Tumgik
#giovanni gerosa
attilioworld · 4 years
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Covid-19   suggerimenti dall’Italia
Riportiamo per intero il post del nostro Dottorino:
"Sono un farmacista che esercita in provincia di Bergamo in un paese di poco più di 3000 abitanti.
Il contagio qui è enorme.
Ufficialmente i casi positivi sono ancora meno di 10, aggiornati al 12 marzo, ma Vi garantisco che i casi “reali”, come detto, sono almeno di uno se non due ordini di grandezza in più.
Lo dico in base ai tamponi effettuati (negli stessi nuclei familiari di un positivo, anche se con gli stessi sintomi, ai familiari NON veniva fatto tampone: semplicemente, si mettevano in quarantena).
Il mio intervento NON E’ AFFATTO CRITICO nei confronti delle autorità sanitarie (come potrei!): il loro lavoro è ENCOMIABILE.
Siamo TUTTI degli eroi, in questi giorni, se rispettiamo le direttive.
Voglio solo riportare quello che penso e vedo e che spero possa essere utile sia tra i nostri cittadini che in altre zone dell’Italia dove “sta arrivando”.
I nuclei familiari con casi di febbre e sintomatologia sono almeno un centinaio su 3500 persone, approssimativamente stiamo arrivando al 20% della popolazione.
Vi dico dunque: non vi spaventate quando “all’improvviso” vi sembreranno tutti malati, sia in casa che attorno. Va così. Va esattamente così.
I sintomi si dividono in grossi “cluster”: il gruppo che ha febbricola lieve ma che non passa da 5, 6, 7 giorni; il gruppo con febbre molto alta che dopo due giorni è passata e poi è tornata di nuovo; il gruppo con febbre solo per qualche giorno ma poi ha senso di nausea che permane; il gruppo con tosse persistente da una decina di giorni che poi è sfociata in febbre; il gruppo con mal di gola, bruciore e poi qualche linea di febbre.
Minimo comun denominatore la fanno il mal di testa anche forte che spesso accompagna la febbre e la persistenza dei sintomi anche a distanza di 8, 9 giorni, spessissimo altalenanti; non poche persone riportano infine perdita del gusto e dell’olfatto.
Di solito le persone che vengono in farmacia per il marito, la moglie, il padre, il proprio compagno hanno anche loro gli occhi lucidi, visibilmente stanchi, ma senza particolari sintomi aggiuntivi.
Se fino a 4, 5 giorni fa le persone venivano in farmacia più per precauzione che per vera esigenza, negli ultimi 3 giorni gli acquisti sono tutti incentrati sulla febbre di qualcuno che è a casa e relativa sintomatologia accessoria.
La mia sensazione è che, come detto, negli ultimi 3 giorni qui da Noi si sia raggiunto il picco “reale”.
Questa, analizzandola, è una ”buona notizia”: innanzitutto spiegherebbe come mai i nostri ospedali di Bergamo e provincia (Papa Giovanni, Bolognini, Capitanio Gerosa) siano allo stremo: perché i numeri delle persone influenzate NON SONO quelli ufficiali dei tamponi, soprattutto nella nostra zona, bensì un numero molto, molto più ampio; e poi vorrebbe dire che da queste ore in avanti cresceranno i numeri "ufficiali", ma che la situazione della popolazione, se si rispetteranno le direttive, non potrà che, lentamente, migliorare.
Alle persone anziane che sviluppano più facilmente sintomi respiratori acuti i nostri medici provano a prescrivere antibiotici (per lo più ceftriaxone fiale nei casi più seri, anche azitromicina o amoxi-clav), ma con scarsi risultati il più delle volte.
Questi sono coloro ai quali poi sopraggiunge quella difficoltà respiratoria per cui viene chiamato (giustamente) il 112 (a proposito: non dovessero rispondere subito non demordete, nell'arco di 30 minuti rispondono a tutti) e per cui le ambulanze che girano a sirene spiegate nella nostra zona sono tantissime e gli ospedali tracimano.
Ripeto, persone perlopiù anziane, ma è chiaro che più ampia sia la platea di contagiati anche tra i giovani e più aumentano proporzionalmente anche quelli con meno di 70 o 80 anni che possono incorrere in un aggravamento che necessiti ospedalizzazione.
So che viene consigliato di dormire "da seduti" se si sente un senso di pesantezza ai polmoni, ma la cosa più importante è la seguente: il sintomo che deve far allertare e far decidere di chiamare il 112 è il senso di soffocamento, un affanno, come se si stesse affogando, una fame d'ossigeno. In quel caso, senza esitare, si chiami il 112.
Per la restante parte dei pazienti quello che stiamo facendo è consigliare di monitorare e calmierare la febbre con il paracetamolo (Tachipirina), rigorosamente 500 mg per adulti così da poterlo somministrare più frequentemente durante la giornata e non rischiare il sovradosaggio, mangiare nel modo più sano e completo possibile (carboidrati, proteine utili per il sistema immunitario e pochi grassi - magari olio extravergine come antiossidante coadiuvante anche lui del sistema immunitario- frutta e verdura, numerosi liquidi, qualche integrazione con zinco, vitamina D, vitamina C in primis).
Poi ci si arma di pazienza (come detto può protrarsi per anche 10 giorni) e si adatta la terapia farmacologica ai vari sintomi per tosse secca o grassa, mal di testa (che di solito ricalca l’andamento della febbre come detto), bruciori di gola, nausea e sporadicamente diarrea.
E’ una MALEDETTA influenza virale, per la quale non sempre basta curarsi bene e riposare, ma la maggior parte delle volte, per fortuna, si.
Il principio cardine della terapia di questo benedetto CORONAVIRUS lo sapete benissimo qual’è: se non volete rischiare una roulette russa (come detto, può capitare a chiunque di essere intubati) EVITATE il contagio.
Ricordate che le mascherine servono a chi è malato per un semplice motivo: o usate anche degli occhiali protettivi oppure il virus può entrare tranquillamente attraverso la congiuntiva.
E’ per quello che si dice che le mascherine servono prima di tutto ai malati: chi ce l’ha infatti (il virus) non può starnutire dagli occhi….
E poi, per favore, ho visto persone usare le mascherine in un modo per il quale diventa assolutamente controproducente averle: toccandosele, abbassandosele, rialzandole, muovendole con le mani non si fa altro che AUMENTARE la possibilità di auto inocularsi il virus che si era messo bello tranquillo sulla mascherina in attesa della vostra spalmata sulla faccia.
Le mascherine sono USA E GETTA.
E’ (anche) per questo motivo che lo sono (oltre per la perdita del potere filtrante).
Gli operatori sanitari sanno come usarle: con doppio guanto, occhiali di protezione e cambiandosele ALMENO ogni giorno.
Le nostre mascherine in Farmacia sono il SANTO PLEXIGLAS, L’ALCOL DENATURATO SUL BANCONE per disinfettare,i GUANTI E LE MANI DISIDRATATE da quante volte le laviamo.
Vi prego, se lo riterrete utile, di condividere questo post, anche con un semplice copia-incolla, sulle vostre pagine e sui vostri profili.
Spero possa aiutare tutti coloro che ancora non ci sono dentro fino al collo come noi qui".
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littlejackmua · 6 years
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ioprimadime · 6 years
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Vaprio 1868: in filigrana al testamento Andreoni
Vaprio 1868: in filigrana al testamento Andreoni
All’ombra del campanile di Vaprio, il parroco Giovanni Andreoni redige il testamento datato 17 dicembre 1868. In controluce alle ultime volontà, si intuiscono i primi lineamenti della sua biografia: i genitori, commercianti in granaglie a Turro; a tre giorni dalla consacrazione, la cura delle 2.300 anime vapriesiin cui si prodiga tra l’indolente nobiltà e i fittavoli chiacchieroni. Traspare…
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friz · 6 years
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Elezioni provinciali, Confcommercio: «Assessorato a turismo e commercio ad un imprenditore»
L’Associazione ha incontrato stamattina il candidato presidente per la coalizione di centrodestra Maurizio Fugatti ed alcuni esponenti delle liste collegate
TRENTO. Al di là dei temi specifici, la prossima legislatura della Provincia Autonoma di Trento dovrà tenere in considerazione – a differenza della poca attenzione riservata finora – anche il mondo dell’imprenditoria, e del terziario in particolare, magari affidando un assessorato ad un imprenditore. Questo l’appello del presidente di Confcommercio Trentino Giovanni Bort lanciato durante l’incontro con il candidato presidente della coalizione di centrodestra Maurizio Fugatti.
Il comitato di presidenza di Confcommercio Trentino, assieme a dirigenti delle varie Associazioni, ha incontrato stamattina il candidato presidente l’onorevoleMaurizio Fugattiassieme ad esponenti delle liste che sostengono la coalizione. Per Confcommercio Trentino erano presenti il presidente Giovanni Bort, i vicepresidenti Massimo Piffer, Marco Fontanarie Giorgio Buratti, il presidente dell’Associazione Attività di Servizio Mario Oss, il presidente di Fiavet Trentino – Alto Adige Sebastiano Sontacchi, il presidente della sezione Alto Garda e Ledro Claudio Miorelli, Giuliana Savoia, Lorenzo Saianie Gianni Gravante. Al tavolo erano presenti anche il direttore di Confcommercio Trentino Giovanni Profumoe il direttore dell’Unione commercio turismo e servizi dell’Alto Adige Bernhard Hilpold. Tra i candidati, oltre al candidato presidente Fugatti, erano presenti Roberto Failoni,Francesca Gerosa, DarioChilovi, AndreaBrocoli, AndreaMerler, AlessioKaisermanne Giulio Serafini.
In apertura il presidente Bort ha lanciato un appello affinché la prossima governanceprovinciale ponga come interlocutore il mondo dell’impresa, del terziario in particolare. «Finora – ha detto Bort – il nostro mondo non è stato particolarmente preso in considerazione. Al di là dei temi che possiamo affrontare nello specifico, come burocrazia, sicurezza, tassazione, mi preme sottolineare come sia indispensabile un cambio di passo rispetto a quanto visto finora nelle relazioni tra amministrazione pubblica e imprese: chiediamo di essere considerati per il peso che abbiamo all’interno della società trentina e dell’economia. Commercio e turismo, assieme al vasto mondo dei servizi, sono settori essenziali per il Trentino: abbiamo bisogno di un’amministrazione che consideri questo peso e agisca di conseguenza, favorendo un clima di considerazione per gli imprenditori e per le imprese. Affidare un assessorato ad un imprenditore, competente in tema di impresa, commercio e turismo, sarebbe un ottimo segnale».
Il presidente Bort ha poi evidenziato i temi – già illustrati anche attraverso il tavolo del Coordinamento Imprenditori – che sono particolarmente avvertiti dalle imprese iscritte a Confcommercio Trentino. Su tutti, la burocrazia, la sicurezza e un regime di tassazione meno opprimente sono quelli che meritano prioritaria attenzione. Assieme anche al nodo delle infrastrutture «che non si limitano soltanto a quelle fisiche, come quelle stradali, – ha detto Bort – ma riguardano anche le autostrade digitali e gli investimenti in connettività per le valli trentine».
Il presidente di Confcommercio Trentino ha affrontato anche il tema della promozione turistica: «Abbiamo assistito ad anni di concentrazione del potere decisionale, mentre oggi sarebbe opportuno ridare voce e capacità di azione a chi è in prima linea, nel turismo. A chi, per altro, contribuisce in maniera determinante sia ai bilanci delle Apt che delle casse pubbliche».
Sulla sicurezza Bort ha ricordato che Confcommercio Trentino ha istituito una apposita commissione dedicata alla sicurezza ed alla legalità: «Non siamo contro nessuno, ma chiediamo che venga fatta rispettare la legalità e che venga combattuta la delinquenza, senza tregua. Le forze dell’ordine, per quanto è in suo potere, devono essere sostenute dal governo provinciale e dotate di mezzi e risorse per svolgere il proprio lavoro in maniera ottimale».
«Sebbene il programma elettorale – ha spiegato Fugatti – sia già stato depositato, siamo aperti a ulteriori spunti per renderlo ancora più efficace e adeguato alla realtà trentina. Sul tema della burocrazia il nostro atteggiamento è quello di un dialogo continuo e costante tra le categorie economiche, la politica e gli uffici provinciali competenti. Sul fronte della tassazione, ben vengano i provvedimenti del governo nazionale perché riguarderanno anche i trentini. Dal punto di vista locale, confermeremo senz’altro le agevolazioni che già ci sono e cercheremo di capire come intervenire su altre forme di sostegno alle imprese ed ai lavoratori».
«Sulle infrastrutture la nostra posizione è sempre stata chiara: siamo favorevoli alla Valdastico ed alla terza corsia dell’Autobrennero. Ritengo che il Trentino abbia perso almeno dieci anni in termini di viabilità e le frequenti code ed i disagi sull’arteria principale ne sono la dimostrazione».
L’incontro è proseguito con le considerazioni dei dirigenti di Confcommercio Trentino che hanno sottoposto al candidato presidente ed ai candidati consiglieri numerose sollecitazioni su lavoro, contributi, credito, salute. Sulla richiesta di un assessore/imprenditore, l’onorevole Fugatti ha ricordato le norme previste per la composizione della Giunta (1 solo assessore esterno), ma ha dato la propria disponibilità a considerare tale eventualità a risultato elettorale concluso.
Milena Gabanelli da http://www.lanostratv.it
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Serata Tesero 1
I giovani e il lavoro – Cles
Augsburg
L’aula del Consiglio provinciale di Trento, foto http://www.walterviola.it
http://www.salto.bz
Enrico Letta, http://www.oggi.it
en.wikipedia.org
L’incrocio di Dermulo da http://maps.google.it
foto David Fontanari
http://www.sassuolo2000.it
http://www.ilmattino.it
Paolo Panebianco, presidente Associazione Comunità e coordinatore regionale Nursing Up, sindacato professioni sanitarie infermieristiche
Margherita Hack, foto http://www.tumblr.com
Carmen Noldin, assessore al volontariato Comunità Valle di Non
da sinistra Giuseppe Vergara, Mario Magnani, Paolo Panebianco
L’Ospedale Santa Chiara di Trento, http://www.wikipedia.org
I giovani e il lavoro – Cles
http://www.nocensura.com
La presentazione de “L’Italia dei democratici” alla http://www.festademocratica.it
http://www.formiche.net
I partecipanti al Festival della gioventù dell’Euregio il 20 marzo 2013 a Villa Bortolazzi. Foto su http://www.europaregion.info
Tutta la “squadra” del Partito democratico del Trentino
In Regione
Versione 3D di un tabellone elettorale
en.wikipedia.org
wikiprestiti.org
http://www.areeprotette.provincia.tn.it
italyinfo.it La Regione, senza confine a Salorno
Alla festa Anffas
Serata Tesero 2
Trentino TV – Mario Magnani
Serata Tesero 4
Serata Tesero 3
http://www.investintrentino.it
Serata a Baselga
I giovani e il lavoro – Cles
Serata a Baselga
I giovani e il lavoro – Cles
http://www.agenziefiscali.usb.it
I giovani e il lavoro – Cles
Con i candidati del Partito Democratico del Trentino in Alta Valsugana
http://www.cooperazionetrentina.it
foto di Alberto Gianera
I candidati alle primarie del 13 luglio 2013. Da sinistra Alexander Schuster, Ugo Rossi, Mauro Gilmozzi, Alessandro Olivi, Lucia Coppola
http://www.controlacrisi.org
maps.google.it
http://www.anvolt.org
http://www.trentotoday.it
da http://www.lettera43.it, foto dell’Ansa
I giovani e il lavoro – Cles
La sede dell’Ufficio Euregio di Trentino-Alto Adige-Tirolo a Bruxelles. http://www.alpeuregio.org
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Confcommercio Trentino incontra Maurizio Fugatti Elezioni provinciali, Confcommercio: «Assessorato a turismo e commercio ad un imprenditore» L’Associazione ha incontrato stamattina il candidato presidente per la coalizione di centrodestra Maurizio Fugatti ed alcuni esponenti delle liste collegate…
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colospaola · 6 years
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Biagio Proietti, sceneggiatore, autore, regista, negli ultimi anni ha pubblicato romanzi gialli ma principalmente il suo nome è comparso in molti lavori in televisione o al cinema.
Per il cinema horror ha firmato alcune sceneggiature, come Black Cat (Il gatto nero) del 1981, diretto da Lucio Fulci, film basato su un soggetto che lo stesso Proietti ha tratto da un racconto di Edgar Allan Poe, con protagonisti Patrick Magee e Mimsy Farmer.
In televisione il suo primo successo è stato Coralba, una miniserie in cinque puntate di cui ha firmato il soggetto e la sceneggiatura, con la regia di Daniele D’Anza e protagonisti Rossano Brazzi, Valerie Lagrange, Mita Medici e Glauco Mauri.
Un’altra miniserie di 6 episodi fu Un certo Harry Brent, da un soggetto di Francis Durbridge, interpretato da Alberto Lupo, Stefanella Giovannini, Carlo Hintermann, Ferruccio De Ceresa, Claudia Giannotti.
Il 23 febbraio 1974 la Rai trasmise in quattro puntate Ho incontrato un’ombra, diretto da Daniele D’Anza e scritto da Biagio Proietti, con Giancarlo Zanetti, Laura Belli, Beba Loncar. Ma il suo sceneggiato di maggior successo fu senza dubbio Dov’è Anna?, un giallo di sette puntate diretto da Piero Schivazappa, creato e scritto (soggetto e sceneggiatura) dallo stesso Proietti e da Diana Crispo, interpretato da Mariano Rigillo, Scilla Gabel, Pier Paolo Capponi, Teresa Ricci, fu il primo sceneggiato italiano di gran successo, visto nel 1976 da qualcosa come 24,6 milioni di telespettatori, con il record di 28 milioni per l’ultima puntata.
Sempre di Proietti è la sceneggiatura di Philo Vance, miniserie di tre romanzi per 6 puntate protagonista Giorgio Albertazzi, regia di Marco Leto.
Come autore e regista ha firmato Storia senza parole, premiato dai giornalisti televisivi come miglior film Tv nel 1981 e presentato in molti festival cinematografici, e Sound un film tv in 2 puntate con Peter Fonda.
Ha scritto molto romanzi, fra i quali citiamo Dov’è Anna? (tradotto in albanese), Una vita sprecata, Io sono la prova, Chiunque io sia e La prima domenica di giugno.
Signor Proietti, come si definirebbe?
Cito le parole di un grandissimo come John Ford che dichiarava di essere un artigiano con gli stivali, io non ho mai portato gli stivali ma sono orgoglioso di essere un artigiano che ha costruito con passione i suoi lavori. Credo che il problema della società italiana sia stato quello di sminuire e persino distruggere la grande categoria degli artigiani, nel campo dello spettacolo troppe persone dopo un film o un libro o una fiction si considerano grandi autori e alla seconda opera spariscono.  Io nel 2018 sto festeggiando 60 anni di carriera avendo cominciato a lavorare quando avevo 18 anni.
Quando ha iniziato a interessarsi al mondo della sceneggiatura nell’ambito televisivo e cinematografico?
Ho detto in molte interviste che da ragazzo, negli anni cinquanta, la scoperta del mondo della cultura è stata attraverso la radio che allora aveva una posizione superiore a quella che poi ebbe la televisione dagli anni sessanta in poi. Altra passione il cinema – merito dei miei genitori che lo amavano e ricordo  mi portarono a vedere Roma città aperta quando uscì nelle sale. Avevo cinque-sei anni- e il teatro, allora era davvero troppo caro per le nostre tasche. Cominciai ad andare molto spesso a teatro quando divenni maggiorenne, a diciotto anni, e così potei far parte della claque, un’organizzazione che smistava in tutti i teatri gruppi di persone, di varia età, per far scattare l’applauso in certi momenti precisi, così scoprii Peppino de Filippo che aveva un suo teatro adesso purtroppo chiuso, Il teatro delle arti, e un grande come Dario Fo. Con i miei esigui risparmi, andavo a vedere Eduardo e il Piccolo di Milano, troppa concorrenza per ottenere di andare gratis con la claque. Queste passioni si svilupparono all’inizio in una forma maniacale di archivista: cominciai a riempire quaderni, alcuni li conservo ancora – dove compilavo filmografie, elenchi di autori e direttori di musica e di teatro. Infine cominciai a scrivere le inevitabili poesie (ho smesso a venti anni) e racconti ma subito compresi che la vera passione era il cinema, la televisione che a quei tempi ancora non si conosceva. Il primo televisore mio lo si acquistò nel 1956, se non ricordo male, e la nostra casa si riempiva di gente che veniva a vedere Lascia o raddoppia?
Le prime cose che feci concretamente nel mondo dello spettacolo furono legate alla mia passione per il cinema, diventata per fortuna una notevole competenza critica e storica, nonostante la giovane età, per cui quando m’iscrissi all’Università di Roma, dove mi sono laureato in giurisprudenza, anche se non ho mai esercitato, cominciai a occuparmi del CUC (Centro Universitario Cinematografico), uno degli storici cineclub romani, per il quale feci programmi e scrissi schede, che ancora conservo. Poi mi occupai del FILMCLUB, uno storico cineclub che al cinema Planetario faceva proiezioni di capolavori rari e che per questo attirava non solo il pubblico degli appassionati ma anche degli autori di cinema. Così ne conobbi molti, da Luigi Di Gianni, grande documentarista, a Francesco Maselli, del quale divenni assistente alla regia e poi aiuto e poi anche autore di soggetti e di sceneggiatura. Fino a volare con le mie ali.
Come ha conosciuto Daniele D’Anza?
Facendo l’aiuto di Maselli per due film (Gli indifferenti e Fai in fretta a uccidermi…ho freddo con Monica Vitti, di cui scrissi il soggetto e la sceneggiatura), conobbi Oscar Brazzi fratello di Rossano e organizzatore generale della Vides di Franco Cristaldi, per il quale scrissi la sceneggiatura di un film, Salvare la faccia diretto da Rossano con il nome di Edward Ross. In tv era stato un grande successo Melissa tratto da Durbridge e la Rai chiedeva a Brazzi e D’Anza di fare un nuovo sceneggiato, allora cominciavano a nascere i primi telefilm prodotti con tecnica cinematografica per la Rai ma fuori dai suoi studi, così i Brazzi mi chiesero di scrivere un soggetto da proporre: io scrissi una storia lunga Per amore di Carol che la Rai acquistò come romanzo inedito (l’ho pubblicato ampliato e rivisto come E-book per la Delos da due anni ed è ancora in vendita, per chi volesse leggerlo) e così conobbi Daniele D’Anza con il quale scrissi la sceneggiatura. Lui era uno dei re della televisione, io un ragazzo di 27 anni pieno di speranze e di fame, sia di lavoro sia di successo. Da quel momento diventammo amici e scrivemmo insieme tanti successi, fino al triste anno della sua morte, il 1984. Sono lieto di aver scritto con un grande giornalista, ottimo scrittore e adesso nella rara categoria dei miei amici-fratelli, Mario Gerosa, un libro Daniele D’Anza- Un rivoluzionario della Tv dove abbiamo sottolineato la grande importanza di un regista e sceneggiatore eccezionale, a volte dimenticato, come accade spesso purtroppo. Coralba fu un grosso successo in Germania, Francia, Svezia (a colori) e anche in Italia dove usci i primi di gennaio del 1970, in bianco e nero. Da qui cominciò la mia carriera televisiva: il potente direttore degli sceneggiati di Rai Uno Giovanni Salvi mi chiamò per scrivere la versione italiana di Un certo Harry Brent tratto da Francis Durbridge, per il quale lui voleva coinvolgere in un giallo il divo televisivo per eccellenza, Alberto Lupo, ma all’attore non piaceva il personaggio proposto, così Salvi mi chiese di lavorare sul testo, di avere un’idea tale da convincere l’attore, io ci riuscii, facendo di Harry Brent, che nell’originale inglese era solo un nome nel titolo, si parlava molto di lui ma non si vedeva mai, il vero protagonista della storia con un finale tragico che giustamente fece scalpore. Alberto disse di sì, così nacque un grandissimo successo ripetuto l’anno dopo con Come un uragano e soprattutto una grande amicizia. Alberto era un grande attore non solo un divo e un uomo eccezionale che seppe anche superare i traumi violenti e dolorosi di una malattia terribile.
E’ stato difficile adattare i romanzi di Francis Durbridge?
Quelli di Durbridge non erano romanzi ma serie televisive che lui scriveva per la BBC con puntate di 20/25 minuti, una misura che in Italia non esisteva, perché la prima serata richiedeva opere che durassero almeno un’ora, così fu per La sciarpa e Paura per Janet raggiungendo il massimo del successo con Melissa ripetuto da Giocando a golf, una mattina gli ultimi tre riscritti da Daniele D’Anza che ne fece anche la regia. Io fui chiamato per Un certo Harry Brent poi ho ripetuto il successo con Come un uragano fino al mitico Lungo il fiume e sull’acqua, dove cambiamo il titolo, The other man, e persino il colpevole, oltre che molte altre cose della trama. Tre enormi successi che mi permisero di affermarmi come un autore gradito dal pubblico, con la possibilità di portare avanti un discorso personale di giallo ambientato in Italia, con tutte le sfumature possibili passando dalla love story di Ho incontrato un’ombra alla serie realistica Dov’è Anna al fantastico La mia vita con Daniela. Il lavoro che io e gli altri autori italiani, che hanno lavorato su Durbridge, facevamo consisteva in un vero e proprio lavoro di sceneggiatura, considerando le serie inglesi come soggetti che andavano non solo allungati ma ampliati nella trama, arricchiti con personaggi nuovi, con soluzioni diverse dagli originali anche nel meccanismo giallo, basti pensare che in Lungo il fiume ho persino cambiato il carattere del protagonista e il colpevole.  Al punto che dopo non volli più farne altri, perché per me un ciclo si era concluso. Devo riconoscere che il pregio di Durbridge è quello di costruire una macchina gialla molto efficace e di agganciare il pubblico con belle sorprese, alla profondità dei personaggi ci abbiamo sempre pensato noi, approfittando anche di avere a disposizione ottimi attori, poiché si trattava di grosse produzioni destinate ad avere indici di ascolto molto alti, per quel che mi riguarda tutti oltre i venti milioni di pubblico
Nella Rai di quegli anni si respirava un clima molto più propenso alla sperimentazione nel contesto delle miniserie televisive…
Io preferisco usare il vecchio termine di sceneggiato che all’inizio stava a significare opere tratte da romanzi, poi comprendeva anche gli originali, cioè le opere scritte appositamente per la televisione come molte delle mie. La prima cosa che va sottolineata è l’alta qualità media di tutti i lavori, dovuta alla buona se non ottima scrittura, a regie a volte lente, anche per colpa della vecchia tecnologia e del montaggio su nastro a 2 pollici, ma in ogni caso molto efficaci e in grado di stringere un forte contatto con il pubblico, per finire con uno standard di recitazione di ottimo livello, dovuto alla partecipazione di attori che lavoravano soprattutto per il teatro, come si vedeva e si sentiva. E poi c’era il coraggio di sperimentare generi e stili non solo in settori sperimentali ma anche nei lavori destinati, in prima serata, al grosso pubblico. Se pensiamo al genere giallo è stata proprio la televisione a lanciare il giallo italiano, contribuendo all’apertura, anche in campo letterario, fino ad allora dominato dalla letteratura anglosassone, a romanzi non solo scritti da autori italiani ma ambientati nel nostro paese.  Lo dice uno che è considerato un maestro del giallo televisivo ma anche di quello letterario. E non me lo sto dicendo da solo, ovviamente, ormai me lo ripetono in tutte le salse, anche con premi alla carriera e targhe quasi commemorative, e sono felice di averlo potuto fare godendo di una libertà che aveva regole e limiti forti sul piano politico e censorio, ma aveva il coraggio di provare sempre nuove strade perché, anche se non c’era concorrenza sfrenata, tutti aspiravano ad avere il massimo ascolto del pubblico, che spesso coincideva anche con l’indice di gradimento.
So che ha anche lavorato nel medium della radio, c’è una differenza profonda tra scrivere per la radio e la televisione?
Chi fa questo mio mestiere, se è un artigiano onesto, ha uno scopo, qualunque sia il mezzo che sta usando in quel momento: raccontare una storia e tenere il pubblico inchiodato davanti a schermo cinema o televisione oppure a una radio. Una delle cose più gravi che ha fatto la Rai è stato di eliminare dai suoi palinsesti tutto quello che, in mezzo secolo, è stato uno dei punti di forza: la prosa radiofonica sia che se intenda quella scritta appositamente o adattando romanzi famosi oppure mandando in onda classici di teatro.  Per ragioni di concorrenza e della disgraziata teoria che il pubblico non ha tempo per seguire un programma di prosa ha ridotto la radio a uno juke box di musica e di notizie, con tante parole inutili in libertà. Le rispondo più direttamente con un esempio: con Diana Crispo mia partner abituale abbiamo scritto Tua per sempre Claudia un originale radiofonico in molte puntate, che è stato tradotto in francese e trasmesso in Belgio, dove ebbe un tale successo che ci chiesero di fare una versione televisiva: noi curammo il testo, che rimase molto simile a quello radiofonico, con un solo spostamento fondamentale: l’ambientazione a Bruxelles invece che a Roma. Qualche anno dopo anche la Rai decide di farne uno sceneggiato televisivo. cambiando il titolo in Doppia indagine e l’ambientazione per motivi produttivi fu spostata a Genova, città meno sfruttata dal punto visivo. Ebbene in questi passaggi fra radio e tv ci sono stati adattamenti ma la sostanza della storia e soprattutto i dialoghi sono rimasti quasi gli stessi perché erano la parte migliore di quel lavoro. In fondo chi scrive non è altro che la vecchia nonna che, una volta seduta vicino al camino, raccontava storie che sembravano favole ma invece era un modo per insegnarti a vivere.  Anche facendoti paura.
Da dove ha tratto l’idea per Dov’è Anna?
Nella letteratura crime o gialla, come la definiamo noi italiani, schematizzando ci sono due scuole: quella inglese, con la caposcuola Agata Christie, dove il meccanismo giallo predomina rispetto all’introspezione della realtà e della società; quella americana, l’hard boiled, dove il realismo della scrittura serve a far emergere le violenze e le incongruenze di un mondo difficile, spesso dominato dalla criminalità. Due modi di guardare il mondo, diversi di sicuro, forse opposti, io ho sempre preferito la letteratura americana e i miei maestri sono sempre stati Raymond Chandler (del quale feci, come autore e come regista, un adattamento radiofonico in otto puntate per otto ore di programma de Il lungo addio con un cast eccezionale, da Arnoldo Foà a Ileana Ghione)  e Dashell Hammett al quale ho dedicato un testo teatrale, incentrato sui mesi di carcere che lui fece per colpa della caccia alle streghe del Maccartismo. Tutto questo per dire che quando, dopo i successi ottenuti con storie più tradizionali, ho finalmente avuto la possibilità di imporre una mia scelta, proposi alla struttura di Rai Uno con la quale lavoravo, l’idea di fare un originale televisivo in molte puntate basato su un tema giallo – la scomparsa di una donna e la ricerca che fa di lei suo marito – ma teso a sviluppare temi scabrosi e drammatici della realtà italiana, di solito affrontati in trasmissioni culturali o giornalistiche da seconda serata, qui invece elevati a storie da prima serata, destinata ad avere un grosso pubblico, anche se non ci aspettavamo la risposta che fu eccezionale: una media per le sette puntate di quasi 25 milioni di spettatori con il record di 28 milioni per l’ultima puntata quella dove si svelava che cosa era successo ad Anna, tale da meritare addirittura le prime pagine sui giornali.
Io che ho inventato la serie e scritto le sceneggiature di tutte le puntate con Diana Crispo, mia partner abituale, (non solo nel lavoro ma è anche mia moglie) mi sono spiegato il successo per le stesse ragioni che ci avevano spinto a scrivere questa storia: il pubblico i riconosceva nei personaggi, nelle situazioni drammatiche che non erano avulse dalla realtà, ma riguardavano la vita di tutti noi (la difficoltà di adottare bambini, la situazione dei manicomi in Italia, le difficoltà della vita quotidiana di una coppia, che all’improvviso venivano portati alla ribalta da una storia che, nello stesso tempo, aveva i ritmi e gli stilemi di un racconto giallo. Mi dispiace che c’era un’ottava puntata che non fu mai realizzata, con la motivazione dell’eccessivo costo, ma la verità era che per l’epoca era troppo audace, perché parlava di prostituzione. Quando sempre nel 1976, abbiamo pubblicato il romanzo tratto dalle sceneggiature per un’importante casa editrice come la Rizzoli, la puntata mai andata in scena fu invece il corpo centrale del romanzo che aveva l’inizio e la fine identici alla versione televisiva, ma aveva un sapore più realistico e malinconico. Un bel romanzo a mio avviso.
Recentemente ha adattato alcune delle sue sceneggiature, come La mia vita con Daniela e Dov’è Anna, in una serie di romanzi, il passaggio da un medium all’altro è stato complesso da elaborare? 
Non per correggerla ma il romanzo Dov’è Anna è uscito nel 1976 pochi mesi dopo la fine del teleromanzo e fu un buon successo, anche se i lettori conoscevano già l’esito della storia.  Un paio di anni fa un editore giovane, la 21 edizioni 0 ci chiese di ristamparlo, noi ci rimettemmo mano lavorando soprattutto sullo stile di scrittura rendendo ancora più secco e realistico, lasciando intatta la storia e soprattutto l’epoca di ambientazione. Dagli anni settanta a oggi la tecnica ha creato innovazioni, basti pensare al cellulare, che modificano molto la nostra vita quotidiana e cambiano il modo di ricercare una persona scomparsa, quindi la storia di Anna andava lasciata in quell’epoca e in quella società italiana di allora.  Il lavoro è andato bene e ha creato anche una versione albanese Ku este Ana? pubblicato l’altro anno, spero con successo.
Sempre nel 1976 anno ottimo per me e Diana, pochi mesi dopo Dov’è Anna? in televisione creò successo e scalpore La mia vita con Daniela, una storia misteriosa basata su l’altra faccia della realtà quella che non si vede e spesso proprio per questo non si capisce. Il tema ci sembrava talmente affascinante che decidemmo di farne un romanzo cambiando il titolo nel più esplicito Chiunque io sia dove una donna s’interroga sulla sua vera identità e sulla possibilità che cose che riteniamo assurde e impossibili possono succedere anche a noi, cosiddette persone normali. Il ritratto di una donna che ci affascina e ci coinvolge sia se ci appare sugli schermi televisivi sia sulle pagine di un libro.  Continuo a ripetere che le storie, quando sono valide, non sono influenzate dal mezzo di comunicazione, importante è conoscere le differenze dei vari linguaggi e sapere agganciare il pubblico, coinvolgendolo. Non è una regola generale ma se uno sa scrivere per il cinema e per la televisione o per la radio sa anche scrivere romanzi, basta dedicare più tempo allo stile di scrittura, ma se questo è condizionato dalla tua capacità di raccontare per immagini non è un difetto ma anzi un pregio. Mi piace quando il lettore mi dice che, mentre leggeva, vedeva la scena. Io ne sono felice, non amo la letteratura che si arrotola su se stessa e ha un respiro corto. Personalmente ho sempre trovato divertente e affascinante raccontare una storia, con linguaggi differenti, mi sembra una sfida che vale la pena affrontare e vincere. A volte mi sembra di esserci riuscito.
Crede che la Rai, con il passar del tempo, si sia standardizzata troppo, producendo serie su temi ormai usurati, come la famiglia e il giallo di stampo classico?
Il difetto sta nella serialità che produce per antonomasia ripetizione e nella fedeltà tardiva a m modello americano di serie a episodi che in Usa hanno in parte abbandonato, per seguire il modello europeo italiano e francese. Cioè il romanzo sceneggiato in poche puntate, la cosiddetta miniserie, facilmente ripetibile se ha successo, con seguiti sempre strutturati però in forma di romanzo. La differenza sta nello spessore che si dà alla trama e ai personaggi: nelle serie a episodi da un lato ci sono i protagonisti che hanno storie personali e caratteri ben definiti ma vengono investiti da vicende sempre diverse che hanno respiro corto anche per la necessità di risolversi in pochi minuti per lasciare il passo a altre storie. La struttura del romanzo televisivo è la stessa di ogni romanzo letterario e varia a seconda del genere ma permette di offrire un panorama vasto e differenziato; in Italia dove siamo stati i re di questo genere abbiamo finalmente ricominciato a fare qualcuno ma ci vuole tempo perché le cose migliorino: gli autori di oggi si devono adeguare a regole diverse, gli attori della fiction attuali sono molto carenti e la dimostrazione è data dagli esempi al contrario: quando ci sono attori del calibro di Zingaretti, di Marco Gialini e testi nati da romanzi il successo non manca. Io sono ottimista, la ripresa ci sarà anche se si continua nell’errore di non sfruttare i cosiddetti maestri, ultimi superstiti. Il mio è un conflitto d’interessi, spero di potermelo permettere.
Quali sono i suoi progetti futuri?
Scrivere tante altre storie soprattutto per la letteratura perché per la televisione sono considerato vecchio, ma la cosa non mi fa arrabbiare molto perché quelli che la dirigono ai vari livelli sanno poco di televisione ed è più interessata a inseguire il pubblico, il segreto dei dirigenti degli anni sessanta era che loro il pubblico lo creavano, con il lancio di proposte molto varie fra loro. Si viveva in regime di monopolio ma la concorrenza non è sempre sinonimo di benessere e di felicità.
Io adesso mi occupo soprattutto di diritto d’autore, sono stato nel consiglio di gestione della Siae per quattro anni, adesso vedremo se con le prossime elezioni qualcosa cambierà, la cosa pericolosa è che stanno cercando di inserire la concorrenza anche nel campo della tutela del diritto d’autore e questo è un male non un bene, perché alla fine lede i sacrosanti diritti degli autori. Il nostro diritto non è una merce ma è un valore sacro: la libertà di creare.
Io continuo a scrivere libri per il gusto di farlo, mi godo che fra qualche mese uscirà un volume dedicato alla mia opera, scritto da persone che stimo e che considero amici, mi batto per i diritti degli autori, anche a livello internazionale il che mi permette anche di fare bellissimi viaggi e di conoscere nuovi amici, infine cerco di vivere al meglio. Mi rende felice lo stupore che leggo negli occhi della gente, quando, dopo avermi visto in azione, scoprono la mia età.
In realtà sono molto vicino ai sessant’anni di carriera e ho cominciato che ne avevo diciotto. Fate i conti …
I grandi sceneggiati Rai: domande a Biagio Proietti Biagio Proietti, sceneggiatore, autore, regista, negli ultimi anni ha pubblicato romanzi gialli ma principalmente il suo nome è comparso in molti lavori in televisione o al cinema.
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ussgbabbiategrasso · 6 years
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USSGB: IL CUORE NON BASTA, VINCE CAVA MANARA!
23^giornata USSGB HR SOLUTIONS Abbiategrasso-Nova Basket 2003 81-90 (28-24; 14-25; 23-25; 16-16)
Tabellino: Fiora; Marcone; Mezza; Invernizzi B. 20; Orlandi 29; Mellera ne; Signorini ne; Muzio 6; Zanellati 15; Ferretti 2; Invernizzi G. 9; All.re Gerosa
di Andrea Rizzonelli
Nuova prestazione di alto livello per l'USSGB al cospetto di una delle principali protagoniste del campionato. Davanti ad una buona cornice di pubblico va in scena una partita ad alto punteggio, dai ritmi elevati, con l'Ussgb che cerca in ogni modo di porre fine alla lunga striscia di sconfitte, che ad oggi è arrivata a quota 14.
L'inizio di partita sembra la fotocopia delle ultime uscite: dopo una prima fase equilibrata (7-6 al 2'), l'Ussgb fatica a trovare la quadratura difensiva, permettendo così agli ospiti di portarsi subito a +7 sul 12-19 al 4'. Chiuse finalmente le maglie in difesa, sono i fratelli Invernizzi e Orlandi a confezionare il contro parziale di 10-0 per il sorpasso sul 22-19 e saranno ancora Bruno Invernizzi e Zanellati a realizzare le due triple che portano l'Ussgb alla prima pausa in vantaggio sul 28-24. In apertura di seconda frazione due tiri liberi di Gio Invernizzi valgono il massimo vantaggio a +6 sul 30-24, ma la reazione di Cava Manara non si fa attendere e si concretizza con un parziale di 11-1 per il 31-35 al 24'. L'ottimo impatto di Ferretti dalla panchina dà la scossa all'Ussgb, che ritrova fiducia e si riporta avanti sul 38-35 grazie ai canestri di Zanellati, Orlandi e Bruno Invernizzi; al 27' Orlandi realizza il canestro della parità sul 40-40, ma i minuti finali del quarto sono appannaggio di Cava Manara, che va così negli spogliatoi sul 42-49 in proprio favore.
Alla ripresa delle ostilità, la connection dei fratelli Invernizzi si rimette subito all'opera: prima Giovanni si esibisce in una tripla frontale per il -4 (45-49), poi Bruno realizza uno splendido canestro, servito da un assist pregevole proprio dello stesso Giovanni per il 47-53 al 22'. A suon di triple Cava Manara prova a scavare il primo solco (52-65 al 25'), ma Orlandi cerca in ogni modo di non farla scappare via, segnando canestri a ripetizione e divenendo il punto di riferimento dell'attacco abbiatense. Chiuso il terzo periodo sul 65-74, due triple frontali del lungo ospite portano il distacco a -15 sul 65-80 al 32' e, vista la grande difficoltà dell'Ussgb nel mettere punti a referto in questa fase, al 35' la situazione rimane pressoché invariata sul punteggio di 68-80. Quando l'incontro appare ormai saldamente nelle mani di Cava Manara, le triple in sequenza di Zanellati, Orlandi e Bruno Invernizzi sembrano aprire lo spiraglio ad una rimonta tanto che, con la tripla realizzata da Orlandi a 1'14'' dal termine, la partita è completamente riaperta sull'81-85. All'uscita dal timeout, Cava Manara sbaglia la propria conclusione in attacco, dando la possibilità all'Ussgb di avvicinarsi ulteriormente; purtroppo però Orlandi, reso poco lucido dalla stanchezza, sbaglia la scelta offensiva, perdendo malamente palla e propiziando il contropiede ospite, chiuso con la giocata da tre punti che manda i titoli di coda sul match (81-88 a 45'' dalla sirena finale).
Prossimo appuntamento: domenica 25 marzo a Settimo Milanese per la sfida contro il Settimo Basket. Palla a due alle 18.30!
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senioresmortara · 7 years
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IL TORNEO “RONDINELLA SESTO 2017″ E’ DELLA EXPO INOX
Nella finale in programma ieri al PalaRondinella di Sesto San Giovanni, la EXPO INOX vince per 77-57 e fa suo il torneo 2017 organizzato dalla Società milanese.
In evidenza il quintetto iniziale e un buon Rinaldi, per l’occasione sesto uomo.
Inizia molto bene il CUS PoliMI che prende qualche punto di vantaggio e ribatte colpo su colpo fino a quando Cattaneo e Dronjak, sugli altri, non cambiano marcia e iniziano a mettere le mani sulla partita.
Nella seconda parte poi anche gli altri alzano i giri del motore, soprattutto in difesa, e il gap viene fuori tutto.
Il terzo posto è della Rondinella che prevale su Villasanta.
Ora l’ultima amichevole mercoledì 20/9 alle 19 al PalaGuglieri dove arriverà la Mamy Oleggio di coach Franco Passera e poi il via ufficiale alla stagione 2017/2018 sul campo della neo-promossa Cerro Maggiore, domenica prossima alle 18.
EXPO INOX MORTARA - CUS PoliMI  77-57
(22-13, 37-26, 64-41)
Mortara: Orlandi, Mezza, DRONJAK 20, Bossi 5, Invernizzi B. 2, PONTISSO 2, SPRUDE 11, CATTANEO 18, FERRETTI 5, Rinaldi 14. All. Zanellati, vice Gerosa.
CUS PoliMI: ZELENOVIC 11, Benatti, Abri 4, Conago, SALIANI 12, Coscione 2, Ponteri 2, BUCCI 4, Fiorini 4, Cavicchioli, ARRIGO 10, MIDREUDI 8. All. Benedetto, vice Palmarini.
Mortara, 18/9/2017
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littlejackmua · 6 years
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♥️♦️MAMA, JUST KILLED A MAN♣️♠️ Ph @simonecasconi Ph assistant @bibiventurelli Model @milkshakeroom H&M by me Style by @camilla_rizzolo Assistant @giovannigerosa@monicaamenduni @gianpaolopirovano 
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littlejackmua · 6 years
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ussgbabbiategrasso · 6 years
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L'USSGB REGALA IL PRIMO TEMPO, GAREGNANO CORSARA!
17^giornata USSGB HR SOLUTIONS Abbiategrasso-Polisportiva Garegnano 62-74 (10-19; 11-16; 21-19; 20-20)
Tabellino: Fiora 4-Marcone 19-Mezza 3-Orlandi 12-Invernizzi B. 5-Karadakov-Filipponi 12-Signorini ne-Muzio-Ferretti ne-Invernizzi G. 7-All.re Gerosa
di Andrea Rizzonelli
Solite luci e solite ombre: le partite dell'Ussgb continuano ad essere caratterizzate dal medesimo canovaccio, che vede alternare momenti di buona pallacanestro corale ad altrettanti di buio e di confusione in entrambe le metà campo. Regalare un tempo, soprattutto per una squadra che non ha l'esperienza per recuperare parziali importanti durante la partita, significa inevitabilmente consegnarsi nelle mani degli avversari. 
I primi 20 minuti vedono l'Ussgb faticare nel trovare il ritmo partita; nel primo quarto solo Marcone trova con continuità il fondo della retina, ma le amnesie difensive concedono a Garegnano troppi canestri facili (10-19 al 10'). Nei primi minuti del secondo periodo una ritrovata unità difensiva contiene le iniziative degli ospiti, mentre una tripla di Orlandi, un canestro in penetrazione di Filipponi e due liberi di Bruno Invernizzi confezionano un parziale di 7-0 per il 17-23 al 13'. Purtroppo la grande difficoltà nel realizzare altri canestri consente alla Polisportiva Garegnano di allungare nuovamente nel punteggio e di arrivare all'intervallo con un vantaggio in doppia cifra sul 21-35.
Alla ripresa un caldissimo Filipponi e Giovanni Invernizzi realizzano i canestri per rientrare a -6 sul 29-35 al 22' e una tripla di Fiora vale il -8 (32-40) al 25'. Nei minuti finali del quarto è poi Orlandi a caricarsi sulle spalle l'attacco dei biancazzurri, segnando a ripetizione dal campo e dalla lunetta; nonostante questa buona produzione offensiva, Garegnano riesce a ribattere colpo su colpo e a chiudere il periodo avanti ancora in doppia cifra sul 42-54. Un gioco da tre punti di Giovanni Invernizzi e una tripla di suo fratello Bruno ci tengono in partita a -9 (48-57) al 32', una tripla di Mezza e un canestro dall'angolo ancora di Giovanni Invernizzi ci portano sempre più vicini a -6 sul 53-59. Gli ospiti, però, mantengono la calma: con due triple consecutive riallungano nuovamente a +12 (53-65) e con un gioco da tre punti chiudono virtualmente le ostilità già a quattro minuti dal termine sul 55-68. A nulla serve il tentativo disperato dei nostri ragazzi di allungare la difesa a tutto campo per cercare di mettere pressione ad un avversario che, con grande lucidità, mantiene il vantaggio in doppia cifra fino alla sirena finale. Peccato perché giocando tutta la partita con l'intensità vista sul campo nel secondo tempo, forse, si sarebbe potuto ottenere un risultato diverso.
Prossimo appuntamento: domenica prossima, in trasferta, sul parquet del San Giuseppe Arese. Palla a due alle ore 17:30!
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senioresmortara · 7 years
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AL TORNEO “RONDINELLA SESTO 2017″ E’ PIU’ CHE BUONA LA PRIMA!
Al torneo di Sesto San Giovanni, in programma oggi (semifinali) e domani (finali) la EXPO INOX ha facilmente ragione del Team Villasanta 86 per 85-52; nell’altra semifinale epilogo al cardiopalma con CUS PoliMI che sorpassa i padroni di casa nei secondi finali e vince 78-77.
I gialloblu mortaresi partono al fulmicotone e dopo il primo canestro dei brianzoli vanno, con un parziale di 25-0, sul 25-2, con Rinaldi e Cattaneo sugli scudi. Sembra già finita, ma in realta Moscatelli e compagni si riprendono nel secondo e nel terzo parziale, andando a ricucire addirittura fino al -4. Poi sale in cattedra Dronjak che cambia passo e fa giocare i suoi con grande ritmo e incisività fino al +33 finale.
Domani alle 17 la finalina per il 3° posto tra la Rondinella Sesto San Giovanni e il Team Villasanta 86, alle 19 la finale tra la EXPO INOX Mortara e il CUS PoliMI.
Team Villasanta 86 - EXPO INOX MORTARA 52-85
(9-28, 31-41, 43-57)
Villasanta: Moscatelli 2, PASSONI 10, Saini, Favalessa F. 7, FAVALESSA M. 6, MUNGIOVI’ 10, Pagani 4, Barzetta 3, Vivian, CAROLO 4, GRILLO 6. All. Silvestri, vice Marcuzzi.
Mortara: Orlandi 2, Mezza 2, DRONJAK 7, Bossi 7, Invernizzi B., PONTISSO 10, SPRUDE 8, CATTANEO 25, Ferretti 10, RINALDI 14. All. Zanellati, vice Gerosa.
Mortara, 16/9/2017
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senioresmortara · 7 years
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LA STAGIONE 2017-2018 AL VIA LUNEDI’ 21/8
Prenderà il via lunedì prossimo 21 agosto alle 19 al palaGuglieri di Mortara la stagione 2017/2018 del BASKET TEAM BATTAGLIA MORTARA.
Al timone della C Gold del Presidente Riccio, per il 13° anno consecutivo (record assoluto in tutte le categorie italiane) coach Alfonso Zanellati che guiderà la prima squadra coadiuvato in prima assistenza da Enrico “Gerry” Gerosa e in seconda da Mattia Marcone; a far scattare i garretti dei 12 (al momento) convocati, come sempre, il preparatore fisico prof. Alessandro Caminiti che governerà gran parte delle sedute per le prime due settimane di attività.
Il programma vedrà doppia seduta per le prime due settimane (indicativamente alle 10,30 del mattino, anche outdoor, e alle 19) dal lunedì al venerdì; già fissato anche il calendario delle amichevoli, che è il seguente:
30/8 ore 19 vs. Alessandria al PalaGuglieri;
2/9 ore 18,30 vs. Vigevano a Vigevano (PalaBasletta);
5/9 orario da definire vs. Oleggio a Castelletto Ticino (PalAmico);
13/9 ore 18 vs. Alessandria ad Alessandria (PalaCima);
16/9 e 17/9 Torneo di Sesto San Giovanni.
Ecco anche l’elenco dei convocati:
Luca BOSSI - 1996 - G - 1,93 m,
Nicolò CATTANEO - 1988 - G - 1,87 m,
Alete FERRETTI - 1995 - A - 1,96 m,
Eugenio FILIPPONI - 1999 - A - 1,95 m,
Bruno INVERNIZZI - 1999 - PM - 1,86 m,
Filippo MARCONE - 2000 - PM - 1,77 m, 
Edoardo MEZZA - 1999 - A - 1,97 m,
Daniel Christiaan MUZIO - 2001 - A - 1,96 m,
Massimiliano ORLANDI - 2000 - PM/G - 1,83 m,
Stefano PONTISSO - 1993 - PM/G - 1,90 m,
Andrea Patrik RAO - 1999 - A - 1,91 m,
Luca RINALDI - 1996 - A/C - 2,02 m.
Mortara, 17/8/2017
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