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simofree · 4 years
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Rudolf Nureyev :  una vita tra la luci ed ombre.
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Rudolf Nureyev era tutt’altro dal gentleman che vogliono rifilarci i romantici e i nostalgici che magari lo hanno conosciuto per un quarto d’ora o che lo hanno incontrato in occasioni eleganti e raffinate, lui, una volta chiuso il sipario e spente le luci doveva fare i conti con immensi tormenti, paure, psicosi e un irreversibile rifiuto per qualunque ordine gerarchico tanto per strada, quanto in sala ballo o tra i conoscenti. Dopo una gioventù trascorsa tra le violenze psicologiche del comunismo nell’Unione Sovietica (1922-1991) e la chimera del sogno occidentale Rudolf dovette convivere con un eterno sentimento di rabbia e rivalsa tra le luci della scena e le ombre della notte.
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  Alcuni aneddoti che riguardano la sua vita lavorativa e quella privata sono venuti alla luce di recente sulla stampa estera e grazie alla pubblicazione di alcuni libri – ancora non tradotti in italiano – emerge un ritratto nuovo e disarmante della stella dell’est. Non che il pubblico fosse completamente all’oscuro riguardo il suo caratteraccio, al contrario, un vocìo costante circa i suoi diversi alter ego tra violenza e ribellione e dissolutezza c’è sempre stato, ma si tratta di un vocìo sommesso e timido, perché si pensa erroneamente di tradire la sua magnificenza divina ammettendo le sue debolezze umane. 
Beryl Gray, 90 anni compiuti lo scorso giugno, prima ballerina inglese ad aver danzato al teatro Bolshoi e direttrice artistica dell’allora London Festival Ballet (oggi English National Ballet) dal 1968 al 1979 racconta, nella sua autobiografia, alcuni aneddoti della sua vita lavorativa con il grande ballerino. Nel 1977 invitò Rudolf Nureyev a creare per i suoi ballerini Romeo & Juliet, che ancora oggi resta la versione coreografica portata in scena dalla compagnia londinese. Nei suoi diari scrive: “Ogni giorno era diverso e imprevedibile […] come grande artista e produttore era fantastico, era fonte d’ispirazione per i nostri ballerini, ma detestavo il suo linguaggio volgare, la sua costante maleducazione e i malumori imprevedibili.”
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Nel suo “For the love of dance” (Oberon Books, 2017) Beryl ricorda un’esibizione di Romeo e Giulietta in cui Nureyev “ha attaccato una delle nostre principali ballerine, Liliana Belfiore, imprecava furiosamente fino a prenderla a calci sul sedere così forte che ha lasciato il palco con grande dolore. Fu chiamato un medico che, dopo averla visitata, disse che il coccige era stato danneggiato e addirittura piegato dai calci”.
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Beryl Grey: | 1953 Beryl Grey as Odile in Swan Lake.
Anche Simon Robinson, ultimo giovane assistente di Rudolf, racconta nel suo libro “A year with Rudolf Nureyev” (Quercus, 2013) di un uomo irascibile e volubile, pieno di ossessioni e rituali assurdi, capace di creare il vuoto intorno
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  Iniziò a lavorare per lui nel tour di The King And I, non sapeva nulla del balletto, e suppose fosse per motivi riguardanti lo spettacolo che Nureyev dovesse dormire in una stanza d’albergo con le finestre chiuse e il riscaldamento alzato al massimo, indossando una tuta di spugna sopra una felpa di Topolino.  La vita di Simon al servizio del grande ballerino pare fosse durissima, ma nonostante i litigi e le discussioni furiose da cui Nureyev pretendeva di uscire sempre vincente, decise comunque di restare al suo fianco. “Non c’era mai motivo di discutere, discutere era una sfida e, poiché Rudolf non sbagliava mai, una sfida equivaleva al tradimento“, scrive Simon.
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La rabbia e le frustrazioni che sembravano caratterizzare le sue giornate venivano poi incanalate e sublimate nelle esperienze notturne tra sesso promiscuo, risse ed esperienze al limite. Il suo difficile rapporto con il padre, che aveva sempre odiato in quanto  ufficiale dell’Armata Rossa e decorato eroe di guerra che lui definiva “un brutale stalinista” e il non aver più visto la mamma per ben 26 anni se non in punto di morte in quanto le era stato vietato viaggiare dal regime comunista, lo avevano poi portato al categorico rifiuto di ricevere ordini, all’abitudine di sottomettere chiunque e tenere testa in qualsiasi situazione anche dove non c’era assolutamente bisogno di prevalere
separare la vita privata da quella pubblica e rendere giustizia al demone ribelle e irriverente che abitava dentro di lui
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Nureyev rivisita il balletto classico, lo reinterpreta e rivoluziona il ruolo del ballerino, che mai più sarà el porteur della prima ballerina. Crea dei soli e crea ruoli aggiuntivi per il protagonista maschile. Ha avuto anche la capacità di esperimentare, quindi non solo di essere ballerino classico, ma anche coreografo, attore, direttore d’orchestra. Questa capacità e voglia di mettersi sempre in gioco, sempre alla prova, dimostra che non ci sono limiti ad un artista di quella caratura.  Roberto Bolle in: Artists in Love. Rudolf Nureyev & Erik Bruhn (2016).
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incarnava genio, perfezione e carisma ...
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Un'altra sua magica partner fu Carla Fracci, con la quale formò una coppia indimenticabile.  dalla sua casa di Milano, la ballerina italiana intende sfatarne la fama di divo arrogante: "In realtà era corretto e generoso", sostiene. "Poteva esplodere in sfuriate e dimostrare toni bruschi, ma sulla scena alimentava di energie meravigliose la sua partner. E io lo percepivo come un giovane fondamentalmente timido e tenero". Carla rammenta certe sue strane confidenze: "Mi raccontava di sognare spesso sua madre che saliva su una scala i cui gradini erano fatti di pane". Al suo fianco ballò i titoli più significativi del repertorio: "Facemmo Giselle, Il lago dei cigni, Coppelia, Don Chisciotte. Ma lo spettacolo al quale sono più legata è il suo Schiaccianoci, la cui coreografia è terribilmente impegnativa. Avevo a disposizione solo cinque giorni per imparare il ruolo. Stavo per rinunciare ma Rudy insistette per coinvolgermi, pur avendo a disposizione altre ballerine. Ci chiudemmo in sala-prove per ore e ore, e lui m'insegnò il balletto passo dopo passo con determinazione furiosa". L'esito fu un trionfo 
Da fiero anticonformista, Nureyev ammirò Martha Graham, la capofila della "modern dance" americana, e ne volle danzare i perimetri angolosi: fu la prima star con un background classico che decise di viaggiare sui binari del contemporaneo. Dall'83 fino all'87 guidò la compagnia dell'Opéra di Parigi, a volte sfiancandola col suo atteggiamento dispotico. Ciò nonostante fu un direttore audace e preveggente, che scoprì e lanciò, all'interno dell'ensemble parigino, una generazione di talenti straordinari, tra cui spicca soprattutto Sylvie Guillem.
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nella biografia di Julie Kavanagh
“Il ritmo era in ogni cosa: in quella vita disarmonica, nell’eccesso del movimento, nella curiosità inquieta. Nelle sue esperienze incastrate tra un oriente e un occidente che lui non riusciva a capire del tutto, ma nei quali viveva fuggendo e anche ballando, come se ballare fosse l’unica ricerca che veramente lo interessasse. La vita di Rudolf Nureyev è ciclica, è perfetta, è estetica pura e sofferta. È trasformazione. Non ci sono ripensamenti, c’è una spinta continua ad andare avanti, un’ansia di vivere che lui riusciva a placare soltanto danzando. Nella ciclicità e nella perfezione di una vita da artista, Rudolf Nureyev non poteva che nascere su un treno, sua madre era voluta partire nonostante tutto e mentre i vagoni viaggiavano lungo la ferrovia sovietica che lambiva il tramonto del lago Bajkal, nasceva lui. Unico figlio maschio “
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Inizia così la biografia scritta da Julia Kavanagh uscita in Italia per La nave di Teseo e dal titolo “Nureyev. La vita”. Lo chiamavano il “ragazzo nato in treno” e in viaggio ha trascorso tutta la sua vita. Ogni cambiamento per lui è avvenuto in luoghi di attesa, in aeroporto a Parigi gli dissero che non poteva più far parte della compagnia, il Kirov avrebbe proseguito per Londra e lui no, a causa della nottata dissoluta trascorsa la sera prima nella capitale francese. Gli ordinarono di tornare a Mosca, lui preferì Parigi, rimase dall’altra parte dell’Unione sovietica, così divenne un traditore.
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Nureyev: La Danza Tra Psicologia E Rivoluzione
Nureyev rivoluziona per sempre la danza europea, supera i paletti posti tra danza classica e moderna, combina le tecniche, rivoluziona la forma. Ricuce una serie di binomi che la tradizione occidentale concepiva come inevitabilmente scissi: mente e corpo, tecnica e anima. Elimina le parrucche, il trucco pesante, le gestualità barocche e ridondanti, tutti quegli orpelli di una danza europea divenuta ormai sterile e priva di anima. Rivoluziona il ruolo maschile nel balletto, tradizionalmente considerato un mero supporto, un accompagnamento ai passi della ballerina, fino ad allora considerata l’unica vera protagonista del balletto. Le dinamiche più profonde del rapporto tra uomo e donna vengono interpretate in chiave totalmente nuova sul palco. Con Nureyev il gioco a due sul palco diventa pura magia e l’assolo maschile spettacolo vero.
Il ballerino baschiro studia nuove tecniche di controllo corporeo e le insegna perché vuole portare la danza oltre le sue forme, per renderla capace di esprimere nuovi contenuti. Il cuore della danza di Nureyev diventa lo studio dell’espressione della psicologia dei suoi personaggi. La danza non è più solo esecuzione perfetta del movimento, ma diventa la più alta espressione interiore, una vera e propria ricerca intima e profondissima, quel ponte tra anima e corpo che la tradizione occidentale aveva per secoli nettamente separato.
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Se la danza oggi rappresenta un filo capace di legare corpo e mente lo dobbiamo anche al genio e al talento ineguagliabile di Rudolf Nureyev, che ha saputo portare la forma del movimento ai suoi vertici per immergersi nel più profondo dell’animo umano.
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Nureyev con la sua arte incise in maniera indelebile sui caratteri della danza maschile e non solo: egli si impose ovunque per «il virtuosismo brillante, l’espressività misurata e il carisma elettrizzante» con cui restituiva, attraverso un’attenta lettura del personaggio, nuova vita ai drammi che andavano sulla scena. Il ballerino seppe uscire dai canoni estetici della coreografia classica per toccare le vette di un’autentica forma di rappresentazione artistica ove, ad un’audace padronanza della tecnica, facevano seguito le prodezze di un gesto sempre attento, raffinato e sensuale, pieno di grazia e virilità, nelle cui forme lo spirito di Rudolf Nureyev sembrava librarsi al di fuori del tempo. 
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simofree · 4 years
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Ballo e danza
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                             Danza d’Apollo con le Muse
La danza ha origini antichissime: ancora prima di sviluppare pienamente il linguaggio, l’uomo si muoveva al suono di strumenti rudimentali o del canto, per celebrare avvenimenti quali il successo nella caccia o addirittura il sorgere del sole o la caduta della pioggia. Presso i popoli antichi la danza era presente in tutte le cerimonie di carattere sociale e religioso ... dal Rinascimento la danza ha deviato verso un percorso più artistico e meno sacro. Il balletto così come lo conosciamo, si andava delineando già nel XV secolo....
 I primi spettacoli danzanti e le scuole di danza in Europa nel '500.
 Il termine "balletto" (o ballitto) fa la sua comparsa a gli inizi del XVI secolo, in sostituzione del più generico "danza". In questo periodo vanno in scena i primi spettacoli danzanti, la cui struttura si sviluppa attorno ad un filo conduttore, ovvero il tema amoroso. Un balletto si dedicava generalmente a una dama di corte e veniva messo in scena a palazzo. Sempre nel '500 il ballo inizia a diffondersi in tutta Europa. 
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In Francia i primi balletti vengono introdotti nel 1588 da Thoinot Arbeau. 
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Egli mette in scena un corteo danzante che si chiama "Bal des ardents".
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 Nel '500 nascono le prime scuole di ballo. La prima grande accademia per ballerini nasce in Italia per iniziativa di Pompeo Diobono. 
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Da qui e dalle altre scuole italiane partiranno numerosi ballerini talentuosi. Verso la fine del '500, con la codificazione di tutte le arti, si parla di una scuola italiana, di cui fanno parte i maestri teorici della danza. Essi si occupano di definire tecnica, etica ed estetica dei danzatori.
Ma già il '400 vede l'inserimento del balletto tra le forme artistiche principali. In quel periodo ci furono molti cambiamenti grazie ai quali si assistette ad una rivoluzione delle corti nobiliari: il ruolo di protagonista passa dal capo politico e militare all'artista. Molti nobili cercano di accaparrarselo offrendo somme di denaro sempre più alte.Ecco  i maestri di danza che insegnavano a far apprendere le figure, le posizioni e i passi secondo un sistema di regole. Infine, prendeva forma il primo balletto. ... nel 1581  a Parigi venne rappresentato nel salone del palazzo del Duca di Borgogna il Ballet Comique de la Reine ovvero Circe del coreografo italiano Balthasar di Belgioioso. 
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Lo spettacolo – un insieme di recitazione, canto e danza – è considerato il primo balletto in assoluto e venne rappresentato a Parigi presso l’Hotel de Bourbon nel Louvre il 15 ottobre 1581, in occasione del matrimonio tra il Duca de Joyeuse e Mademoiselle de Vaudemont (Marguerite de Lorraine). I versi furono scritti da La Chesnay, la musica da Lambert de Beaulieu 
 le scene disegnate da Jaques Patin
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 e il responsabile dell’intero allestimento fu Balthasar de Beaujoyeux (Baltazarini di Belgioioso). Durava dalle dieci di sera alle tre e mezza del mattino ed era costituito da quadri che narravano la leggenda di Circe. Il corpo di ballo era composto da dodici Naiadi interpretate da membri dell’aristocrazia mentre Giove, Pallade, Atena, Pan e Mercurio erano i protagonisti accompagnati dalle Driadi, dalle quattro Virtù e da otto Satiri. La coreografia, rigorosamente geometrica, era costituita per lo più da cerchi, spirali, triangoli e quadrati. Lo spettacolo, che ebbe un successo strepitoso e si avvaleva di un grande numero di effetti speciali oltre ad un enorme carro trionfale, costò più di tre milioni e mezzo di franchi d’oro. 
La danza divenne allora molto popolare nei palazzi dei nobili e poiché la passione dei nobili che si dedicavano alla danza non poteva più soddisfare una perfetta riuscita dei balletti, fu fondata nel 1681 per volontà di Luigi XIV l’Academie royale de danse con lo scopo di stabilire delle regole per il perfezionamento di quest’arte. A dirigere quell’Accademia fu chiamato Pierre Beauchamp che inventò le cinque posizioni basilari del balletto accademico. 
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...è necessario interessarsi anche delle sue origini, dove essa è nata, quando, come e perché.... nella Francia del 1600, presso la corte del giovanissimo Luigi XIV, anche noto con il nome di Re Sole. Fu così soprannominato per la sua interpretazione del sole, appunto, ne Le ballet royal de la nuit alla giovane età di 15 anni. Si narra che il balletto iniziasse al tramonto e durasse 13 ore, così che il giovane re danzò tutta la notte ininterrottamente.....uno dei più rappresentativi “ballet de cour”. trae origine e nome dalle attività danzanti che venivano organizzate, in occasione di importanti ricorrenze, da re e nobili.
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in quattro parti, iniziava al tramonto e durava tredici ore. Presentava figure mitologiche appartenenti al mondo della notte.Luigi XIV, non ancora quindicenne, vi interpretava diversi ruoli che culminavano nella sua apparizione nel ruolo dell’astro che illumina e feconda la terra: il sole, da cui nacque il soprannome “Re Sole”. 
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L’imponente scenografia con le sue fantastiche macchine teatrali e i costumi di un esotismo stupefacente furono create da Giacomo Torelli, 
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prestigioso artista della grande stagione barocca.
L’autore del testo fu Isaac de Benserade 
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mentre Pierre Beauchamps 
– che diventò poi Maestro di Ballo di Luigi XIV e in seguito sovrintendente dei balletti del re – danzò accanto al sovrano. Parte delle musiche e delle coreografie furono create da Jean-Baptiste Lully (il cui vero nome era Gian Battista Lulli). 
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La passione per la danza condusse Re Sole a fondare l’Académie royale de danse nel 1661, attuale Opera di Parigi.
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 Grazie a tale accademia si cominciò a coniare la tecnica della danza classica così come la conosciamo oggi. Possiamo quindi attribuire a Re Sole la nascita di della danza classica, seppur all’ epoca presentasse delle differenze rispetto alla disciplina odierna. Ad esempio, al tempo non venivano utilizzavate le mezze punte bensì delle scarpe con tacchetto. Queste, unite a pomposi ed ingombranti vestiti limitavano notevolmente i movimenti....  formare i ballerini per le esibizioni. L'attività della scuola fu così attiva e positiva, che nel '700 i ballerini francesi iniziarono ad esibirsi in teatri pubblici.
Durante il Romanticismo, a cavallo tra '700 e '800, il Teatro dell' Opéra di Parigi era un esempio pratico del successo che aveva riscosso il balletto all’epoca .Qui nacque il balletto romantico per eccellenza, la Sylphide. La realizzazione di questo balletto si deve a Maria Taglioni, con coreografie del padre, Filippo. In queste splendide opere andava in scena l'amore impossibile tra un uomo ed uno spirito, ambientato nella suggestiva atmosfera scozzese. Il successo fu incredibile e in molti vollero assistere agli spettacoli.
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Con l'inizio del XX secolo la tradizione russa, legata al balletto, si diffonde in tutta Europa. Nel 1909 un impresario, Sergei Diaghilev, intuì le potenzialità commerciali del balletto. Egli divenne fondatore di una compagnia itinerante di danzatori, la quale doveva girare di Paese in Paese per mettere in scena le proprie opere.
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Con la morte di Diaghilev, nel 1929, i danzatori e i coreografi che ne avevano fatto parte, tra cui la splendida e famosissima Anna Pavlova, si divisero. Alcuni membri della compagnia fondarono altri gruppi e girarono il mondo.
Famosa la performance de il cigno 
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simofree · 4 years
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VAN GOGH....MISCELLANEA
Van Gogh era andato a trascorrere un paio di mesi a Drenthe nell'autunno del 1883. I compagni artisti gli avevano raccontato della bellezza del paesaggio. Vincent lo ha descritto come segue: ′′ Non riesco a descrivere con più precisione l'aspetto esterno nel crepuscolo o subito dopo il tramonto che ricordandovi un particolare dipinto di Jules Dupré che credo appartenga a Mesdag, con due capanne in cui i tetti muschi distinguersi sorprendentemente nel profondo del tono contro un cielo serale confuso e polveroso. Questo è qui." #OnThisday nel 1883.
Quello che ha più affascinato sul dipinto di Dupré è stata l'atmosfera insolita. Ha cercato di ottenere un effetto simile in questo acquerello di case agricole a Drenthe. Jules Dupré, sera, c. 1875-1880 anni, De Mesdag Collectie Vincent van Gogh, Paesaggio con una pila di torba e agriturismo, 1883 Van Gogh Museum
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INOLTRE.... 
 Vincent aveva finalmente trovato un posto alla Casa Gialla dove non solo poteva dipingere ma anche far venire i suoi amici a stare. nel 1888 Vincent scrisse a suo fratello Theo: ′′ Uno di questi giorni vedrai un dipinto della casetta stessa, sotto il sole pieno altrimenti con la finestra illuminata e il cielo stellato." Vincent van Gogh, la casa gialla (La strada) (1888) Van Gogh Museum
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1888: ′′ Ah, mio caro fratello, a volte so così chiaramente quello che voglio. Nella vita e anche nella pittura, posso facilmente fare a meno del caro Signore, ma non posso, soffrire come faccio, fare a meno di qualcosa di più grande di me, che è la mia vita, il potere di creare." Vincent van Gogh, campi arati ('The Furrow') (1888) Van Gogh Museum 
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Nell'agosto 1883 Vincent stava pensando di trasferirsi a Drenthe: 
Vincent: ′′ Ora però dipingere molto non è qualcosa che potrebbe non essere posticipato. Che, ed essere infilati ancora una volta nella serenità della natura in un'area di salute - senza dubbio - ci porterà alla vittoria alla fine, e a progredire da un mese all'altro." 
23-29 agosto 1883.Ha disegnato e dipinto spesso nei due mesi che ha trascorso lì. Vincent van Gogh, fattoria con pile di torba (1883) Van Gogh Museum. 
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1882:′′ Per tutta questa settimana abbiamo avuto gales, tempeste e pioggia qui, e sono stato a Scheveningen molte volte per vederlo. Ed è tornato con due piccoli marini. C ' è già tanta sabbia in quella, ma con la seconda, quando c'è stata davvero una tempesta e il mare si avvicinava molto alle dune, ho dovuto raschiare tutto due volte a causa dello spessore strato di sabbia che la copre completamente. Il vento era talmente forte che riuscivo a malapena a stare in piedi e a vedere a malapena tra le nuvole di sabbia. Ho provato a farlo scendere comunque dipingendolo subito di nuovo in una piccola locanda dietro le dune, dopo prima aver raschiato tutto, e poi uscire a dare un'altra occhiata da lì. Quindi ho un paio di souvenir, dopotutto." Vincent van Gogh, Vista del mare a Scheveningen (1882) Van Gogh Museum
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La vita di Vincent aveva tanti alti e bassi, ma poteva sempre contare sul sostegno di suo fratello minore Theo. È stato Theo a consigliare Vincent di diventare artista e lo ha sostenuto finanziariamente. In una lettera del 19-20 agosto 1888 Vincent scrisse: ′′ Essere spensierati, sperare che uno di questi giorni venga liberato dalla pennilezza: pura illusione. Mi conterò bene soddisfatto di lavorare per una paghetta che basta e la mia tranquillità nel mio studio per il resto della mia vita." Vincent van Gogh, Giardino di un bagno (1888) Van Gogh 
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′′ Quando uno vive con gli altri ed è legato da un sentimento di affetto si sa che uno ha un motivo di essere, quello potrebbe non essere del tutto inutile e superfluo ma forse buono per una cosa o per l'altra, considerando che abbiamo bisogno l'un l'altro e stiamo facendo lo stesso viaggio dei compagni di viaggio." Scritto Vincent tra il 11 e il 14 agosto 1879. Vincent van Gogh, Giardino con coppie corteggianti: Piazza Saint-Pierre (1887) @vangoghmuseum
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Vincent si è tenuto in contatto con Theo scrivendo lettere. Non vedeva l'ora di sentire suo fratello: ′′ Ora, vecchio mio, ti scrivo con la luce di una lanterna e la candela sta diventando molto corta, adieu, ti auguro bene; se puoi, scrivi qualche parola con qualcosa sui pittori, e Se senti qualcosa di interessante su questo o quello, ma meglio sarebbe comunque la tua impressione su quello che vuoi. Buonanotte, accetta nel pensiero una stretta di mano vivissima e credimi sempre. Il tuo amore, Vincent." #AccaddeOggi nel 1878. http://vangogh.nl/jG8d50AE0OD 
Vincent van Gogh, Autoritratto o Ritratto di Theo van Gogh (1887) @vangoghmuseum
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simofree · 4 years
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Todi ... strade che danzano a suon di musica…2018
DANCE DANCE DANCE …INVITO ALLE DANZE TRADIZIONALI GRECHE
vie,  piazzette e atrii , ecco Anna Botzios e il Gruppo Terpsichòri: exibition in costumi tradizionali greci in danze popolari elleniche e  lezioni di danze greche en plein air a Piazza Garibaldi, offerte a chi desidera provare i passi. Dobbiamo rifarci a Luciano da Samosata, 
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 protagonista di un viaggio fantastico nell'Elisio visto come 'l'isola che non c'è', per entrare nella descrizione di un  luogo privilegiato di suoni musicali con i quali viene comunicata la felicità per  mezzo del  canto degli uccelli, delle brezze che spirano, del  risuonare delle cicale, del  suono del vento tra gli alberi…insomma la musica e la danza prodotte dalla natura, dagli animali e dagli strumenti musicali nell'isola dei beati procura la felicità, miscellanea di fatti sonori diversi: "La danza è nata dall’amore ed ha avuto origine nelle danze cosmiche degli astri, dal moto dei cieli e dalla loro armonia. Essa è dono divino, forma di perfetta adorazione, presente in tutti i culti. Il danzatore ha il dono di illustrare, tramite i gesti e i movimenti del corpo, i sentimenti, gli usi e le passioni umane.
"Il poeta greco Kavafis  afferma che quando si balla è l’anima stessa che con i passi di danza, imprime sul terreno ciò che racchiude. La danza, dunque, trasforma lo spazio fisico dei movimenti corporei in luogo di espressione e condivisione di valori sociali ed etici:” Ogni cultura possiede un linguaggio musicale proprio e specifico, fatto di organizzazione di suoni, ritmi, armonie, sonorità, strumenti, forme.                                
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Questi diversi linguaggi musicali, a loro volta, riflettono modi di pensiero, ideologie, credenze, usanze, caratteristiche ambientali, realtà così diverse che, però, riescono, attraverso la sincronizzazione delle emozioni che in ognuno di noi suscitano, a costruire armonie tra popoli”.    
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Le strade di Todi hanno fatto da scenario privilegiato a varie forme di danza col suo potere mimetico nel rappresentare caratteri, passioni, azioni. E‘ il caso delle danze greche illustrate dal gruppo Thersicorei,  esse hanno origini antichissime come dimostrano le figure danzanti di molti vasi dell’epoca e sono nate nei diversi strati sociali. Questa tradizione è legata direttamente  con la storia, la lingua, la posizione geografica, gli usi e le consuetudini. Per nessun altro popolo la danza ha un ruolo così importante, come mezzo di “mantenimento dell’Identità Nazionale”.
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Oggi le  danze sono lontane dal significato originario, ma hanno ancora movimenti simili a quelli dell’epoca classica. E la Sousta un delle più comuni e i cui passi si sono visti muovere a Todi, è ora  spogliata quasi per intero del suo carattere marziale (era la danza eseguita da Achille intorno alla pira funeraria dell’amico Patroclo), si è ridotta a svolgere un tema di amore, per coppie di uomini e di donne che si fronteggiano, quasi balli d’amore in cui si fronteggiano uomini e donne. E come allora le danze si svolgono al suono di musiche ritmiche  suonate da strumenti a corde e a fiato.
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simofree · 6 years
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#buongiorno con Lo specchio di Robert Reid, 1910.
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HAIKU
Amo il mare/il mare il mio specchio./Onde come l'anima.
SIMO 2000
#uomolibero
#mare
#robertreid
#haiku
#nellospecchio
#versibrevi
#ondeallinfinito
#guardolamiaanima
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simofree · 6 years
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Quando la sera/ calava spietata/
tu guado sicuro.
SIMO 2000
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simofree · 6 years
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Rilassati. Raccogliti. Allontana da te ogni altro pensiero. Lascia che il mondo che ti circonda sfumi nell'indistinto.
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simofree · 6 years
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Autumn Dance - Criste Mihai .Romania
HAIKU
Foglie cadono. /Lievemente planare./Tutto un attimo
SIMO 2000
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simofree · 6 years
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simofree · 6 years
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Qualcosa di particolare...il giardino incantato a Giverny...in mostra a Roma.
Qualcosa di particolare…il giardino incantato a Giverny…in mostra a Roma.
Giuseppe Fantasia Giornalista ci introduce nel giardino incantato di Monet… “Dopo una vita passata a scoprire luoghi e a conoscere persone in giro per il mondo, a poco più di quarant’anni, Claude Monet (1840-1926), decise di trasferirsi in Normandia, nel villaggio di Giverny. All’epoca, quello che poi diventò il suo celebre giardino – ancora oggi uno dei più visitati e sede del museo/fondazione…
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simofree · 7 years
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Tobino ed il suo particolare romanzo
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Dal blog Il mio mondo della lettura – Letture senza tempo, mi riallaccio al motto “Leggere è libertà, come amare o sognare…” – Pennac – Ho riletto “Il perduto amore”, uno dei romanzi scritti dall’autore lucchese, nel mio rifugio in Umbria, al fresco della passeggiata della Rocca Mario Tobino, Il perduto amore, Mondadori, 1979 PREMIO STREGA La prima edizione Mondadori uscì nel gennaio 1979 ,…
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simofree · 7 years
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Fontana di Trevi...un caldo luglio ... 2016
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simofree · 7 years
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Dal best-seller  al film..."Piccoli crimini coniugali"
Dal best-seller  al film…”Piccoli crimini coniugali”
Una interessante Recensione: uno splendido noir carico di una sottile e intelligente ironia. Piccoli crimini coniugali film noir. Alex Infascelli torna al cinema di finzione dopo il delizioso “S Is For Stanley”, docu-film col quale il cineasta romano ha raccontato l’esistenza londinese di Emilio D’Alessandro, che ha speso una vita a fianco del grande Kubrick, che ha supportato nella gestione dei…
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simofree · 7 years
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Check out this review of Advanced Style
Here is a review by Simo: https://www.goodreads.com/review/show/690865692
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simofree · 7 years
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16 marzo: San Patrizio
Come mai ogni 17 marzo tante  persone vestite di verde (magari con una pinta di birra in mano) che festeggia per le strade? Perché è il Saint Patrick Day, il giorno di San Patrizio! In questo giorno , oltre alla baldoria e agli eccessi, si ricorda la figura del Santo Patrono dell’Irlanda, San Patrizio appunto, il quale diffuse il Cristianesimo sull’isola. Chi era San Patrizio?Il vero nome  era…
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simofree · 7 years
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La vita è sempre una piccola magia...
La vita è sempre una piccola magia...
La mia amorosa fata
Eccola  è sulle mie palpebre
i suoi capelli nei  miei,
uguale  la forma delle nostre  mani,
è sprofondata nella  mia ombra.
Lei vigila  sempre ad occhi aperti
Sul mio calmo  dormire.
Rende incantato  bosco
Abita  il Frassino, la Betulla,
il Nocciuolo, il salice, il Sambuco
 SIMO 2000
Conoscete gli alberi delle fate ?
Se  passeggiate di notte in un bosco, passando accanto ad un albero potrebbe accadervi di sentirvi pizzicare  le braccia da  pizzicotti di  piccole dita, ebbene sono le Fate di una fata. Infatti esistono  alcune piante i dove abitano comunità fatate che  difendono l’ambiente naturale.
LA BETULLA  IL FRASSINO, IL NOCCIUOLO, IL SALICE, IL SAMBUCO
La betulla è abitata da uno spirito detto "mano bianca". Se "la mano bianca" si poggia sulla testa di un passante, vi lascia impresso un segno bianco che provoca disturbi psichici (pazzia, ad esempio). Se invece la "mano" si poggia sul cuore, il contatto sarà mortale.
IL FRASSINO Il frassino è stato sempre conosciuto per i suoi legami col mondo magico. Le bacchette dei druidi venivano, infatti, spesso ricavate dai rami di tale albero. Nell'antichità i bambini malaticci venivano fatti passare attraverso un albero di frassino spaccato in due. Poi le due parti dell'albero venivano ricongiunte tramite delle fasce. Solo qualora il frassino avesse ripreso a crescere rigoglioso, il bambino si sarebbe rimesso.
IL NOCCIUOLO   Nella tradizione celtica il nocciuolo era l'albero della sapienza. Ancora oggi i suoi frutti, in Inghilterra, vengono considerati simbolo di fertilità.
IL SALICE  Si narra che i salici, durante la notte, tolgano le radici dalla terra e vaghino per i boschi, borbottando alle spalle dei viaggiatori imprudenti.
IL SAMBUCO Il sambuco in realtà è una strega sottoforma di pianta, motivo per il quale prima di abbattere tale albero ci si dovrebbe pensare due volte. Bruciare i rami di sambuco significa attirare su di sé una disgrazia, poiché i rami portano il diavolo in casa. Bisogna stare attenti a non mettere i bambini nelle culle fatte di legno di sambuco: le fate prenderebbero di mira il bambino riempiendolo di pizzicotti.
IL SORBO SELVATICO-"Sorbo selvatico e filo rosso fan correre le streghe a più non posso"- Questo albero tiene lontane le forze del male. Un tempo molti oggetti venivano costruiti col suo legno proprio per tenere lontane le streghe e le fate maligne. Solo con le fruste di sorbo selvatico si possono domare i cavalli imbizzarriti. I druidi utilizzavano il sorbo selvatico per accendere il fuoco ed invocare gli spiriti della natura, che venivano obbligati a rispondere alle domande sparpagliando bacche di sorbo sulle pelli di tori scuoiati.
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BETULLA
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FRASSINO
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SORBO SELVATICO
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La leggenda della fata della Lavanda
Diffusa in Francia è la leggenda che lega  la fata Lavandula alla nascita e diffusione della pianta della Lavanda nella Provenza.
‘Una bellissima fata, Lavandula nata fra le lande selvagge della montagna di Lure, aveva capelli biondi ei occhi azzurri. Lavandula, un giorno, si mise a cercare un bel posto dove andare a vivere e iniziò a sfogliare il  libro di paesaggi. Ad un certo punto, si fermò sulla pagina della Provenza e cominciò a piangere vedendo  le terre aride e incolte. Ecco allora che tutte le sue lacrime caddero sulla pagina e la macchiarono. La fata cercò di nascondere il danno fatto, si asciugò i magnifici occhi blu ma   sparse le lacrime dappertutto sulla pagina. Disperata, la fata prese un grande pezzo di cielo blu sulla Provenza per dimenticare tutte le macchie. Da quel giorno, la lavanda cresce in quelle terre e le fanciulle bionde di Provenza hanno gli occhi blu con scintille color lavanda, soprattutto quando in estate, al calar della sera, si mettono a guardare il cielo che scende sui campi di lavanda in fiore.’
Significato e  simbologia della Lavanda
Lavandula è un genere di piante appartenenti alla famiglia della  Lamiaceae. Comprende circa 40 specie, tra cui quella che comunemente chiamiamo Lavanda e il cui nome deriva dal latino "lavare" che significa "che deve essere lavato". Questo perchè, nell'antichità, soprattutto nel Medioevo, la pianta di Lavanda veniva usata come detergente per il corpo.       La Lavanda è una pianta  erbacea, perenne e sempreverde, originaria del bacino del Mediterraneo. Si presenta con foglie  argentee strette e allungate che emanano un  profumo molto intenso. La fioritura,  avviene nel periodo estivo e, nelle zone di coltivazione estensiva, i campi di Lavanda offrono uno dei più suggestivi spettacoli che la natura può offrire. La  Lavanda è rinomata soprattutto per i suoi fiorellini piccoli e raggruppati in spighe, di colore viola e molto profumati che spesso si usano per oli, essenze o anche solo essiccati per profumare  cassetti o ambienti. La  Lavanda è conosciuta anche per l'olio essenziale che viene estratto dalla pianta molto usato in Aromaterapia. L'olio di Lavanda favorisce lo stato di relax,  ma agisce anche come antidepressivo e cicatrizzante.
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I romani diedero il nome ai fiori di lavanda, anche se la pianta esisteva già in molte civiltà antiche. In Egitto, la lavanda era usata nei cosmetici e nei prodotti per l’imbalsamazione. I greci usavano l’olio di lavanda come profumo. A Roma, era usata come erba curativa. Inclusa oggi nei repellenti per insetti e nei bagnoschiuma, la lavanda era assunta internamente e topicamente nell’antica società romana. Nel medioevo, i fiori di lavanda erano coltivati e usati dai monaci come erba medicinale. I fiori divennero popolari in Inghilterra durante il regno di enrico VIII, dove la lavanda era usata per addolcire l’odore della biancheria, dell’aria e persino del lucido per i mobili. Durante l’epoca vittoriana, l’olio di lavanda divenne di nuovo un profumo popolare tra le donne.
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simofree · 7 years
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Van Gogh …impareggiabile artista.  The Langlois Bridge - Arles, March 1888 Vincent van Gogh (1853 - 1890)-oil on canvas, 59.6 cm x 73.6 cm- Van Gogh Museum, Amsterdam (Vincent van Gogh Foundation)
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