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Me lo devo tatuare, basta.
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Quando in anticipo sul tuo stupore
verranno a chiederti del nostro amore
a quella gente consumata nel farsi dar retta
un amore così lungo
tu non darglielo in fretta
non spalancare le labbra ad un ingorgo di parole
le tue labbra così frenate nelle fantasie dell'amore
dopo l'amore così sicure a rifugiarsi nei "sempre"
nell'ipocrisia dei "mai"
non sono riuscito a cambiarti
non mi hai cambiato lo sai.
E dietro ai microfoni porteranno uno specchio
per farti più bella e pensarmi già vecchio
tu regalagli un trucco che con me non portavi
e loro si stupiranno
che tu non mi bastavi,
digli pure che il potere io l'ho scagliato dalle mani
dove l'amore non era adulto e ti lasciavo graffi sui seni
per ritornare dopo l'amore
alle carezze dell'amore
era facile ormai
non sei riuscita a cambiarmi
non ti ho cambiata lo sai.
Digli che i tuoi occhi me li han ridati sempre
come fiori regalati a maggio e restituiti in novembre
i tuoi occhi come vuoti a rendere per chi ti ha dato lavoro
i tuoi occhi assunti da tre anni
i tuoi occhi per loro,
ormai buoni per setacciare spiagge con la scusa del corallo
o per buttarsi in un cinema con una pietra al collo
e troppo stanchi per non vergognarsi
di confessarlo nei miei
proprio identici ai tuoi
sono riusciti a cambiarci
ci son riusciti lo sai.
Ma senza che gli altri non ne sappiano niente
dimmi senza un programma dimmi come ci si sente
continuerai ad ammirarti tanto da volerti portare al dito
farai l'amore per amore
o per avercelo garantito,
andrai a vivere con Alice che si fa il whisky distillando fiori
o con un Casanova che ti promette di presentarti ai genitori
o resterai più semplicemente
dove un attimo vale un altro
senza chiederti come mai,
continuerai a farti scegliere
o finalmente sceglierai.
Fabrizio De Andrè
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digli pure che il potere io l’ho scagliato dalle mani
dove l’amore non era adulto e ti lasciavo graffi sui seni
per ritornare dopo l’amore alle carezze dell’amore
era facile ormai
non sei riuscita a cambiarmi
non ti ho cambiata lo sai.
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Digli che i tuoi occhi me li han ridati sempre
come fiori regalati a maggio e restituiti in novembre
i tuoi occhi come vuoti a rendere per chi ti ha dato lavoro
i tuoi occhi assunti da tre anni
i tuoi occhi per loro,
ormai buoni per setacciare spiagge con la scusa del corallo
o per buttarsi in un cinema con una pietra al collo
e troppo stanchi per non vergognarsi
di confessarlo nei miei
proprio identici ai tuoi
sono riusciti a cambiarci
ci son riusciti lo sai.
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Verranno a chiederti del nostro amore, Fabrizio De André
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continuerai a farti scegliere o finalmente sceglierai?
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Le farfalle non riescono a guardarsi le ali.
Vivono fra gli sguardi pieni di meraviglia dei passanti,senza mai rendersi conto della bellezza che si portano dietro.
Guardandosi,vedranno sempre quello stesso bruco.
È una strana morte,morire di insicurezza per qualcosa che non si riuscirà mai a vedere.
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travel & landscapes blog
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Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia, chi non rischia,
e non cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione
chi preferisce nero su bianco ed i puntini sulle “i” piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno di uno sbaglio un sorriso, che fanno battere il cuore davanti agli errori ed ai sentimenti.
Lentamente muore chi non capovolge il tavolo,
chi è infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l'incertezza, per inseguire un sogno
chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati
lentamente muore chi non viaggia e chi non legge,
muore lentamente chi distrugge l'amore proprio,
chi non si lascia aiutare,
chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.
Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità.
-Pablo Neruda.
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“È come se un filo invisibile tenesse legate le nostre anime. Quando mi allontano troppo da te il filo tira lentamente fino a far staccare la mia anima dal mio corpo. E lei rimane li, vicina a te, te la trascini dietro, ovunque e ciò mi fa sentire un vuoto dentro, una mancanza, un continuo bisogno di tornare da te.”
Roma, Arco di Travertino.
Non togliete la descrizione, foto mia.
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