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La filigrana Nell'arte dell'oreficeria la filigrana indica leggeri e finissimi lavori che imitano l'arabesco, composti con sottilissimi fili d'oro o d'argento, che presentano un'infinitá di oggetti sotto diverse forme. Con questa tecnica orafa vennero delle piú antiche civiltá medio orientali. I canali moda e di costume... la storia insomma influí sulla diffusione e l'evoluzione tecnica della filigrana da principio nell'area mediterranea ed in oriente fino a divenire patrimonio del continente asiatico, europeo, africano e dell'america latina, con caratteristiche proprie delle varie scuole. In Italia é giá presente nell'oreficeria etrusca con stupende opere in granuli. Nell'oreficeria romana imperiale troviamo i primi gioielli ottenuti esclusivamente in filigrana a giorno, con l'esclusione della lamina di base. Le civiltá barbariche ed il gusto bizantino produssero nuovi capolavori, intorno al 1200, con il ritorno dei crociati la filigrana approdó in Genova ed in Venezia (opus veneticum). Altri centri di lavorazione della filigrana in Italia furono Torino, la Val Sesia, Firenze, Cortina d'Ampezzo, Pescocostanzo, Scanno, Roma, Napoli, la Sardegna. La storia della filigrana L'origine del nome é senza dubbio latina, e deriva dall'unione di due sostantivi: filo (fílum) e grano inteso come granulo (granum). Secondo l'Enciclopedia Treccani essa é " un particolare tipo di lavorazione dell'oro e dell'argento, che consiste nel curvare e nell'intrecciare filamenti di metallo, riunendoli nei loro punti di contatto con saldatura, anch'essa di metallo, per mezzo di cannello da saldare". In genere, quindi, tutta l'opera viene eseguita interamente con filo granato, ottenendo l'effetto di un arabesco un poco irreale. La prima filigrana autentica dell'antichitá é documentabile dai ritrovamenti di Troia (Hissarlik, II e III strato) databili al 2000-2500 a.C., e di Ur, antica capitale dei Sumeri, che documentano giá l'uso dell'argento e una buona tecnica di lavorazione. Per alcune fonti (vv Enciclopedia delle Arti e Industrie, 1882), " gli inventori della filigrana sono stati gli Arabi, perchè in tale industria furono sempre eccellenti. Una ragione abbastanza buona che si ha della preferenza data da questi popoli a tale ramo dell'oreficeria, sta nella predilezione che ebbero ed hanno le loro donne per gli ornamenti leggeri, causa del caldo clima del paese in cui vivono e della mollezza dei loro costumi. ". Senza macchine, la produzione di filo per lavori in filigrana deve essere stata un grosso problema per gli antichi artigiani. Ci sono varie ipotesi circa il metodo di produzione del filo; tuttavia esse concordano nel ritenere che il primo passo fosse quello di staccare delle striscioline dai fogli di metallo usando un utensile tagliente. Incerto é il metodo utilizzato per trasformare queste striscioline in filo: alcuni esperti affermano che le strisce venivano rese tonde martellandole. Questo metodo, se plausibile per la lavorazione di barre o grossi fili, non é peró valido per produrre gli esilissimi fili che il lavoro in filigrana richiede. Il metodo piú probabile sembra invece quello secondo cui il filo veniva tirato attraverso filiere non molto diverse da quelle usate dagli artigiani di oggi, utilizzando grani forati di pietra dura. In Egitto sono stati ritrovati oggetti in filigrana risalenti al 1500 a.C.: qui i monili sono confezionati con lavori a traforo e con l'armonica disposizione di maglie, lamine e verghette di metallo; bracciali e ciondoli dí varie fogge lavorati in filigrana sono stati ritrovati anche nella ricca tomba del faraone Tutankhamon. In Unione Sovietica, presso Carnigov, sono stati rinvenuti ciondoli con raffigurazioni di leoni e arieti a decorazione a fili d'oro e pendenti con perle intrecciate di filo granato, risalenti al 1100 a.C.: gran parte dell'oreficeria russa del periodo risente gli influssi dell'arte del levante greco. Intorno all'ottavo secolo a.C. essa si diffonde nell'Etruria, dove sono stati ritrovati monili di notevole bellezza, in particolare a Bisenzio, Vetulonia, Tarquinia, Cerveteri: in queste filigrane la lavorazione é piú raffinata ed aggraziata in un moderato sfoggio di linee e di curve, con l'uso di figure umane ed animali ottenute a stampo su sottili lamine poi ricoperte di granuli. Secondo Erodoto gli Etruschi sono un popolo proveniente dalla Lidia, antica regione dell'Asia Minore: questo spiegherebbe la familiaritá di questo popolo con la tecnica di lavorazione dei metalli, essendo i giacimenti della Lidia tra i piú cospicui e famosi dell'antichitá. Alla caduta dell'Impero Romano d'Occidente (600 d.C.), le invasioni barbariche portano in Italia un interessante contributo sia tecnico che stilistico nella lavorazione della filigrana: in particolare ricordiamo la decorazioni delle armi con l'uso del cesello e con l'ageminatura. Gli oggetti lavorati con la tecnica della filigrana cono per i primi secoli usati solamente per ornamento; solo a partire dal Medioevo a questi si affiancano oggetti legati al culto religioso, quali calici, candelabri, crocefissi, mentre in Cina si eseguono riproduzioni di oggetti reali appartenenti all'uso quotidiano. In Italia la lavorazione inizia dopo il mille, grazie ai rapporti che le Repubbliche Marinare avevano avuto con i paesi dell'Oriente durante il periodo delle Crociate. Importanti centri di produzione sorgono ad Agrigento, Firenze, Genova, Napoli, Torino, Venezia e in Sardegna. In particolare Venezia diventa un importante centro di produzione, con oggetti in oro e argento lavorati in filigrana con rara maestria, in cui la ricchezza ornamentale tipica dello stile bizantino é smorzata e resa piú semplice ed elegante. Sono di questo periodo pregevoli lavori quali le legature bizantine del tesoro di S. Marco a Venezia e i candelabri di Carlo II d'Angió in S. Nicola di Bari, la cornice del "Volto Santo da Odessa" in S. Bartolomeo degli Armeni a Genova. Nell'800 importanti centri sorgono in Trentino (Cortina d'Ampezzo), nel Veneto (Padova) e in Abruzzo (Pescocostanzo), senza dimenticare le giá menzionate Genova e Venezia. Da cronache del tempo risulta che verso la fine del secolo scorso venivano esportati dall'Italia lavori in filigrana d'argento per 450000 Kg e 100000 Kg in oro. Lavori di particolare bellezza, tra cui una fontana di stile gotico alta 70 cm, denominata "il trionfo", in cui si trovano inseriti tutti i fiori della vallata cortinese, sono rintracciabili a Cortina d'Ampezzo, dove negli ultimi trent'anni del secolo scorso fu attiva, per merito di un artigiano del luogo, una rinomata scuola dell'artigianato in filigrana d'argento. A Torino molto rinomata era nel secolo scorso la fabbrica di Beretta. A Genova il periodo di maggior produzione si ebbe tra il 1700 ed i primi anni di questo secolo, con botteghe artigiane che contavano anche 200 dipendenti e producevano lavori su commissione per diverse parti del mondo, tra cui le Americhe e l'Australia. Di fatto, l'arte della filigrana é giunta sino a noi senza subire grossi cambiamenti tecnici, dal momento che i due elementi fondamentali della lavorazione sono ancora oggi il filo ritorto e i granuli. Spesso, soprattutto nei secoli passati, la sua funzione principale é stata quella di decorare e rifinire gioielli, permettendo l'applicazione di pietre dure e pasta vitrea. Solo dall'epoca romano-imperiale la filigrana acquista un suo carattere autonomo, disgiunto da altri sistemi di lavorazione, realizzando monili dai quali é eliminato l'impiego della lamina di base. Inizialmente lavorata unicamente in oro, grazie alla sua malleabilitá e al fatto che é inattaccabile dagli agenti naturali, essa é oggi lavorata quasi unicamente in argento. Essendo un tipo di attivitá basata ancora oggi su tecniche e ritmi di lavoro molto artigianali, e quindi molto costosi, in cui la manodopera viene ad incidere in misura preponderante sul costo del prodotto, essa sta oggi lentamente scomparendo. Un buon filigranista, infatti, deve avere almeno dieci anni di esperienza per poter affrontare opere di un certo impegno e, oltre a possedere uno spiccato gusto estetico, esso deve avere chiare conoscenze tecniche sia nella lavorazione dei metalli che nel disegno.
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il tuo gioiello nasce da un'idea unica!
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