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#esistenzialismo
ideeperscrittori · 3 months
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QUELLO CHE NON HO MAI IL CORAGGIO DI DIRE
Poliziotto: «Cosa ci fa qui?».
(Da qualche parte devo pur essere. Stavolta sono qui. In passato mi è capitato di essere lì e là. Lei, per esempio, cosa ci fa qui? Come mai proprio qui e non lì o addirittura là? Solo io devo giustificarmi? Non posso mica sparire nel nulla. Per questo sono qui. Sono sempre da qualche parte. È una mia abitudine. È un vizio che non riesco a togliermi. Mi capita perché sono un'entità che è sempre collocata in qualche punto dello spazio-tempo. Ecco perché sono qui, genio!)
Io: «Sto passeggiando». Poliziotto: «Mi dia un documento». [L'Ideota]
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i-am-deli · 4 months
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Heidegger chiamava “uneigentlich” (inautentica) la vita di coloro i quali rifiutavano di costruire sé stessi e di progettare la propria esistenza. Ciò genera infelicità: essere intrappolati nel presente e sentirsi incapaci di immaginarsi diversi. Heidegger ci mostra lo sconfinatezza delle nostre possibilità e il potere del nostro scegliere. Se ci sentiamo insoddisfatti, scegliamoci diversi! Costruiamoci.
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gregor-samsung · 1 year
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“ Agli occhi del marxista la lotta di classe non è in nessun modo il combattimento tra il Bene e il Male: è un conflitto di interessi tra gruppi umani. Ciò che induce il rivoluzionario ad adottare il punto di vista del proletariato è anzitutto il fatto che questa classe è la sua, poi il fatto che è la classe oppressa, che è la classe di gran lunga più numerosa e la sua sorte, per conseguenza, tende a confondersi con quella dell'umanità, infine che le conseguenze della sua vittoria necessariamente comporteranno la soppressione delle classi. Lo scopo del rivoluzionario è quello di cambiare l'organizzazione della società. E per ottenerlo occorre senza dubbio distruggere il vecchio regime, ma questo non basterebbe: prima di tutto conviene costruire un ordine nuovo. Se per assurdo la classe privilegiata volesse concorrere alla costruzione socialista e si avessero prove manifeste della sua buona fede, non ci sarebbe alcuna ragione valida per respingerla. E se è assai improbabile che essa offra di buon grado il suo concorso ai socialisti, è perché la sua stessa situazione di classe privilegiata glielo impedisce, non certo per chissà quale demone interiore che la spingerebbe suo malgrado ad agire male. In tutti i casi, delle frazioni di questa classe, se se ne staccano, possono sempre essere aggregate alla classe oppressa e queste frazioni saranno giudicate dai loro atti, non dalla loro essenza. «Me ne infischio della vostra essenza eterna», mi diceva un giorno Politzer. Per il manicheista antisemita invece l'accento è posto sulla distruzione. Non si tratta di un conflitto di interessi, ma dei danni che una potenza malvagia causa alla società. Di conseguenza, il Bene consiste innanzitutto nel distruggere il Male. Sotto l'acredine dell'antisemita si nasconde l'ottimistica convinzione che l'armonia, una volta soppresso il Male, si ristabilirà da sola. Il suo compito è dunque esclusivamente negativo. Non si tratta di costruire una società, ma solamente di purificare quella che esiste. Per ottenere questo scopo, il concorso degli ebrei di buona volontà sarebbe inutile ed anzi nefasto e d'altra parte un ebreo non potrebbe essere di buona volontà. Cavaliere del Bene, l'antisemita è sacro, l'ebreo è pure lui sacro a suo modo: sacro come gli intoccabili, come gli indigeni colpiti da un tabù. Così la lotta viene condotta su un piano religioso e la fine del combattimento non può essere altro che una distruzione sacra. I vantaggi di questa posizione sono molteplici: per prima cosa, essa favorisce la pigrizia dello spirito. Abbiamo visto che l'antisemita non capisce niente della società moderna, sarebbe incapace di concepire un piano costruttivo; la sua azione non può collocarsi al livello della tecnica, ma si mantiene sul terreno della passione. Ad una impresa di largo respiro egli preferisce un'esplosione di rabbia analoga all'amok dei malesi. La sua attività intellettuale si rifugia nell'interpretazione: cerca negli avvenimenti storici il segno della presenza d'una potenza malvagia. Da ciò quelle invenzioni puerili e complicate che lo rendono simile ai grandi paranoici. Ma d'altra parte l'antisemitismo convoglia le spinte rivoluzionarie verso la distruzione di determinati uomini, non delle istituzioni; una folla antisemita crederà d'aver fatto abbastanza quando avrà massacrato alcuni ebrei e bruciato qualche sinagoga. Rappresenta dunque una valvola di sicurezza per le classi possidenti che incoraggiandolo sostituiscono ad un odio pericoloso contro il regime un odio benigno contro dei privati. “
Jean-Paul Sartre, L'antisemitismo. Riflessioni sulla questione ebraica, introduzione di Filippo Gentili, traduzione di Ignazio Weiss, Mondadori (collana Oscar / Saggi), 1990. [Libro elettronico]
[ 1ª Edizione originale: Reflexions sur la question juive, Gallimard, novembre 1946 ]
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manuela-zoe · 9 months
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Tutto quello che so della mia vita mi sembra d’averlo appreso dai libri.
La nausea, Jean-Paul Sartre
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fotoecitazioni · 11 months
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Esistenzialismo
"L'esistenzialismo non è così ateo da logorarsi mostrando che Dio non esiste. Piuttosto, dichiara che anche se Dio esistesse, ciò non cambierebbe nulla"(Fëdor Dostoevskij).
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Patti
La provincia è un vestito ristretto, non entra più dopo sciagurati lavaggi in calmi vortici, non c’è spazio invidiato che per pochi viscidi ego muoviti verso l’estinta New York di Patti Smith lì forse canterai al microfono di chi ti somiglia, la poetessa del rock è in cerca di parole nuove ma vissute, è bastato il silenzio di un lutto [a trovarle rimandi ancora la partenza per bagagli…
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empathicsoul · 10 months
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ci guarireremo con talmente tante pezze date da altre persone che quando sarà ora di guardarci allo specchio saremo un quadro di Picasso.
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princessofmistake · 2 years
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«Ma se l’anima sceglie il proprio daimon e sceglie la propria vita, quale capacità di decisione ci rimane?» si chiede Plotino. Dov’è la nostra libertà? Tutto ciò che viviamo e chiamiamo nostro, tutte le nostre faticate decisioni devono essere, in verità, predeterminate. Siamo intrappolati dentro il velo dell’illusione, convinti di essere gli autori della nostra vita, quando invece la vita di ciascuno è già scritta nella ghianda e noi non facciamo altro che realizzare il piano segreto inciso nel cuore. La nostra libertà, si direbbe, consiste soltanto nello scegliere ciò che la ghianda si prefigge.
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sxnshinedaisies · 1 year
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Poi, cupo, come a se stesso:
L'UOMO DAL FIORE: Ma mi serve. Mi serve questo.
L'AVVENTORE: Le serve? Scusi… che cosa?
L'UOMO DAL FIORE: Attaccarmi così – dico con l'immaginazione – alla vita. Come un rampicante attorno alle sbarre d'una cancellata.
Pausa
Ah, non lasciarla mai posare un momento l'immaginazione: aderire, aderire con essa, continuamente, alla vita degli altri… – ma non della gente che conosco. No, no. A quella non potrei! Ne provo un fastidio, se sapesse, una nausea. Alla vita degli estranei, intorno ai quali la mia immaginazione può lavorare liberamente, ma non a capriccio, anzi tenendo conto delle minime apparenze scoperte in questo e in quello. E sapesse quanto e come lavora! fino a quanto riesco ad addentrarmi! Vedo la casa di questo e di quello; ci vivo; mi ci sento proprio, fino ad avvertire… sa quel particolare alito che cova in ogni casa? nella sua, nella mia. Ma nella nostra, noi, non l'avvertiamo più, perché è l'alito stesso della nostra vita, mi spiego? Eh, vedo che lei dice di sì...
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reportagediuncane · 1 year
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La mia prima raccolta di poesie è acquistabile su Amazon: https://www.amazon.it/dp/B0BRYWHZL6
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ideeperscrittori · 6 months
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– Come stai?
– Male.
– Ti è successo qualcosa?
– No. È questo il punto.
– Cioè?
– Nella mia vita non succede più niente.
FINE
[L'Ideota]
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onewithnoname · 2 years
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Frammenti dei Karamazov.
“fratello, permetti che faccia un’altra domanda: un uomo ha forse il diritto di decidere, guardando gli altri, chi di loro sia degno di vivere e chi non ne sia più degno?”
“[…] Quanto al diritto: chi non ha il diritto di desiderare qualcosa?”
“Ma non la morte di un altro essere umano!”
“ E se pure fosse la morte di un altro essere umano? a che serve mentire a se stessi, quando tutti gli uomini vivono in questo modo e forse non potrebbero vivere altrimenti.”
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gregor-samsung · 2 years
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“ «In questo momento sono molto severi, in fatto di aborti». «Lo so» disse Matteo «ogni tanto se ne ricordano. Mettono in prigione qualche poveretto senza protezioni, ma i grandi specialisti non sono mai seccati.» «Vuoi dire che questo è ingiusto» disse Giacomo. «Sono proprio del tuo parere. Ma non ne disapprovo del tutto i risultati. Per forza di cose i tuoi poveretti sono degli erboristi o delle creatrici di angeli che rovinano le donne con sudici strumenti; le retate operano una selezione, è già qualcosa.» «Insomma» disse Matteo, che ormai non ne poteva più «sono venuto qui per chiederti quattromila franchi.» «E...» disse Giacomo «sei ben sicuro che l'aborto sia conforme ai tuoi principii?» «Perché no?» «Non so, sei tu che lo devi sapere. Sei pacifista perché rispetti la vita umana e poi vuoi distruggere un'esistenza.» «Sono assolutamente deciso» disse Matteo. «E poi, ti sbagli, perché io sono, forse, pacifista, ma non rispetto la vita umana.» «Ah! credevo...» disse Giacomo. Osservava Matteo con divertita serenità. «Eccoti dunque nella pelle di un infanticida! Ti sta veramente male, mio povero Teo.» «Teme che mi prendano», pensò Matteo: «non mi darà neanche un soldo.» Avrebbe dovuto potergli dire: se paghi non corri alcun rischio, perché mi rivolgerei ad un uomo esperto che non si trova sugli elenchi della polizia. Se rifiuti, sarò costretto a mandare Marcella da una erborista, nel qual caso non garantisco nulla, dato che la polizia le conosce tutte e può pescarle da un giorno all'altro. Ma argomenti come questi erano troppo diretti per far presa su Giacomo; Matteo disse soltanto: «Un aborto non è un infanticidio». Giacomo prese una sigaretta e l'accese: «Sì» disse con indifferenza. «Ne convengo: un aborto non è un infanticidio, ma un assassinio "metafisico"». Aggiunse serio: «Mio povero Matteo, non ho da fare obiezioni contro l'assassinio metafisico, così come non ne faccio contro i delitti perfetti. Ma che "tu", tu commetta un assassinio metafisico... tu, proprio tu...» E fece schioccare la lingua con aria di rimprovero: «No, decisamente no, sarebbe una nota falsa». “
Jean-Paul Sartre, L'età della ragione, traduzione di Orio Vergani, Milano, Bompiani, 1963⁸; pp. 143-144.
[ Edizione originale: L'âge de raison, Gallimard, 1945 ]
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cuore-nellombra · 2 years
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Ogni giorno mi illudo.
Mi illudo di poter essere felice,
Mi illudo di essere importante,
Mi illudo di esistere,
Mi illudo di vivere
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antonelladallomo · 14 days
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L'ESISTENZIALISMO
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