Tumgik
#posacenere
ti-racconto-di-mee · 1 year
Text
AL POSTO DEL CUORE HO UN POSACENERE
2 notes · View notes
twistedwhitesnow · 2 years
Text
Tumblr media
3 notes · View notes
manuelbozzi · 1 year
Photo
Tumblr media
🌟€220,00🌟 Posacenere o svuotatasche in Bronzo massiccio anticato. I Diciannove Teschi sono il gioiello più adatto alla vostra scrivania. Misure: diametro 13 cm. Peso: 360 gr. .. #manuelbozzi #argento925 #sterlingsilverjewelry #fattoamano #jewelry #jewels #jewel #gemstone #bling #instajewelry #jewelrygram #handmadeinitaly #sterlingsilver #gioielli #madeinitaly #handmade #rock #skulls #ashtray #posacenere #teschi #bronze (presso Manuel Bozzi Jewels) https://www.instagram.com/p/Cpr4VBgrnlc/?igshid=NGJjMDIxMWI=
0 notes
writtenmemxries · 2 years
Text
Finally got my new book 🥰
Tumblr media Tumblr media
Sorry for being insufferable about the beatles on main in the year 2022 but I can't help it
1 note · View note
aangel222 · 3 months
Text
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
29 notes · View notes
volumesilenzioso · 1 month
Text
giornata normalissima oggi. ho guardato the walking dead tutta la mattina, nel pomeriggio mi è caduto il posacenere e questo ha scatenato una risata isterica durata circa dieci minuti, dopo di che mi sono seduta in corridoio a piangere disperata👍🏻
8 notes · View notes
c3ss4 · 3 months
Text
che poi parliamone da quando ho superato la soglia dei 20 mi piace andare all’ikea, ai negozietti dell’usato, a prendere il the e ibiscotti, invitare le mie amichette alle serate film oppure combo posacenere + bottiglia di vino + gnocco e tigelle…….mi sto trasformando in una sciura e devo farne ancora 24……..
15 notes · View notes
gregor-samsung · 1 year
Text
“ Mia madre, la voce profonda che le sentivo nascere in gola. Le serate di festa in cui mi addormento sulle sue ginocchia, quella corrente d’aria, le porte sbattute, tutte le cose che intorno a lei vibrano, a volte persino esplodono, come quel giorno, magnifico e stupefacente, in cui un posacenere vola dalla finestra e si schianta in mille pezzi sul marciapiede, di fronte allo scioccato fornitore colpevole di non averle consegnato non so più quale merce. Il risultato di uno dei suoi scatti d’ira, di quelle sue rabbie semplici che si autoalimentavano fino a sbraitare che basta, questo mestiere è proprio una merda, ma poi di nuovo la quiete, e il barattolo delle violette di zucchero che mi lasciavano la lingua scarlatta, la grande scatola di biscotti assortiti dalla quale pescheremo entrambe per consolarci del suo caratteraccio. Lo so, lo sappiamo che urla giusto per sfogarsi e per il piacere di farlo, ma che in realtà non si stancherà mai di essere la padrona, di un negozietto, certo, ma pur sempre la padrona. Quando abbassa la guardia dice che in fin dei conti si è giocata proprio bene le sue carte. Il lavoro occupa tre quarti del suo tempo. È lei che riceve i rappresentanti, controlla le fatture e calcola le tasse da pagare. Sono giornate di mormorii corrucciati, che trascorre china sui fogli, facendo le addizioni a mezza bocca e leccandosi le dita per sfogliare le fatture, che nessuno la disturbi. L’eccezione di un’intera giornata di silenzio, di solito intorno a lei regnano il rumore e la vita, tintinnare di bottiglie, sbatacchiare dei piatti della bilancia, storie di malattie e di morti. L’unico momento tranquillo, quello in cui scarabocchia un conto sul retro dell’incarto del camembert o del pacco di zucchero, poi si ricomincia con le storie, chi si è fidanzata, chi ha trovato lavoro, chi si ributta in pista. La prima eco del mondo esterno mi è arrivata attraverso lei. Non ho esperienza delle stanze in cui il silenzio è rotto solo dal ticchettio della macchina da cucire, i fruscii discreti delle madri al cui passaggio nascono l’ordine e il pulito. “
Annie Ernaux, La donna gelata, traduzione di Lorenzo Flabbi, Roma, L'Orma editore (collana Kreuzville Aleph), 2021¹; pp. 19-20.
[1ª Edizione originale: La Femme gelée, Paris, Éditions Gallimard, 1981]
32 notes · View notes
elorenz · 12 days
Text
"La prima volta in cui ho visto il tuo volto ho pensato Stato cielo... se esiste un Dio deve aver sicuramente toccato il suo viso..." spense la sigaretta dentro al posacenere e continuò sbuffando il fumo dell'ultimo tiro verso la finestra "ed ora guardati, sei qui sul mio letto e mi guardi con occhi pieni di amore..." il sole strava tramontando, la danza delle luci stava per volgere al suo termine abbracciando definivamente la notte "...quel momento" disse dopo qualche istante di silenzio "quel momento è stato sette anni fa e durante tutto questo percorso di vita ho continuato a disegnarti dentro ai miei sogni" mentre parlava una barriera stava cascando, stava aprendo il cuore senza volontà e le parole si aggacciavano l'una all'altra in modo spontaneo. "Ora capisco, ora vedo e sento come mai ho fatto in vita mia..." ed ogni cosa che diceva era intrisa di una verità a lui inspiegabile; quel volto era il primo quadro dipinto da Leonardo, il primo blocco di marmo scolpito da Michelangelo, la prima iconografia sacra dipinta da Giotto, la rivoluzione umana sotto forma di perfezione, l'uovo appeso ad un filo rappresentato da Mantegna nella Pala di Brera, era la perfetta scissione tra il suo desiderio e la realtà della vita. Era tutto ciò che l'uomo aspirava di beato e divino.
3 notes · View notes
wildbeautifuldamned · 8 months
Text
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
$230 Fornasetti Black Blue Butterfly Posacenere Vaschetta Rettangolare Ashtray ebay truehabit
10 notes · View notes
susieporta · 6 months
Text
CHIUDERSI FUORI E POI CERCARE DI RIENTRARE – Raymond Carver
Si esce e si chiude la porta
senza pensarci. E quando ci si volta
a vedere quel che si è combinato
è troppo tardi. Se vi sembra
la storia di una vita, d’accordo.
Pioveva. I vicini che avevano la copia
della chiave erano via. Ho provato e riprovato
le finestre del pianterreno. Fissavo
il divano, le piante, il tavolo e le sedie.
lo stereo all’interno.
La mia tazza di caffè e il posacenere mi aspettavano
sul tavolo col piano di cristallo e il mio cuore
era con loro. Li ho salutati: Salve, amici !,
qualcosa del genere. Dopotutto
non era un grosso guaio.
Me ne sono capitati di peggio. Stavolta
era perfino un po’ buffo. Ho trovato la scala.
L’ho presa e l’ho appoggiata alla casa.
Poi mi sono arrampicato sotto la pioggia fino al balcone,
ho scavalcato la ringhiera
e ho provato ad aprire la porta. Chiusa a chiave,
naturalmente. Ma mi sono messo a guardare dentro
lo stesso, la scrivania, le carte e la mia sedia.
Questa era la finestra davanti
alla scrivania da cui alzo gli occhi
e guardo fuori quando sto seduto là dietro.
E’ molto diverso dal pianterreno, ho pensato.
E’ tutta un’altra cosa.
Ed era proprio forte guardare dentro così, senza esser visto,
dal balcone. Essere lì, dentro, eppure non esserci.
Non credo neanche di poterne parlare.
Ho accostato la faccia al vetro
e mi sono immaginato là dentro,
seduto alla scrivania. Che alzo lo sguardo
dal mio lavoro ogni tanto.
E penso a qualche altro posto
e a qualche altro tempo.
Alla gente che amavo allora.
Sono rimasto un minuto lì, sotto la pioggia.
Mi consideravo il più fortunato degli uomini.
Anche se mi ha attraversato un’ondata di dolore.
Anche se mi vergognavo violentemente
del male che avevo fatto all’epoca.
Ho spaccato quella bellissima finestra.
E sono rientrato.
7 notes · View notes
twistedwhitesnow · 1 year
Text
Tumblr media
soffio
no
0 notes
ilcercatoredicolori · 7 months
Text
Tumblr media
Vittorio Polidori, Il Posacenere, 2010
11 notes · View notes
arreton · 8 months
Text
Questa settimana non solo i bambini sono di meno ma ci sono anche i vecchi. Non solo sono relativamente e tendenzialmente quasi tutti vecchi ma sono pure del nord. Ed io ora lo dico con tutta la commozione di questo mondo: quelli del sud se li meritano i luoghi comuni denigratori e offensivi nei loro confronti. Quelli del nord se entrano in camera mentre tu pulisci si scusano cinquanta volte e scappano come dei ladri perché disturbano il tuo lavoro e ti rallentano, alcuni ti danno pure la mancia che "si paghi un caffè"; quelli del sud si lamentano che ci vai a pulire il cesso perché "è tardi". Ti trattano insomma, quelli del nord, come una che sta lavorando e lo sta facendo per loro mentre quelli del sud ti trattano da sguattera, pretendono che tu pulisca e ti lasciano lo schifo in giro perché "è il tuo lavoro, tu sei pagata per farlo". Quelli del nord se il cambio delle asciugamani è 3 volte a settimana la maggior parte si fa cambiare le asciugamani quelle tre volte a settimana lasciandoti tutte le asciugamani a terra in un angolo o dentro il box doccia; quelli del sud pretendono che tu gliele cambi ogni giorno pulite o sporche che siano. Quelli del nord quando non devi cambiare le lenzuola cercano di dare una sistemata al letto, e quando c'è il cambio lenzuola lo lasciano sfatto e se hanno un letto a castello di cui è utilizzato solo un letto ti dicono di cambiare solo le lenzuola di quel letto; quelli del sud non solo usano tutti e due i letti del letto a castello pure se uno dovrebbe restare inutilizzato o se hanno figli fanno i Picasso della situazione scarabocchiando tutte le lenzuola, ma pretendono che tu cambi le lenzuola ogni giorno e se gli dici del supplemento e cioè soldi in più da pagare storcono il naso. Quelli del nord lasciano pulito il bagno, tutto; quelli del sud ti lasciano lo schifo in giro, per non parlare se hanno figli ti lasciano i pannollini pure dentro il posacenere e se sono femmine sporcano di fondotinta tutto.
Sono qui da due settimane: una a prevalenza gente del sud ed una a prevalenza gente del nord. Vincono a mani basse per civiltà, educazione e rispetto quelli del nord.
E comunque è una cazzata questa cosa della calorosità del sud: sono calorosi anche quelli del nord: sempre sorridenti e cordiali dicono grazie e prego e ti salutano con sorrisoni gentili, al sud sanno essere solo molesti.
13 notes · View notes
scheggesparse · 10 days
Text
Soul Kitchen - Bugs Bunny Crazy Castle 3
Sono preso male quindi scrivo. Vediamo se mi passa...
Non sono qui per parlare del gioco in se, ma piuttosto delle sensazioni di un momento, in un posto che per qualche motivo riesco ancora a ricordare abbastanza vividamente.
Mi trovo nella cucina di casa di mia nonna.
E' un martedì pomeriggio, giorno di chiusura dell'attività  dei miei nonni all'epoca (avevano un bar), e si stanno preparando per andare a fare la spesa per casa/bar.
Io sono in questa cucina che gioco a Crazy Castle 3 e di base non c'è¨ niente di strano, normale amministrazione di me che gioco allo stesso gioco da un sacco di tempo perché sono bloccato all'ultimo livello della seconda tranche cioè la Hall (le tranche sono, in ordine: Garden > Hall > Basement > Treasury).
Fuori fa freddo, è febbraio.
Il sole è già in procinto di salutarci, sono circa le 16.30.
Dalla porta semiaperta della cucina vedo la sala del bar, buia e vuota.
Ogni tanto anche ripensare al bar pieno mi fa quasi strano.
In quel periodo, ovvero inverno del 2000 ("ritmo del duemila / adrenalina puraaaaah" cit. Ritmo - Litfiba - Mondi Sommersi - 1997) come si confà a un individuo di 7 anni (manco compiuti, fai anche 6) non ho un accesso a internet e quindi ignoro bellamente cosa mi si parerà davanti dopo questa sequela di livelli della Hall di sto castello sempre più difficili e ostici.
Ad un certo punto il miracolo. Supero il (per me) famigerato livello 39, mi prodigo di trovare carta e penna per segnarmi la password per continuare poi dal livello 40, siccome in quel momento mi chiama mio nonno dicendomi esser pronti per andare.
E proprio in quell'istante qualcosa da qualche parte del mio cervello si materializza, e rimane li ancora oggi come una fotografia che riesco a rivedere se ci ripenso. Come una fotografia su pellicola di quel tempo, che a lungo andare perde in dettagli ma rimane sempre riconoscibile.
"La camera ha poca luce
E poi è molto più stretta di come da giù immaginavo"
diceva Ligabue in Bambolina e Barracuda, e devo dire che la descrizione corrisponde quasi del tutto.
Questa cucina è una stanza dalla forma rettangolare, ma non troppo lunga. Un rettangolo un po' tozzo ma comunque non Umberto.
Al centro un grande tavolo con piano in marmo grigio la fa da padrone, sopra di esso una fruttiera in vetro verde, sempre piena.
Ai lati del tavolo (punto di vista dalla porta d'entrata) rispettivamente:
A sinistra
subito dietro la porta un piccolo angolo credenza zeppo di libri di cucina (sopra), incarti di vari prodotti, sacchetti di carta per il pane (nel mezzo) e due piccole ante contenenti ogni sorta di attrezzo quali chiavi, cacciaviti o anche prodotti spray tipo insetticida e simili che ovunque stan bene tranne che in una cucina (sotto). Superato questo angolo il frigorifero, un vecchio frigorifero incassato ricoperto dall'anta in legno, seguito dal piano cottura, un doppio lavello e alla fine della parete una delle due finestre.
A destra
subito all'altezza del gomito inizia quello che è un mobile angolare in legno anch'esso con piano di marmo grigio che fa il paio con suo fratello The Table, che proseguirà sino all'altro capo della stanza.
La parte sotto è composta di semplici ante che nascondono il loro contenuto fra vecchie riviste, la stecca di MS Bionde e attrezzi da cucito in capo, il posto dove viene tenuto il pane della giornata nell'angolo e poi (perdonate la ridondanza) lungo la parte lunga tovaglie, tovagliette, tovaglioli, pentole, bicchieri (che non erano li da ieri), insalatiere, e altri suppellettili TASSATIVAMENTE DA NON USARE MAI.
Sopra questo mobile vi sono diverse situazioni, anche abbastanza diverse fra loro. Sempre in prossimità del gomito, qualora si stesse entrando, è visibile con la coda dell'occhio un posacenere blu dell'Aperol cui da che ho memoria ha sempre ospitato al suo interno un mazzo di chiavi del quale ho sempre ignorato quali porte avrebbe potuto aprire, un elastico giallo, una graffetta e una 200 lire.
A fianco immancabile è la combo Sorrisi&Canzoni + rivista di gossip a piacere. Ma più ci si addentra con lo sguardo e più la situazione si fa complessa.
L'angolo viene dominato da una tv a tubo catodico della Mivar (top orgoglio italiano non ironicamente), con lo schermo bombato che mangia buona parte delle barre dell'energia in quasi tutti i picchiaduro che era possibile giocare su ps2 da li a pochi anni.
Dietro questo Golia ai fosfori osserviamo un buco nero nel quale nemmeno la luce fa in tempo a venire assorbita, non lo raggiunge proprio.
Letteralmente la camera dei segreti, nella camera.
Si dice vi sia stato ritrovato di tutto dietro a quel monolito grigio opaco, da svariate sorprese di ovetti kinder a un centrotavola che sembrava essere andato perduto per sempre.
Li giaceva anche un misterioso contenitore grigio, in metallo, che ricordava la forma di quelli che si appendono in doccia per poggiarvi i vari shampoo, bagnoschiuma e simili. Forse il suo scopo in origine era proprio quello, ma poi qualche sconvolgimento spazio-temporale ha fatto si che venisse dimenticato in quell'anfratto nascosto.
Sempre dietro al televisore, oltre al suo cavo di alimentazione se si disponevano di arti lunghi a sufficienza ci si poteva addentrare fino a scoprire sia ben tre prese a muro più una spina volante, anche lei senza padrone.
Un cavo di alimentazione si, ma per chi?
Se ci si chiede chi controlla i controllori allora sarebbe giusto anche chiedersi cosa alimenta l'alimentazione? Who watches the Watchmen?
Superata la Notte Eterna ritorna la luce, e a fianco del televisore spunta un cesto di vimini con al suo interno vari giochi e fumetti miei fra cui macchinine, volumi di Topolino, quaderni di disegni, pennarelli e cosi via.
Accanto vi è quella che per forma e scopo risulta esser a tutti gli effetti un'anfora. Non dell'avidità ma quasi. "Quindi chi sei tu per giudicare?" direbbe qualcuno a riguardo.
La sua forma ricorda una donna di Willendorf per le sue rotondità  che suggeriscono fertilità  e abbondanza. E di abbondanza in quell'anfora ce n'era, sicché era stata riempita fino all'orlo di documenti, ricevute, scontrini, un blocchetto di assegni, collane, bracciali, orecchini, alle volte anche monete. Ovviamente era imperativo il "LASCIA STARE NON TOCCARE".
E noi senza toccare, limitandoci a guardarla in tutta la sua bianca e lucente ceramica, gettiamo l'occhio (e non il cuore) oltre l'ostacolo per incontrare un piccolo forno a microonde che termina l'allestimento del piano.
Fra il piano e il muro vi è un angusto spazietto di 1 metro circa, nel quale viene confinata una rossa sedia da giardino.
Quello che per anni ha rappresentato un angolo strategico in quanto era l'angolo del termosifone, luogo di sollievo per i lunghi inverni passati col Game Boy fra le mani, a cercare sia calore che un angolo illuminato in epoca pre GBA SP.
Ah, che male al collo.
A parete troviamo una composizione di pensili che segue il perimetro del mobile di cui sotto, anche questo pieno di situazioni abbastanza varie dietro alle sue ante marroni.
Anche qui si nascondono servizi di piatti e bicchieri che si e no si vedevano a natale, alcuni calici "griffati" di varie bevande che si servivano nel bar ma la sezione più pittoresca rimane quella perpendicolare al tv, che precedentemente abbiamo battezzato come Notte Eterna.
Anta ad angolo, che si apre piegandosi su se stessa rivelando due mensole dalla conformazione quasi simile ad una casa delle bambole. Mancava solo una piccola scala per rendere comunicanti primo piano e piano terra. Videocassette, nastri vergini, palette di trucchi, altre collane e gioiellini fra bigiotteria e non sono solo alcuni dei generi che si possono trovare all'interno. E, come sotto, un infinita oscurità.
"Putèl, andom?"
Le parole di mio nonno che mi chiama per andare con loro,
spengo il gbc dopo aver segnato la password e inizio a fantasticare su cosa troverò poi nel Basement, del quale ho visto solo la schermata di selezione del livello.[continua nei commenti]
2 notes · View notes
gianlucacrugnola · 3 months
Text
Mark Lanegan - Whiskey For The Holy Ghost
Il miglior distillato americano scelto per dissetare e rinfrancare demoni e spiritualità in conflitto, un posacenere con mozziconi di sigarette e di lato la Bibbia; è questa la mise en place preparata, scelta dell’oscuro Mark Lanegan per tuffarsi nelle dipendenze raccontando, affrontando l’autodistruzione scelta come doloroso processo compositivo, un patto con le più drammatiche afflizioni umane…
Tumblr media
View On WordPress
4 notes · View notes