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#dissetare
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“Così…
DISSETO la mia
e SODDISFO la tua…
peccaminosa VOGLIA.”
Il Silente Loquace ©
— @ilsilenteloquaceblog
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enterocezione · 5 months
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Parliamo del fatto che nel parco ci sono ben due fontanelle per i cani e zero per gli esseri umani.
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elperegrinodedios · 3 months
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Ti sto pensando e sto brindando con te, no non sono con gli amici, sono rimasto qui a casa solo per stare con te e, per brindare con te che sei la mia compagna di cammino più reale della realtà e, più vera e sincera del buon vino d'annata. Già, ti auguro tutto e niente. Tutto ciò che ti fa felice, e niente di quello che può inficiare la tua felicità. Niente che ti faccia soffrire ancora. Tutto invece che possa sfamare e dissetare la tua anima. Che tutto il meglio possa accarezzare il tuo cuore. 🤍
lan ✍️
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sarahpch · 9 months
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Allargami il buco, squarcialo, divoralo, liscialo con la lingua. Annienta il poco spazio, dilatalo, frugalo, fino a renderlo elastico, viscido, accogliente. Fino a riempirmi del tuo fiume caldo a farmi ondeggiare il ventre per sentirlo aderire meglio.
E poi tendere le mani ad anfora e raccogliere il tuo succo, porgerle alla bocca, invitarmi a dissetare la bianca arsura, intimarmi di bere, senza fretta per scrutare bene la mia bocca che si gonfia.
Ora posso ululare, la luna mi è stata fedele ed io a te, ora qui in ginocchio attendo che il tuo piede mi schiacci ancora il viso contro il pavimento ruvido.
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vividiste · 9 months
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Fonte Fb🐦
Ci risiamo come ogni anno, con la caduta dei rondoni dai tetti, per il forte caldo.😞
Consigli di primo soccorso, nell'attesa o in mancanza di aiuti da parte dei centri adatti di cura.
I rondoni recuperati, si possono tenere in uno scatolo, in un luogo fresco, e dissetare con qualche goccia d'acqua con una siringa senz'ago.
Come cibo, il pastone per insettivori che trovate nei pet shop, va bene, nella misura di una parte di quello e 3 di carne macinata magra. Gli si danno 3-4 palline di questo miscuglio, della grandezza di un seme di limone, ogni due ore circa, durante tutto il giorno, seguite da qualche goccia d'acqua. Il pastone, una volta fatto, si può anche congelare a polpettine, e scongelare ogni giorno la quantità necessaria per sfamarli quotidianamente.
Quando i piccoli avranno le ali a riposo che superano in lunghezza di un
paio di cm la coda, probabilmente sono pronti a volare e quindi si possono portare in un giardino, tenerli sul palmo della mano a un paio di metri di altezza e dargli una spintarella per fargli provare a spiccare il volo.
Crescono in pochi giorni e dargli libertà e nuova vita arricchisce la propria anima.
Buon volontariato a tutti.🥰
Canuzzi compagni di strada ®
Il volontariato in aiuto alla vita tutta.🙏
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pataguja61 · 1 year
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E mentre il ricordo si cristallizza scandito dalle date, nuovi particolari affiorano come minuscole creature marine, anfibi assetati di respiro boccheggiano in superficie senza avere il coraggio di uscire completamente dall' acqua.
La realtà è un' impietosa fonte di sale, più cerchi di dissetare i tuoi interrogativi, più aumenta la sete di conoscere le risposte.
Non si può evitare di vedere, non si può evitare di pensare. Accettare è un modo per sentire meno le zavorre, sentirle meno però non vuol dire eliminarle.
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haiku--di--aliantis · 3 months
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Ogni giorno ha la sua gioia nascosta. Basta saperla riconoscere in mezzo al frastuono della vita e apprezzarla per ciò che è: un piccolo dono comunque molto importante. E che può bastare a dissetare un cuore assetato di lei. Ad accarezzare e alleviare la solitudine.
Aliantis
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Solitude (Pasquale Grasso e Samara Joy)
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a-dreamer95 · 24 days
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Ogni giorno faccio azioni ripetitive perché ho dei bisogni che devo soddisfare: mangiare, bere, dormire. E mi tocca lavorare per soddisfare questi miei bisogni, ed allora mi chiedo che senso abbia tutto questo. E di nuovo mi sveglio, e la routine inizia e mi chiedo ancora il senso. Assurdo che per sopravvivere io debba lavorare ogni santissimo giorno della mia esistenza. Quindi lavorare è obbligatorio, quindi lavorare è essenziale, anche se non mi va.
Ogni giorno mi sveglio con il peso dei bisogni che mi costringono ad agire: mangiare per nutrire il corpo, bere per dissetare la sete, dormire per ricaricare le energie consumate dalla giornata precedente.
Eppure, anche se queste azioni sono vitali per la mia sopravvivenza, non posso fare a meno di interrogarmi sul significato dietro a questo inesorabile, incessante e implacabile susseguirsi di eventi.
Lavorare è diventato un altro tassello inevitabile nella mia routine quotidiana. È un'attività necessaria per soddisfare quei bisogni primari che mi costringono ad alzarmi ogni mattina. Ma mentre mi trovo immersa nelle mie mansioni quotidiane, mi assale un senso di smarrimento. Che senso ha tutto questo? Perché devo spendere gran parte della mia vita in un lavoro che spesso mi appare come un peso, un obbligo da sopportare piuttosto che una fonte di soddisfazione?
E così, mentre la giornata scorre e le ore si susseguono, mi ritrovo costantemente a domandarmi se c'è un vero scopo dietro a tutto ciò. È assurdo che la mia esistenza sia così strettamente legata alla necessità di lavorare per sopravvivere. Ma forse è proprio questa la triste realtà della condizione umana: una costante lotta per soddisfare i bisogni più basilari, una corsa senza fine verso un obiettivo che spesso sembra sfuggire alla nostra comprensione.
Eppure, nonostante tutto, so che il lavoro è essenziale per la mia esistenza. È attraverso di esso che posso garantire il cibo sul tavolo, il tetto sopra la testa, le cure necessarie in caso di malattia. Anche se a volte può sembrare un peso insostenibile, devo accettare che il lavoro è una parte inevitabile della vita. E così, giorno dopo giorno, mi sveglio e affronto la mia routine con rassegnazione, consapevole che il lavoro è ciò che mi permette di continuare ad esistere in questo mondo.
Mi accorgo che forse il senso sta proprio nel fatto di ripetere le stesse azioni che sembrano sempre uguali ma che cambiano ogni giorno, io cambio ogni giorno fino a che le rughe non solcheranno interamente il mio viso, ancora puro ed innocente. Fino alla mia morte. 💔
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gianlucacrugnola · 2 months
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Mark Lanegan - Whiskey For The Holy Ghost
Il miglior distillato americano scelto per dissetare e rinfrancare demoni e spiritualità in conflitto, un posacenere con mozziconi di sigarette e di lato la Bibbia; è questa la mise en place preparata, scelta dell’oscuro Mark Lanegan per tuffarsi nelle dipendenze raccontando, affrontando l’autodistruzione scelta come doloroso processo compositivo, un patto con le più drammatiche afflizioni umane…
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fermatiqui · 9 days
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C'era finalmente nei tuoi occhi qualcosa di vero, di puro, di limpido.
C'era qualcosa che splendeva e risplendeva come una stella.
Qualcosa che avrebbe potuto donare la vita e dissetare un arido cuore. C'era una lacrima.
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myandale31 · 8 months
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Ti porgo un sorso di stelle, per dissetare ogni tuo sogno...💫
𝑅.𝐿.
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intotheclash · 2 months
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Un fiotto di sangue che bagna appena senza dissetare questa polvere di sogni imprigionata fra l'essere  e il divenire. Solo questo io sono.
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cywo-61 · 1 year
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Ed è difficile trovare chi riesce a dissetare e saziare il bisogno d'amore... perché sono pochi quelli capaci d'amare veramente...capaci d'amare giorno dopo giorno, un impegno costruito nel tempo.
cywo
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elperegrinodedios · 3 months
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Per me scrivere è donare, per me scrivere è accarezzare, è toccare. Scrivere, per me è nutrire scrivere è sfamare, è dissetare. Scrivere, è pace, è sfogo, benessere e salute. Scrivere, è come camminare, ed è come respirare ed amare. Sempre in movimento e sempre in viaggio, innamorato sempre più, della vita, dell'amore, di te.
lan ✍️
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principessa-6 · 6 months
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Inebriati del mio profumo fa che divenga la tua fonte di ispirazione, che ti possa saziare, dissetare, per poi non averne mai abbastanza... 💜
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alliwanttoseeismgg · 7 months
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In occasione della seconda visita della cugina Geltrude Cassi Lazzari a Recanati (colei per cui scrisse il Diario del primo amore - 1817)
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ELEGIA II
Dove son? dove fui? che m’addolora? Ahimè ch’io la rividi, e che giammai Non avrò pace al mondo insin ch’io mora.
Che vidi, o Ciel, che vidi, e che bramai! Perchè vacillo? e che spavento è questo? Io non so quel ch’io fo nè quel ch’oprai.
Fugge la luce, e ’l suolo ch’i’ calpesto Ondeggia e balza, in guisa tal ch’io spero Ch’egli sia sogno e ch’i’ non sia ben desto.
Ahimè ch’io veglio, e quel che sento è il vero; Vero è ch’anzi morrò ch’al guardo mio Sorga sereno un dì su l’emispero.
Meglio era ch’i’ morissi avanti ch’io Rivedessi colei che in cor m’ha posto Di morire un asprissimo desio:
Ch’allor le membra in pace avrei composto; Or fia con pianto il fin de la mia vita, Or con affanno al mio passar m’accosto.
O Cielo o Cielo, io ti domando aita. Che far debb’io? conforto altro non vedo Al mio dolor, che l’ultima partita.
Ahi ahi, chi l’avria detto? appena il credo: Quel ch’io la notte e ’l dì pregar soleva E sospirar, m’è dato, e morte chiedo.
Quanto sperar, quanto gioir mi leva E spegne un punto sol! com’egli è scuro Questo dì che sì vago io mi fingeva!
Amore, io ti credetti assai men duro Allor che desiai quel che m’ha fatto Miser fra quanti mai saranno o furo.
Già t’ebbi in seno; ed in error m’ha tratto La rimembranza: indarno oggi mi pento, E meco indarno e teco, amor, combatto.
Ma lieve a comportar quello ch’io sento Fora, sol ch’anco un poco io di quel volto Dissetar mi potessi a mio talento.
Ora il più rivederla oggi m’è tolto, Ella si parte; e m’ha per sempre un giorno In miseria amarissima sepolto.
Intanto io grido, e qui vagando intorno, Invan la pioggia invoco e la tempesta Acciò che la ritenga al mio soggiorno.
Pure il vento muggia ne la foresta, E muggia tra le nubi il tuono errante, In sul dì, poi che l’alba erasi desta.
O care nubi, o cielo, o terra, o piante, Parte la donna mia; pietà, se trova Pietate al mondo un infelice amante.
Or prorompi o procella, or fate prova Di sommergermi o nembi, insino a tanto Che ’l sole ad altre terre il dì rinnova.
S’apre il ciel, cade il soffio, in ogni canto Posan l’erbe e le frondi, e m’abbarbaglia Le luci il crudo Sol pregne di pianto.
Io veggio ben ch’a quel che mi travaglia Nessuno ha cura; io veggio che negletto, Ignoto, il mio dolor mi fiede e taglia.
Segui, m’ardi, mi strazia, a tuo diletto Spegnimi o Ciel; se già non prima il core Di propria mano io sterpomi dal petto.
O donna, e tu mi lasci; e questo amore Ch’io ti porto, non sai, nè te n’avvisa L’angoscia di mia fronte e lo stupore.
Così pur sempre; e non sia mai divisa Teco mia doglia; e tu d’amor lontana Vivi beata sempre ad una guisa.
Deh giammai questa cruda e questa insana Angoscia non la tocchi: a me si dia Sempre doglia infinita e soprumana.
Intanto io per te piango, o donna mia, Che m’abbandoni, ed io solo rimagno Del mio spietato affetto in compagnia.
Che penso? che farò? di chi mi lagno? Poi che seguir nè ritener ti posso, Io disperatamente anelo e piagno.
E piangerò quando lucente e rosso Apparrà l’oriente e quando bruno, Fin che ’l peso carnal non avrò scosso.
Nè tu saprai ch’io piango, e che digiuno De la tua vista, io mi disfaccio; e morto, Da te non avrò mai pianto nessuno.
Così vivo e morrò senza conforto.
O sol, vedesti in tutto il mondo mai Tanto immenso dolor quant’io sopporto?
Ed ella m’abbandona; e tu che fai, Misero? come l’alma anco ti resta? Solo, in tanto desir come vivrai?
Gelo in mirar l’orribile tempesta Che m’aspetta, e gli affanni e i pianti e l’ire. O sventurato! Ei non può far che questa
Fera vita io sostenga: io vo’ morire.
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