Tumgik
#diario dell'avvento
libero-de-mente · 6 months
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𝗗𝗶𝗮𝗿𝗶𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹'𝗔𝘃𝘃𝗲𝗻𝘁𝗼
𝟯 𝗱𝗶𝗰𝗲𝗺𝗯𝗿𝗲 𝟮𝟬𝟮𝟯
Caro diario
questa mattina, mentre ancora assonnato cercavo di calcolare le ore che mi rimanevano per tornare a letto questa sera, ho ricevuto una telefonata.
La voce dall'altro lato era concitata "Rino sono caduta, sono sul terrazzo. Ho freddo aiuto. Aiutami ti prego".
Mia madre. Oramai convivo con questa consapevolezza che in qualsiasi momento le possa capitare qualcosa. Del resto intimarle di stare ferma e non fare nulla risulterebbe, per lei, come una condanna a morte.
L'arrendersi all'evidenza che non può pulire, stendere, riassettare la casa in generale o preparare dei manicaretti al sottoscritto come ha sempre fatto sarebbe un colpo letale per lei.
Mentre correvo da mia madre pensavo al "cadere".
Chissà cosa si prova quando a cadere è il tuo corpo, ma non la tua mente e la tua anima. Dev'essere un contrasto forte, il non accettare che il corpo che ti ospita da quando sei nato sia compromesso. mentre la testa ancora vorrebbe fare mille cose.
Il mio corpo è già ceduto molte volte ma era dovuto a qualche patologia, quindi avevo una giustificazione che il mio cervello accettava come discolpa.
Una volta no, cedette anche il mio cervello. Ero disperato, troppe ingiustizie di chi credevo essere mio fratello. Fratello, diminutivo di frate, contrazione del latino frates. A sua volta, il lemma latino trova un riscontro diretto nel sanscrito bhratar, al cui interno troviamo la radice bhar-, legata all'idea di sostentamento e nutrizione.
Stesse radici. Stesso nutrimento. Stesso sangue.
Lei, mia madre, ha vissuto questo tradimento da mamma. Penso che sia ancora più terribile. Lo credo fermamente in quanto genitore anche io, non sopporterei di essere tradito da uno dei miei figli. Preferirei morire piuttosto che vivere tale condizione.
L'ho aiutata, nulla di grave per fortuna caro diario, e dopo averla scaldata e finito le faccende per la quale era caduta, ho fatto una cosa semplice. L'ho fatta ridere. Così da scaldarle il cuore e l'anima.
Natale è in questi gesti, non negli alberi addobbati e nei regali, almeno per me è così. Certo le decorazioni aiutano a vivere in allegria, ma è aiutando che secondo me si crea l'atmosfera che assaporavamo da piccoli.
Credo che oggi sia stato importante che lei si sia rialzata, questo dà forza e coraggio. Non importa come e quando cadi, importa sapersi rialzare, anche con un aiuto, perché così ci si rafforza nell'animo.
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kissingischaos · 3 years
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[English below] 2 Dicembre. Da ieri ho iniziato a tenere un breve diario di dicembre (dell'avvento? Forse). Mi piace prendermi 5 minuti mentre bevo la prima tazza calda della mattina, ieri era un cappuccino, oggi un tè e pensare a cosa potrebbe portarmi la giornata. Questa mattina sognavo la neve ed è arrivata. Sto tenendo questo piccolo diario sulle Stories, ma la foto di questa mattina mi piaceva troppo e quindi eccola di nuovo qui e poi in molti non guardate le Stories. Piccolo promemoria dello shop: ci sono le spese di spedizione gratis, ma è scritto quando arrivate sullo shop. *** 2nd of December. Since yesterday I've started keeping a short December diary (Advent diary? Maybe). I like to take 5 minutes while I drink the first hot cup of the morning, yesterday it was a cappuccino, today a tea and to think about what the day could bring me. This morning I dreamed of snow and it has arrived. I am keeping this little diary on the Stories, but I liked the photo of this morning too much so here it is again, plus many of you do not look at the Stories. Small shop reminder: you still have some days to place your order to be sure to have it in time for Christmas (for some places is already too late, sorry). . . . #unpeusauvageknitwear #calmfluencer #forestsocks (at Milan, Italy) https://www.instagram.com/p/CITYuclBEJB/?igshid=abn44c6bdam8
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libero-de-mente · 6 months
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𝗗𝗶𝗮𝗿𝗶𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹'𝗔𝘃𝘃𝗲𝗻𝘁𝗼
𝟳 𝗱𝗶𝗰𝗲𝗺𝗯𝗿𝗲 𝟮𝟬𝟮𝟯
Caro diario,
oggi è stata dura. Ho visto tanto dolore e paura negli occhi di due donne.
Una che non accetta la debolezza del suo corpo, la decadenza delle sue forze. L'orgoglio che non le fa accettare una domiciliazione più consona.
La mia paura di non reggere da solo l’urto. Di non farcela da solo.
Poi incontro lei.
La seconda donna. Fiera, forte e guerriera. Che ha dovuto affrontare la paura di non riuscire, di non avere abbastanza forza come quando erano in due. La sua metà volata via presto, in quel maledetto periodo in cui noi eravamo un focolaio. Ghettizzato per due mesi in cui quarantuno persone che conoscevo, tra cui suo marito, sono uscite dalle vite dei loro familiari con un ultimo saluto appena accennato, mentre venivano caricati in un'ambulanza.
Senza che i loro cari potessero rivederli più, se non dopo mesi riconsegnati in un'urna cineraria.
Ancora oggi leggo che quella colonna di automezzi militari nella Via Borgo Palazzo, immagini che hanno fatto il giro del mondo, vengono riprese con scherno. Come se in quelle bare fossero state vuote.
Vuoto è il cuore di chi schernisce e racconta di messe in scena.
Ma ripenso a lei, a quella madre ora vedova. Lei è forte, ha preso sulle spalle i suoi figli e li sta facendo decollare verso i loro rispettivi futuri da adulti. Lei è tremendamente forte, capace e tenace ma forse non lo sa pienamente. Anche se la sua anima è lacerata dal dolore.
Oggi l'ho ammirata da morire. Avrei voluto abbracciarla mentre mi raccontava. Forte.
Posso solo imparare da lei, sarò forte anche io.
Come ho sempre fatto da solo fino a oggi.
Non è stata una buona giornata questa, caro diario, sento il bisogno di fermarmi qui.
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libero-de-mente · 6 months
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𝗗𝗶𝗮𝗿𝗶𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹'𝗔𝘃𝘃𝗲𝗻𝘁𝗼
𝟱 𝗱𝗶𝗰𝗲𝗺𝗯𝗿𝗲 𝟮𝟬𝟮𝟯
Caro diario,
questa mattina la giornata si è aperta sotto grandi auspici.
Mentre mi avviavo per un vicolo deserto per raggiungere il centro cittadino, avevo un appuntamento di lavoro per me importante, ecco che noto per terra una banconota da cinquanta euro.
Cinquanta euro. Il mio primo pensiero è stato quello de "sarà sicuramente un facsimile, una di quelle banconote false che dietro riportano una pubblicità di un possibile sconto e bla, bla, bla"
Mentre il "bla, bla, bla" riecheggiava nella mia mente mi chino con molta goffaggine a raccogliere la valuta cartacea.
Si goffamente, perché io di avere la fortuna nel trovare banconote per terra non sono abituato. Mica sono Gastone Paperone cugino del più sfortunato Paperino.
Dopo averla raccolta, avendola controllata bene, mi accorgo che quella è una banconota autentica. La piega che portava mi ha fatto comprendere che era stata tenuta in un portafoglio o in una tasca.
Mi guardo attorno con aria di colpevolezza, come a voler trovare a tutti i costi il proprietario di quella banconota. Nessuno.
Alzo la testa per vedere se qualcuno, da qualche finestra, abbia visto la scena; pronto a scusarmi con un "l'ho trovata per terra, mica l'ho rubata". Nessuno.
Quella banconota mi spetta quindi di diritto, un po' come a dire "chi la trova se la tiene". Cose da asilo Mariuccia per intenderci.
Ripongo la banconota in tasca e mi avvio al luogo dell'appuntamento. Mentre cammino ripenso alla mia fortuna con il denaro. A parte qualche monetina, spiccioli in lire o centesimi, l'unica volta che trovai una consistente cifra di denaro fu... all'interno di un corposo portafoglio.
Quindici marzo millenovecentottantanove, al ritorno da San Siro dopo una partita di Coppa Campioni, così si chiamava l'attuale Champion League, passeggero in auto di un amico ci fermammo al casello autostradale di Milano per rientrare a casa. Notai qualcosa per terra dal lato passeggero e senza pensarci, mentre il conducente prelevava il biglietto, aprii la portiera e acciuffai al volo il malloppo.
C'era dentro tutto, oltre a circa ottocento marchi tedeschi, i documenti che davano un nome e un cognome al proprietario. Anche la foto del suo gatto.
Per restituire il tutto, denaro compreso, dovetti fare dei salti mortali. Neanche i Carabinieri, a cui mi ero rivolto, mi assicuravano che il denaro sarebbe arrivato a destinazione. Così rintracciai il proprietario da solo, farmi dare le sue coordinate bancarie e dopo aver versato la valuta sul mio conto fargli un bonifico. Il tutto stando attento al cambio valuta. Non volevo che gli mancassero dei soldi.
I documenti, foto del gatto compresa, glieli feci arrivare tramite un pacco assicurato con una società di spedizioni.
Tutta qui la mia fortuna.
Nel tardo pomeriggio, rientrato a casa, trovo figlio numero due sull'orlo della disperazione.
Gli chiedo cos'è successo, con gli occhi arrossati e tanta rabbia mi racconta che aveva messo da parte del denaro per comprare il regalo di Natale alla sua Rebecca. Ma una volta arrivato in negozio gli mancavano dei soldi, aveva perso cinquanta euro. Non sapeva né come né dove. Ha lavorato alcune sere per metterli da parte.
Lo rassicuro, può capitare un attimo di distrazione, e guarda caso fuori dal nostro cancello di casa ho trovato una banconota da cinquanta euro tra le foglie secche degli alberi. Mimetizzata. Ma che l'occhio vigile del papà l'ha notata. Recuperandogliela.
Mi guarda incredulo, ma ancora più incredulo è il suo sguardo quando dalla mia tasca estraggo la banconota. Lui sa che io non giro quasi mai con del denaro in tasca. Tra App per i parcheggi e i pedaggi, oltre alle carte per gli acquisti, ho sempre le tasche vuote.
Mi abbraccia, tira un sospiro di sollievo, rimette la banconota con le altre del "budget Rebecca" e mi promette che starà più attento. Così domani andrà di corsa in negozio a comprarle il regalo, prima che finisca.
Questa mattina era iniziata sotto un buon auspicio, questa sera è finita con un'aspettativa più grande. Quella di aver donato la serenità a mio figlio. Non avrei potuto utilizzare meglio quel denaro.
A fine giornata dunque non mi sono ritrovato "più ricco", ma "molto più felice". Perché convinto che chi ama si preoccupa di dare e non di ricevere.
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libero-de-mente · 6 months
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𝗗𝗶𝗮𝗿𝗶𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹'𝗔𝘃𝘃𝗲𝗻𝘁𝗼
𝟲 𝗱𝗶𝗰𝗲𝗺𝗯𝗿𝗲 𝟮𝟬𝟮𝟯
Caro diario,
oggi ho conosciuto una madre.
Una madre coraggiosa e determinata, nonostante abbia perso da non molto la sua giovanissima figlia.
Come le ho detto esistono molti termini per definire la perdita di un famigliare. Puoi diventare vedova o vedovo, orfana oppure orfano, ma non esiste un termine per chi perde una figlia. O un figlio.
Potrei pensare che il termine adatto sarebbe "inumano".
Mentre l'ascoltavo ho pensato a Niobe, nella mitologia classica si racconta di lei. Della punizione degli dei che per mano di Apollo e Artemide uccisero i suoi figli. Niobe pregò Zeus di trasformarla in pietra per non soffrire. Zeus l'accontentò e, nonostante la sua figura si trasformò in roccia, continuò a piangere per il grande dolore. In eterno.
Invece questa donna in carne e ossa mi ha investito con la sua forza, la sua determinazione a trasformare il suo dolore in una condivisione con chi ha provato sulla propria pelle questo inumano destino.
Un genitore non dovrebbe mai assistere al funerale di un suo figlio.
Questa madre, perché ancora lo è nel cuore, ha tanti progetti, tanta energia e un cuore immenso. Mi ha riscaldato.
Questa sera rincasando ho raggiunto i mie figli, sono entrato in camera loro e senza dire una parola li ho abbracciati. Fortissimo.
Ho capito dai loro sguardi che stavano chiedendomi cosa fosse successo ma, incrociando il mio sguardo, non l'hanno fatto.
Credo che un paio di lacrime non sia riuscito a trattenerle e questo li ha paralizzati.
In questi giorni di dolore in cui il padre di Giulia, Gino Cecchettin, durante il funerale ha detto: "Nonostante la sua giovane età era già diventata una combattente, un oplita come gli antichi soldati greci", io per restare in tema mitologico, paragono questa donna conosciuta a Gorgo, la regina spartana moglie di re Leonida.
Tanto è il suo coraggio e la sua forza nell'affrontare a viso aperto questa vita che l'ha colpita così crudelmente.
L'avere conosciuto questa madre è un dono prezioso per me, perché avrò molto da imparare da lei.
Le persone più profonde sono quelle che seppur piene di dolore e sofferenza evitano di riversarli sugli altri.
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libero-de-mente · 6 months
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𝗗𝗶𝗮𝗿𝗶𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹'𝗔𝘃𝘃𝗲𝗻𝘁𝗼
𝟰 𝗱𝗶𝗰𝗲𝗺𝗯𝗿𝗲 𝟮𝟬𝟮𝟯
Caro diario
oggi è stata una giornata interlocutoria. In alcuni tratti aleatoria.
Sembra che io sia a un passo da una conclusione, una qualsiasi conclusione, che io abbia in mano la situazione e poi... cinque minuti dopo tutto si trasforma.
Passo così alla presa di coscienza che nulla è scontato e ancora molto impegno bisogna metterci per risolvere la questione.
Vorrei andarmene subito a dormire, per vedere se domani cambiano le impostazioni della giornata, Un po' come quando il nostro computer non funziona proprio bene, così per vedere di sistemare tutto come prima si spegne e poi si riaccende.
Magari potrebbe funzionare anche con la mia vita.
Già la vita. Sto riflettendo che nella vita, forse, non è importante chi incontri ma chi eviti d'incontrare.
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libero-de-mente · 6 months
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𝗗𝗶𝗮𝗿𝗶𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹'𝗔𝘃𝘃𝗲𝗻𝘁𝗼
𝟮 𝗱𝗶𝗰𝗲𝗺𝗯𝗿𝗲 𝟮𝟬𝟮𝟯
Caro diario,
oggi piove. Ma piove tanto con fulmini e tuoni. Si scrive spesso"tuoni e fulmini" ma i tuoni sono la conseguenza delle onde d'urto che si tramutano in fenomeno acustico dopo la scarica elettrica, ovvero il fulmine.
Si tende spesso a invertire le cose nella vita. Il bene e il male ad esempio, dovrebbero esserlo anche in ordine d'importanza. Primo il bene. Invece vedo sempre più spesso primeggiare il male.
Mentre scrivevo questa pagina, caro diario, ho ricevuto una lunga telefonata. Ora che mi rimetto a scrivere ho perso il filo del discorso. Che faccio?
Ho voglia di pandoro. Quello buono e artigianale.
Ho voglia di stendermi sotto un grande albero di Natale in soggiorno, come se fossi una sorpresa e scartarmi dopo la mezzanotte della Santa notte. Per farmi un dono: un nuovo me.
Da quando ho compreso che la mia vita è nelle mie mani, solo nelle mie mani, mi è cresciuta l'ansia. Ti rendi conto che ho l'ansia di me stesso?
Ultimamente c'è la mania di postare immagini o video con scritto "vi sblocco un ricordo". Magari io ci ho messo anni a bloccare certi ricordi e uno qualsiasi me li spiattella in faccia per fare like.
Mi chiedo perché quando mi cadono le palle non perda peso. Eppure...
A proposito di peso. Ho preso un calendario dell'avvento creato dalla pizzeria d'asporto sotto casa, ogni giorno se ordino la pizza mi viene fatto un omaggio. Questa sera aprirò la casella dell'undici dicembre.
Vorrei fare un viaggio sull'Orient Experss, ma ho il terrore di incontrare anche lì qualcuno che io conosco.
Fuori piove, ora vado comunque a camminare sotto la pioggia. Così mi sentirò protetto.
A presto.
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libero-de-mente · 6 months
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𝗗𝗶𝗮𝗿𝗶𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹'𝗔𝘃𝘃𝗲𝗻𝘁𝗼
𝟭° 𝗱𝗶𝗰𝗲𝗺𝗯𝗿𝗲 𝟮𝟬𝟮𝟯
Caro diario,
questo mese di dicembre mi sta stremando, sembra non finire mai.
In piena notte ho fatto di necessità virtù, quindi essendo rimasto a piedi con l'auto ho fatto l'autostop. Mai fatto prima in vita mia
Devo dire che ho avuto un discreto successo con il pollice all'insù, visto anche l'orario e la mia faccia, alla terza automobile mi hanno caricato.
La prima era un'auto di lusso e sappiamo bene che con le auto di lusso non si danno passaggi in piena notte. A parte qualche caso che ho potuto vedere con i miei occhi, ma si trattava di signorine lungo il bordo delle strade, altrimenti non è etichetta dei benestanti fare queste cosa. Non si sa mai cosa rischiano.
All'interno della seconda auto c'era una coppietta, lei mi ha guardato quasi come a dire "seeeee certo, proprio a te diamo un passaggio", mentre lui ha volutamente girato lo sguardo dall'altra parte.
La terza auto si ferma, li raggiungo. Sono tre extracomunitari. Mi guardano fisso e seri, molto seri. Rimango di sasso. Poi quello davanti dal lato passeggero, rivolgendosi agli altri due, dice:
- Oh, sembra brava persona.
- E se ci ruba? - risponde quello seduto dietro.
- Tu cosa dici? - dice di nuovo quello davanti rivolto a chi guida.
- Mmh, così sembra Gesù, tutto bagnato. Dai vieni - risponde quello alla guida, che mi invita anche con un cenno della mano.
- Infatti sono un povero Cristo - rispondo d'istinto facendo il brillante... con dei, probabili, mussulmani. Che idiota sono stato.
Non capendo se fossero seri o se mi stessero prendendo in giro, decido di salire. Del resto non mancavano molti chilometri a casa mia.
- Grazie - dico con un filo di voce quasi in tono reverenziale - grazie mille
- Noi non dare passaggi agli sconosciuti, molto pericoloso - dice quello che guida e gli altri due si mettono ridere.
Noto che quello seduto con me continua a fissarmi con molta insistenza, è uno molto alto si vede. Si fanno quattro chiacchiere sul perché fossi a piedi, su che lavoro facevano loro e da dove venivano. Insomma discorsi di normale routine.
Ma il tizio al mio fianco non ha mai parlato e mi fissava sempre tra il serio, il perplesso e il pensieroso.
Poi a un certo punto spalanca gli occhi, me ne sono accorto perché al buio con la loro pelle scura gli occhi e i denti erano uno spettacolo pirotecnico.
- Adesso mi ricordo di te - mi dice puntandomi il dito
In quel momento non avevo compreso se fosse una minaccia, un'accusa o una rivelazione spirituale.
- D-di me? Ti ricordi di me? - chiedo
- Si, tu uscivi da una pisseria con pissa in mano. Io passavo a piedi e avevo chiesto un'informasione. Tu ricorda?
- Io? - rispondo come quando mia madre mi accusava di aver sbafato tutta la Nutella - sei sicuro?
- Si, mi ricordo di te. Poi tu messo pissa in bagagliaio e dato me passaggio a casa.
A quel punto come da un cassettino dei ricordi lontani mi esce un ricordo, di me che con una pizza calda nel cartone stavo per tornare a casa. Il tipo di colore sudato con un enorme zaino che mi incrocia sul marciapiede e mi chiede le indicazioni per un Comune della Val Seriana. Mi ricordo che con il dito gli indicai la direzione, quella che in effetti stava seguendo, salvo poi rendermi conto che a quella destinazione mancavano dodici chilometri.
Mi ricordo che glielo feci notare e alla domanda se avrebbe percorso tutta quella strada a piedi, lui rispose allargando una mano con uno sguardo che diceva "pensi che abbia altre alternative?".
Fu allora che buttai la "pissa" calda nel bagagliaio e gli diedi un passaggio. Mi ricordo che continuava a ripetermi che io ero davvero una brava persona, a mani giunte, durante tutto il tragitto.
- Ma si ora ricordo - gli dissi
La conversazione e i ricordi finiscono, sono davanti a casa.
Scendo li ringrazio e al tipo della "pissa" stringo forte la mano.
- Questo è karma - gli dico.
- Chi casso è karma? - mi risponde stranito.
Caro diario, siamo al primo giorno dell'Avvento e qui da me sono già passati i tre re Magi. Sotto il segno di una stella cometa di nome karma. Ma che non tutti conoscono.
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