Tumgik
#distanza fra me e te
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vestiti firmati sparsi per la stanza, telefoni che non colmano la distanza fra me e te.
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valentina-lauricella · 9 months
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Sono infine qui, in questo mondo di essenza che ho ricordato all'inizio di ogni vita, dopo le molte vite che mi ci son volute per guadagnarlo stabilmente. Sono finalmente qui, o sono sempre stato qui, dovrei dire. Ho molto vagato fra le apparenze, per testardaggine, perché lento ad apprendere, per quanto io sia apparso veloce nello studio. In realtà studio ancora, con tutto il mio orgoglio, con tutto il mio stupore, grato di essere vinto dalla conoscenza di ciò che non immagino, felice di essere perdente di fronte all'essere, che credetti di poter giudicare "un'imperfezione, un neo, un bruscolo".
Felice di esser io quel bruscolo, di vantaggio per chi sceglie il mio stesso arduo percorso. Il tempo e gli spazi ci sono tutti, niente manca all'appello, e nella sottrazione dell'inessenziale, risplende la casta sovrabbondanza del divino. L'unica pena è sentire scampoli di distanza. Stracci che si sfilacciano e rimpiccioliscono e si ridurranno a niente, perché già sono niente. Distanza tra me e la Terra, tra me e Dio, tra me e lei. Chi è lei? Un essere buffo.
Vorrebbe che le dicessi che è la più bella fra tutte le donne, come dissi nella mia follia d'amore ad Aspasia, ma io non glielo dirò mai. Non voglio insultarla tanto. Non voglio chiamarla con il mio errore, la mia ferita, la mia paura. La bellezza delle donne è un inganno che marcisce nei sepolcri. Già in vita trionfai di questo. Quel che chiedevo alla bellezza è comprensione, corrispondenza, e lei questo è. Lei, la freccia che tende l'arco di tutta la mia coscienza. La sua mente è fatta degli spazi infra-atomici, dei collegamenti tra la potenza e la realizzazione, fra tutte le cause e gli effetti, in forma di vibrazione impercettibile. Lei è il sottinteso di tutti i mondi. Lei sa tutto e può tutto, e tiene gli occhi chiusi. Lei non piange nemmeno più. Si diverte a dire:
"Dimmi che sono bella," giocando con quel capriccio che la vita terrena le ha dato per le mani. Lei si balocca di tutto. Esplora, come passeggiando nel suo personale giardino, quel che lei stessa sa, che lei stessa crea. Ma è brava a perdersi nel suo stesso labirinto. Vuole farsi cercare, trovare, invita tutti a giocare. Io le dissi: "Va bene, gioco con te". La gioia che sento adesso, è quella di essermi reso una sua creazione. Una delle sue espressioni favorite è "gioco di ruolo". Giocare, recitare, suonare. Lei è ciò che d'inesprimibile racconta a certi animi la musica. E far parte di quella musica è il trionfo dell'amor proprio e l'adesione naturale all'essere.
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thelastdinner · 2 months
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Ed attenderti non mi è mai piaciuto.
Cosa devo fare con te?
Tra una sigaretta ed un'altra, seduto su questo letto insipido, guardo impaziente l'orologio.
Scuoto la testa, sbuffo e divoro con una boccata il tabacco rimasto.
Apri la porta, eccoti.
Non posso fare altro che alzarmi e prenderti i capelli per cacciarti tra quelle lenzuola che solo ieri hai desiderato.
Le mie mani come artigli strappano, lacerano quel poco che ti riveste.
Hai fatto tardi, tutto qui, ma ora avrai quello che hai supplicato. Sei bella.
Mi piaci soprattutto quando scivoli tra le mie gambe in cerca di un piacere che spasimi da tempo.
Nei tuoi occhi, la convinzione di essere esattamente nel posto dove hai voluto essere.
Un posto senza luci, senza tempo.
I tuoi seni abbondano sulla mia bocca, mentre il ventre danza sul mio vorticosamente.
Dividiamo la carne, non i sogni, ed è per questo che ciò è l'unico modo possibile per sottrarsi alla Tua.
E’ solo Tua la speranza di infettarmi d'Amore.
Sì, sei Infezione che può diventare cancro, malattia letale che divora ogni spazio ed ogni respiro.
Voglio marchiarti addosso la mia pelle.
Far mio ogni tuo sapore divorandoti. Con gli umori vivi da leccare.
Eppure sei bella.
Ed a volte, mi perdo nel guardarti inarcare la schiena come un arco teso, pronto a scoccare l'urlo di un travolgente orgasmo.
Sì, sei bella e ti possiedo senza ritegno, mescolando la forza col piacere. Il mio.
Il tuo, per me, è relativo.
Così come ciò che desideri e che chiedi.
Sono io. Io che desidero e che pretendo.
E prendo.
Apri la bocca, adesso, e bevi.
Il mio cuore. Io non lo so più dove sia.
L'ho perso insieme alla metropolitana per venire da te.
Avevo studiato meticolosamente il mio corpo davanti allo specchio, lo avevo vestito di pizzo nero e seta morbida sulla pelle, come una carezza.
Per te, che non mi hai lasciato il tempo di un saluto e di dosso mi hai strappato persino la pelle, a divorarmi come un lupo.
E non vedi queste palpebre che mi tremano, né senti i rovesci disperati dentro al petto.
È una gestazione di pelle, la mia, sotto il tuo passo furioso, sparso ovunque su me, così che ti seguo nei solchi e nei lividi che mi lasci addosso, nel tuo fiato dappertutto e nella distanza che metti fra il tuo petto ricoperto di ruvide scaglie e il mio amore fatto cielo, per contenerti tutto.
Tu credi che prendi carne di me, a partire dai seni dolenti nell'artiglio delle tue mani, al loto dischiuso alla tua frenetica lingua. Alla danza del mio ventre sul tuo.
Eppure, io ti offro me, tutta me, tutta intera, come preghiera. Sangue che anela direttamente alla tua vena.
Ma, tu non senti. Non mi senti.
E’ un dolore indicibile, spudorato.
Un incendio di cui tu non t'avvedi, ma che pure bramo. Purché sia tuo il marchio da portarmi addosso, a riempire la forma indigesta della tua assenza.
Mi volti, mi apri e io non resisto quando ti fai spazio. T'insinui, m’inchiodi e io mi lascio conficcare.
Senza mezze misure. Senza riguardo alcuno.
Soffoco grida sul cuscino di cui non ti curi, mentre mi rovesci. Mi pieghi. Mi sradichi da questa terra. T'infrangi contro i miei fianchi come un'onda.
Ed io mi m'inarco sotto la tua afflizione.
Ti cerco, ti vengo incontro e mi do in pasto alla tua fame maledetta.
Maledetto sia l'istante in cui ho frainteso lo sguardo di Zeus con quello di Eros.
Azeruel e Didi
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Mi viene ancora da sorridere, a volte, quando devo fare una scelta importante. Ripenso a quando ti dicevo... Esprimi un desiderio, uno per te, uno per me, uno per noi. Se lo stesso desiderio lo pensiamo insieme nello stesso momento, magari accade davvero. Ho perso davvero la testa per te e ho dovuto ritrovarla controvoglia. A distanza di anni uno pensa sempre... è stato meglio così, è una specie di salvezza per non farci impazzire. Alla fine un modo per salvarsi lo si deve trovare, no? Mi piaceva la tua voce, il tuo modo di parlare, mi faceva venir voglia di ascoltarti. Quel tuo modo gentile di dire le cose non l’ho mai dimenticato. Ero innamorato non solo di te ma di ogni piccolo dettaglio di te che mi è stato concesso di vedere. Ora come allora è come se ci fosse un grande vetro fra la mia vita e la tua, non ho potuto più raggiungerti ma ho sempre potuto vederti ancora e hai potuto farlo anche tu. E ogni tanto ho sentito così forte il bisogno di una tua carezza, con le mani incollate al vetro senza poterti toccare davvero. Siamo vissuti insieme comunque, a volte senza saperlo, a volte senza volerlo. Ho dato l’anima al mio lavoro perché non potevo più darla a te. E questo è il mio destino mi chiedo? Ostinarsi a guardare dietro a un vetro, sperando di trovare prima o poi un punto più fragile dove sferrare un bel destro e frantumarlo in mille pezzi, pur sapendo che è infrangibile?
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astra-zioni · 1 year
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La questione che molte persone della mia vita non hanno compreso e hanno imputato a una mia (molto probabilmente) lassità morale, è il fatto che ho questo vizio, quando mi approccio a qualcuno, di non giudicarlo mai moralmente. La maggior parte delle volte penso robe orribili sulle persone in cui mi imbatto, mi convinco di odiarle tutte e non ho pietà nel guardarle dall’alto del mio basso. Ma nella vita quotidiana, in un rapporto a due, quando una persona mi confida cose moralmente discutibili non riesco mai a condannarla se ne capisco il motivo, la logica. E molto spesso ce n’è sempre una dietro. Ragion per cui nella mia vita continuano a gravitare personaggi più o meno discutibili e molti miei partner più o meno velatamente me l’han sempre fatto pesare. Io stessa mi son sentita giudicata a mia volta, tanto da farmi chiedere se tutto ciò non derivasse da un mio problema effettivo, dal mio masochismo. In realtà poi ho capito che non c’entra un cazzo. Il fatto è che, per citare Faber (grande, ci manchi), io ho paura di quello che non conosco, e quello che conosco non mi fa paura. Quando comprendo le ragioni e la psicologia di un essere umano - il suo vissuto in generale - mi è molto difficile “condannarlo” su determinate questioni, nel senso di mettere una distanza assoluta fra me e loro, bloccarli su ogni piattaforma social esistente e cambiare residenza. Non intendo dire che ciò non sia comunque molto pericoloso, perché non mi protegge, ma col tempo ho imparato che più che cercare di bloccare a prescindere certe interazioni umane disfunzionali dovevo allenare la mia capacità di proteggermi, ed è effettivamente successo. I mostri ti fanno del male se rimangono mostri nella tua percezione; se li umanizzi possono pure cercare di spaventarti, ma non riusciranno a scalfirti. Il problema dei mostri, che nella realtà non sono orchi malvagi ma persone malate, spezzate, alla deriva, consiste nel fatto che tu puoi imparare a vederli col loro volto umano, mentre per loro è impossibile; ed è esattamente ciò che li rende più pericolosi per loro stessi, non per te.
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orotrasparente · 1 year
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Ma sicuramente non le è scattato nulla ma anche perché non mi ha dato nemmeno l'opportunità di conoscerla un minimo e di farmi conoscere ed è quello che fa più male.. Anche perché per il modo in cui l'ho trattata speravo in un po' meno indifferenza da parte sua, non è che pretendessi nulla però. Come se tutto quello che ho fatto per lei fosse andato in fumo, non apprezzato diciamo. Non so se ti è mai capitato ma a distanza di mesi mi dà ancora fastidio
fra ma con tutto il bene se non era interessata avresti potuto anche costruirle un palazzo reale non è che sarebbero cambiate le cose, quello che voglio dire è che non devi portà rancore, ceh non è colpa sua se non era interessata a te, a me personalmente non è mai capitato perché se vedo che parlo con una e dopo mezza giornata non percepisco vibes di mh curiosità reciproca io non sto a perderci tempo diciamo, sinceramente non sono il tipo che se una non mi vuole comunque resto lì a tentarle tutte, ho un carattere molto permaloso e orgoglioso quindi o c’è subito sintonia o ciao e amici più di prima
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nessunotrannenoi · 1 year
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7/06/2023 - 9:11
A distanza di tempo ho sempre maggiori conferme da parte tua e il tutto mi fa sorridere, digrignare un po' i denti e sorridere di nuovo. Ci sono momenti in cui sono nel pieno delle attività, in cui ho completamento la testa piena di nozioni, formule e codici che non vi è spazio per altri pensieri. Eppure il tuo arriva come un flash, ti fai spazio fra tutti e bum! Ecco che sento quella sensazione che in quel momento mi hai pensata! E mi è sempre capitato e me ne hai dato conferma tantissime volte che in quei momenti lì, non mi sbaglio.
I giorni passano in fretta, sto vivendo ogni singolo istante senza perdere nemmeno un secondo di tempo e sto costruendo cose meravigliose. Mi dispiace non poterle condividere con te e mi dispiace non sapere se hai smesso di demoralizzarti e sei carico. Sto scrivendo un libro che chissà quando finirò e volevo chiederti una collaborazione. Un tuo contributo di sapere. Ma non ti nascondo che non voglio disturbare o intromettermi nelle tue conoscenze e nella tua vita. Io rimango una cosa a parte, un po' come quegli amici immaginari che nessuno vede ma ci sono sempre. Ed è proprio così che mi hai trattata da sempre.
Cià, stammi bene 👋🏻
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floral-crystal · 1 year
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Caro papà,
Ho solo bisogno di domandarti il perché
Perchè hai smesso di chiamarmi e di scrivermi?
Perché hai smesso di fare il padre?
Cosa ho fatto di così terribile nella mia vita da deluderti a tal punto da farti rimpiangere di voler essere mio padre?
Io ho solo 19 anni, sono cresciuta come una figlia rispettosa, buona, ligia al dovere. Non ho mai causato problemi nè a te nè a mamma e ho sempre fatto tutto ciò che dovevo e volevo con costanza e dedizione. Non mi hai incoraggiato, come dovrebbe fare un padre orgoglioso. Non ti ho mai sentito dire sono fiero di te per tutto quello che fai, che non è scontato, non è da tutti. Faccio ,dalla prima media, esami su esami di lingua: non ti ho mai sentito dirmi : complimenti! sei un portento! Quello che faccio, ribadisco, non è da tutti e da padre dovresti esserne orgoglioso e felice, starmi accanto, offrirmi appoggio e invece con te non esiste mostrarsi vulnerabili, affettuosi, vicini emotivamente.
Ho superato fra i test di ingresso all’università più difficili e tu non mi hai nemmeno dato un abbraccio, un bacio di auguri, a prescindere da qualsiasi iscrizione.
Ho fatto la prova pratica la patente, e sapevi quanto fossi spaventata e nonostante ciò sei stato pavido, infantile. Hai ignorato tua figlia, unica figlia. Che ti vuole un bene da impazzire e nonostante tutto prova un profondo rispetto nei tuoi confronti e si continua a domandare perché proprio a lei? Perché lei non si merita un rapporto normale, sereno come gli altri figli?
Ho preso la patente e ho urlato di gioia, perché ho contato unicamente sulle mie forze ma soprattutto ho creduto in me stessa. Non avevo realmente bisogno che tu mi aiutassi, ma soltanto che tu ci fossi, che mi accompagnassi in questo percorso, come gli altri papà.
Tu quel giorno sei passato da Cerignola e ti sei diretto dalla nostra famiglia a Lecce. Hai vissuto dei momenti di gioia e di spensieratezza. Io ho passato quei momenti, che dovevano essere tra i più felici di sempre, a interrogarmi, a chiedermi perché? cosa avrò fatto di male? mi merito di vivere queste emozioni così negativi in un momento così felice? La risposta è no ed un padre dovrebbe sentire a un mese e più di distanza, la mancanza, la sofferenza insostenibile, lancinante.
Quindi perché?
Io un perché credo di averlo trovato. Non esiste comunicazione tra me e te. Non c’è mai stata, perché tu (PADRE) non l’hai mai istaurata, come è stato fatto con te. Talvolta i ruoli si invertono e mi trovo io a doverti inseguire come un papà dovrebbe invece fare. Non siamo una coppia di fidanzati, dove vince l’orgoglio. Io e te siamo padre e figlia, ed è un legame che nemmeno l’orgoglio o la la lontananza potrà spezzare. Ma l’indifferenza si.
Non sono più disposta, dopo oggi, a fare i conti con la paura di essere abbandonata perché non lo merito e in più ti ritengo una persona, oltre che un padre, molto ragionevole.
D’ora in poi le cose cambieranno. Non sono più disposta a recitare il ruolo della figlia dolce, se non c’è un padre altrettanto affettuoso accanto a me. Io sono la figlia e tu il padre. Non sono io che devo educarti, perché un figlio può sbagliare però un padre deve essere pronto ad aiutare a sollevarti e a prendere una nuova direzione.
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Il sogno e la poesia
Ok posto qui per completezza, in quanto dubito che dei 4 gatti italiani qui su tumblr ci sia qualcuno che segue questa soap, ma io ormai sono parte del trash e alle OTP non si comanda, QUINDI
Una fanfic sul paradiso delle signore. Sui Barberasmo. Perché sì. Disponibile anche su EFP e Ao3. Titolo preso dalla poesia di Frida Kahlo usata in questo video.
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“Perché non ti sei fatto annunciare?”
“Perché ho detto a Italo che non c’era bisogno, che mi stavi aspettando.”
Non hanno nessun appuntamento, eppure è la verità. Adelaide l’ha aspettato riempiendo di candele quella stanza vuota, come a preparare un incontro in cui non osava sperare. L’ha aspettato stasera, da un mese, forse da tutta una vita. E ora lui è qui. 
“Ti offro qualcosa da bere?” Adelaide prova a dissimulare, a riportare la situazione ad un’apparente normalità, ma Marcello la ferma e lei si ritrova a guardarlo senza più scuse o difese. Quando lui si avvicina una parte di lei vorrebbe solo fuggire, sottrarsi ai battiti furiosi del proprio cuore che le chiede solo di annullare ogni distanza fra loro. Come colpo di grazia, Marcello si scusa . Si scusa per essersi sacrificato. Per essere migliore di quanto Umberto sia mai stato. Per aver messo gli interessi degli altri, di Adelaide , prima dei suoi.
Adelaide si gira di spalle mentre gli risponde, incapace di guardarlo in viso mentre la verità, inarrestabile, si fa strada fra le sue labbra, oltre il nodo alla gola: ogni cosiddetto errore che Marcello ha elencato non ha fatto altro che accrescere la stima che ha di lui e rendere più dolorosa la stretta al petto che sente ogni volta che i loro sguardi si incrociano.
“E questa come vogliamo chiamarla? Fedeltà?” Un sentimento che Adelaide non è abituata a vedere rivolto a sé stessa. Ha dedicato buona parte della sua vita a Umberto per ritrovarsi con una casa vuota e un cuore in frantumi. Mai più , si era giurata. Ma Marcello è diverso, oggi ne ha avuta la prova. “Per me è molto di più.” Il significato preciso di quel di più aleggia nell’aria, non detto. 
“Adelaide io-” 
“Nessuno pretende niente da te,” lo interrompe lei. “Non qui. Non ora.” Non si aspetta di essere ricambiata. Non si aspetta nulla, ma non può più nascondere i propri sentimenti, non a lui. 
Marcello non dice nulla. Contro ogni aspettativa, contro il pudore, contro tutto il mondo che li vuole divisi, semplicemente la bacia, e tutto il resto cessa di esistere. Le loro labbra si cercano e si trovano, come hanno già fatto le loro anime, ed è allo stesso tempo troppo e non abbastanza. Marcello si sposta a baciarle il collo, poi la nuca, mentre le sue mani trovano la cerniera del vestito da sera. Adelaide si abbandona completamente contro di lui, la schiena percorsa dai brividi mentre Marcello scopre centimetro dopo centimetro di pelle. In lingerie davanti a lui si sente esposta, fragile, ma non vulnerabile; sa che da lui non avrà mai da temere.
“Sei bellissima,” le sussurra all’orecchio. Detta da lui, perfino la frase più banale del mondo diventa una poesia.
Adelaide gli prende le mani e lo guida verso le sue stanze, scivolando fuori dai tacchi, fermandosi per baciarlo ancora, cominciando a spogliarlo senza fare caso a dove getta i suoi abiti. Che la servitù veda, che Matilde e Tancredi sappiano, non le importa nulla. Esiste solo Marcello.
Il suo Marcello.
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petalidiagapanto · 2 years
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«La carezza è risveglio a te, a me, a noi.
La carezza è risveglio alla vita del corpo: alla sua pelle, ai suoi sensi, ai suoi muscoli, nervi, organi il più delle volte inibiti, assoggettati, assonnati o asserviti nell'attività quotidiana, nell'universo dei bisogni, negli imperativi o nelle restrizioni necessari alla convivenza.
La carezza è risveglio all'intersoggettività, a un toccare né passivo né attivo fra noi; è risveglio dei gesti, delle percezioni, che sono nello stesso tempo atti, intenzioni, emozioni. La carezza è risveglio a una vita diversa dalla quotidianità laboriosa, è chiamata al ritorno a te, a me, a noi: come corpi viventi, come due,co-creatori.
La carezza è gesto parola che oltrepassa l'orizzonte o la distanza dell'intimità con sé. È vero per chi è accarezzato, toccato, per chi è avvicinato nella sfera della sua incarnazione, ma è vero anche per chi accarezza, per chi tocca e accetta di allontanarsi da sé per questo gesto»
•§•
(Luce Irigaray)
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dianacavarzan · 3 months
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Alla fine, torno sempre qui...quando tutto sembra andare a rotoli, quando piangere è impossibile perché gli altri non capirebberro: torno qui.
La mia piccola valvola di sfogo, la mia bolla, un porto sicuro...
Pensavo sarebbe stato diverso questa volta, pensavo sarebbe stato per un po'...pensavo il mio cuore non si sarebbe rotto così in fretta...
Eppure, sono qui: con le lacrime che trattengo; con un dolore sordo al petto che non se ne va; con il cuore che sembra sempre sull'orlo di un buco nero in cui si sente trascinare, ma che resiste, perché deve battere.
Qui.
Qui perché parlare ad alta vollce sarebbe solo una conferma; qui, perché a lui non posso dirlo.
28 ore, solo 28 ore che non lo sento perché per lui è un brutto periodo.
28 ore da quando mi ha detto "ci risentiamo appena sto un po' meglio"...
Ma se così non fosse? Se non ci sentissimo più? Se decidessi che per te, io non valgo più la pena?
E se ti dimenticassi di me?
Non mi sorprederebbe...non sarebbe la prima volta che qualcuno si dimentica di me...e lo capirei sai? Anche se farebbe male, lo capirei...
Può un kilometro sembrare anni luce? Questa è la distanza fra me e te...eppure sembra aumentare ogni minuto che passa...
E mi chiedo se quello che mi hai detto, non fossero altro che bugie...non lo so. Non sono mai sicura di nulla, ho costante bisogno di certezze, che ora però non ho...
Vorrei un tuo abbraccio, o anche solo guardarti negli occhi ancora prima di andare via: vorrei rivedere quel bellissimo azzurro che mi guarda con dolcezza, ilarità e affetto. Vorrei ancora quello sguardo in cui mi sono persa infiniti momenti, e imprimerlo meglio nella mia mente.
Non voglio scordare niente...ma sembra tutto un ricordo sbiadito che il mare continua a cancellare...
Mi manchi, ma non te l'ho detto, e non posso dirtelo, perché mi hai chiesto del tempo in cui non vuoi sentire nessuno, e io non voglio andare contro ciò che mi hai chiesto...ma mi manchi, da morire...
Mi viene da piangere sempre, e sempre devo trattenermi...non voglio spiegare alle persone ciò che sento, perché verrebbe sminuito. Non voglio chi mi sta attorno sappia quanto mi fa male non sentirti, anche se solo con un "ciao".
In doccia, acqua e lacrime si mescolano, e sembra portino via un po' di dolore...o forse sono solo io che lo spero.
Sanguino dentro, è una ferita che fa male...non ha mai fatto così male...
Vorrei venire da te, dirti e mostrarti che ci sono, anche se rotta, per te ci sono...
Ma tu lo vorresti?...
-Diana Cavarzan
03 Marzo 2024
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poesiatriste · 5 months
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E non ci sarai nemmeno oggi, non ci sarà il tuo pensiero costante di scrivermi e dirmi che nel pomeriggio mi venivi a prendere per stare insieme al di fuori della scuola, non ci sarà nessuna richiesta particolare che riguardi masha e orso o winnie the pooh, se ripenso a quanta voglia avevo di darti quel disegno...che alla fine come una scema mi sono dimenticata il vero regalo che avrei voluto darti, che ti avevo comprato giorni prima perché non vedevo l'ora di vederti, ma il pandoro a tua nonna l'ho portato hahaha non mi sarei potuta dimenticare di lei, la tua famiglia è come se fosse la mia, ci ho sempre tenuto a precisare il fatto che averti nella mia vita non è mai stato uno scherzo, ne è sempre valsa la pena...è stato un pomeriggio dov'ero finalmente me stessa, un pomeriggio in cui mia nonna sapeva che eravamo insieme, la prima volta che ti ha conosciuta, che ti ha vista salire a casa nostra per 5 minuti, la prima volta che le ho detto la verità e andava tutto bene, rischieresti la vita per passare un momento con lei, per farla stare bene, per farla sorridere per vedere quella sua risata meravigliosa che le spunta ad una mia frase sciocca, mischiata con il dialetto...lo rifaresti altre 100 volte se solo lei potesse porgermi la mano, ritornare e ricordarsi di quanti momenti ci aspettano ancora, non avete idea di tutta la felicità che ho sentito quel giorno...nel momento esatto in cui ho preso fra le braccia scricciolo ho percepito tantissime sensazioni, conoscendola...ho creduto che volesse fare un pensiero ad una sua amica, immaginavo potesse trattarsi di un regalo di natale, estranea però al fatto che fosse per me...gridavo felicità senza nemmeno aprir bocca, e beh oggi tu non ci sarai come gli altri 5 anni che abbiamo già passato saremo solo io e lui...ma volevo dirti che mi saresti mancata lo stesso, e ti cerco oltre il tempo, lo spazio la distanza, so che ci sarai in modo parallelo dall'altra parte a ricordarmi quanta felicità provai quel giorno fino all'ultimo secondo che mi scrivesti cosa pensasse mia nonna del peluche...e ricordo che gli era piaciuto...e ti cerco anche oggi per dirti quanto tu sia stupida a non renderti conto quanto amore il mio cuore vorrebbe darti se solo tu ci provassi, non voglio farti avere paura, da cosa stai scappando si può sapere? me lo chiedo da tutti questi anni, vorrei darti risposte, risolvere il caos di entrambe ma...non posso intralciare il tuo percorso, non posso interferire con ciò che la tua anima deve arrivare a comprendere, so che ci riuscirai, mi sono sempre fidata di te, non ho alcun dubbio che tu possa farcela, abbiamo scelto di farlo in due mondi differenti, separate, ognuna con i propri demoni? va bene lo accetto, ma ricordati che nel buio più totale ti porgerò una torcia per venirmi a trovare di nuovo, io sarò qui, ma che me ne importa di tutti gli altri!! io voglio aspettare solo te, voglio restare lì a tenere la porta aperta con una candela accesa qualora vedessi la tua ombra, voglio affrontarla non escluderla, voglio accoglierla non metterla da parte, voglio queste tue ombre e farle diventare un mio punto di luce e ce la faremo...lo vedrai vita mia...te ne accorgerai, lo sai già. E io resto qui ad aspettarti e amarti incondizionatamente non importa ciò che dirai o farai. Non mi farai andare via. @occhicastanitristi-blog @delusa-da-tutti @cuoregelidoo-blog
22/12/2017❤22/12/2023
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ed0nismo · 5 months
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X R O M A
Sono cinque mesi che sto fuori. Adesso vivo a Palermo, una città caotica e apparentemente invivibile, sto imparando ad amarla in ogni sua imperfezione come ho amato te. Cinque mesi fa ti ho lasciata ma ti ho promesso che torno. Dentro alle tue mura ho lasciato un pezzo enorme del mio cuore, mi hai accolta come una madre e hai fatto si che non mi sentissi mai da sola quando la notte vagavo fra i tuoi monumenti e fra le stazioni deserte della motropolitana. Non c’è un solo giorno in cui non ripenso a quelle notti passate ad aspettare l’alba sugli scalini della fontana di trevi con gli psicologi a palla nelle cuffie o le passeggiate al tramonto lungo il Tevere, la luna che si rifletteva sui sampietrini, Ostia di notte, autobus strapieni, set cinematografici ovunque e gli enormi studi di Cinecittà che mi hanno accolta alle due di notte quando sono scesa da quell’autobus e mi sono ritrovata da sola nel bel mezzo della periferia. A distanza di mesi posso solo dirti grazie, grazie di avermi regalato un sogno, grazie di essere rimasta accesa per me quando non avevo un letto.
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thelastdinner · 1 year
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Ed attenderti non mi è mai piaciuto.
Cosa devo fare con te?
Tra una sigaretta ed un'altra, seduto su questo letto insipido, guardo impaziente l'orologio.
Scuoto la testa, sbuffo e divoro con una boccata il tabacco rimasto.
Apri la porta, eccoti.
Non posso fare altro che alzarmi e prenderti i capelli per cacciarti tra quelle lenzuola che solo ieri hai desiderato.
Le mie mani come artigli strappano, lacerano quel poco che ti riveste.
Hai fatto tardi, tutto qui, ma ora avrai quello che hai supplicato. Sei bella.
Mi piaci soprattutto quando scivoli tra le mie gambe in cerca di un piacere che spasimi da tempo.
Nei tuoi occhi, la convinzione di essere esattamente nel posto dove hai voluto essere.
Un posto senza luci, senza tempo.
I tuoi seni abbondano sulla mia bocca, mentre il ventre danza sul mio vorticosamente.
Dividiamo la carne, non i sogni, ed è per questo che ciò è l'unico modo possibile per sottrarsi alla Tua.
E’ solo Tua la speranza di infettarmi d'Amore.
Sì, sei Infezione che può diventare cancro, malattia letale che divora ogni spazio ed ogni respiro.
Voglio marchiarti addosso la mia pelle.
Far mio ogni tuo sapore divorandoti. Con gli umori vivi da leccare.
Eppure sei bella.
Ed a volte, mi perdo nel guardarti inarcare la schiena come un arco teso, pronto a scoccare l'urlo di un travolgente orgasmo.
Sì, sei bella e ti possiedo senza ritegno, mescolando la forza col piacere. Il mio.
Il tuo, per me, è relativo.
Così come ciò che desideri e che chiedi.
Sono io. Io che desidero e che pretendo.
E prendo.
Apri la bocca, adesso, e bevi.
Il mio cuore. Io non lo so più dove sia.
L'ho perso insieme alla metropolitana per venire da te.
Avevo studiato meticolosamente il mio corpo davanti allo specchio, lo avevo vestito di pizzo nero e seta morbida sulla pelle, come una carezza.
Per te, che non mi hai lasciato il tempo di un saluto e di dosso mi hai strappato persino la pelle, a divorarmi come un lupo.
E non vedi queste palpebre che mi tremano, né senti i rovesci disperati dentro al petto.
È una gestazione di pelle, la mia, sotto il tuo passo furioso, sparso ovunque su me, così che ti seguo nei solchi e nei lividi che mi lasci addosso, nel tuo fiato dappertutto e nella distanza che metti fra il tuo petto ricoperto di ruvide scaglie e il mio amore fatto cielo, per contenerti tutto.
Tu credi che prendi carne di me, a partire dai seni dolenti nell'artiglio delle tue mani, al loto dischiuso alla tua frenetica lingua. Alla danza del mio ventre sul tuo.
Eppure, io ti offro me, tutta me, tutta intera, come preghiera. Sangue che anela direttamente alla tua vena.
Ma, tu non senti. Non mi senti.
E’ un dolore indicibile, spudorato.
Un incendio di cui tu non t'avvedi, ma che pure bramo. Purché sia tuo il marchio da portarmi addosso, a riempire la forma indigesta della tua assenza.
Mi volti, mi apri e io non resisto quando ti fai spazio. T'insinui, m’inchiodi e io mi lascio conficcare.
Senza mezze misure. Senza riguardo alcuno.
Soffoco grida sul cuscino di cui non ti curi, mentre mi rovesci. Mi pieghi. Mi sradichi da questa terra. T'infrangi contro i miei fianchi come un'onda.
Ed io mi m'inarco sotto la tua afflizione.
Ti cerco, ti vengo incontro e mi do in pasto alla tua fame maledetta.
Maledetto sia l'istante in cui ho frainteso lo sguardo di Zeus con quello di Eros.
Azeruel e Didi
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canesenzafissadimora · 4 months
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Mi viene ancora da sorridere, a volte,
quando devo fare una scelta importante.
Ripenso a quando ti dicevo : “Esprimi un desiderio, uno per te, uno per me, uno per noi. Se lo stesso desiderio lo pensiamo insieme nello stesso momento, magari accade davvero”.
Ho perso davvero la testa per te e ho dovuto ritrovarla controvoglia.
A distanza di anni uno pensa sempre:”
è stato meglio così”, è una specie di salvezza per non farci impazzire.
Alla fine un modo per salvarsi lo si deve trovare, no?
Mi piaceva la tua voce, il tuo modo di parlare, mi faceva venir voglia di ascoltarti.
Quel tuo modo gentile di dire le cose
non l’ho mai dimenticato.
Ero innamorato non solo di te ma di ogni piccolo dettaglio di te che mi è stato concesso di vedere.
Ora come allora è come se ci fosse un grande vetro fra la mia vita e la tua,
non ho potuto più raggiungerti
ma ho sempre potuto vederti ancora
e hai potuto farlo anche tu.
E ogni tanto ho sentito così forte il bisogno di una tua carezza, con le mani incollate al vetro senza poterti toccare davvero.
Siamo vissuti insieme comunque, a volte senza saperlo, a volte senza volerlo.
Ho dato l’anima al mio lavoro perché non potevo più darla a te.
E questo è il mio destino mi chiedo?
Ostinarsi a guardare dietro a un vetro, sperando di trovare prima o poi un punto più fragile dove sferrare un bel destro degno
di Tyson e frantumarlo in mille pezzi, pur sapendo che è infrangibile?
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Massimo Bisotti
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benigrec · 7 months
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