… ed io resto inclinato alla malinconia, amico del silenzio e della meditazione.
Giacomo Leopardi
(via sognatorepensieroso)
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In questo momento come segnalibro sto usando la carta di una galatina.
È molto indicativo.
Ogni volta che un libro mi accompagna per un tratto della mia vita il segnalibro ne è una specie di testimone.
Quindi biglietti dei treni.
Di aerei.
Brochure di mostre.
Post it di coinquilini spagnoli.
Liste della spesa.
Foglie secche.
Biglietti della metro.
Fatture dei ristoranti.
Biglietti da visita.
Estratti conto.
Biglietti del cinema.
E chissà cosa.
Stavolta un involucro di una galatina trovata nel cappotto.
Descrive molto bene come sto messa.
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😍😍😍😍
Anton is cute | Mareike Zocher
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- Come fai a ricordarti tutte queste cose?
- Ho riletto le nostre ultime conversazioni almeno 17 volte.
- Ho un’eccellente memoria fotografica.
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Lui diceva che i veri uomini non si fanno abbracciare da dietro.
Però qualche volta, tra il buio e il sonno, me lo permetteva.
E io gli creavo un nido, il mio corpo coccolava il suo, mi esprimevo, prima di addormentarci, gli cantavo una ninna nanna senza parole, con le braccia che stringevano e le dita che accarezzavano le sue.
Quando ero più timida, gli scrivevo sulla schiena con i polpastrelli che lo amavo, che avrei percorso quei suoi tratti di pelle mille volte ancora, onorandoli sempre.
Rischiavo che lui riuscisse a decifrare i miei messaggi, ma non ero sicura che il mio corpo riuscisse a comunicare con il suo, se non così facilmente.
Invece gli abbracci da dietro avevano quel potere. Silenziosi, muti, immobili.
E se le dita si erano prese una pausa dal laborioso tratto, le mie braccia non erano mai state così eloquenti.
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Hreinn Fridfinnsson - Attending, 1973
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