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#mario scolas
fidjiefidjie · 1 year
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Tea Time ! 🫖🍵🍪
« Saint Nicolas est le premier Sugar Daddy 🎅 de l'humanité. ».
Mario Scolas
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gregor-samsung · 29 days
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[La commedia all'italiana]
“ La commedia all'italiana, nella confusione dei generi, ha il grande merito di non aver allontanato del tutto il pubblico. Qui non si parla di capolavori, sappiamo bene che i capolavori sono mosche molto rare, e sappiamo anche chi li fa. Ma uno strano comportamento degli altri "capolavori" italiani è che si tratta quasi sempre di tragedie che col tempo si avviano a diventare comiche. Le eccezioni sono rare, e sappiamo tutti quali sono gli autori che resistono all'usura del tempo: Rossellini, Fellini, Antonioni, Rosi, un altro paio li lascio scegliere a voi. Gli altri preferirei tacerli, pensano già troppo loro stessi a farsi pubblicità, a spargere il terrorismo ideologico e artistico, e alla fine viene voglia di difendere "la commedia all'italiana", soprattutto se si pensa a quei "capolavori" che hanno i minuti contati e rendono pensoso il ceto medio, sempre sull'onda della moda. La commedia italiana ha rivelato una certa Italia che esiste, e che gli italiani avevano sotto gli occhi e non vedevano.
L'Italia dei soliti ignoti (bisognerà rifarsi a questo lontano film di Monicelli), quella dei "mostri", della legislazione arretrata, del boom e delle congiunture, l'Italia della televisione, della provincia ormai tentacolare, dei moralisti e degli imbroglioni. L'Italia, insomma, che esce dalla commedia dialettale e sentimentale per guardarsi com'è fatta. Si è scoperto un tipo di italiano eterno, che viene da Machiavelli, e che affronta la vita con tranquilla amoralità, comicamente e talvolta con una certa disperazione. I nostri comici bene o male rappresentano l'Italia. Sordi e Tognazzi, Gassman e Manfredi sono l'Italia. Ne siamo circondati. Oltre che parlare di registi (Risi, Scola, Salce e altri) qui bisogna parlare anche degli scrittori, e cito i quattro più rispettabili, Rodolfo Sonego, Age e Scarpelli, Ruggero Maccari. Bene, si ha l'impressione, leggendo le critiche dei giornali, che costoro debbono passare il tempo a difendersi dall'accusa di facilismo. Io ammiro in loro invece la grande fecondità inventiva, lo spirito di osservazione sempre aggiornato, l'agilità costruttiva delle loro storie, e l'umorismo oltre che la comicità. È un cinema che è una variazione attuale della commedia cinquecentesca, fatto con lo stesso spirito di spregiudicatezza dei tempi d'oro. Faccio qualche esempio: chi ha visto "Riusciranno i nostri eroi etc.", si è reso conto che finalmente l'italiano esiste, appunto perché trasportato fuori del suo habitat. Chi ha visto l'episodio delle due checche nel film "Vedo nudo" non ha potuto non ammirare la semplice grazia dello svolgimento e della recitazione. E chi ha visto Sordi nell'ultimo episodio della "Contestazione generale", sa che siamo davanti ad un piccolo capolavoro, piccolo ma resistente. Infine mi sembra che la commedia all'italiana, anche nei casi più clamorosi (Il medico della mutua) pur con tutte le sue facili risate indica problemi che sollevati dalla saggistica, dal giornalismo, dalla narrativa, chissà perché annoiano. “
Ennio Flaiano, Frasario Essenziale - per passare inosservati in società, introduzione di Giorgio Manganelli, Bompiani (collana Nuovo Portico, n° 41), 1986¹; pp. 78-79.
 Nota: Il volume è una raccolta postuma di scritti inediti e varî (taccuini, appunti, fogli sparsi di diario o di viaggio).
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gatutor · 10 months
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Michèle Mercier-Jean Pierre Cassel "Alta infidelidad" (Alta infedelta) 1964, de Mario Monicelli, Elio Petri, Ettore Scola.
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filmparaden · 5 months
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Trouble Every Day (Claire Denis, 2001)
Wings Of Desire (Wim Wenders, 1987)
Sympathy For The Devil (Jean-Luc Godard, 1968)
Dekalog (Krzysztof Kieslowski, 1989)
Russian Ark (Aleksandr Sokurov, 2002)
Tale Of Tales (Yuriy Norshteyn, 1979)
Time Regained (Raoul Ruiz, 1999)
Aguirre, der Zorn Gottes (Werner Herzog, 1972)
Grey Gardens (Albert & David Maysles, Ellen Hovde, Muffie Meyer; 1975)
One From The Heart (Francis Ford Coppola, 1981)
Man With A Movie Camera (Dziga Vertov, 1929)
Dogville (Lars von Trier, 2003)
Sombre (Philippe Grandrieux, 1998)
Cul-de-sac (Roman Polanski, 1966)
Brown Bunny (Vincent Gallo, 2003)
Le feu follet (Louis Malle, 1963)
The Swimmer (Frank Perry, 1968)
A Special Day (Ettore Scola, 1977)
La maman et la putain (Jean Eustache, 1973)
The Battle Of Algiers (Gillo Pontecorvo, 1966)
The Big Lebowski (Joel & Ethan Coen, 1998)
Touch Of Evil (Orson Welles, 1958)
Playtime (Jacques Tati, 1967)
The Long Goodbye (Robert Altman, 1973)
Goodbye, Dragon Inn (Tsai Ming-liang, 2003)
Rashomon (Akira Kurosawa, 1950)
Eternal Sunshine Of The Spotless Mind (Michel Gondry, 2004)
A Summer's Tale (Eric Rohmer,1996)
The Turin Horse (Béla Tarr, Ágnes Hranitzky; 2011)
Baby Doll (Elia Kazan, 1956)
Daisies (Vera Chytilová, 1966)
Unsere Afrikareise (Peter Kubelka, 1966)
Thérèse (Alain Cavalier, 1986)
La jetée (Chris Marker, 1962)
Le gamin au vélo (Jean-Pierre & Luc Dardenne, 2011)
Les 400 coups (François Truffaut, 1959)
The Piano (Jane Campion, 1993)
I'm Not There (Todd Haynes, 2007)
Killer Of Sheep (Charles Burnett, 1978)
The Piano Teacher (Michael Haneke, 2001)
Dead Man (Jim Jarmusch, 1995)
The Women (George Cukor, 1939)
Pickpocket (Robert Bresson, 1959)
Paper Moon (Peter Bogdanovich, 1973)
Don't Look Back (D.A. Pennebaker, 1967)
Little Fugitive (Ray Ashley, Morris Engel, Ruth Orkin; 1953)
Midnight Cowboy (John Schlesinger, 1969)
The Night Of The Hunter (Charles Laughton, 1955)
The Ice Storm (Ang Lee, 1997)
Man On The Moon (Milos Forman, 1999)
Eyes Wide Shut (Stanley Kubrick, 1999)
Enter The Void (Gaspar Noé, 2009)
Snatch (Guy Ritchie, 2000)
The New Land (Jan Troell, 1972) 
Los olvidados (Luis Buñuel, 1950)
Border Radio (Allison Anders, Dean Lent, Kurt Voss; 1987)
Vertigo (Alfred Hitchcock, 1958)
The Adventures Of Prince Achmed (Lotte Reiniger, 1926)
Les triplettes de Belleville (Sylvain Chomet, 2003)
Brief Encounter (David Lean, 1945)
Gare du Nord (Jean Rouch, 1965; segment of Paris vu par... )
Vagabond (Agnès Varda, 1985)
Slap Shot (George Roy Hill, 1977)
Le sang d'un poète (Jean Cocteau, 1932)
Breathless (Jim McBride, 1983)
Stop Making Sense (Jonathan Demme, 1984)
Upstream Color (Shane Carruth, 2013)
Saturday Night And Sunday Morning (Karel Reisz, 1960)
Gadjo dilo (Tony Gatlif, 1997)
Rebel Without A Cause (Nicholas Ray, 1955)
A.K.A. Serial Killer (Masao Adachi, 1969)
The King Of Comedy (Martin Scorsese, 1982)
The Hours (Stephen Daldry, 2002)
In A Lonely Place (Nicholas Ray, 1950)
The Honeymoon Killers (Leonard Kastle, 1969)
Meshes Of The Afternoon (Maya Deren, 1943)
When We Were Kings (Leon Gast, 1996)
Broadway Danny Rose (Woody Allen, 1984)
A Woman Under The Influence (John Cassavetes, 1974)
To The Wonder (Terrence Malick, 2012)
Beavis And Butt-head Do America (Mike Judge, 1996)
Araya (Margot Benacerraf, 1959)
Kes (Ken Loach, 1969)
Skammen (Ingmar Bergman, 1968)
Duel (Steven Spielberg, 1971)
The Bridges Of Madison County (Clint Eastwood, 1995)
The Man Who Fell To Earth (Nicolas Roeg, 1976)
Roma città aperta (Roberto Rossellini, 1945)
Diva (Jean-Jacques Beineix, 1981)
Limite (Mario Peixoto, 1931)
The Fountain (Darren Aronofsky, 2006)
La cérémonie (Claude Chabrol, 1995)
The Draughtman's Contract (Peter Greenaway, 1982)
Amour fou (Jessica Hausner, 2014)
Happiness (Todd Solondz, 1998)
Hausu (Nobuhiko Obayashi, 1977)
Before The Devil Knows You're Dead (Sidney Lumet, 2007)
Gomorra (Matteo Garrone, 2008)
The Full Monty (Peter Cattaneo, 1997)
Låt den rätte komma in (Tomas Alfredson, 2008)
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iphisesque · 1 year
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what books do you have there?
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this is the full stack! in the front i have seneca's phoinissae-medea-phaedra, and my federico ii books, that is ager sanguinis by aurelio pes and the great infidel by jj deiss, as well as my kindle. in the back i have a mix of fiction and nonfiction i have and have not read: house of incest by anais nin, l'alcibiade fanciullo a scola, a mario perniola essay about culture and philosophy post-heidegger, anthropology for contemporaneous worlds by marc augé, mare al mattino by margaret mazzantini, call me cassandra by marcial gala, the one-dimensional man by herbert marcuse, and a room of one's own by virginia woolf.
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chez-mimich · 1 year
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LAGGIU’ QUALCUNO MI AMA_MARIO MARTONE
Non so se Mario Martone scegliendo il titolo del film-documentario dedicato a Massimo Troisi, abbia voluto schermirsi, ma quel che è certo è che Massimo Troisi è ancora, a tuttotondo, nel cuore di molti, forse di tutti. In realtà Troisi non appartiene a tutti, appartiene ai figli di un’epoca precisa della nostra storia e, se posso permettermi, appartiene ad un certo mondo politico e culturale. Solo a fatica e, forzatamente, possiamo dire che appartenga a tutti. Troisi non è patrimonio di tutti e in quest’epoca di facili ecumenismi, Martone lo ha voluto sottolineare nel taglio dato al suo magnifico film-documentario, nei prossimi giorni nelle sale. Massimo Troisi non appartiene, prima di tutto , alla cultura di destra, ammesso che esista o sia mai esistita una cultura di destra. Troisi è stato un militante della sinistra, lo è stato da uomo e lo è stato da regista, tanto da non accettare la censura preventiva che la Rai gli aveva imposto prima di un suo intervento al Festival di Sanremo, rinunciando alla partecipazione. Ma Troisi non è ascrivibile, forse proprio perché militante di sinistra, alla pletora di artisti, o pseudo tali, che la retorica italiana arruola nelle fila degli amanti della “napoletanità”, quella più stucchevole e ipocrita. Per fortuna Napoli ha, e ha avuto, grandi intellettuali e grandi artisti, che sanno distinguere ciò che è deteriore per Napoli e tra questi possiamo certo annoverare Mario Martone, Pino Daniele, Paolo Sorrentino, tutti e tre protagonisti, insieme a Troisi del documentario. Martone ripercorre, senza troppi geroglifici intellettuali la carriera di Troisi e lo fa nel miglior modo possibile, quello cioè di non partire da un teorema dimostrato, ma di lasciare che il teorema, o meglio la sua soluzione, si riveli nel finale del film. Ne esce così un ritratto delicato, umano e professionale, del Troisi regista comico e di un suo esistenzialismo a posteriori, condito non dalla insopportabile “napoletanità”, ma da quella sapienza napoletana che è parte importante della cultura italiana; non per nulla, credo, lo stesso Martone in una delle più belle sequenza del film, legge alcune illuminanti pagine di Raffaele La Capria, anch’esso “napoletano non-allineato”. Preziosissime nel racconto filmico le testimonianze di chi con Troisi, ha intrattenuto rapporti umani e intellettuali a cominciare da Anna Pavignano, con la quale, oltre ad aver scritto molti film, ha intessuto una relazione sentimentale, per proseguire con i registi Paolo Sorrentino ed Ettore Scola, il critico Goffredo Fofi, lo sceneggiatore Giuseppe Bertolucci, lo scrittore Francesco Piccolo. Martone racconta e analizza i materiali in compagnia del montatore Jacopo Quadri e l’inizio del film non è lusinghiero e illuminante, per il confronto tra il Troisi regista e personaggio dei film che mette in scena, anche con una certa ritrosia, con il suo scettico e dubitativo alter-ego, e quell’Antoine Doinel che è tutt’uno con gran parte del cinema di un mostro sacro come François Truffaut. Stesse introspezioni (formidabili quelle allo specchio), stessa timidezza, stessa incapacità di vivere il reale e le relazioni interpersonali. Ma se in un mero gioco di rimandi formali i due personaggi si assomigliano, diverso è l’ambiente in cui Troisi-personaggio si trova a vivere ed operare. Ed è proprio qui che è salutare la rottura con il cliché del napoletano, sempre emigrante e mai viaggiatore, come dice una delle più famose battute di “Ricomincio da tre”. Passo passo arrivano tutti gli altri film e la collaborazione con Roberto Benigni nel surreale “Non ci resta che piangere”, per finire con lo struggente “Il postino” del 1994 diretto da Michael Radford e montato da Roberto Perpignani e che, tra l’altro, valse l’Oscar per la miglior colonna sonora a Luis Bacalov. Pochi giorni dopo la fine del film Massimo Troisi morì. Dire però che Troisi lasciò un vuoto incolmabile è dire una banalità, per fortuna (e per bravura), Martine non ne ha fatto un santino partenopeo. Da vedere.
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harrison-p-d-m · 9 months
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Best of July:
Down by Law (Jim Jarmusch, 1986)
Le Bal (Ettore Scola, 1983)
Permanent Vacation (Jim Jarmusch, 1980)
Dusty and Sweets McGee (Floyd Mutrux, 1971)
Bush Mama (Haile Gerima, 1979)
The Dream [المنام] (Mohammad Malas, 1987)
Seven Chances (Buster Keaton, 1925)
Chop Shop (Ramin Bahrani, 2007)
The Clone Returns Home (Kanji Nakajima, 2008)
A Man (Kei Ishikawa, 2022)
Stranger Than Paradise (Jim Jarmusch, 1984)
The Enemy (Živojin Pavlović, 1965)
How to Be Loved (Wojciech Jerzy Has, 1963)
Waiter (Alex van Warmerdam, 2006)
El Norte (Gregory Nava, 1983)
Les rives du fleuve (Eric Pauwels, 1991)
Salt of the Earth (Herbert J. Biberman, 1954)
The Tribulations of Balthazar Kober (Wojciech Jerzy Has, 1988)
Black Sabbath (Mario Bava 1963)
It Is Good to Live (Fumio Kamei, 1956)
A Personal Journey with Martin Scorsese Through American Movies, (Martin Scorsese, Michael Henry Wilson 1995)
The Great Buster: A Celebration (Peter Bogdanovich, 2018)
The Dark Side of the Heart (Eliseo Subiela, 1992)
Tropical Malady (Apichatpong Weerasethakul, 2004)
The Cool World (Shirley Clarke, 1963)
Bless Their Little Hearts (Billy Woodberry, 1983)
The Tree of Guernica (Fernando Arrabal, 1975)
Memoirs of a Sinner (Wojciech Jerzy Has, 1986)
La Vie de Jésus (Bruno Dumont, 1997)
Emperor Tomato Ketchup (Shūji Terayama, 1971)
Fando y Lis (Alejandro Jodorowsky, 1968)
Wham! (Chris Smith, 2023)
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occlusivavelare · 2 years
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I was tagged by @fromthefishbowl and @demandingbillydolls (yeah, finally replying, lol) ... NINE FAVORITE MOVIES OF MINE!
1) The Hours (Stephen Daldry, 2002)
2) Annihilation (Alex Garland, 2018)
3) Arrival (Denis Villeneuve, 2016)
4) Il Divo (Paolo Sorrentino, 2008)
5) Kedi (Ceyda Torun, 2016)
6) Il giovane favoloso (Mario Martone, 2014)
7) Lust, Caution (Ang Lee, 2007)
8) Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Africa? (Ettore Scola, 1968)
9) De Oost (Jim Taihuttu, 2020)
(I did the fancy movie posters thing and I don’t want to mess it up with the tenth movie, sorry. lol2) tagging @pigsinablanketfort @starlightervarda @zambomarti @thatpratdragonlady @godihatethisfreakingcat @yusufs-stew-of-romance and idk, whoever wants to do this: feel free!
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rosebudblog · 3 months
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CUATRO PAREJAS DE HECHO Y DE DERECHO…ARTISTICO
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La realidad es que nunca he seguido de cerca los asuntos del corazón de la industria del cine: amores, desamores, parejas, divorcios, denuncias, etc., se han ido sucediendo y yo me he enterado mucho más que tarde. Pero, recientemente he revisitado la trilogía de Antonioni sobre la incomunicación: La aventura (1960), La noche (1961) y El eclipse (1962), todas ellas realizadas con la actriz Mónica Vitti, por lo que se me ocurrió buscar más películas en la que trabajaran ambos y me encontré con el dato de que en la vida real fueron efectivamente pareja durante muchos años. A partir de ahí recordé que en el cine italiano se habían dado otras tres parejas de hecho y de derecho artístico -director/actriz o actor- con una buena filmografía compartida (dejaremos para otro día la asociación productor/actriz que en el caso de Carlo Ponti y Sofia Loren fue también muy prolífica): Federico Fellini y Giulietta Masina, Roberto Rossellini e Ingrid Bergman y Luchino Visconti y Helmut Berger. Estos tres directores junto a Mario Monicelli, Vittorio de Sica, Pier Paolo Pasolini y Bernardo Bertolucci forman, para mí, el Olimpo de la cinematografía italiana sin desdeñar otros como Bolognini, Escola, Rossi, los Taviani, Zurlini, etc.
 Monicelli y Bertolucci no parece que trabajaran en el cine con alguna de sus parejas; Vittorio de Sica estuvo emparejado con la española María Mercader y solo parece que participaran juntos en una película: La puerta del cielo en 1945; a Pier Paolo Pasolini solo se le conoce un trabajo con su pareja de esos momentos: Enrique Irazoqui, el Jesús de El Evangelio según san Mateo de 1964.
Por lo tanto, tenemos a cuatro monstruos sagrados del cine italiano que compusieron parte de su obra en unión con sus parejas. Esta circunstancia, tan curiosa en el cine italiano, también se vio reflejada en su día en el cine español: Florián Rey/Imperio Argentina; Edgar Neville/Conchita Montes; Fernando Fernán Gómez/Analía Gadé  y el propio Fernán Gómez/Emma Cohen.
Pero volvamos a los italianos. Italia, el fascismo italiano, salió derrotado de la II Guerra Mundial pero el cine italiano dio lo mejor de su historia en los años posteriores con una serie de directores de un primerísimo nivel y con estilos tan genuinamente propios  como diferentes: el neorrealismo primitivo de De Sica, el neorrealismo moderno de Rosellini, el minimalismo de Antonioni, el barroquismo de Visconti, el cine extrovertido de Fellini, el intelectualismo intimista de Pasolini, la comedia inteligente de Monicelli o el cine militante de Bertolucci conformaron parte de lo mejor del cine mundial  entre los años 40 y 90 del siglo pasado.
Veamos cual fue la aportación de cada una de estas parejas a la historia del cine:
ANTONIONI/VITTI
Michelangelo Antonioni (1912-2007), economista, pintor, escritor y uno de los más grandes directores del cine italiano. Realiza un cine alejado del neorrealismo, un cine al que hoy se le podría etiquetar de minimalista y que muestra, sobre todo, el vacío existencial de la burguesía. (Curiosamente falleció el mismo día que un tal Ingmar Bergman)
Entre sus películas más destacadas: Crónica de un amor (1945), El grito (1957), Blow-up (1966), Zabriskie Point (1970) y El reportero (1975). Fue el autor de la llamada Trilogía de la Incomunicación y ha sido considerado como uno de los padres del cine moderno (yo diría que con permiso de Orson Welles).
Monica Vitti (1931-2022) fue una actriz italiana con un registro amplio pues tiene en su haber varias comedias y los dramas en que trabajó con Antonioni. Vitti se salió del modelo de estrella italiana de aquellos años pues su físico nada tenía que ver con el Gina Lollobrigida, Claudia Cardinale o Sofia Loren.
Entre sus películas más destacadas a las órdenes de diferentes directores están Accatone (Pasolini, 1961), Modesty Blaise (Losey, 1966), La ragazza con pistola (Monicelli, 1968), El demonio de los celos (Scola, 1970), La pacifista (Jancso, 1971) o El fantasma de la libertad (Buñuel, 1974).
La relación sentimental con Antonioni duró 8 años y el resultado artístico de esa unión fueron estas películas:
LA AVENTURA, LANOCHE, EL ECLIPSE(estas tres formando parte de la llamada Trilogía de la Incomunicación); EL DESIERTO ROJO; EL MISTERIO DE OBERWALD.                                                                                                                                                                                                                                                                   
ROSSELLINI/BERGMAN
Roberto Rossellini (1906-1977). En plena II Guerra Mundial se inicia en la dirección con tres películas menores que se han englobado en la llamada Trilogía Fascista. Al terminar la guerra realiza una película considerada como iniciática del neorrealismo: Roma ciudad abierta (1945), que sería la primera de la Trilogía del Neorrealismo que completaron: Paisá (19469 y Alemania año cero (1947). Otras de sus grandes películas fueron India (1959) y El General Della Rovere (1959). En los años 60 abandona el cine por la televisión pensando que era un medio más cercano al espectador (posiblemente fuese una premonición con lo que vendría medio siglo después con las plataformas).
Ingrid Bergman (1915-1982), actriz sueca considerada como la cuarta estrella más importante de la historia del cine. Actuó en cine, teatro y televisión y hablaba varios idiomas lo que conllevó que su carrera fuese muy prolífica y en diferentes países.
Bergman trabajó con grandes directores y en su haber cuenta con títulos como: Casablanca (1942), Por quién doblan las campanas (1943), Luz que agoniza (1944), Recuerda (1945), Encadenados (1946), Juana de Arco (1948), Elena y los hombres (1956) o Sonata de otoño (1978).
“Querido señor Rossellini: He visto sus dos filmes, Roma, ciudad abierta y Paisà, que me han gustado mucho. Si necesita una actriz sueca, que habla el inglés perfectamente, que no ha olvidado el alemán, a quien apenas se entiende en francés y que del italiano solo sabe decir “Ti amo”, estoy dispuesta a acudir para hacer una película con usted. Ingrid Bergman”.
Esta carta de 1949, dirigida por la actriz a Roberto Rossellini se iba a convertir en uno de los escándalos mas sonoros de la historia del cine; poco después se uniría sentimentalmente al italiano cuando en esos momentos, aunque distanciada, estaba aún casada con un médico sueco. Se le condenó desde el Vaticano, desde el Congreso de los Estados Unidos y hasta Anna Magnani le arrojó un plato de espaguetis a Rossellini, por entonces su amante, cuando se enteró de la relación con la actriz sueca (realmente una historia de Tele 5). Curiosamente son los restos de Magnani los que reposan en el mismo panteón que los de Rossellini.
La relación entre ambos pasó por diferentes etapas incluidas la violencia. Pero el fruto de esa relación, 1950-1957, fueron las siguientes películas: STROMBOLI;
EUROPA 51; NOSOTRAS LAS MUJERES; TE QUERRÉ SIEMPRE; LA PAURA;
JUANA DE ARCO EN LA HOGUERA.
FELLINI/MASINA
Federico Fellini (1920-1993) es posiblemente el director italiano más consagrado de toda la historia. Desde muy pequeño trabajó en un circo, fue dibujante, escritor para la radio y guionista de cine. Varias de sus películas se convirtieron en señas de identidad del cine no solo europeo sino mundial: Los inútiles (1953), La dolce vita (1960), Otto e mezzo (1963), Roma (1972), Amarcord (1973), Casanova (1976) o E la nave va (1983).
Giulietta Masina (1921-1994), licenciada en Filosofía y Letras. Durante su época universitaria participó en actividades de teatro y danza. Participó en películas como Paisá (1946), Europa 51 (1952) o La loca de Chaillot (1969).
En 1944 se casó con Federico Fellini y permanecieron unidos hasta su muerte. La actriz falleció solo 5 meses después que su marido. De esa larga unión nacieron estas películas:
LUCES DE VARIEDADES; EL JEQUE BLANCO, (durante el rodaje de esta conoció a Nino Rota, otra relación artística que algún día abordaremos; LA STRADA; ALMAS SIN CONCIENCIA;  LAS NOCHES DE CABIRIA;   GIULIETTA DE LOS ESPIRITUS; GINGER Y FRED.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                              
VISCONTI/BERGER
Luchino Visconti (1906-1976), su trabajo no se limitó al cine, sino que fue también un importante director de ópera. En el cine fue uno de los iniciadores del neorrealismo con Obsesión (1943). Entre sus películas más destacadas se pueden citar: La terra trema (1948), Senso (1954), Rocco y sus hermanos (1960), El gatopardo (1963), El extranjero (1967), Muerte en Venecia (1971) o El inocente (1976).
Helmut Berger (1944-2023) fue un actor de origen austriaco que consiguió su máximo nivel artístico de la mano de su amante Luchino Visconti. Definido personalmente como bisexual fue pareja del director desde 1964 y a la muerte de este tuvo una fuerte depresión. Siempre se consideró el “viudo de Visconti”. Su carrera cinematográfica al margen de Visconti puede considerarse mediocre. Entre los dos se realizaron estas películas: LAS BRUJAS; LA CAIDA DE LOS DIOSES; LUDWIG; CONFIDENCIAS.                                                                                                                                                                                                                                                                   
De estos personajes del cine nadie queda ya con vida. Los últimos: Monica Vitti murió con 90 años, recluida y cuidada por sus familiares en Roma enferma de Alzheimer; Helmut Berger, alejado del cine, falleció hace unos meses, en 2023.
15/1/2024
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lamilanomagazine · 7 months
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Vicenza: Biennale del Cortometraggio, dal 2 al 7 ottobre la quarta edizione
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Vicenza: Biennale del Cortometraggio, dal 2 al 7 ottobre la quarta edizione. La quarta edizione della Biennale del Cortometraggio internazionale e video di Vicenza, che si terrà dal 2 al 7 ottobre, al Teatro Astra e anche al Palazzo del Monte di Pietà, è stata presentata all'Odeo del Teatro Olimpico dall'assessore alla cultura, al turismo e all'attrattività della città Ilaria Fantin e dal direttore artistico Luca Dal Molin. Organizzata da Is Art e diretta da Luca Dal Molin, la mostra propone la conoscenza e la diffusione del cortometraggio internazionale attraverso la visione delle opere e con incontri e focus con registi italiani e stranieri. «Siamo felici di ospitare nella nostra città la Biennale del Cortometraggio, un'occasione importante per far conoscere sempre di più questa forma espressiva – sottolinea l'assessore alla cultura, al turismo e all'attrattività della città Ilaria Fantin -. Vicenza si conferma una città dei festival con eccellenze in tanti campi della cultura: dalla musica al teatro fino all'illustrazione e al cinema. Giunta alla quarta edizione, la Biennale offre inoltre la possibilità di partecipare ad incontri con registi e attori e ad eventi sulla storia del cinema. Ringrazio quindi gli organizzatori e il direttore artistico per questa importante rassegna». «In un territorio come quello di Vicenza – continua il direttore artistico Luca Dal Molin - che ha visto passare importanti registi e attori, come Ermanno Olmi, Virgilio Scapin , Vitaliano Trevisan, Matteo Garrone, Ettore Scola, oggi siamo qui per continuare a far scoprire il mondo del cortometraggio. Il paragone più diffuso prende le mosse dalla letteratura: il corto sta al racconto come il lungometraggio sta al romanzo; questa distinzione che definisce la sua misura ci dà conto, però, soltanto della sua accezione più logica di "forma breve" e poco ci dice sulla forma espressiva. La storia del cinema inizia con il cortometraggio. Se la durata delle prime pellicole è necessariamente determinata dai limiti tecnici dell'epoca, è però vero che posseggono le caratteristiche più peculiari del corto: la sperimentazione e la libertà. E allora, nella realtà contemporanea, il corto si configura come esperienza "espansa e illimitata"» Programma: La Biennale verrà inaugurata il 2 ottobre alle 19 al Teatro Astra, dove si terranno le proiezioni, con una serie di cortometraggi e tanti ospiti, tra i quali il regista Sandro Baldoni e gli attori Flavio Bonacci e Donatella Finocchiaro. Martedì 3 ottobre alle 9.30 ci sarà una master class per le scuole con l'attrice Donatella Finocchiaro condotta dalla giornalista Barbara Taricone di Sky Cinema. Seguirà la proiezione del film "Le sorelle Macaluso". Dalle 18 alle 20 cortometraggi internazionali e italiani. Mercoledì 4 ottobre ci sarà alle 9.30 una master class per le scuole con Mario Sesti, regista e scrittore, che presenterà il film "Altri padri". Alle 18 spazio alla retrospettiva sul grande regista Jaques Tatì e ai suoi cortometraggi. Sempre alle 18, da "& Art Gallery" in contra' Frasche del Gambero 17, si terrà l'incontro tra cinema e letteratura condotto e creato da Mario Sesti e Luca Dal Molin. Giovedì 5 ottobre alle 17 al Teatro Astra focus sul paese straniero scelto per questa edizione, ovvero l'Albania: in scena 13 cortometraggi in collaborazione con il Tirana film office. Venerdì 6 ottobre alle 17 ci sarà una sezione speciale di 12 cortometraggi prodotti da Rai Cinema - Rai Channel. Sabato 7 ottobre dalle 16 alle 18 cortometraggi internazionali e italiani. Dal 2 al 7 ottobre, inoltre, a Palazzo del Monte di Pietà ci sarà una mostra dedicata all'artista Mircea Cantor con cinque video. Ingresso libero.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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gatutor · 10 months
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Cartel película "Alta infidelidad" (Alta infedelta) 1964, de Mario Monicelli, Elio Petri, Ettore Scola.
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carmenvicinanza · 7 months
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Sophia Loren
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Sophia Loren è l’attrice italiana più conosciuta e premiata al mondo.
In settant’anni di carriera, ha recitato in oltre ottanta pellicole, è stata diretta dai più grandi registi della storia del cinema e recitato in film che hanno fatto epoca. Con Marcello Mastroianni ha formato una delle più celebri coppie artistiche di tutti i tempi.
Ha vinto due Premi Oscar, cinque Golden Globe, un Leone d’oro, un Grammy Award, una Coppa Volpi al Festival di Venezia, un Prix al Festival di Cannes, un Orso d’oro alla carriera al Festival di Berlino, undici David di Donatello, sette Nastri d’Argento e le è stata dedicata una stella sulla Hollywood Walk of Fame. L’American Film Institute l’ha classificata al ventunesimo posto fra le più grandi star di tutti i tempi.
Nata col nome di Sofia Costanza Brigida Villani Scicolone a Roma il 20 settembre 1934, suo padre, Riccardo Mario Claudio Scicolone, di nobili origini, pur riconoscendone la paternità non aveva voluto sposare la madre, Romilda Villani che, per problemi economici era tornata a vivere a Pozzuoli, presso la sua famiglia d’origine. È stato lì che Sofia ha trascorso l’infanzia e i primi anni dell’adolescenza, durante la seconda guerra mondiale.
A quindici anni ha vinto il suo primo concorso di bellezza, con i soldi ricevuti in premio, era tornata a vivere a Roma con sua madre, dove ebbero vari contrasti col padre che non accettava la carriera della figlia nel mondo dello spettacolo. Nella capitale ha partecipato a vari concorsi di bellezza, nel 1950 è stata eletta Miss Eleganza al concorso di Miss Italia, ha posato per alcuni fotoromanzi e iniziato a lavorare nel cinema in piccoli ruoli che esaltavano soprattutto le sue qualità estetiche.
La svolta è arrivata quando ha incontrato il produttore Carlo Ponti che ha segnato l’inizio di una grande storia d’amore e di una carriera stellare tra l’Italia e Hollywood col nome d’arte di Sophia Loren.
La definitiva consacrazione come attrice è arrivata nel 1960, con l’interpretazione nel film La ciociara tratto dall’omonimo romanzo di Alberto Moravia, con la regia di Vittorio De Sica, che le è valso il Premio Oscar, la Palma d’oro a Cannes, il BAFTA, il David di Donatello e il Nastro d’argento; nello stesso anno è stata sulla copertina del Time.
Tanti sono stati i film interpretati successivamente, per Ieri, oggi, domani, del 1963, in cui interpreta tre ruoli divenuti celebri per i quali ha ricevuto il David di Donatello come migliore attrice protagonista, mentre il film ha vinto l’Oscar come miglior film straniero nel 1965.
Del 1964 è Matrimonio all’italiana, tratto da Filumena Marturano di Eduardo De Filippo, sempre diretta da De Sica e in coppia con Mastroianni, ruolo che le è valso la seconda candidatura all’Oscar alla miglior attrice.
L’ultima volta che è stata diretta da De Sica è stata nel 1974 in Il viaggio insieme a Richard Burton, con cui si è aggiudicata il suo quinto David di Donatello.
Il sesto David è arrivato nel 1977 per il film Una giornata particolare di Ettore Scola, sempre in coppia con Marcello Mastroianni.
Nel 1982 è stata incarcerata per qualche giorno per problemi con il fisco, risalenti a una vecchia causa conclusasi in Cassazione soltanto nel 2013, quando è stata finalmente esclusa qualsiasi sua responsabilità.
Nel 1991 ha ricevuto il Premio Oscar onorario consegnatole da Gregory Peck mentre in Francia, è stata insignita della Legion d’onore.
Nel 1994 Prêt-à-Porter, di Robert Altman, è stato l’ultimo film interpretato al fianco di Mastroianni, che le è valso una candidatura al Golden Globe.
Nel 1996 il Presidente della repubblica Oscar Luigi Scalfaro l’ha insignita del titolo di Cavaliere di gran croce dell’Ordine al merito della Repubblica italiana.
Nel 2009 le è stato assegnato il Premio Imperiale per il cinema, considerato il Nobel per attori e registi.
Nel 2020 è stata protagonista de La vita davanti a sé, diretta dal figlio Edoardo Ponti. L’anno successivo, il Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani, le ha assegnato il Nastro di platino. A quasi 87 anni, l’11 maggio 2021 è stata l’attrice più anziana ad aver vinto il David di Donatello per la migliore attrice protagonista.
Sophia Loren è un’icona assoluta della storia del cinema, ha conservato la sua veracità e italianità nonostante abbia passato la maggior parte della sua vita all’estero. La sua figura, la sua voce, il caldo temperamento sono inconfondibili. È la regina indiscussa del cinema italiano, la più premiata, la più acclamata, la più rappresentata.
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infosannio · 9 months
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"Corto e a Capo": dal 22 al 27 agosto la IX Edizione del festival del cinema
Dal 22 al 27 agosto ritorna il festival del cinema nelle aree interne tra le province di Benevento e Avellino. Pupi Avati, Laura Morante, il Premio Mario Puzo, l’omaggio a Ettore Scola, l’anniversario di Massimo Troisi, gli aperitivi letterari, i laboratori, le proiezioni di cortometraggi, le mostre, cinema diffuso e la dedica a Pier Paolo PasoliniCorto e a capo 2023 Festival Mario Puzo: la IX…
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La terrazza Ettore Scola 1980
Avec 
Des amis de longue date, appartenant aux milieux de la gauche culturelle, se retrouvent pour une rituelle soirée-buffet sur la vaste terrasse romaine de l'un d'entre eux. La caméra se promène et surprend des bribes de conversations, puis s'attache à un personnage qu'elle suit dans sa vie, avant de revenir à la soirée et de suivre la vie d'un autre. L'enthousiasme de la jeunesse a laissé place à l'amertume et aux constats d'échecs, autant professionnels que sentimentaux.
Le film suit successivement Enrico, scénariste à court d'inspiration, Luigi, journaliste que sa femme quitte, Sergio, un responsable de la RAI, la télévision publique, anorexique et déprimé, Amedeo, producteur de cinéma, et Mario, député communiste, qui a une liaison.
Avec
Ugo Tognazzi : Amedeo, producteur de cinéma
Jean-Louis Trintignant : Enrico D'Orsi, scénariste travaillant pour Amedeo
Marcello Mastroianni : Luigi, journaliste
Serge Reggiani : Sergio Stiller, responsable de la RAI
Vittorio Gassman : Mario, député communiste
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sinapsimagazine · 2 years
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Corto e a Capo - Ken Loach, Ascanio Celestini, Giuliana De Sio dal 23 al 29 agosto la VIII Edizione
Dal 23 al 29 agosto la rassegna di cinema, quest’anno dedicata ai 100 anni dalla nascita di Pasolini tra le province di Benevento e Avellino. Ken Loach, Ascanio Celestini, Giuliana De Sio, il Premio Mario Puzo, l’omaggio a Ettore Scola e le presentazioni di libri. Laboratori, cinema diffuso nelle aree interne, cortometraggi e le mostre. Mostri immaginati e reali Corto e a capo 2022: la VIII…
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fidjiefidjie · 2 years
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"Sois le dimanche de quelqu'un (pas seulement son samedi soir)."
Mario Scolas
Gif de Pjc
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