Proverò a scrivere di me, anche se scopro di non conoscermi così bene neanche io. Ho 16 anni e, come tante altre ragazze,ho un disturbo alimentare, soffro di bulimia. Non so esattamente da quanto, me ne sono resa conto circa 3 anni fa,anche se le mia fissazioni sul cibo e sopratutto sul fisico hanno radici più profonde. Ero piccola, e in famiglia non eravamo, e non lo siamo tutt'ora, abituati ad esprimere affetto, ma gli apprezzamenti o le squalifiche sulla forma fisica non mancavano mai. Vivevo con la mia tata, papà lavorava molto e lo vedevo poco. Mamma lavorava in un'altra città. Vivevo nel mio mondo e, quando timidamente ne uscivo, le bambine della mia età spesso non mi volevano o non mi consideravano alla loro altezza. Così tornavo a giocare con i miei pensieri. Poi il terremoto. 30 secondi di una notte tranquilla hanno sconvolto la mia vita. Trasloco, cambio di abitudini, gente nuova, un nuovo mondo, che non era più fatto di animali e unicorni. Un mondo di nostalgia, confusione, tristezza, malinconia, paura, senso di inadeguatezza. Qui cominciano le radici del mio disturbo. Il cibo è la punta di un iceberg. Papà non c'era mai, mamma lavorava e io ancora da sola nel mio mondo, stavolta meno allegro. Non potevo parlarne con nessuno, non avevo nessuno disposto ad ascoltarmi. Semplicemente abbozzavo. Piangevo. Perché non mi volevano? Erano troppo spensierati per una bambina spaesata e timida come me. Avevo 8 anni e mi guardavo allo specchio. Insicurezza. Ecco, non mi vogliono perché sono brutta. Il mio corpo non è bello, ha proprio ragione papà, devo fare di più per migliorarmi. 12 anni, le medie. Nuove insicurezze. Non ero bella e mi prendevano in giro, soprattutto per il mio nome. Ma tu zitta. Zitta e abbozza, che tanto passa. Torna nel tuo mondo. 14 anni, il mio primo vero ragazzo. Non ero all'altezza delle sue amiche, loro erano così belle, io no. Di nuovo a soffocare lacrime nel cuscino. Di li l'inizio di una lunga, lenta anoressia. Finalmente un po'di att...

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