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Tre domande sul destino a Giancarlo Narciso, Vittoria A. e Ferdinando Pastori
Giancarlo Narciso 
1.Cos'è il destino secondo te? Il destino è il  karma, ovvero una lunghissima catena di eventi legati da un rapporto di causa effetto. A volte causa ed effetto sono ovvi, nel qual caso non stiamo a scomodare il destino. Esempio, ieri sono uscito senza giacca e ho preso freddo. Ergo, oggi ho il raffreddore. In altri casi intuiamo che certi eventi sono ineluttabili senza sapere perché e allora parliamo di destino, ma in genere, visto che ogni cosa ha una spiegazione, sono il frutto di semi piantati molto tempo prima, nell'infanzia, se non addirittura, per chi ci crede - poca gente, solo un paio di miliardi di persone fra induisti e buddisti - in una vita precedente.
  2. Ci credi alla sfortuna e alla fortuna? Allo stesso modo, e per le stesse ragioni, ci sono persone che sembrano baciate in fondo dalla fortuna e altre perseguitate dalla mala sorte. Niente di misterioso nemmeno qui, in genere la loro sorte dipende dal loro modo di affrontare la vita. 3. Ci racconti un episodio in cui ti è sembrato che la sfortuna ti avesse colpito senza pietà? Sfiga a oltranza? Non mi sembra che mi sia mai successo. A parte ogni volta che ho incontrato una donna. Okay, stavo solo scherzando, uffa.
Giancarlo Narciso, milanese, vincitore di molti premi tra cui Tedeschi e Scerbanenco, ha girato il mondo e ha scritto numerosi romanzi e racconti pubblicati con editori come Sonzogno, Piemme, Garzanti e Mondadori.
Vittoria A.
1. Cos'è il destino secondo te? Il destino, secondo me, è quell’attimo che ci inidica la strada da percorrere. È qualche cosa che va oltre la facoltà umana di decidere, è ciò che ci spinge verso noi stessi e verso la nostra storia. 
2. Ci credi alla sfortuna e alla fortuna? Cerco di non crederci e di pensare, più razionalmente, che nella maggior parte dei casi siamo noi che influenziamo più o meno inconsciamente le nostre decisioni. 
3. Ci racconti un epidodio in cui ti è sembrato che la sfortuna ti avesse colpito senza pietà? Il primo episodio che mi viene in mente risale a uno dei primi colloqui di lavoro che ho fatto:  avevo passato la mattina a mettermi in piega i capelli e a vestirmi in maniera adeguata. Era una tiepida giornata di settembre. Poco prima di arrivare al colloquio si è scatenato un’acquazzone terribile. Nel correre verso un riparo il tacco di una scarpa si è incastrato in un tondino e mi si è staccato. Nel panico, nel tentativo di arrivare comunque, mi sono messa ad arrancare sotto l’acqua e col tacco in mano. Risultato: sono arrivata pure completamente sudata. Naturalmente l’esito non è stato quello che speravo. 
Vittoria A. di nazionalità incerta, danzatrice del ventre goffa e accanita sostenitrice che non bisogna mai mollare l'osso! Scrittrice di “Dannati Danni” e “Un Peso sul Petto” (entrambi editi da Eclissi).
Ferdinando Pastori 
1. Cos'è il destino secondo te? È la mano che mescola le carte prima di distribuirle. Tocca a noi, poi, giocare al meglio delle nostre possibilità, con quello che abbiamo a disposizione. Rischiando. Sempre.
2.Ci credi alla sfortuna e alla fortuna? Solamente quando accade qualcosa che non so o non voglio spiegare diversamente. 
3. Ci racconti un episodio in cui ti è sembrato che la sfortuna ti avesse colpito senza pietà? Sono rimasto bloccato in ascensore per 4 ore in compagnia di un testimone di Geova logorroico. Da quel momento prendo sempre le scale. 
Ferdinando Pastori è nato a Galliate (NO). Vive e lavora a Milano. Ha pubblicato due raccolte di racconti e tre romanzi, tra cui “Euthanasia” e “Nero Imperfetto”.
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Tre domande sul destino a Danilo Arona, Stefano Caso e Alessandro Berselli
Danilo Arona 
1. Cos'è il destino secondo te? Il vasto bosco della vita dove i sentieri si biforcano tutti i giorni e si è costretti quotidianamente a una scelta. Se si possiede la consapevolezza del peso che si porta dietro la pratica del discernimento, allora il destino ha buone probabilità di esistere. Altrimenti si è costretti a vagare nelle terre del Caos. E Caos è anagramma della parola Caso. Laddove regna il Caso, il destino non c'è.
  2.Ci credi alla sfortuna e alla fortuna? La sfortuna, in termini di proiezione di energie sinistre e negative misurabile persino scientificamente, purtroppo esiste. Ho conosciuto e qualche volta affrontato troppi casi che lo attestano. Di quelle fortune o sfortune che rientrano nella freudiana patologia della vita quotidiana, qualche volta ai margini non accettabili della superstizione (che so, la stupida convinzione che un gatto nero porti sfortuna), bisogna solo riderne.
  3.Ci racconti un episodio in cui ti è sembrato che la sfortuna ti avesse colpito senza pietà? Quando ho scoperto di avere una malattia infettiva che, senza scendere nei dettagli, tecnicamente non potevo e non dovevo avere. Perché è trasmissibile solo attraverso certe modalità da me mai praticate. Ma ne sono guarito del tutto e la fortuna, se vogliamo metterla così, ha fatto da ottimo contrappeso. In verità è giusto sottolinearlo: “mi era sembrato” e mi ero sbagliato. Che si dovrebbe dire della povera Melissa di Brindisi che andava a scuola con il sorriso sulle labbra e le è successo quel che sappiamo? Il destino, la sfortuna? O null'altro che l'ottusa e cieca banalità del male che miete vittime puramente casuali? Quando si pensa che la sfortuna ci ha colpito “senza pietà”, è arrivato il momento di guardarsi intorno nel mondo e di vergognarsi di quel che abbiamo appena pensato. 
Danilo Arona, giornalista e scrittore, ha pubblicato, oltre a diversi racconti, romanzi e saggi con Mondadori, Longanesi, Corbaccio, Marco Tropea Editore, Dario Flaccovio e Gargoyle Books con titoli quali "Vien di notte l'uomo nero – Il cinema di Stephen King", "Cronache di Bassavilla" e "L'estate di Montebuio". 
Stefano Caso
1.Cos'è il destino secondo te? Immagino il destino come il risultato di una complessa espressione algebrica, in cui intervengono milioni di fattori condizionanti: se riesci a intervenire su alcuni di questi fattori, cambi il tuo destino; ma ce ne sono molti - troppi - che sono davvero incontrollabili e immodificabili e su cui il libero arbitrio può fare davvero poco.
2. Ci credi alla sfortuna e alla fortuna? Non credo alla sfortuna o alla fortuna intese come entità superiori. Certo è che, a parità di condizioni, ad alcune persone va sempre bene e ad altre va sempre male.
3. Ci racconti un episodio in cui ti è sembrato che la sfortuna ti avesse colpito senza pietà? Sono sincero, non ne ricordo uno in particolare: soltanto piccoli episodi che mi vergognerei a definire sfortunati. 
Cremonese di nascita ma friulano d'adozione, 48 anni, ex docente universitario a contratto, Stefano Caso è scrittore, giornalista e capo ufficio stampa in un ente pubblico.
Alessandro Berselli
1. Cos'è il destino secondo te? Una parte imponderabile del nostro futuro sul quale possiamo intervenire soltanto per il venti per cento, quella che io chiamo la quota di libero arbitrio.
2. Ci credi alla sfortuna e alla fortuna? Non ho una posizione precisa a riguardo. Ho sviluppato però la teoria dei cicli, periodi in cui tutto sembra protetto da una buona stella che si alternano ad altri dove il mondo sembra un'enorme macchinazione ordita ai nostri danni.
3. Ci racconti un epidodio in cui ti è sembrato che la sfortuna ti avesse colpito senza pietà? Niente di eclatante, però capitano spesso quelle giornate in cui si accumulano duecentomila piccole seccature e dove ogni scelta che fai è quella sbagliata. Dalla fila alla posta, ai semafori rossi ecc. Chiedo un esorcismo per i dettagli che vanno storti
  Alessandro Berselli è nato a Bologna nel 1965, dove vive. Ha pubblicato cinque libri, di cui tre romanzi. L’ultimo è “Non fare la cosa giusta” (Perdisa, 2011)  
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Tre domande sul destino a Fabrizio Lorusso, Carmelo Pecora e Gaja Cenciarelli
Fabrizio Lorusso 
1. Cos'è il destino secondo te?
Ti rispondo con il finale di una mia poesia:
  Compagna, senti, non ci vogliono strade per camminare insieme
ci vuole il camminante, la camminante
compagno, senti, non è per il destino che uno muore
è per oblio e apatia, dimentichiamo l'apatia, cominciamo a camminare.
  Perciò dico che noi siamo il destino, lo subiamo o lo dominiamo, anzi forse entrambe le cose, ma non lo vedo come una predeterminazione della vita. Credo nel caso, vedo il caos e mi chiedo se non sia questo il destino: una connessione confusa di puntini sparsi nel mondo, una potenzialità priva di senso e di figura, che se li colleghiamo tutti viene fuori una matassa srotolata (il cosiddetto casino).
  2. Ci credi alla sfortuna e alla fortuna? Credo che una sfortuna possa diventare fortuna in un batter d'occhio e viceversa, quindi meglio viverle come i due lati della stessa medaglia. Direi che esistono in concreto, ma quando sono divinità astratte, scritte con la maiuscola, agiscono sulle cose umane perché noi ci crediamo e diamo loro la vita, ma poi gli effetti dipendono da come le viviamo dentro di noi. Forse sfortuna è quando fai di tutto perché le cose vadano per il meglio e vanno male comunque. Fortuna quando non fai nulla e tutto arriva gratis. Ma poi di solito, non durano molto, nessuna delle due.
  3. Ci racconti un episodio in cui ti è sembrato che la sfortuna ti avesse colpito senza pietà? Una brutta caduta in motorino sulla strada che da anni percorrevo con la mia Honda CB 400 F o col motorino, il SI 1983 e poi lo Scooter, la bici, tutto, pure la macchina. Quelle strade che puoi fare ad occhi chiusi. Sempre indenne. Milano, ora di punta, 18 pm, aprile del 1999. Il classico ritorno dall'università a casa, dopo il corso di Politica Economia che stordisce, e poi su in scooter, ruota piccola, sottile, e senza casco in testa. Strada d'epoca romana con rotaia del tram novecentesco sopra, ma mai un problema, una distrazione. Lo Scooter nuovo supera tutto, pure i marciapiedi più altezzosi, ma non un pezzettino beffardo della rotaia nascosto tra due piastrelloni antichi e sbam! Il bacio sanguinoso col selciato, punti al naso, punti in testa, occhio tumefatto e la sfortuna volle che era il giorno prima dell'esame improrogabile e difficilissimo di spagnolo avanzato per fare lo scambio, tipo Erasmus, in Messico. Il sogno di una vita. Notte in ospedale e poi direttamente all'esame, senza capirci un cazzo dello spagnolo, con la testa in fiamme, ma senza aver bevuto nessuna tequila. Passato, ora sono qui, Puerto Escondido, Città del Messico, 12 anni dopo, fortunato, e dico Buona Fortuna!
  Fabrizio Lorusso vive in Messico dove insegna. Corrispondente, poeta e redattore, ha scritto un libro sul culto alla Santa Morte in Messico: “Santa Muerte, Patrona dell'umanità” (in uscita in febbraio 2013)
  Carmelo Pecora 
1. Cos'è il destino secondo te?
Quel concatenarsi di circostanze che, intrecciandosi tra loro, fanno sì che tutto ciò che abbiamo immaginato per la nostra vita venga stravolto!
Nel Bene e nel Male!
2. Ci credi alla sfortuna e alla fortuna?     Da buon meridionale, sono cresciuto pensando che tutto ciò che accadeva  era da imputare a queste due condizioni. Con il passare degli anni mi sono accorto che aggrapparsi a ciò aveva poco senso e quindi ho iniziato a cambiare atteggiamento. Se mi attraversa un gatto nero guardo alla sua bellezza, non passo sotto le scale solo per evitare che io mi possa sporcare e così via; se le cose della vita vanno bene penso che un po’ di merito, in quello che accade, sia dovuto al mio comportamento e non al fato. Diciamo che sono passato dal “non è vero ma ci credo”, di campana (Totò) memoria, al più classico “è la vita” così facendo provo a non farmi influenzare.
  3. Ci racconti un episodio in cui ti è sembrato che la sfortuna ti avesse colpito senza pietà?    Sembrerà strano ma per quanto mi sforzi a pensare ad un periodo sfortunato non mi vengono in mente episodi che mi possano far considerare di essere stato colpito da una nera, o di qualsiasi colore si voglia, sfortuna. 
Carmelo Pecora, raccontatore di storie. Scrispettore per gli Amici!  Ex Poliziotto restituito alla vita “Civile”!
  Gaja Cenciarelli 
1. Cos'è il destino secondo te? Il destino sono tutti gli angoli che non possiamo fare a meno di incontrare e dietro cui si nasconde la vita. Sono le svolte. È la somma delle nostre scelte. Talora inevitabili. È una reazione a catena. 
2. Ci credi alla sfortuna e alla fortuna? No. È sempre una questione di responsabilità e di scelte. Anche quelle che in un certo periodo della nostra vita ci sembrano più innocue, possono avere un peso rilevante nella nostra vita, prima o poi.
3. Ci racconti un episodio in cui ti è sembrato che la sfortuna ti avesse colpito senza pietà? L'episodio più drammatico, più tragico [definirlo sfortunato è un eufemismo] della mia vita è costituito da una somma di episodi, complicati da raccontare. Quell'episodio, ora, si è rivelato la più grande fortuna della mia vita. Era destino.
Gaja Cenciarelli è nata a Roma. Specializzata in letteratura irlandese, traduce dall’inglese narrativa e saggistica. Oltre a numerosi racconti ha scritto e tre libri, l’ultimo è “Sangue del suo sangue” (Nottetempo, 2011).
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Tre domande sul destino a Massimo Rainer, Sara Bilotti e Romano De Marco
Massimo Rainer
1.   Cos’è il destino secondo te? 
Un insieme di circostanze che noi stessi riteniamo tali perché, a volte, non abbiamo la lucidità di analizzare i fatti. In realtà, eventi naturali catastrofici a parte, niente avviene per caso e tutto è determinato dalle nostre azioni e scelte.
2.   Ci credi alla sfortuna e alla fortuna? 
No, credo che ci meritiamo sempre quanto ci accade. Siamo noi che ci costruiamo la nostra vita e chi interagisce con noi fa parte delle nostre scelte, anche quando le sue ci danneggiano.
  3.   Ci racconti un episodio in cui ti è sembrato che la sfortuna ti avesse colpito senza pietà? 
Ci penso e ci ripenso ma non mi sovviene. Sono un uomo fortunato, evidentemente.
Massimo Rainer è un avvocato milanese che scrive sotto pseudonimo. Nel 2007 ha pubblicato "Rosso Italiano" con Barbera editore e nel 2011 “Chiamami Buio” con Todaro Editore.
  Sara Bilotti
1. Cos'è il destino secondo te? 
Quello che molti chiamano destino, io la chiamo predisposizione. Una sorta di impronta genetica che determina il nostro atteggiamento generale nei confronti della vita, e condiziona gli eventi in base alle reazioni degli altri ai nostri comportamenti istintivi.
  2. Ci credi alla fortuna e alla sfortuna? 
No. Credo nel ruolo fondamentale che ha il caso nelle nostre vite, non al fatto che una persona sia più o meno fortunata.
  3. Ci racconti un episodio in cui ti è sembrato che la sfortuna ti avesse colpito senza pietà? 
Qualche anno fa, nel giro di pochi giorni ho perso il lavoro, i miei genitori sono andati a vivere lontano, e una moltitudine di problemi di varia natura saltavano fuori come funghi. Ma non la chiamerei sfortuna: il caso ha generato il caos, mettendomi contemporaneamente di fronte a una serie di situazioni difficili da gestire.
  Sara Bilotti è nata a Napoli, dove vive. Diplomata in danza classica, ha compiuto studi linguistici e filologici. Ha scritto “Nella carne” (Termidoro Edizioni, 2012).
Romano De Marco
  1. Cos’è il destino secondo te? È una equazione matematica formata dalla somma dei nostri sbagli meno tutto ciò che di buono siamo riusciti a portare a termine nella vita. 2. Ci credi alla sfortuna e alla fortuna? Beh, è innegabile che a volte le cose potrebbero andare diversamente, nel bene e nel male, se non fosse per dei piccoli, trascurabili particolari. Diciamo che, in genere, siamo portati a dare per scontati i particolari e le situazioni che ci arrecano benefici e ad enfatizzare quelli che ci penalizzano. Per questo è frequente parlare di sfortuna per se stessi e fortuna altrui, molto meno il contrario. 3. Ci racconti un episodio in cui ti è sembrato che la sfortuna ti avesse colpito senza pietà? Per non smentire quanto affermato sopra, direi che la casistica è quanto mai ampia. Dovendo citare un singolo caso, la peggiore sfortuna che mi sia capitata è stata di innamorarmi perdutamente, a vent’anni, di una donna che mi ha rovinato gran parte della vita. Per fortuna, poi, il destino (ovvero quella equazione di cui sopra…) ti ripaga sempre. Nel mio caso si è riscattato facendomi incontrare la mia attuale compagna. Tra critica e narrativa, Romano De Marco ha scritto diversi romanzi. L’ultimo è “Ferro e Fuoco” (già Giallo Mondadori, ora ripubblicato Pendragon). Sempre per Pendragon, a fine anno uscirà “Codice di Ferro”.
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Tre domande sul destino a Cristina Orlandi
1. Cos’è il destino secondo te?
Possiamo definire "destino" quella serie di eventi, determinati da fattori esterni alla nostra volontà, che riescono a cambiare il corso della nostra esistenza dal momento in cui incrociano il nostro cammino. 
A seconda di come questi eventi influiscono sulla nostra vita, possiamo dire che ci sfiorano, oppure ci colpiscono, con vari di livelli di coinvolgimento, fino ad arrivare a volte a stravolgere letteralmente la nostra vita.
2. Ci credi alla sfortuna e alla fortuna?
Credo più alle persone "fortunate" o "sfortunate". Nel senso che, a parte alcuni casi di eventi come morte o cataclismi, sono convinta che spesso sia possibile volgere le situazioni a proprio vantaggio. Lo sfortunato è quindi colui che reagisce in modo da peggiorare una situazione negativa in partenza. 3. Ci racconti un episodio in cui ti è sembrato che la sfortuna ti avesse colpito senza pietà?
Mi collego alla risposta precedente: sul lavoro sono stata vittima di mobbing. Pesantemente, da parte di capo e colleghi. Il capo mi sommergeva letteralmente di incarichi, rifiutando ogni mia richiesta di aiuto, i colleghi mi ignoravano. Del tipo che si giravano a guardare il soffitto ogni volta che chiedevo un'informazione tipo "dove hai messo la pratica X?" Se io fossi una persona "fortunata", mi sarebbe bastato comportarmi specularmente come le mie (per fortuna ex) colleghe: ignorarle sia come esseri umani che dal punto di vista lavorativo. Il mio senso civico, invece, mi faceva soffrire ogni volta che incontravo uno sguardo che mi attraversava come se io fossi vetro. Per non parlare del senso di responsabilità che mi faceva sentire in difetto ogni volta che la mancanza di tempo mi impediva di essere puntuale nelle consegne. Risultato: un sacco di ore di straordinario. Gratis. Una persona "fortunata", invece di tornare ogni giorno dall'ufficio piangendo, avrebbe senza sensi di colpa fatto solo quel che era possibile, senza dedicare tempo oltre a quello regolarmente retribuito, e avrebbe probabilmente ottenuto gli aiuti che meritava. Io ho faticato un sacco, per nulla poi, perché un giorno non ce l'ho fatta più e me ne sono andata.
  Nata a Bologna, autrice di recensioni e racconti, Cristina Orlandi ha pubblicato nel 2009 il suo primo romanzo, intitolato “Come ti permetti?” con la Uniservice di Trento. 
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Non perdetevi gli appuntamenti con Marilù Oliva allo SUGARPULP FESTIVAL 2012.
Sabato 29 h. 10.30 Marilù Oliva presenta Maurizio De Giovanni
Sabato 29 h.11.30 “La figura femminile nel nuovo noir-thriller italiano”: incontro con Lorenza Ghinelli, Marilù Oliva, Francesca Bertuzzi, Matteo Strukul
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Marilù Oliva a Fahrenheit - Radio 3
Oggi alle 17.30 su Fahrenheit a Radio 3 Marilù Oliva parlerà del suo romanzo "Mala Suerte". 
Stay tuned!
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Tre domande sul destino a Novelli & Zarini
Tre domande sul destino a Novelli & Zarini
1.Cos’è il destino secondo te? Il destino è per metà ciò che creiamo e per l’altra metà è frutto dell’imponderabile che ci osserva giocando con le nostre carte. Il caso. 
2. Ci credi alla sfortuna e alla fortuna? Crediamo che sfortuna e fortuna siano facce della stessa medaglia. Dipende dal lancio della moneta. Se si semina bene nel corso della vita è possibile in qualche misura influenzare questo lancio ed essere almeno per una minima parte padroni del proprio destino. 
3. Ci racconti un episodio in cui ti è sembrato che la sfortuna ti avesse colpito senza pietà? Non ricordiamo episodi in particolare, ma si può dire che a volte dietro a un episodio sfortunato, a distanza di qualche tempo, è seguita una grande fortuna. 
Oltre a racconti in antologie e l’e-book “Santa Claus is coming to town” per laChichili Agency Italia, Andrea Novelli e Gianpaolo Zarini hanno all’attivo tre romanzi per Marsilio, l’ultimo è il “Il paziente zero”(2011).  
Tags: Novelli & Zarini destino mala suerte marilù oliva
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Presentazione di "Mala Suerte" alla Feltrinelli di Bologna, martedì 25 settembre
Martedì 25 settembre alle ore 18
presso la Libreria Feltrinelli Ravegnana
(piazza Ravegnana 1, Bologna)
si terrà la presentazione di presentazione di 
Mala Suerte di Marilù Oliva
Insieme all’autrice interverrà il professor Nicola Bonazzi
Letture di Marco Piva
Marilù Oliva
MALA SUERTE
  COLLANA SCATTI
pp.256 - Euro 16
  Esiste la Fortuna? Esiste il Destino? Elisa Guerra, detta La Guerrera, giura di no, anche se tutto concorre a farle credere che un dio dispettoso stia complottando contro di lei.
  In una Bologna notturna  e distratta viene compiuto un omicidio inusuale: la vittima infatti è stata derubata e uccisa con una modalità singolare, avvelenamento da cloroformio.
L’ispettore Basilica intuisce che la responsabilità è da collegarsi a una gang di latinos e italiani e subito coinvolge La Guerrera come consulente speciale in grado di addentrarlo nella comunità ispano-americana che gravita intorno ai locali notturni di salsa. A questo punto, però, un nuovo omicidio si lega al primo attraverso e le indagini si intreccianio. La Guerrera sonda negli ambienti salseri della città, avvalendosi della propria preparazione scientifica – sta completando la tesi per laurearsi in criminologia – nonché delle frequentazioni “speciali”, ad esempio quella con il giovane e aitante cubano con cui ha intessuto una relazione sessuale.
Mentre la sua migliore amica Catalina mescola i suoi tarocchi e la Commedia di Dante ritorna a dare provvisorio conforto, tra sigarette, bottiglie di rum e patatine, La Guerrera fa capoeira e combatte in jeans, si ostina, cade, si rialza, cerca rifugio nei sensi, persegue un ideale personale di giustizia che cozza col mondo buio che la circonda.
Turbata dalla tensione con l’ispettore Basilica – che vedrà un’inaspettata evoluzione – e da un nodo mai sciolto del passato che torna su di lei, Elisa farà allora quello che le riesce meglio: lottare, anche fino alla morte... 
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Marilù Oliva intervistata su F 
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Mala Suerte su Stop!
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Il BookTrailer di "Mala Suerte".
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Tre domande sul destino a Grazia Verasani
1. Cos’è il destino secondo te? 2. Credi alla sfortuna e alla fortuna?  3. Ci racconti un episodio in cui ti è sembrato che la sfortuna ti avesse colpito senza pietà? 
«Al di là delle suggestioni mitologiche, o metafisiche, credo che nella vita di tutti a volte capitino cose sorprendenti, ma pensare che dietro di esse ci sia una volontà soprannaturale non fa parte della mia cultura. Ugualmente, mi lascio sorprendere... Non credo alla fortuna nè alla sfortuna, così come non credo alla forza e alla debolezza separate l'una dall'altra. Ci sono slanci costruttivi e slanci distruttivi. Poi il caso mette sulla tua strada bucce di banane o biglietti da dieci euro... No, non ricordo un periodo della mia vita che potrei definire "simpaticamente" sfortunato... Ho perso persone perchè si sono ammalate, ma quella non è una sfortuna, è una tragedia, come il terremoto... Mi dicono che sono una persona che porta fortuna, non ho mai capito perchè, ma certo fa piacere... Spero di portarne anche a Marilù!» Grazia Verasani è una scrittrice e cantautrice. Ha esordito nel 1999 con il romanzo L’amore è un bar sempre aperto (Fernandel). Tra i suoi libri ricordiamo Quo vadis Baby? (Mondadori, 2004) da cui sono stati tratti un film (diretto da Gabriele Salvatores) e una serie televisiva. 
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Disegno di Niccolò Pizzorno.
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Venerdì 20 luglio alle ore 18.30
presso la Libreria Stile Libero
(viale Ofanto 293, Foggia)
si terrà la presentazione di presentazione di 
Mala Suerte di Marilù Oliva
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Macondo consiglia... "Mala Suerte" di Marilù Oliva.
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Esiste la Fortuna? Esiste il Destino? Elisa Guerra, detta La Guerrera, giura di no, anche se tutto concorre a farle credere che un dio dispettoso stia complottando contro di lei.
  In una Bologna notturna  e distratta viene compiuto un omicidio inusuale: la vittima infatti è stata derubata e uccisa con una modalità singolare, avvelenamento da cloroformio.
L’ispettore Basilica intuisce che la responsabilità è da collegarsi a una gang di latinos e italiani e subito coinvolge La Guerrera come consulente speciale in grado di addentrarlo nella comunità ispano-americana che gravita intorno ai locali notturni di salsa. A questo punto, però, un nuovo omicidio si lega al primo attraverso e le indagini si intreccianio. La Guerrera sonda negli ambienti salseri della città, avvalendosi della propria preparazione scientifica – sta completando la tesi per laurearsi in criminologia – nonché delle frequentazioni “speciali”, ad esempio quella con il giovane e aitante cubano con cui ha intessuto una relazione sessuale.
Mentre la sua migliore amica Catalina mescola i suoi tarocchi e la Commedia di Dante ritorna a dare provvisorio conforto, tra sigarette, bottiglie di rum e patatine, La Guerrera fa capoeira e combatte in jeans, si ostina, cade, si rialza, cerca rifugio nei sensi, persegue un ideale personale di giustizia che cozza col mondo buio che la circonda.
Turbata dalla tensione con l’ispettore Basilica – che vedrà un’inaspettata evoluzione – e da un nodo mai sciolto del passato che torna su di lei, Elisa farà allora quello che le riesce meglio: lottare, anche fino alla morte...
  Marilù Oliva
Vive a Bologna. Insegna lettere alle superiori e scrive. Ha pubblicato racconti per il web e testi di saggistica, l’ultimo è uno studio sulle correlazioni tra la vita e le opere del Nobel colombiano Gabriel García Márquez: Cent’anni di Márquez. Cent’anni di mondo (CLUEB, 2010). Collabora con diverse riviste letterarie, tra cui Carmilla, Thriller Magazine, Sugarpulp.
Mala Suerte completa la trilogia salsera di Marilù Oliva, dopo ¡Tú la pagarás! (Elliot 2011), finalista al Premio Scerbanenco, e Fuego (Elliot 2011).
Il sito dell’autrice è www.mariluoliva.net
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