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ophelia-northwood · 10 days
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Era uno strano posto quello lì, in cui strisciavano peccati e peccatori indistintamente. Ophelia si guardava intorno lasciandosi catturare dalla curiosità di eventi infinitamente lontani dalla propria natura.
Ophelia era amante della solitudine, inseguiva la tranquillità con tutta la propria forza e di tanto in tanto si abbandonava al suono del proprio violino quando i battiti del proprio cuore acceleravano senza una ragione precisa.
Helyas era stato secco e perentorio, di poche parole come suo solito, aveva rifiutato la prospettiva di separarsi e di continuare la ricerca ognuno per conto proprio. Peccato, almeno Ophelia avrebbe avuto modo di levarsi via di dosso quella tremenda sensazione di disagio.
La donna sospirò, si avvicinò al bancone al fianco di Helyas e osservò un uomo sporgersi nella direzione di lui e sussurrargli qualcosa. Il suono della musica impediva ad Ophelia di udire cosa si fossero detti, ma immaginò che dovesse trattarsi di una qualche proposta indecente, forse Helyas era il prototipo ideale per quello sconosciuto.
Ophelia decise di non indugiare troppo su quel pensiero imbarazzante, si volse lasciandosi catturare dall'immagine di un gruppo di uomini chinati su di un tavolino intenti a disporre con maniacale precisione una manciata di polvere bianca.
La ricerca dei demoni era sempre un nodo dolente per i cacciatori, riconoscerli era complicato e alle volte impossibile, nella maggioranza delle occasioni ci si riduceva ad attendere con pazienza un loro passo falso, un segnale che potesse farli uscire allo scoperto. Si raccontava di un marchio capace di facilitare quel genere di compito, ma "la luna" era ormai scomparsa da decenni e aveva abbandonato alla loro sorte chi ancora combatteva quella guerra infinita.
Sulla pelle di Ophelia era stato inciso il marchio della falce e ciò le consentiva di poter appellarsi ai sensi ben più sviluppati del mondo animale e non solo, piegava il suo corpo alla mutazione fino ad assumerne interamente le fattezze. Tuttavia, nella ricerca, poter fare leva su sensi fuori dal comune, era un punto di partenza.
In quella circostanza, i rumori troppo forti, avevano fatto si che l'udito non fosse neppure una strada percorribile, se avesse cercato di accedere ad esso, probabilmente avrebbe solo rischiato di farsi male, ma l'olfatto al di là di tutto poteva rappresentare una chance. Gli odori si mischiavano tutti insieme ed erano per lo più acri, si distingueva il fumo e l'alcol primariamente, ma ve ne erano altri tutti densamente intrecciati, poi qualcosa di pungente colpì Ophelia, la donna si voltò verso Helyas e si sporse quel tanto che bastava per poter parlare con la sicurezza di essere sentita.
-C'è odore di sangue. Andiamo a controllare.
E per il momento restava la sola pista da poter indagare. Se quello era il luogo degli omicidi, allora con ogni probabilità, uno di essi si stava compiendo proprio in quell'istante.
Ophelia&Helyas
chapter i
"il tetto si è bruciato, ora posso vedere la luna"
Era una notte buia quella che investiva Londra. La vita però non si era ancora, completamente, rintanata tra le mura domestiche, qualcuno si ostinava a bighellonare in qualche pub tra le note rimbombanti delle casse stereo ed i boccali di birra che tintinnavano tra loro come avevano già fatto la prima volta.
Ma la vita scorreva in tutta naturalezza, ignorando, forse deliberatamente, il respiro del male che pure strisciava nel medesimo buio.
Era un mondo, quello lì, diviso in maniera netta. Da una parte si ergeva il bene e dall'altra si annidava il male, le uniche zone grigie erano costituite dagli esseri umani che chiudevano gli occhi e si rifiutavano di vedere, intenti nella perenne oscillazione senza giungere ad una tregua.
Ophelia Northwood faceva parte di quella porzione di universo nascosto che combatteva l'oscurità giorno per giorno, scongiurando la morte e le atrocità che i demoni perpetravano sulla Terra.
Attendeva con le mani nelle tasche di un elegante cappotto azzurro pastello, i lunghi capelli biondi scendevano morbidamente sulle spalle in ordine impeccabile. Era lì da appena qualche minuto, le era stato spedito l'ordine per una nuova spedizione sebbene, in un certo senso, non si sentisse così entusiasta di prendervi parte.
La muoveva un motivo del tutto personale che aveva tentato di sopire con una puntualità assoluta. Quella missione avrebbe dovuto svolgerla insieme ad Helyas Baskerville e non ci sarebbe stato proprio nulla di strano, se solo non fosse stato che, quell'uomo sarebbe un giorno diventato il suo sposo.
Helyas e Ophelia si erano scambiati a stento qualche parola, non avevano mai avuto molto da condividere se non lo stupore per la notizia del loro fidanzamento ufficiale saltata fuori senza preavviso. Da lì in poi le occasioni per frequentarsi e scoprire reciprocamente qualcosa dell'altro si erano fatte via via più complesse da gestire ed era regnato sovrano un tacito silenzio come se, evitarsi avrebbe lenito ad Ophelia l'imbarazzo di trovarsi l'uno di fronte all'altro e forse chissà rendere sempre più intangibile quel futuro prossimo di cui né l'uno né l'altra aveva avuto facoltà di esprimere un'opinione.
Funzionava così nella società dei cacciatori, era essenziale proteggere i marchi e preservarli dai mutamenti del tempo affinché quella guerra perenne avesse ancora una chance di essere vinta. Persino uno sospeso nella zona grigia come quello che si portava lei addosso.
Ophelia mosse qualche passo solo quando riconobbe la figura di Helyas poco lontano. Si trovò, solo in quell'istante, a domandarsi se anche lui avesse vissuto con lo stesso disagio scoprire che sarebbe stato costretto in missione proprio con lei o se invece non gli fosse interessato affatto. E tra l'una e l'altra possibilità, Ophelia si scoprì a non saper decidere quale fosse la peggiore.
Ad ogni modo lo raggiunse e con la solita spontaneità, Ophelia si trovò a schiudere un sorriso leggero.
«Buonasera Helyas!»
 «Andiamo?»
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ophelia-northwood · 17 days
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Forse, in circostanze differenti, con un'altra persona al proprio fianco, Ophelia si sarebbe persa in qualche convenevole nel breve tempo che li separava dalla missione. Un "come stai" ad esempio, o un commento qualsiasi sulla notte, invece ristagnò nel silenzio, si limitò ad annuire mantenendo il proprio sorriso e si avviò qualche passo più avanti.
Non era semplice avere a che fare con Helyas soprattutto perché Ophelia non era in grado di gestire il proprio imbarazzo e le sembrava sempre di camminare su vetri sottilissimi pronti a spezzarsi al primo passo di troppo. Si addentrò in un vicolo in cui vi era un solo lampione che illuminava la strada ad intermittenza, alternando infarti di luce al buio assoluto. Ophelia picchiettò con garbo sulla superficie ferrosa di una porta, pochi istanti dopo si schiuse una feritoia in alto che lasciò intravvedere solo un paio di occhi.         «È passato di qui un coniglio con un panciotto?» Domandò lei con tutta naturalezza. L’uomo chiuse la feritoia con un colpo secco e poco dopo la pesante porta di ferro si schiuse lasciandoli passare. Ophelia trattenne un sorriso, avrebbe dovuto lasciare che fosse Helyas a pronunciare quella parola d’ordine, sarebbe stato senza dubbio divertente, così si voltò verso di lui. «La prossima volta lascio parlare te, tranquillo!» Helyas era una persona seria che sorrideva poco e parlava ancora meno, aveva l’aria tetra di chi si portava sulle spalle il peso del mondo e l’espressione truce di chi non voleva nessuno intorno a sé. Erano profondamente diversi loro due, ma qualcuno aveva deciso che i loro marchi si preservassero bene insieme e che fossero tra loro complementari. La segnalazione era direttamente collegata ad una indagine importante che era stata portata avanti già da alcune settimane. Una scia di omicidi aveva infestato la città e sembravano tutti condurre a quel club privato in cui i due cacciatori avevano appena messo piede. Trovare la parola d’ordine era stato difficile, ma alla fine ci erano riusciti e Helyas ed Ophelia erano stati ingaggiati per mettere la parola fine a quella storia una volta per tutte. I demoni non erano semplici da individuare, ma il responsabile di quelle atrocità si trovava lì da qualche parte e sarebbe solo spettato loro di stanarlo e farlo fuori.
«Ci dividiamo?»
Ophelia&Helyas
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"il tetto si è bruciato, ora posso vedere la luna"
Era una notte buia quella che investiva Londra. La vita però non si era ancora, completamente, rintanata tra le mura domestiche, qualcuno si ostinava a bighellonare in qualche pub tra le note rimbombanti delle casse stereo ed i boccali di birra che tintinnavano tra loro come avevano già fatto la prima volta.
Ma la vita scorreva in tutta naturalezza, ignorando, forse deliberatamente, il respiro del male che pure strisciava nel medesimo buio.
Era un mondo, quello lì, diviso in maniera netta. Da una parte si ergeva il bene e dall'altra si annidava il male, le uniche zone grigie erano costituite dagli esseri umani che chiudevano gli occhi e si rifiutavano di vedere, intenti nella perenne oscillazione senza giungere ad una tregua.
Ophelia Northwood faceva parte di quella porzione di universo nascosto che combatteva l'oscurità giorno per giorno, scongiurando la morte e le atrocità che i demoni perpetravano sulla Terra.
Attendeva con le mani nelle tasche di un elegante cappotto azzurro pastello, i lunghi capelli biondi scendevano morbidamente sulle spalle in ordine impeccabile. Era lì da appena qualche minuto, le era stato spedito l'ordine per una nuova spedizione sebbene, in un certo senso, non si sentisse così entusiasta di prendervi parte.
La muoveva un motivo del tutto personale che aveva tentato di sopire con una puntualità assoluta. Quella missione avrebbe dovuto svolgerla insieme ad Helyas Baskerville e non ci sarebbe stato proprio nulla di strano, se solo non fosse stato che, quell'uomo sarebbe un giorno diventato il suo sposo.
Helyas e Ophelia si erano scambiati a stento qualche parola, non avevano mai avuto molto da condividere se non lo stupore per la notizia del loro fidanzamento ufficiale saltata fuori senza preavviso. Da lì in poi le occasioni per frequentarsi e scoprire reciprocamente qualcosa dell'altro si erano fatte via via più complesse da gestire ed era regnato sovrano un tacito silenzio come se, evitarsi avrebbe lenito ad Ophelia l'imbarazzo di trovarsi l'uno di fronte all'altro e forse chissà rendere sempre più intangibile quel futuro prossimo di cui né l'uno né l'altra aveva avuto facoltà di esprimere un'opinione.
Funzionava così nella società dei cacciatori, era essenziale proteggere i marchi e preservarli dai mutamenti del tempo affinché quella guerra perenne avesse ancora una chance di essere vinta. Persino uno sospeso nella zona grigia come quello che si portava lei addosso.
Ophelia mosse qualche passo solo quando riconobbe la figura di Helyas poco lontano. Si trovò, solo in quell'istante, a domandarsi se anche lui avesse vissuto con lo stesso disagio scoprire che sarebbe stato costretto in missione proprio con lei o se invece non gli fosse interessato affatto. E tra l'una e l'altra possibilità, Ophelia si scoprì a non saper decidere quale fosse la peggiore.
Ad ogni modo lo raggiunse e con la solita spontaneità, Ophelia si trovò a schiudere un sorriso leggero.
«Buonasera Helyas!»
 «Andiamo?»
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ophelia-northwood · 18 days
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Ophelia&Helyas
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"il tetto si è bruciato, ora posso vedere la luna"
Era una notte buia quella che investiva Londra. La vita però non si era ancora, completamente, rintanata tra le mura domestiche, qualcuno si ostinava a bighellonare in qualche pub tra le note rimbombanti delle casse stereo ed i boccali di birra che tintinnavano tra loro come avevano già fatto la prima volta.
Ma la vita scorreva in tutta naturalezza, ignorando, forse deliberatamente, il respiro del male che pure strisciava nel medesimo buio.
Era un mondo, quello lì, diviso in maniera netta. Da una parte si ergeva il bene e dall'altra si annidava il male, le uniche zone grigie erano costituite dagli esseri umani che chiudevano gli occhi e si rifiutavano di vedere, intenti nella perenne oscillazione senza giungere ad una tregua.
Ophelia Northwood faceva parte di quella porzione di universo nascosto che combatteva l'oscurità giorno per giorno, scongiurando la morte e le atrocità che i demoni perpetravano sulla Terra.
Attendeva con le mani nelle tasche di un elegante cappotto azzurro pastello, i lunghi capelli biondi scendevano morbidamente sulle spalle in ordine impeccabile. Era lì da appena qualche minuto, le era stato spedito l'ordine per una nuova spedizione sebbene, in un certo senso, non si sentisse così entusiasta di prendervi parte.
La muoveva un motivo del tutto personale che aveva tentato di sopire con una puntualità assoluta. Quella missione avrebbe dovuto svolgerla insieme ad Helyas Baskerville e non ci sarebbe stato proprio nulla di strano, se solo non fosse stato che, quell'uomo sarebbe un giorno diventato il suo sposo.
Helyas e Ophelia si erano scambiati a stento qualche parola, non avevano mai avuto molto da condividere se non lo stupore per la notizia del loro fidanzamento ufficiale saltata fuori senza preavviso. Da lì in poi le occasioni per frequentarsi e scoprire reciprocamente qualcosa dell'altro si erano fatte via via più complesse da gestire ed era regnato sovrano un tacito silenzio come se, evitarsi avrebbe lenito ad Ophelia l'imbarazzo di trovarsi l'uno di fronte all'altro e forse chissà rendere sempre più intangibile quel futuro prossimo di cui né l'uno né l'altra aveva avuto facoltà di esprimere un'opinione.
Funzionava così nella società dei cacciatori, era essenziale proteggere i marchi e preservarli dai mutamenti del tempo affinché quella guerra perenne avesse ancora una chance di essere vinta. Persino uno sospeso nella zona grigia come quello che si portava lei addosso.
Ophelia mosse qualche passo solo quando riconobbe la figura di Helyas poco lontano. Si trovò, solo in quell'istante, a domandarsi se anche lui avesse vissuto con lo stesso disagio scoprire che sarebbe stato costretto in missione proprio con lei o se invece non gli fosse interessato affatto. E tra l'una e l'altra possibilità, Ophelia si scoprì a non saper decidere quale fosse la peggiore.
Ad ogni modo lo raggiunse e con la solita spontaneità, Ophelia si trovò a schiudere un sorriso leggero.
«Buonasera Helyas!»
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ophelia-northwood · 19 days
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Ophelia Hazel Northwood
🌸🎻🥀
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