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Martedì 12 ottobre h21, Milano, Admiral, v. Domodossola 16, #borderfiction presenta "James Bond Missione Italia" di Marco Donna (Ed. Il Foglio), la guida all'Italia di 007. Una serata stile #jamesbond con #marcodonna, #andreacarlocappi, #edwardcoffrinidellorto, #giancarlonarciso. #iger #instalovers (presso Hotel Admiral) https://www.instagram.com/p/CU5Sbk_IQac/?utm_medium=tumblr
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frontedelblog · 3 years
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Stefano Di Marino, la tragica scomparsa dell’ultimo gigante della narrativa popolare
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Come Emilio Salgari, a cui veniva spesso paragonato, Stefano Di Marino spezzò la penna con cui aveva fatto sognare tutti gli appassionati dell’avventura, allo stesso modo avrebbe fatto il suo degno “erede” milanese. E c’è chi avanza dubbi sul suo suicidio  
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Da Cronaca Vera in edicola dal 17 agosto 2021   E’morto precipitando dalla finestra di casa. Una fine terribile per Stefano Di Marino, il più prolifico scrittore di genere italiano, cui “Cronaca Vera” ha dedicato negli anni diversi servizi e pubblicato molti suoi racconti. «Se è vero che la spy story, l’avventura e il noir sono i generi preferiti, ho scritto fantascienza, fantasy, e poi moltissimi racconti thriller, western, horror», ci disse in un’intervista. «Da anni poi scrivo racconti Gialli per il settimanale Confidenze...». Stefano aveva 60 anni, e aveva pubblicato i suoi lavori utilizzando una miriade di pseudonimi. «Personalmente cominciai a usare degli pseudonimi perché i generi che mi piacevano di più, ovvero il thriller e la spy-story, erano generalmente anglosassoni e così l’editore era convinto che si vendesse di più», ci raccontò lui stesso. «Ormai il thriller italiano è stato sdoganato. Per cui da un po’ di tempo li ho eliminati tutti, al di fuori di Stephen Gunn che uso da anni per la serie Il Professionista». Letteratura ribelle Stefano faceva parte di quella letteratura ribelle milanese, poco ligia ai salotti e molto più attenta ai cambiamenti nella città meneghina. Non a caso era nel gruppo insieme ad Andrea G. Pinketts, scomparso a 58 anni, nel 2018, a causa di un cancro. Con loro anche Andrea Carlo Cappi, altro autore dalla sconfinata produzione, che ricorda Stefano paragonandolo a Emilio Salgari e a Giorgio Scerbanenco.
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Stefano Di Marino e Andrea Carlo Cappi   «Era un narratore – per usare la definizione che preferiva – senza pari non solo nel panorama italiano, ma anche a livello mondiale», scrive Cappi sul suo sito Borderfiction Zone. «Un romanziere in grado di passare da un genere all’altro della narrativa popolare, anche se noto soprattutto per la sua immensa, trentennale produzione nel campo della spy story, spesso con connotazioni avventurose, ma con una profonda competenza sui retroscena del mondo dell’intelligence. Il più grande scrittore contemporaneo di letteratura di genere. “E allora – direte voi, se non siete tra i suoi fedeli lettori – perché non lo abbiamo mai sentito nominare? Perché non l’abbiamo mai visto come opinionista in tv? Perché nessuno ci ha detto che i suoi libri meritavano di essere letti?”. Perché in Italia di autori come lui non si parla. E non si deve parlare. Ma soprattutto di lui, che era (e rimane) il più grande».
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Stefano Di Marino e Andrea G. Pinketts   Stefano, colpito poche settimane fa dalla perdita del padre, ha lasciato un biglietto per giustificare il suo gesto. «Lasciate che vi spieghi perché ritengo che sia altamente improbabile che Stefano Di Marino abbia messo volontariamente fine alla sua vita, oltretutto in un modo così grossolano, cruento e poco affidabile come gettarsi dal terzo piano...», inizia così il lungo testo pubblicato in Rete dal collega scrittore (e già premio Scerbanenco) Giancarlo Narciso. Ombre e dubbi Narciso vuole vederci chiaro, secondo lui Stefano non era affatto depresso, non lo era mai stato, «ed era un maestro di arti marziali, quelle toste, come muai thai o savate. Aveva il culto del Bushido, della via del guerriero, e così come i suoi personaggi, ai quali, dopo oltre trent’anni di attività, inevitabilmente aveva finito per assomigliare». Non ritiene nemmeno che si sia ucciso per la delusione di mancati riconoscimenti professionali, dato che «ha pubblicato fior di romanzi con Piemme, Nord, Tea e Sperling & Kupfer; a un certo punto, una ventina di anni fa, è stato inquadrato come scrittore politicamente scorretto e rinchiuso nel ghetto della stampa periodica tipo Segretissimo e Giallo Mondadori, cosa che non gli faceva certo piacere, ma di cui da tempo s’era fatto una ragione».
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Giancarlo Narciso   Narciso non ritiene nemmeno che fosse angosciato dal timore di non riuscire a prendersi cura della madre anziana, visto che con la morte del padre gli era arrivata l’eredità, «e per la prima volta nella sua vita non si trovava più in uno stato di ristrettezza economiche, anzi, le sue condizioni economiche erano diventate molto floride. Vorreste farmi credere che Stefano, per qualche dispiacere di cui nessuno di noi ha mai avuto sentore, in un momento in cui per lui la vita cominciava finalmente a sorridergli, sarebbe arrivato al punto di infischiarsene della madre, a cui teneva tanto, infliggendole un simile dolore?». Domande e parole che fanno riflettere, e che sembrano metterne in discussione ogni movente circolato sul suicidio. Read the full article
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frontedelblog · 3 years
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SINGAPORE SLING, torna il ebook il pluripremiato noir di Giancarlo Narciso
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Vincitore del Premio Tedeschi nel 1998, diventato un film tre anni più tardi, Singapore Sling racconta la saga di Rodolfo Capitani. E torna oggi in ebook per Algama in una versione rivista dall'autore Giancarlo Narciso  
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  In una Singapore torrida e inquietante, due uomini italiani all’estero si incontrano per caso ed è come se si fossero conosciuti da sempre: Rodolfo Capitani, girovago e vagabondo, di professione traduttore free lance, in fuga da se stesso; Marco Valbusa, dirigente della Sigmatech, una società italiana che si occupa di prodotti per l’edilizia, ma dagli affari poco chiari. Un incontro che metterà Rodolfo nei guai fino al collo, all’indomani della morte di Marco in un misterioso incidente di macchina: perchè a Singapore la vita vale poco, soprattutto se c’è in ballo una grande quantità di soldi. In Singapore Sling (da cui nel 2001 è stato tratto il film Belgrado Sling), vincitore del Premio Tedeschi nel 1998 e qui riproposto in una nuova edizione rivista dall’autore, si susseguono frenetici una serie di colpi di scena che sconvolgono le regole del thriller tradizionale. Sorretto da da una scrittura visiva dall’andamento cinematografico, restituisce i colori e le affascinanti ambientazioni dell’Oriente lontano e conduce il lettore in una storia mozzafiato e dal ritmo vertiginoso che lo rende uno dei migliori gialli italiani degli ultimi anni. *** SINGAPORE SLING in formato epub su tutti gli store e QUI SINGAPORE SLING in formato mobi per Kindle su AMAZON SINGAPORE SLING è anche su Play Store e Apple Store *** Dello stesso autore presso Algama: Le zanzare di Zanzibar - GUARDA Play with fire (in lingua inglese) - GUARDA *** L’AUTORE Vincitore del prestigioso premio Scerbanenco per il miglior noir italiano nel 2006 con Incontro a Daunanda e, nel 1998, del Premio Tedeschi con Singapore Sling, Giancarlo Narciso aggiunge al suo arco titoli come Sankhara, (Finalista Premio Scerbanenco 2002), Otherside (terzo classificato Premio Azzeccagarbugli 2011), Solo Fango, I Guardiani di Wirikuta, Un’ombra anche tu come me, Le zanzare di Zanzibar, Un nome su una lista, oltre a Chi lotta coi mostri, una raccolta di quattro spy-story in formato novelette. Con lo pseudonimo di Jack Morisco ha firmato per Segretissimo Mondadori la serie di Banshee, che include finora i romanzi Alba Rossa a West Papua, Dossier 636, Manila Sunrise, L’arma birmana, Le tigri e il leone, Furia a Lombok. Da Singapore Sling è stato tratto il film Belgrado Sling di Riccardo Donna, con Cecilia Dazzi, Fabio Sartor e Fabio Fulco. Il romanzo è pubblicato in tedesco da Goldmann sotto il titolo di Die schöne Hand des Todes. Alla saga di Rodolfo Giancarlo Narciso ha dedicato altri due episodi: Le zanzare di Zanzibar e Incontro a Daunanda (Premio Scerbanenco 2006). Read the full article
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