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#il cinema ritrovato
silentlondon · 4 months
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The Silent London Poll of 2023: vote for your winners now
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fard-rock-blog · 5 months
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THE BEATLES FILE | A Hard Day's Night - 2014
Nel weekend ho seguito un po’ la programmazione de Il Cinema Ritrovato di Bologna. Se siete nei paraggi e vi piace il cinema, fate un giro sul sito e date un’occhiata al programma, negli scorsi giorni ho visto film stupendi che difficilmente avrei potuto vedere altrimenti. Il festival, giunto alla XXVIII edizione, si chiuderà questo sabato, 5 luglio, con la proiezione del film Tutti per uno (A…
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notesonfilm1 · 9 months
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Thinking Aloud About Film: Bushman (David Schickele, 1971)
BUSHMAN (David Schickele, 1971) is a real discovery, already the subject of much excitement when shown at Ritrovato in Bologna, and now made available to us through Cinema Re-Discovered this coming weekend, where it is being screened Sunday 30th of July at 18.30. Set in 1968, in the context of the murders of Martin Luther King and Robert Kennedy, with the Nigerian Civil War in its second year,…
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miguelmarias · 2 years
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Él (Luis Buñuel, 1953)
In 1953, Luis Buñuel’s career as a filmmaker was restarting with increased freedom and initiative in México. After the European success of Los Olvidados, Luis Buñuel adapted with his usual accomplice and partner Luis Alcoriza the novel Él (1926) by Mercedes Pinto, which rather than a fiction was a detailed chronicle of her nightmarish ordeal as the victim of an over-jealous megalomaniac husband who was, in fact, a severe case of delirious paranoia (Lacan showed this film to his psychiatry students as a good example of the mental desorder).
Magnificently played by Arturo de Córdova, Francisco Galván is what in Spain is called a meapilas, a very churchy ‘good and pure Christian gentleman’, but in fact a middle-aged virgin. Obsessed by the shod feet of another churchgoer, Gloria (Delia Garcés), he pursues her until she breaks with her fiancé and finally marries him instead, astonishingly fascinated by his domineering character. But even on the honeymoon she starts to discover and suffer his wholly unjustified jealousy and his maniac interpretation of everything as mocking gestures, as proofs of her unfaithfulness or of conspiracies against himself and his financial and property interests. He mistrusts his own wife, his lawyers and almost everybody, despises humans, whom he sees as vermin, and megalomaniacally claims that if he were God, he would never forgive mankind.
Although usually Luis Buñuel was a great humourist as well as a permanent surrealist, this – a bit like Hitchcock’s The Wrong Man – is probably one of his most serious films, and also one of the most complex and more tensely and elliptically narrated, closing with one of the most disquieting final shots ever filmed. Considered by many as the best of Buñuel’s masterpieces together with The Criminal Life of Archibaldo de la Cruz and The Exterminating Angel, it contains some images that make one wonder if Hitchcock had watched and recalled Él when he was filming Vertigo five years later.
Catálogo de “Il Cinema Ritrovato” (2022)
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belladecasa · 3 months
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Oggi sono tornata da Roma per andare al cinema da sola a vedere Povere Creature, che aspettavo da tanto e che ho amato tanto come prevedevo, nell’estetica e nei contenuti (ho ritrovato in Bella molto del mio essere), anche se mi è sembrato a tratti il corrispettivo antitetico di Barbie, tendenzialmente didascalico su un femminismo spicciolo che di nuovo non dice nulla: davvero è così ancora così assurdo che c’abbiamo voglia di scopare? Il mostruoso femminile è la libertà di scopare con chi si vuole quando si vuole o per soldi? Che è giusto sentirci libere di fare il cazzo che vogliamo? Vabbè a parte la polemichetta io l’ho amato, come ho amato Barbie nei suoi difetti, ma questo molto di più perché Bella mi somiglia troppissimo. E vabbè ho comprato delle cuffie fucsia e voglio troppo scoparmi una donna :))
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chez-mimich · 4 months
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PERFECT DAYS
“Sospendere il divenire è l’unico modo per rimanere eterni”. Lo scrisse Carmelo Bene, molti anni fa, in una intervista. Ecco, se volessimo partire da un punto fermo dell’ultimo ed attesissimo film di Wim Wenders, potremmo partire da questa affermazione del grande uomo di teatro italiano. Hirayama, il protagonista silente di “Perfect Days”, vive “in” e “di” una continua ripetizione degli atti quotidiani della sua umile vita: si sveglia, si rade, si lava, si veste, va al lavoro ascoltando cassette di classici rock, blues, soul (pulisce i bagni pubblici in diversi punti di Tokyo), pranza al parco con un panino e fotografa i rami degli alberi, prima di tornare a casa passa dai bagni pubblici per una doccia, poi esce a cena sempre presso lo stesso localino di ramen, (tranne la domenica); poi torna a casa e legge (Faulkner) prima di coricarsi sul futon dell’umilissima dimora. E al mattino dopo il ciclo ricomincia da capo. La ripetizione è la forza della storia di Wenders e “La ripetizione”, detto per inciso, è anche il titolo di un libro di Peter Handke che con Wenders ha più di una similitudine. Le increspature in questa vita assolutamente monotona, ma soddisfacente per Hirayama, sono pochissime, come il rapporto minimale con un collega un po’ svitato e approssimativo nel lavoro, l’incrocio di sguardi con una donna al parco anch’essa in pausa pranzo o le poche battute scambiate con la proprietaria di un altro locale dove Hirayama è solito cenare alla domenica sera e dove incontrerà il di lei ex-marito sofferente di una malattia incurabile. Anche la sporadica visita di una giovane nipote, non scuote la vita di Hirayama. Per essere perfette le sue giornate non necessitano di nulla: il lindore ritrovato di un water, la cura maniacale della pulizia di un lavabo, l’archiviazione delle fotografie scattate al parco, la quotidianità ripetuta e autosufficiente, fanno di ogni giorno un “Perfect Day”, quasi come quella della canzone di Lou Reed che scorre nella audiocassetta, ma con un surplus di solitudine che basta a sé stessa. Mi piace ricordare qui, una seconda similitudine col pensiero di Peter Handke, che ne “Il peso del mondo” scrive: “Prendere il calamaio, caricare la penna, in questo può risiedere la salvezza”. Di cosa è fatto il film di Wenders? È certamente un film calligrafico (del resto è o non è il Giappone l’impero dei segni, come lo definì Roland Barthes?) e la calligrafia è quella delle immagini che da sole raccontano l’esistenza e l’esistente, senza bisogno di molto altro. Il loro ritmo geometrico, come nelle sequenze (in un raffinatissimo b/n) dei sogni di Hirayama o come nella poesia dell’architettura della città o nelle trame delle superstrade di Tokyo che sembrano trasportare la linfa del vivere quotidiano. Tokyo è certamente co-protagonista del film, una città che ha sempre affascinato il regista dai tempi di “Tokyo-Ga” del 1985, che a sua volta era un omaggio a quel quotidiano di cui si alimentava il cinema del più grande regista giapponese di tutti i tempi, Yasujirō Ozu. Magnifico film che va a completare il mio personale trittico della vacanze natalizie insieme a “Foglie al vento” di Aki Kaurismäki e “La Chimera” di Alice Rohrwacher. Tre film difficili da dimenticare.
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seoul-italybts · 8 months
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[✎ ITA 📻] Melon Station : Hybe Labels Speciale V - LAYOVER (2a parte) | 09.09.23⠸
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🍈 Melon Station 🎵 HYBE Labels
Speciale V, LAYOVER (2a parte)
🔊 Audio  © btsmemeories by © ssujamss | Twitter
1. [Intro] Lentamente ma Inesorabilmente
Lentezza non significa non andare a tempo o essere pigri. Significa sapere come non essere affrettati, impulsivi e non perdere se stessi. Questa è una delle definizioni del 'vivere lentamente' che troviamo nelle pièces francesi di Saint-Saëns. Incedere tranquillamente rispetto al tuo solito passo, ritrovarti di fronte a ciò che hai sempre cercato e soffermarti a guardarlo, sdraiarti e, prima di dormire, guardare il soffitto e fare un respiro profondo. E ancora, aspettare in fila il tuo turno, ma con più calma... Tutte queste sono cose che solitamente creano ansia rispetto all'essere in ritardo ma, a ben vedere, sono anche uno specchio delle nostre esistenze piene di impegni. Prendere le cose con più calma permette di soffermarci e cercare cose che ancora non abbiamo trovato. C'è un che di meraviglioso, in tutto questo, la lentezza è qualcosa di positivo.
2. Prima di Layover
Ciao, sono V dei BTS e state ascoltando MelOn Station, Speciale Hybe Labels! È un piacere ritrovarvi! (*applausi)
Già.. dopo l'episodio di ieri di MelOn Station : Hybe Labels, sono tornato per incontrare ancor più ARMY! Sono molto felice. È passato solo un giorno, ma come state? Immagino in moltə avrete seguito il rilascio di "Layover", ieri. Tante persone hanno detto che vi hanno ritrovato il lato più emotivo di V. Ho visto commenti tipo "Hey, le canzoni di V sono proprio belle!" Grazie per queste parole! È andata bene. Ad ogni modo, spero di potervi mostrare ancora tante altre cose in cui so cavarmela anche da solista, in futuro.
Ma vogliamo iniziare con l'episodio di oggi? Andiamo!
In questo segmento, daremo un'occhiata a "Layover" prima di "Layover". Lasciate che lo annunci: BEFORE LAYOVER (Prima di Layover)
In questo segmento, <Before Layover>, sceglierò 3 canzoni tra quelle soliste che ho rilasciato prima dell'uscita di "Layover", e le presenterò a voi ARMY. Saranno tre canzoni scelte personalmente da me.
Dunque, brani usciti prima del mio album solista... mmh... Beh, innanzi tutto, sicuramente questo: Scenery. 'Scenery' è stata la prima volta in cui... Quanti anni fa è uscita? È già passato un sacco! Ricordo di aver usato una fotocamera a pellicola. E voi, ARMY, ve la ricordate? In passato, scattavo sempre tante foto. Di questi tempi, non più. Ma quando ancora in pochi si intendevano di o usavano le fotocamere a pellicola, io invece ci scattavo moltissime foto e la usavo frequentemente. E poi ho scritto una canzone intitolata "Scenery". Riguardando le foto che avevo fatto, ho proprio pensato i paesaggi immortalati fossero davvero belli. Quindi ho pensato di registrare il suono dello scatto fotografico e di includerlo nella canzone. Credo fosse quando stavo andando al cinema.
Il secondo brano che ho scelto per il segmento "Before Layover" è Winter Bear. Non c'è un orso. Ragazzə, 'Winter Bear' non parla effettivamente di un orso. Semplicemente.. la gente dice che sembro un orsetto, e poi sono nato d'inverno. Il mio compleanno è il 30 dicembre. Quindi, sì, ho pensato di scriverci una canzone, così, tanto per fare.
L'ultima traccia solista che ho scelto per "Before Layover" è – ovviamente – Snow Flower. 'Snow Flower' è una collaborazione con il mio caro amico e hyung Peakboy. Peakboy hyung è davvero... mmh... È una canzone che abbiamo rilasciato in pieno Covid-19, quando eravamo tuttə un po' malatə. Durante la pandemia, c'erano tante cose che avrei voluto fare e non potevo, quindi ho pensato di rilasciare 'Snow Flower' per dare un po' di conforto alle/gli ARMY. A ben pensarci, tutte le canzoni che ho scritto hanno a che fare con l'inverno.
Ad ogni modo, sì, queste sono le tre canzoni che ho scelto tra quelle rilasciate prima del mio album solista, "Layover".
Vogliamo ascoltare uno di questi brani? Perché non... Snow Flower? 🎶
3. Riempire i V-uoti
Sì, rieccoci dopo aver ascoltato 'Snow Flower'. Ora c'è un segmento in cui dobbiamo riempire gli spazi vuoti (fill in the blanks), ma, nel nostro caso, la parola inglese per 'vuoti (blanks)' non inizia con la B.. ma con la V (V-lanks). La mia V. Questo è il titolo, quindi permettetemi di annunciarlo: FILL IN THE V-LANKS (Riempire i V-uoti)
Esatto, <Riempire i V-uoti>. In questo segmento, dobbiamo riempire gli spazi vuoti nei titoli delle tracce soliste di "Layover". Credo capirete meglio, quando sentire la prima frase. Iniziamo subito, allora!
Traccia n.1: Rainy Days - "Quando piove, _ _ _"
Oh oh.. è così, il gioco. Per me è così, ma immagino le/gli ARMY la pensino allo stesso modo. Ora vi spiego. Proviamoci insieme!
"Quando piove, ci vogliono le frittelle di patate".. wooow! Trovo sia un detto/tradizione davvero fantastico. Però, sul serio, nelle giornate di pioggia, bere del makgeolli [*vino/liquore di riso, n.d.t.] ci sta proprio bene.. anche mangiare le pajeon [*frittelle a base di scalogno, n.d.t.]. Ma personalmente io preferisco le frittelle di patate [gamja-jeon].
Ok, passiamo alla prossima frase!
Traccia n.2: Blue... e questa è la frase da completare:
"Quando vedo il colore blu, penso a_ _ _"
Mmh... Aah... Quando vedo il colore blu.. Ecco ciò che penso io, e se siete ARMY uomini più o meno della mia età, credo sarete d'accordo con me. "Quando vedo il colore blu, penso a 'K-Cops' [*serie animata e robot collezionabili simili ai 'Transformers', n.d.t.]". Mi piacevano un sacco i K-Cops. Quando penso al blu, mi vengono sempre in mente i K-Cops.. I K-Cops e l'Unità Investigativa Robot... (*canta la sigla) 🎶 La vittoria è nostra- ..Scusate! Beh, penso a cose simili. Procediamo con il brano successivo.
Traccia n.3: Love Me Again – "Credo amerei _ _ _ anche se dovessi rinascere"
Nel testo canto "Vorrei tu mi amassi di nuovo, no, non voglio nessun/'altrə" e le persone cui faccio riferimento sono la mia famiglia, i membri e le/i nostrə ARMY. Queste persone sono mie! (*La mia gente / la gente che mi sta a cuore). Mi bastano loro. Scusate, ma non posso farci niente, è così! Quindi, avete capito? (*ride) Sono/siete mie/i.
Ok, proseguiamo con il prossimo brano...
Traccia n.4: Slow Dancing – "Più _ _ _ (questa cosa) la si fa lentamente, meglio è"
Mmh.. Più la si fa lentamente...? Voi ARMY che ne dite? Beh, come sapete dico sempre di essere lento e che vorrei perdere questa brutta abitudine. Sto cercando di parlare più velocemente. Ma, mmh.. Magari "Più, quando sono felice, il tempo scorre lentamente, meglio è"? Quando sono felice vorrei il tempo non passasse più. Vorrei scorresse molto lentamente. Quindi, direi quando sono felice? E poi... Ah, vorrei fare qualcosa di energico! Per favore, consigliatemi qualcosa di energico, poi! Qual è la cosa migliore?
Allora, proseguiamo! Questa è l'ultima frase.
Traccia n.5: For Us – "Se, per quanto ti sforzi, non riesci a raggiungere qualcosa, devi _ _ _".
Se c'è qualcosa che proprio non riesco a fare o ottenere, per quanto mi sforzi, ovvio che devo trovare un'altra soluzione. Se proprio è qualcosa di infattibile, non c'è altro modo che pensare ad un'altra soluzione. Ad esempio, poniamo ci siano dei fagioli che devo assolutamente mangiare ma, per quanto mi impegni, non riesco a raggiungerli e quindi non posso mangiarli. Allora che faccio? Posso sostituirli con del tofu. Posso mangiare del tofu. Così facendo, assumerò le stesse vitamine e sostanze nutritive che avrei mangiato con i fagioli. Basta quello, no? Cerchiamo di pensare a soluzioni e piani alternativi, quindi.
Sì, e così il segmento Fill in the V-lanks è finito. Ho completato tutte le frasi ispirate ai titoli delle mie canzoni. Credo, così facendo, di avervi svelato qualcosa in più riguardo la mia personalità, il genere di cose che mi piacciono ed i miei gusti.
Vogliamo ascoltare un'altra canzone, allora? Mmh... Questa volta, andiamo con Love Me Again 🎶
4. For Us
Sono tornato, dopo aver ascoltato la canzone. Sono V dei BTS e questa è MelOn Station : Hybe Labels. Questo è il secondo episodio che trascorriamo insieme. Sia ieri che oggi, sono andato in onda alla stessa ora del rilascio del mio album solista, e ne abbiamo parlato insieme. In realtà, ho parlato più che altro da solo.. Ma, ARMY, cosa ve n'è parso? Beh, mi raccomando, lasciate tanti commenti e post di risposta.
Innanzi tutto, ciò che volevo fare era mostrare qualcosa di nuovo alle/gli ARMY. Quindi, per l'occasione, ho fatto tanta pratica vocale e nel canto. E, beh, non ci sono molte coreografie, ma l'intenzione era quella di infonderci molto del mio stile personale, quindi ho comunque seguito delle lezioni di ballo. Quindi, sì, credo che, andando avanti, quando sarà il tempo – grazie a tutto questo – potrò presentarvi qualcosa che vi renderà fierə di me. E [per Layover] ho preparato anche un paio di altre cosette divertenti. Quindi credo che se vi piacciono i miei gusti e la mia voce, ed avrete ancora un po' di pazienza... (*ride) beh, apprezzerete i contenuti che ho preparato per voi. Vi prego di aspettarli con trepidazione!
Inoltre credo questo sia un rilascio ed un'occasione speciale. So che mi state ascoltando, anche se di fatto sto parlando da solo, ma è stato divertente! Sono davvero felice! Penso riascolterò l'episodio in un secondo momento. Grazie infinite per avermi seguito. Restiamo unitə, affrontiamo le difficoltà insieme! Noi soffriamo insieme, sorridiamo insieme, piangiamo insieme, esultiamo insieme, ci emozioniamo insieme, facciamo festa insieme (ride). Abbiamo sempre fatto tutte queste cose insieme. Se non fosse per voi, io non sarei qui, ora.
Il concept per la confezione di quest'album, è un pacco postale. Avrei voluto veramente consegnarli di persona, in realtà, ma sarebbe stata davvero una cosa difficile da organizzare. Non credo sia fattibile, a meno che non abbia dei cloni di me stesso. Ma, almeno una volta, vorrei provare a fare una consegna personalmente per qualcosa come 10 o 20 persone. Mi piacerebbe veramente un sacco!
D'accordo! Aspettatevi tanto altro da V in qualità di artista solista! Mi farò vivo più spesso. E ora, ARMY, l'ultima canzone e poi i saluti. Per concludere, ascolteremo Blue e Slow Dancing (Piano version) 🎶
E con queste canzoni, vi saluto. Da MelOn Station : Hybe Labels è tutto.
Grazie, ARMY! Borahae! Vi voglio bene! Ciao!
⠸ eng: © btsmemeories | ita : © Seoul_ItalyBTS⠸ 
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diceriadelluntore · 1 year
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Rivisitazioni
Frankenstein, lo ricordo, è il medico, il barone Victor. Eppure appena si sente il nome in questione, la prima immagine che viene in mente è questa:
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cioè il ruolo della Creatura che Boris Karloff ebbe in una serie di film prodotti dalla Universal con la regia, tra gli altri, di James Whale, negli anni ‘30. Partendo dal capolavoro di Mary Wollstonecraft Godwin Shelley, pubblicato nel 1818 e riedito dalla stessa autrice nel 1831, tantissimi hanno pensato di farne un film, per quella che è, con Dracula e i Vampiri, il soggetto più trasporto della storia del Cinema. Ho ritrovato una lista, da un’idea di Marco Giusti, che raccoglie alcune perle.
La Parodia - Frankenstein Junior, Mel Brooks, 1974
Uno dei massimi film comici di tutti i tempi. Gene Wilder è il nipote del dottore, Peter Boyle nel ruolo della vita dopo Crazy Joe (di Carlo Lizzani, sulla figura del gangster Joe Gallo) è la Creatura, Marty Feldman il più indimenticabile degli Igor, Teri Garr è Inga, Cloris Leachman è Frau Blücher. Una marea di gag, camei leggendari (Gene Hackman nel ruolo dell’eremita), Mel Brooks scopre per caso che lo sceneggiatore dei film di Whale, Gerald Hirschfeld, conservava ancora le scenografie originali, che furono usate nella stessa maniera dei film degli anni ‘30, compreso montaggio e riprese in bianco e nero. Gli Aerosmith riprendono una delle battute di Igor, Walk This Way, per farne un imperituro inno rock. Stracult!
Gli Inglesi - i Frankenstein degli Hammer Studios
La casa di produzione che diffuse i film horror negli anni ‘60 e ‘70. Peter Cushing è nei film di Terence Fischer il barone medico, che in ogni film diventa più cattivo e malefico, e le peripezie della creature fruttarono 7 film tra il 1957 e il 1974. Il più bello è Distruggete Frankenstein del 1969, con annessa scena di stupro, imposta dai produttore per rendere pruriginosa la storia (e del tutto inutile ai fini della sceneggiatura) con il mostro che è Freddy Jones, il padre di Elephant Man di David Lynch (prodotto da Mel Brooks).
Il Blaxploitaion
Nella leggendaria trilogia delle rivisitazioni black dei film, Blackenstein (1973) supera di molto per trash sia Blacula che il leggendario Abby, rivisitazione de L’Esorcista. Il mostro, il cui trucco fu curato da Ken Strickfaden, il truccatore dei Frankestein di Karloff, non fa paura per niente, ha la faccia molle e sembra un Arnold gigante. Il successo nullo della pellicola impedì la trilogia, dato che erano già pronti The Fall Of The House Of House Of Blackenstein e Blackenstein III.
Franco e Ciccio
Immancabile la rivisitazione del duo comico. Regia di Steno, titolo bizzarro, Un Mostro e Mezzo (1965), Ciccio Ingrassia è il dottore, Franco Franchi la cavia. Vuole diventare come Carlo Ponti, il famoso produttore, che è brutto, ma ha come moglie il suo idolo: Sofia Loren. Scena cult: quando dopo la creazione, Franco dice al dottore: Mi viene da ridere, mi ha fatto la faccia da fesso.
Il Trash
Non si sa ancora chi fu il regista di uno dei massimi trash movie di ogni tempo: Terror! Il Castello Delle Donne Maledette (1973). Ai più risulta Robert Oliver, regista americano dei b movie, per altri da Oscar Brazzi, che era sceneggiatore per i Bertolucci e famoso produttore, nonchè fratello del famoso attore italiano Rossano Brazzi. Che si macchia una grande carriera facendo il ruolo del Conte (non barone) Frankenstein, che produce mostri aiutato da una pattuglia di strani tipi, tra cui alcuni dei più grandi protagonisti del cinema di serie B: Gordon Mitchell come Igor, il nano vero Michael Dunn come gobbo Genz, che si mangia i pezzi degli esperimenti del Conte, Luciano Pigozzi (uno che ha recitato in 180 film!), Ciro Papa, qui battezzato Xiro Papas e anche produttore (Papa era di Torre Annunziata) ma soprattutto la creatura, che prende vita dai resti di un uomo di Neanderthal, il mitico Salvatore Baccaro, qui battezzato Boris Lugosi. Che nel film era così:
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L’ultragore
Il Mostro È In Tavola... Barone Frankenstein (1973)
Uno dei film in 3D sulle vicende del famoso dottore, prodotto da Warhol, Carlo Ponti, girato da Paul Morrissey e da Antonio Margheriti per le riprese in 3D. Tonino Guerra è accreditato alla sceneggiatura, il film vede Udo Kier folle barone che crea un mostro donna, una giovane Dalila Di Lazzaro. Little Joe Dallessandro è il giovane aiutante, uno stalliere, ed era già passato alla storia per essere citato in Walk On The Wild Side di Lou Reed e, secondo la leggenda, di essere il modello del jeans nella copertina di Sticky Fingers dei Rolling Stones.  Penso sia introvabile la versione originale, quelle che si trovano oggi tagliano tutte le scene “macabre” ed erotiche.
Versione Giapponese
Furakenshutain Vs Baragon - Inoshiro Honda, 1965
I giapponesi rubano ai tedeschi durante la guerra un pazzo esperimento per creare un uomo invicibile. Però durante uno studio, la creatura viene bombordata da radiazioni, che lo fanno crescere a dismisura. Sul punto di essere distrutto, un gruppi di archeologi fa rinascere un mostro, Baragon (una specie di Godzilla con il naso a lampadina) e si decide di farsi aiutare dal gigante per sconfiggere il mostro. Grandissimo!
Sono super accette altre segnalazioni!
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schlock-luster-video · 10 months
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On June 23, 2019, the restored version of Easy Rider was screened at Il Cinema Ritrovato.
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silentlondon · 1 year
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Silent dispatches Spring 2023: essays, films and festivals
Film on Film Festival Lots to enjoy at the BFI Film on Film festival this summer (8-10 June) but now the lineup is out we can confirm that there are silents to be savoured among the banquet. British silents in fact: The First Born (Miles Mander, 1928), and two Manning Haynes films: Sam’s Boy (1922) and The Boatswain’s Mate (1924). All three films with be screened on vintage prints with live…
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giallofever2 · 1 year
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Madness - Gli occhi della luna
Data di uscita: 18/Agosto/1971
Regista: Cesare Rau
Personaggi: Sara Ceccarini, Marlene Mayer, Prostitute in Red Dress, Katia Chiani, Francesca
Casa di produzione: Lupo Film
Le riprese del film, girato in un casolare di campagna nei pressi di Castel Madama (Tivoli) e a Cinecittà, iniziarono il 27 luglio 1970 e terminarono martedì 8 giugno 1971. La prima del film fu il 18 agosto 1971 presso il cinema Odeon di Paola (provincia di Cosenza).
Questo film, per anni classificato tra i film scomparsi, è stato fortunosamente ritrovato nel 2007 nell'archivio della Cineteca di Bologna; un'altra copia in 35 mm era conservata dallo stesso regista, purtroppo scomparso nel 1990.
Marzia Damon è lo pseudonimo di Caterina Chiani, apparsa in altri film come Katia Chiani.
La locandina del film è stata realizzata da Ezio Tarantelli.
Nella colonna sonora di Paolo Ormi, l'omonimo motivo conduttore Madness è eseguito da "Black Sunday Flowers" (pseudonimo di Ghigo Agosti); il relativo 45 giri è stato pubblicato dalla Bla Bla di Pino Massara. Il brano è stato scritto da Harry Stott, altro pseudonimo di Ghigo, nonché fonico del film.
Nella sequenza iniziale del film appare il cantante Red Canzian (futuro componente dei Pooh), mentre si esibisce in un locale notturno con il complesso dei Capsicum Red del quale egli era il chitarrista.
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notesonfilm1 · 10 months
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Thinking Aloud About Film: Overview of Il Cinema Ritrovato 2023
  I was unable to attend this year’s Ritrovato; a pity as the programming is often a preview of films that subsequently screen elsewhere and inevitably become highlights of the year. Luckily, Richard was there to report on what he saw he saw. In the podcast, we discuss the following sections of the festival:The Time Machine: 1923, where films from a century ago get highlighted; The Space Machine…
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libero-de-mente · 2 years
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Il cassetto dei ricordi
Chi non ha un cassetto dei ricordi in casa propria?
Magari non è proprio un cassetto, può essere una cassapanca o un armadio, una scatola delle scarpe riciclata o uno scatolone più grande.
Tutto dipende da quanti ricordi si è deciso di conservare nel corso della vita.
Oggi ho aperto il mio cassetto dei ricordi, cercavo una foto.
Mi sono ritrovato per le mani un telefonino, uno di quelli indistruttibili degli anni 90.
Avendo ancora il carica batterie l'ho messo in carica. Non ho aspettato che la carica fosse al 100% e già sul 20% ho cominciato a scorrere la rubrica, per ricordare i miei contatti.
A parte i numeri di cellulare degli amici più stretti, tutta la rubrica era zeppa di numeri di ristoranti, discoteche, pub, pizzerie, cinema, locali vari e alberghi.
Se penso che la mia attuale rubrica è piena di contatti che iniziano con Dott., Psic., Arch., Ing., Avv., AD, CEO, MD, Prof., PM, Kttmrt, Fncl e Strunz. 
Mi chiedo dove abbia sbagliato.
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deadlinecom · 26 days
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belladecasa · 10 months
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Allora io amo il Cinema il Ritrovato e andare a vedere i film in Piazza Maggiore più di ogni altra cosa. Ovviamente sto ancora rosicando perché adesso potevo stare in Canada o in Grecia e non ho potuto per colpa dell'Università ma se poi penso al Cinema Ritrovato mi dico che voglio stare solo qui. È incredibile una piazza piena di persone che guardano lo stesso film nelle sere estive, per me la cosa più vicina a un sentimento religioso, di comunione silenziosa con altre decine di sconosciuti.
Vabbè a parte tutte ste super cazzole da radical io mi accollo tantissimo ai miei amichetti e alle persone a cui voglio bene e quelle con cui voglio copulare (ok a tutti tra un po' lo chiedo anche alla cassiera della coop :() ma poi le suddette persone mi accannano sviando e sabotando i miei piani. Solo Ceci che non ha peli sulla lingua mi ha detto: Sofia ancora?? Che film vuoi vedere?? Film muto in bianco e nero narrato dalla prospettiva di un procione? Hai rotto i coglioni
E io: ok :((( annamo a pia er gelato
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diluv-io · 2 months
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Converse bianche, Converse blu
Dieci anni fa ricordo di essere stato contento per aver finalmente comprato un paio di Converse bianche, da aggiungere a quelle rosse e blu che avevo. Dieci anni fa c’era già Instagram e ricordo di aver postato una foto con le tre paia di scarpe messe in fila e di aver messo come didascalia la bandiera francese. Dieci anni fa, in questo periodo, stavo studiando per prendere la patente e per l’ultimo anno di scuola.
Dieci anni fa mi sono innamorato di una ragazza.
Dieci anni dopo sono tornato a casa dal cinema, dove sono andato a rivedere un film che avevo visto diverso tempo fa e, cercando di individuare il momento preciso della prima visione, sono caduto in un vortice di nostalgia che mi ha portato a scorrere vecchie conversazioni Whatsapp con persone che non fanno più parte della mia vita. Tra loro ho ritrovato la ragazza di dieci anni fa. Quella conversazione non contiene che una manciata di messaggi, così come la chat di Instagram, con foto e messaggi precedenti caduti nell’oblio forzato dal passaggio del tempo. Tra i miei possedimenti più preziosi c’è, però, l’hard disk dove tengo il backup di tutta la mia vita digitale da che ho memoria.
Dieci anni dopo ho realizzato che quella ragazza ricambiava davvero il mio amore e ho ripensato a quante paranoie mi facessi ai tempi pensando il contrario.
Aveva i capelli biondi, un po’ mossi sulle punte, gli occhi castani dolci e lucidi. Metteva sempre l’eyeliner ma stava molto meglio senza. Aveva il naso alla francese e la pelle chiara e liscia. Vederla dava la sensazione di sentire il profumo di un ciliegio appena fiorito. Si vestiva in maniera semplice ed elegante, mai volgare. Era appassionata di libri e cultura francese, per questo e per il suo aspetto la chiamavo la parigina. Aveva un anno più di me, un fratello, un cane e una macchina. Prendeva lo stesso treno che, senza saperlo, avrei dovuto prendere io per mesi ogni giorno, due anni dopo. Frequentava la stessa università che, senza saperlo, avrei frequentato anche io, due anni dopo.
Aveva le Converse blu.
Ci siamo conosciuti una qualsiasi sera d’inverno. Era buio e i miei genitori mi avevano accompagnato a casa di uno dei miei migliori amici dell’epoca. Quella sera io, il mio amico e i suoi genitori, una nostra amica in comune e la parigina abbiamo cenato e guardato Titanic, mentre io mi innamoravo. A quei tempi leggevo Fitzgerald e sono sicuro di avergliene parlato, prima che con una scusa ci scambiassimo il numero di telefono.
Dieci anni dopo ho ricordato, o forse ho scoperto, che per mesi io e la parigina ci siamo mandati ogni giorno uno o più video in cui ci raccontavamo la nostra giornata e ci scoprivamo. Dieci anni dopo ho passato due ore a guardare foto e video di una ragazza di cui ora so poco e nulla.
Non ho avuto il coraggio di riguardare i video che ho mandato io, per vergogna principalmente, per paura di sentire un tono di voce diverso, per paura di vedere allo specchio, ora, degli occhi diversi.
Ho rivisto tutti i suoi, però. In quei video lei è in camera sua o in camera di sua nonna, in bagno mentre si asciuga i capelli lunghissimi, in metropolitana a Milano, sul treno o in stazione a Lambrate, nel cortile dell’università, in macchina. Nei video in macchina si sente anche la radio in sottofondo, che trasmette We can’t stop, Stolen dance e Summer. Nel più lungo lei parla di tante cose, poi si ferma, imbarazzata, facendo finta di non sapere cosa voler dire, poi appoggia il telefono da qualche parte e con le dita mi fa il simbolo del cuore. In alcuni sono presenti delle sue amiche o compagne di scuola, che la inquadrano mentre mi parla. In un altro è nella biblioteca dell’università, un po’ guardinga per non farsi vedere da nessuno, non può né parlare né fare rumore, allora inquadra il computer mentre scrive “ti voglio bene” nella barra di ricerca di Google. In un altro ancora guarda fisso in camera con gli occhi dolci e mi dice solo “sei proprio uno scemo”. Dieci anni dopo ho capito cosa volesse dire.
Abitavamo a un’ora di macchina di distanza. A quei tempi quella distanza sembrava incolmabile, ma non è questo il vero motivo per cui quell’amore è rimasto a mezz’aria.
Io e la ragazza di dieci anni fa non siamo mai potuti stare davvero insieme perché provenivamo entrambi da un ambiente che non concepiva l’amore più puro. Io e la ragazza di dieci anni fa ci siamo amati silenziosamente, quasi segretamente e litigando coi nostri genitori per questo. Io e la ragazza di dieci anni fa siamo stati costretti a smettere di sentirci per mesi, accumulando nel frattempo materiale da mandarci non appena fosse stato possibile riprendere i contatti. Io e la ragazza di dieci anni fa abbiamo solo un paio di foto insieme, fatte di nascosto durante una serata in un pub, in cui abbiamo fatto muovere due compagnie diverse da due città diverse solo per vederci e non rivederci mai più.
Dieci anni dopo ho amato di più e sono stato amato di più, ho sofferto come allora e più di allora, come sicuramente avrà fatto lei. Dieci anni dopo ho vissuto al massimo e sono stato miserabile, ma sempre libero, come spero anche lei.
Non siamo mai stati ufficialmente insieme, ma ci siamo lasciati, con una videochiamata. Credo fosse maggio, faceva già caldo ed ero nel parcheggio della scuola, aspettando che mio padre mi venisse a prendere, era sabato. Probabilmente portavo una camicia che ho ancora a casa dei miei.
Avevo le Converse bianche.
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