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parrucutia · 1 year
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parrucutia · 1 year
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parrucutia · 1 year
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1 - A Giostra 2 - Vuci 3 - Aria di na jurnata 4 - Parru 5 - La to passiuni 6 - Canciari 7 - Illusione 8 - Na matri 9 - La pizzica di Palermo 10 - Parru cu tia
Targa Tenco - Finalista Miglior Album in dialetto 2022
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Parru Cu Tia (Live) 01.05 FESTA PRIMO MAGGIO - Capo d’Orlando (Me); 16.06 Estate folk ZONA 3 (Mascalucia) 01.07 Nuove Vibrazioni Festival (Patti) 22.07 Musica dai Balconi (Naso) 24.07 evento pvt ( Barcellona) 31.07 Festival Baglio,olio e mare (San Vito lo Capo - Tp) 12.08 Estate di Longi (Longi- Me) 22.08 Espressivamente Festival (Parco Jalari - Me) 27.08 Circolo della Cultura (Sciacca) 03.09 Estate Molisana ad Ururi (Molise) 10.09 Botteghe d’autore (Albanella) 16.09 Estate Monrealese (Monreale-Pa) 13.11 Festival etneo Zona 3 (Mascalucia - Ct)
RECENSIONI
"Manutsa (…) sviluppa un discorso musicale che comprende l’innesto di sonorità elettroniche in un tessuto tradizionale, quasi filologico. Il risultato è un concept album di buon livello, gradevole da ascoltare ma che suggerisce anche nuove vie musicali alla tradizione. Non è certo il primo tentativo del genere. I risultati sono a volte riusciti e altre molto meno, questo esordio di Manutsa credo possa essere inserito nella prima categoria". Michele Neri – Vinile "Aprite la porta a Manuela Di Salvo, artista di Palermo. Lei ha davvero il fuoco nel cuore e una voce rasposa e limpida allo stesso tempo. Può passare disinvoltamente dalla tarantella al reggae, sa essere drammatica e sensuale, rilancia la denuncia di Ignazio Buttitta ed evoca l’oscura magia del suono di Bristol. Lei è Manutsa, «mano piccola, un nome d’arte che mi rispecchia fisicamente: io sono una donna minuta», sorride. Una piccola, grande donna dagli occhi di cerbiatta, con la forza di raccontare il presente con tutte le sue storture, con il coraggio di ribellarsi e l’urgenza di 'canciari'". Giuseppe Attardi - Sicilian Post "Manutsa si muove bene con la sua tessitura vocale, giocando sulle emozioni attraverso i respiri, i graffi, creando un ponte tra il mondo popolare e quello lirico, teatrale. Gli arrangiamenti sono efficaci e vestono dei giusti colori i brani che non sono affatto scontati nei contenuti. Un disco passionale, una dichiarazione d’amore alla propria terra, un canto universale dedicato alla forza delle donne". Marco Sonaglia – Il popolo del blues “…questo spiazzante progetto di Manutsa, nome d’arte di Manuela di Salvo, cantautrice siciliana, artisticamente parlando, straordinariamente agguerrita. Una cantante-autrice dalle idee chiare e dalla personalità artistica (forse anche umana) molto forte, qualità che riesce a comunicare grazie a musiche accattivanti che ben si amalgamano con la fonetica del dialetto siciliano, da lei scelto per gran parte dei brani di questo suo album. Sto pensando a ‘Vuci’, per esempio, che vagamente rievoca le canzoni più intimiste di Bono Vox. Oppure il reggae di ‘Aria Di Na Jurnata’, ritmo che da sempre è simbolo di un’attitudine combat". Mauro Furlan - Musicmap "(…) confermo il forte potere civilmente resistente di un album politico, nell’accezione più poetica del termine. Un album genuino, denso degli odori della Sicilia, delle sue mille anime, dei suoi mille incontri". Giuseppe Provenzano – Blogfoolk “Gli arrangiamenti, accurati e che accostano in modo spesso sorprendente strumenti antichi e moderni (come nel dialogo fra theremin e chitarra classica di Na matri), valorizzano testi altrettanto profondi e significativi, che, ascoltati con attenzione, costituiscono davvero un modo efficace per mettersi in contatto con la più sincera voce delle donne, potente e sensibile, magistralmente interpretata dalla voce di Manutsa”. Laura Bianchi - Mescalina
“In piedi signori, davanti ad una Donna” e non importa se l'abbia detto davvero Shakespeare o chi per lui, in piedi, davvero, quando abbiamo a che fare con loro. Manuela Di Salvo, prima ancora di diventare Manutsa, è cresciuta, come persona e come donna, respirando musica, cultura e passione; la Sicilia di queste cose è ricchissima e lei ha avuto la fortuna di avere in casa ottimi esempi, a partire dal padre Gioacchino, chitarrista autodidatta. Terra votata all'intensità, la Sicilia respira forte dentro la storia artistica di Manutsa, che ha pubblicato un album ambizioso, che già dal titolo chiede attenzione, perchè si rivolge “a tia”, a ognuno di noi e lo fa in modo diretto e ovviamente intenso e passionale. Parru cu tia è a tutti gli effetti un disco di “world music” se davvero vogliamo relegarlo ad una categoria, perchè da diversi mondi arrivano parole e suoni che lo compongono. È decisamente siciliano nel dialetto, nella cadenza e nello sguardo che rivolge all'esterno, ma porta con sé l'Inghilterra elettronica e figlia di Portishead e PJ Harvey, con la sua tensione a non restare ingabbiata ad un genere, ma in continua esplorazione. Da queste premesse e visto il “sottotitolo” La voce delle donne, Parru cu tia si pone come album allo stesso tempo tradizionale e di rottura, perchè affonda piedi e mani in melodie antiche, ma le porta all'oggi e sembra quasi accompagnarle verso un domani dove molte delle parole e delle storie presenti in questi 10 brani dovranno per forza essere solo cattivi ricordi. È un disco femminile, un disco “donna” per il modo orgoglioso in cui si espone, per la forza che traspare dalle protagoniste dei suoi solchi, alternata alla dolcezza e a quella fragilità che troppo spesso diventa pretesto per altri. Dalla vittima di violenza domestica all'anziana che paga con il manicomio la sua voglia di poesia, Manutsa regala la sua voce a chi purtroppo non sempre riesce ad usare la propria e riveste avvenimenti e consuetudini di un suono che sa di riscatto e ripresa, anche nella cover di una siciliana celebre e mai troppo rimpianta come Giuni Russo, suo primo amore musicale, di cui agli esordi creò anche una cover band. È un disco che è madre e figlia, che vive dentro le contraddizioni e le difficoltà di essere donna in Sicilia, madre pronta a sacrificarsi per i figli, figlia che vuole scappare da una terra immobile e cristallizzata; è una Madonna che assiste rabbiosa ed impotente al sacrificio del suo primogenito e al tempo stesso è un'amante abbandonata ad un primo appuntamento forse solo immaginato. Manutsa si prende una bella responsabilità a trattare di “voce delle donne”, ma per quanto, comprensibilmente, l'argomento sia vasto e difficilmente esauribile in mezz'ora di musica, ci offre uno spaccato chiaro e convincente della forza di chi parla attraverso le sue note. Rari gli uomini in questo disco, quasi mai positivi; non a caso l'unica voce maschile appare nella bonus track ed è quella di Salvo Piparo, che interpreta magistralmente la poesia di Ignazio Buttitta che dà il titolo all'album; versi pesanti come macigni, che puntano il dito contro la Sicilia stessa, la parte peggiore, quella che subisce e non reagisce, quella che si lascia vivere e si fa scivolare addosso ogni torto subito, senza provare a controbattere. Manutsa incarna invece una Sicilia nuova, diversa, forte e ovviamente femmina, donna. Una Donna davanti alla quale, signori, non è solo giusto, ma doveroso alzarsi in piedi. Alberto Calandriello
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