Tumgik
#avresti capito
killiandestroy · 1 year
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incazzatura di oggi provided by conqui P (ovviamente)
#sta fuori ma proprio tanto. le ho detto che finalmente ho chiamato la veterinaria per portare la gatta a fare la vaccinazione (che doveva#fare a novembre ma visto che eravamo tutte impegnate e la gatat sta in casa abbiamo detto che quando avevamo tempo la portavamo)#e lei si è messa a lamentarsi che queste decisioni si prendono insieme che abbiamo un gruppo apposta che non va bene fare le cose e#avvisarla dopo. e quando le ho detto che ne abbiamo discusso CON LEI PRESENTE A OTTOBRE/NOVEMBRE lei fa. e ma mi pare che conqui A non#fosse d'accordo. al che le faccio NO NO GUARDA CHE CONQUI A E' D'ACCORDO NON HA MAI DETTO IL CONTRARIO HA SOLO DETTO CHE VISTO IL PERIODO#INCASINATO PURE CHE LA PORTAVAMO NEI MESI SUCCESSIVI NON ERA LA FINE DEL MONDO#e niente poi continuava a dire cose tipo.vabbè ma allora se eravate impegnate la portavo io a novembre. e io.MA ALLORA PERCHE' NON L'HAI#PORTATA. e lei. eh ma mica ne abbiamo discusso. e io.SI' CHE NE ABBIAMO PARLATO E' STATO QUANDO ABBIAMO PARLATO ANCHE DEL RISCALDAMENTO.#e lei. eh ma non mi sembra.non mi ricordo#che poi è proprio scema perchè prima mi fa che aveva capito che l'altra conquilina non era d'accordo e poi mi dice che non si ricorda che#ne avevamo parlato......scusa e tu quando avresti raccolto l'informazione che l'altra conquilina non voleva fare vaccinare la gatta???#no mi ha fatto stra incazzare sto fatto perché lei pare sempre cadere dal pero però poi non le van bene le cose e te lo dice pure. quando#non c'era manco di che parlarne a prescindere perchè la gatta va vaccinata e basta#mo' non solo io mi sono accollata l'impegno di telefonare prendere appuntamento e domani. dopo che sto in università tutto il giorno.#correre a casa a prendere la gatta e portarla a fare la vaccinazione. ma mi devo pure sorbire lei che si lamenta. e io st'accollo me lo son#presa perché delle tre io non lavoro e quindi ho impegni più flessibili (almeno finché non mi chiamano per le 200 all'università)
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”Con te sarò nuovo. Ti dico queste parole nel periodo migliore della mia vita, nel periodo in cui sto bene, in cui ho capito tante cose. Nel periodo in cui mi sono finalmente ricongiunto con la mia gioia. In questo periodo la mia vita è piena, ho tante cose intorno a me che mi piacciono, che mi affascinano. Sto molto bene da solo, e la mia vita senza di te è meravigliosa. Lo so che detto così suona male, ma non fraintendermi, intendo dire che ti chiedo di stare con me non perché senza di te io sia infelice: sarei egoista, bisognoso e interessato alla mia sola felicità, e così tu saresti la mia salvezza. Io ti chiedo di stare con me perché la mia vita in questo momento è veramente meravigliosa, ma con te lo sarebbe ancora di più. Se senza di te vivessi una vita squallida, vuota, misera non avrebbe alcun valore rinunciarci per te. Che valore avresti se tu fossi l'alternativa al nulla, al vuoto, alla tristezza? Più una persona sta bene da sola, e più acquista valore la persona con cui decide di stare. Spero tu possa capire quello che cerco di dirti. Io sto bene da solo ma quando ti ho incontrato è come se in ogni parola che dico nella mia vita ci fosse una lettera del tuo nome, perché alla fine di ogni discorso compari sempre tu…”
Tratto da E’ una vita che ti aspetto
p.s.: scusate per questa sdolcineria, ma trovo che sia bellissima
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greenbor · 27 days
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dal diario intimo affettivo di https://www.tumblr.com/nonsolohaiku
C'è stato un periodo in cui ho avuto freddo. Ho temuto di aver perso tutto, anche quel poco che di bello mi restava, ma che, forse, davo per scontato e non ho detto. Perché bisogna dire, non tacere. L'ho imparato, nuovamente. È stato quando ho creduto di aver perso anche te che ho capito il valore che avevi per me. Perché tu, tu no, non potevi lasciarmi anche tu. Ed è lì che ti ho teso la mano. Non sapevo cosa ne avresti fatto, sapevo solo che dovevo dirti del freddo che ho sentito.
C'è stato un periodo in cui io ho avuto freddo e tu mi hai stretta tra le tue braccia. E da lì, non sono più voluta uscire. E lì ho voluto restare.
Lì, tra le tue braccia, è ancora il luogo in cui torno tutte le sere, prima di addormentarmi: lì, a casa Mia, a casa Nostra.
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susieporta · 4 months
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L'ho capito pienamente solo in queste settimane.
C'è una netta differenza tra giustificarsi e dare spiegazioni.
Quando ti giustifichi, sei già scivolato su un piano difensivo.
Sei tornato ad essere, per un momento, quel bambino che viene beccato dalla mamma con le mani nella marmellata, e con gli occhi sgranati la implora di non punirlo.
Quando l'altro ti chiede spiegazioni accusandoti di qualcosa, insinuando ecc, anche sei hai quarant'anni, cominci a tremare di paura, il cuore ti batte a mille nel petto, e lo stomaco ti si stringe in una morsa dolorosa.
Anche sei grande, sei piccolo.
La testa ti si riempie di sensi di colpa, e il terrore di perdere qualcosa, come l'amore dell'altro, ad esempio, ti fa precipitare d'improvviso nel ruolo di vittima.
Quando sei una vittima, nessuno infatti può infierire.
Ma in realtà, ti accorgerai facilmente di una cosa.
Se cominci a giustificarti perché sei uscito con gli amici, perché avevi voglia di prendere una boccata d'aria o di rimanere solo, accampando scuse come "Mi spiace tanto, non volevo ferirti", "Ti prego, ascoltami non l'ho fatto apposta...", stai dicendo all'altro che ha ragione nell'attaccarti.
E l'altro ti aggredirà ancora più forte, proprio perché tu ti giustifichi come se avessi torto.
Quando dai spiegazioni, invece, tu sei nel tuo io adulto.
Sei centrato, fermo, assertivo.
Vivi uno stato di sicurezza interna che nessuno può scalfire.
Il tuo cuore e la tua mente, sono blindati a prova di proiettile.
L'altro può andare su tutte le furie e scalpitare perché non lo hai chiamato, perché avresti dovuto portarla fuori a cena, fargli un regalo, avvertirlo che...
E invece, semplicemente, non ne avevi voglia, oppure ti sei dimenticato.
Non lo hai fatto apposta: è così e basta.
E non devi giustificarti perché hai dimenticato qualcosa, o perché non sei stato all'altezza delle aspettative dell'altro.
Stai dando spiegazioni su quello che hai fatto, o non hai fatto, a partire da quello che sentivi, volevi fare o non volevi fare.
Punto.
Nel dirlo, la tua voce è ferma, il tuo cuore batte calmo e regolare, il tuo stomaco è tranquillo e le tue spalle sono rilassate.
Il tuo sguardo, è fisso su un punto come se guardassi un panorama immenso dopo aver scalato una montagna.
L'altro può accettare o meno tutto questo.
Ma di sicuro, se rimarrai saldo dentro di te nel tuo io adulto, o riuscirai a proteggere il tuo io bambino prima che ti faccia scivolare in un turbine di emozioni incontrollabili, sarai saldo come una roccia.
Immobile come un albero.
Chi si giustifica si prostituisce, e quindi può essere comprato e usato dall'altro tanto più cadrà in uno stato di autosvalutazione, di preghiera, di dipendenza.
Chi spiega, invece, informa, chiarisce, attesta che.
Non si muove dal suo centro.
Mette confini stabili tra sé e l'altro, perché sa di potersi proteggere da solo.
Sa che può reggersi e camminare con le proprie gambe, ovunque vuole e in qualunque condizione.
Diventa il tuo punto fermo, respira, ancorati a te.
E non avrai più paura di perdere nessuno, perché avrai conquistato te stesso.
Omar Montecchiani
#quandolosentinelcorpodiventareale
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kon-igi · 5 months
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THIS LAND IS MINE
@sirkaj ha detto:
Non so se posso riuscire a portare argomentazioni diverse ma ho visto molti video su YouTube e studiato diverse mappe. Non è un genocidio, secondo me, ma un conflitto fra popoli che si odiano. Le risposte ai post non possono essere lunghe. Invito ad aprire YouTube e dare un occhiata ai molti reportage che danno una immagine più precisa, anche se sempre asettica, insapore e inodore. Certo il governo attuale di Israele non è il mio ideale, ma è stato eletto e di elezioni ne hanno avuto diverse negli ultimi anni. È un paese con dinamiche di popolazione complesse ma resta un paese democratico. Come lo è il nostro, anche se il governo attuale non mi piace, o l'Ungheria, che sceglie Orban perché non c'è una opposizione. È vendetta? Invito a vedere le immagini. L'orrore è che parliamo di uomini, donne, bambini, che non hanno scampo. Israele ed Egitto non li vogliono, e il mare è bloccato. E lo era prima del sette ottobre. Di ciò di cui non si può parlare si deve tacere», sentenziava Ludwig Wittgenstein. E questo mi hanno insegnato da ragazzo. Sono posti lontani...orrori lontani. Dal nostro paese abbiamo mandato una nave ospedale che non ha modo di operare. Tutto inutile. Cerchiamo di fare bene a chi è il nostro prossimo e chissà... Magari è un onda, altrimenti solo ipocrisia.
Perdonami ma qua non dobbiamo valutare se Israele sia uno stato democratico o meno (se vogliamo toglierci subito di torno la reductio ad Hitlerum, anche la Germania nazista tecnicamente lo era, con un parlamento e un cancelliere eletto dal popolo)...
La democrazia è un qualcosa che riguarda i cittadini, mentre noi stiamo discutendo di scelte politiche nei confronti di una minoranza.
Perché Pisani e Livornesi si odiano, da centinaia d'anni, ma possono farlo in modo libero e paritario... Ebrei e Arabi si odiano da migliaia di anni ma ora assistiamo a una contrapposizione sproporzionata tra uno stato armato dalla più grande potenza bellica mondiale e due milioni di poveracci senza cibo, acqua e medicine intrappolati in una striscia di terra larga come Milano e provincia.
Poi, sinceramente, non ho capito se tu concordi o meno oppure il tuo sia solo un flusso di coscienza pieno di dubbi.
Il fatto che siano posti e orrori lontani vale anche per le decine di conflitti MOLTO più sanguinosi, di cui infatti si parla poco o nulla ma la questione è proprio quella: qua tutti non solo ne parlano ma partecipano attivamente al conflitto, anche solo impedendo - letteralmente - che sia promossa una qualsivoglia voce discordante con la narrazione comune.
O urli Bene! Bravo! Bis, Israele! oppure stupri e bruci vive le ebree nei kibbutz.
Una polarizzazione così enorme e univoca negli ultimi anni l'ho vista solo nel conflitto Russo-Ucraino, con la differenza che in quel caso ce la prendevamo con gli oppressori e non con gli oppressi.
Per concludere, vi prego di non continuare a massacrare Wittgenstein citando e ricitando quella sua affermazione senza mai aver letto il suo Tractatus logico-philosophicus... se tu lo avessi fatto avresti capito che il suo tacere si riferisce alle leggi della natura che sfuggono alla comprensione umana e che quindi non possono essere spiegate tramite il verbo logico filosofico, meramente descrittivo pur in modo attivo.
Io, per non far rigirare personaggi illustri nella tomba uso questo:
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P.S.
La nave ospedale che abbiamo mandato è un'onda... anzi, uno tsunami. Di ipocrisia.
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nonsolohaiku · 3 months
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C'è stato un periodo in cui ho avuto freddo. Ho temuto di aver perso tutto, anche quel poco che di bello mi restava, ma che, forse, davo per scontato e non ho detto. Perché bisogna dire, non tacere. L'ho imparato, nuovamente. È stato quando ho creduto di aver perso anche te che ho capito il valore che avevi per me. Perché tu, tu no, non potevi lasciarmi anche tu. Ed è lì che ti ho teso la mano. Non sapevo cosa ne avresti fatto, sapevo solo che dovevo dirti del freddo che ho sentito.
C'è stato un periodo in cui io ho avuto freddo e tu mi hai stretta tra le tue braccia. E da lì, non sono più voluta uscire. E lì ho voluto restare.
Lì, tra le tue braccia, è ancora il luogo in cui torno tutte le sere, prima di addormentarmi: lì, a casa Mia, a casa Nostra.
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elenascrive · 4 months
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"Ti ho amato tanto sai, vorrei che tu lo sapessi magari se avessi fatto più attenzione, avresti capito dallo sguardo attento sempre su di te che calcolava la distanza tra il mio corpo e il tuo, soffrendo ad ogni millimetro." - Jazmin Lóng
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Ieri ho trovato il coraggio di lasciarti andare per sempre
Ieri ti ho detto addio
Ieri è iniziata la mia rinascita tra il dolore infinito che sento dentro il vuoto di te che già non sei più parte della mia vita, delle mie giornate, della mia quotidianità
Ci siamo lasciati dandoci per l'ultima volta tutto il bene che ci siamo sempre promessi fin dal primo giorno e ora posso dire fino all'ultimo istante
Ci siamo lasciati senza odio alcuno, augurandoci il meglio l'uno per l'altro. Tu lo hai detto a chiare lettere augurandomi la felicità che merito e lì ho iniziato a temere di aver perso per sempre l'unica persona che davvero mi conosce profondamente ma era troppo difficile continuare, stava diventando un'amicizia distruttiva perché io non riesco a reprimere le mie emozioni, non riesco a smettere di immaginarti al mio fianco ogni momento e tu invece sì eri capace di tenere ben distinta la realtà dalla chat, da una vicinanza solo virtuale e questo sentivo che ci stava allontanando ogni giorno di più e sapevo che entro la fine di quest'anno tutto sarebbe finito, avrei voluto resistere ancora, stringere i denti ancora un poco il tempo per poter vivere insieme ancora un paio di tappe e traguardi importanti come la tua laurea, come la pubblicazione dei nostri libri, come la mia patente e l'inizio dei nostri lavori e invece ieri sera ci siamo salutati per l'ultima volta tra le lacrime più sincere
Ieri sera ho letto per l'ultima volta il tuo nome in chat proprio mentre stavo per sedermi sugli spalti di quel concerto che tu sai aspettavo da tanto tempo, quello della mia cantante preferita che ha scritto ogni canzone come la playlist della mia vita oltre che della sua, ho letto velocemente le tue ultime frasi che sono incise sul mio cuore, ti ho detto per l'ultima volta ciao, ho chiuso per sempre quella chat, ho chiuso per sempre ogni contatto con te, mi sono seduta tremavo ancora subito dopo si sono spente le luci ed è iniziato il concerto, ogni frase era una pugnalata ma nonostante ciò mi costringevo a cantare a buttare attraverso quelle parole tutto il dolore interiore, a urlarle quelle frasi e poi proprio tra le prime canzoni inaspettatamente c'è stata "frasi a metà" e lì ho sentito come se la Pausini sapesse che dovevo sentire una conferma di aver fatto la cosa giusta al momento giusto e lo ha fatto me l'ha confermato con quella frase "non c'era posto migliore" e forse è davvero così non c'era posto migliore perché questo mi ricorda quanto non poteva funzionare tra noi, tu in un posto così non ci avresti mai messo piede mentre io mi sento viva in quella confusione, se la Pausini ha fatto la playlist della mia vita non c'era davvero posto migliore per iniziare a rinascere a riprendere in mano la mia vita lasciandoti andare per sempre. Dopo un'ora buona ha cantato "come se non fosse stato mai amore" lì ho pianto e ho cantato con la voce spezzata e ho pianto ancora, sentivo di starti dicendo ancora una volta addio ancora più forte "ieri ho capito che è da oggi che comincio senza te", "ma adesso è troppo presto", "e vorrei fuggire via, e vorrei nascondermi ma resto ancora così senza parlare senza dirti non te ne andare".
È la fine di un capitolo intenso davvero ma se voglio tornare a vivere devo andare avanti da sola senza te e lo faccio per me, volto pagina ora torno a vivere per me
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fee-ling · 5 days
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Se mi avessi visto parlare di te, avresti capito tutto
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ninfaribelle · 10 months
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- Ti sei fatta crescere i capelli...
-- Così pare.
- Ce li avevi corti quando stavi con me.
-- Lo so.
- Stai bene, comunque.
-- Grazie.
- Sei proprio bella.
-- Non dovresti dirmelo. Sono la tua ex.
- Posso dirtelo. Ti ho amato.
Sul suo viso comparve una smorfia:
-- Mi hai amato solo perché sono bella?
- No, affatto. Ti ho amato perché... in realtà non lo so il perché.
-- Come sarebbe a dire che non sai perché?
- Che tu eri... non lo so.
Ci fu un attimo di silenzio, poi lei finalmente sorrise: -- Io ti amavo. Tu non l’hai mai capito, ma io ti amavo.
- Tu non me l’hai mai detto.
-- Hai ragione. Ti ho detto molte altre cose ma non quella.
- Mi hai detto che ero un coglione, che ti trattavo male, che ero immaturo…
Sbuffò:
-- Dio mio, lo sai che non lo pensavo davvero.
- E che pensavi davvero?
-- Che eri fantastico. Avevi quel modo tutto tuo di vedere le cose e io amavo quel tuo modo di vedere le cose. Eri adorabile quando mi sorridevi dall’altra parte della strada e quando mi accarezzavi la guancia appena mi vedevi giù di morale. Eri dolcissimo quando mi permettevi di stare tra le tue braccia e sai io odiavo sentirmi piccola ma quando mi stringevi mi sentivo minuscola e stavo comunque benissimo nei tuoi abbracci ed eri straordinario quando stavi ad ascoltare le mie paturnie sconnesse come stai facendo ora…
Si fermò per un istante con le lacrime agli occhi, poi lo guardò e la voce le tremava mentre pronunciava quelle parole:
- E come ora mi sorridevi. Solo che poi mi baciavi e mi dicevi che andava tutto bene.
Fu un attimo. Un attimo in cui lui la baciò.
E le disse: - Va tutto bene.
Lei fece un respiro profondo e disse:
-- Non avresti dovuto farlo. Sono la tua ex.
- Sai perché ti ho amato?
-- No.
- Perché era impossibile non farlo. Eri qualcosa che non riuscivo a capire e quando ci provavo mi perdevo. E quando mi perdevo trovavo i tuoi occhi e loro mi guardavano sempre con un amore sconfinato, non importava quanto io fossi stronzo o quanto ti facessi incazzare o piangere, i tuoi occhi continuavano sempre ad amarmi. Io ti amavo perché eri forte, piccola. Tu pensavi sempre che fossi io a proteggere te e invece eri tu a proteggere me. Io non ti ho mai protetto. E tu non hai idea… non hai idea di quante volte mi sono odiato. Mi sono odiato tutte le volte in cui non ti difendevo e non ti dicevo di amarti. Tu non mi dicevi di amarmi ma io sapevo che mi amavi. Io non ti dicevo di amarti ma ti amavo. Tu lo sapevi?
Il sorriso della donna era triste: -- No.
- Ma ti amavo. Davvero.
-- Se l’avessi saputo non mi sarei arresa con te.
- Quindi adesso saremmo ancora insieme?
-- Io sono ancora con te.
- Ma stai con lui.
-- E tu stai con lei.
- Ma sono con te.
Lei sospirò: -- Non fa niente. Siamo andati oltre il nostro amore.
- Non lo so. Siamo ancora qui.
-- Non siamo più quelli che eravamo.
- Hai ragione. Hai i capelli più lunghi.
Finalmente lei rise. E lui non riuscì a non dirglielo: - Il tuo sorriso è sempre lo stesso, però...
Il suo sguardo si fece serio in quello di lui:
-- Anche la tua capacità di farmi sorridere è sempre la stessa.
- Vuoi sapere la verità?
-- Sì.
- Anche il mio amore per te è rimasto lo stesso.
-- Vuoi sapere la verità?
- Sì.
-- Li vedi i miei occhi?
Si guardarono.
- Li vedo.
-- Non lo capisci?
- Che cosa?
-- Hai detto che ti guardavano con un amore sconfinato.
- Sì.
-- Neanche loro sono cambiati. Ti stanno guardando ancora così.
(Walt Whitman)
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be-appy-71 · 4 months
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Lo so che non ti manco più, ma non fa più male.
A lungo ho aspettato un tuo messaggio,
una parola, una scusa qualsiasi pur di ritrovarci.
Alla fine ho capito che certe persone sono destinate a perdersi soltanto.
E non importa quanto ci siamo dati.
Il tempo con te è stato bellissimo.
Una poesia senza parole, fatta di attimi, di sguardi, di saliva, di morsi, di sorrisi, tanti.
Siamo stati bene insieme, questo nessuno dei due lo può negare. Però sai, ala fine è la solita vecchia storia: uno dei due ad un certo punto si stufa.
Di cosa? Delle abitudini, della solita routine.
Uno dei due sarà sempre condannato ad affezionarsi più dell'altro e restarci sotto
per un tempo indefinito. Ho scoperto che il tempo si mangia le parti più belle. E anche certi eventi, anche se distanti, ti segnano per sempre.
Però va bene così, siamo andati avanti entrambi.
Ognuno per la sua strada, con i suoi tempi.
A me ci è voluto un po di più, certo,
però ora il cuore è leggero.
Certi pensieri non pesano più come prima.
Le paranoie si sono fatte da parte e la tua vita non mi riguarda più come prima. Succede sempre cosi: a un certo punto ti accorgi di aver letto troppe
il libro che hai tra le mani.
E allora lo riponi al suo posto, sullo scaffale.
È andata esattamente così.
Dopo tutto il tempo che abbiamo passato insieme, a un certo punto non ci siamo più visti,
eravamo soltanto due sconosciuti come tanti.
Io avrei voluto dirti un sacco di cose ma tutto, ogni parola, ogni frase, ogni concetto sembrava di colpo aver perso senso. E allora si lascia andare.
Lo capisci quando arriva il momento.
Lo capisci perché non c'è più nulla da tenere, da conservare, da proteggere. C'è un ricordo ma non c'è più amore. C'è una storia ma non hai più voglia di raccontarla. Anche se, a dire il vero, certe notti vorresti tanto riviverla.
"Ancora una volta, ti giuro, l'ultima."
Nessuna persona arriva a te per caso.
Però a un certo punto, capisci che non tutte le persone sono destinate a te.
Fa sempre un certo effetto perdere qualcuno
che avresti voluto ancora
e ancora e ancora al tuo fianco.♠️🔥
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elirastudio · 2 years
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Allora qui lui è stato bravissimo ma secondo me gli avrebbero dovuto dire:” Allora adesso devi scaricare la rabbia di più di 500 anni di abbandono , da parte di una persona per cui avresti dato la vita, che è cresciuta con te e consideravi eguale…
Ma quando sei andato a recuperarlo ha scelto I suoi nuovi amici ,che lo trattavano male ,invece che te , per poi ucciderti.
Lasciandoti all’inferno per non si sa quanto tempo, hai fatto un patto con un demone pericolosissimo solo per avere vendetta…
Per poi probabilmente scoprire che lui si è rifatto una vita ed è andato avanti , mentre tu sei rimasto nel passato e non hai altro che sfogarti su di lui e chiunque lui ami.”
Capito il sentimento?
Si?
Azione!
Bravissimo eh! ma la prossima volta Più arrabbiato ti voglio.
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Non ho molto da dire.
Credo di aver imparato molto poco in tutti questi anni: ho imparato che ci sono molte cose sconsiderate che puoi fare. E tra quei milioni una che è ancora più sconsiderata delle altre. E di solito fai quella.
Ho imparato che il blu e il nero insieme sono un cazzotto in un occhio.
Ho imparato che certi odori si fissano nella memoria, e quando li risenti è come se tutti quegli anni non fossero mai passati.
Ho imparato che il sabato è meglio della domenica.
Ho capito che chiunque ha qualcosa da raccontare, ma ho capito anche che l’odio per certe persone ti aiuta a vivere meglio.
Ho imparato che certe mattine saresti disposto a dare via un braccio pur di dormire alti cinque minuti.
Ho constatato che alcune città sono capaci di farti scordare anche come ti chiami.
Ho imparato che ci sono persone così esteticamente stupefacenti che emanano addirittura luce propria. Sembrano, non so... fosforescenti!
Ho capito che non c’è da preoccuparsi se a 40 anni non sai che fare della tua vita, se hai ancora una gran voglia di giocare. Forse sei l’unico che ha capito qualcosa.
Ho imparato che se ripeti una parola tante volte, all’improvviso perde di significato.
Ho imparato che a volte avresti talmente tanta voglia di fare l’amore con una determinata persona che glielo chiederesti in ginocchio.
Ho imparato che una sigaretta, specie se sei a terra, può addirittura salvarti la vita.
Ho scoperto che esistono persone talmente scassapalle da rappresentare un vero e proprio ornamento ai testicoli.
Ho imparato che non c’è cosa più inebriante che impuntarti sulla tua scelta. E poi sbagliare.
Ho imparato che il conforto degli amici a volte può esserecrudele.
Ho imparato che la voce di Frank Sinatra è uno dei motivi per stare al mondo. E la Heineken è l’altro.
Ho imparato che il sale si mette prima che l’acqua cominci a bollire.
Ho capito che certe regole sono fatte per andarci contro.
Mi sono accorto che non c’è cosa più divertente che dare ragione a un idiota. E dentro ridere.
Ho scoperto che con gli anni i tuoi errori e i tuoi rimpianti impari ad amarli come figli.
Ho imparato che la nostalgia ha lo stesso sapore della cioccolata bollente.
Ho imparato che i film di Ingmar Bergman non sono solo capolavori: sono lezioni di vita.
Ho capito che niente è più bello che alzarsi la notte mentre tutti gli altri dormono e girovagare in solitudine come un cane tra i rifiuti, alla ricerca di una qualsiasi sensazione appagante.
Ho imparato che se ti chiedono di fare cinque cose e all’ultimo momento ne aggiungono due, tu inevitabilmente dimentichi le prime tre.
Ho imparato che certa gente ha la testa solo per separare le orecchie.
Ho imparato che la tua camicia preferita attira il sugo in modo micidiale.
Ho imparato che non c’è cosa più bella che svegliarsi una mattina senza sapere che ore sono, senza riconoscere la stanza e soprattutto senza ricordare come ci sei arrivato.
Ma soprattutto ho imparato che i giorni veramente importanti nella vita di una persona sono cinque o sei in tutto.
Tutti gli altri fanno solo volume.
Così fra sessant’anni non ti ricorderai il giorno della tua laurea, o quello in cui hai vinto un Oscar.
Ti ricorderai quella sera in cui tu e i tuoi amici, quelli veri, avete fumato 10 sigarette a testa e ubriachi persi avete cantato per strada a squarciagola fradici di pioggia.
Quelli sono i momenti in cui la vita davvero batte più forte.
Federico Fellini
P.S.: Però, in fondo, qualcosa l’ho imparato.
Federico Fellini
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valentina-lauricella · 2 months
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Caro, lo Zibaldone è una miniera di meraviglie. Quando trovo qualche particolare "gemma", la ripongo, trascrivendola, in uno dei tre "cassetti virtuali" che ho creato nel mio blog, tre sezioni per argomento che ricorderanno tre dei tuoi molteplici aspetti. Uno dei tre cassetti si chiama "biografia in filigrana" e riporta quei tuoi pensieri generali nei quali è particolarmente visibile la tua soggettività e che perciò possono essere utili per ricostruire realisticamente la tua personalità e ipotizzare come ti comportavi o avresti potuto comportarti nella vita pratica. Io amo il tuo modo schietto ed evidente di condurre i ragionamenti filosofici, infatti ho dedicato le altre due sezioni a due percorsi della tua filosofia, uno di avvicinamento a Dio, l'altro di allontanamento. Sembrano opposti, ma in realtà sono unificati dalla profonda onestà e intrepidezza della tua mente. Mi affascina il modo in cui una grande intelligenza, posta fra i dolori e le apparenti assurdità della vita, si relaziona alla religione cristiana appresa fin da bambino, la scompone e la distrugge, in un modo che però è sempre costruttivo, perché prima di costruire, bisogna ripulire il terreno. Ho capito cosa mi affascina nel tuo rapporto con il cristianesimo e la religione in genere: tu non hai paura della morte; al contrario, tu la desideri. Tanti pensatori desiderano vivere in eterno, e piegano il proprio pensiero in funzione di questo desiderio. Tu no: non hai alcun bisogno della vita eterna prospettata dalle religioni, e questo rende il tuo pensiero veramente libero. I tuoi non sono pensieri cupi: sono assoluti. Tu rappresenti la vera libertà del pensiero, che non è schiavo di nessun bisogno, che non mendica nulla. Tu sei quanto di umano è più vicino all'idea di puro pensiero.
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fiore-dimaggio · 1 year
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Tra i tanti ricordi che ho di noi, questa giornata di pioggia, ne ha riportato alla mente uno in particolare.
Ci conoscevamo da poco, eppure sapevo già così tanto di te, eravamo in una casa sperduta nel nulla, io e te e la tua chitarra.
Avevo addosso una tua maglietta, seduti su quel divano enorme, ci eravamo appena smezzati una canna su una panchina, tu mi suonavi la chitarra nonostante non fossi poi così capace, ma sapevi quanto io amassi vederti muovere le dita su quello strumento immaginandomi il momento in cui poi le avresti posate su di me.
Suonavi, mi guardavi negli occhi, sorridevi.
A un certo punto hai smesso di suonare, mi hai fissato per qualche secondo interminabile e mi hai detto “ecco, non hai idea di quanto ti scoperei in questo momento”.
Ero troppo fatta per risponderti in modo sensato, ho sorriso come un ebete e mi sono messa più comoda.
Ti sei sdraiato sulle mie gambe, eravamo in silenzio, ho cominciato ad accarezzarti dolcemente i capelli, hai chiuso gli occhi e avevi stampato in faccia un sorriso.
Ecco quel momento li, quel preciso momento, ho capito che avrei voluto vederti sorridere così sempre.
Poi su quel divano ci abbiamo fatto sesso per davvero, con quel tuo modo di toccarmi che non ho più trovato in altre mani.
È un mese che non so più dove sei, come stai, con chi stai.
Non ci siamo capiti, ma è così difficile capirsi a questo mondo.
Eppure ricordo ogni dettaglio di te, ogni tua smorfia, amavo osservarti mentre facevi le cose, volevo collezionare quanti più ricordi possibili.
Non hai mai avuto bisogno di cercare di impressionarmi con belle parole, non hai mai cercato di fingere di essere chi non sei, eppure nei tuoi abbracci, nei tuoi baci, mi hai trasmesso qualcosa che avevo paura di non riuscire più a sentire.
Ho provato a cercarti in altre braccia, in altre bocche, in altri letti, ma non sono mai riuscita a trovarti.
Ho provato a fingere che belle parole potessero farmi scaldare il cuore, potessero colmare il vuoto che hai lasciato, ma quel vuoto si fa sentire ora più che mai.
Vorrei solo sapere se ancora mi pensi, se ti vengo in mente quando guardi le nostre serie tv e il letto è vuoto.
Se mi pensi quando leggi quel libro che ti ho consigliato, se ancora un brivido ti attraversa quando guardi il divano e pensi a cosa ci avevamo fatto quella mattina di febbraio prima di un mio esame.
Ho preso una giacca uguale alla tua, ogni volta che la indosso è come portarti un po’ con me.
Mi manchi, ma non posso dirtelo.
#L
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occhietti · 1 year
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Le 40 regole
per parlare bene l'italiano
1. Evita le allitterazioni, anche se allettano gli allocchi.
2. Non è che il congiuntivo va evitato, anzi, che lo si usa quando necessario.
3. Evita le frasi fatte: è minestra riscaldata.
4. Esprimiti siccome ti nutri.
5. Non usare sigle commerciali & abbreviazioni etc.
6. Ricorda (sempre) che la parentesi (anche quando pare indispensabile) interrompe il filo del discorso.
7. Stai attento a non fare… indigestione di puntini di sospensione.
8. Usa meno virgolette possibili: non è "fine".
9. Non generalizzare mai.
10. Le parole straniere non fanno affatto bon ton.
11. Sii avaro di citazioni. Diceva giustamente Emerson: "Odio le citazioni. Dimmi solo quello che sai tu."
12. I paragoni sono come le frasi fatte.
13. Non essere ridondante; non ripetere due volte la stessa cosa; ripetere è superfluo (per ridondanza s’intende la spiegazione inutile di qualcosa che il lettore ha già capito).
14. Solo gli stronzi usano parole volgari.
15. Sii sempre più o meno specifico.
16. L’iperbole è la più straordinaria delle tecniche espressive.
17. Non fare frasi di una sola parola. Eliminale.
18. Guardati dalle metafore troppo ardite: sono piume sulle scaglie di un serpente.
19. Metti, le virgole, al posto giusto.
20. Distingui tra la funzione del punto e virgola e quella dei due punti: anche se non è facile.
21. Se non trovi l’espressione italiana adatta non ricorrere mai all’espressione dialettale: peso el tacòn del buso.
22. Non usare metafore incongruenti anche se ti paiono “cantare”: sono come un cigno che deraglia.
23. C’è davvero bisogno di domande retoriche?
24. Sii conciso, cerca di condensare i tuoi pensieri nel minor numero di parole possibile, evitando frasi lunghe — o spezzate da incisi che inevitabilmente confondono il lettore poco attento — affinché il tuo discorso non contribuisca a quell’inquinamento dell’informazione che è certamente (specie quando inutilmente farcito di precisazioni inutili, o almeno non indispensabili) una delle tragedie di questo nostro tempo dominato dal potere dei media.
25. Gli accenti non debbono essere nè scorretti nè inutili, perchè chi lo fà sbaglia.
26. Non si apostrofa un’articolo indeterminativo prima del sostantivo maschile.
27. Non essere enfatico! Sii parco con gli esclamativi!
28. Neppure i peggiori fans dei barbarismi pluralizzano i termini stranieri.
29. Scrivi in modo esatto i nomi stranieri, come Beaudelaire, Roosewelt, Niezsche, e simili.
30. Nomina direttamente autori e personaggi di cui parli, senza perifrasi. Così faceva il maggior scrittore lombardo del XIX secolo, l’autore del 5 maggio.
31. All’inizio del discorso usa la captatio benevolentiae, per ingraziarti il lettore (ma forse siete così stupidi da non capire neppure quello che vi sto dicendo).
32. Cura puntiliosamente l’ortograffia.
33. Inutile dirti quanto sono stucchevoli le preterizioni.
34. Non andare troppo sovente a capo. Almeno, non quando non serve.
35. Non usare mai il plurale majestatis. Siamo convinti che faccia una pessima impressione.
36. Non confondere la causa con l’effetto: saresti in errore e dunque avresti sbagliato.
37. Non costruire frasi in cui la conclusione non segua logicamente dalle premesse: se tutti facessero così, allora le premesse conseguirebbero dalle conclusioni.
38. Non indulgere ad arcaismi, hapax legomena o altri lessemi inusitati, nonché deep structures rizomatiche che, per quanto ti appaiano come altrettante epifanie della differenza grammatologica e inviti alla deriva decostruttiva – ma peggio ancora sarebbe se risultassero eccepibili allo scrutinio di chi legga con acribia ecdotica – eccedano comunque le competenze cognitive del destinatario.
39. Non devi essere prolisso, ma neppure devi dire meno di quello che.
40. Una frase compiuta deve avere.
- Umberto Eco
Ecco... Seguendo queste semplicissime regole si impara benisssssssimo l'italiano...
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