Tumgik
pizzaloveerrrr · 5 years
Text
Sono qui dentro al letto, sotto le coperte
e ti penso, ti penso e ti penso,
mi rigiri sempre nella mente,
ti penso e mi manchi
perché non sei qui con me,
vorrei averti qui
dentro al letto abbracciati
e ad addormentarci insieme.
102 notes · View notes
pizzaloveerrrr · 5 years
Photo
Tumblr media
Piangevo sulla tua spalla in quella stazione che ci ha nuovamente fatte essere distanti. Il treno in ritardo, non ho mai sopportato le cose, le persone non puntuali, ma ho amato quel ritardo. Sono potuta stare di più con te, a ridere per far finta che non me ne andassi così lontano. Come se ci stessimo dicendo “a domani” per non voler ammettere neppure a noi stesse l'evidenza della realtà. Mi manca, mi manca tantissimo la persona che mi è più vicina, l'amica più cara, non voglio usare la parola “migliore” amica, ma cara, perfetta, onnipresente. Sai che non ho un buon rapporto con le “migliori” amiche, quindi non ti ci chiamerò mai per paura. Paura di non so neppure io cosa. Non credo ai per sempre, non credo alle belle parole, non credo ai messaggi chilometrici, non credo neppure alle persone, molto spesso, ma non so perché a te ho creduto subito. Mi sono messa nella tua protezione, mi sono curata con le tue parole, mi sono tirata su grazie a te dal baratro in cui mi ero cacciata. Non si può dire grazie a una persona come te, perché dentro alla parola grazie non ci sono tutti gli sforzi fatti, tutte le rassicurazioni, tutti i messaggi, tutti gli abbracci che vorrei darti, tutte le lacrime che ogni tanto verso pensando a quanto mi manchi, non ci sono gli sforzi, non ci siamo noi due. La distanza è una brutta, una bruttissima bestia, è cattiva, terribile, ma anche gratificante se la si sconfigge. Niente potrà mia riempirmi l'anima di ogni emozione possibile come quando ti ho vista. Mi giro, penso “eccola”. Avevo immaginato tanto come sarebbe stato, ma senza riuscirci, e era il momento, invece, non c'era più tempo per pensare, eravamo finalmente io e te. Parto, lascio le altre li, non mi importava più niente, eravamo sempre più vicine e il cuore mi batteva all'impazzata. Non avrei potuto chiedere nulla di più per il compleanno. E oggi invece è il tuo, mi hai raggiunta, e stai crescendo, stiamo crescendo, insieme, riuscendo a vivere la nostra vita insieme anche se separate. Sai e ti puoi immaginare quanto vorrei essere con te per poterti augurare buon compleanno, senza tanti discorsi, senza tante parole inutili, con la mia presenza solamente, con un abbraccio che dice più di mille parole. Auguri, auguri e ancora auguri tesoro mio, goditi ogni giorno, perché mi sto iniziando a rendere conto che la vita scorre velocissimamente (parola inesistente ma che rende l'idea). Ti voglio ricordare che ci sono e ci sarò sempre, in ogni momento, ad ogni ora e in ciascuna circostanza. Se dovessimo litigare, non sarà mai niente di definitivo, certe storie fanno dei giri immensi ma poi ritornano, noi in qualche modo ritorneremo sempre. Ci sono cose che non possono avere una fine, e noi ne saremo la dimostrazione, te lo prometto. @siamolurlonelvuoto
3K notes · View notes
pizzaloveerrrr · 5 years
Text
Non ti esponi,
non mostri più nulla di te,
resti chiusa nella tua corazza,
perché in passato
hanno usato le tue debolezze
per ferirti.
127 notes · View notes
pizzaloveerrrr · 5 years
Text
Peter Kavinsky walking around a high school party with Lara Jean’s scrunchie on his arm is adorable reblog if you agree
4K notes · View notes
pizzaloveerrrr · 5 years
Text
Tumblr media
BoJack Horseman
6K notes · View notes
pizzaloveerrrr · 5 years
Text
Mandami un messaggio
quando arrivi a casa.
Ti ho comprato un regalo
niente di che, è solo un pensierino.
Ti ho chiamato perché ti pensavo,
non volevo dirti nulla di particolare.
Ho preso un biglietto per il cinema anche per te.
Ti ho tenuto il posto.
Ti sto aspettando.
Mi sei venuta in mente.
Che bello quando sorridi.
Per qualsiasi cosa, chiamami.
Ti devo prestare un libro, è troppo bello,
devi leggerlo assolutamente.
Siediti tu che tanto io ho voglia di stare in piedi.
Sceglilo tu il film.
Ci andiamo insieme?
Se vai tu, vengo pure io.
No, se non ti piace allora facciamo qualcos'altro.
Ti va una birra in due?
Ci prendiamo una pizza e la mangiamo da me?
Che ti va di mangiare?
Prendi pure il mio.
Tieni la mia giacca che tanto io sento caldo.
Ti ho visto passare oggi, ero io quello che ti ha suonato il clacson.
Buongiorno, caffè?
Buonanotte.
Sono queste
tutte le volte che ti ho detto ti amo.
Gio Evan
2K notes · View notes
pizzaloveerrrr · 5 years
Text
Dovrò soltanto reimparare a camminare se non ci sei tu.
—Calcutta,Cosa mi manchi a fare.
0 notes
pizzaloveerrrr · 5 years
Text
“2 etti e venti, che faccio lascio?”
Lei si chiama Rosaria. Ha 81 anni e da poco ha imparato a fare la spesa.
Perché prima, la spesa la faceva suo marito Carmine. Rosaria gli dettava cosa comprare e Carmine, con la sua calligrafia, provava a stargli dietro.
Ed ogni qual volta ritornava a casa, Carmine e Rosaria litigavano.
Quelle litigate che viste dagli occhi di un nipote, fanno tenerezza, fanno quasi bene al cuore.
Quelle litigate in cui pensi “Ma questi davvero hanno fatto 4 figli e 11 nipoti?”
Litigavano per il resto sbagliato, ma soprattutto per i due etti e venti invece che due. Litigavano, ma poi si amavano come ora non siamo più abituare a fare.
Si amavano forte senza whatsapp, chiamate, tag sulle foto.
Ora Carmine, soffre di alzheimer e a volte Rosaria non se la ricorda più. Anzi più passa il tempo e più dimentica le cose.
Allora da un po’ di tempo a questa parte, Rosaria va a fare la spesa, torna a casa e lascia la spesa vicino la porta della stanza da letto.
Carmine si alza, raccoglie le buste e per pochi istanti anche la memoria: crede di aver fatto la spesa… come sempre.
“Ti sei di nuovo fatto fare 2 etti e venti?” lo ammonisce Rosaria, speranzosa.
“Perché ti lamenti sempre?”
Rosaria e Carmine così iniziano a litigare e ad amarsi un po’. Ancora un po’.
Nicola Conversa
341 notes · View notes
pizzaloveerrrr · 5 years
Note
Che te ne faresti di un uomo?
Partiamo dalle cose importanti: io stasera avevo voglia di gelato. Se avessi avuto un uomo lo avrei probabilmente convinto ad uscire e arrivare in centro e andare nella gelateria che piace a me e prendere un cono medio con nocciola, cioccolato fondente, ricotta al caffè e panna; ci saremmo seduti sulla panchina che preferisco e avremmo mangiato il gelato con molta voracità. Se lui non avesse avuto voglia di accompagnarmi a mangiare il gelato probabilmente lo avrei convinto promettendogli favori sessuali.Poi ho bisogno di un uomo perché mi piacciono i massaggi e i grattini e le coccole. E mi piace anche molto fare i massaggi e i grattini e le coccole agli uomini. Non agli uomini in generale, ma all’uomo particolare.Mi serve un uomo anche perché farsi fare una pedicure costa almeno 25 euro, e io questi soldi voglio spenderli per un motivo. È bello guardarsi i piedi e vederli carini e con lo smalto ben messo e la pelle morbida, ma io i miei soldi li spenderei più volentieri se qualcuno i miei piedi me li baciasse una volta al dì. E così vale per i capelli. Lo pago caro questo shampoo profumoso, e non mi profumo i capelli solo per annusarmeli da sola. Boh mi piace sentirmi bella e profumata e lucidata, ma voglio lucidarmi e profumarmi anche per qualcuno, qualcuno che mi dica che ho i capelli che odorano di gelsomini e mi morda un orecchio. Cose così.Poi mi serve un uomo perché così gli potrei dire tante cose, invece di pensarle e basta. Gli potrei dire anche quelle cose che di solito scrivo qui, tipo che ho molto bisogno di un uomo non generale ma particolare. Poi mi serve un uomo anche per altri cento motivi, ma ora non mi va di scrivere perché ho sonno e ho voglia di cose sconce, e chi ha sonno e voglia di cose sconce dovrebbe sempre avere un uomo con sé. Dovrebbe essere uno dei diritti inalienabili di una giovane donna con i capelli che profumano.
680 notes · View notes
pizzaloveerrrr · 5 years
Text
a volte penso
che sarebbe bello
rientrare a casa
in due
e fare tutte quelle cose banali
che fatte insieme
alla persona giusta
diventano gli attimi
più belli della tua vita.
come cucinare la pasta
alle quattro del mattino
e andare a mangiare in terrazzo,
aspettare l'alba
condividendo l'ultima Winston
del pacchetto
parlare un po’ di tutto
e un po’ di niente.
addormentarci
nudi
abbracciati
con i cuori incastrati,
svegliarci tardissimo
e fregarcene dell'università
del lavoro
degli esami
degli impegni.
fare colazione
con la pizza avanzata
dalla sera prima,
cantare e ballare
per casa
ascoltando una canzone a caso
su Youtube,
fare la lotta con i cuscini,
fare la lotta con i vicini.
fare discorsi profondi
a notte fonda
mentre le mie mani
scivolano in mezzo alle tue gambe
e ti cerco il cuore
dentro i jeans,
fare l'amore sul tavolo della cucina
sulla lavatrice
sul pavimento
e davanti allo specchio del bagno.
fare la doccia insieme,
osservarti
mentre ti asciughi i capelli
e mi sorridi nel riflesso dello specchio,
vedere un film in streaming
e lasciarlo a metà
perche io non ce la faccio
a stare più di mezz'ora
senza saltarti addosso.
litigare perche sono un cretino,
fare pace
perche un po’ ti piace
che io sia un cretino.
raccontarti di quella volta
che sei andata via
e ho temuto non tornassi più,
e poi guardarti per ore
come fossi il mio programma preferito
perche voglio impararti a memoria,
perche non voglio dimenticarti
come l'ispirazione per una poesia,
come la melodia di una canzone
che ti entra in testa
e non se ne va via.
stringerti forte
per paura di perderti,
aggrapparmi alla tua schiena
mentre dormiamo
perche quando non ci sei
mi sento cadere nel vuoto.
ascoltarti
quando la sera
mi racconti la tua giornata,
le tue ansie,
i tuoi sogni.
baciarti le lacrime
quando non riesci a spiegarti
e dirti
quando sei a pezzi
che ogni parte di te
è bellissima.
si.
sarebbe bello.
11K notes · View notes
pizzaloveerrrr · 5 years
Text
«Penso che la parte peggiore dell’ansia sia l’odio che provi verso te stessa quando non riesci a combatterla.»
113 notes · View notes
pizzaloveerrrr · 5 years
Text
Prima dovevamo cucinare e pulire, fare le faccende, badare ai figli, perché questo è quello che fanno le donne. Poi abbiamo iniziato a studiare e a lavorare, ma non l’abbiamo mai fatto soltanto per noi. In fondo, oltre alle passioni e alla determinazione, alle ambizioni e ai desideri, c’è sempre stata un’altra tacita (e aberrante) motivazione: dimostrare che se vogliamo siamo in grado di fare qualsiasi cosa, che non ci manca niente. Poi abbiamo iniziato a dover essere perfette. Labbra perfette, seno perfetto, gambe e sedere perfetti, guai ad avere la cellulite, guai ad avere un pelo in qua e in là, i denti un po’ storti, le occhiaie, le rughe, i segni d’espressione. E c’è qualcuno che sostiene che d’altra parte te le meriti pure, le corna, quando sei in decadenza. Come se per essere rispettate dovessimo essere belle. Non ci è concesso niente. Niente. Il nostro problema principale, da sempre, è che non siamo mai state (e forse non lo saremo mai) veramente libere. C’è sempre qualcuno che ci dice cosa dovremmo fare, cosa dovremmo indossare, come dovremmo apparire per andare bene. Se ti spogli sei troppo volgare, se ti copri sei troppo pudica, se dici le parolacce sei una cafona, se non le dici non sei vera, se lavori e togli del tempo ai tuoi figli sei una stronza, se non lavori e ti occupi dei tuoi figli hai una vita vuota, se fai sesso con chi vuoi sei una puttana, se non fai sesso sei una sfigata, se non hai gli addominali scolpiti e le ciglia lunghe sessanta metri non sei nessuno, se giochi a calcio sei strana, se non vuoi sposarti sei strana, se non vuoi figli sei strana, se ne vuoi tre sei strana, se vuoi i capelli azzurri sei strana. E non sono solo gli uomini a dirci come dovremmo essere, o chi. La cosa tremenda, quella che proprio mi fa rabbrividire, è che ce lo diciamo anche tra di noi, cosa va bene e cosa no, cosa è giusto fare e cosa no. Io sono stanca solo al pensiero di tutto quello che mi manca, di tutto quello che dovrei eliminare per essere socialmente “accettabile”. Sono stanca di sentirmi dire anche da persone che ritengo abbastanza intelligenti che dovrei fare questo perché “le donne lo fanno”. Allora io forse non sono una donna. Forse io sono un colibrì, un gabbiano, un cerbiatto. Forse è meglio così.
Susanna Casciani
547 notes · View notes
pizzaloveerrrr · 5 years
Text
È bello lavorare in un ambiente internazionale perché:
A) Tutti devono parlare in inglese e ti rendi conto che non fai schifo solo tu, e che gli spagnoli, i polacchi e i francesi stanno inguaiati almeno quanto te a livello di pronuncia e costruzione delle frasi;
B) Eserciti/Impari pure le altre lingue, perché per farsi capire tutti mixano l'inglese con quelle 7-8 parole che conoscono negli altri idiomi e ne viene fuori una specie di grammelot che farebbe sorridere pure la buonanima di Dario Fo;
C) Se ti accade una cosa fastidiosa oppure ti casca il cellulare a terra, puoi tranquillamente esclamare ‘A bucchin’'e mamm’t senza sentirti inadeguato, tanto se qualcuno ti chiede che hai detto puoi tradurre con un banale “Fuck!”;
D) Insegnare le canzoni di Gigi D'Alessio ai colleghi del team ungherese.
45 notes · View notes
pizzaloveerrrr · 5 years
Text
Ora che il tempo passa lentamente,guardo le nostre serie preferite,e mi chiedo se le hai già finite.
— Lorenzo Fragola,Zero Gravity
0 notes
pizzaloveerrrr · 5 years
Text
leggimi un libro mentre io ti accarezzo i capelli
549 notes · View notes
pizzaloveerrrr · 5 years
Text
Io quella volta ci ho creduto come una bambina e ho sognato con gli occhi di un adulto con idee chiare e precise. Un futuro insieme, una storia vera e duratura. Ma le vere storie d'amore si scrivono in due e tu non sapevi né scrivere né leggere.
-brokeanheartedgirl
25 notes · View notes
pizzaloveerrrr · 5 years
Text
Sto attraversando la classica fase di transizione​ da “nun teng’ genio” a “me caco ‘o cazz’”.
456 notes · View notes