Tumgik
#autoreggenti nere
misspleats · 2 months
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UPSKIRT WITH SWAROVSKI HEELS 👠
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la-novellista · 5 months
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Ti guardo senza fretta con l'assoluta voglia di conoscerti, provando ad immaginare tutto quello che di te è nitido ed amare i tratti sbiaditi prima che tu me li racconti. A volte quando parliamo mi succede di sentire caldo alle guance e allora perdo un po' il controllo e mi si abbasa la voce, muovo lentamente le labbra e resto lì a fissarti con lo sguardo ingenuo e la testa tra le nuvole. In quei momenti lì mi sento erotica, non so spiegarti esattamente cosa provo ma so cosa… mi succede. Mi viene da toccarmi, spostare i capelli, bagnarmi le labbra e passare le mani sul bordo del reggiseno. Tu non parli ma guardi con quel sorrisetto tipico di chi ha capito. Mi lasci fare senza muovere un dito, così tiro su l'orlo della gonna fino al merletto delle autoreggenti nere che abbiamo comprato insieme, ma non riesci più a stare fermo, passi le dita sul merletto e ti spingi un po' più giù sotto la gonna tanto da darmi il senso di vertigine. Poi ti fermi. Mi sento morire.. Poi riprendi. Schiudo leggermente le gambe per farti guardare "e se non indossassi le mutandine, adesso?" Dico con voce dolce, tu non sorridi più adesso,sei serio ed io mi sento svenire al pensiero di avertelo detto. Mi alzo davanti a te sfilandomi il vestito da sopra, le mutandine le ho ed è da lì che inizi a baciarmi ed io non sento vergogna ma tanta tanta voglia sfacciata.
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animadiicristallo · 1 year
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stavo pensando di comprarmi le autoreggenti nere
😩
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anja-anja · 1 year
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Lei lo sapeva, lei l’aveva sempre saputo, fin dalle prime volte che avevano fatto entrare qualcun altro nel loro letto. Era passato molto tempo da allora e i loro incontri con altre persone erano stati tanti e ogni volta lei aveva quella sensazione. Lui partecipava attivamente ai giochi erotici che facevano, ma lei sapeva che ciò che lo eccitava più di tutto era vedere lei, la sua splendida moglie, fare sesso con un altro uomo. Il fatto che spesso la moglie dell’uomo in questione giacesse ansimando sotto di lui o fosse in qualche altra posizione non gli dava la stessa soddisfazione. Era il fatto di vedere sua moglie posseduta da un altro uomo la cosa che lo faceva impazzire. Forse era lo stridente contrasto tra l’assecondare la naturale tendenza di lei a tenere nel sesso comportamenti molto al limite e la sensazione di potere che gli dava il fatto di sapere che quella bellissima donna era sua e solamente sua. L’altro uomo avrebbe potuto averla per quella sera, si sarebbe costruito un ricordo fantastico di una scopata come poche ma sarebbe rimasto appunto un ricordo, almeno fino alla volta successiva in cui si sarebbero rivisti e avrebbe potuto avere di nuovo per sé quella dea, anche se la cosa gli sarebbe costata cedere la propria moglie ai desideri perversi dell’altro.
«Un giorno mi guarderai scopare senza fare nulla, o, al massimo, ti farai una sega, come un vecchio guardone» gli ripeteva spesso lei, e lui rideva, come per dire che chissà, forse, o magari mai.
Ma poi quel giorno arrivò e tutto accadde in una maniera che lei non avrebbe mai immaginato. Era un sabato e al mattino lui, dopo averla accuratamente scopata appena svegli, le disse che per quella sera avrebbe voluto invitare un altro uomo e fare una serata a tre, nella quale lei sarebbe stata, ovviamente, la regina della festa.
Lei non disse di no, non diceva mai di no. Si fidava di lui e poi il solo pensiero di avere per le mani un membro diverso dal solito le annebbiava già la vista.
L’invito era a casa dell’altro per la sera, ci sarebbe stata la cena e poi un dopocena nel quale lei sarebbe stata la portata principale.
Si preparò come sempre con cura, doccia, depilazione, crema per il corpo, asciugò con cura i lunghi capelli biondi davanti allo specchio ammirando, non senza un po’ di vanità il suo meraviglioso corpo di 35enne, i suoi seni perfetti, gli occhi azzurri, le labbra carnose.
Mise lo smalto alle unghie, rigorosamente rosso fuoco, sia sulle mani che sui piedi e passò all’abbigliamento, che non poteva essere da meno.
Indossò un completo nero, con un reggiseno che sosteneva alla perfezione il suo seno prosperoso e un paio di mutandine che seguivano nei minimi dettagli le curve dei suoi glutei rotondi e sodi. Il pizzo faceva un meraviglioso effetto vedo/non vedo.
Non potevano mancare le calze autoreggenti, che adorava. Ne scelse un paio nere, molto coprenti, con una balza in pizzo. Le trovava tremendamente sexy.
Si truccò in modo non esagerato, concedendosi solo un rossetto di un rosso abbastanza acceso. Spazzolò i capelli e li lasciò cadere sulle spalle.
Un abito da sera di foggia molto classica, prodotto di sartoria, piuttosto lungo, ma con un vertiginoso spacco copriva il suo meraviglioso corpo.
Ai piedi nulla poteva competere con le Pumps Kate 85 in vernice di Christian Louboutin, con quella meravigliosa suola rosso acceso.
Mise in una pochette minuscola le due cose che le servivano e scese le scale. Lui era di sotto, già pronto, completo blu, una classicissima ma stupenda camicia bianca e una cravatta grigio chiaro. Aveva pettinato i capelli all’indietro, ancora tanti, anche se abbondantemente brizzolati e sistemato accuratamente il pizzetto che gli decorava il volto.
«Sei splendida» le disse e lei ricambiò con un sorriso semplicemente disarmante.
Salirono sulla BMW di lui e si diressero rapidamente dalla parte opposta della città, che comunque raggiunsero in breve tempo. Ogni tanto a lui cadeva l’occhio sulla gamba di lei che usciva da sotto il cappotto, per poi infilarsi nello spacco del vestito e fare capolino.
Arrivarono, una villetta a schiera abbastanza anonima, in un quartiere normale, suonarono alla porta e venne loro ad aprire un uomo di sicuramente più di 50 anni, capelli brizzolati, fisico discreto, volto rasato. Indossava dei jeans, una camicia a righe con le maniche arrotolate e un gilet. Li accolse con un sorriso e li fece accomodare in casa, che era in ottimo stato, non particolarmente ricercata, ma comunque assolutamente decorosa. La sala da pranzo era stata apparecchiata con gusto, il padrone di casa li fece accomodare e arrivò con una bottiglia di champagne. Lui quando lo vide trasalì, ma lei non capì.
«Ho pensato a un Blanc de Blancs Grand Cru ‘Les Carelles’ di Jacques Selosse, uno dei lieux dits di Selosse, ovvero di quelle parcelle di particolare pregio che vengono vinificate singolarmente» spiegò l’uomo, con un modo di fare elegante senza ostentazione.
Portò dei ballon flute e versò per tutti. Brindarono alla serata, poi lui arrivò con il primo.
«Eccovi dei bocconcini di salmone al sesamo. Se volete gustarli, mangiateli con le mani»
Lei decise di provocarli e se li portò alla bocca con dei movimenti lenti ed estremamente voluttuosi.
Vide entrambi gli uomini deglutire a fatica, ma non si interruppe, proseguendo fino alla fine nella sua scena.
Un altro paio di bicchieri di Blanc de Blancs Grand Cru iniziarono a far scendere la tensione, preparando per l’arrivo del secondo: gamberi avvolti nel lardo con una crema di piselli.
Ad ogni portata lei rimaneva sempre più colpita dal loro ospite, che si dimostrava davvero un ottimo chef, ammesso che avesse preparato tutto da sé, oltre ad un intenditore di vini non indifferente.
Lei non smise di provocare nemmeno durante il secondo, si passava di continuo la lingua sulle labbra, sorseggiava con voluttà persino il vino, che ormai iniziava a darle alla testa, inghiottiva i bocconi con movimenti lenti e studiati. Sapeva bene quanto il cibo potesse essere erotico e faceva leva su quello.
Quando ebbero finito L’altro uomo si alzò da tavola, tolse piatti e bicchieri e tornò con dei piccoli calici e una piccola bottiglia di vino che sarebbe servito di sicuro per accompagnare il dolce.
«Albana Passito ‘Scaccomatto’, Fattoria Zerbina. Un Albana Passito, prodotto in stile Sauternes da uve colpite da muffa nobile, maturato in acciaio e barrique. Provatelo.»
Ancora quel modi di esprimersi, elegante ma non ostentato.
Lei trovò che fosse qualcosa di mai assaggiato. Un sapore incredibile le colpì il gusto.
L’altro uomo servì il dolce, che consisteva in uno zabaione freddo con un crumble al cioccolato e delle fragole.
Inutile dire che quest’ultimo piatto solleticò ancora la sua voglia di provocare. Portava le fragole alla bocca con fare lento e studiato, e faceva la stessa cosa con il cucchiaino del dolce che ripuliva accuratamente con la lingua ad ogni cucchiaiata, sotto gli sguardi ammaliati dei due uomini, la cui eccitazione stava evidentemente montando, anche se cercavano di tenere la cosa sotto controllo.
Terminata la cena si trasferirono nell’attiguo salotto dove il padrone di casa arrivò con dei bicchieri e una bottiglia con un distillato di colore ambrato
«Lagavulin 21 anni. Per me un nettare divino.»
Il sapore era qualcosa che lei non aveva mai provato in vita sua. Davvero qualcosa di divino. Ovvio che quello fu la mazzata finale. Lei sentiva che i freni inibitori stavano cedendo e si aspettava di avere da lì a poco quattro mani addosso che esploravano il suo corpo, ma non accadde.
Lui si era messo a sedere su un divano lasciando libero il posto a fianco a lei, che era seduta sull’altro. Non passò molto tempo prima che il loro ospite andasse ad occupare quel posto. Lui la guardò, uno sguardo di intesa e lei iniziò a toccare l’altro uomo all’altezza del pube. Si aspettava, come al solito, che lui arrivasse lì vicino e iniziasse ad accarezzarla, ma non accadde nemmeno quello. Lei si girò e lo vide sempre seduto sul divano a fianco, con una vistosa erezione nei pantaloni. Con un gesto della mano lui le fece segno di continuare con l’altro uomo e lei eseguì. Lentamente gli abbassò la cerniera e si ritrovò in mano un sesso di tutto rispetto. Iniziò a muovere la mano lentamente su e giù, sentiva che dimensioni e durezza aumentavano, mentre l’uomo le stava abbassando la zip del vestito.
Lui si alzò dal divano, si avvicinò e le tolse l’abito, mentre lei aveva iniziato leccare l’altro uomo. Prese il vestito e lo posò su una sedia, andando poi di nuovo a sedere sul divano dal quale si poteva godere la scena di sua moglie con addosso solo l’intimo, che si dedicava alla fellatio all’altro uomo. Questi dapprima si slacciò con tutta calma il gilet e la camicia, poi si dedicò a lei, togliendole il reggiseno e liberando i suoi due meravigliosi seni. Non sentiva lui avvicinarsi e questo le faceva uno strano effetto, sapeva che era lì a pochi passi da lei, anche se non lo poteva vedere perché gli dava le spalle. Decise di non preoccuparsene, in fondo lui stava liberamente facendo ciò che voleva, così accelerò il ritmo, iniziando anche a insalivare abbondantemente l’oggetto che aveva per le mani. L’uomo nel frattempo aveva infilato una mano nelle sue mutandine e con le sue grosse dita stava cercando le labbra, che erano già abbondantemente inumidite per la situazione.
Non passò molto prima che lei lo sentisse intrufolarsi nelle sue partiti intime. Il respiro era aumentato di ritmo, di pari passo all’eccitazione. Era ora. L’uomo la spinse su e si alzò in piedi, togliendosi scarpe e pantaloni, rimanendo nudo.
«Mettiti a quattro zampe sul divano, girata verso di lui!» le disse l’uomo. Lei eseguì, trovandosi a guardare lui, che ammirava la scena con aria estasiata. Ora stringeva il suo sesso e muoveva lentamente la mano. Nello stesso momento sentì le mani dell’uomo toglierle le mutandine e inserirle due dita nella fessura, che era ovviamente già bagnata fradicia, iniziando a muoversi rapidamente avanti e indietro. Iniziò ad ansimare forte, in preda ad un piacere crescente, causato dalle due dita che si muovevano dentro di lei ma anche dalla vista di lui che la guardava godere mentre si masturbava. L’uomo pareva intenzionato a darle piacere con le dita perché accelerò il ritmo finché lei non raggiunse un orgasmo accompagnato da roche grida di estasi.
A questo punto l’uomo la guardò grondante di umori, tenendo in mano il suo membro, ormai durissimo.
«Scopala!» disse lui rivolto all’uomo senza muoversi dalla sua posizione sul divano. Lei sentì il grosso glande appoggiarsi alle labbra e poi scivolare dentro, fermandosi per un secondo, come se l’uomo volesse gustarsi quel momento. Poi le sue grandi mani afferrarono con decisione i suoi fianchi e iniziò a spingere. Lei emise un lungo gemito, come se avesse finalmente avuto ciò che aspettava da tempo, mentre l’uomo la prendeva con colpi lenti ma profondi. Girò la testa verso di lui, che continuava a masturbarsi lentamente guardandola e colse sul suo volto un’espressione di intenso piacere. Stava davvero facendo dentro di se il grande passo di eccitarsi davanti a sua moglie scopata da un altro uomo senza partecipare? Sembrava di sì. Nel frattempo l’altro uomo continuava a prenderla afferrandola per i fianchi e spingendo. Lei chiuse gli occhi, lo sentiva dentro, ma soprattutto la sua mente iniziò ad eccitarsi ulteriormente per la situazione: si sentiva estremamente troia, lì a pecorina sul divano di uno sconosciuto che la prendeva mentre suo marito guardava la scena e si masturbava. Raggiunse l’orgasmo in quella posizione mentre l’altro uomo continuava a spingere deciso.
«Fammi vedere come la fotti» disse lui e l’altro uomo si sfilò da lei, che si girò supina sul divano. L’uomo era in ginocchio davanti a lei e la guardava, mentre il suo sesso troneggiava lì davanti. Lei girò la testa di lato per cercare lo sguardo di lui, che non smetteva di masturbarsi lentamente mentre la guardava.
«Cosa sei tu?» la apostrofò lui.
«Una puttana» rispose lei.
L’altro uomo le allargò le gambe e le toccò un po’ le labbra tra le quali luccicava il suo piacere, poi avvicinò di nuovo il suo grosso membro e dopo qualche istante glielo mise dentro. Lei lo sentì entrare senza nessuna difficoltà.
Un grido soffocato uscì dalla sua bocca nel momento in cui lo sentì di nuovo entrare in lei. L’uomo si era messo con le gambe di lei sulle spalle e, approfittando di quella posizione spingeva come un ossesso. Lei lo sentiva gravare con tutto il suo peso sopra il suo corpo, sentiva i fortissimi colpi del suo bacino.
Ormai lui non lo guardava nemmeno più, non sapeva dove fosse, probabilmente lì a fianco a lei, ma non lo sapeva per certo, gli occhi erano chiusi, la bocca semiaperta e corti respiri uscivano associati a gemiti di piacere. Sentiva che stava per avere un nuovo orgasmo, ma cerò di trattenersi per aumentarne l’intensità.
L’uomo spingeva sempre più forte, lei aprì gli occhi un attimo per cogliere l’espressione di piacere che occupava il suo viso mentre la possedeva. Questo la fece godere ancora di più, sapeva che non sarebbe riuscita a trattenersi ancora a lungo, mentre l’uomo spingeva sempre di più, gli occhi chiusi, il respiro affannoso.
Fu allora che lo sentì parlare di nuovo: «Vienile dentro, riempila» furono le sue parole.
Il rito di passaggio era completato. Lui stava per ammirare un altro uomo che sarebbe di lì a poco venuto dentro di lei.
Il momento non distava molto, sia l’uomo che lei erano al limite ormai da qualche minuto. Chiuse gli occhi e si lasciò andare all’orgasmo, una specie di scossa lungo la spina dorsale, un grido soffocato, le unghie che si piantavano nella carne dell’uomo.
Lei lo sentì ansimare sempre più forte mentre non riusciva a smettere di godere, finché non sentì il suo sperma che la inondava. Mentre lui riversava dentro di lei una quantità inusitata del suo piacere, il suo orgasmo riprese vigore e la colpì di nuovo, ancora quella sensazione di scossa alla spina dorsale, stavolta però lasciò andare un urlo liberatorio, che lui zittì subito mettendo la sua bocca sulla sua, mentre ancora una volta le unghie rosse di lei lasciavano i loro segni sulla schiena dell’uomo.
Rimase lì per qualche istante, come se dovesse raccogliere le ultime energie, poi si sfilò, lasciando che un rivolo di crema bianca scendesse dalla fessura di lei e colasse lungo la riga delle natiche.
«Ciao puttana.» La voce di lui echeggiò a pochi centimetri dalla sua testa mentre il suo sesso si presentò davanti alla sua bocca. Senza dire nulla lui, ormai al colmo dell’eccitazione, si masturbò rapidamente ed eiaculò nella bocca di lei, che raccolse e ingoiò tutto.
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Web #Foto mia
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donnenocategorizzate · 4 months
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buon anno!!!
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Come ogni fine anno ho comprato il vestito più splendente , abbinato a scarpe e pochette costose, quest’anno ho puntato su un body intimo rosso davvero molto bello con tanto di calze autoreggenti nere con pizzo rosso. Unghie smaltate di rosso, trucco e parrucco fatto in salone. Una cena elegante, persone di ogni partito, sorrisi falsi e auguri altrettanto falsi. Abbiamo atteso la mezzanotte brindato e appena girate le spalle sottovoce ho mandato a fanculo tutti. Quando sono rientrata a casa mi sono spogliata non solo dei vestiti ma anche di tutta la falsità che ho dovuto dare e riceve. Spero sia un nuovo anno sincero e che mi dia la possibilità di farmi conoscere per quello che sono non per quello che vogliono io sia. Un bacio e buon anno.
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lovehoperespect · 4 years
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STANZA 131
Il profumo di narghilè alla vaniglia si impossessava di tutta la stanza, il fumo andava verso l’alto come le braccia di un bambino che vuole essere preso in braccio, ma lui era libero e si disperdeva nell’aria mischiato alle nostre parole.
Conversazioni infinite, dalla scuola, al lavoro, a ricordi di estati lontane, persone mai più viste, racconti di vissuto che avevi rimosso e che riemergono ed escono feroci per non essere dimenticati.
Tutto si mischia in quel quadro perfetto di luci soffuse, divani pelle marrone e baci al sapore di the marocchino, una punta di menta che rende tutto cosi fresco, eppure qui ci sono 40 gradi.
Nessuno dei due pensa al dopo, anche se sappiamo benissimo cosa abbiamo preparato, ma non è tempo.
Gli sguardi muti si susseguono, le parole escono solo come contorno di quel momento perfetto.
La nostra serata lontano dal mondo, dai problemi, dall’ansia lontano da tutto. Se siete in una frequentazione mi capirete, non esiste altro, finalmente puoi non pensare se non a vivere e ti riesce solo con QUELLA persona.
lei per me era questo, la fuga dalla realtà, quel sospirò d’aria che i polmoni richiedono alla fine di una lunga corsa, la luce in fondo al tunnel, le lenzuola pulite alla fine di una lunga giornata, il dolce nel giorno di sgarro.
La chiamavo pasticcino, un nomignolo che mipiace tanto, perché racchiude tutto, dolcezza, amore e quella punta di porno che io metto in tutto, “dopo ti mangio pasticcino”, voglio dire, a chi non piacciono dai? e cosi sarebbe stato, ma non è ancora tempo.
Guardavo la collanina con il suo nome pendere sulla sua pelle che no ha aggettivi per essere descritta, o forse non avere è già per se un aggettivo, la conoscevo alla perfezione. il neo vicino al seno sinistro, un piccola voglia sulla coscia destra, un piccolo taglio sul polso, una mappa del tesoro bramata per anni da un marinaio.
Mentre parla io le fisso le labbra, con il rossetto nude che è ancora perfetto, e le immagino in posti che forse non dovrei.
ma la mente viaggia da sola, su una frequenza tutta sua, come un’autostrada infinita senza caselli senza sosta e può essere interrotta solamente dalla messa in pratica ma era impossibile, avrei dovuto strapparle i vestiti e farlo li in quel momento, ma non era ancora tempo.
In macchina ridiamo e scherziamo come se fosse una cosa normale, un viaggio qualsiasi, un esperienza come altre, invece sapevamo che non era cosi, ma ci piaceva fare finta di niente, come essere in un film di cui tutti conoscono già il finale ma nessuno vuole spoiler, ma solo goderselo, lo sai come finisce titanic eppure ogni volta di fa piangere.
le prendo una mano, è gelida, mani fredde cuore caldo penso, ed è cosi, un fuoco solo per me, che solo io posso vedere e questa cosa mi fa eccitare da morire.
“Ciao volevamo informazioni, sai è la nostra prima volta” mi giustificavo con il signore con gli occhiali e gli occhi stanchi che mi fissava all’ingresso, nel in auto ride un pò imbarazzata. un pò bambina un pò donna.
“Sono 80 euro la notte 100 la suite.”
“cosa cambia? la grandezza?”
“no nella suite avete l’idromassaggio”
“andata per la suite.”
“131, in fondo il parcheggio è davanti.”
Salgo in macchina, contento come un bambino al suo compleanno, lei ride consapevole della follia che avevamo organizzato.
é mezzanotte e 43, buio pesto, i fari illuminano queste piccole villette mono appartamento, tutte identiche, spiazzo in mattonelle davanti, paratia verde scuro e una luce che illuminina l’entrata.
troviamo la nostra, parcheggio e scendiamo.
Entriamo in questa stanza che sembra un vecchio hotel anni 80, divani in pelle rossa, carta da parati beige divisa da un striscia d’orata che circonda la stanza.
letto con le lenzuola perfette, copriletto oro e rosso, ai piedi un divanetto in pelle nere che userò sicuramente più tardi.
Ma la cosa più bella è lo specchio enorme al lato del letto.
Ridiamo e ci baciamo come due ragazzini al primo appuntamento, consapevoli di quella che era la nostra serata, come due amanti che si cercano e di trovano.
era la nostra prima notte in motel.
dedicata unicamente al sesso, alla passione.
Lei va in bagno, io in abito mi siedo sul divanetto e attendo impaziente, conscio che il mio battito superava i 180bpm, che mi sembrava di non essere nemmeno li.
I minuti sono interminabile mentre lei dice di aspettare e io che urlo muoviti, ti voglio, adesso.
Tacchi, autoreggenti e un corpetto nero.
Fine di tutto. anzi forse inizio. ma non voglio rovinare tutto e attendo i passi che mi separano da lei, si avvicina guardandomi negli occhi, sapendo quanto io stessi andando su di giri, il mio corpo sussultava ma volevo godermi ogni attimo.
mi slaccia la camicia, con una mano mi tocca e i capelli e con l’altra scende, si inginocchia e continua a baciarmi, cosi sexy che riesco solo a guardarla, emettendo un timido gemito di approvazione, lei ride, io mi lascio andare, non la tocco nemmeno, mi sembra quasi di rovinarla, di scalfire quell’essenza cosi pura, l’eccitazione era palpabile nell’aria mentre lei si dedicava a me, le prendo i capelli e accompagno dolcemente il movimento, mi piace perdere il controllo ma mi piace ancor di più prenderlo.
Non resisto molto a quel momento, dopo due minuti le alzo il viso dolcemente appoggiandole una mano sotto il mento e piegandomi verso di lei baciandola.
Li inizia tutto.
La prendo in braccio e la sbatto sul letto, fronte specchio, con le mani le affero le gambe e le allargo dolcemente inziando a baciarle lentamente, ogni cm, ogni spazio di pelle bianca disponibile, appoggio dolcemente le labbra sull’inguine godendomi ogni sussulto del corpo, la faccio impazzire per qualche istante, dando piccoli baci qua e la poi mi dedico a lei, le prendo una mano e la metto nei miei capelli, voglio sentire che le piace, voglio farla impazzire, la voglio mia.
I gemiti si susseguono, le lenzuola si stringono nelle sue mani, le sue cosce si irrigidiscono ma la sento libera, la sento godere e non mi fermo per nessuna ragione.
la prendo, su quel letto di amanti passati, di amori nascosti, di baci rubati, la prendo in ogni modo, sopra mentre i nostri sguardi si incrociano, mentre le mie mani le stringono il seno, mentre le bacio il collo e lei gode, la prendo mentre i suoi capelli riflessi nello specchio le cadono sul viso nascondendo appena l’espressione di passione sul suo volto, le mie mani percorrono ogni sua curva a velocità lenta, studiando ogni lembo, sentendo ogni sensazione.
Due corpi che si cercano, si vogliono, un intreccio di mani e movimenti sincronizzati come fosse tutto scritto, tutto già deciso.
Mi ricordo molto bene il suo orgasmo, “amore oddio” io che spingo, tenendole una gamba per accompagnare il movimento, lei butta la testa all’indietro sprofondando nei cuscini bianchi come le nuvole di maggio, le sue mani entrano nella mia schiena, due secondi di totale paralisi per poi sentire il corpo lasciarsi andare, lasciarsi guidare, lasciarsi in un impeto di movimenti lenti rilassando tutti i muscoli, non esiste più nient’altro, i suoi occhi mi sorridono mentre mi bacia.
questo è il mio di orgasmo.
Non si può spiegare l’amore di quella notte di passione, quel sentore di una notte solo nostra.
Non si può spiegare a chi non l’ha vissuto.
Non si può spiegare a nessuno.
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cooledwardlamb · 4 years
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 WALLY E EGON
Modella e amante di Schiele, Willy morirà poco più che ventenne, Egon prima dei trenta. Si lasciano dietro tre mila opere.
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E’ la donna più conosciuta della storia della pittura: tutti gli studenti di Belle Arti hanno appeso in camera almeno un poster che la ritrae. Eppure di lei si sa pochissimo, se non che doveva essere bellissima e che ha avuto una vita molto breve, in gran parte divisa con uno degli artisti più straordinari della sua epoca.
Lei si chiama Walburga “Wally” Neuzil, lui è Egon Schiele. Lei è figlia di un insegnante di liceo di un paesino della provincia austriaca (1896). Il padre, però, muore quando lei è ancora molto giovane e la famiglia deve trasferirsi a Vienna, dove spera di cavarsela meglio.
Gli inizi di Wally sono abbastanza oscuri. Qualcuno dice che a Vienna fa la commessa, altri che invece fa la prostituta. C’è una frase ambigua dello stesso Schiele dove dice, testualmente: “Wally era qualcosa di più di una prostituta”. Questo però non significa che Wally è in vendita. In realtà lei si mette ancora giovanissima a fare la modella per i pittori e a quei tempi, nella Vienna dove l’impero asburgico sta vivendo i suoi ultimi anni prima di crollare, la differenza fra una modella e una prostituta non è così netta.
Quello che si sa è che lei, forse già a quindici anni, diventa la modella preferita di Gustav Klimt e, secondo alcune ricostruzioni, anche la sua amante. Ma quasi subito arriva Schiele. Non si sa se a presentarli sia lo stesso Klimt (molto amico di Schiele) o sei lui l’ha raccattata lungo il viale principale di Vienna, dove allora le prostituite di una certa classe sono solite cercare i loro clienti.
Comunque siano andate le cose, Schiele comincia a stravedere per questa ragazzina. Fino a poco prima la sua modella preferita è stata la sorella Gertrude (Gerti), anche lei adolescente: e anche lei amatissima dal pittore (che forse si è spinto fino all’incesto).
Ma quando nella sua vita appare Wally, diventa la sua modella di moltissimi quadri e disegni e anche la sua amante. Lei non lo abbandona mai. Vanno a abitare in un paesino fuori Vienna e lui incappa in  un antipatico incidente: viene accusato di aver violentato una ragazzina di 14 anni. Al processo viene assolto da questa accusa, ma non da quella di aver fatto entrare minorenni nel suo studio, che ha decine e decine di quadri erotici in bella mostra. Dovrà farsi quasi un mese di prigione. Wally lo aspetta e lo conforta.
Dopo si trasferiscono in un altro paesino, più tollerante, sempre vicino a Vienna. E Schiele continua a dipingere la sua Wally, che conserva sempre le sue sembianze di ragazzina innocente. Sono centinaia di quadri erotici. Di solito lei è nuda, e indossa soltanto delle calze che oggi chiameremmo autoreggenti (verdi, rosse, nere). Qualche volta (come nel famoso quadro omonimo) solo una camicia rossa. Schiele muore giovanissimo, ma è un artista che non si risparmia: dietro di sé lascia quasi tre mila opere. E in questi lavori c’è sempre lo stesso filo  conduttore: Wally quasi nuda in pose molto provocanti.
Ci si interroga, allora e anche negli anni futuri, sul perché di questa scelta: in parte si tratta delle ossessioni personali di Schiele, ma si tratta anche del ritratto di una borghesia apparentemente molto per bene, che però al suo interno coltiva torbide passioni. Proprio come in quegli anni, e proprio a Vienna, rivelerà Sigmund Freud. Schiele deforma la figura di Wally (e delle altre modelle) per segnalare che ci si trova di fronte a un mondo malato e prossimo alla fine (crollerà infatti con lo scoppio della prima guerra mondiale).
Nel 1915 accadono due cose. La prima è che Schiele viene arruolato. La seconda è che abbandona Wally e sposa una ragazza di Vienna (figlia di un fabbro benestante), Edith Harms. Dietro questa scelta c’è probabilmente il desiderio di ritrovare un po’ di normalità, e anche, se non soprattutto, il bisogno di denaro.
Ma la storia non è così limpida. Ci sono quadri successivi al matrimonio di Schiele, dove la modella, sempre con le sue calze nere, è ancora Wally. E c’è chi giura che c’è stata anche una vacanza nella quale Schiele si porta dietro Wally e non Edith. Non solo: si dice che Schiele, per non perdere Wally, le abbia proposto di fare ogni anno una lunga vacanza insieme, lontano dalla moglie.
Ma la guerra travolge tutti. Sotto le armi, ovviamente, Schiele soffre, fino a quando viene trasferito in un ufficio a Vienna, dove può continuare a dipingere con una relativa calma e libertà. E infatti partecipa con molto successo alle esposizioni di Vienna, Dresda e Praga della Secessione viennese.
E Wally? Lei si è iscritta a un corso per infermiera militare, l’ha superato a parte per i Balcani. Ma ormai l’ombra delle morte si sta avvicinando ai protagonisti di questa storia. Edith e il bambino non ancora nato di Schiele muoiono pochi giorni prima del 31 ottobre del 1918. Lo stesso Schiele muore pochi giorni dopo, stroncato (come la moglie e il figlio) da un’epidemia di influenza. Quando Schiele muore non sa che Wally è morta quasi un anno prima a Spalato, dove aveva contratto la scarlattina da uno dei suoi pazienti. Wally ha poco più di vent’anni e Schiele non arriva a trenta.
(Dal "Quotidiano Nazionale" del 24 maggio 2015)
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eroticissimo · 5 years
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GLI SCONOSCIUTI
Ho conosciuto una ragazza in un negozio di salotti sabato scorso.
Io ero abbastanza svogliato, visto che perdere tempo x queste cose mi rompe, ma lei, tra professionalità e cortesia, nascondeva un intrigante erotismo.
Tanto che, una volta terminato l’acquisto, la ragazza, tra un sorriso ammiccante e uno sguardo provocante, mi scrive il suo cellulare sulla fattura.
Una bella ragazza, anzi una bella donna, che senza un apparente motivo fa ciò mi lasca piuttosto perplesso.
Così faccio passare un giorno, un altro ancora, una settimana senza chiamarla.
Ma poi mi decido, compongo il numero e attendo.
Mi risponde lei, la riconosco dalla voce, la saluto timidamente….
Non voglio neppure sapere il tuo nome, mi dice, io non ti dirò il mio….
Il tuo sguardo mi ha sedotta, ho visto dentro ai tuoi occhi una perversione che mi ha spinto a darti il mio numero, continua lei.
Vorrei incontrarti, vorrei vedere il tuo sguardo su di me, non mi importa ciò che penserai, sono disposta ad ogni cosa – finisce di dirmi.
Oddio, non sapevo di essere caduto dentro una pozione di fascino, penso tra me e me.
Ok, se vuoi giocare giocheremo, le dico, tra un ora nella collina Varea, nel parcheggio piccolo.
E riattacco.
Mi preparo. Non so se andare solo o con Laura.
Decido che andrò solo io, e così dopo 50 minuti sono lì.
Arriva una macchina, si parcheggia vicino alla mia macchina, in senso opposto, in modo che i finestrini dei guidatori siano vicini.
Dentro c’è lei, con un enorme paio di occhiali da sole.
Si vergogna evidentemente e cerca di coprirsi come può.
La saluto e senza troppi preamboli le dico di iniziare a spogliarsi piano piano.
e soprattutto di togliersi immediatamente gli occhiali.
Deve spogliarsi sia di corpo che di mente.
Lei ubbidisce. Toglie gli occhiali e cerca il mio sguardo.
Non mi ero accorto che avesse degli occhi così belli e pieni di eros.
Inizia a sbottonare la camicetta bianca….
La guardo farlo, ma non sono il solo ad ammirare questo spogliarello improvviso.
Poi distante ci sono due guardoni, che capiscono che sta per succedere qualche cosa di più intrigante, non solo una scopata tra coppiette.
E anche loro si avvicinano….
La ragazza si ferma un momento….. eh no cara, vai fino in fondo, siamo tutti sconosciuti, e tu sarai la nostra distrazione per oggi – le dico con tono autoritario.
Lei si gira e guarda i due…. Sorride maliziosamente anche a loro, scendendo dalla macchina e posizionandosi sui sedili dietro.
E scendendo dalla macchina vedo che ha una gonna a tubino e un paio di calze nere velate con la riga dietro…. Sicuro che saranno autoreggenti, sicuro che questa ragazza riesce a leggermi nella mente tutte le mie perversioni….
E comunque adesso lei è dietro, si è appena tolta la camicetta e sfilata la gonna….
Ha le autoreggenti, uno splendido completo intimo color carne….
Inizia a massaggiarsi i seni, gli occhi sono inchiodati ai miei.
La lingua continua ad inumidire le sue labbra messe in risalto da un caldissimo rossetto rosso.
Guarda ogni tanto anche i due guardoni che come me si stanno massaggiando il cazzo….
La ragazza continua lentamente ad accarezzarsi il corpo, il dito medio spesso va a premere sul clitoride.
Poi sfila anche le coulotte, mettendo in mostra una splendida fichina molto curata.
Divarica le gambe appoggiandole sui sedili davanti e con una foga eccitantissima si immerge le dita dentro la fica, succhiandole e leccandole forse per rallentare l’orgasmo.
Io non so che fare, vorrei scoparla, ma non in macchina velocemente….
Lei ha un orgasmo molto forte, la sento gemere….
Lei dico di uscire dalla macchina, ho voglia di schizzarle in faccia, ho voglia di vederla succhiare i nostri cazzi sconosciuti.
Esce subito, si inginocchia con noi tre vicino a circondarla.
Ci stiamo toccando il cazzo , lei è in attesa delle nostre fontane….
Il primo schizza, le raggiunge il volto e le bagna un seno.
Il secondo guardone si avvicina di più, la ragazze le afferra il cazzo e lo immerge nella sua bocca.
Vedo gli spasmi di lui fargli inarcare la schiene.
Le sta schizzando dentro con foga, lei beve tutto con aria compiaciuta.
Tocca a me adesso… anch’io mi avvicino, lei apre la bocca e tira fuori la lingua.
Lo appoggio sulla lingua mentre schizzo…..
Le riempio la bocca, lei dopo aver deglutito tutto si mette a leccare per pulirmi il cazzo sporco di sperma….
Si alza, senza dire una parola sale in macchina, semi nuda e con volto pieno di sperma e va via…..
Dopo poco ricevo un sms….. se ti è piaciuto basta uno squillo…..
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anja-anja · 1 year
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Piace a mio marito.
Ho trentanni anni e sono felicemente sposata da dieci, abito e lavoro a Milano in un ufficio contabile.Ho un bel fisico e a mio marito non dispiace per niente se lo metto in mostra, soprattutto in ufficio, meno male che non ho un marito geloso.Adora vedermi portare abiti e biancheria particolarmente sexy, anche sul lavoro, dove cerco sempre di essere carina e in ordine e di farlo con discrezione.Vuole sempre che indossi gonne molto corte.
In ufficio, c’è il mio capo, il sig. Marco, che è un bell’uomo di sessantadue anni, anche lui felicemente sposato. Tra noi c’è un bellissimo rapporto di lavoro, ci stimiamo e ci rispettiamo a vicenda, indubbiamente a Marco non devo essere completamente indifferente, ( noi donne lo capiamo subito) ed anche lui, a me, non dispiace, ma mai e poi mai avrei pensato che!Martedì scorso mi ha chiesto se il giorno dopo poteva fermarmi per uno straordinario fino alle 20.00, dicendomi di non preoccuparmi che mi avrebbe riaccompagnato lui a casa.La sera prima avviso mio marito dicendogli che il mio capo mi ha chiesto di fare 2 ore di straordinari e che mi avrebbe riaccompagnato lui a casa.Mio marito allora mi disse.Non preoccuparti amore mangeremo una pizza quando torni, e poi il lavoro per prima cosa, non preoccuparti che non sono geloso, se rimani sola col tuo capo, l’importante, ricordalo sempre che se lui ci prova e vuol fare del sesso, tu accontentalo pure.
Mi arrabbiai per la sua risposta.
Per chi mi hai preso per una Troia?
Guarda che si tratta solo di lavoro, se tu pensi a queste cose sei proprio un porco!Dopo un po’ mi calmai e feci finta di niente, e pensai che fosse meglio avere un marito porco e non geloso e possessivo.La mattina trovò l’appendiabiti già pronto con l’abbigliamento che la sera prima, sempre quel porco di mio marito mi aveva preparato, ossia: una minigonna nera con una giacchetta in tinta e una camicetta. Per l’intimo, tirò fuori il completo nero di pizzo con lo slip sgambato e il reggiseno a balconcino che mi ha regalato lui per il mio compleanno.Il reggiseno deve dire che mi spara fuori veramente due tette favolose, la mia terza misura sembrava una quarta abbondante.La camicetta era molto leggera e l’effetto trasparenza sul reggiseno si rivelava veramente molto sexy, ovviamente in treno e in ufficio avrei tenuto la giacca ben chiusa.Infilo dei collant neri e sono pronta,un momento, nella borsa vedo una paio di calze autoreggenti nere con un bigliettino attaccato che mi ha scritto mio marito, e diceva , mi raccomando amore le calze autoreggenti mettile stasera nel bagno dell’ufficio prima di cominciare lo straordinario, vedrai che l’aumento è assicurato.Sono arrabbiatissima, mio marito è proprio un porco, ma poi tra me e me dico, ma sì perché no! Contento lui.Sono in ufficio e la giornata scorre normale e tranquilla, adesso sono le 18.00, è ora di muoversi.Vado in bagno, tolgo i collant e metto le autoreggenti, poi mi do una ripassata al trucco.Esco dal bagno e vado verso l’ufficio, quando sento la voce di Marco il mio capo, mi giro e lo vedo di fronte a me, che mi fissa stupito.
Per, per cortesia mi può dare la pratica n. 37.
Mi chiede balbettante e soprattutto senza togliere gli occhi dalle mie gambe.Sì, certo subito, gli rispondo.La frittata ormai è fatta, ma stranamente la sua occhiata eloquente e vogliosa non mi ha infastidito, anzi, non mi è dispiaciuta per niente! La pratica è nell’armadietto dietro la mia scrivania, in basso, e per prenderla mi siedo e mi giro, questo movimento mi fa involontariamente salire la gonna scoprendo le gambe fino al bordo delle calze.Prego Marco, ecco la pratica! Allungo la pratica verso di lui che sembra non vederla, il suo sguardo è fisso sulle mie cosce, mi rendo conto della cosa e imbarazzata mi alzo in piedi, di fronte a lui.
Prende distrattamente la pratica e mi dice : Silvia, in tutto questo tempo non mi ero mai accorto che lei fosse così sexy! Veramente, Marco, non ho mai fatto nulla per esserlo in verità, ma davvero mi trova sexy? Siamo a cinquanta centimetri uno dall’altra e sento che nell’aria qualcosa di strano, soprattutto io mi sento strana.Lo guardo e lo vedo sconvolto ed eccitato, e lo è per me, mi sento improvvisamente una donna desiderata.Qualcosa sta succedendo, desidero anch’io quest’uomo, il quale si sta avvicinando a me.Prima che io possa dire o fare qualcosa, sento le sue mani sulle mie tette.Me le ha prese a mano aperta, me le stringe e me le palpa con forza, vorrei reagire, dirgli di smettere, ma mi piace, mi piace farmi palpare le tette, mi piace che lui me le tocchi così, sensi di colpa non ne ho, visto che questo l’ha voluto quel porco di mio marito.
Ora lo sto accontentando.
Poi la sua mano destra si sposta dal seno e scendendo lungo il fianco mi arriva al culo, e mentre mi tasta e mi stringe il culo, mi infila la lingua in bocca iniziando un lungo e sapiente bacio.In ufficio non c’è più nessuno, sono le 19.00 passate, per sicurezza il capo chiude a chiave la porta dell’ufficio, poi si avvicina di nuovo e mi bacia slinguandomi in un modo meraviglioso mentre le sue mani esplorano tutto il mio corpo, ormai sono tutta bagnata, la mia figa è un lago.Sento la sua mano infilarsi sotto la camicetta e stringermi il seno sinistro con più forza, tale da farmi male, poi le sue dita mi strizzano il capezzolo attraverso il pizzo del reggiseno.Quanto sei figa! mi dice guardandomi.Poi sempre slinguandomi mi mette le mani dietro la schiena e mi slaccia il reggiseno che cade per terra.Che tette ! Che tette fantastiche che hai, sono proprio della giusta misura!Così dicendo infila la faccia tra di loro e comincia a baciarle e palparle, poi arriva ai capezzoli che titilla con incredibili colpi di lingua, gioca con le mie tette in un modo meraviglioso portandomi piano, piano, verso un inevitabile orgasmo.Ho sempre avuto rapporti con mio marito che ha la mia stessa età, ma devo veramente dire che se non ha mai provato, un uomo maturo ed esperto è tutta un’altra cosa! Ti fa sentire più donna, più appagata.Sento che sto per venire e forse lui lo ha intuito, alza il viso, mi guarda e sento che mi prende la mano e la porta sul suo uccello.
E’ grosso e duro sotto i pantaloni.
Lo senti come ti voglio?
Lo sento, eccome se lo sento! gli rispondo io tastandogli il cazzo che sembra di acciaio.Il toccare questo cazzo duro mi fa aumentare le contrazioni della figa e mentre gli tasto le palle una prima scarica mi sconvolge da capo a piedi, sto venendo di nuovo.Ormai fuori di me mi abbasso davanti a lui e freneticamente slaccio la cintura, gli abbasso la lampo, i pantaloni e gli slip, mi appare uno splendido uccello duro come il marmo e di notevoli dimensioni, molto più grosso e più lungo di quello di mio marito, si e no misurava almeno venticinque cm.Mentre quello di mio marito ne misura quindici cm forse meno.Dai prendimelo in bocca , fammi venire! mi sento dire.Hai una stupenda bocca da pompinara !Apro la bocca più che posso ed ingoio questo splendido affare caldo e pulsante, cominciando un furioso pompino, sono infoiata in un modo incredibile, sentirmi la bocca strapiena di quel cazzone enorme, mi fa immediatamente godere un’altra volta con contrazioni violente, mai provate prima. Sono già venuta tre volte senza nemmeno scopare.
La foga che mi ha preso mi fa venire voglia di provare una cosa che ho visto in un film porno e guardando Marco con tutto il desiderio possibile, mi escono parole che mai avrei pensato di dire.
Dai vienimi in faccia!
Voglio la tua sborra sulla faccia !
Sì, sì, Sìììììì!” sento mugolare Marco.
Glielo meno velocemente e chiudo gli occhi. Uno schizzo di sperma caldo mi colpisce la guancia , poi un secondo le labbra e subito la lingua esce per prenderlo, non ho mai sentito il suo sapore.Apro gli occhi, guardo Marco che li ha chiusi e sta godendo, sempre menandogli l’uccello, gli ultimi getti me li dirigo sulle tette, poi lo riprendo in bocca bagnato, e lo succhio come un bambino succhia il biberon.
Quanto mi piace !
Sono diventata una vera pompinara !
L’uccello di Marco si è intanto ammosciato nella mia bocca, lui mi alza e mi bacia con dolcezza e gratitudine.Vieni, mi prende per mano e mi porta alla scrivania, mi solleva la gonna scoprendo le autoreggenti, poi si abbassa e mentre mi bacia le cosce, mi toglie gli slip.Siediti, mi fa sedere sulla scrivania, si china davanti a me cominciando a baciarmi prima le calze poi sale più su alla parte di coscia scoperta, sempre più vicino al centro sino a quando non sento la sua bocca sulle mie grandi labbra, sento il suo alito caldo e poi la sua lingua insinuarsi sempre di più.Mi sdraio sulla scrivania e mentre comincio a muovere il bacino per seguire le sue leccate (quanto è bravo, mi fa impazzire) le mie mani arrivano sulle tette che comincio a stringermi, mi tocco i capezzoli, durissimi, mio Dio!
E’ fantastico, mi fa morireeeee.
Di colpo il 4° orgasmo mi prende facendomi tremare in una sorta di convulsione, mi sembra di perdere i sensi, ho forse li perdo, non mi rendo conto che Marco è intanto salito sulla scrivania e si è messo a cavalcioni su di me.Sento e vedo il suo cazzo semiduro tra le mie tette che a preso a stringermi, ancora in estasi piego la testa in avanti per prendergli l’uccello in bocca, lui si avvicina e me lo infila, è ancora abbastanza piccolo e arrivo a prenderlo fino alle palle.Muovo la lingua mentre lo tengo in bocca e piano, piano, lo sento diventare duro.Ormai è completamente in tiro, comincio a leccare Marco, sa di sperma ed il sapore e l’odore non fanno che aumentare il mio piacere.Mi è venuta una gran voglia di sentirlo dentro.
Come se mi avesse letto nel pensiero mi dice.
Lo vuoi sentire dentro?
Vuoi che ti scopi ?
Sì, Marco voglio provare il tuo cazzo!
Allora dopo essersi messo in posizione, lo sento infilarsi dentro di me, Dio come, è grosso, per fortuna la mia figa è bagnatissima.Mi scopa magnificamente, lo sento entrare fino alle palle con colpi violenti, mi tocca dei punti in cui mio marito non può mai arrivare avendo il cazzo più piccolo.Marco sei meraviglioso, allargo più che posso le gambe, vorrei che mi arrivasse più dentro possibile, purtroppo dura poco.Sto venendo! sento dire mugolare Marco, e subito un’ondata di sborra calda invade dentro la mia figa. Marco è venuto per la seconda volta.Quando ci risistemiamo, sono ormai le 19.45.
Per la cronaca, ho ricevuto un passaggio di livello e un cospicuo aumento di stipendio, da tremila euro, sono passata quasi a sei mila euro, vi pare poco?
Adesso tutti i giorni, sempre d’accordo con mio marito, mi presento in ufficio terribilmente sexy, ormai dal mio capo l’ho preso da tutte le parti, compreso in culo, una meraviglia anche se ho dovuto stare a casa qualche giorno.In compenso lavoro molto meno e scopo di più.Ogni tanto al pomeriggio invece di lavorare, Marco mi porta in un Motel per scoparmi meglio, devo ammettere che con lui godo più che con mio marito, forse per le dimensioni del suo cazzo, o forse perché mi eccita farmi fottere da un uomo di sessantadue anni che non sia mio marito.Mio marito vuole solo una cosa da me, che mentre facciamo l’amore, gli racconti tutti i particolari delle scopate che faccio col Marco.
Come si dice, Contento lui.
Purtroppo scopando spesso in ufficio, la sera sono sempre molto stanca e a mio marito mi concedo soltanto una volta alla settimana, o sabato o domenica, gli altri giorni solo qualche pompino, sempre raccontando l’evolversi delle mie scopate in ufficio.
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karenlojelo · 4 years
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Candy love Scriverò la nostra vita su un quaderno a righe, che la matematica non è mai stata il mio forte, e lo riempirò di cuoricini rossi ogni giorno per tutto il tempo. Ti darò calze nere autoreggenti e smalti colorati e reggiseni di pizzo per farteli slacciare e ti leccherò le lacrime d’inverno prima che diventino ghiaccio, butterò l’ancora per non farci naufragare. Sarò la tua caramella alla frutta da succhiare quando hai sete ed è finito il vino con le bollicine. Appunterò da una parte le parole migliori e le terrò per te, le appiccicherò sul vetro con lo scotch rosa. E dovrai saziarmi che io non abbia mai fame ma senza straziarmi mai... impareremo a darci senza togliere... niente altro che i vestiti. Ti comprerò palloncini colorati carichi di elio da lasciare andare e disegnerò castelli in aria per te e ceneremo seduti sul cornicione a guardare i gatti mentre ti bacio gli occhi e cullo tutti i tuoi difetti e conteremo le stelle in cielo ogni notte. E poi guiderò la tua macchina fumando una Winston blue con il finestrino abbassato e la musica troppo alta,  ascolteremo Romeo and Juliet dei Dire Straits e io ti canterò che I dreamed your dream for you, and now your dream is real. E se tutto questo ti sembra un po’ surreale è perché la normalità certi giorni mi fa un po’ paura allora scrivo i miei buoni propositi sulle nuvole per assicurarci una vecchiaia sicura. Ci terrò al  riparo da tutte quelle cose che a un certo punto la gente tende a dare per scontate, ma non ti preoccupare, ci ricorderemo delle bollette da pagare, te lo prometto, mentre il mondo gira e noi correremo più veloci per non farci acchiappare. E stai tranquillo, ogni tanto riuscirò anche a essere normale, ma c’è tempo amore, domani è un altro giorno dai, intanto noi facciamo l’amore. Uccideremo questo disincanto ho una pistola carica di parole. #testo di @karenlojelo #photo di @damiano_tarantino_fotografie #model @rockandpainting_art #contaminazioniartistiche #collaborazioni #urbex #urbexworld #urbexitalia #photography #photographylovers #fotografiaartistica #poesiadistrada #movimentoperlemancipazionedellapoesia #onwriting #picoftheday #wordsoftheday #poetrycommunity #igwriters #scrittrici (presso Wonderland) https://www.instagram.com/p/CEySqPGnMdj/?igshid=1p0htr0hf6ecu
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