura. Io i miei $349 non li ho spesi e onestamente inviterei tutti alla prudenza.
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saggiosguardo · 5 years
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Il MacBook Pro 16" è una vera evoluzione oppure risolve solo i problemi del 15,4"?
La sensazione diffusa circa i nuovi MacBook Pro 16" è che Apple abbia finalmente ascoltato i suoi utenti. È l'azienda stessa ad averlo "suggerito" ma se ne ritrova un effettivo riscontro nei fatti. Prendiamo il modello base, ad esempio, che ha mantenuto lo stesso prezzo del precedente pur con l'arrivo di uno schermo leggermente più grande, batteria più capiente, raddoppio della capacità del disco, una tastiera riprogettata, migliore areazione ed una GPU finalmente valida. Può sembrare scontato che un nuovo modello apporti migliorie, ma non sempre sono così importanti. Anzi, da quando il MacBook Pro 15,4" Thunderbolt 3 è arrivato nel 2016, sostituendo il precedente Retina, si è proceduto a piccolissimi passi. La versione base in particolare era davvero scarna, sia per i miseri 256GB di storage che per le GPU al limite dell'accettabile. E quando nel 2018 sono arrivate in opzione le Vega 16 e Vega 20, si doveva prima selezionare il modello top di gamma più costoso con CPU e disco superiore solo per avere il privilegio di spendere ulteriori soldi (mi pare 350€) per una scheda grafica decente.
Parte della colpa va certamente al partner storico AMD, che sul fronte GPU sta faticando parecchio a tener testa a NVIDIA. Ma è stata Apple a proporre un insensato mantenimento delle vecchie soluzioni come predefinite e ad obbligare i potenziali interessati alla Vega 20 a spendere molti più soldi. Mentre ora la GPU più potente e con 8GB di memoria dedicata si può acquistare anche partendo dal modello base e con un sovrapprezzo di 240€ che appare assolutamente sensato.
Un tempo io lavoravo spesso sul MacBook Pro 15,4" e per un periodo ho avuto solo quello, collegato a due diversi schermi a casa e in ufficio. Poi le mie esigenze sono aumentate e con l'offerta di prodotti Apple sono stato obbligato ad indirizzarmi sui computer desktop della serie Pro. Mi sarebbe piaciuto avere un portatile su cui poter montare un video non per forza con Final Cut Pro X, ma per acquistare un MacBook Pro di questo tipo dovevo spendere circa 4000€ e rimanere comunque insoddisfatto. Per questo ho iniziato a vedere il portatile come un gingillo per attività semplice ed ho considerato per la prima volta i Pro 13" e poi addirittura l'Air nuovo (recensione). In questo frangente ho anche usato dei portatili Windows carrozzati, in particolare uno di HP, ma onestamente non mi ci sono trovato per niente bene. Mi piace lo stile del Surface Pro 3 15" (recensione) però non ha soluzioni grafiche molto potenti e comunque se posso lavorare su macOS lo preferisco.
E arriviamo finalmente alla sorpresa di questo mese con i MacBook Pro 16". Stando alla classica politica di Apple, attuata ad esempio con l'arrivo degli schermi Retina sia su portatili che desktop, c'era da temere che questo computer fosse posizionato per un po' al di sopra del 15,4", sia come specifiche che prezzo, per poi sostituirlo sul lungo periodo. Per fortuna non è stato così. O almeno non per quanto riguarda il prezzo mentre le specifiche sono in effetti migliorate a tutto tondo. In questi giorni sto leggendo alcune informazioni oltreoceano in attesa che mi arrivi il mio 16" ed ho notato diverse cose interessanti.
La prima è che la AMD 5300M del modello base, in moltissimi campi supera la top Vega 20 dello scorso anno. A parità di prezzo sarebbe legittimo, ma qui si tratta di soluzioni adottate in computer con prezzi molto diversi date le precedenti limitazioni, dunque all'atto pratico per noi acquirenti è un salto gigante. Inoltre questo significa che la 5500M si appresta ad essere davvero valida nel rapporto qualità/prezzo. Non aspettatevi GPU davvero entusiasmanti in senso assoluto, ma rispetto a quello che c'era prima sì e rispetto all'ecosistema Apple era da secoli che non si vedevano GPU mobile decenti a prezzi ragionevoli.
La seconda riguarda la tastiera, che oltre ad essere ritornata su un sistema tradizionale a forbice ha recuperato anche un'altra grande comodità, quella di sostituire i keycaps singolarmente. Comodità anche per Apple dato che con i precedenti modelli per cambiare un tasto difettoso dovevano sostituire l'intero top case.
La terza è che a fronte di alcuni piccoli passi indietro o comunque "correttivi", come per il ritorno del tasto esc fisico o di quelli freccia a T capovolta, il computer rimane sostanzialmente in scia con il precedente. Dunque non c'era modo di rivedere un lettore SD o addirittura porte diverse da USB-C/T3. E allo stesso tempo sembra ormai impossibile il ritorno di soluzioni modulari che garantiscano upgrade, infatti anche il teardown di iFixit ha confermato che tutto è come prima: saldato sulla scheda logica.
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Ma guardate quanto sono piccoli i componenti in questione. Non sono ovviamente quelli standard per poter occupare così poco spazio. Ciò non toglie che, volendo, si sarebbe potuta garantire una maggiore apertura. Ad esempio nel Surface Laptop 3 almeno i dischi non sono saldati. Poi certo sono delle soluzioni non esattamente standard e dunque costeranno più della media dei classici NVMe/SATA 2280 da desktop, ma sapere che tra tot anni si potrà aumentare il disco o anche solo sostituirlo in caso di danneggiamenti, è davvero una gran cosa.
Scheda logica del MacBook Pro 16" @ iFixit: in arancione unità flash 512GB
Negli anni passati quando mi sono lamentato dei MacBook Pro 15,4", del loro rapporto qualità/prezzo svantaggioso, delle GPU pessime e l'areazione ridicola, mi sono preso diversi insulti anche qui su queste pagine. Perché come c'è chi non aspetta altro che insultare Apple e il suo operato, c'è chi la deve sempre giustificare. Ma lamentarsi ogni tanto serve a qualcosa e guardando oggi il MacBook Pro 16" se na ha una prova concreta. Dunque non vedo l'ora di provarlo, sperando che si dimostri capace di sopportare un po' di serio lavoro in mobilità, ma inizio a chiedermi anche se non sia il caso di evidenziare nuovamente e con veemenza i margini di miglioramento. Certo è normale che si parli anche dei lati negativi di un prodotto quando lo si recensisce (o almeno dovrebbe essere normale...) ma è proprio il nostro approccio che forse deve cambiare.
Negli ultimi 10 anni Apple ci ha ascoltato sempre meno e inizio anche a pensare che l'apporto di Ive fosse davvero negativo per noi che volevamo sostanza in una bella veste e non una bella veste... e basta. Per cui ve lo anticipo, su questo 16" voglio essere "cattivo". Certo so già di essere contentissimo delle novità, tant'è che non acquistavo un Pro "grande" di Apple dal 2016, ma anche se avessero risolto i tanti problemi cercherò di ricordarmi questo: erano problemi. Se la tastiera attuale non si rompe o se il disco base è diventato sufficiente è giusto essere "contenti", ma sistemati i vari difetti è il caso di guardare avanti e puntare ai prossimi traguardi di miglioramento.
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saggiosguardo · 5 years
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È arrivato il MacBook Pro 16" e rimpiazza il 15,4"
La notizia era nell'aria dal lancio degli AirPods Pro (recensione): Apple avrebbe presentato entro la fine dell'anno un nuovo MacBook Pro, giusto in tempo per gli acquisti natalizi. Come spesso succede il rumor era corretto ed il nuovo portatile è arrivato. Senza annunci in pompa magna, senza keynote. La maggior parte delle persone lo hanno scoperto dai social, quando, all'improvviso, sono apparse le prime impressioni di blogger e YouTuber d'oltreoceano che (beati loro!) lo hanno potuto provare già da qualche giorno.
Il MacBook Pro 16" sostituisce completamente il precedente 15,4" e mantiene lo stesso prezzo. Mantiene anche quasi le stesse dimensioni in larghezza, poiché la cornice è ora più stretta ai lati. A parte lo schermo più grande Apple ha puntato soprattutto ad una cosa: risolvere i problemi che lo hanno reso meno popolare nella propria community. In particolare mi riferisco alla tastiera e all'areazione, ma non solo.
Si ritorna finalmente ai tasti con meccanismo forbice, con maggior escursione ed un nuovo meccanismo che dovrebbe garantire più robustezza. I tasti sono anche leggermente più piccoli, aumentando di poco la spaziatura tra di loro al fine di ottenere una maggiore precisione nella scrittura. Apple l'ha chiamata Magic Keyboard, perché in effetti ricorda un po' di più la tastiera dedicata esterna, ma ci sono alcune differenze nel layout.
Diciamo bentornato al tasto Esc fisico, che ora interrompe la Touch Bar e ci dà la velocità e sicurezza operativa che mancava con quello digitale. E anche il Touch ID sulla destra è separato, avendo funzione di power-on/off alla pressione. Con mio grande piacere ritornano pure i tasti freccia con il layout precedente, dove quelli laterali sono più piccoli e quindi più coerenti con la tradizionale forma a T capovolto che aiuta nell'individuazione immediata degli stessi.
Il design termico è stato pesantemente rivisto, con un sistema che dovrebbe essere il 30% più efficiente e il computer è anche leggermente più spesso. Di poco ma tanto è bastato a rendere possibile l'inserimento della nuova tastiera, della dissipazione più performante e della nuova batteria. Questa ha ora raggiunto il limite massimo di 100 Wh consentito per i viaggi in aereo e offre un conseguente incremento dell'autonomia fino a 11 ore. Purtroppo porta anche un'aumento di peso, che ora è di 2Kg tondi tondi a fronte dei precedenti 1,83 Kg. Ma ci sta: avevamo chiesto tutti queste modifiche e sono arrivate, non ci si può lamentare delle ovvie conseguenze.
Lo schermo 16" ha sempre tecnologia IPS, con risoluzione nativa di 3072×1920 a 226 dpi e 500 nits di luminosità con gamma cromatica P3 e supporto True Tone. Per quanto riguarda la grafica sono finalmente archiviate le vecchissime generazioni AMD in favore delle nuove 5300M e 5500M, e inoltre c'è un raddoppio delle capacità degli SSD a parità di prezzo. Non male!
Vediamo nel dettaglio le due configurazioni base, la prima con i7 6-core da 2,6GHz, 16GB di RAM DDR4, 512GB SSD e AMD 5300M con 4GB di GDDR6 a 2799€, e la seconda con i9 8-core 2,3GHz, 16GB di RAM DDR4, 1TB SSD e AMD 5500 con 4GB di GDDR6 a 3299€.
Rispetto la precedente versione da 15,4" c'è anche una maggiore chiarezza negli update, che ora sono disponibili un po' ovunque, dando la possibilità di ottenere anche la GPU massima, che è sempre una 5500M ma con 8GB di RAM, sulla versione i7. E allo stesso modo si può mettere in opzione anche la più potente CPU i9 8-core da 2,4GHz partendo dal modello base. Rimangono invece elevatissimi i prezzi degli update RAM, dato che per passare a 32GB servono ben 480€ (che con i prezzi attuali delle memorie in caduta libera è ancora più eccessivo che in passato).
Notevole anche il miglioramento sul fronte audio, che ora vanta ben 6 speaker e compatibilità Dolby Atmos, mentre purtroppo la cam frontale è sempre 720p e anche il Wi-Fi rimane AC così come il Bluetooth 5.0. Purtroppo nessuna novità sul fronte cromatico: mi sarebbe piaciuta una versione nera come quella del Surface Laptop 3 15" (recensione), ma ci dobbiamo accontentare dei tradizionali argento e grigio siderale.
I nuovi MacBook Pro 16" sono già disponibili all'ordine sul sito Apple con consegna a fine novembre, data che sembra confermata anche applicando modifiche in fase d'acquisto. Per quanto mi riguarda il modello più interessante è il top di gamma così come proposto, ma solo perché l'intervento sulla RAM per portarla a 32GB è davvero troppo costoso. Appena ci arriverà sarete aggiornati prima su Instagram e poi con la recensione completa sul sito e sul nostro canale YouTube.
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saggiosguardo · 5 years
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MacBook Pro 13" 2019 base: chiamatelo best buy e non confrontatelo con l'Air
L'aggiornamento 2019 dei MacBook Pro ha portato delle piccole riduzioni di prezzo e due nuovi modelli base gamma da 13". Non si è dunque trattato di un upgrade del prodotto ma dell'introduzione di un paio di varianti più economiche per coprire lo spazio lasciato vacante con l'uscita di scena del vecchio MacBook Pro 13" senza Touch Bar (fermo al 2017). Contestualmente è stato aggiornato anche il MacBook Air, portandolo alla versione 2019 con due uniche piccole modifiche: schermo con funzione True Tone e tastiera di ultima generazione (ma sempre a farfalla). Sono ormai diversi anni che nella lineup di Apple non si trova un vero best buy, direi più o meno dal 2012/2013, periodo in cui sia i MacBook Air vecchio tipo che i MacBook Pro erano molto allettanti. Alla base della gamma c'era una leggera sovrapposizione tra Air e Pro, ma è sparita per la mancanza di aggiornamenti del primo, che si è trovato ad avere schermo e tecnologie non al passo coi tempi. Sostituito solo concettualmente nel 2015 del MacBook Retina – che però era più piccolo e meno performante – ha trovato un nuovo erede solo nel 2018.
non ci si deve fidare delle apparenze
Il confronto superficiale sembrerebbe a vantaggio dell'Air
A livello di prezzo il MacBook Air 2019 rimane più economico di 270€ (a listino) rispetto al Pro 2019 base gamma e un confronto superficiale delle specifiche può sembrare a vantaggio del primo. Guardate l'immagine sopra e chiedetevi: quante persone spenderebbero di più per il Pro che ha 200MHz in meno di velocità sul suo i5 e la Touch Bar che non tutti apprezzano? In fin dei conti le specifiche sintetiche sembrano uguali per il resto e l'Air fa pensare a qualcosa di molto più leggero e portatile. Ma il fatto è che non ci si deve fidare più di tanto delle apparenze e conviene andare un po' più in profondità nell'analisi per fare l'acquisto giusto e consapevole.
le CPU del MacBook Air sono di classe differente rispetto a quelle del Pro
La prima cosa da mettere subito in chiaro – perché molti evidentemente non lo sanno a giudicare da quel che leggo in giro – è che le CPU del MacBook Air sono di una famiglia differente rispetto a quelle del Pro. Nello specifico l'i5 1,6GHz dell'Air è l'i5-8210Y dual-core con TDP di 7W e GPU integrata Intel UHD Graphics 617, mentre l'i5 1,4GHz del nuovo Pro base gamma è l'i5-8257U quad-core con TDP di 15W e GPU integrata Intel Iris Plus Graphics 645. La serie Y è a basso voltaggio (basta vedere il consumo minimo) ed è necessaria su un computer come il MacBook Air che è sostanzialmente fanless visto che c'è solo una piccola ventolina laterale che si occupa di dissipare il calore dell'intero sistema. Nel Pro, invece, ci sono due ventole collegate direttamente al nucleo di calcolo centrale, cosa che consente sia l'installazione di CPU/GPU leggermente più "calde" (oltre il doppio di TDP) che la possibilità di spingere le stesse ben più in alto e per più tmpo quando necessario. Non a caso la frequenza base del Pro è più bassa ma quella in Turbo è più elevata (e per quanto siano valori nominali la differenza concreta c'è anche all'atto pratico).
Mettendoli sotto la lente d'ingrandimento il Pro stravince... e alla grande!
Il confronto qui sopra è quello reale che ogni persona interessata ad acquistare un portatile Apple (o che dà consigli agli altri) dovrebbe stamparsi nella mente. Il MacBook Air è solo 100 grammi più leggero del Pro, ha un 20% di autonomia in più (trascurabile quasi sempre) e non è effettivamente più piccolo se non si considera il formato a cuneo che stringe sul davanti (perché nel punto più spesso è addirittura più alto del Pro). Nella mia recensione del MacBook Air 2018 (che a livello hardware è invariato da quello 2019) ho già chiarito che è una macchina davvero poco potente, che soffre tanto quando la si utilizza per qualcosa di più della semplice navigazione web (e con poche tab).
Prestazioni al 240%!
I benchmark sintetici come quello di Geekbench 4 sono poco indicativi delle effettive prestazioni sotto stress, in quanto non portano la CPU a massimo carico e, dunque, non tengono conto dei limiti termici che sopraggiungono quando la temperatura sale. Quindi non solo il Pro supera di gran lunga l'Air sulla carta (e parliamo del 240% di prestazioni in multi-core!) ma la differenza si accentua ancora di più quando lo si stressa un minimo. Ma proprio un minimo, perché basta avere Dropbox che sincronizza una ventina di file in background e qualche tab aperta su Safari per vedere rallentamenti e la rotella colorata sull'Air (posto che questo è di base un demerito di Dropbox, ma serve a rendere l'idea con un esempio concreto).
Rivedendo tutto in quest'ottica, i 270€ in più richiesti dal MacBook Pro 13" 2019 base sono ben pochi rispetto le reali differenze delle due macchine. L'Air va bene per esigenze davvero basiche e per ridurre un po' la spesa, ma il Pro gioca in un altro campionato a mio giudizio. Ora non voglio estendere il discorso a tutto il mercato, perché sappiamo bene che per le specifiche tecniche nude è facile trovare portatili Windows che costano meno e si presentano con numeri superiori, ma qui entra in gioco tutto un discorso su sistema operativo, qualità degli schermi e del trackpad, presenza del chip T2 (sicurezza e codifica video di un altro pianeta) e via discorrendo. Evitando di partire per la tangente con una digressione in stile Mac vs PC, il confronto in casa tra Air e Pro è nettamente a favore di quest'ultimo. Personalmente non vedo una singola ragione per preferire l'Air in nessun contesto, perché la differenza di prezzo viene bruciata via in un attimo considerando già solo le prestazioni.
il MacBook Pro 13" base 2019 è il nuovo best-buy
Ovviamente io ho considerato i prezzi di listino Apple, ma da quando lo store è presente pure su Amazon le cose sono cambiate. Ci è infatti capitato di segnalare il MacBook Air base a 900€ e, per quanto sia ora il modello "vecchio" questo è sostanzialmente identico a quello attuale. Però anche il Pro è stato scontato più e più volte e lo sarà a breve anche questo nuovo base gamma 2019 (seguite i canali Telegram delle SaggeOfferte a proposito). Dunque le valutazioni vanno fatte minuto per minuto considerando lo street price, perché è chiaro che risparmiando 500€ l'Air si può decisamente prendere in considerazione, ma ci sono alcune conclusioni a cui volevo arrivare:
il Pro è completamente un altro computer nell'esperienza d'uso: non dico che sia capace di miracoli ma straccia letteralmente e indiscutibilmente il MacBook Air su ogni fronte al di là di "apro Safari con un paio di tab"
l'Air non ha vantaggi rilevanti in termini di peso, ingombro e batteria
il Pro stravale il prezzo superiore in base al listino e presto sarà scontato su Amazon come lo sono tutti i modelli di MacBook, dunque aspettate la prima offerta e lo pagherete tranquillamente 200€ in meno
il MacBook Pro 13" base 2019 è il nuovo best-buy in casa Apple
Ricordate che da domenica a mezzanotte parte il Prime Day 2019!
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saggiosguardo · 5 years
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iPad 10,2", MacBook Pro 16" e iMac 31,6" 6K: queste le probabili novità Apple 2019
Sarà che oggi ho dormito male o forse il fatto che l'ultima cosa che ricordo prima di sedermi alla scrivania è l'utilizzo di un'app che adoravo rovinata da un aggiornamento, ma ero pronto a scrivere un articolo smaccatamente polemico stamattina. L'argomento a cui pensavo era proprio lei, Pocket Casts, ma da Twitter mi è arrivato un altro suggerimento che non potevo ignorare. Faccio un respiro, dimentico quel fastidio e scorro l'articolo di 9to5mac con alcuni rumor del solito Kuo cercando la giusta prospettiva.
Iniziamo dagli iPad, che dovrebbero essere i più prossimi nella linea temporale. L'analista conferma il ritorno del mini ed anche il nuovo design del modello da 9,7", il cui schermo salirebbe a 10,2" grazie alla riduzione delle cornici. Non sarebbe dunque lo stesso schermo del precedente iPad Pro 10,5", che con la sua costruzione a laminazione continua e l'ampio spettro cromatico, avrebbe probabilmente innalzato troppo l'asticella del prezzo.
Saltiamo alla seconda metà del 2019, momento in cui arriveranno i futuri iPhone, che da più parti si conferma manterranno sia la connessione Lightning che gli attuali formati da 5,8", 6,1" e 6,5". Le novità saranno chiaramente sul fronte hardware, con i nuovi SoC, ma ci sarà anche una nuova finitura "frosted", un Face ID migliorato, batterie più capienti e tre fotocamere. Kuo non specifica quali di queste funzionalità si troveranno su ognuno dei tre modelli, ma è possibile che qualcosa sarà esclusiva del modello Max (un triste ritorno al passato del Plus). Aggiunge anche che la ricarica Qi sarà bilaterale e consentirà di caricare altri dispositivi (penso ad esempio alle AirPods 2 con la nuova custodia).
Passiamo ora a la linea di computer, iniziando dalla conferma dell'arrivo di un nuovo Mac Pro in cui sarà facile aggiornare i componenti, nonché di un miglioramento per il MacBook Pro 13" che consentirà di installare anche 32GB (avrei preferito una GPU dedicata, ma tant'è). La vera novità sarebbe quella di un MacBook Pro 16" – con uno schermo che potrebbe essere grande fino a 16,5" – per il quale l'analista prevede un completo redesign. Sembrerebbe dunque configurarsi il ritorno di un portatile Apple prossimo ai 17", che da anni i professionisti chiedono. Se dovesse arrivare sarebbe l'ulteriore conferma di questa "nuova Apple" ben più disposta che in passato ad assecondare le richieste del mercato.
C'è poi un rapido riferimento al fatto che la funzionalità ECG di Apple Watch 4 sarà allargata a nuovi paesi entro il 2019, ma ho lasciato per ultimo il pezzo forte. Secondo l'analista, Apple starebbe lavorando ad un nuovo iMac 31,6" 6K. L'ho buttata lì, tutta in un colpo, e quasi non so cos'altro aggiungere se non il fatto che sono 3 anni che ripeto insistentemente che lo schermo da 27" non è più adatto ad un utilizzo high-end.
Discutendone in una recente puntata del SaggioPodcast, Luca mi ha fatto notare che oltreoceano quasi nessuno dei commentatori tecnologici ha sollevato la medesima questione, e sentendomi in minoranza sono stato propenso a credere di non vederla esaudita anche quest'anno. Tuttavia l'assurdo ritardo nell'aggiornamento degli iMac, nei quali Apple potrebbe mettere nuovi processori da quasi due anni, mi ha lasciato un barlume di speranza: forse stanno aspettando per presentare un computer completamente nuovo?
Un altro punto su cui ho spesso puntato il dito è che l'iMac è stato storicamente il computer su cui Apple ha sperimentato moltissimo in termini di design... fino al 2007. Prima cambiava tantissimo di generazione in generazione, ma dopo l'introduzione di quello in alluminio si è proceduto con lievi ritocchi, specie sul frontale che è rimasto praticamente immutato dal 2009.
L'iMac Pro sarebbe stato il prodotto ideale per osare qualcosa in più, ma in quel momento storico serviva un tappa buchi nel minor tempo possibile, per cui si è usato lo stesso schermo dell'iMac 5K e una mano di vernice scura per l'esterno, dedicando maggiore attenzione alla nuova ingegnerizzazione dei componenti e all'areazione.
Per il segmento professionale ormai si attende questa chimera di un Mac Pro aggiornabile, ma per quello ampissimo in cui un iMac può "bastare" sembra sia arrivato il momento di vedere qualcosa di nuovo. Io non faccio che sperarci da almeno 2 anni, per cui potete immaginare il mio stato d'animo. Certo avrei evitato di salire a 6K, perché solo ora i componenti hardware stavano iniziando a consentirci un uso comodo dei 5K e si poteva paventare il felice ritorno di una funzionalità comodissima come la Target Display, ma su certe cose Apple mantiene la sua rigidità e dunque ha senso aspettarsi questi 6K con una risoluzione standard della scrivania che ipotizzo essere 2880 x 1620 pixel.
Insomma, sembrerebbero arrivare notizie positive per questo 2019, ma dobbiamo sempre ricordare che si tratta di rumor. Kuo è sempre informato piuttosto bene ma prima di gioire aspetto di ricevere conferme da altre voci ben informate come Gurman o Gruber, anche se potrebbero pure scoprirsi dettagli interessanti analizzando il codice delle future versioni di iOS e macOS.
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saggiosguardo · 5 years
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Elogio all'iPad mini che non c'è e forse mai ci sarà
Cos'è per voi l'iPad? Ho posto questa domanda a me stesso tante volte da quando ho comprato il primo esemplare ma non ho mai davvero saputo come rispondere. Ricordo che all'inizio veniva considerato come un iPod touch più grande – non un iPhone visto che gli manca la funzione telefono – però è maturato in ogni generazione ed oggi molti lo reputano un "vero computer". Intendo dire al pari di un Mac, perché in senso più generale un computer lo è di certo, così come d'altronde lo è l'iPhone. Guardo l'ultimo iPad Pro 2018 (recensione) e penso che sia un dispositivo stupefacente, con delle potenzialità tali da non avere più nulla da invidiare ad un comune portatile, eppure non riesco a ritagliargli un posto nella mia vita lavorativa o nelle routine di quella personale. L'unico momento in cui diventa per me fondamentale è nei viaggi, ma sapete cosa si dice delle esigenze personali: diverse e non giudicabili. Per cui vi parlo del mio caso specifico senza ritenerlo più o meno valido di altri.
In mano ho un iPhone, sulla scrivania un Mac e in borsa un MacBook.
Non specifico i modelli perché non sono rilevanti, ciò che invece lo è e che non vedo ragioni per usare l'iPad al loro posto. Per controllare qualcosa rapidamente lo smartphone rimane insuperabile e se ha uno schermo generoso la sua utilità si estende anche ben oltre, mentre per compiere un'attività più complessa il computer è molto più versatile di un tablet, che sia portatile o desktop. Quindi se ho un iPhone in tasca e un Mac a portata di mano, perché mai dovrei usare un dispositivo tanto ingombrante per guardare qualche notifica oppure mettermici a lavorare con una tastiera più scomoda, uno schermo più piccolo, un sistema operativo limitato e per di più senza tutti gli accessori esterni di cui ho bisogno?
L'iPad è insuperabile negli spostamenti, soprattutto se ha la scheda dati, perché ti porti dietro un dispositivo con cui puoi intrattenerti con un film in aeroporto oppure scrivere un articolo in volo – ma per fortuna non devo spostarmi così di frequente. Inoltre se devo andare da A a B e nella destinazione ho da lavorare, trovo molto più produttivo portare iPhone e MacBook. I momenti in cui uso un computer come passatempo sono effettivamente pochi, forse una mezzora la sera a letto e qualche manciata di minuti sporadica durante il giorno, giusto per staccare dal lavoro. In quei momenti l'iPad sarebbe perfetto ma comunque non lo uso.
Non è una decisione ragionata, anzi le poche volte che mi ricordo di prenderlo è perché ci penso. Per la lettura immersiva è molto valido, ma quello che leggo di norma io segue un flusso dinamico e non lineare, approfondendo con link o facendo ricerche parallele, il tutto mentre seguo le notifiche... e non c'è possibilità alcuna di sentirmi comodo su un tablet come su un computer. A parte l'uso delle finestre senza limiti, su iOS si lavora sempre a camere stagne e i nuovi "comandi" sono comunque limitati nella meccanica di funzionamento. Niente a che vedere con le operazioni avanzate che eseguo mille volta al giorno su macPS grazie a software come Alfred o Hazel, tanto per fare un esempio.
L'iPad, in particolare il modello Pro, ha tutta una serie di vantaggi dovuti alla presenza della Pencil, per cui per prendere appunti o disegnare a mano libera è comodissimo, ma le poche volte che ho provato a lavorare sulle immagini o realizzare un logo, mi sono accorto che va benissimo finché sono in fase di bozza, in quanto le idee scorrono più veloci tramite una matita, ma devo passare al computer per finalizzare un risultato professionale con maggiore precisione e scioltezza. Provo tanta ammirazione per chi lo usa quotidianamente per foto e video, ma quando ci ho provato mi sono trovato a chiedermi se ci fosse un buon motivo per non fare la stessa cosa, ma ben più comodamente, davanti ad un computer. Io, non l'ho trovato.
Per il mio primo figlio, che tra un paio di mesi festeggerà 5 anni, l'iPad "è" il computer. È quello che usa per giocare o guardare video, ma immagino che iniziando la scuola gli verrà naturale fare lì anche le sue ricerche e qualche attività didattica, che in realtà compie già ora grazie ad alcuni giochi interattivi molto ben realizzati. Andando avanti con l'età e gli studi, però, mi chiedo se il tablet si dimostrerà ancora sufficiente. L'iPad continuerà a migliorare, sarà sempre più potente e guadagnerà nuove funzioni, ma non sono per niente sicuro che potrà soppiantare il computer per tutto. Di sicuro ha contribuito a renderlo molto meno necessario insieme agli smartphone, ma il loro impatto fondamentale l'hanno già avuto nella decade appena trascorsa. Il mercato dei PC si è ridotto proprio per questo ma ciò che è rimasto sarà duro da eliminare. Qualche anno fa pensavo fosse solo una questione generazionale e che i nostri figli l'avrebbero pensata diversamente, oggi non ne sono più del tutto convinto e credo che presto o tardi avranno anche loro la necessità di un vero computer.
La separazione tra smartphone e computer è evidente, la questione ancora indefinita è dove posizionare il tablet. Quasi tutti i suoi campi d'impiego si sovrappongono a quelli degli altri dispositivi, ecco perché alcuni lo ritengono legittimamente inutile, ma se non si deve andare oltre allora può rappresentare la soluzione perfetta. Con i miei 40 anni alle spalle so di avere una formazione informatica vecchio stampo e che le nuove generazioni ci supereranno, ma se tutti possiamo giovare della semplificazione d'accesso a questo mondo dovuta ad iPhone e iPad, non mi pare che ancora si intraveda la possibilità di superamento di alcun limite.
Noi che stiamo dietro ai monitor per programmare, progettare o produrre contenuti di ogni tipo, non siamo quelli che tanti anni fa erano così attaccati alla macchina da scrivere da non volere usare un calcolatore: in quel caso i vantaggi erano evidenti e consentivano di fare di più, non solo più comodamente. Il tablet, al contrario, risponde all'esigenza di maggiore facilità in relazione a tutto quel riguarda il mondo nuovo e connesso ma non ci porta ad un'effettiva estensione della produttività.
Qualche settimana fa ho analizzato il mio rapporto storico con gli iPad, ripercorrendo anche le vecchie recensioni. Ho notato di aver seguito nel tempo l'evoluzione della fascia alta, che dopo gli Air ha visto l'arrivo delle varianti Pro, ammaliato dalla promessa di questi tablet capaci di grandi cose. Dal punto di vista tecnologico nulla da eccepire, ma vi ho detto come è andata a finire all'atto pratico: non riesco ad usarli più di tanto. La linea entry di iPad non so perché non l'abbia recensita visto che ho avuto quello del 2017 ed ora quello del 2018 (che considero davvero ottimo), ma prometto di riparare appena uscirà il successivo. La cosa davvero strana, però, è che con l'iPad mini mi sono fermato alla seconda generazione.
Ho voluto credere che il tablet potesse essere qualcosa di più che un comodo momento di svago, dunque ho provato ad inseguire sempre l'ultimo modello e le migliori prestazioni. Tuttavia le parole più sentite le ho spese per il mini, definendo quello di prima generazione del 2012 il dispositivo di elezione per iOS e chiedendomi cosa si può volere di più recensendo il successivo con display Retina. Il fatto che Apple l'abbia lasciato sempre in secondo piano in termini di specifiche mi ha portato ad abbandonare quel filone nel 2014, senza provare né l'iPad mini 3 che il 4, attualmente l'ultimo della sua specie. Sempre in ottica di auto analisi, ho ricordato di aver scritto più volte nel corso degli ultimi anni del mio desiderio di un iPad così piccolo da poter essere tenuto con una mano e al tempo stesso molto più grande dell'iPhone. Per questi motivi ho deciso di acquistare un iPad mini 4 usato e verificare sul campo l'effettivo legame che si sarebbe instaurato.
Dopo pochissimi giorni dal suo arrivo, posso già dire di usarlo molto di più del Pro. Lo schermo non ha minimamente la stessa qualità dei modelli più recenti, si nota spesso l'anzianità del SoC Apple A8 e la batteria dura di meno, eppure lo trovo molto più adatto al mio utilizzo. Il motivo principale è proprio quello della dimensione, ma fa tanto anche la leggerezza. Si riesce a tenere saldamente stringendolo con due dita, per cui non ti dà quella sensazione impegnativa e di "rischio" che c'è invece con i modelli più grandi.
Offre la possibilità di scrivere molto più comodamente in verticale a due mani e lo si maneggia con una disinvoltura tale che mi porta a consideralo quasi più vicino allo smartphone che al tablet (nelle dimensioni, però, vale il contrario). Qualche volta lo porto anche a tavola (lo so, non si dovrebbe fare...) e la sera lo uso al posto dell'iPhone per leggere più comodamente ma senza dover sopportare pesi ed ingombri esagerati. In più è così leggero che lo poggio sul comodino allungando una sola mano e senza preoccuparmi che ci sia tanto spazio libero per ospitarlo. Un'esperienza d'uso diametralmente opposta a quella dell'iPad Pro da 11" e che mi piace tantissimo.
A quanto pare Apple è in procinto di aggiornare l'iPad mini, presentandone una nuova versione insieme al refresh 2019 dell'iPad entry-level. Dopo questa breve esperienza che mi ha ricordato perché apprezzavo di più il piccolo (non per niente gli ho dato 5 stelle nel 2013), non sto più nella pelle per l'attesa. Credo che si limiteranno a renderlo contemporaneo, mettendoci un Touch ID di seconda generazione (quello del 4 è lento, essendo il primo), uno schermo di medesima risoluzione ma migliore qualità, nonché il SoC Apple A11... e già così lo adorerò.
Trovo profondamente sbagliato, però, che il mini venga trattato come un iPad di second'ordine. Capisco che Apple voglia spingere sull'idea di questo mondo post-PC in cui tutti usano una tavoletta anche per lavoro, ma la realtà è che la stragrande maggioranza di chi compra un iPad lo fa per le attività semplici. In questo momento non ci si può aspettare che ne realizzino un modello di punta simile all'iPad Pro, perché già è tanto se hanno deciso di recuperarlo dalla naftalina, eppure quello sarebbe senza dubbi il mio tablet preferito.
Il più grande difetto dell'iPad mini per come è stato fatto finora è che si accontenta di essere un iPad più piccolo (e magari economico, visto che adesso non lo è più). In quest'ottica risulterà sempre in inferiorità, perché non potrà equiparare in esperienza di visione il fratello più grande, sia per lo schermo più piccolo che per l'eventuale uso con tastiere o altro. Inoltre farlo più economico dell'attuale iPad base (che online si compra facilmente a meno di 300€) pare quasi impossibile.
Mi piacerebbe che Apple ribaltasse completamente la prospettiva, smettendola di concepirlo come il tablet sfigato. L'iPad mini ha i suoi pregi proprio nelle dimensioni e bisognerebbe trattarlo davvero come un iPod touch grande piuttosto che un iPad piccolo. Ad esempio, in produttività lo schermo 4:3 è buono, ma su iPad mini è sbagliato, perché pur con i suoi 7,9" risulta troppo largo per stringerlo da parte a parte con una mano sola – si può fare ma non è comodissimo. Con un centimetro in meno di larghezza cambierebbe tanto e si potrebbe sfruttare una proporzione più allungata per favorire la quantità di contenuto visibile (e sprecare meno spazio nella riproduzione di contenuti video in landscape). Pur con queste modifiche in direzione smartphone, rimarrebbe molto più grande dell'iPhone e questo continuerebbe a fare la differenza in termini di qualità di visione dei contenuti.
Chi sta già pensando a sovrapposizioni si fermi subito, perché non è questo il caso. Si può dire per gli attuali MacBook Air e Pro senza Touch Bar, che hanno praticamente le stesse dimensioni e prezzo lasciando al primo solo svantaggi, ma in questo caso parliamo di dimensioni completamente diverse –  nell'iPad mini attuale ci stanno circa 2 schermi e mezzo di iPhone X – e soprattutto di scale di prezzo non confrontabili.
Il fatto che ad oggi Apple proponga l'iPhone XS ad un costo superiore del XR che è tuttavia più grande, fa supporre che si siano decisi ad abbandonare la vecchia equazione del piccolo = economico e quindi inferiore. Inizio infatti a sperare che in futuro arrivi anche un MacBook Pro 13" con GPU dedicata, come succede altrove nel mercato. Per l'iPad mini la soluzione più semplice è quella di rimetterlo in pista così com'era ed è questo che quasi sicuramente faranno. Tuttavia se non ha equiparato il successo del grande in passato è anche perché aveva hardware inferiore, per cui sarebbe interessante cambiare le cose invece di ripetere lo stesso sbaglio.
Già una parificazione completa con il futuro iPad 2019 sarebbe una gran cosa, ma io vorrei che non fosse ancora e solo "quello più piccolo". Dopo tanti anni di prove ed esperienza diretta, sono certo di usare molto di più questo formato e quindi ben disposto a pagarlo il dovuto se realizzato come si deve. Per dire: mi piacerebbe che Apple presentasse un modello di mini avanzato quasi come un Pro per design e specifiche, ma con dimensione molto più contenuta. È una richiesta egoistica basata su esigenze personali, non mi azzardo a fare previsioni sugli impatti nel mercato, dico solo che un tablet così mi renderebbe decisamente felice.
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saggiosguardo · 7 years
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Xiaomi Mi Notebook Pro, la risposta cinese al MacBook Pro
Ho appena finito di parlare del nuovo Mi Mix 2 e di come Xiaomi sia un'azienda dall'altissimo potenziale, ma ecco che mi trovo a ripetermi presentandovi il Mi Notebook Pro. Lo dico subito, a scanso di equivoci: anche questo non sarà disponibile con la tastiera con layout italiano, esattamente come il precedente Mi Notebook Air. È solo per questo motivo che personalmente non l'ho acquistato e scelto come mio portatile Windows, perché altrimenti la qualità, il design e il rapporto qualità/prezzo mi avevano convinto fin dal primo giorno.
Ma se io e gran parte dell'Italia non abbiamo potuto godere di questa possibilità, il resto del mondo in cui il primo portatile di Xiaomi è approdato degnamente ha espresso un parere molto positivo, sia per la critica che per gli acquirenti. Non c'è mai stata la volontà di negare che Apple sia la fonte primaria d'ispirazione per questa azienda, che spesso la usa anche come punto di riferimento nelle presentazioni, per cui dopo il portatile Air cosa avrebbero potuto presentare se non il Pro? (E io aspetto l'all-in-one..).
Il Mi Notebook Pro ha uno schermo da 15,6" coperto da vetro Gorilla Glass 3 e le sue dimensioni sono di 36 x 24 x 1,59 cm. Il case esterno è in lega di magnesio e alluminio, così da ottenere la massima resistenza e solidità. All'interno troviamo processori Intel Core i5 ed i7 di ottava generazione, qui al loro primissimo utilizzo sul mercato. La GPU è una NVIDIA MX150 che non fa gridare al miracolo, però le prestazioni complessive sembrano molto valide e si promette un generale (quanto vacuo) +37% rispetto i MacBook Pro e un massimo di +40 rispetto le medesime CPU generazione 7 (e ma sembra fin troppo..).
Per quanto riguarda la RAM, invece, si parte da 8GB per arrivare a 16GB, ovviamente in configurazione dual channel, mentre l'SSD di base è da 256GB ma possiede uno slot di espansione. È da 60 Wh la batteria, per cui inferiore a quella da 76 Wh del concorrente di Apple, anche se i nuovi chip dovrebbero garantire un miglior risparmio energetico.
Molto interessante la tastiera retroilluminata, in cui Xiaomi ha ricavato lo spazio per tasti freccia a dimensione piena ed una colonna di tasti funzione laterale, ma è il touch pad a contenere un forte elemento di richiamo. Al suo interno è stato infatti inserito un sensore d'impronte sotto il vetro, garantendo la possibilità di login sicuro tramite piena compatibilità con Windows Hello.
È una soluzione tecnicamente non nuova, già vista su smartphone del casa e anche nel Touch ID di ultima generazione, ma l'averlo posizionato nel touch pad potrebbe essere la soluzione più intelligente. In questo modo, infatti, si evita di dovergli ricavare uno spazio apposito e, ad esempio, Apple avrebbe potuto inserirlo nei MacBook e nei MacBook Pro senza Touch Bar. Nonché anche su mouse e trackpad esterni.
La versione base dello Xiaomi Mi Notebook Pro costerà 5599 Yuan, che al cambio attuale sarebbero circa 720€ ed include la CPU i5 e 8GB di RAM. Il top, invece, monterà l'i7 e 16GB di RAM per un totale di 6999 Yuan, ovvero circa 840€. I processori saranno prevedibilmente di una serie inferiore rispetto quelli dei MacBook Pro, ma il prezzo sembra davvero molto interessante. Peccato che non si decidano a proporre questi portatili anche con layout italiano, perché chi usa molto la tastiera per scrittura e coding fa fatica ad abituarsi ad una collocazione e forma diversa dei tasti.
Una menzione a mio giudizio molto positiva anche per la connettività, qui messa a confronto con il portatile top di casa Apple. A fronte dell'assenza della Thunderbolt 3 troviamo uscita HDMI 2.0 a pieno formato, 2 x USB-A 3.0, uscita audio 3,5mm, una USB-C completa (ovvero che supporta anche la ricarica PD), una USB-C solo per connettività di periferiche e scambio dati ed un lettore di memorie SD. Sicuramente meno possibilità e potenza rispetto le 4 Thunderbolt 3 del MacBook Pro ma molta più praticità nella vita quotidiana (almeno a mio parere).
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saggiosguardo · 7 years
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Perché non mi piacciono i monitor LG UltraFine 4K 21,5” e 5K 27"
Si fa presto ad abituarsi alle comodità. Lavoro con schermi da 27" da quando Apple ha presentato il suo primo iMac in questo formato (era il 2009), ma l'anno scorso ho deciso di testare un 32" (recensione) e non sono più riuscito a tornare indietro. Ho provato ad usare il più che soddisfacente LG 27UD88 nella seconda postazione con il MacBook Pro 2016 ma, a parte il vantaggio dell'USB-C per connessione e ricarica, l'ho trovato fin troppo piccolo. E non solo in termini di spazio di lavoro, anche visivamente, perché ormai le cornici di questi schermi sono quasi invisibili e sembrano più piccoli rispetto al passato.
LG 27UD88, un monitor 27" 4K con collegamento USB-C (MA NON SOLO!)
Questo mi ha confermato l'idea che ho avuto quando Apple ha presentato i nuovi monitori UltraFine di LG: un 4K da 21,5" e un 5K da 27". È vero, sono in linea con l'attuale offerta di iMac, ed è anche vero che le risoluzioni sono eccezionali, ma ormai le trovo dimensioni superate. A parte negli all-in-one, dove tra cornici nere molto spesse e base argentata si ottiene un miglior effetto complessivo, un 21,5" borderless sembra davvero misero oggigiorno. Ormai anche negli uffici amministrativi si vedono facilmente i 24". Inoltre questo si collega via USB-C ed offre tre porte nello stesso formato ma alla velocità della USB 2. In pratica sono utili per pochissime cose, per di più quelle che tipicamente sono in formato USB-A, quindi il senso di avere l'USB-C me lo devono spiegare.
LG UltraFine 5K 27", il monitor più grande tra quelli nati per i MacBook Pro 2016
Per quanto riguarda il fratello più grande 5K, il mio disappunto è persino superiore. Sono perfettamente d'accordo sul fatto che per un uso generico i 27" siano considerabili più che sufficienti, ma qui parliamo di prodotti che dovrebbero essere leader e traino del mercato. Le specifiche per esserlo ci sono anche, la risoluzione è elevatissima e la gamma cromatica estesa ma, diciamocelo, era lecito attendersele in questa fascia di prezzo. Il punto è che avere un 27" che puoi guardare da 1 cm senza vedere il singolo pixel non serve assolutamente a nulla se non a fare lo sborone. Già dal 2015 nel mercato si trovano schermi da 32" WQHD, nel 2016 si sono diffusi i 4K nella fascia alta e nel 2017 saranno praticamente lo standard per i monitor high-end (21:9 a parte).
Asus PB287Q, un 28" 4K che si compra per circa 400€ (e non è il solo)
I 27" 4K ormai si trovano tranquillamente a meno di 500€ (proprio ieri l'Asus PB287Q a 399€ segnalato sul nostro canale telegram) e spesso hanno un buon pannello se non addirittura calibratura hardware. Provando la risoluzione 2560 x 1400 HiDPI su un 27" 5K e poi su un più tradizionale 4K, faticherete a notare la differenza se non appiccicandovi allo schermo o scattando una foto macro. Questo perché il sistema utilizzato da Apple per gestire gli schermi Retina è molto efficiente e lavora sul downsampling di immagini eccedenti i limiti del pannello, ottenendo un risultato nettamente migliore rispetto ad un adattamento tradizionale con upscaling ed interpolazione. Spiego meglio: per ottenere uno spazio di lavoro WQHD, un Mac processa immagini 5120 x 2800 pixel che poi riduce in base al pannello (3840 x 2160 nel caso del 4K), invece di generare una scrivania 2560 x 1400 da ingrandire. Può sembrare una differenza da poco, ma in realtà cambia drasticamente il risultato.
Sul MacBook Pro 15" 2016 Apple non propone più una risoluzione HiDPI intera
Non sto dicendo che avere più pixel sia inutile, ma per gli scettici vorrei ricordare che una conferma di questa mia tesi ce l’ha data la stessa Apple con il MacBook Pro 15" 2016, proponendo di default una scrivania 1680 x 1050 pixel in HiDPI su un pannello che in realtà ha una risoluzione di 2880 x 1800 (quindi minore del doppio). Insomma, è Apple stessa a dirci che non serve avere una risoluzione 2x intera per ottenere una visione "Retina". Quindi perché non svincolarsi da questo limite anche per i monitor? In generale è ovvio che un 5K è meglio di un 4K, e non voglio neanche dire che 27" siano pochi in senso assoluto e per tutti, ma non sono certamente più un punto d'arrivo. Io sul 32" 4K uso la risoluzione 3008 x 1692 in HiDPI, che da una distanza di visione di circa 50/60cm ha una resa eccellente, è confortevole ed offre uno spazio di lavoro immenso ed al tempo stesso godibile senza affaticarsi. La stessa risoluzione messa su un 27" ci costringe a strizzare gli occhi o ad avvicinarci troppo, a meno di non avere una vista da aquila.
Due monitor 27" offrono tanto spazio, ma non sono comodi come un singolo 32"
Ho anche provato due schermi 27" affiancati, ma è una cosa che poteva aver senso quando non c'era niente di più grande e di buona qualità, oggi non è più così. Avere quella doppia riga al centro, dover gestire sempre due scrivanie, doppi cablaggi ed un eccesso di spazio orizzontale a fronte di una costrizione in verticale, non è affatto comodo per me. Ci sono dei casi in cui possa essere necessario, ad esempio per avere l'anteprima di un montaggio video 4K a schermo interno durante la lavorazione, ma l'ho trovato troppo vincolante. In termini di produttività quotidiana, un'unica ed ampia scrivania da 32" è decisamente più bella, comoda e godibile.
Il Dell UP3216Q, un 31,5" 4K ricco di connessioni
Ovviamente qui ci sono in gioco delle economie di scala importanti, per cui se negli UltraFine di LG ci fossero gli stessi pannelli adoperati negli iMac 4K e 5K sarebbe già spiegato il motivo di questa scelta. In teoria questi dovrebbero essere migliori, ma non ho trovato delle informazioni certe in merito, per cui evito di sbilanciarmi sull’argomento. In tutti i casi rimango fortemente convinto che per il display di punta dell’offerta specificatamente pensata per gli ultimi computer Apple ci si dovesse spingere oltre i 27”. In otto anni sono cambiate tante cose: al tempo nei salotti si vedevano TV da 32”, oggi lo standard basso è 49" ma quasi tutti puntano almeno sul 55”. Possibile che nello stesso frangente Apple abbia pensato solo ad aumentare la risoluzione senza rendere i display più generosi? Non dico che si debba aumentare la diagonale irragionevolmente e senza limiti, perché ho provato a lavorare su un 40” e costringe ad un eccessivo movimento della testa per andare da angolo ad angolo, ma non è un problema sui 32”. Inoltre la maggior parte di questi sono in effetti 31,5”, che sono molto vicini ai 30” che Apple proponeva con il bellissimo Cinema Display nel lontano 2005, quando ancora era molto attenta alle esigenze dei professionisti della grafica e del video.
Altra cosa che proprio non mi va giù di questi monitor è che non si sia sfruttata l’occasione per proporre un hub di porte aggiuntive, fondamentali per un uso desktop nell’anno del Signore del 2017. Le USB-C ce le abbiamo già sul portatile, che senso ha metterne altre tre di queste e nient’altro? In pratica gli adattatori che il giorno ci portiamo nella borsa li dobbiamo poi spostare dietro il monitor, sempre se non vogliamo comprarne altri. Oppure dobbiamo comprare un Dock a parte nel caso in cui avessimo necessità di crearci una postazione da scrivania per il nostro MacBook Pro che contempli un setup relativamente semplice come può essere: un HDD, un cavo Ethernet (quando c’è, è sempre preferibile al Wi-Fi per latenza e stabilità) o una scheda audio esterna con casse annesse. Ma no, dovevano sottolineare che USB-C è il futuro e quindi ci hanno consegnato oggi un monitor con un hub di connessioni che, a mio modo di vedere, è assolutamente inutile. Per giunta non c'è neanche la Thunderbolt 3 in cascata, per cui se un professionista volesse usarne due, dovrebbe collegare due cavi separati al MacBook Pro, in barba al vantaggio dell'unico cavo (per altro mi par di capire che se ne dovrebbe mettere uno a sinistra ed uno a destra per non sovraccaricare le linee PCIe).
Una Thunderbolt 3 sprecata con 3 misere USB-C (Gen 1) sui monitor LG UltraFine
Infine c’è un altro problema, ovvero che questo monitor va considerato come un banale accessorio. È vero che Apple lo ha reso compatibile in modalità 4K con alcuni Mac meno recenti tramite l’adattatore Thunderbolt 3 / Thunderbolt 2, ma non è un vero peccato investire 1000/1500€ (a seconda se lo prendiate in sconto o meno), e non poterlo sfruttare per nient'altro? Io sul mio 32” a volte ci collego un TV Box via HDMI, altre volte una console, altre ancora un PC. Ho 3 ingressi e li sfrutto sempre tutti, spesso anche per il comodo PIP o PBP. Questi monitor UltraFine sono invece monchi, se ne stanno lì tutti tristi ed inutili fintanto che non ci si collega uno dei Mac compatibili. E poi, diciamocelo, non hanno neanche dalla loro il fascino e la qualità costruttiva che si poteva ritrovare in un Thunderbolt Display... si vede proprio che non sono prodotti disegnati da Apple. Nel 5K abbiamo il vantaggio di avere anche la webcam integrata (con lo svantaggio di cornici non simmetriche), ma anche un noioso Dell è più gradevole.
La differenza di area tra un 27" ed un 31,5" è molto di più di quel che si immagina
Sintetizzando il tutto, il mio personalissimo punto di vista è che questi display siano ben congegnati per quell’utenza a cui serva solo semplicità ed un'ottima qualità d’immagine, ma disattendono le esigenze di chiunque ricerchi la mai troppo sottovalutata flessibilità d’uso. Gli aspetti positivi sono moltissimi e non li metto in dubbio, ma non trovo veramente una sola ragione valida per acquistarli. Il mio auspicio è che i futuri iMac siano 25" e 32" e che Apple venda fin da subito gli stessi pannelli anche come monitor. Inoltre mi auguro che rimangano rispettivamente 4K e 5K, perché solo ora questi ultimi iniziano ad essere digeriti decentemente dalle GPU e dagli standard di connettività, non vorrei davvero che si aprisse un ulteriore calvario optando per gli 8K prima che vi siano i presupposti per farlo. Il nuovo Dell Ultrasharp UP3218K è bellissimo, per carità, ma non credo sia ancora necessario se non in ambiti ultra specialistici, inoltre farebbe lievitare troppo il prezzo e creerebbe ulteriori problemi per GPU e connessioni.
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from Perché non mi piacciono i monitor LG UltraFine 4K 21,5” e 5K 27"
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saggiosguardo · 7 years
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Nintendo Switch sarà disponibile a partire dal 3 marzo a 329 € assieme al nuovo Zelda
Giuro, ho amici che hanno impostato la sveglia verso le 5 del mattino di oggi per godersi in diretta la presentazione ufficiale di Nintendo Switch, la nuova console della grande N che, per chi non lo sapesse ancora, è destinata a sostituire tanto lo sfortunato Wii U (di cui è stata già fermata la produzione) quanto il fortunatissimo 3DS (che, però, rimarrà in commercio per un periodo ancora da definire).
Infatti, la console è un'ibrida fissa / mobile, visto che può essere usata tanto da sola quanto collegata ad un televisore, staccando dai lati i due controller chiamati Joy-Con, speculari tra loro e finalmente dotati di sue stick analogici (ma, in virtù della loro specularità, hanno perso la croce direzione che sarà sostituita da quattro pulsanti).
Inoltre, l'ampio display di Switch è da 6.2" con risoluzione HD (confermando la linea di Nintendo di non puntare molto sulla qualità grafica, visto che la risoluzione in output sul televisore passa "solo" al Full HD) è multitouch e, quindi, chi temeva di trovarsi di fronte all'ennesimo schermo resistivo o, peggio, non sensibile al tocco, può dormire sonni tranquilli. La durata della batteria si aggira fra le due ore e mezzo e le sei ore, in base alla potenza richiesta dal gioco. Con Zelda: Breath of The Wild (disponibile al lancio! Alè!, nda) l'autonomia è stimata attorno alle tre ore. Incredibilmente, Switch non sarà dotata dei soliti blocchi regionali a cui Nintendo ci ha abituato e, quindi, sarà possibile acquistare i giochi anche in altri Paesi, magari approfittando di qualche promo.
Chi ama giocare online, invece, resterà sorpreso dal fatto che Nintendo Switch richiederà, al pari delle altre console, un abbonamento annuale: questo, spero, possa spronare Nintendo a fornire servizi pari o superiori al PSN o a Xbox Live, attirando su Switch anche le software house più amate dagli online gamer. Inoltre, con l'abbonamento annuale sarà possibile scaricare ogni mese una vecchia gloria per NES o SuperNES, ma, a mio avviso, l'ennesima operazione nostalgia sta stancando, anche perché non è ancora chiaro se sarà possibile usufruire degli acquisti effettuati su Virtual Console da Wii e Wii U. Ad ogni modo, sarà possibile il multi player locale con i giochi che lo supporteranno, sia condividendo una console in due con due Joy-Con o fino a quattro giocatori, purché ognuno usi la propria console.
All'interno della confezione saranno presenti, ovviamente oltre alla console, il Dock ed un cavo HDMI per collegarla alla TV, l'alimentatore USB-C, i due Joy-Con, i laccetti per fermarli al polso (qualora si giochi a titoli che richiedano l'uso dei sensori di movimento integrati) e il Joy-Con Grip, nel quale si possono inserire i due controller per avere lo stesso feeling di un joypad normale (per chi volesse, sarà disponibile anche il solito Pro Controller). Inoltre, ogni Joy-Con è dotato del sistema HD Rumble, un avanzato feedback aptico che permette di simulare, ad esempio, la sensazione dei cubetti di ghiaccio mentre vengono versati in un bicchiere. Per di più, il Joy-Con destro ha una fotocamera IR che permette di determinare la distanza e la forma di alcuni oggetti.
Purtroppo, la memoria interna di Switch sarà solo da 32 GB, espandibili tramite microSD. Siamo ben lontani da 500 GB o dal terabyte di Xbox One e di PlayStation 4, ma, visto che i giochi saranno distribuiti tramite cartucce chiamate GameCard, è probabile che queste possano servire anche come unità di memoria per il titolo stesso. Infine, la console sarà dotata unicamente di connettività di rete con Wi-Fi, ma chi volesse collegarla tramite rete locale potrà acquistare un adattatore USB / Ethernet da collegare al Dock. Tutta la console, invece, è basata su una versione custodia del processore Nvidia Tegra, ma né Nintendo né Nvidia hanno rilasciato ulteriori dettagli in merito.
A quanto pare, sembra che la grande N non abbia voluto commettere gli stessi errori compiuti la lancio di Wii U, rendendo alcuni titoli disponibili sin dal lancio, programmato in tutto il mondo per il 3 marzo 2017: il già citato Zelda: Breath of the Wild (anche in Limited Edition con una statuetta della Master Sword), atteso da tutti i fan della saga ormai da alcuni anni, 1-2 Switch, collezione di mini giochi che, sfruttando i sensori di movimento dei Joy-Con, ricordano nelle meccaniche quelli per Wii ed ARMS che, pure, è basato sulla stessa tecnologia. Nel corso dell'anno, invece, saranno disponibili Mario Kart 8 Deluxe, versione riveduta e corretta del titolo per Wii U tanto nella grafica quanto nei circuiti, Splatoon 2, i titoli EA e EA Sports (a cominciare da FIFA 17), Sonic Mania, The Elder Scrolls V: Skyrim e un nuovo capitolo di Super Mario (Super Mario Odissey per l'appunto) che vedrà la luce durante le vacanze natalizie e che tornerà ad essere un sandbox.
Infine, sono stati annunciati un nuovo No More Heroes, Dragon Ball Xenoverse 2, Skylanders, Steep, Fire Emblem Warriors, un capitolo di Shin Megami Tesei e Xenoblade Chronicles 2. Manca il tanto rumoreggiato titolo Pokémon, ma, visto che il lancio di Sole e Luna è avvenuto lo scorso mese di novembre, se Game Freak, The Pokémon Company e Nintendo hanno qualcosa in pentola lo sveleranno nei mesi a venire.
I preordini di Nintendo Switch sono già aperti anche in Italia, sempre tramite Amazon: da qui è possibile acquistare la versione con i Joy-Con Grigi che quella (da me preordinata) con i Joy-Con blu neon e rosso neon. Zelda, invece, potrà essere preordinato nei prossimi giorni da questa pagina di Amazon.
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