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#Piramis
semioticapocalypse · 11 days
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Gémes Péter. Napló – Piramis [Diary - Pyramid]. 1995
I Am Collective Memories   •    Follow me, — says Visual Ratatosk
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kavehaz-magazin · 5 months
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rubrumwrite · 9 months
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psychterminal · 1 year
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Koncert az óvoda tetején 1978-ban Újpalotán / Piramis /
előzenekar: Neoton Família
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jasonzsongs · 2 years
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Piramis - Mondj egy mesét  (c.1980)
One of the biggest names in hard rock in Hungary, Piramis (Pyramid) formed in 1973. Founding members Istvan Bertodi (vocals), Peter Gabor (guitar and vocals), Lajos Som (bass), Janos Toth (saxophone and flute), Bela Toth (keyboards and vocals), and Bela Szigeti (drums) would release their first album shortly thereafter, and that self-titled affair would mark the beginning of a long-running -- and very successful -- recording career that would last more than 30 years.
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tempi-dispari · 8 months
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Roberto Pirami, per aspera ad astra
Roberto Pirami, professionista della musica, si racconta in questa intervista. Soprattutto, narra della strada percorsa dall’underground alle grandi collaborazioni con nomi del calibro di Vinnie Moore, Michael Angelo Batio (Manowar), Gus G (Ozzy Osbourne), Silvia Salemi e Roberto Casalino. E’ stato poi maestro di Jacopo Volpe, Danilo Menna, Fabio Migliori, Alberto Paone, Leonardo Sentinelli, Emiliano Cantiano. Il suo suggerimento per arrivare così in alto è preparazione adeguata, perseveranza e coraggio.
Una presentazione per chi non ti conosce!
Sono Roberto Pirami, un batterista classe 1980. Il mio lavoro si divide perfettamente in due sfere: artistica e didattica. Sono attivo principalmente nel settore Rock internazionale e pop nostrano nel quale accompagno artisti come Vinnie Moore, Michael Angelo Batio (Manowar), Gus G (Ozzy Osbourne), per quanto riguarda il settore internazionale. Nel nostro Paese, invece, lavoro con artisti come Silvia Salemi e Roberto Casalino.
Inoltre, sono coach nella mia scuola di Batteria a Roma, Free Drumming Studio, e presso il Tour Music Fest. Negli anni, ho avuto il grande piacere di avere avuto come allievi alcuni dei più grandi batteristi del momento nella scena italiana fra cui: Jacopo Volpe, Danilo Menna, Fabio Migliori, Alberto Paone, Leonardo Sentinelli, Emiliano Cantiano..etc
Collaborazioni importanti le tue. Come si fa ad arrivare così in alto?
Le occasioni arrivano per tutti, la cosa importante è farsi trovare pronti per afferrarle e superare le sfide che portano con sé.
Sicuramente una preparazione solida e tanto studio sono alla base del raggiungimento di un qualsiasi obiettivo. Poi è importante fare le scelte giuste, gestire l’ego e la paura fissando sempre in testa la méta che ci prefiggiamo di raggiungere.
Quando hai iniziato a suonare?
Ho iniziato a 12 anni. Ricordo che guardavo alla televisione i video di Tullio De Piscopo e rubavo gli utensili da cucina di mia mamma per suonare sul divano. Successivamente sono entrati nella mia vita i Metallica e i Guns ’n Roses e da lì sono iniziati i miei studi di batteria, prima con il Maestro Mauro Di Rienzo e poi all’Università della Musica con Maurizio Boco, Pietro Iodice e Davide Pettirossi.
La tua prima band? Proponevate musica originale?
Ho iniziato con una band chiamata Enemynside. Ricordo che registrammo il primo Ep di inediti e partimmo subito con delle date italiane di supporto al disco.
Fu un’esperienza che ricordo con molto piacere anche perché sono ancora in attività e con loro sta suonando Fabio Migliori, un mio caro allievo.
Hai progetti personali?
Sì, ho il mio progetto musicale chiamato K2RE,che fonde il mondo rock con quello Synthwave con il mio amico e collaboratore da sempre, il chitarrista e produttore Francesco Tosoni.
Si tratta di un progetto nel quale abbiamo fuso tutte le nostre esperienze musicali e i nostri ascolti. Attualmente stiamo lavorando al mix del disco e non vediamo l’ora di farlo uscire.
Data la tua esperienza hai una visione piuttosto ampia del panorama musicale. Come è cambiato?
Credo sia cambiato molto sotto vari punti di vista. Sicuramente il pop è quello che ha avuto più evoluzione con stili che tornano ciclicamente ma che, allo stesso tempo, si rinnovano con soluzioni originali.
Il mondo del Rock più duro è forse quello che ha più bisogno di rinnovamento, ha bisogno di coraggio per sperimentare qualcosa che attiri anche le nuove generazioni.
Una criticità che molti sollevano è che ci sono pochi musicisti giovani. È vero?
Non esattamente. Le nuove leve ci sono, le scuole di musica sono piene di giovani musicisti che approcciano allo strumento. È vero anche che bisogna seguire bene questi ragazzi, guidarli non solo dal punto di vista strumentale ma anche nella ricerca dell’equilibrio in ogni aspetto del fare musica.
La musica oggi dovrebbe essere più…?
Coraggiosa. Dovrebbe sperimentare senza dover per forza seguire logiche di alcun tipo, queste ultime poi pronte a saltare non appena arriva un prodotto con anima e credibilità.
Secondo te, esiste ancora l’underground?
Si, e gode di ottima salute! Bisogna solo seguirlo, valorizzarlo e guidarlo al miglioramento. Ci sono tantissimi progetti che, se seguiti da persone competenti, potrebbero piazzarsi e trovare il proprio posto.
La sua Malattia peggiore? La cura?
Sicuramente sono una persona che ha sempre puntato al miglioramento, per fare questo bisogna avere il coraggio di perdere delle cose e questo fa paura.
La cura? L’unica che conosco è – appunto – il coraggio!
Che cosa ti sentiresti di consigliare ad un artista che inizia oggi a proporre la propria musica?
Di essere autentico, non trascurare nessuna fase della vita di un artista, sapersi circondare di persone valide che tengano al miglioramento in ogni cosa.
Ogni obiettivo, per essere raggiunto, ha bisogno di risposte ad una serie di domande molto importanti…rispondiamo prima ancora di agire!
E’ innegabile che esiste una spaccatura generazionale. Come la si potrebbe sanare?
Ovviamente ognuno di noi ha la propria mappa della realtà che sta vivendo, creata dai propri valori e dalle proprie esperienze. Il problema nasce dal fatto che le vecchie generazioni spesso sono poco disponibili ad accettare cambiamenti. Ovviamente non tutti questi cambiamenti sono positivi ma, in ogni caso, è necessario confrontarsi e capire in ogni situazione come ottenere un punto d’incontro!
Una domanda che non ti hanno mai posto ma ti piacerebbe fosse rivolta?
Ho avuto fortuna perché ho sempre ricevuto domande pertinenti e interessanti.
Forse non mi hanno mai chiesto circa la preparazione fisica e mentale prima dei live più importanti. Il segreto è tutto lì!
I tuoi prossimi passi?
Ne ho diversi: finire il disco del mio progetto K2RE, preparare il tour con Gus G, la didattica nella mia scuola di batteria. Portare avanti sia la parte artistica che la parte didattica e farlo al meglio che posso.
L’artista con cui ti sei trovato meglio?
Ognuno ha la sua personalità, sicuramente riesco a stare bene e lavorare bene con tutti, quindi non saprei dirti quello con cui mi sono trovato meglio…potrei dirti quello con cui mi sono trovato peggio (scherzo! ahah)
Uno che ti ha stupito?
In modi diversi hanno tutti caratteristiche notevoli. Sicuramente on stage tutti quelli con cui ho lavorato o lavoro hanno una grande carica e professionalità!
I grandi nomi con cui hai collaborato, ti hanno stupito in positivo o negativo?
Tutti noi abbiamo due lati del magnete, positivo e negativo, quindi ho avuto modo di cogliere entrambi i lati da ognuno di loro.
Sicuramente on stage sono tutti dei gran professionisti e i comportamenti cambiano in base alle situazioni che si vengono a trovare. Devo dire di aver trovato in ognuno di loro un buon equilibrio e questa è la cosa più importante.
Un aneddoto divertente che ti è capitato
In tour ce ne sono tantissimi, non ne ricordo uno in particolare. Sicuramente ho dei bei ricordi di due day off, uno a Malaga e uno ad Amsterdam. A Malaga perdemmo la coincidenza per le Canarie e l’agenzia ci fece fare un day off forzato, ricordo che facemmo un giro per la città addobbata per il Natale: era bellissima e ci siamo divertiti molto. La stessa cosa ad Amsterdam nel post concerto: quando si è anche un gruppo di amici gli aneddoti sono all’ordine del giorno.
Il live che ricordi con maggiore piacere?
Forse il primo in assoluto con Blaze Bayley a Udine. Fu massacrate ma determinante per prendere sicurezza in quello che facevo
La difficoltà ad essere un musicista in Italia?
La prima è capire realmente chi si vuol essere! Molte volte diamo la colpa al nostro Paese d’origine se le cose non vanno come devono andare ma se tu avessi la possibilità di parlare in sincerità con ognuno di queste persone noteresti una serie di comportamenti sbagliati che inevitabilmente ti portano a non raggiungere l’obiettivo.
Conosco musicisti che ce l’hanno fatta e che non ce l’hanno fatta in Italia, in America, in Inghilterra. La differenza fra le due tipologie è solo una: la testa!
Se tu fossi tu ad intervistare , ipotizzando di avere a disposizione anche una macchina del tempo, chi intervisteresti e cosa gli chiederesti?
Sono stato un grande fan dei Guns’n’Roses, avrei davvero voluto sapere da Axl la vera storia della band e dei rapporti che avevano fra di loro, come componevano, le scelte discografiche etc..
È vero che ci sono le biografie e molto si può sapere tramite questo ma spesso sono un po’ troppo “romanzate” e poi il piacere di sentirselo raccontare dal vivo non ha paragoni!
Un saluto e una raccomandazione a chi ti legge.
Ciao ragazzi e grazie. Mi raccomando di non abbattersi mai per le batoste che riceverete nell’inseguire i vostri sogni. Ricordatevi che non si potrà mai sconfiggere una persona che non molla mai!
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harasztigyula · 2 years
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Online bejárható - Az Intel chipgyártást bemutató múzeuma
Online bejárható – Az Intel chipgyártást bemutató múzeuma
Az Intel a napokban jelentette be, hogy gyakorlatilag az egész világ számára elérhetővé tette a chipgyártás mintegy fél évszázados történetének legfontosabb mérföldköveit és eredményeit bemutató múzeumát. A valóságban is létező múzeumot mostantól bárki bejárhatja a gépe előtt ülve, virtuális módon. A vállalat még 1983-ban nyitotta meg a múzeumot, ami azóta is üzemelt, és éves szinten mintegy…
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medeaft · 5 months
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The way to the Pyramid (originally: Út a Piramis felé) 2023 Acrylic on paper
All of this is very symbolic, and everything is on it for a reason. It is Tremere-related, and is intended to try to express how I see the clan and what that means to me.
The labyrinth is unicursal. You can't tell that from this angle, but there will be another painting at some point (not immediately, but hopefully not far in the future) that will make that clear. One doesn't actually lose one's way; however long and winding, however many times it seemed like you were going the wrong way, all of that was necessary: the path you walked so far was the correct path, and you will get where you are going.
I had some difficulty with how to tag this, because I wasn't sure all my Medea-typical death mysticism thoughts were visible enough on the surface of it to tag; but even aside from the vampire thoughts, a pyramid is a tomb, and that's not coincidental.
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6pisztolyzenekar · 28 days
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Rákosi elvtársék a húsz ujjukat megnyalták volna egy ilyen törvény láttán.
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theegoist · 2 years
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István ef Zámbó (Hungarian, b. 1950) - Miska kancsó a piramis mellett (Miska jug besides the Pyramid), mixed technique on fiberboard, 81 x 55 cm (1970)
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gyuricaur · 3 months
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"A várótermek füstje marja a szemed
Ahova elmennél oda drágán adnak jegyet"
(Piramis)
Emlékszem a szétdohányzott, büdös várótermekre, télen kitört ablakú állomásokon didergésre, tizenévesen a romantikus kilencvenes években, elszegényedett értelmiségi családban faluról, alulnézetben látva az országot. Most már szebb színben kellene látnom mindent, különben mi értelme az életnek, hát próbálom magam ehhez tartani.
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psychterminal · 1 year
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Piramis - Koncertrészlet (1976)
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telaviv-delhi · 4 months
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Jé, nemcsak Las Vegasban van piramis meg Szfinx. Sőt, Las Vegas Hurghadaban is van.
Sör viszont nincs a közértben, azért Las Vegasig kell menni. Szerencsére nincs messze a szállástól.
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ortoysangre · 4 months
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Si estos datos caen en manos equivocadas, las consecuencias podrían ser graves. Por ejemplo, si la información del iris de una persona se filtra o se roba, esa persona podría quedar vulnerable a formas de identificación falsa o mal uso de sus datos biométricos, sin tener ninguna posibilidad de ‘resetear’ sus características físicas para arreglarlo. Esto podría llevar a violaciones de seguridad, robo de identidad, o extorsión. También, la captura masiva y global de este tipo de datos genera preocupaciones sobre la vigilancia y el seguimiento indebido, ya que estos datos constituyen virtualmente una forma infalible de identificación”.
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keletenkitisztul · 1 year
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Zitának piramis
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zoeeozzoeeoz · 11 months
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Piramis Ha volna két életem
Piramis = Révész Sanyi!
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