Tumgik
#camminare insieme
ragazzoarcano · 2 years
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“Non lasciare tracce che il vento non possa cancellare, non adagiarti sui passi compiuti, non lasciarti trattenere, divaga per altri sentieri, rimettiti in cammino per cercare ancora.”
— Bruce Chatwin
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perfettamentechic · 2 years
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Storia sospesa
Storia sospesa by Clory #storiasospesa #clory #storiedamore #lovestory #mani #amore #love #amour #clorindadinatale #perfettamentechic
Entrambi erano come sospesi in una nuvola di silenzio. Il tempo sembrava essersi fermato… Avevano paura… Temevano entrambi che un qualsiasi gesto, una sola parola fuori posto rischiasse di frantumare il loro fragile universo… Si sentivano sospesi nel vuoto. Aspettavano entrambi che fosse l’altro a fare o dire qualcosa: la cosa giusta per ristabilire il loro equilibrio evitando che il mondo gli…
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kon-igi · 2 months
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ELEGIA PER L'AMICO DI UN AMICO
Arrivederci, Nero. Oramai la vita ti era troppo faticosa e visto che tu non potevi scegliere, lo hanno fatto per te gli umani che ti sono stati accanto per quasi tutta la tua vita. Quasi tutta. Perché anche se hai avuto l'amore della tua mamma, sei poi stato tradito da 'padroni' che ti accusavano di non capire e che hanno usato il bastone per punirti della tua 'disubbidienza'. E tu sei diventato 'cattivo'. Ma la tua non era veramente cattiveria... era paura. Paura che il tuo non capire ti causasse dolore, abbandono, solitudine. E improvvisamente non è stato più così, con una mano che si allungava per accarezzarti e non più per picchiarti. Ma nonostante tutto quell'amore ricevuto, la paura è rimasta conficcata là, in fondo al cuore. E io ti perdono, Nero, per avermi morso, non con rabbia ma per paura, paura che l'umano che ti aveva accolto con sé non tornasse più dall'ospedale dove stava lottando per la sua vita, paura che io facessi male alla tua umana, che attendeva il suo ritorno. Io non ho provato rabbia per il tuo morso, solo tristezza, perché subito dopo ho visto che tremavi, in attesa di quella punizione che credevi di meritare. E ora è tutto finito. La sofferenza nelle ossa, la fatica di camminare senza una zampa, le scale che sembravano ogni giorno sempre più alte. Rimane solo il calore che eri convinto di non meritare e che invece è rimasto nel cuore di chi si è preso cura di te, fino alla fine. Arrivederci, Nero. Porterò la cicatrice del tuo morso con amore e riconoscenza.
Questo pomeriggio il mio amico @salfadog ha accompagnato il suo cane dal veterinario per l'ultimo viaggio e io gli ho detto, anzi, gli ho assicurato con la più profonda delle certezze che Nero lo avrebbe atteso con calma insieme a tutti gli altri compagni andati, oltre la cortina di pioggia di questo mondo, per correre ancora una volta assieme e non avere mai più paura.
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pizzetterosse · 4 months
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a volte felicità é camminare passo dopo passo insieme
#b
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occhietti · 2 months
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Ho finito presto e invece di tornare subito a casa sono stato un po’ in giro, pensando che sarebbe stato bello se tu fossi stata con me.
Niente di particolarmente audace,
solo camminare con te, mano nella mano.
Sedere insieme in un bar.
Ho persino ordinato due caffè.
- David Grossman
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angelap3 · 2 months
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Non la leggerà nessuno...è troppo lunga
Noi siamo nel nostro corpo e anche fuori. Non c’è nessuno che raccoglie il sudore con cui abbiamo aperto la portiera di una macchina in un pomeriggio estivo, non c’è nessuno che conserva lo sguardo con cui abbiamo guardato un cane in un’alba invernale. La nostra vita non ha un dio che la segue e neppure un dio che la precede. Si svolge in disordine, nel disordine delle altre creature. Da qualche parte c’è un albero che potrebbe rimproverarci di avergli staccato una foglia in un momento di distrazione. Non ricordiamo il nome di un vecchio che davanti a una fontana riempiva una bottiglia d’acqua. Non c’è un deposito per queste scene.
Ora ho il cuore come un pulcino e la punta si solleva, si apre, come se potessi nutrirlo di qualcosa. Posso solo scrivere, caro mio cuore, non posso darti altro a quest’ora. Sono le due di notte, non posso chiamare nessuno. Qui non ho neppure la connessione, non posso connettermi con qualche nottambulo in rete. Domani mattina, se vuoi, possiamo andare in un paese. Facciamo quello che abbiamo fatto sempre. Io guardo e tu se vuoi mi fai paura, mi fai credere che ti stai spaccando, lo hai fatto tante volte. La morte passa per il cuore. O forse sei tu caro mio cuore a passare per la morte e io ti seguo mentre fingo di fare la mia vita, io sto con te, cerco di proteggerti perché sei tu che mi fai camminare, sei tu che ti gonfi nell’amarezza e ti fai timido nella gioia. Ora io potrei dormire, lasciarti solo in questa stanza. Non so cosa fai di notte quando non ci sono, quando mi giro nel letto per finire un sogno. Io e te insieme non abbiamo risolto niente, non ci siamo dati nessuna felicità, l’abbiamo sempre evitata. Io e te quando stiamo con gli altri siamo a disagio, perché parliamo tra di noi e non con loro. Ora tu sei diventato una ripida salita e vorresti che io salissi fino in cima. A volte ti fai lago con un mulinello in mezzo. E mi ricordo di quando stavi appoggiato al centro di una ragnatela. In macchina, quando prendevo un fosso, temevo che potessi cadere, come se nel corpo ci fosse il vuoto, come se avessi solo te caro mio cuore nel mio corpo. Per farti spazio me ne sono uscito pure io dal mio corpo, non so quando è accaduto. E non ho lasciato entrare niente, è un cinema senza sedie il mio corpo, una chiesa senza banchi. Sei di nuovo deluso questa sera, lo so, tu ti fai sempre deludere. La realtà non è il tuo posto, non so se il tuo disagio dipende da come marcia il mondo, penso che sia per altro, e non lo sappiamo né tu né io cosa sia.
Ora mi fai male o sono io che ti faccio male. Io so che non sei un muscolo ma una bestia. Chi vede in me una bestia è perché sta vedendo te. Io quando scrivo cerco di farti vedere, mi piace esporti ma non ci riesco. Come si fa a dire quello che sento adesso sulla tua punta, un misto di amaro e debolezza, una crepa e un coltello, tu sei una voragine con me dentro. Ma ogni cuore ha un peso, ogni cuore si strofina a un muro, ogni cuore ha un buio alle sue spalle che nessuno illuminerà mai. I cuori sono come i paesi, non ce ne sono due uguali. Comunque dovremmo farcela ad arrivare fino a domani e può darsi anche che ci sia il sole. Lo so che il sole ti piace e ti fa stare tranquillo. Non saremo felici, stanne certo, ci sarà sempre qualcuno che proverà a incentivare la nostra pena, a sminuire la gioia appena accenna a prendere corpo. Non sono paranoico, credimi, è che forse io e te non stiamo bene insieme, sappiamo solo spiarci, siamo troppo gelosi uno dell’altro. Ora non so più che dirti, che dire. Non ti so dare una soluzione, un luogo, una vita che ci possa esaudire. Posso darti la mia impazienza come tu mi dai la tua. So che fino a quando moriremo sarà sempre così, non avremo pace. E va bene, lo abbiamo detto, lo abbiamo ripetuto, chi voleva saperlo lo ha saputo...
Franco Arminio (Lettera al mio cuore)
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ilpianistasultetto · 2 months
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RINGO, IL MIO MIGLIOR NEMICO
Uno nasce per vivere in pace e i politici, invece, ti trovano sempre un nemico da combattere.
Da ragazzino, il mio nemico era Ringo, il cane del fornaio sotto casa. Non ci siamo mai piaciuti. Quando scendevo ero obbligato a passare davanti al fornaio e quel cane, non ho mai capito di che razza fosse, un marrone chiaro di stazza media, non mi aveva in simpatia e io, per non farmi correre dietro, dovevo camminare piano senza dare nell'occhio.
Qualche volta facevo tardi a scuola, cosi uscivo di corsa dal palazzo ed ecco quel cane; se almeno avesse abbaiato me ne sarei accorto subito, ma quel bastardo senza cuore mi arrivava dietro silenzioso; lo sentivo zampettare veloce e ringhiare, quella cosa che fanno i cani prima di morderti. Dovetti accelerare, ma lui era più veloce di me. Nemmeno la chiamata di Ginetto il fornaio, il padrone di Ringo, lo fece desistere. insomma, il cane tentò di mordermi ma io ebbi la freddezza di fermarmi di botto e gridargli sul muso: "fermo Ringo! Devo andare a scuola!"
Non mi crederete ma il cane si fermò di botto, quasi mortificato, probabilmente non mi avrebbe mai morso, era solo chiacchiere e distintivo.
Altri nemici si formano con il tempo, ma sempre roba di poco conto, avversari in amore, avversari nello sport, avversari a scuola, come Falasconi e Tardiola, due esseri insopportabili, due geni in matematica da fare schifo, capitati per mia sfortuna nella mia stessa classe.
Oggi, la politica mi offre dei nuovi nemici: i russi, i terroristi islamici, i cinesi, i coreani del nord, gli africani che c'invadono, il povero che ruba il reddito.
Scelgono loro per me, decidono chi devo odiare. Tu non puoi scegliere, altrimenti sei fuori dal sistema democratico. Se non hai pianto per la morte di quel tizio russo sei un filoputiniano! Se non ricordi ogni giorno il 7 ottobre israeliano, sei antisemita! Se parli di pace e antifascismo, sei identificato! Se protesti in piazza per la Palestina libera, ti manganellano.
Taci che il nemico ci ascolta..., il nemico di chi?
Povero Ringo, quante sgridate che si è preso, ma almeno lui abbaiava solamente, questi, oltre ad abbaiare, pretendono che tu lo faccia insieme a loro.
@ilpianistasultetto
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limoniacolazione · 2 months
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Sono rientrata a casa, il primo a darmi il benvenuto è stato il gatto del vicino, che mi s'è strusciato alle caviglie e poi mi ha seguita dentro l'appartamento, come fa sempre.
Oggi, invece, di nuovo in treno, parto all'appuntamento con lo psichiatra e nel vagone quasi vuoto scrivo una lettera col fine d'adottare una vecchia cagnolina e poi, malandate tutte e due, camminare insieme a passo lento verso il futuro.
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haiku--di--aliantis · 2 months
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Ha alzato lo sguardo dal libro: ti fissa e ti legge dentro. Non ha gli occhi: ha due raggi laser. Ti capisce ancor prima che tu pensi quello che stai per dire e già sa dove andrai a parare. A volte però di te si fa un'idea particolare: scorge nella tua testa, nelle tue frasi, delle cose anche profonde che tu stesso non sapevi di avere. Non trascurare mai ciò che ti rivela. Anche se sulle prime potrebbe non piacerti. Amare una donna è un regalo, un privilegio. Ma è anche un rischio. È camminare su un filo teso in alto. Molto in alto. Cuore in gola. Senza rete di protezione sotto. È passare insieme sopra alle reciproche vite ed esaminarne pietre aguzze, dirupi, asperità e poi prati, scoiattoli e ruscelli d'amore puro.
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Vale per entrambi. Un amore si costruisce anche così. Mattone su mattone. Mescola il sangue con le mani. Bacio su bacio.
Aliantis
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La costruzione di un amore (Ivano Fossati)
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ragazzoarcano · 30 days
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“Non importa la quantità,
ma la qualità di chi cammina
al nostro fianco!”
— Andrew Parker
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girasolealtramonto · 12 days
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“È passato più tempo senza di te di quello che abbiamo trascorso insieme, e ti giuro vorrei scacciarti dalla mia testa, dal mio cuore ma ancora non ci riesco. Ogni volta che ti nominano, che ti penso, e succede spesso, tutti i giorni, il mio cuore perde un battito. Sei ancora il primo pensiero quando mi sveglio al mattino e l’ultimo prima di addormentarmi. Non so come si faccia a dimenticare una persona e tutto quello che c’è stato con essa, e sono esausta di provarci, credimi, ma non intralcerò mai la tua strada. Tu vai, continua a vivere felicemente senza di me, con il cuore pieno di un’altra persona, voglio solo che tu sia felice anche senza di me. Io rimarrò qui seduta tra i ricordi di noi finché non troverò il modo di lasciarli indietro e iniziare a camminare e trovare la mia strada senza te.”
@girasolealtramonto
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elperegrinodedios · 6 months
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Chi ha sapienza tace spesso, ma soffre tanto in mezzo all'assordante confusione di tale mondo. Vive bene con sè stesso e sa camminare senza lasciare traccia tra tutte le miriadi di orme false. Già, è scomodo starci insieme, ma se si, si vive.
lan ✍️
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la-novellista · 6 months
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Ho finito presto al lavoro e, invece di tornare subito a casa, sono stato un po’ in giro, pensando che sarebbe stato bello se tu fossi stata con me. Niente di particolarmente audace, solo camminare con te, mano nella mano. Sedere insieme in un bar. Ho persino ordinato due caffè.
D. Grossman, Che tu sia per me il coltello
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occhietti · 4 months
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Ad Auschwitz superai la selezione per tre volte. Quando ci chiamavano sapevamo che era per decidere se eravamo ancora utili e potevamo andare avanti, o se eravamo vecchi pezzi irrecuperabili. Da buttare. Era un momento terribile.
Bastava un cenno ed eri salvo, un altro ti condannava. Dovevamo metterci in fila, nude, passare davanti a due SS e a un medico nazista. Ci aprivano la bocca, ci esaminavano in ogni angolo del corpo per vedere se potevamo ancora lavorare. Chi era troppo stanca o troppo magra, o ferita, veniva eliminata.
Bastavano pochi secondi agli aguzzini per capire se era meglio farci morire o farci vivere. Io vedevo le altre, orrendi scheletri impauriti, e sapevo di essere come loro. Gli ufficiali e i medici erano sempre eleganti, impeccabili e tirati a lucido, in pace con la loro coscienza.
Era sufficiente un cenno del capo degli aguzzini, che voleva dire “avanti”, ed eri salva. Io pensavo solo a questo quando ero lì, a quel cenno. Ero felice quando arrivava, perché avevo tredici anni, poi quattordici. Volevo vivere.
Ricordo la prima selezione. Dopo avermi analizzata il medico notò una cicatrice. «Forse mi manderà a morte per questa…» pensai e mi venne il panico. Lui mi chiese di dove fossi e io con un filo di voce ma, cercando di restare calma, risposi che ero italiana.
Trattenevo il respiro. Dopo aver riso, insieme agli altri, del medico italiano che mi aveva fatto quella orrenda cicatrice, il dottore nazista mi fece cenno di andare avanti. Significava che avevo passato la selezione! Ero viva, viva, viva! Ero così felice di poter tornare nel campo che tutto mi sembrava più facile.
Poi vidi Janine. Era una ragazza francese, erano mesi che lavoravamo una accanto all’altra nella fabbrica di munizioni. Janine era addetta alla macchina che tagliava l’acciaio. Qualche giorno prima quella maledetta macchina le aveva tranciato le prime falangi di due dita. Lei andò davanti agli aguzzini, nuda, cercando di nascondere la sua mutilazione. Ma quelli le videro subito le dita ferite e presero il suo numero tatuato sul corpo nudo. Voleva dire che la mandavano a morire.
Janine non sarebbe tornata nel campo. Janine non era un’estranea per me, la vedevo tutti i giorni, avevamo scambiato qualche frase, ci sorridevamo per salutarci. Eppure non le dissi niente. Non mi voltai quando la portarono via. Non le dissi addio. Avevo paura di uscire dall’invisibilità nella quale mi nascondevo, feci finta di niente e ricominciai a mettere una gamba dietro l’altra e camminare, pur di vivere.
Racconto sempre la storia di Janine. È un rimorso che mi porto dentro. Il rimorso di non aver avuto il coraggio di dirle addio. Di farle sentire, in quel momento che Janine stava andando a morire, che la sua vita era importante per me. Che noi non eravamo come gli aguzzini ma ci sentivamo, ancora e nonostante tutto, capaci di amare. Invece non lo feci.
Il rimorso non mi diede pace per tanto, tanto tempo. Sapevo che nel momento in cui non avevo avuto il coraggio di dire addio a Janine, avevano vinto loro, i nostri aguzzini, perché ci avevano privati della nostra umanità e della pietà verso un altro essere umano. Era questa la loro vittoria, era questo il loro obiettivo: annientare la nostra umanità...
- Liliana Segre - Fino a quando la mia stella brillerà
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angelap3 · 1 month
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UN INVITO A SOGNARE - Nazik al-Mala’ika
Suvvia … sogniamo, che la dolce notte si avvicina
e il buio tenero, le guance delle stelle ci chiamano
vieni … andiamo a cercare sogni, a contare fili di luce.
Cammineremo insieme sul petto della nostra isola insonne
e lasceremo sulla sabbia le orme dei nostri passi randagi
e verrà il mattino a gettare le fresche rugiade
e magari spunterà, dove abbiamo sognato, un fiore
Sogneremo di salire verso le montagne della luna
a dilettarci lì dove non c’è fine e non c’è nessuno
lontani … lontani, dove il ricordo
non potrà raggiungerci, poiché saremo al di là della ragione
Sogneremo di tornare fanciulli, noi due , sopra le colline
correremo, innocenti, sulle rocce e pascoleremo i cammelli
vagabondi senza dimora se non la capanna dell’immaginazione
e quando dormiremo ci inzacchereremo di sabbia
Sogneremo di camminare verso l’ieri e non nel domani
e di arrivare a Babilonia in un’alba fresca
porteremo al tempio, come due innamorati, il patto d’amore
e ci benedirà un sacerdote babilonese con mano pura.
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pizzetterosse · 4 days
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un anno fa siamo usciti insieme per la prima volta e mi sembra ieri di averti notato in quel locale. mi ricordo che ero molto agitata per paura di risultare stupida o di non riuscire ad affrontare silenzi imbarazzanti dal vivo. eri vestito total black (stranamente), ed io ero talmente timida che ad un certo punto mi hai detto “smettila di coprirti il viso con le mani”. poi mi hai chiesto di me, dei miei progetti, delle mie passioni, delle mie paure. e poi “cosa ti ha colpito di me?”, non lo so, saranno stati i tuoi occhi, i tuoi modi di fare, il modo in cui mi guardavi, tante altre cose. poi ci sono stati tanti “se hai sonno e devi andare, non ti preoccupare”, “rimaniamo in macchina a parlare, raccontami di te, “ti piace questo portachiavi? tienilo”. mi ricordo che avevo passato una serata talmente bella che prima di scendere dalla macchina mi sono voltata verso di te e ti ho rubato un bacio.
poi ci siamo rivisti talmente tante altre volte che ho perso il conto, e non mi importava più del posto mi importava ci fossi tu. ci siamo raccontati a 360 gradi, mi hai detto i tuoi segreti più profondi e io i miei, siamo andati in posti che io non avevo mai visto, e abbiamo continuato a camminare insieme. poi chissà, ci siamo fermati. e hai proseguito per la tua strada senza voltarti mai. poi io non ti ho più aspettato perché era giusto così.
p.s chissà se il drink che ti ho consigliato di bere durante il nostro primo appuntamento ti è piaciuto davvero o me lo hai detto solo per farmi contenta
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