Tumgik
#l��o cadra
abr · 3 years
Quote
Paola Taverna - ex temuta irriducibile a 5 Stelle, e ora solo stelle, tutta in ghingheri, tutta firmata, signora mia - è di buonumore, e saluta la collega del Pd, Simona Malpezzi: « A bbbellissima, dopo se' famo gli auguri, eh ». Passa un altro grillino, il presidente della Commissione antimafia Nicola Morra, quel gentiluomo che infangò la memoria di Jole Santelli, e sbircia dentro la buvette, indugia perché adora fermarsi a parlare con i cronisti, è di una vanità assoluta, ma i cronisti lo ignorano e allora, mogio, se ne torna nell' emiciclo. La verità è che i grillini non sono più una notizia. Una settimana persa dietro alle loro minacce di far cadere il governo, in un miscuglio di rancori, ricatti, frustrazioni. Poi tutto rientrato di fronte al puro terrore di andare al voto, non essere rieletti e doversi cercare un posto di lavoro fuori da qui. La Lezzi (per capirci: quella che portò in aula l' apriscatole ...) ha annunciato che alla fine marceranno compatti dietro a Conte, a parte un paio (...).  (...) Riflette Maurizio Gasparri, storico esponente di Forza Italia. «Prima o poi, Conte cadrà. Cadde pure Berlusconi, non so se mi spiego (...) però escludo possano essere i grillini a provocare l' incidente. Vede: se esco da qui, io sono giornalista, ho maturato esperienza, uno straccio di lavoro lo trovo. Ma loro? Uno come Fico che lavoro potrebbe fare fuori dal Parlamento?». (...)
Pezzo depresso dismissivo spregiativo sul “nuovo che avanza” (nel senso di avanzo, rifiuto umido) mica su Libero o LaVerità ma di F.Roncone sul Corrierone, via  https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/ldquo-prima-poi-conte-cadra-ma-non-saranno-grillini-255138.htm 
30 notes · View notes
paoloxl · 5 years
Text
Ciao, parli per la campagna # RiseUp4Rojava - Smash Turkish fascism. Quali sono gli obbiettivi di questa campagna?
Per dirlo semplicemente: con questa campagna ci opponiamo al regime turco dell'AKP-MHP sotto la dittatura di Erdogan e ci schieriamo dalla parte di coloro che resistono al suo regime. In particolare, l'opposizione di HDP, gli scioperanti della fame per la libertà di Ocalan e la resistenza armata del movimento di liberazione curdo. E in secondo luogo, vogliamo difendere la rivoluzione in Rojava e i suoi risultati. Ma il "RiseUp" esprime ancora di più. Non si tratta solo di far parte della difesa, ma anche di far parte dello sconvolgimento rivoluzionario avviato da Rojava in tutta la regione, se non nel mondo. E come la campagna presta molta attenzione alla connessione tra le forze imperialiste e la Turchia, cosi deve far parte degli sconvolgimenti di sinistra e rivoluzionari anche in altri paesi.
Questo # ci sembra familiare. Cosa associ alla campagna?
Gli ultimi mesi, in effetti l'ultimo anno dopo l'attacco al cantone di Afrin, sono stati contrassegnati dalle continue minacce della Turchia di occupare più parti del Rojava e di espandere la guerra contro il movimento di liberazione curdo e le forze democratiche siriane. Erdogan ha ripetutamente dichiarato il suo obiettivo molto chiaramente: la distruzione totale della rivoluzione. E poiché sembrava che questa guerra sarebbe iniziata alla fine dello scorso anno, la comunità internazionalista del Rojava ha iniziato a mobilitarsi per dei giorni di azione globale sotto # RiseUp4Rojava per la fine di gennaio. Questi giorni di azione seguivano le linee del "World Kobane Day" nel 2014 e "Global Action Day per Afrin" nel 2018. L'obiettivo era di inviare un chiaro segnale di solidarietà con proteste e azioni globali e anche di sottolineare le politiche degli stati occidentali e il loro ruolo nella guerra contro la rivoluzione.
Hai parlato dei giorni d'azione alla fine di gennaio di quest'anno. Come hai valutato questi giorni?
I giorni di azione hanno dato un'immagine chiara del movimento di solidarietà. È diventato un movimento globale in cui persone e gruppi diversi entrano in connessione gli uni con gli altri. In piu di 60 località, in oltre 20 paesi, le persone hanno risposto alla chiamata della comunità internazionalista. E 'stato dimostrato che è importante ed efficace stabilire date concrete per le quali gruppi e persone possono diventare attivi, in modo da aprire un quadro globale che possa integrare ogni singola azione, non importa quanto piccola. E giorni di azione incorniciati come questi sono importanti per aprire lo spazio per lo scambio e la discussione tra gruppi e strutture attraverso i confini. Per approfondire la contesa e crearne di nuove. Ma è anche diventato chiaro che se le bombe non cadono, è difficile mobilitare le persone e il livello di azione rimane molto modesto, poiché l'urgenza non viene vista.
Mostra anche quanto le persone dipendono dalle immagini e dalla copertura dei mass media.
E perché creare una campagna di lungo termine associata alle giornate di mobilitazione globale?
I preparativi per questi giorni di azione sono di solito a brevissimo termine, perché di solito iniziano solo quando la situazione è già molto acuta. Ma una volta che le bombe cadono, è difficile fare tutto il networking, le pubbliche relazioni, le azioni, le conferenze e tutto il resto che deve essere organizzato per dare la risposta giusta. E questo è uno dei motivi per cui da allora è cresciuta una campagna. I contatti e le connessioni che persistono oggi ci consentono di coordinare meglio e quindi aumentare la nostra capacità di reagire più velocemente. La campagna è anche un po 'di preparazione per essere in grado di dare le risposte giuste a ciò che sta arrivando. Per il regime fascista in Turchia è assolutamente necessario schiacciare la rivoluzione e la resistenza nel Kurdistan settentrionale, altrimenti cadra. Di questo dobbiamo esserne consapevoli.
Quali sono gli obiettivi specifici della campagna? Quale sarebbe la "risposta giusta" di cui parli?
L'obiettivo principale della campagna, come abbiamo già detto, è di fare la nostra parte nel difendere la rivoluzione, non in Rojava, ma come movimento internazionalista in tutto il mondo. Perché vediamo la rivoluzione in Kurdistan come internazionalista e antifascista. È una rivoluzione per la liberazione di tutte le società del Medio Oriente e in particolare delle donne. Ma questa rivoluzione è stata attaccata da uno stato fascista, la Turchia, con il sostegno di società di armi, governi e banche occidentali. Solo attraverso il sostegno diplomatico e con il consenso diretto, l'esercito turco e stato in grado di invadere Afrin. C'erano armi da tutto il mondo usate in Afrin contro le forze di autodifesa YPJ e YPG. Senza di loro, il fascismo turco sarebbe stato spezzato dall'indescrivibile resistenza della società di Afrin. Qui sta la "risposta" di cui parliamo: la risposta a questa guerra fascista internazionale deve essere un movimento internazionalista che attacca e impedisce la guerra nei propri rispettivi paesi. E con la campagna, facciamo un piccolo passo avanti in questa direzione.
Che tipo di azioni promuovete?
Diverse azioni hanno già sconvolto società e istituzioni finanziarie che vedono la guerra in Kurdistan semplicemente in termini di "business as usual". Chiediamo di bloccare l'industria delle armi e le istituzioni finanziarie che supportano militarmente o finanziariamente il fascismo turco. Quindi azioni fondamentalmente dirette di disobbedienza civile. Tuttavia, ciò richiede una ricerca ampia e approfondita per scoprire gli ostacoli in questo complesso politico-militare. E il regime dell'AKP-MHP diffonde la sua ideologia fascista in molti paesi attraverso tutta una serie di associazioni islamiche, gruppi di riflessione e istituzioni. Dobbiamo anche essere consapevoli che la lotta contro il fascismo è ideologica.
A quali compagnie e istituzioni ti riferisci esattamente?
In tutto il mondo occidentale troviamo aziende coinvolte. Così, ad esempio, la società statunitense Lockheed Martin è il più grande venditore di armi al mondo. Nel Regno Unito dobbiamo menzionare BAE Systems, attualmente il più grande rivenditore di armi in Europa. In molti casi gli Stati stessi sono azionisti di queste società, come l'Italia che detiene oltre il 30% di Leonardo, una società che è parzialmente coinvolta nella produzione di caccia F-16 usati dalla Turchia. E, naturalmente, dobbiamo segnalare le società tedesche Rheinmetall, Thyssen Krupp, MTU e Krauss-Maffei Wegmann.Le banche coinvolte nella produzione di armi e gli accordi sulle armi con la Turchia sono banche internazionali come Credit Suisse, UniCredit Group, HSBC o Allianz, solo per citarne alcuni da questa lunga lista. Soprattutto in Europa, ci sono molte associazioni fasciste e islamiste che fanno propaganda aperta per il regime e la guerra e attaccano le istituzioni e gli attivisti curdi. Un esempio è ATIB, l'Unione delle associazioni culturali turco-islamiche in Europa. Possiamo anche nominare altre organizzazioni di lobby come l'UETD, l'Unione dei democratici turchi europei.
Dove possono trovare più informazioni su queste aziende e istituzioni?
Bene, abbiamo iniziato a pubblicare informazioni di base sul blog della campagna sotto riseup4rojava. Ma questa informazione è ancora insufficiente, nelle prossime settimane ne verranno altre.Sul tuo sito web, scrivi che e piu di una semplice campagna, ma di una rete. Che cosa vuoi dire con questo?Con questa campagna vogliamo riunire le varie organizzazioni, iniziative e campagne che già esistono, attraversando tutte le differenze ideologiche. Le differenze nel linguaggio, nelle pratiche e l'enfasi devono rimanere. Il comune denominatore è il fascismo turco come nemico comune e l` internazionalismo antifascista. Vogliamo costruire un "secondo fronte" contro il fascismo turco e contro tutte le forze imperialiste che cercano di distruggere la rivoluzione in un modo o nell'altro.
Un "secondo fronte" ...?
Per questa guerra contro la rivoluzione in Rojava e contro il movimento di liberazione curdo non ci può essere un tranquillo entroterra dietro le linee del fronte. Perché la guerra inizia qui, nel cuore della bestia ed è nostra responsabilità come internazionalisti e antifascisti fermare questa guerra da qui. Questo è stato un elemento importante nella lotta antimperialista, che non è stata dimenticata, ma è passata in secondo piano nell'attuale sinistra radicale. Vogliamo costruire su quelle esperienze e unire le forze delle iniziative contro la guerra esistenti. Dal momento che il tema delle esportazioni di armi e della guerra porta a contraddizioni tra governi, aziende e popolazione, queste contraddizioni dovrebbero essere evidenziate.
Hai già menzionato lo sciopero della fame. Qual è la relazione tra la campagna e lo sciopero?
Non c'è mai stato uno sciopero della fame di questa entita nella storia. Il fatto che così tante persone partecipino a questa pratica radicale dimostra quanto sia difficile contrastare il fascismo turco in Turchia e nel Kurdistan settentrionale con le proteste della società civile, perché il regime usa tutti i metodi disponibili per distruggere l'opposizione sociale esistente. Negli ultimi mesi, questo sciopero della fame è diventato l'arma più importante contro il fascismo innescando dinamiche particolarmente incisive. Ma per molte persone è difficile essere parte di questa lotta esostenerla con forme differenti. La campagna apre un altro campo in questa resistenza contro il fascismo turco. E con questo il nostro obiettivo è cercare di espandere le dinamiche esistenti, per continuare ad attaccare su ogni fronte contemporaneamente.
Un'altra domanda. RiseUp4Rojava è una campagna chiaramente anti-imperialista. Come si accorda con la presenza delle truppe statunitensi in Rojava?Come gestisci questa apparente contraddizione?
Dobbiamo distinguere tra alleanze tattiche e direzioni strategiche della rivoluzione in Rojava e il movimento curdo in generale. Coloro che prestano maggiore attenzione alle dinamiche che si sviluppano in Rojava, non solo nelle voci diplomatiche, capiranno che il collegamento con l'esercito americano è puramente tattico. La rivoluzione è consapevole che le forze armate statunitensi non hanno alcun interesse a portare pace e sicurezza a lungo termine, sia nel Rojava che nel Medio Oriente. Ma a breve termine, la presenza degli Stati Uniti porta a contraddizioni, ad es. con la Russia, che la rivoluzione ha saputo e deve sfruttare al meglio. La nostra posizione all'interno della campagna è chiara: tutte le potenze imperialiste devono uscire dal Medio Oriente e questo è particolarmente indirizzato alla NATO e alla Russia. Ma dobbiamo tener conto dell'attuale situazione politica.
Quali sono i prossimi passi nella campagna e in che modo le persone possono essere coinvolte?
Abbiamo voluto rendere pubblica questa campagna tra il 25 aprile e il primo maggio. Queste giornate sono state una buona occasione per sottolineare l'internazionalismo tra movimenti rivoluzionari di sinistra in tutto il mondo. E abbiamo invitato tutti tutti a farlo. Ci sono poster sul nostro sito web che è possibilie stampare e diffondere. E naturalmente abbiamo invitato tutti i gruppi a partecipare attivamente alla campagna. Ciò significa intraprendere azioni e inquadrarle nel contesto della campagna per essere visibili contro il fascismo turco nell'unità. E a questo proposito vogliamo focalizzare l'attenzione su alcuni appuntamenti importanti che si svolgeranno in diversi paesi europei quest` anno:
Campeggio No Tav in Val di Susa che si terra a Venaus dal (20 al 28 luglio) da anni punto di riferimento e connessione di tutte le lotte sul territorio e nel panorama internazionale che si oppongono al modello di sviluppo neoliberista di sfruttamento dell uomo e delle risorse naturali
Stop the arm fair, settimana di azione e dibattito collettivo contro DSEI una delle fiere di armi piu grandi del mondo dal 2 al 13 settembre a Londra
Più di 1.000 aziende di armamenti hanno in programma di partecipare, commercializzando le proprie merci a più di 30.000 partecipanti da tutto il mondo. È qui che coloro che traggono profitto dalla guerra, dalla repressione e dall'ingiustizia franno affari. E qui che possiamo possiamo fermarli.
Rheinmetall-Entwaffen Camp. Campo che si svolgera a Unterlüß, una delle località più importanti della Renania in Germania. Dal 1 al 9 di settembre.L obbiettivo sara quello di sviluppare progettualita comuni con le diverse realta sul tema della guerra imperialista e marciare ai cancelli della fabbrica di uno dei più importanti fornitori di armi della Turchia, al fine di bloccarlo insieme.Sappiamo tutti che il fascismo turco può reggersi in piedi solo grazie al sostegno degli Stati imperialisti, in particolare degli Stati della NATO. Senza questo sostegno, il regime crollerebbe domani e la rivoluzione, non soli in Siria ma in Turchia e il Kurdistan settentrionale, prevarrebbe
1 note · View note
berna282 · 3 years
Video
youtube
Lama Gyurme - Hope for Enlightenment
MANTENIAMO ‘L’AMORE CHE AVEVAMO IN PRINCIPIO’ 
‘’CONTINUATE A TENERE SALDO CIO’0 CHE HAI’’.-RIVELAZIONE 3:11.
E SMETTETE DI FARVI MODELLARE DA QUESTO SISTEMA DI COSE,MA SIATE TRASFORMATI RINNOVANDO LA VOSTRA MENTE, COSI’ DA ACCERTARVI DELLA VLONTA’ DI DIO,DI CIO’ CHE E’ BUONO, PERFETTO E GRADITO A LUI. ( ROMANI 12:2)
NESSUNO PUO’ VENIRE DA ME MENO CHE NON LO ATTIRI IL PADRE, CHE MAI HA MANDATO;E IO LO RISUSCITERÒ’ NELL’ ULTIMO GIORNO. ( GIOVANNI 6:44)
‘’CONOSCO  LE TUE OPERE,LA TUA FATICA E LA TUA  PERSEVERANZA,E SO CHE NON TOLLERI I MALVAGI,E CHE HAI MESSO ALLA PROVA QUELLI VCHE SOSTENGONO DI ESSERE APOSTOLI MA NON LO SOMNO E LI HA TROVATI  BUGIARDI. STAI DIMOSTRANDO PERSEVERANZA,E A MOTIVO DEL MIO NOME HAI SOPPORTATO MOLTE COSE SENZA STANCARTI. TUTTAVIA HO QUESTO CONTRO DI TE: NON HAI  PIU’ L’ AMORE CGE AVEVI  ALL’ INIZIO. ( RIVELAZIONE 2:2-4)
MA TROVAI PER OPERA DELLO SPIRITO NEL GIORNO DEL SIGNORE,E SENTII DIETRO DI ME UNA VOCE POTENTE COME IL SUONO DI UNA TROMBA ( RIVELAZIONE 1:10) 
COSA VI HA CONVINTO DI AVER TROVATO LA VERITA’)
DUNQUE   ,FRATELLI   ,VI ESORTO PER LA COMPASSIONE DI DIO A PRESENTARE IL VOSTRO CORPO IN SACRIFICIO  VIVENTE, SANTO E GRADITO A DIO,RENDENDOGLI SACRO SERVIZIO CON LE VOSTRE FACOLTÀ’ MENTALI.E SMETTETE DI FARVI MODELLARE DA QUESTO SISTEMA DI COSE,MA SIATE TRASFORMATI RINNOVANDO LA VOSTRA MENTE, COSI’ DA ACCERTARVI DELLA VOLONTÀ’ DI DIO,DI CIO’ CHE E’ BUONO,PERFETTO E GRADITO A LUI. ( ROMANI 12:1,2)
TUTTI SAPPIAMO CHE TU,IL CUI NOME E’  GEOBVA, TU SOLO SEI L’ ALTISSIMO SU TUTTA LA TERRA!( SALMO 83:18)  
INFATTI I VIVI SANNO CHE MORIRANNO,MA I MORTI NON SANNO NULLA,NE’ HANNO PIU’ ALCUNA RICOMPENSA, PERCHE DI LORO NON RIMANE ALCUN RICORDO. ( ECCLESIASTE 9:5)
TUTTO QUELLO CHE LE TUE ,MANI TROVANO DA FARE,FALLO CON TUTTE LE TUE FORZE,PERCHE’ NELLA TOMBA,IL LUOGO IN CUI ANDRAI,NON SI LAVORA NE’ SI FANNO NE’ SI FANNO PIANI,E NON CI SONO NE CONOSCENZA NE’ SAPIENZA. ( ECCLESIASTE 9:10)
VI DO UN NUOVO COMANDAMENTO,CHE VI AMIATE GLI UNI GLI ALTRI;COME VI HO  AMATO IO, AMATEVI GLI UNI GLI ALTRI ANCHE VOI. GRAZIE A QUESTO TUTTI SAPRANNO CHE SIETE MIEI DISCEPOLI:SE AVRETE AMORE FRA VOI’’. (GIOVANNI 13:34,35)
EGLI SARA’ GIUDICE FRA LE  NAZIONI E METTERÀ’ LE COSE A POSTO PER MOLTI POPOLI. TRASFORMERANNO LE LORO SPADE IN VOMERI E LE LORO LANCE IN FALCETTI PER  POTARE. LE NAZIONI NON ALZERANNO LA SPADA L UNA  CONTRO L’ ALTRA, NE’ IMPAREREMO PIUI LA GUERRA. ( ISAIA 2:4)
GESU’ ALLORA, SAPENDO CHE STAVANO VENENDO A PRENDERLO PER FARLO RE, SI RITIRO’ DI NUOVOI SUL MONTE DA SOLO. ( GIOVANNI 6:15)
HO DATO LORO LA TUA PAROLA MA IL MONDO LI HA ODIATI, PERCHE’ NON FANNO PARTE DEL MONDO, PROPRIO COME IO NON FACCIO PARTE DEL MONDO. ‘’TI PREGO  NON TI TOGLIERAI  DAL MONDO,MA DI CUSTORDIRLI A CAUSA DEL MALVAGIO.  LORO MNON FANNO PARTE DEL MONDO, MA DI CUSTORDIRLI A CAUSA  DEL MALVAGIO. LORO NON FANNO PARTE DEL MONDO, PROPRIO COME IO NON FACCIO PARTE DEL MONDO. ( GIOVANNI 17:14-16)
TU, O GEOVA,SEI VICINO , E TUTTI I TUOI COMANDAMENTI SONO VERITA’. MOLTO TEMPO FA HO IMPARATO QUESTO SULLE TUE ESORTAZIONI: LE HAI STABILITE PERCHE’ DURINO9 IN ETERNO. ( SALMO 119:151,152)
TORNO CON LA MENTE AL L PASSATO MEDITO SU TUTTE LE TUE AZIONI, RIFLETTO CON DEDIZIONE SULL’ OPERRA DELLET TUE MANI. ( SALMO 143:5)
ACCRESCIAMO  L’AMORE CHE AVEVAMO IN PRINCIPIO  
NON AVETE SUBITO NESSUNA TENTAZIONE CHE NON ABBIAMO  SUBITO ANCHE  ALTRI  UOMINI.E DIO E’ FEDELE E NON LASCERÀ’ CHE ALTRI UOMINI.E DIO E’ FEDELE E NON LASCERÀ’ CHE SISATE TENTATI OLOTRE CIO’ CHE POTETE SOPPORTARE,.MA CON LA TENTAZIONE FARA’ ANCHE LSA VIA D’USCITA PERCHE’ POSSIATE SOPPORTARLA. ( 1 CORINTI 10:13)
‘’ORA,ECCO,STO PER MORIRE,E VOI SAPETE BENE CON TUTTO IL VOSTRO CUORE E CON TUTTA LA VOSTRA ANIMA CHE NEMMENO UNA PAROLA DI TUTTE LE PROMESSE DI COSE BUONE CHE GEOVA VOSTRO DIO VI HA FATTO E’ RIMASTA INADEMPIUTA. SI SONO AVVERATE TUTTE PER IL VOSTRO  BENE: NON NE E’ RIMASTA INADEMPIUTA NEMMENO UNA. ( GIOSUE’ 23:14)
GUSTATE E VEDETE CHE GEOVA E’ BUONO; FELICE E’ L’UMO CHE SI RIFUGIA IN LUI. ( SALMO 34:8)
GEOVA AGGIUNSE: ‘’HO VISTO LE SOFFERENZE DEL MIO  POPOLO IN  EGITTO,E HO UDITO IL GRIDO CHE ALZA A CAUSA DI QUELLI CHE LO COSTRINGONO AI LAVORI FORZATI; CONOSCO BENE LE PENE CHE SOFFRE. SCENDERÒ’ PER LIBERARLO DALLA MANOI DEGLI EGIZIANI E PER FARLO SALIRE DA QUEL PAESE A UN PAESE BUONO E AMPIO,UN PAESE DOVE SCORRONO LATE E MIELE, TERRITORIO DEI CANANEI,DEGLI ITTITI, DEGLI AMORREI,DEI FARIZEI,DEGLI IVVEI E DEI GEBUSEI .( ESODO 3:7,8)
MA MOSE’ DISSE AL VERO DIO: ‘’SUPPONIAMO CHE IO VADA DAGLI ISRAELITI E DICA  LORO: ‘L’IDDIO DEI VOSTRI ANTENATI MI HA MANDATO DA VOI’. E  SUPPONIAMO  CHE MI CHIEDONO: ‘QUAL E’ IL SIUO NOME? CHE COSA  DEVO RISPONDERE?’’ALLORA DIO DISSE A MOSE’:’’IO DIVERRÒ’ CIO’ CHE SCELGO DI DIVENIRE’’.  E AGGIUNSE:’’DEVI DIRE QUESTO AGLI ISRAELITI:IO DIVERRÒ’ MI HA MANDATO DA VOI’’. ( ESODO 3:13,14)
INFATTI QUELLA NOTTE IO PASSERO’  ATTRAVERSO IL PAESE D’ EGITTO E COLPIRÒ’ OGNI  PRIMOGENITO NEL PAESE D’ EGITTO,UOMO O ANIMALE; ED ESEGUIRÒ’ IL GIUDIZIO SU TUTTI GLI DEI D’ EGITTO.IO SONO GEOVA. (ESODO 12:12)
E GEOVA ANDAVA DAVANTI A LORO DI GIORNO IN UNA COLONNA DI NUVOLA, PER GUIDARLI LUNGO IL CAMINO,E DI NOTTE IN UNA COLONNA DI FUOCO,PER FSAR LORO LUCE,COSI’ CHE POTESSERO VIAGGIARE SIA DI GIORNO CHE DI NOTTE. ( ESODO 13:21)
ALLORA GEOVA DISSE AMOSE’: ‘’ECCO,VI FARO’ PIOVERE PANE DAL CIELO,E CIASCUNO DOVRA’ USCIRE A RACCOGLIERNE LA QUANTITÀ’ NECESSARIE GIORNO PER GIORNO; COSI’ METTERÒ’ IL POPOLO ALLA PROVA PER VEDERE SE CAMMINA NELLA MIA LEGG O NO. ( ESODO 16:4)
‘’VEDESTI POI’ LE SOFFERENZE DEI  NOSTRI ANTENATI IN EGITTO,E ASCOLTASTI IL LORO GRIDO AL MAR RODSSO. QUINDI COMPISTI SEGNI E MIRACOLI CONTRO IL FARAONE,CONTRO TUTTI I  SUOI SERVITORI E CONTRO TUTTO IL POPOLO DEL SUO PSAESE, PERCHE’ SAPEVI CHE AVEVANO AGITO CON PRESUNZIONE CONTRO DI LORO.TI FACESTI UN NOME CHE DURA ANCORA OGGI. E DIVIDESTI DAVANTI A LORO IL MARE, COSI CHE LO ATTRAVERSARONO SULL’  ASCIUTTO; GETTASTI I LORO INSEGUITORI NEGLI ABISSI COME UNA PIETRA SCAGLIATA IN ACQUE TURBOLENTE. LI GUIDASTI DI GIORNO CON UNA COLONNA DI NUVOLA E DI NOTTE CON UNA COLONNA DI FUOCO PER ILLUMINARE  LORO  LA VIA DA PERCORRERE.  E SCENDESTI SUL MONTE SINAI, PARLASTI CON LORO DAL CIELO E DDESTI LORO GIUSTI DECRETI ,LEGGI  AFFIDABILI,NORME E COMANDAMENTI BUONI. FACESTI CONOSCERE LORO IL TUO SANTO SABATO,E DESTI LORO COMANDAMENTI,NORME E UNA LEGGE PER MEZZO DEL TUO SERVITORE MOSE’. DESTI LORO PANE DAL CIELO QUANDO EBBERO FAME, FACESTI  USCIRE ACQUA DALLA RUPE QUANDO EBBERO SETE E DICESTI LORO DI ANDARE A PRENDERE POSSESSO    DEL PAESE CHE AVEVCI GIURATO DI DAR  LORO.  ( NEEMIA 9:9-15)
ANCHE SE TI DARA’ AFFLIZIONE COME PANE E OPPRESSIONE COME ACQUA,GEOVA ,IL TUO GRANDE INSEGNANTE,NON SI NASCONDERÀ’ PIU’; E TU VEDI IL TUO GRANDE INSEGNANTE CON I TUOI OCCHI. E  I TUOI ORECCHI SENTIRANNO DIETRO DI TE UNA PAROLA:’’QUESTA E’ LA VIA. SEGUITELA’’, SE MAI  DOVESTE DEVIARE A DESTRA O A SINISTRA. ( ISAIA 30:20,21)
FACCIAMO UN AUTOESAME 
‘’IO SONO GEOVA; NON CAMBIO. E VOI SIETE FIGLI DI GIACOBBE; NON SIETE ANCORA ARRIVATI ALLA VOSTRA FINE. ( MALACHIA 3:6)
OGNI DONO BUONO E OGNI REGALO PERFETTO VENGANO DALL’ ALTO, PERCHE’ SCENDONO DAL PADRE DELLE LUCI CELESTI,.IL QUALE NON CAMBIA COPME CAMBIANO LE OMBRE. ( GIACOMO 1:17)
CONTINUATE A ESAMINARVI PER VEDERE SE SIETE NELLA FEDE,CONTINUATE AD ACCERTARVI    DI QUELLO CHE SIETE.O NON  RICONOSCETE CHE  GESU’ CRISTO E’ UNITO A VOI? AMENO CHE NON SIATE DISAPPROVATI. ( 2 CORINTI 13:5)
‘’STATE ATTENTI CHE IL VOSTRO CUORE NON SIA APPESANTITO DAGLI ECCESSI NEL MANGIARE E NEL BERE O DALLE PREOCCUPAZIONI DELLA VITA, E QUEL GIORNO NON VI COLGA ALLA SPROVVISTA COME UN LACCIO. INFATTI ESSO VERRA’ SU TUTTI QUELLI CHE ABITANO SULLA FACCIA DEL’ INTERA YTERRA. STATE SVEGLI,DUNQUE , SUPPLICANDO DI CONTINUO AFFINCHÉ ’ RIUSCIATE A SCAMPARE DA TUTTE QUEST5E COSE CHE DEVONO ACCADERE E A STARE AL COSPETTO DEL  FIGLIO DELL’UOMO.’’( LUCA 21:34-36)
COMUNQUE   ,METTETE IN PRATICA LA PAROLA ENON LIMITATEVI AD ASCOLTARLA, INGANNANDO VOI STESSI COIN FALSI RAGIONAMENTI. INFATTI,SE QUALCUNO ASCOLTA LA PAROLA E NON LA METTE IN PRATICA   E’ COME UN UOMO CHE GUARDA LA SUA FACCIA IN UNO SPECCHIO. SI GURDA,SE NE VA E DIMENTICA SUBITO CHE TIPO DI PERSONA E’. MA CHI ESAMINA ATTENTAMENTE LA LEGGE PERFETTA CHE APPARTIENE ALLA LIBERTÀ E PERSEVERA IN ESSA NON E’ UNO CHE ASCOLTA E DIMENTICA,MA UN O CHE METTE IN PRATICA; QUESTA PERSONA SARA’ FELICE IN QUELLO CHE FA. ( GIACOMO 1:22-25)
QUINDI RINVIGORITE LE MANI FIACCHE E LE GINOCCHIA DEBOLI, E CONTINUATE A FARE SENTIERI DIRITTI PER I VOSTRI PIEDI,, AFFINCHÉ’ CIO’ CHE E’ ZOPPICANTE NON SI SLOGHI,   MA GUARISCA. ( EBREI 12:12,13)
MEDITA SU QUESTE COSE; DEDICATI INTERAMENTE A ESSE, AFFINCHÉ’ IL TUO PROGRESSO SIA CHIARAMENTE VISIBILE A TUTTI. ( 1 TIMOTEO 4:15)
DIO NON HA FIDUCIA NEMMENO NEI SUOI SANTI; NEPPURE I CIELI SONO PURI AI SUOI OCCHI, TANTO MENO CHI E’ DETESTABILE E  CORROTTO, CHI SI DISSETA DI INGIUSTIZIA PROPRIO COME SE FOSSE ACQUA! ( GIOBBE 15:15,16)
ALL’ ONNIPOTENTE INTERESSE FORSE CHE TU SIA GIUSTO, O CI GUADAGNA QUALCOSA DALLA TUA CONDOTTA INTEGRA? ( GIOBBE 22:3)
DUE PASSERI NON SI VENDONO  FORSER PER UNA MONETA DI PICCOLO VALORE? EPPURE NEMMENO UNO DI LORO CADRA’ A TERRA SENZA CHE IL PADRE VOSTRO LO SAPPIA. QUANTO A VOI, PERFINO OI CAPELLI DELLA VOSTRA NTESTA SONO  TUTTI  CONTATTI. PERCIO’ NON ABIATE  PAURA: VOI VALETE PIU′ DI MOLTI PASSERI. ( MATTEO 10:29-31)
PER IL FATTO CHGE HO RICEVUTO RIVELAZIONI TANTO STRAORDINARIE. PER EVITARE CHE IO MI ESALTI,  MI E’ STATA DATA UNA SPINA NELLA CARNE,UN ANGELO DI SATANA , PER SCHIAFFEGGIARMI AFFINCHÉ IO NON MI ESALTI. TRE VOLTE HO SUPPLICATO IL SIGNORE DI ALLONTANARLA DA ME, MA EGLI MI HA DETTO:’’TI BASTA LA MIA IMMERITATA BONTA’,  PERCHE LA KIA POTENZA E’ RESA COMPLETA NELA DEBOLEZZA’’. SARO’ DUNQUE FELICISSIMO DI VANTARMI DELLE MIE DEBOLEZZE, AFFINCHÉ’ LA  POTENZA DEL CRISTO RIMANGA SU DI ME COME  UNA TENDA. PERCIO’ MI RALLEGRO DELLE DEBOLEZZE,DEGLI INSULTI,DEI MOMENTI DI BISOGNO,   DELLE   PERSECUZIONI E DELLE DIFFICOLTA’ PER AMORE DI CRISTO  ,PERCHE’ QUANDO SONO DEBOLE,ALLORA SOINO POTENTE. ( 2 CORINTI 12:7-10)
ABBIAMO MOLTI MOTIVI PER ESSERE GRATI 
FIGLIO MIO, SE ASCOLTI LE MIE PAROLE EB FAI TESORO DEI MIEI COMANDI, VOLGENDO ILTUO ORECCHIO ALLA SAPIENZA E INCLINANDO IL TUO CUORE AL DISCERNIMENTO, SE INOLTRE CHIAMI L’INTENDIMENTO E ALZI LA VOCE PER OTTENERE IL DISCERNIMENTO, SE CONTINUI A CERCARLI COME L’ARGENTO E A RICERCARLI COME I TESORI NASCOSTI, ALLORA COMPRENDERAI IL TIMORE DI GEOVA E TROVERAI LA CONOSCENZA DI DIO. E’ GEOVA INFATTI CHE DA0′ SAPIENZA; DALLA SUA BOCCA VENGANO CONOSCENZA E DISCERNIMENTO. EGLI CUSTODIRÀ’ LA SAGGEZZA PER I GIUSTI; E’ UNO SCUDO PER QUELLI CHE CAMMINANO CON INTEGRITÀ’. VIGILA SUI SENTIERI DELLA GIUSTIZIA E PROTEGGE IL CAMINO DEI SUOI LEALI. COMPRENDERAI DUNQUE CIO’ CHE D’ GIUSTO, RETTOI ED EQUO , L’INTERO SENTIERO DEL BENE. ( PROVERBI 2:1-9)
CONFIDA IN GEOVA CON TUTTO ILTUO CUORE E  NON FARE AFFIDAMENTO SULLA TUA INTELLIGENZA. TIENI CONTO DI LUI IN TUTTE LE TUE VIE, E LIUI ENDERA’ DIRITTI IN TUOI SENTIERI. ( PROVERBI 3:5,6)
LA LEGGE DI GEOVA E’ PERFETTA, RINVIGORIRVCE. LE ESORTAZIONI DI GEOVA SONO DEGNE DI FIDUCIA  ,RENDONO SAGGIO LINESPERTO. ( SALMO 19:7)
HANNO MESSO IN GUARDIA IL TUO SERVITORE; PERCHI LI OSSERVA C’E’ UNA GRANDE RICOMPENSA. ( SALMO 19:11)
FELICI QUELLI  CHE SONO IRREPRENSIBILI NELLA LORO VIA, CHE CAMMINANO NELLA  LEGGE   DI GEOVA!( SALMO 119:1)
VENGO PRESTO. CONTINUA A TENERE SALDO CIO’ CHE HAI, AFFINCHÉ’ NESSUNO TI TOLGA LA CORONA. ( RIVELAZIONE 3:11)
CONTINUATE AD ASSICURARVI DI CIO’ CHE E’ GRADITO AL SIGNORE; ( EFESINI 5:10)
MA SANTIFICATE IL CRISTO COME SIGNORE NEI VOSTRI CUORI,SEMPRE PRONTI A DIFENDERE LA VOSTRA SPERANZA DAVANTI A CHIUNQUE VE NE CHIEDE RAGIONE,MA CON MITEZZA E PROFONDO RISPETTO. ( 1 PIETRO 3:15)
VOI INVECE,MIEI CARI, COSTRUITE VOI STESSI SULLA VOSTRA SANTISSIMA FEDE E PREGARE CON SPIRITO SANTO PER RIMANERE NELL’ AMORE DI DIO,MENTRE ASPETTATE LA MISERICORDIA DEL SIGNORE GESU’ CRISTO CHE PORTA ALLA VITA ETERNA. ( GUIDA 20,21)
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
0 notes
praza-teatro · 4 years
Text
PENTECOSTÉS – NA BUSCA DA LUZ. Por Iván Fernández
A celebración de Pentecostés ten unha especial relación coa luz. Para a relixión católica é o tempo da fin da Pascua e da chegada do Espírito Santo. Para a ortodoxa, a celebración da Santísima Trindade. A liturxia xudía celebra a aparición de Deus a Moisés no monte Sinaí e a entrega das Leis divinas.
A compañía Pálido Domingo (antes Prácido Domingo) fai en Pentecostés a súa particular viaxe cara á luz. Logo da peza Non hai que ser unha casa para ter pantasmas (peza multi-premiada dende o 2017), onde o equipo formado por Belén Bouzas, Diego M. Buceta e Fran Martínez exploraban as escuridades e profundidades do ser e das nosas relacións, é agora tempo de luz e de lume,  en moitas e diferentes visións.
E se cadra, é a luz tan protagonista como a propia viaxe. Por unha banda, o uso da iluminación, dos reflexos, das liñas e os espazos de penumbra, o uso do lume (cal chegada do propio Espírito Santo, que prende nas entrañas dos membros da compañía), fan do elemento lumínico unha linguaxe propia, coa que os corpos danzantes se relacionan e grazas á cal van percorrendo a súa viaxe. Por outra banda, está a viaxe, o traxecto que cadaquén fai cara á luz, na busca da luz. A luz interna, a que alumea o corazón, ou a alma, ou a mente. Esta viaxe que compón un elemento en si mesmo como proposta escénica e na que pasan o tempo repetindo movementos e desenvolvendo os seus corpos polo espazo.
Tumblr media
Na busca da luz, se cadra, andamos moitxs, xa que a escuridade do celme é algo intrínseco á humanidade, así como a sensación de anguria, co seu contacto. Os elementos de ioga, aikido ou do sufismo non son referencias banais, senón métodos, camiños para achegarse cara a esa luz. A liturxia é un dos que o home ten utilizado para atopar a luz, a iluminación, identificándoa con Deus. Se cadra é outra cousa esa luz, e a proposta de Pálido Domingo móstranos os seus diferentes e persoais percorridos na súa busca, mesmo a través da rutina ximnástica, das relacións, da comida, da poética…
Tumblr media
Á fin, nesa procura da luz, atopamos algo que, canda menos, é igual de importante que chegar á iluminación: o instante, o paso do camiño no que andamos, algo ao que Pálido Domingo, coa súa danza inesquecíbel, presta especial atención.
Tumblr media
Ficha artística
Belén Bouzas, Diego M. Buceta e Fran Martínez.
Creación: Pálido Domingo.
Iluminación: Laura Iturralde.
Fotografía: Miguel Vidal e L. Iturralde.
Deseño gráfico: Alba Troiteiro.
Apoios: Teatro Ensalle, Colectivo RPM e Paso a 2.
Agradecementos: AveLina Pérez e A Artística Vigo.
*Iván Fernández é alumno da especialidade de Dirección escénica e dramaturxia, na Escola Superior de Arte Dramática de Galiza.
(Coordinación e supervisión de Afonso Becerra de Becerreá.)
0 notes
loisalcaydedans · 6 years
Text
ARMANDO REQUEIXO: “Un bo crítico ten un selo persoal, un estilo”
Tumblr media
Traspasa coa ollada azul. O humor dos ollos é un termómetro, a humidade calibrada do vibrar íntimo. Armando Requeixo ten a ollada azul e un humor despexado, coa vista concentrada, “son capaz de ler en calquera lugar”. O mesmo azul ca un Sargadelos, frontal pulcro e cerámico. Nado en Mondoñedo, ten 46 anos. Autor de numerosos estudos, textos críticos e ensaios como Xosé María Díaz Castro. Vida e obra (2013, Galaxia) ou o seu recente Álvaro Cunqueiro e Mondoñedo (2017, Concello de Mondoñedo), é mindoniense e iso é declaración de territorio: “somos expansivos por natureza, aquilo da antiga provincia do Reino de Galicia”. Cecais sexa o poder de engrandecer ou empequenecer letras cunhas poucas palabras nun medio de comunicación. Eses mesmos ollos están postos no océano Atlántico, el di que é máis do mar de Foz, polo Cantábrico, e o Mediterráneo por outra beira, viviu os seus primeiros 13 anos en L´Hospitallet de Llobregat.
Doutor en Lingua e Literatura Galego-Portuguesa pola Universidade de Santiago de Compostela, leva un periplo de catedrais e se considera “home de fe”, “da miña muller, Fe, e da outra fe”, non en van no referente á crítica literaria di que “a canda un deus, sempre ten que haber un grande apóstolo”. Requeixo destaca coma crítico, unha loucura moderna, “unha tolemia se cadra deliciosa porque a un lle gusta ler tanto, non?”, un mais coñecidos do noso país nese eido literario. É medidor e catador das novas xeracións de escritoras e escritores, lendo a tempo real gran parte da vella e nova produción literaria galega sen acabar nunha síndrome “Alonso Quijano”, este home de sorriso atlético mantén o azul celeste relaxado en cada xesto que fai. O compatriota de Cunqueiro e Díaz Jácome fálanos dun truco demoníaco (meigas fóra), do seu novo libro e da súa faceta coma observador das letras, da súa cor favorita, do primeiro bico e de pasar o ferro. Gústalle cociñar e ler na noite máis avanzada. “Tamén fago cousas normais”.
O lugar onde concertamos o encontro, o Pazo de San Roque, en Compostela, ten un xeito anárquico no exterior. Coma moitas construcións galegas mantén un frontal con poucas ventás espalladas por toda a superficie branca sen lóxica aparente, a necesidade do oco e da luz. Na outra punta do mundo o arquitecto Wright, aquel que fixo unha casa na cascada, diría que “a vida de dentro se reflicte fóra”, Álvaro Siza estaría conforme. Nada máis entrar o branco convértese en pedra núa e lisa. A pesar de ser un edificio oficial -nel están ubicadas a Secretaría Xeral de Política Lingüística e o Centro Ramón Piñeiro, entre outras entidades- aínda conserva unha portada de madeira coa pechadura de ferro, tan larga coma o brazo dun home medio. Hai un certo aire monacal e aséptico. Máis que ser algo ideado por Escher, aquel fascinado polas escaleiras converxentes, San Roque convida a sentarse, ten asentos conventuais na pedra, tallados aos lados de cada ventá. E Armando está no medio, dando voltas. Anda a falar por teléfono. Nese patio hai xente que, ou ben vai a outras dependencias, ou ben se comunica tomando o aire no medio e medio onde entra toda a luz. Armando anda felizmente acelerado, “imos, imos, sígueme por aquí!” Acolle os amigos cunha aperta quente de palabras e un abrazo, móvese e fala a ritmo relaxado pero continuo, desprázase con longas alancadas. Entramos agora nunha estancia ben distinta.
Cruzamos unha sala administrativa, con calefacción potente, onde dúas persoas traballan nun ordenador parapetadas por arquivos, libros e unha caixa de Ferrero Rocher. Armando abre outra porta e xa estamos dentro da sala de xuntas do Centro Ramón Piñeiro para a investigación en humanidades. A cara do literato míranos dende dúas fotografías, nas dúas o escritor e mentor de Carlos Casares ten os brazos erguidos, coma enunciando. O resto da sala son andeis repletos, caixas de libros, unha televisión, unha bandeira de Galicia e outra española, cadansúa nun estandarte protocolario, unha enorme mesa moderna de madeira para reunións, arquivadores e unha ventá solitaria, enriba de todo, grande e de honestidade rexia, ten un asento anexo pero illado do chan, flotante, “isto está cambiado. Coa rehabilitación remodelaron todo, isto antes era unha semialtura”. Coma os ecos nunha barca de pedra escoitamos lixeiramente o tráfico do exterior. É unha mañá de outono e a rúa está húmida, “o tempo que queiras, temos moito por diante”.
Lembras a túa primeira recensión? Primeiro estudante, logo profesor por Pontevedra, pasaron anos.  Pois é que un vai indo maior xa, -risas- comecei moi novo, debeu ser aos 19 anos… e agora teño 46.
Fuches precoz.  Si, sempre tiven ese becho da tinta correndo polas veas, empecei moi noviño. Recordo cal foi o meu primeiro texto ensaístico sobre tema literario, pero concretamente de comentario de libro de actualidade, de crítica, non me acordo. Pero si que lembro cal foi o meu primeiro texto de ensaio, un sobre Álvaro Cunqueiro, precisamente.
Semella unha premonición.  Supoño que alí estaba determinado. Eu son mindoniense e teño devoción absoluta por Cunqueiro, foi un texto sobre el e o seu mundo que escribín hai case 30 anos. Falaba do papel fulcral que na obra xenial e universal de Cunqueiro tiña Mondoñedo, a súa xente, a súa paisaxe a súa paisanaxe. Así que dalgún modo un tamén é debedor dos seus mantras, aos que un volve en ciclos, e este libro que presentamos esta semana, Álvaro Cunqueiro e Mondoñedo, dalgún modo actualiza ou fai que encarne xa en forma de libro unha debilidade lectora que tiña dende un primeiro momento.
Paco Umbral tiraba os libros que non lle gustaban á piscina da súa casa. Ti que fas cos que non che gustan?  Non os tiro. Eu entendo que un creador ou creadora cando dá a coñecer unha obra e a publica ten detrás moitas horas de traballo e ilusión, moito de loitar co texto, parágrafos, personaxes, estruturas con todo o narrativo, o tecido dunha obra, e iso merece o máximo dos respectos. Entón, entendo que Umbral era un personaxe.
Non te preocupes que tamén vamos a hablar de tu libro.  Probablemente nin sequera o facía nese sentido estrito, aínda que el tiña ese pronto así xenuíno.  Pero sí, dun modo moi plástico quitaba de diante as obras que non lle interesaban. Asimesmo, teño dito nalgunha ocasión que hai libros que son extraordinarios, que son bos ou moi bos e que a crítica ou crítico ten que saudalos ou dálos a coñecer, ten que dicirlle ao público “por favor, detéñanse un minuto, se pasan por unha libraría ou na rede, non deixen de asomarse a esta obra, paga a pena, creo que lles pode traer satisfaccións”.
E as que non tanto?   Hai outras obras que ao mellor non están tan perfiladas pero que si que teñen valores suficientes, meridianos. O traballo crítico é dicir “esta obra está no mercado, esta obra ten estas luces e aquí ten estas bondades, pero tamén estas eivas, lagoas, cuestións mellorables e, talvez, dende a visión da crítica, esta obra podería mellorarse traballando máis nesta liña”. Eu creo que o labor do crítico é facer isto coas obras que talvez teñen un acabado menos brillante. Despois hai obras que non chegan a un mínimo, un mínimo literario de calidade. Esas obras, que son esas que Umbral tiraba á piscina, o que fago é deixalas respectuosamente por todo o que che dicía hai un minuto, pero deixalas abeiradas nalgún lugar da miña biblioteca. Non me desfago delas, entendo que son unha proba falida.
Cal é a peor crítica?  Creo que a crítica máis feroz, máis brutal, máis severa que pode facer un crítico literario é non falar dun libro. O silencio.
O silencio.  É o peor. E penso que sempre que se publica algo o esperable é unha reacción. unha reacción de parte do mundo da crítica, no caso dun creador literario. Positiva ou non. Pero que se crée un diálogo veraz e vizoso que poida facer ao creador repensar a súa obra e enfocar un camiño futuro de escritas. Cando as críticas son boas, mel sobre filloas. E se a crítica non é boa, ou non é tan boa, mellor dito, supoño que o creador ou creadora sacará unha aprendizaxe. O crítico, se fai unha crítica educada ou construtiva entendo que a creadora ou creador pense… “pódeme ver así e, no futuro, esa crítica pesará sobre min, gravitará sobre min cando estea producindo unha obra e é algo que me enriquece no coñecemento, no sentido de como pode verse a miña obra, acéptoo con fair-play e lle fago ou non lle fago caso”. Pero o terrible, supoño, é ver que unha obra non recibe ningún tipo de comentario.
“Penso que sempre que se publica algo o esperable é unha reacción. Positiva ou non. A crítica máis brutal é o silencio”
Como se chega a crítico literario? Non hai oposicións. Hai xente curiosa ou un tanto pintoresca que deciden de rapaces dedicarse a empeños máis ou menos exóticos, hai persoas ás que lles dá por ser árbitro de fútbol ou crítico literario. A pulsión inicial ao mellor para alguén que lle interesen as letras talvez sexa dedicarse á creación pura, como alguén que lle interesa o mundo do fútbol probablemente o seu primeiro sexa ser futbolista, pero hai tipos aos que nos gusta abordar ou sentirnos inmersos neses mundos dende outro ángulo, é o caso do adestrador ou do árbitro de fútbol, ou no meu caso o de crítico literario.
E como é un bo crítico literario?  A crítica literaria ben practicada e ben escrita é a que é tamén unha creación literaria. Pode ter esa tintura igual que unha ficción pura e pode ter estimanza e calidade se se fai ben. Hai exemplos dabondo na literatura occidental, dende Eliot a Auden ata moitos escritores que demostraron que na crítica hai literatura no sentido máis estético. Para isto último non hai ningunha escola posible. Unha boa crítica ou crítico detéctase entre outras cousas en que ten un selo persoal, un estilo definido onde presenta a valía dun creador puro. Cando le un xornal ou escoita na radio, nun xornal ou medio que sexa un comentario dun crítico débese ser capaz de recoñecer esa voz persoal.
Aquí, no Pazo de San Roque, presentando o teu Álvaro Cunqueiro e Mondoñedo, dixeches que moitas veces vos chaman cítricos.  Unha das designacións non moi amables que se nos dá é a de cítricos literarios polo carácter incisivo que poden ter os comentarios de compañeiras e compañeiros. Si que é certo que entre os creadores literarios puros e os críticos hai unha relación de amor-odio. Incluso hai algún pensador que ten reflexionado sobre este tema e ten dito que somos as dúas caras dunha mesma moeda, é dicir, un crítico necesita dos creadores pero tamén comprendo que a creadora ou creador necesita do critico, porque en moitos sentidos pode chegar a ser o seu “lector ideal” que ao mellor é quen de entender con máis acuidade a obra do creador, proxectala e difundila.
Sodes indispensables?  Hai casos de creadores que hoxe son grandes grazas a que tiveron unha voz crítica que soubo facer ver ao mundo que nesa escrita había un xenio. Poño unha mostra simplemente como botón. Eliot, o poeta,  cando escribiu A terra baldía axudouse dun compañeiro seu, poeta pero tamén moi bo crítico que era Ezra Pound. Este entrou no poemario e púxoo patas arriba, estruturou, podou nel e despois axudou a crear ese escaparate, esa caixa de resonancia que precisaba o Eliot creador para que despois se convertese nun mito e nunha das grandes voces, quizais o poeta máis coñecido do século pasado. Vou facer así unha comparanza un pouco irreverente pero creo que se me vai entender ben: “a canda un deus, sempre ten que haber un grande apóstolo”. Senón é así ese deus pode ser un deus menor. Eu creo que esa é a relación natural que teñen os creadores cos críticos. No meu caso teño moita sorte.
A que te refires con sorte?   Teño o privilexio de en moitas ocasións saber que é o que vai ser unha proposta literaria de interese ou de valor que pode resultar ben, que pode agradar mesmo antes de que ese libro tome corpo. Porque ao mellor ese libro xa o lin de xurado nun premio literario. E podo votar por el ou non, porque ás veces se dá a circunstancia de que só podes premiar un e hai dous ou tres bos e acaban noutros premios.
“Entre os creadores literarios puros e os críticos hai unha relación de amor-odio.”
Levas un ritmo de lecturas frenético: recensións en prensa, no teu blogue Criticalia, actos, simposios, xurado de certames…  Si, vertixinoso. Recoñezo que pode ser mareante e case cabreante para algunha persoa, a algúns poñereinos nerviosos, entendo. Un observador neutro pode dicir: “este home vive nunha tolemia” -risas-.
Unha tolemia gozosa, supoño.  Unha tolemia se cadra deliciosa porque lle gusta ler tanto, non? Non deixa de ser un escravismo autoimposto, pero é fabuloso, é a miña paixón. Tamén axuda que son medio insomne. Son capaz de con 3, 4 horas de sono…
Como Napoleón!  Efectivamente, eu podo deitarme ás 3, 4 da mañá e erguerme ás 7 e 8 da mañá.
E fresco coma unha rosa?  Tal e coma estou aquí agora. Iso dáme unha posibilidade de xogo, se cadra por riba doutras persoas que ao mellor teñen uns ciclos máis sensatos de sono e, ao mellor, necesitan de 10 horas e se van deitar ás once da noite e se erguen ás sete u oito coma calquera persoa sensata. Eu como achico eses tempos teño un bonus track. Dáme a posibilidade de facer lecturas de noite, máis demoradas, máis tranquilas… e ir poñéndome ao día no moito e, en non en pequena medida, interesante que se vai producindo. Non necesito moitas horas de sono, co cal podo aproveitar os períodos nocturnos.
Gústache ler de noite?  Gústame moito. É un dos meus momentos preferidos, a noite é moi silenciosa, moi tranquila e acompañado dun bo libro é fantástica. Eu polo día son un ser humano, teño familia, teño obrigas laborais  e procuro non faltar a ningunha destas realidades. Apaixóname a literatura, pero por riba da literatura están as persoas, amigos, familia, os seres humanos. A literatura tamén é iso en boa medida porque unha cousa retroalimenta a outra. Á noite, cando a casa está calma e a familia descansando, aproveito as rodas do fórmula 1 ata que lle saen os arames. Teño sorte que aos meus 46 anos aínda me respecta a vista.
No referente á crítica: “a canda un deus, sempre ten que haber un grande apóstolo”.
Esa rapidez ten truco?  Teño un sistema “demoníaco”.
Demoníaco?  Vas ver cando cho diga. Son capaz de ler en transversal. En diagonal. Ás veces dando simplemente unha ollada en cruzado á páxina decodifico a cuestión base. Non o cento por cento do texto pero si o setenta -colle un libro de enriba da mesa e ábreo, arrastra o dedo en diagonal pola páxina- fago así… -murmura rapidamente-. É un sistema. Máis ou menos quédome con iso e podo pasar máis rápido as páxinas. Despois tamén teño un sistema de calas.
Un catador.  Algo así. E claro, igual que un bo catador de viño non necesita beber toda a botella…
Acaba bébedo, igual.  Claro, pode beber unha parte, un par de copas. Nun poemario que me interese acabo léndoo verso a verso, pero para facer unha primeira peneira, abóndame ler 15 de 50 poemas, por exemplo. Ir saltando ao longo do lido, coller a aura dese volume, e xa me chega para determinar se necesito unha lectura máis demorada ou se non paga a pena porque non chega a uns mínimos. Igual che digo cunha novela ou calquera outro tipo de peza, podo coller unha novela de 200 páxinas e ler as 30, 40 iniciais de feito e despois, se a obra vexo que non acaba de rodar ben, fago unhas calas arredor do libro e vexo como vai cosendo o final. Se a obra reflota ao longo desas lecturas volvo ao comezo, sigo lendo continuadamente, e, se a obra non se sostén en ningún dos seus tramos e non acaba de encaixar porque non está ben engastada, cedo a lectura.
Recibiches algunha vez presións por parte dunha editorial ou dun escritor sobre o teu traballo?  Non, nunca recibín de ningunha persoa nada diso de maneira directa, entre outras cousas porque eu creo que tamén na profesión Galicia ten un tamaño máis ou menos prudente, é fácil que cando levas moitos anos de desempeño acabes coñecendo grande parte do elenco literario, neste caso o galego. As editoriais, medios de comunicación tamén me coñecen ben a min. Saben que sería absurdo facerme ningún tipo de amago ou insinuación nese sentido porque sería perfectamente gratuíta e nada fructífera. É mais, o que conseguiría é apenarme ou entristecerme se algún compañeiro me viñese con ladaíñas. Non me aconteceu. Pero teño coñecemento de compañeiras e compañeiros que se viron en situacións de presión. Insinuacións amables de “home, viña ben arroupar este escritor ou escritora, procura non ser demasiado…”
Estrito?  Si, demasiado estrito. É verdade que teño oído ese tipo de cousas. O que si que teño son consideracións propias, miñas, que coinciden ademais con modos de proceder que nestes casos son comúns ou son espazos nos que máis ou menos converxemos os que nos dedicamos en Galicia ou fóra dela á crítica literaria. Por exemplo, que cando un autor ou autora é novel os críticos temos unha consideración sempre máis benévola, precisamente por ser unha voz nova, que cando estás tratando con quen leva 30 anos de oficio e ao que se lle supón unha rodaxe que permite esixirlle un nivel literario que non ten porque acompañar dende o minuto 1 a unha creadora ou creador cando comeza. Creo que hai que saber atopar o punto medio aristotélico, dar o valor a esa obra nobel e, dalgún modo, insinuarlle delicadamente ao creador e ao lector que alí hai madeira e que hai que seguir puíndo nela.
Tumblr media
Falaches da rapidez. Gustaríame saber o lugar. Es capaz de ler en calquera sitio ou reservas un espazo íntimo para ti?  Son capaz de ler en calquera lugar a calquera hora. É certo que canto menos barullo haxa ao meu redor máis me facilita unha lectura densificada. Teño unha disciplina, teño oficio adquirido de anos de abstraerme e ler en calquera espazo posible… incluso naqueles menos nobres.
Igual estou pensando nun…  No mesmo, si. -risas-. De feito un día vin nunha rede social unha foto dun individuo que tiña nun escusado as paredes tapiadas con andeis. O único que se vía naquela foto, absolutamente xenial, era un WC e as paredes cheas de libros. Recordo que puxen un comentario a esa imaxe dicíndolle: “Me lo pido para reyes”. Son capaz de ler en calquera lugar entre outras cousas porque tamén o meu desempeño crítico me empurra a que así sexa. Unha crítica ou crítico que queira ter perspectiva ten que ler unha parte substantiva de todo o que se está producindo en tempo real no sistema literario.
“Teño coñecemento de compañeiros que se viron en situacións de presión.”
Que fas cando deixas aparcada por uns intres esta faceta de crítico literario?  Gozo moito e dáme un punto de equilibrio persoal facer traballos manuais. Gústanme os traballos cotiás. Reparar cousas que na casa se estropean, poñer luces, pasar o ferro…
“Poñer luces” tamén pode ser adicarse á crítica.  Si, tamén. Pero no sentido máis literal. Pasar cables, facer rozas para mover radiadores dun lado a outro, amañar pezas de cousas tecnolóxicas avariadas e traballos de casa, gústame lavar a louza, gústame moito cociñar. O traballo de lectura, de crítica, de investigación, de análise… esixe unha concentración mental moi alta e o meu equilibrio atópoo precisamente con outro tipo de actividade que frea esa vertixe mental na que vivo, non é algo así coma “non pensar” pero é unha actividade alternativa que fai que non acabe verdadeiramente tolo. Que non me traguen as presenzas literarias…
O Quixote!  Efectivamente. Que non sexa un Alonso Quijano. O punto onde me evado diso é facendo traballos moi cotiás. Ao mellor estamos na casa a miña muller, eu e o noso rapaz, acabamos de xantar e hai que lavar a louza, entón eu digo “deixádeme a min”. Facemos as tarefas equitativamente, pero se estou son o primeiro en apuntarme: “Non, fago eu de comer, paso eu a aspiradora, paso o ferro”. O que sexa. Iso libérame, dáme o punto para que todo ese mundo mental no que te instala a lectura non descompense tanto como para ao final facer que desconectes da realidade.
Álvaro Cunqueiro e Mondoñedo. O libro non é unha guía turística nin un ensaio sobre Álvaro Cunqueiro, senón un cruzamento, unha visión de Mondoñedo a través dos ollos do escritor. Houbo diálogo con el para facer esta obra?  Houbo diálogo ata o seguinte punto, a dobre natureza do libro, efectivamente, é deliberada. A guía o que pretende é ser un guieiro posible. Quen se acompañe dela terá unha información precisa de cada un dos lugares aos que se convida visitar, que son 30 puntos na cidade e 5 nos arredores. Vistos eses puntos a través dos ollos de Cunqueiro, que é o narrador, o espírito principal do texto. Ata aquí temos toda a aparataxe posible para responder a unha guía de viaxes para o visitante. Pero non quixen que fose simplemente unha guía ao uso, unha guía convencional. O que eu pretendín é que  aquelas e aqueles que están máis avezados, máis coñecedores da obra de Cunqueiro e de Mondoñedo, puidesen ler o libro con pracer, con saibo. Eu supoño que unha persoa que coñeza ben o universo de Cunqueiro probablemente, ao mellor, sabe dun 60, 75, 80%. Pero tamén hai un 20, 25, 30% de cuestións que non leran nunca ou non viran antes postas en relación e que poden atopar nesta obra.
Alí entra “falar” con Cunqueiro.  Si, a miña idea é que a xente que lle gusta Cunqueiro ou que lles interesa Mondoñedo se achegue ao libro con gusto e vaia coñecendo cada un deses lugares presentados por quen é o seu protagonista. Non só está o mundo cunqueiriano neses 35 puntos senón que tamén está todo o patrimonio histórico e literario de Mondoñedo a través desa figura locomotora. Hai entradas dedicadas a Manuel Leiras Pulpeiro, Antonio Noriega Varela, Xosé Díaz Jácome, Eduardo Lence-Santar, Marina Mayoral… é dicir, todos os outros grandes escritores da tradición mindoniense. Ademais de ser un curioso foco literario, sodes “expansivos”. Foi unha cousa que me gustou moito da túa presentación, que hai alí bonhomía expansiva. Mondoñedo chega ata o mar!  Chega ata o mar, efectivamente. A Mariña forma parte da vella provincia mindoniense do Reino de Galicia. É unha cousa que explico na entrada do libro. “Mindoniense” é un xentilicio que se pode aplicar aos habitantes da cidade histórica, pero “mindoniense” tamén se pode entender coma vello habitante da provincia histórica do reino galego e alí os nosos lindes son case Ferrolterra por un lado, occidente de Asturias por outro… Somos unha especie de triángulo que colle boa parte da zona norlucense e incluso do oriente da provincia da Coruña e o Occidente de Asturias.
Preguntácheslle a Cunqueiro se está contento co resultado?  Neste momento ábrese a porta da sala, cremos  ver a don Álvaro co seu traxe gris, a súa gravata longa e escura e lentes negras. Toma asento. Cruza as pernas e diríxenos unhas palabras:
“Agradezo o esforzo, evidentemente se eu o tivese feito sería outra cousa, sería unha xenialidade, algo sublime. Pero es un soldado esforzado, Armando”.
CUESTIONARIO ANDRÓMINO:
1. Onde foi o primeiro bico? Nunha cafetería en Lugo que xa non existe, “Inda”, coa que hoxe é a miña muller, Fe.
2. Choras a miúdo? Teño facilidade, emociónome e son sensible. O cal me alegra porque sei que estou vivo.
3. Unha cor. Azul. Non moi claro, un azul eléctrico, como o Sargadelos.
4. Primeira cousa á que miras ao falar cunha persoa. Os ollos, procuro non intimidar coa mirada pero si que me fixo moito neles.
5. Unha comida que che guste moito. De Galicia, a empanada ou o polbo. De fóra, sonche moi italiano, gústame calquera prato de pasta.
6. Cor máis común dos teus calcetíns. Antes, negro. Empregaba moito o negro. Agora tamén azul ou marrón, por consello da miña muller, que sabe máis disto ca min.
7. A que ule o teu xampú? Olores frescos, nada denso nin melifluo.
8. Que canción che gustaría escoitar agora mesmo? Calquera dos temas que Amancio Prada musicou de A dama e o cabaleiro, de Cunqueiro.
1 note · View note