Tumgik
#eccidio di bassano
Text
Tumblr media
/ Oggi, per me, la mia famiglia e la mia città, è una triste ricorrenza.
Sono cresciuta con il racconto di parte di quello che è successo il 26 settembre del 1944, nella città di Bassano del Grappa, luogo che ricopre da sempre una particolare importanza strategica per il controllo del mio territorio.
Il racconto era quello della mia nonna, che mi ha sempre raccontato un lato di questa triste storia, quello filtrato dagli occhi di una tredicenne che lavorava i campi con la famiglia ed altre persone e si è trovata a essere parte di un evento drammatico senza volerlo, assistendo alla fuga di un povero fortunato, scampato alla morte, che si nascose là dove lavorava, tentando di scappare ai tedeschi che lo inseguivano.
Questo è tutto quello che ho sempre saputo dell'Eccidio del Grappa. La paura di una bambina e la sua confusione. Il non capire perché i fratelli più grandi delle sue amiche e vicine dovessero nascondersi tra i monti, venendo spesso ammazzati prima di raggiungere una malga. Il non riuscire a comprendere, con il cuore da bimba e la testa da adulta, perché la guerra, apparentemente lontana, fosse improvvisamente piombata a casa sua.
Potrei mettermi a spiegare cos'è stato. Ma non credo che avrei la forza. Perché diventata grande, dopo aver cercato altre informazioni, ho scoperto cose che avrei preferito non sapere.
Come quella per cui il 'Boia di Bassano' (perché così era conosciuto Karl Franz Tauscher, il responsabile dell'Operazione Piave, che terminò appunto con l'eccidio) è morto suicida nel 2008, ormai anziano. E il motivo non era il senso di colpa. Perché non si è mai pentito. La ragione era che, dopo aver scoperto la sua identità, si sentiva perseguitato dai giornali italiani.
Lo so. È una tragedia minore. Ma è la tragedia della mia gente, per cui per me ha un peso importante. Perché gli alberi dove li hanno impiccati li vedo sempre e vedo i loro nomi (dove possibile, visto l'usura del tempo).
Vi lascio il link di un articolo del Corriere, vecchiotto, a riguardo. Giusto perché possiamo capire. C'è anche Wikipedia, ma non serve che ve lo linki.
E vorrei solo allegare i nomi dei ragazzi che hanno perso la vita, impiccati quel giorno. Quelli che vedete in foto. E vorrei ricordare anche tutti quelli che, catturati, vennero deportati, bruciati e fucilati. In tutto sono 264 persone.
Questi sono i nostri martiri, coloro a cui il Viale è ora dedicato:
1 - Mario Alpirandi, Mestre
2 - Emilio Beghetto, Tombolo
3 - Armando Benacchio, Pove
4 - Giuliano Bertapelle, Borso
5 - Giuseppe Bizzotto, Rossano
6 - Gastone Bragagnolo, Cassola
7 - Ferdinando Brian, Pove
8 - Pietro Bosa, Pove
9 - Bortolo Busnardo, Mussolente
10 - Francesco Caron, Pove
11 - Francesco Cervellin, Borso
12 - Giovanni Cervellin, Borso
13 - Pietro Citton, Borso
14 - Giovanni Cocco, Cassola
15 - Leonida De Rossi, Crespano
16 - Attilio Gaspare Donazzan, Pove
17 - Angelo Ferraro, Pove
18 - Carlo Fila, maestro trentenne di Tramuschio (Mirandola).
19 - Giuseppe Giuliani, Chemer.
20 - Cesare Longo, Pove, di 17 anni (malato di broncopolmonite)
21 - Silvio Martinello, Pove
22 - Girolamo Moretto, Borso
23 - Giuseppe Moretto, Romano
24 - Fiorenzo Puglierin, Pove
25 - Giovanni Battista Romeo, Pove, di 16 anni (suo fratello Raffaele era stato fucilato 2 giorni prima)
26 - Luigi Guseppe Stefanin, Cavaso
27 - Albino Vedovotto, Borso
28 - Ferruccio Zen, Pove
29 - Ignoto
30 - Ignoto
31 - Ignoto
24 notes · View notes