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apocalypse-erotika · 5 years
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LE CRISALIDI
Attraverso il tavolo di legno massiccio del bar , lei infila l’ unico braccio sano tra due tazzine di caffè ormai freddo. Lei gli tocca piano la mano con la sua. Lui guarda fuori. Non vediamo la sua faccia. Non la vogliamo vedere perché la immaginiamo bella , devastata da un dolore atroce . Impossibile da guardare
Comincia a piovere forte. Sul vetro una farfalla notturna , scura , immobile sotto i colpi delle gocce di pioggia.
Lei gli chiede - guardami , lui non risponde.
Lei piange e con un filo di voce gli dice - non volevano farmi male , non sono ragazzi cattivi. Sto diventando vecchia e mi ferisco con niente.
Un braccio rotto, frattura allo zigomo sinistro , costole incrinate. Lei per tutti è Lulù ma il padre si ostina a chiamarla ancora Ludovico. Sognava l’ operazione definitiva. Ci è andata vicino. Poi gli amanti le rubano ogni cosa. Con la piccola riserva segreta paga a stento la badante per la madre.
Lulù piange piano. Ma non per sé. Per lui che soffre e non le parla. Di lui sa solo quello che ha sentito dire. All’ improvviso è tornato in città dopo molti anni. È povero e nessuno sa niente del suo passato , tranne che era amico d'infanzia di S.
Lulù sognava di diventare come S. , bella, ricca e desiderata da tutti.
Li aveva visti insieme una mattina al bar.
Anche S. piangeva. Era pallida e molto magra. Per camminare doveva sostenersi a lui che le parlava piano. Nel parcheggio la gente del bar girava intorno a una Maserati.
Lui era così calmo. Le stava raccontando una favola che Lulù non conosceva. Ma conosceva bene gli uomini. Dietro quel volto impassibile poteva vedere ogni singola lacrima .
Così quel giorno si è fatta coraggio e gli ha offerto un caffè. Vediamo ora che lui solleva un braccio e strofina il dito sul vetro. Al di là la farfalla notturna è sempre immobile. Sembra morta. Lulù vuole morire. Vuole diventare una farfalla. Anche lui vorrebbe morire ma non può più. Lo ha già fatto.
Lei ritira la mano. Ha smesso di piangere. Vorrebbe sentire una favola. Ha paura di chiederlo. Allora lo chiede davvero e ricomincia a piangere.
È solo un sussurro. Per un attimo lei crede di sentire la voce della farfalla oltre il vetro.
- ….lei è in penombra immobile….porta un vestito lungo rosso molto scollato e i capelli lunghi e neri le coprono la metà deturpata del volto …lui la guarda dall’ alto del palco reale…è seduto su una sedia speciale, alta, di bronzo …i piedi non toccano terra…il re gli dice che gli dispiace ma deve farlo…lui dice che non importa …il re piange…lui la guarda mentre avanza verso il pubblico…zoppica…il segreto …solo loro tre conoscono il segreto…lei inizia a cantare…il pubblico è una marea di fiori fluttuanti che stillano lacrime di neve…il re posa la testa nel grembo di lui e piange…perdonami ,mio grande , unico caro amico, lo devo fare…lui accarezza il volto del re con la sua piccola mano…non importa , gli dice, ho avuto una vita felice …quelle piccole mani bellissime come farfalle…domani sarà tutto finito…i due ambasciatori…avevano visto il segreto ballare nuda nella camera del re una notte d'estate…e non sono riusciti a sopportare quella bellezza…con un calcio lui fece rotolare le loro teste ai piedi del re…un sorriso feroce sulla sua piccola faccia da giullare…lei ha finito di cantare…il pubblico le getta delle rose bianche…una nuvola di petali la avvolgono…sembra una crisalide…lei guarda in alto verso il palco reale…e sorride piangendo dai suoi belli occhi verdi…al tramonto la piazza ormai deserta oscillando piano contro il sole morente…un piccolo bozzolo appeso al filo come una crisalide…lei è vestita di nero con un velo nero che le copre il volto…sale i pochi gradini…infila una rosa rossa nella piccola giubba …alza il velo e depone un lieve , lungo bacio sulle sue labbra livide …
Oltre il vetro pensiamo di vedere un fremito di ali. Ma forse non è così. La falena notturna continua a rimanere immobile. Lulù solleva il volto. Apre gli occhi.È sola. Prende la tazzina di caffè di lui mezza piena. Con timore posa le labbra sul segno della sua bocca sul bordo della tazzina. È gelida. E sorride.
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apocalypse-erotika · 5 years
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Il corridoio è lungo , così pulito e lungo da sentirsi stupidi. L'aria condizionata al massimo per costringerti a sentire i piedi dentro i calzini , i calzini dentro le scarpe ,le scarpe dentro questo edificio , questo edificio dentro al niente. La bambina con il bandoneon. Il piccolo corpo fasciato da un lungo vestito nero molto stretto, le scarpe di vernice nera,il colletto di pizzo, biondi i capelli, lunghi con un nastro nero anch'esso. Percorre piano il corridoio e si siede per terra accanto alla mia poltrona. Quante volte sei venuta da me? Non le conto più, non suonare oggi per favore.
- Pensa che la dottoressa mi ha chiesto se eri mio marito. Fossi matta le ho detto….gli stronzi si adorano , non si sposano… E quella giù a chiedermi se eri single , quanti anni hai, dove abiti..insomma non ne potevo più e gli ho dato il tuo numero di cellulare. - Ho fame ma questa volta pago io. - Va bene, prima facciamo una passeggiata voglio comprarmi un vestito nuovo.
Sottobraccio camminiamo nella violenza del sole ,un viale affollato, con l'unica mano libera porto una mezza dozzina di borse piene di vestiti.
Si avvicina un uomo e mi si pianta di fronte. Mi punta il dito in faccia. Mi dice “ ti ho visto in televisione” Sorrido dietro gli occhiali scuri. “ è inutile che fai finta di niente, tanto lo so che sei tu”.
- Non capisco perché quando siamo insieme guardano sempre solo te…per chi mi prendono…la tua segretaria? - Forse sperano di capire , guardandomi, come è riuscito uno scemo come me ad andare in giro con uno schianto come te. - E come hai fatto? - Pazienza, sopportazione e impedendoti di attentare alla mia verginità. - Stronzo
Macchina. Notte. - La dottoressa dice che va tutto bene. - … - la prossima settimana parto…una vacanza…perché non vieni con me? - non ho soldi - pago io - non voglio , lo sai - sì -… - sai perché due come noi siamo qui su questa strada di notte? -… - perché siamo due sopravvissuti…io ci ho provato due volte e tu una…abbiamo fallito e ci sentiamo ridicoli a provarci ancora… - io ci ero riuscito…solo che mi hanno rimandato indietro…tu sei la mia espiazione - …oggi ho avuto paura… - anch'io
Dallo specchietto retrovisore, sul sedile di dietro la bambina col bandoneon guarda fuori. Oltre il finestrino lunghe distese di campi. L'erba ondeggia nera in un fiume che sale fino al cielo. Poi mi guarda. Occhi azzurri. Come una perla ritrovarmi nudo in bocca alle tenebre.
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apocalypse-erotika · 5 years
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LA NAUSEA
Se un commissario della polizia la avesse interrogata giorni dopo la barista non avrebbe avuto dubbi: “ era un tipo strano , era già qui quando ho aperto alle 6.00 seduto a un tavolo di fuori , ha ordinato solo un caffè . Portava una giacca di pelle nera , leggeva un piccolo libro blu , era molto gentile e così calmo da mettermi i brividi. Sulla sedia aveva appoggiato un mazzo di rose tutte nere tranne una rossa”.
Secondo i suoi calcoli l'obiettivo sarebbe uscito di mattina presto. Non l'aveva mai visto prima. Aveva solo un indirizzo e una descrizione fisica sommaria. Dal tavolo del bar a cui era seduto poteva vedere il portone dell'abitazione del palazzo . Doveva solo aspettare. Aspettare è la cosa che sapeva fare meglio.
L'obiettivo uscì dal portone alle 9. 30. Aspettó che svoltasse l'angolo dell'edificio , quindi si alzò e cominció a seguirlo. Fu più o meno quando , comprato un mazzo di fiori di campo, nella penombra della veranda del fioraio, la donna si levò gli occhiali da sole e immerse il viso tra i petali , che l'uomo cominciò a sentire le voci.
- Immacolata goccia di sangue …nella tua aria scura di dolore … nuda corolla dalle mani di alabastro …lascia ch'io inceda nel teatro segreto della tua ultima follia…io che porto tra le labbra il Delirio delle rose…io che ho navigato i cieli dell'inferno per annegare nel veleno dei tuoi occhi …
Sull'autobus l'uomo scelse un posto in fondo per osservare indisturbato la donna. Nuca e collo piegato di lato. La testa appoggiata al finestrino , la donna sembrava essersi addormentata. Nessuno dei due notò il paesaggio delle colline. Un cavallo legato al palo di una staccionata sulla quale un bambino con un cappellino di paglia , penzolando indolente le gambe brune, sputava il nocciolo di una cilegia sulla coda di un cane morto.
La donna uscì per prima dal cimitero , tirò fuori il telefono e si mise a telefonare. Barcollando l'uomo, superata l'uscita, si appoggiò al muro e fu scosso da conato di vomito.
- serve aiuto? - no , grazie. - sto provando a chiamare il mio fidanzato per farmi venire a prendere…il prossimo autobus passa tra un'ora - grazie ma adesso mi passa…soffro di cervicale e ho finito le gocce - chiamo un taxi e la accompagno a una farmacia - lei è molto gentile…farò due passi …va già meglio - le faccio compagnia tanto non mi risponde nessuno al telefono
… - ha qualche parente sepolto qui? - no - e perché è venuto al cimitero? - mi piacciono i cimiteri - necrofilo? - è per via dei fiori…cambiano odore sopra le tombe…profumano di ferocia - interessante…ce la fa a camminare, mi sembra stanco. - sono sempre stanco. È la mia natura.
… - questo cappuccino fa schifo,a che ora ha il treno? - fra mezz'ora - come se le è fatte quelle cicatrici sul braccio? - signorina , in questo poco tempo che ci è rimasto per stare insieme, vorrei osare chiederle un favore molto importante per me - certo - mi piacerebbe tanto guardarla qualche minuto senza essere interrotto - va bene…ma lei mi mette i brividi…
- Ancora un attimo, prima che le tenebre reclamino ancora il loro funesto tributo….non il tuo sorriso , non l'incavo ombroso della gola tua pallida , facile pasto della mia malinconia , ma questa assenza di parole che mi sento risuonare dentro e non trova via di salvezza….
La donna aprì la mail. Tra i vari messaggi uno attiró la sua attenzione. Era un utente di un social. Conosceva fin troppo bene quella persona. Non le aveva mai scritto prima. « le rose nere sono per chi ben sai. Quella rossa è per te»
Le rose erano ancora fresche sulla tomba. Raccolse quella rossa e la annusó. Era vero, ferocia era la parola esatta.
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apocalypse-erotika · 5 years
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- ti offendi se ti faccio un complimento?
- naturalmente
- sei bello con quell'aria truce
- non resisto mai a una donna che mente dopo la mezzanotte
- è pieno di puttane alla festa di L. Tutte sposate, si capisce. Al primo milione di euro del marito , farsi un amante è ancora tradimento. Al decimo milione è terapia. Meno costoso di un lifting al seno e in più non lascia cicatrici. Una volta conosciuto , ti vorranno scopare tutte le mie amiche. Uno come te mica lo trovano facilmente. Bello , cattivo e con una mente brillante. Inarrivabile , senza cartellino del prezzo.Uno a cui piacciono le cicatrici.
- non ti viene bene la cattiva , preferisco quando sei volgare. È più spontaneo.
- com'è guidare la mia nuova macchinetta? Non gli manca niente. Ha pure un sensore per l'espulsione automatica del passeggero criticone.
- devo aver toccato qualcosa . Si sta scaldando il sedile. Ho la camicia fradicia.
- tuo padre aveva una Fiat 131. Ti ricordi quando telefonai alle 3 di mattina quell'estate? Rispose lui al telefono. Gli chiesi di svegliarti…era per una cosa importante…ti dissi solo vienimi a prendere , per favore…hai preso la macchina , hai fatto tutti quei chilometri…l'ho rivisto in ospedale Matteo…è un dottore, un chirurgo oculista…che buffo , no?…un oculista che 30 anni prima con un pugno mi ha quasi distaccato la retina…non ricordo quasi nulla…solo che era una bella serata e avevamo bevuto molto…e la spiaggia, il mare nero…mi piaceva Matteo…mi sentivo tanto bella…ma non volevo…intendo dire ero troppo ubriaca…non volevo
- siamo arrivati, dov'è l'entrata di questa villa?
- avevi questa cassetta dei Pink Floyd che ha girato non so quante volte nello stereo della macchina…il padre di Matteo era un cliente di papà…hanno coperto tutto con la polizia…al pronto soccorso mi hai preso in braccio…non mi hai chiesto niente…sei sempre stato tanta roba tu…non sai quante volte ti ho ringraziato per non aver detto niente…
- ha la livrea pure il posteggiatore in ‘sto posto
- guardami , stupido. Insieme a te…quella notte…tornando a casa…è stato il viaggio più bello della mia vita, perché siamo stati sempre solo amici noi due?
- se è una proposta sessuale , per quanto raffinata e ben articolata anche se , a dire il vero , alquanto contorta e ricattatoria, la mia risposta è No!
- è sempre stato così facile amarti
- copriti le spalle , è fresco di fuori
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apocalypse-erotika · 5 years
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Freak number 82
Le mie radici feroci ,affamate, nella vastità notturna del sottosuolo. Si innervano non viste come zanne in cerca di tenere gole. Succede di sfiorare una gracile radichetta che sostiene un minuscolo germoglio. Una scossa elettrica incendia l'intero reticolo. La fiamma squassa per intero l'albero . L’ albero del male. Indossa la canottiera con il numero 82. La spallina che cala dalle spalle ossute. Braccia e gambe fini. Da burattino. Un fenicottero. Biondo. Pallido. Occhi verdi che brillano in due piccole radure d'ombra. La bocca piena e morbida come un guanto di velluto dimenticato sul marmo di un sepolcro. I ragazzi giocano a basket a quell'età in cui i piedi crescono più di tutto il resto. I ragazzi che sudano e corrono e imprecano per vincere. Perché la ruota deve girare. Sospinta dall'amorevole mano dei genitori aguzzini. Il numero 82 non sa correre,palleggiare,passare la palla. L'allenatore gli urla dietro. Si blocca prima di segnare nel canestro della sua squadra. Rimane assorto con le dita di una mano sfiora l'indice dell'altra. Fermo in equilibrio su un piede . Con il collo del destro si sfrega il tallone sinistro. Totalmente inadatto. Fuori luogo. Oltre il tempo. Splendidamente solo nel riverbero di un faro che espode. Un piccolo fenicottero biondo fluttuante in un pomeriggio di tardo autunno. Uno di noi. Uno di noi è non posso fare niente per salvarlo. In palestra prendo un bilanciere da 20 kg. 4 dischi da 20 più uno da 10 per parte. Mezzo Stacco. Sento il suono della mia specie scorrere violento nelle vene. Il nostro lamento funebre che ci canta dentro dalla nascita. Non sento più niente. Non sono più niente. Prendo il bilanciere e lo sollevo senza sforzo. Nudo sotto un getto di acqua bollente. Mi guardo le mani. Vuote. Un altro Kerelle . E non puoi farci niente. Chiudo gli occhi. Uno stormo di fenicotteri si alza in volo e scompare in un cielo di sangue.
Kerelle
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apocalypse-erotika · 5 years
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HYPNEROTOMACHIA o dell ’ “amoroso combattimento onirico ” di Kerelle
INQUISITORE - Per il potere conferitomi dal Sommo rappresentante in Terra del Potere Divino Misericordioso nonché detentore e ultimo Arbitro di umana Giustizia e Carità, dichiaro colpevole tu Kerelle , conclamato Negromante e corruttore di anime pure e devote al nostro Unico Indicibile Onnipotente, e ti condanno al supplizio dei Chiodi e alla crocifissione pubblica. Hai diritto ad un’ ultima confessione. Parla dunque!
KERELLE - Sento schiudersi in me qualcosa che non conosco. È morbido , straziante , un calore che mi si allarga nel petto , mi colma , strabocca. È infine questo che ho sfiorato tutta la vita senza toccare mai? Questo fiume che travolge , questo fiume che sono Io.
INQUISITORE - Chiodo!
KERELLE - Eppure i miei occhi hanno visto segni , simboli , ombre fuggevoli , l’ eco della voce melodiosa di uno spirito nascosto che solo ora mi si rivela nella sua Potenza. Lo ho intravisto sulla candida nuca imperlata di sudore di una fanciulla dai capelli color del miele mentre , nella sacrestia di una chiesa , la prendevo da dietro facendole recitare un‘antifona in latino….
INQUISITORE - Chiodo, chiodo!
KERELLE - …. o in un cinema , al buio…il viso di una donna in ginocchio davanti a me rischiarato a tratti dalla luce della mia sigaretta…pur avendo il mio cazzo in bocca mi fissava e piangeva, felice perché avevo lottato e cacciato i suoi demoni. Era così bella da fermare il mondo. Lì il rasoio della Bellezza mi fece a pezzi lasciandomi sanguinante ma non seppi capire…
INQUISITORE - Chiodo , forza !
KERELLE - ho viaggiato nel Regno dei Morti, ma dopo sono tornato e all'alba , su uno scoglio in riva al mare , ho sentito cantare un bambino dal corpo di perla . Tutti i miei spiriti danzavano intorno. Mi sono sentito brillare e …. Infine su un autobus ….fuori era estate , ero ubriaco . Allungai un braccio sul sedile accanto dove era seduta una signorina sperduta. L'indice della mia mano le sfiorava la spalla nuda. Ad ogni curva , ad ogni buca , il dito a intermittenza toccava la sua pelle. Era come se stessi ricevendo un messaggio in caratteri morse. Ma anche lì non volli capire…
INQUISITORE - Chiodo ! Ne manca ancora uno , l'ultimo.
KERELLE - …non ho altro da dire … è finita…mi viene da ridere perché sento di amarvi tutti e non posso farci niente…Oh, Grande, Grande Amore del mondo perché non mi hai abbandonato… ed ora…Chiodo ! L’ ultimo! Dritto al cuore !
KERELLE
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apocalypse-erotika · 5 years
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TERESA NELLA FORESTA
Nelle favole le ragazze che si perdono nel bosco fanno brutti incontri. La notte è rossa , il bosco vivo di presenze invisibili , l'orlo della veste risveglia strani esseri alati , le labbra socchiuse , il brivido , la soglia. Per ogni ragazza un Mostro. Per ogni paura un destino. E il destino arriva su stivali di cuoio rancido , ha armature splendenti , spade di ruggine e sangue , boccoli d'oro . Castelli e tesori da regalare, occhi azzurri da predatore. L’ Eroe . Felici e contenti . Fine. Non una parola sulle notti insonni . Il suo corpo sudato ,sporco , sacro da salvatore, che si abbatte sul tuo con la tenerezza di uno sfregio. Io voglio il Mostro . Il suo corpo sfigurato , braccato , maledetto. Ma lui rincorre la sua ombra che è sempre un po’ più in là. Se potessi vedermi , desiderare di mangiarmi come io desidero essere mangiata. Farmi sangue nel tuo sangue., respiro nelle tue fughe , lacrima che acceca e rischiara, unghia,dente ,osso , cura e sollievo. Se potessi vedermi ma tu non mi vedi Kerelle La lunga strada per uscire da una favola le ragazze la fanno ad occhi chiusi camminando su cocci di vetro. Io sono ancora nel bosco, persa ma sto bene….nel caso ti venisse voglia di fare il Lupo Cattivo
Teresa
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apocalypse-erotika · 5 years
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Mi piace imbucarmi ai matrimoni Saluto,bacio,mi inchino,barcollo Sfoderare la serie 7 Dei 19 sorrisi dell'assassino sentimentale Dopo il terzo giro di prosecco Sussurro una formula magica assira All'orecchio di una testimone bionda Ballo un tango con la nonna serba Della sposa Discuto di fondi di investimento Con un direttore di banca Dall'aria deficiente Quando comincio a declamare Un canto di guerra Navajo In lingua nativa Il prete solitamente Con una pacca sulla spalla Mi invita a sedermi ad un tavolo Di tutti i bambini Piango un po’ tanto per darmi Una tono Alla seconda portata La mia opera di devastazione alcolica È sufficiente perché l'angioletto Di 8 anni dagli occhi smeraldo Mi prenda la mano Con la sua piccola piccola come la fiamma di una candela In una cattedrale gotica “Tutto bene?” fa la madre dello sposo “Siete tutti così meravigliosi” faccio io “È bellissimo mio figlio,non trova?” “Meraviglioso, anche lei è meravigliosa e le ancelle E le posate d'argento e i fiori L'odore dell'erba appena tagliata Le scollature imperlate di sudore Delle signore Giove e i suoi satelliti ribelli Il candore di una stella morente La sinfonia 3 di Gorecki Che suona nella mia stanza d'albergo È tutto così meraviglioso” “ Sono felice che si diverta, Lei è il signor?” A questo punto c'è sempre uno zio Ubriaco che propone un brindisi Allora approfitto Mi alzo Regalo agli occhi smeraldo Il girasole appuntato all'occhiello Dello smoking E mi avvio in fondo al giardino Con una bottiglia di champagne Il bordi della piscina Le fiammelle delle torce I riflessi azzurri e quelli porpora Sulle onde Se ci fosse qualcuno Vedrebbe un elegante signore In smoking Ballare il tip tap Che, prima di tuffarsi, Brinda E dice
“È bellissimo mio figlio,non trova?”
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apocalypse-erotika · 5 years
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BAUDELAIRE , KERELLE , TERESA , APRILE
Kerelle , Kerelle , Kerelle , Kerelle …oggi è il 9 aprile…sembra che ti sei scordato di me…sono 4 mesi che non ricevo una tua lettera…io no…non riesco… ecco…in questo stesso giorno nasceva Charles Baudelaire…ho scritto un suo verso nel mio diario…dice … “ Ho dentro più ricordi che se avessi mill’anni ”… quando sei scappato la prima volta da bambino e nessuno riusciva a trovarti mi sentivo in colpa… pensavo di aver detto o fatto qualcosa di sbagliato…che volevi scappare lontano da me…ero disperata…come impazzita…corsi in chiesa e davanti alla Madonna ho fatto un voto…che se fossi tornato sano e salvo non ti avrei mai fatto del male…e ti avrei lasciato libero di essere quello che volevi essere…che mi piacesse o meno…i cacciatori ti trovarono mezzo morto nel bosco…ma eri vivo…non ho mai infranto quel voto…ma non riesco a dimenticare …non ci riesco proprio… perdonami…ho solo scordato di fare un voto anche per questo
Teresa
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apocalypse-erotika · 5 years
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“ma non rimango sobrio davanti a una collina di viole appena falciate”
— Kerelle
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apocalypse-erotika · 5 years
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“Li ha fatti lei?” chiede l'uomo. “I quadri? Sì sono miei” risponde la donna. “Intendevo i bambini” dice lui,accennando a due gemelli di dieci anni che si stanno litigando un videogioco. “Ah,quelli? Sì ,ero nel mio periodo rosa quando li ho fatti,come Picasso” “A quanto li vende?” “I gemelli?” “No,i quadri,tutti quanti” dice l'uomo mettendosi a ridere insieme a lei. “Le piacciono?” “Mi piace fare regali” “Non è un granché come complimento” “Non capisco nulla di arte,non so fare complimenti,vedo nei suoi dipinti il tipo di dolore che cerco e considero voi donne un piacevole incidente di percorso di cui conservo solo un vago ricordo. Voglio tutti i suoi quadri, al doppio del prezzo di vendita” “Perché dovrei dare le mie opere a un tizio elegante e annoiato che non capisce niente di arte ,lei per caso si compra anche chi le legge le favole prima di andare a dormire?” “Le ripeto ,mi servono per fare un regalo” “Posso sapere a chi?” “A te” “A me?”, esclama la donna con disgusto,“non voglio la sua pietà,si tenga pure la sua elemosina” “Io compro le tue opere e il mio regalo per te è una cosa che dirò solo a te in un orecchio” A questo punto il Nobile Kerelle,levandosi gli occhiali da sole, guarda gli occhi verdi della donna con un sorriso obliquo. Più tardi lei si domanderà se fossero stati quel sorriso obliquo o quegli occhi strani e inquietanti oppure lo scoiattolo marrone materializzatosi sulla spalla che bisbigliava all'orecchio dell'uomo,a farle perdere conoscenza per una frazione di secondo. Come in un film vede il Nobile Kerelle avvicinarsi al rallentatore al suo viso e in un sussurro dire “Vibra Ondeggiando L'Inutile Maschera, Trafiggi l'Eterno!”. Quando ritorna in sé la donna si guarda intorno per vedere dove è finito l'uomo.Sparito. Gli inservienti stanno staccando dalle pareti i suoi quadri.Il gallerista sventola un mazzo di banconote schioccandole baci con la mano .Vorrebbe scappare via da lì.Cerca i suoi figli.Li trova infine nel giardino della galleria.Hanno messo entrambi una mano sulla spalla del fratello gemello di fronte e osservano felici una macchia che sfreccia avanti e indietro sui loro braccini. Un minuscolo,bizzarro,meraviglioso scoiattolo marrone. KERELLE
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apocalypse-erotika · 5 years
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“Il terrore che sentì in quel momento era tale che pensò di essere già morta.Aveva appena riempito I i polmoni di aria e stava per saltare,quando l'acqua di sotto cominciò a ribollire.Pesci,pesci che saltavano fuori dalle onde come impazziti.Il cielo nero si riempì del rumore di ali che sbattevano frenetiche ,migliaia di uccelli che scendevano in picchiata e roteavano intorno a lei.E poi la cosa più terrificante,il latrato dei cani che sentiva farsi vicino ogni istante di più. Aveva staccato le mani dalla balaustra decisa a porre fine a quell'ultimo strazio,quando lo sentì.Era il canto più bello che avesse mai ascoltato.In una lingua strana.Il suo corpo non rispondeva.Era completamente paralizzato. E poi una mano che le afferrava il braccio.Il sangue ricominciava a scorrere.Scavalco’ la balaustra e la voce le disse “un poeta scrisse che la neve sono le lacrime delle stelle quando non sopportano più di vedere il dolore dell'uomo”.Alzò la testa per vedere in faccia lo sconosciuto e vide quegli occhi.Si sentì girare la testa e mancare le forze,non sapeva che potessero esistere occhi così. “Nessuno sa quanto freddo sentano le stelle,vero?”.La neve cominciò a scendere allora,mentre lo sconosciuto si allontanava nell'oscurità. La ragazza corse a perdifiato attraversando la città deserta.La neve ora scendeva sempre più fitta.Arrivata al cancello davanti alla villa vide il cesto per terra.Era ancora lì dove l'aveva lasciato.Alla fioca luce del lampione una figura gigantesca si frappose tra lei e il cesto. Un cervo enorme soffiava minaccioso nuvole di vapore dalle narici.La bimba cominciò a piangere.La ragazza girò intorno al cervo ,scosse la neve che stava seppellendo il cesto e prese in braccio la piccola. Quando si volse per tornare a casa con sua figlia ,la ragazza vide gli occhi del cervo un istante prima che scomparisse nel bosco.Quegli occhi.E cominciò a piangere. Nello stesso momento il Nobile Kerelle alzò il viso al cielo da cui scendevano fluttuando in cerchi misteriosi le lacrime delle stelle.Ma lui non piangeva. Mai. KERELLE”
— Kerelle (via kerelle)
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apocalypse-erotika · 5 years
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Bisognerebbe aver dentro brezza marina acque cristalline foglie rosse d'acero fronde di salice tra i capelli lo spavento di ogni stella e le poche parole buone rimaste e anche se avessi in me tutta la bellezza che mai sarà mia la bellezza continua a salutare oltre il ponte crollato Mi strappo le orecchie per non sentirla ripetere Tu che da bambino eri un albero
Kerelle
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apocalypse-erotika · 5 years
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IL DUCA NELLA TORRE
Non è ancora vento. La tenda della porta ondeggia come medusa alla deriva nella corrente della notte. Una macchia rossastra sul pavimento del balcone. Al centro la sua ombra. Occhio di rettile o feretro su cui un ’ orchidea giace dimenticata. Rumori nella stanza. Una voce al telefono. Il getto d'acqua di una doccia. Il mare è da qualche parte oltre il muro di alberghi . La febbre comincia a salire . Sente male dappertutto. Non gli importa nulla. Di fronte un hotel in acciaio e vetro. Si vede tutto. Gente con accappatoio che si muove da un piano all'altro. Ragazze in camice bianco entrano ed escono da stanze. Un cameriere con un vassoio in mano. Bicchieri con liquidi gialli, arancione, verde. Corpi , chili carne , chilometri di pelle torturata ,stirata ,piagata ,facce coperte di fango, iniezioni, collagene , vitamine , buio, morte , morte , occhi riflessi in uno specchio di terrore. Di sotto , una piscina a gradoni con vari dislivelli. Musica lounge , luci subacquee viola e rosa , idromassaggio. Una coppia abbracciata sul bordo della vasca. Stanno scopando indifferenti a tutto. La notte è fresca e limpida. La nebbia sale inesorabile ma solo lui può vederla. È nella torre più alta della sua fortezza. Il suo regno devastato. Il popolo in fuga. Vascelli in fiamme sul mare nero. Cattedrali , minareti , planetari , scuderie , giardini , biblioteche , tutto distrutto. Solo polvere e macerie. Solo nella sua torre non sente più nulla. Ovunque andrà la torre sarà sempre lì. Intorno a lui , sotto di lui , dentro di lui. Non uscirà più dalla sua torre. Il tanfo di pesce fritto e kebab che viene su dalla strada lo riporta in sé. Dentro la stanza una voce lo chiama per nome. La piscina è vuota. Le luci spente. Gli amanti svaniti nel nulla. Si alza il vento. I demoni lo aspettano dietro la tenda nella luce scarlatta della stanza d'albergo. È vuoto , è nudo , è pronto.
Kerelle
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apocalypse-erotika · 5 years
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Mi sono alzato dal tavolo del bar e ho cominciato a seguirla. È stato un movimento di reazione spontaneo del mio corpo al suo. Non so se era lei , non le ho visto il viso che , d'altra parte , non ricordo bene , quindi devo supporre che ho risposto alla sua andatura. Ho lasciato un po’ di distanza tra noi due. Per dare spazio sufficiente ai ricordi di farsi strada dal passato. Questo dono , se è corretto chiamarlo così non lo so , l'ho avuto da sempre. Non ricordo i nomi , i cognomi , le circostanze . E le facce poi sbiadiscono nella mia memoria fino a diventare impronte di ladri nella neve. Ma per qualche strano motivo , che non so spiegare , non scordo mai una andatura. C'è qualcosa di musicale in una andatura e , pur non conoscendo la musica , riconosco questa specie di linguaggio senza parole anche dopo 20 anni. Una volta mi divertivo a capire il motivo dei vari modi di camminare : le scarpe troppo strette , una spalla più alta dell'altra o addirittura una gamba più corta, le ginocchia all'indentro , un bacino molto largo. Ogni persona ha una sua andatura tutta sua , influenzata da umori , sentimenti , pensieri. Ora non ci faccio più caso. Non mi importa più sapere cosa pensa la gente. Non cerco più risposte. È stata una leggera rigidità del trapezio e delle spalle , insieme ai lunghi capelli castani lisci ,a far affiorare una immagine. L’ avevo vista da lontano , camminare sul marciapiede opposto di una strada molto larga proveniente dalla stazione. Per farle una sorpresa ho attraversato la strada e ho preso a seguirla da dietro. Il suo profumo mi provocava delle vertigini e barcollavo come un ubriaco. Dovevo alzare il volume della televisione in albergo perché urlava mentre facevamo l'amore. Per fortuna tra i vari canali ce n’ era uno di musica lirica. Almeno i suoi strilli si confondevano con quelli delle eroine wagneriane. Ma il nome ancora niente. Nessun lineamento , una bocca , il colore degli occhi , la forma del naso. Niente. Anche quando la donna si è voltata verso di me ,come se avesse percepito il mio seguirla , non è cambiato nulla. Il suo viso mi era sconosciuto. Le ho sorriso superandola facendo finta di niente. Anche lei ha sorriso e mi ha detto Ciao. O forse è stato il suo profumo. Ho continuato a camminare per le strade della mia città , finché le strade sono finite ed è iniziata la campagna. E ho camminato tanto che mi sono dimenticato che avevo voglia di ricordare un volto del passato o almeno un nome. Poi ho avuto una strana sensazione. Un brivido sulla nuca. Mi sono girato e ho visto la donna di prima che mi seguiva. Si è fermata ad un passo da me e si è messa a fissarmi con uno sguardo interrogativo. Gocce di sudore mi bruciavano gli occhi. Ho sentito la sua voce dire - Mi sembra di conoscerti… Ma forse è stato solo il suo profumo.
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apocalypse-erotika · 5 years
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SHINE ON YOU CRAZY DIAMOND
Del sogno si ricordava solo un forte dolore al ginocchio e un vortice di petali azzurri che gli girava dentro il cranio. Al risveglio il dolore al ginocchio c'era ancora ma sopportabile , i petali azzurri difficile dirlo. Avrebbe dovuto aprirsi la testa. Decise che era meglio andare al mare. La batteria della macchina era scarica. La stazione non era lontana. Lungo il viale un vecchietto con la bicicletta fermo davanti al negozio del barbiere gli chiese se oggi fosse venerdì. Non era sicuro neanche lui , quindi controllò il telefono. No, era domenica. In treno lo assalì una strana angoscia. Forse era perché si era dimenticato di fare colazione. Forse il pensiero di comprare una batteria nuova per la macchina. La spiaggia era deserta. Dalla stazione al mare aveva incontrato solo una coppia sui sessanta anni. Portavano la stessa montatura di occhiali da sole e la stessa tinta bionda di capelli. Sembravano gemelli e si tenevano per mano. Il dolore al ginocchio aumentò e iniziò a zoppicare. Il mare era piatto. Una volta ci aveva lavorato su quella spiaggia. Ora che non c'era nessuno si chiedeva perché la gente fosse così attratta dal mare. Il mare era vasto come Dio e mutevole come la vita. Le persone erano portate naturalmente a rivorgergli domande. Ma è noto che Dio non sa che farsene delle domande. Tutto è silenzio e attesa. Da bambino si era convinto che esistesse una parola magica che pronunciata davanti al mare avrebbe fatto ritirare le acque. Alla fine anche i rifiuti portati dalla mareggiata erano risposte. Tronchi di legno, copertoni , bossoli di grosso calibro, nessun cadavere. Quella sì sarebbe stata una bella risposta. Si sedette sulla sabbia e si tolse le scarpe. Pensò a suo fratello che al mare non si voleva mai togliere i calzini. Scese la nebbia e sentì arrivare la nausea e altri ricordi. Quando aveva ancora una famiglia si ricordò l’ ultimo 25 dicembre su una spiaggia in mezzo alla foschia da solo. La mattina si era svegliato e in casa non c'era nessuno. Si era fatto una doccia e al momento di uscire aveva scoperto che la porta era chiusa come se dentro ci fosse il vuoto. Un gabbiano coraggioso si avvicinò fino alla sua scarpa. Diede una beccata e volò via. Il villino a due piani era isolato , nascosto dietro una pineta ma lo trovò subito Anche il cancello fu facile da scavalcare. Lei era chiusa lì dentro. Aveva trovato un telefono nascosto in un armadio e lo chiamò di mattina presto. L ‘uomo era dovuto andare di corsa in ufficio e sarebbe tornato la sera. Tutte le imposte erano chiuse come pure la porta principale. Dapprima provò a prendere la rincorsa e dare una spallata alla porta. Si procurò solo un forte dolore alla spalla. Poi gli calò dentro una cappa di tenebre e con un calcio sfondò la porta. Anche il ginocchio gli fece male. La trovò in ua stanza , al buio , sul letto. Dentro lo scompartimento del treno piangeva contro la sua spalla dolorante. Il ginocchio si era gonfiato. Ad ogni persona che passava sul corridoio , aveva un sussulto e la sentiva tremare. - ti avrebbe ucciso , se fosse stato in casa ti avrebbe ucciso - mi avrebbe fatto un piacere , le disse. Si addormentò e non ebbe il coraggio di svegliarla quando il treno si fermò alla loro fermata. Si tolse la sabbia dai piedi , infilò le scarpe , si girò a guardare il mare. Mormorò una parola. Il mare era sempre lì. Ci avrebbe provato la prossima volta. Un vortice di petali azzurri gli uscì dalla sommità della testa. Quando lo vide nel cielo grigio gli ricordò un diamante.
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apocalypse-erotika · 5 years
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VERRÀ L'INFERNO E AVRÀ GLI OCCHI VERDI Quando si sentiva triste andava nella vecchia cartoleria del corso. Lo conoscevano da quando era bambino e non ci facevano più caso se perdeva tempo tra gli scaffali alti fino al soffitto pieni di quaderni , agende , album da disegno e matite colorate. Prima di entrare a scuola veniva qui a comprare un pennarello con la punta grossa e a respirare questo odore unico, caldo , di carta , gomma per cancellare , legno e grafite. Con qualche soldino poteva comprarsi un po’ di felicità. Erano passati molti anni , il negozio era rimasto uguale , lo stesso profumo, lo stesso titolare invecchiato dietro il bancone che una volta per pagare doveva alzarsi sulle punte. Come allora non aveva in tasca che qualche spicciolo. Da quando avevano riaperto le scuole il parco era deserto. Sulla sua panchina preferita si rigirava commosso tra le mani il sacchetto di carta. Aveva comprato solo una penna economica ma il vecchietto della cartoleria il sacchetto glielo dava sempre. Una lezione di classe. Questa semplice premura lo aveva reso più triste. Tirò fuori la penna dal sacchetto . Era verde invece che blu. Il vecchietto cominciava a vederci male. Tolse il cappuccio e un ricordo uscì dalla biro. Quando si svegliò , la prima cosa che vide furono due occhi verdi che lo guardavano con tenerezza. E un viso bellissimo nel bagliore di una luce lunare. Allora sono state esaudite le mie preghiere , pensò, poco importa se sono dovuto morire , alla fine una donna ,o angelo ? ,con gli occhi verdi è venuta a salvare la mia povera anima. Si protese per baciare quel viso dalla bellezza ultraterrena con le guance rigate di lacrime ma una voce gli disse - stai giù , stai tranquillo , hai perso molto sangue devi riposare. Provò a fare l’ autostop ma con la maglietta e i pantaloni sporchi di sangue sembrava più un assassino che uno rimasto a piedi. Prima di scappare dall'ospedale aveva chiesto di poter ringraziare l’ infermiera dagli occhi verdi. Si sentì rispondere che non avevano infermiere con gli occhi verdi e nemmeno dottori. Soltanto un vecchio addetto alle pulizie prossimo alla pensione. Qualcosa cambiò in lui da quel giorno. Aveva smesso di pregare. Anche se una donna con gli occhi verdi lo fermò una volta su un autobus e gli urlò - dove pensi di andare , domani mi devi sposare !. Lui la guardò a lungo in attesa di ricordare chi fosse ma si sentiva così stanco che non ebbe la forza di contraddirla e la seguì . Rimise il cappuccio alla biro verde. Era come se avesse passato la vita su un autobus. Di quelli che si prendono senza controllare il cartello della destinazione. Quanta gente aveva conosciuto. E ora che erano scesi tutti e c'era rimasto solo lui un dubbio terribile gli attraversò la mente. Lui non era la persona in fuga dentro l’ autobus che ricorre in tutti i suoi ricordi. Lui è l’ autobus . Dentro non c'è mai stato nessuno. Il bambino in punizione nell'angolo della classe vicino alla finestra chiuse gli occhi, tolse il cappuccio del pennarello e trasse un profondo respiro. - Sono cattivo , padre - disse in preghiera - che l’ inferno sia , ma che abbia gli occhi verdi come il mare amaro dei naufraghi.
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