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angelorubei · 3 years
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Ho visto per la prima volta Cai Guo Qiang nel 2019 al Man, e la scelta di volerlo inserire nel blog e dettata dal fatto che con le sue opere, riesce a mettere in relazione diversi sensi. Nelle sue performance a Pompei, ha cercato la meraviglia nello spettatore attraverso delle vere e proprie esplosioni di colore proiettate su calchi in gesso di statue greche (Ercole Farnese) e romane. L’intento dell’artista è quello di rendere moderna una statua classica attraverso l’utilizzo di materiale esplosivo misto a pigmento e l’effetto visivo percepito è quello di una scultura che ha perso il suo colore bianco di base del gesso, per accoglierne nuove cromie, come questo rosso misto al color nero fumo dello zolfo. In essa è presente la potenza del fuoco che inghiotte e divora tutto ciò che incontra e non a caso l’artista è stato scelto per rievocare l’eruzione del 79 d.C. di Pompei attraverso la sua performance. le sue esplosioni rappresentano la metafora della follia umana, quella delle guerre ma allo stesso tempo la potenza devastante della natura. L’artista coinvolge lo spettatore con vari sensi come l’udito, con le esplosioni, l’olfatto con l’odore di zolfo nell’aria e la vista con il pigmento proiettato verso le statue che si alza in aria come una nube di fumo.
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angelorubei · 3 years
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Queste sono alcune delle sculture di Aron Demetz presenti alla Biennale di Venezia, dove è forte il rapporto tra uomo e natura, la sua mostra ha il titolo di “Sangue dell’albero”, metafora dei tagli che infligge con la motosega  al tronco, provocando la fuoriuscita del liquido che va proteggere e risanare il danno nell’albero, proprio come nell’uomo, le piastrine presenti nel sangue vanno chiudere la ferita.
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angelorubei · 3 years
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Aron Demetz è un artista italiano della Val Gardena, ha studiato presso l’accademia di Norimberga ed è diventato famoso per il suo utilizzo del legno, (materiale ormai poco considerato nell’arte contemporanea perchè ritenuto come povero e antico) grazie al quale realizza delle sculture di figure umane a dimensione umana, dove mette al centro proprio il legame tra l’uomo e la natura. Nelle sue figure Aron porta agli estremi la capacità fisica del legno, trasforma e modifica la materia, agli inizi con l’utilizzo della resina (mostra alla biennale di Venezia )quella che lui definisce “sangue dell’albero”, per poi passare qualche anno dopo all’utilizzo del fuoco, dove incendia letteralmente le sue sculture, creando un particolare effetto carbonizzato. Il fuoco anche se controllato crea crepe o rotture totali in alcuni punti della scultura, che sono la metafora della fragilità dell’essere umano. Lo spettatore quando si trova nella sala espositiva, di fronte ad una delle sue figure lignee a grandezza naturale, è avvolto da un senso di inquietudine, questo perchè l’artista mette in gioco più sensi, non solo quello della vista con la “decomposizione” del legno, ma anche quello dell’olfatto con l’odore di bruciato che pervade la sala museale.
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angelorubei · 3 years
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Stop Motion 2 Metamorfosi "Legame tra uomo e natura"
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angelorubei · 3 years
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Nel suo ultimo autoscatto, che ho impostato anche come immagine di copertina del blog, Christopher McCandless è sorridente, si poggia su un bus abbandonato, al quale diede il nome di Magic Bus, che è stato il suo unico rifugio per la notte e il freddo dell’Alaska, pesava solamente 35 kg causa scarsità di cibo, ma come dice Krauker nel suo libro Nelle terre selvagge, “non c’è per l’autocommiserazione e il rimpianto , perchè Mclandess era in pace”. Christopher infatti ancora oggi, a 30 anni dalla sua morte rappresenta un mito, simbolo di libertà estrema , e il suo Magic bus è meta di pellegrinaggio per molti turisti che vogliono ripercorrere le sue orme. Trovo che sia incredibilmente attuale la sua storia, per tutte quelle persone che vivono una vita sedentaria, priva di contatto con la natura. 
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angelorubei · 3 years
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Il vecchio e il mare
In questo capolavoro di Hemingway, è presente il tema del “panismo”, ovvero la percezione profonda del mondo esterno, che crea un forte legame tra l’uomo e la natura. Nella estenuante lotta che il vecchio compie per catturare il Marlin, ad un certo punto ha la sensazione che il pesce abbia dei comportamenti quasi umani e quindi meritevoli d rispetto. Madre natura non ha bisogno sfida poichè sarà sempre l’uomo ad essere sconfitto. L’uomo inceve dalla natura può trarre la sua sopravvivenza, solo se entra in connessione con essa.
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angelorubei · 3 years
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Il vecchio e il mare di Hemingway è sicuramente uno dei libri più belli che abbia mai letto, e nella sua narrativa è fortemente presente il legame tra uomo e natura.
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angelorubei · 3 years
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Amaury Guichon Grammofono 
Durante la sua performance artistica Amaury è capace di far connettere lo spettatore il proprio senso del gusto e della vista. 
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angelorubei · 3 years
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Amaury Guichon, Atlante
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angelorubei · 3 years
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Amaury Guichon 
Amaury Guichon è un maestro cioccolatiere, è capace di farti assaggiare l’arte, non solo in senso metaforico, ma attraverso un viaggio sensoriale che mette in relazione il gusto e la vista. Normalmente siamo abituati ad associare la scultura a materiali come marrmo,bronzo o argilla, ma Amaury è in grado di plasmare a suo piacimento il cioccolato con la stessa maestria, creando delle vere e proprio opere d’arte commestibili.
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angelorubei · 3 years
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Il rapporto tra l’uomo e la natura che è alla base del progetto di quest’anno, è racchiuso nel viaggio che Christopher McCandels alias Alexander Supertrump, compie attraverso le terre selvagge del Nord America fino ad arrivare in Alaska. Dagli appunti del diario di viaggio, che Christopher portò fino in Alaska, lo scrittore Jon Krakauer ne trasse un libro “Nelle terre estreme”, dal quale fu possibile ricavarne un meraviglioso film “Into the wild”. Il tema principale del film è il viaggio di Christopher McCandless, inteso metaforicamente, come un’esperienza  personale alla ricerca del proprio io. Il malessere che Christopher provava nell’ambiente familiare, e il disgusto verso una società consumista e materialista, lo portarono a volersi distaccare in maniera drastica da quella vita, che ormai non sentiva più sua . Cercò infatti, attraverso il contatto totale con la natura, un senso di pace interiore, che potesse portarlo alla felicità. Alexander poi comprenderà alla fine del suo viaggio, arrivato in Alaska ormai denutrito, stremato e in fin di vita, che la felicità tanto desiderata è reale solo se condivisa. 
A tal proposito, credo infatti che un’artista possa essere realmente felice, solo se riesce ad entrare realmente in contatto realmente con l’osservatore
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