Tumgik
#cesare maldini
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Happy Father's Day!
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nonsaremodellestar · 2 years
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L'Italia è una Repubblica fondata sulla famiglia Maldini
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footieridiculosity · 2 years
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So glad Serie A used red and black confetti for the trophy lift and not a lame neutral colour like gold or silver or white. Make it irrefutable to everyone who won 🔴⚫️
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forzadiavoloale · 5 months
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Maldini: “Milan senza amore e ideali. La storia non si cancella”
di Enrico Currò
Paolo Maldini, perché ha aspettato quasi 6 mesi per rompere il silenzio dopo il suo licenziamento e quello del ds Massara?
“Perché avrei parlato troppo di pancia. Ma ora è maturo il tempo per analizzare quanto è accaduto con quella serenità che la distanza temporale permette. Mi piace essere onesto e prendermi le mie responsabilità, ma vorrei che le cose venissero considerate nella loro effettività e valutate nella maniera giusta. Farei subito una premessa”.
Prego.
“Sarò per sempre grato a Leonardo, che mi ha chiamato nel 2018, al fondo Elliott, che mi ha fatto firmare il primo contratto e a Redbird che me lo ha rinnovato, anche se con qualche difficoltà. In questi 5 anni ho imparato tanto, ho avuto relazioni personali e professionali che mi porterò dietro per sempre e sono anche cresciuto in un ruolo completamente diverso, il che non era scontato: la regola è che spesso il grande calciatore non riesca a fare quel salto di qualità. Ci sono persone che sono di passaggio in istituzioni come il Milan, nel mondo dei club di calcio di profilo internazionale, e che non hanno un reale rispetto della sua identità e della sua storia. Non sono incaricate e non si muovono per dare una visione per le nuove generazioni di tifosi. Spesso sono manager che vengono a lavorare in un grande club di grande prestigio e popolarità anche per migliorare il proprio curriculum e poi andare da un’altra parte. Per contro, invece, ci sono persone che hanno a cuore tutte queste cose, molto più a lungo termine e molto più legate agli ideali che il club, nel corso della sua storia, ha insegnato a tanti, sul campo e fuori. Purtroppo, nel calcio professionistico moderno, la popolazione della prima tipologia di persone sta diventando sempre più numerosa. Io credo che bisognerebbe tenersi stretto chi è portatore di ideali e orienta il proprio lavoro per salvaguardarne valori e identità”.
Non si aspettava il divorzio?
“Se il Milan è stato venduto a 1,2 miliardi di euro e la proprietà vuole cambiare l’organigramma, ne ha il diritto. Anche in questo caso, però, le modalità sono importanti e tante cose non sono andate come sarebbe stato doveroso, per rispetto delle persone e dei loro ruoli. Ho dovuto discutere per trovare un accordo e per non rinunciare ai miei diritti, ma avevo detto subito all’ad Furlani che l’ultima cosa che avrei voluto era un contenzioso con il club: vi rendete conto, gli ho spiegato, che sarebbe la seconda causa di una leggenda del cub al gruppo proprietario del Milan in due anni, dopo quella (persa!) con Boban? Una cosa è certa: il mio amore per il Milan sarà sempre incondizionato. Da figlio di Cesare. Da ex capitano. Da papà di Christian e Daniel, che al Milan sono passati. E poi anche da dirigente: sono stati cinque anni fantastici”.
A giudicare dai cori per lei, nello spettacolo teatrale di Giacomo Poretti cui ha preso parte a Milano, il pubblico ha capito.
“Spesso si pensa che il pubblico non capisca e che si faccia condizionare dalla comunicazione, magari studiata a tavolino, ma per fortuna così non sembra. È inutile nascondere che tutti quelli che hanno avuto a che fare con la galassia Milan in questi anni siano stati indirizzati nel veicolare sui media compiacenti una certa storia: chi dice il contrario sa di mentire a se stesso. Io ho pensato agli interessi esclusivi della squadra (e perciò del club, dal momento che la squadra rappresenta l’asset principale di una società sportiva), credendo che i risultati avrebbero avuto la meglio su una narrazione proposta senza curarsi del fatto che corrisponda o meno alla realtà. E la verità è che spesso ex calciatori come me, Boban e Leonardo, hanno sempre esercitato il proprio ruolo in piena autonomia di giudizio, ma senza mai travalicare i rispettivi ambiti di competenza. Aggiungo che questa indipendenza deve sempre contraddistinguere noi stessi, che quasi certamente non potremmo farne a meno, anche quando assumiamo ruoli o responsabilità manageriali. Si chiama, se non sbaglio, professionalità”.
Secondo Gerry Cardinale, l’azionista di controllo del Milan, lei era un individualista, allergico al lavoro di gruppo.
“Appunto, direi che confonde l’individualismo con la volontà di essere responsabile nel prendere le decisioni previste dal mio ruolo e magari nel pagarne le conseguenze, trascurando peraltro le prerogative che il contratto, che lui ha firmato, mi attribuiva. Io non mi sono mai sottratto al confronto: il confronto quotidiano stimola l’ingegno e apre a visioni diverse. Siamo spesso circondati da persone che ci danno sempre ragione: avere amici o colleghi che sfidano le tue certezze è una benedizione. In questi cinque anni ho capito che la capacità di assumere e gestire responsabilità personali, cioè individuali, non è così comune. Chi ha giocato a calcio ad alto livello ha meno paura di fallire, essendo stato giudicato per tutta la vita ogni tre giorni. Questo rappresenta un grande vantaggio e ha un grande impatto su un’azienda, ma può non essere gradito a chi non è aperto al confronto e non condivide neppure l’idea anche di rispondere dei propri errori, che per me è normalissima, sana, dialettica di ogni gruppo dirigente che si rispetti. Io ho sempre voglia di imparare: alcune cose del passato, ad esempio alcune critiche al Milan, oggi non le farei più, perché ho capito che cosa vuol dire gestire l’ area tecnica di una società ambiziosa, a livello globale, nello sport professionistico”.
Da che cosa erano dettate quelle critiche?
“Più dal sentimento che dalla ragione e sinceramente dalla poca esperienza: certe dinamiche, fino a quando non sei dall’altra parte, non puoi capirle. Il primo anno l’ho passato ad ascoltare e imparare, era apprendistato. Nei primi 6 mesi mi sentivo inutile, ma Leonardo mi diceva: stai solo imparando. Non è facile avere come interlocutore un fondo americano o un Ceo sudafricano: la mia visione del calcio, rispetto al 2018, è stata stravolta. Ma lo ripeto: non ho mai avuto, né avrò mai paura del confronto”.
E sul mercato?
“È stato veicolato il concetto che io e Massara siamo stati allontanati perché non condividevamo obiettivi e strategie di mercato: niente di più lontano dal vero. Anche da un punto di vista formale. Infatti, se parliamo delle condizioni di ingaggio, non ho mai avuto potere di firma neanche per i prestiti. Ogni giocatore che è stato preso è stato scelto da me, Boban e Massara, ogni scelta condivisa con l’ad e con la proprietà. Ma la firma era sempre di qualcun altro che avallava l’operazione. Più o meno sono 35-40 i giocatori del nostro ciclo e io non ho firmato i contratti per nessuno di loro, neanche per quelli in prestito, perché non avevo il potere di firma, non l’ho mai voluto. Anzi, tante soluzioni proposte non sono state approvate: mi è stato detto di no tantissime volte. Capita. A volte mi dicevano semplicemente di no, a volte veniva ridimensionato il budget. Nelle riunioni sentivo spesso: “Io non capisco niente di calcio”, ma alla fine c’era sempre un però. Non sono nato ieri, ho abbastanza esperienza per capire che sia normale una certa differenza di vedute, a volte anche un’interferenza da parte della proprietà nelle scelte tecniche dell’area sportiva, che poi, nel caso specifico, è il core business dell’azienda, tale da spostare gli equilibri finanziari. Tuttavia essere accusato di non avere voluto condividere non lo trovo affatto giusto. E poi io penso che le proprietà, specialmente se straniere, non abbiano ancora raggiunto una piena consapevolezza di quali siano la mole e il tipo di lavoro svolti all’interno del club dalle varie aree, in particolare da quella sportiva, soprattutto nel mercato italiano. Preciso che tutti i giocatori che sono arrivati sono stati approvati da me: non mi è stato mai imposto niente e nessuno, anche perché me ne sarei andato il giorno dopo. Per lo stesso ingaggio di Zlatan, a suo tempo, erano servite parecchie riunioni”.
A proposito di Ibrahimovic, pensa che tornerà al Milan?
“Non lo so, non conosco i termini della questione, né l’eventuale ruolo, leggo che sarebbe indicato come consigliere personale di Cardinale. Quello che gli posso suggerire è di seguire il mio stesso percorso: all’inizio sarebbe logico osservare e imparare prima di agire”.
Anche se la ferita sarà dolorosa, può tornare a quel 5 giugno fatidico?
“Gerry Cardinale mi ha chiamato per colazione e dopo un commento sull’addio al calcio giocato di Zlatan mi ha detto che voleva cambiare e che io e Ricky Massara eravamo licenziati. Gli ho chiesto perché e lui mi ha parlato di cattivi rapporti con Furlani. Allora io gli ho detto: ti ho mai chiamato per lamentarmi di Furlani? Mai. C’è stata anche una sua battuta sulla semifinale di Champions persa con l’Inter, ma diciamo che le motivazioni mi sono sembrate un tantino deboli. Le cosiddette assumptions, gli obiettivi sportivi ed economici di inizio stagione, erano state clamorosamente superate”.
Quali erano?
“Ipotizzando l’eliminazione dalla Champions, qualificarsi per la Champions successiva e passare un turno in Europa League”.
Il club dava per scontato che in Champions la squadra non avrebbe passato la fase a gironi?
“Erano previsioni molto conservative, che tra l’altro sono stata riconfermate quest’anno anche dopo la campagna acquisti importante di quest’estate. Ma nella scorsa stagione, a livello economico, la semifinale ha portato almeno 70 milioni di introiti in più, oltre all’indotto derivante da sponsorizzazioni e ticketing, settori in cui abbiamo battuto record su record. Non è un caso che poi l’ultimo bilancio porti il segno positivo. Quel bilancio è riferito alla stagione 2022-2023. Siamo andati ben oltre il risultato sportivo, era impossibile imputarmi di non aver centrato gli obiettivi”.
Cardinale eccepiva?
“Cardinale l’ho incontrato di sfuggita in occasione di qualche partita di Champions, ma nell’arco di un anno ho avuto solo una chiacchierata su come andasse la gestione sportiva. Mi ha scritto 4 messaggi per i vari passaggi del turno, senza neanche chiamarmi. La prima cosa che mi ha detto, quando ci siamo conosciuti, è stata che dovevamo fidarci l’uno dell’altro, ancora prima di conoscerci di più, perché non avevamo tempo. Io mi sono fidato e sinceramente come è andata è noto a tutti. Io credo che la decisione di licenziare me e Massara fosse stata presa molti mesi prima. E a posteriori mi vedo costretto a riconsiderare il rapporto con alcune persone, che lavoravano con me e che sicuramente, mi riesce difficile immaginare il contrario, erano già al corrente di quella decisione. D’altronde il contratto, di due anni con opzione di rinnovo, mi era stato rinnovato solo il 30 giugno 2022 alle 22. Credo che all’epoca sarebbe stato troppo impopolare mandarci via, perché avevamo appena vinto lo scudetto”.
Che cosa le disse la società?
“Cardinale voleva vincere la Champions. Io gli dissi che era necessario un piano triennale per pensare a quell’obiettivo e lui mi propose due anni più opzione di uno. In quel momento chiesi due anni: pensavo che ci sarebbe stato tempo, dopo, per discutere di piani. Se poi fosse stato contento, mi avrebbe proposto il rinnovo lui”.
È vero che a febbraio 2023 lei aveva presentato un piano triennale di sviluppo?
“Verissimo. In 3-4 mesi, da ottobre a febbraio, l’ho preparato con Massara e con un mio amico consulente. Erano 35 pagine: raccontavo i 4 anni trascorsi e gli obiettivi, secondo una strategia sostenibile economicamente, ma con la necessità di un salto di qualità”.
Risposte?
“Nessuna. Ho mandato il piano a Cardinale, a due suoi collaboratori molto stretti, con uno dei quali si tenevano call settimanali ogni lunedì alle 18, e all’ad Furlani. Non ho ricevuto alcuna risposta. Forse non abbiamo ascoltato il campanello d’allarme perché eravamo concentrati sulle tante cose che il mio ruolo e quello di Massara prevedono. Dopo avere acquistato circa 35 giocatori ci viene contestato l’ingaggio di De Ketelaere, che peraltro aveva 21 anni, un’età in cui non sempre l’adattamento è immediato. Chi ha giocato a calcio sa che non sempre si è strutturati a quell’età per sostenere un salto così importante come quello fatto da Charles: i ragazzi vanno aspettati, aiutati, coccolati e ripresi, continuamente. Chi pensa che il lavoro dell’area sportiva sia solamente quello di fare mercato sbaglia tutto: allenatori, calciatori e staff hanno bisogno di supporto continuo. Spesso si scommette solo sul talento senza sapere come svilupparlo, gli esempi più lampanti sono Chelsea e Manchester United: grandissimi investimenti sul mercato e gestione insufficiente portano a risultati molto scadenti. Non sempre il talento viene riconosciuto, quando si scommette su potenzialità di ragazzi giovani il rischio di insuccesso è molto alto. Dopo appena 3 mesi di lavoro, Boban e Massara ed io fummo chiamati a Londra da proprietà e Ceo e praticamente esautorati, delegittimati ad esercitare i nostri ruoli, perché i vari Leao, Bennacer e Theo non piacevano. Noi sapevamo che il Leao del Lille poteva diventare una stella, ma che gli sarebbe servito un percorso e la stessa cosa valeva per Theo, Ismael e per tutti quelli che sono arrivati successivamente. Ricordiamo sempre da dove siamo partiti”.
Vuole riassumere?
“Nel 2018-19 avevamo una squadra avanti con gli anni e poco performante, erano ormai sei anni che il Milan non si qualificava per la Champions League. Il valore complessivo della rosa era di circa 200 milioni e il monte ingaggi di 150. La ristrutturazione, con giocatori giovani, è stata fatta in 4 anni con una spesa al netto delle cessioni di 120 milioni, 30 a stagione e 15 per sessione. Il valore della rosa è passato a circa 500 milioni, il monte ingaggi è sceso il primo anno a 120 e poi a 100 per i tre successivi, anche se, come spiegavo nel piano strategico, il taglio degli stipendi aveva portato al mancato rinnovo di giocatori come Çalhanoglu e Kessié, con i quali avremmo avuto un centrocampo tra i più forti d’Europa. Alla fine della stagione scorsa contavamo tre partecipazioni di fila alla Champions, uno scudetto vinto dopo11 anni, una semifinale di Champions dopo 16 e un bilancio in positivo dopo 17 . Se si resta sempre sul filo, basta sbagliare una stagione per rovinare il lavoro fatto in quelle precedenti”.
Qual era il budget per il 2023-24?
“Nelle squadre di calcio in genere la previsione di budget va affrontata intorno a marzo, ma il mio settore, tra l’altro il più importante, era l’unico per il quale non se n’era ancora parlato. Più volte ho chiesto un incontro per parlare di numeri e strategie, dato che non si può aspettare giugno per programmare il mercato. Poi, 4 giorni prima del licenziamento, Furlani mi ha comunicato molto imbarazzato che il budget sarebbe stato molto basso. A prescindere da come è finita, io sono contento per il Milan e i suoi tifosi per almeno due cose: il budget di spesa sul mercato, dopo la nostra partenza, è finalmente raddoppiato, al netto cioè della cessione di Tonali, e il monte ingaggi è finalmente cresciuto, in linea con il piano che avevamo inviato. Il nostro documento strategico deve essere diventato improvvisamente fonte di ispirazione!”.
Avreste mai ceduto Tonali?
“Avremmo fatto tutto il possibile per non lasciarlo andare via, anche di fronte a un’offerta così importante. Non siamo mai stati totalmente contrari alla cessione di uno dei nostri calciatori importanti, ma non c’era neanche una reale necessità. Mi piace ricordare che spendemmo per acquistarlo una cifra pari a circa un quinto del valore di cessione di dominio pubblico e che anche in quel caso dovemmo discutere animatamente con Ceo e proprietà: nessuno di loro voleva comprarlo, neanche l’area scouting”.
Poi Tonali è incappato nel caso scommesse.
“Sono rimasto scioccato. Mi dispiace: non mi sono reso conto del suo disagio. Questo mi fa capire una volta di più che non si fa mai abbastanza per cercare di gestire e capire questi ragazzi. È una sconfitta anche per noi quello che è successo a Sandro”.
Colpa dei social?
“Ai giocatori dicevo spesso di distinguere la vita reale da quella dei social, anche quando si sentono attaccati e offesi da un mondo senza regole. Si deve aspirare a qualcosa di più radicato e profondo, anche se il “sentiment”, una parola che ho sentito spesso a Casa Milan e che mi fa sorridere, magari è un altro. Di sicuro, come abbiamo detto precedentemente, acquisti e cessioni sono solo una piccola parte del lavoro dell’ area sportiva”.
Qual è quello meno appariscente?
“Il lavoro con i giocatori. Con Leao, Theo Hernandez, Bennacer, Maignan, Kalulu, Thiaw, Tomori e molti altri, il vero lavoro è stato supportarli nel loro sviluppo. Se noi pensiamo che i giocatori non abbiano bisogno di supporto, sbagliamo. Sinceramente, quando oggi leggo che Theo e Leao sono il problema del Milan, dico che al mondo si può davvero raccontare tutto e il contrario di tutto: sono due campioni, ma la loro crescita non è ancora completata e necessitano di qualcuno che li aiuti. I giocatori hanno bisogno di tempo per maturare e di persone che parlino con loro: è anche il bello del nostro lavoro, è il frutto della nostra esperienza. Spesso ho fatto mente locale, pensando a me quando ero calciatore: allora non si usava, ma avrei avuto tantissimo bisogno di supporto. D’altronde, se l’equazione tra la spesa sul mercato e il risultato fosse corretta e infallibile, Psg, Chelsea e Manchester United avrebbero vinto tutto più volte”.
Nel Milan attuale manca una figura del genere: tutto ricade sulle spalle di Pioli.
“Innanzitutto Stefano andrebbe ringraziato sempre dai tifosi milanisti, il suo lavoro è stato fondamentale per la crescita dei giovani calciatori che sono arrivati al Milan, li ha fatti giocare e li ha aiutati a diventare quello che sono adesso, è stata una figura chiave delle nostre fortune. Vorrei ricordare però che l’allenatore è una tra le persone più sole del mondo del calcio. Dargli compiti che esulano dai suoi lo renderà sempre più solo, se non verrà supportato”.
Avrebbe voluto sostituire Pioli con Pirlo?
“Il ruolo di responsabile dell’area tecnica nel settore sportivo impone di avere incontri e confronti frequenti. Sono un momento di crescita generale, se avvengono con toni rispettosi, come è sempre successo. Ci stavamo già confrontando per la stagione successiva. Siamo stati noi a rinnovare il suo contratto fino al 2025, perché lo meritava. Se ci fosse stata, come negli anni passati, un’unità di intenti e visioni con gli obiettivi societari, non vedo perché l’avremmo dovuto cambiare”.
Il presidente del Milan, Paolo Scaroni, ha dichiarato che senza di lei adesso il gruppo di lavoro è unito.
“Mi dà fastidio come si raccontano le cose. Il Milan merita un presidente che faccia solo gli interessi del Milan, insieme a un gruppo dirigenziale che non lasci mai la squadra sola. La condivisione e il supporto sono principi da attuare nei momenti belli come in quelli brutti. In questi anni non ho mai percepito una chiara condivisione di che cosa voglia dire lavorare di squadra: non mi ha mai ha chiesto se ci fosse stato bisogno di due parole di incoraggiamento ai giocatori e al nostro gruppo di lavoro, in pubblico o in privato. Mai ho ricevuto supporto nei tanti momenti difficili. Anzi. In tribuna l’ho visto spesso andare via quando gli avversari pareggiavano o passavano in vantaggio, magari solo per non trovare traffico. Mentre me lo ricordo puntualissimo in prima fila, quando abbiamo vinto lo scudetto: per questo non so che cosa si sia voluto dire con l’espressione “gruppo unito senza” di me. Ma è evidente che io ho un concetto diverso di condivisione e di gruppo. Posso dire che la stessa cosa è avvenuta anche con i due Ceo Gazidis e Furlani”.
Che cosa pensa dei famosi algoritmi?
“La narrazione su questo tema mi ha fatto un pochino sorridere: non c’è bisogno di scomodare gli algoritmi per prendere Loftus-Cheek, Pulisic e Chukwueze, basta utilizzare per il mercato i soldi che una società che finalmente fattura 400 milioni merita. Non si possono paragonare le quattro annate precedenti con l’ultima, abbiamo combattuto sul mercato con armi diverse, ma mi fa piacere che adesso non ci sia più il freno a mano tirato. Detto ciò, abbiamo sempre utilizzato l’intelligenza artificiale, strumento ormai indispensabile in qualunque attività, senza tuttavia pensare ragionevolmente che una società sportiva possa essere gestita da un algoritmo. Le molteplici variabili del calcio non lo consentirebbero. È forse per questo che ancora questo sport appassiona milioni di persone”.
Lei ha detto di avere imparato ad apprezzare la cosiddetta sostenibilità.
“Sì, è stata una sfida. La sostenibilità mi ha conquistato: avevamo poche possibilità di riuscita, ma è stato molto sfidante tagliare del 30% il monte ingaggi, rinnovare la rosa e aumentare il valore dei calciatori arrivando allo scudetto e a 3 anni di Champions, dopo 7 senza. L’ho fatto con Boban e Massara, attraverso condivisione di principi, di conoscenza ed esperienza, e utilizzando anche strumenti, legati alle statistiche, che io e Zvone conoscevamo meno rispetto a Ricky. Pensiamo che siano parte di una decisione finale che deve essere presa da persone che abbiano una visione completa”.
Il nuovo stadio è davvero così centrale per il salto di qualità?
“Lo stadio è stato un motivo di scontro. Io non potevo mettere la faccia su un progetto da 55-60 mila posti, quasi tutti corporate e con pochissimi biglietti popolari. Non potevo lasciare un’eredità così alle nuove generazioni milaniste. Non potevo supportare questo piano. Ho lottato per fare capire che serviva uno stadio più grande e con parte di posti accessibili a tutti. La media di oltre 70 mila spettatori a San Siro, la scorsa stagione, dimostra che avevo ragione”.
Qual è la sua idea?
“Un nuovo San Siro moderno e accogliente è fondamentale. L’idea che lo stadio nuovo dia 80 milioni in più da investire sul mercato è da rivalutare, come dimostrano i numeri della stagione scorsa. Quando raccontavo le potenzialità e l’unicità che ha il Milan rispetto ad altri club, probabilmente suscitavo ilarità. Ma io so che è così. Se ci fosse la possibilità, e in questo il sindaco è assolutamente responsabile, lo stadio lo farei a San Siro, magari ancora con l’Inter. Dopo 5 anni non solo non c’è il primo mattone, ma non sappiamo neanche dove si farà lo stadio: non mi sembra un gran successo. Quella del nuovo San Siro sarebbe anche una grande occasione per la rivalutazione dell’area: è verde destinato ai cittadini di una zona di Milano che rischia l’abbandono. Milano, negli ultimi 10 anni, è ridiventata trainante in Europa perché abbiamo superato vecchie barriere mentali. Dobbiamo avere paura del degrado, non del futuro. L’attuale San Siro è iconico, ma rendiamoci conto che sono stati i grandi campioni che ci hanno giocato a renderlo tale. È ancora fantastico dal punto di vista sportivo, ma serve una nuova storia: il passato è passato, Milano ha sempre guardato al futuro”.
Nel passato il Milan aveva molti più giocatori italiani.
“I ragazzi italiani devono avere più coraggio, devono darsi una mossa. Se occorre, devono andare anche a giocare di più all’estero, dove i giovani vengono buttati nella mischia. Li fanno giocare e loro devono dimostrare di essere all’altezza. In Italia li teniamo spesso nella bambagia”.
Conferma di avere pensato a Messi?
“Confermo che ci abbiamo pensato. Dopo il Barcellona era libero e il club ha fatto fare una proiezione sull’indotto del suo ingaggio. Era un’operazione fattibile, ci avrebbe aiutato il decreto crescita. Ne valeva la pena. Ma quando ho sentito Leonardo, ci ha detto che l’affare col Psg era già molto avanti ed è rimasta solo un’idea”.
Paolo Maldini dirigente in Arabia Saudita: è solo una suggestione?
“Per il mio lavoro le alternative al Milan sono molto limitate. Non potrei mai andare in un’altra squadra italiana, eventualmente valuterei solo l’offerta di una squadra straniera di alto livello. A me piace vincere e costruire. L’Arabia potrebbe essere una opzione stimolante, chissà”.
Resterà nel board Uefa di ex campioni e allenatori per le riforme tecniche del calcio?
“Sì. L’idea di Boban è azzeccata. Continuerò. Nel confronto tra arbitri, capi arbitri, ex calciatori e allenatori su determinate regole, mi ha impressionato la quasi unanimità dei calciatori, con grande sorpresa degli arbitri. Il distacco è evidente, la prospettiva è diversa, il calciatore capisce l’intenzionalità del gesto. L’esempio è il fallo di mano: il 95% di allenatori ed ex calciatori la pensavano alla stessa maniera. Io sono per interrompere le partite il meno possibile: lo spettacolo non è interrompere, però si deve imparare ad accettare anche l’errore. Quanto agli infortuni, si gioca troppo, ma la voce del calciatore non viene mai ascoltata”.
Dai 10 ai 41 anni al Milan da giocatore, dai 50 ai 55 da dirigente: la storia si è davvero interrotta?
“Non so, il legame è troppo forte e tale resterà per sempre: la storia non si può cancellare. Non credo che da dirigente avrei lavorato da un’altra parte. Non avrei iniziato altrove a fare il dirigente, 9 anni dopo avere smesso di giocare. Non stavo aspettando l’offerta, la vita andava avanti. C’era stato qualche abboccamento con Barbara Berlusconi e poi con Fassone e Mirabelli. Se fossero arrivate le giuste condizioni, avrei forse accettato e così è stato con Elliott. Io voglio solo dire grazie alla vita che mi ha dato questa opportunità e al Milan che per l’ennesima volta mi ha dato la chance di fare qualcosa che mi ha dato una soddisfazione personale, relazionale, che mi ha riempito il cuore. Provo affetto per quello che è stato costruito, per i ragazzi che abbiamo preso e plasmato, per i loro genitori. Ho ricordi indelebili con persone di alto livello morale: Leo, Zvone, Ricky, Virna, Angelo, Marina e Antonia, solo per citarne alcuni, anche gli altri sanno che rimarranno sempre nel mio cuore”.
Poi è arrivato il 5 giugno.
“E adesso leggo la rappresentazione di una nuova era, di un Berlusconi 2: un ripassino della storia italiana, politica e imprenditoriale degli ultimi 40 anni, forse farebbe bene a tutti. L’ho detto quel giorno stesso, prima del mio congedo: oggi comandate voi, ma per favore rispettate la storia del Milan”.
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ineedtopost · 9 months
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Paolo and Sandro Pictures
Ok, here they are. Also, I forgot to post Paolo picture from last time, so that will be thrown in:
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Ok, so some of these pictures aren't exclusively Paolo and Sandro. Pictures 3 is Paolo, Sandros' wife, and Sandros son Tomasso. I found it really cute. Picture 4-5 are more group photos than anything. Anyway, picture 8 is Sandro and Paolos dad, Cesare Maldini. The last picture is the one I forgot to post. I'm explaining this to anybody who doesn't know everything about these footballers.
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Esiste un corso su internet dove ti spiegano come smettere ad essere sottoni per Paolo Cesare Milan Maldini? Chiedo per un amico
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Cesare Maldini ha giocato nel Toro nel 1966-67???
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indiejones · 1 year
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INDIES TOP 436 FOOTBALLERS OF ALL TIME !
1.      .Lionel Messi
2.      .Alfredo di Stefano
3.      .Diego Maradona
4.      .Zinedine Zidane
5.      .Robert Lewandowski
6.      .Gerd Muller
7.      .Pele
8.      .Michel Platini
9.      .John Charles
10.  .Ronaldo Nazario (Brazil)
11.  .George Weah
12.  .Andrea Pirlo
13.  .Kaka
14.  .Andres Iniesta
15.  .Robbie Keane
16.  .Xavi Hernandez
17.  .Roberto Carlos
18.  .Cafu
19.  .Silvio Piola
20.  .Lev Yashin
21.  .Nilton Santos
22.  .Valentino Mazzola
23.  .Claudio Taffarel
24.  .Milan Baros
25.  .Zico
26.  .Ferenc Puskas
27.  .Ruud Gullit
28.  .Bobby Moore
29.  .Socrates
30.  .Mario Kempes
31.  .Patrick Kluivert
32.  .Jose Luis Chilavert
33.  .Paola Rossi
34.  .Fernando Hierro
35.  .Franz Beckenbauer
36.  .Telmo Zarra
37.  .Didi
38.  .Dennis Bergkamp
39.  .Oleg Blohkin
40.  .Jose Manuel Moreno
41.  .Hector Scarone
42.  .Carles Puyol
43.  .Willy van der Kuijlen
44.  .Neymar
45.  .Marcel Desailly
46.  .Fandi Ahmad
47.  .Hariss Harun
48.  .Johan Cryuff
49.  .Fabio Cannavaro
50.  .Thierry Henry
51.  .Gheorghe Popescu
52.  .Jimmy Greaves
53.  .Falcao
54.  .David Villa
55.  .Abedi Pele
56.  .Robin Van Persie
57.  .Ernst Wilimowski
58.  .Toni Polster
59.  .Ray Clemence
60.  .Carlos Pavon
61.  .Ryan Giggs
62.  .David James
63.  .Frank De Boer
64.  .Ismail Al Hammadi
65.  .Kostas Katsouranis
66.  .David Seaman
67.  .Oliver Kahn
68.  .Karl Heinz Rummenigge
69.  .Ferenc Deak
70.  .Bruno Conti
71.  .Fernando Peyroteo
72.  .Xabi Alonso
73.  .Alexis Sanchez
74.  .Jose Altafini
75.  .Paolo Maldini
76.  .Florian Albert
77.  .Ferenc Szusza
78.  .Roland Nilsson
79.  .Steven Gerrard
80.  .Clarence Seedorf
81.  .Diego Simeone
82.  .Ruslan Rotan
83.  .Joachim Streich
84.  .Enzo Fransescoli
85.  .Julio Cesar Romero
86.  .Giacinto Facchetti
87.  .Trevor Thompson
88.  .Gabriel Batistuta
89.  .Marco Van Basten
90.  .Ronaldinho
91.  .Patrik Berger
92.  .Sandor Kocsis
93.  .Karim Benzema
94.  .Luis Suarez (Spain)
95.  .Ivan Hurtado
96.  .Eric Cantona
97.  .Shinji Okazaki
98.  .Uwe Seeler
99.  .Paul Gascoigne
100.                      .Sammy Hughes
101.                      .Frank Lampard
102.                      .Stevan Jovetic
103.                      .Romelu Lukaku
104.                      .Jock Dodds
105.                      .George Best
106.                      .Paul Breitner
107.                      .Hwang Sun-Hong
108.                      .Makoto Hasebe
109.                      .Didier Deschamps
110.                      .Deon McCaulay
111.                      .Garrincha
112.                      .Roberto Baggio
113.                      .Kenny Dalglish
114.                      .Sandro Mazzola
115.                      .Nikos Anastopoulos
116.                      .Alisson Becker
117.                      .Alan Hansen
118.                      .Edin Dzeko
119.                      .Jan Koller
120.                      .Husain Ali
121.                      .Hossam Hassan
122.                      .Rafael Aranzadi
123.                      .Gunnar Nordahl
124.                      .Ian Rush
125.                      .Frederick Roberts
126.                      .Rui Costa
127.                      .Faas Wilkes
128.                      .Lakhdar Belloumi
129.                      .Duncan Edwards
130.                      .Andreas Brehme
131.                      .Ruud van Nistelrooy
132.                      .Hussein Saeed
133.                      .Raul
134.                      .Roberto Ayala
135.                      .Manuel Neuer
136.                      .Bobby Charlton
137.                      .Carlos Alberto
138.                      .Romario
139.                      .Elias Figueroa
140.                      .Peter Schmeichel
141.                      .David Healy
142.                      .David Beckham
143.                      .Marta
144.                      .Stuart Pearce
145.                      .Nandor Hidegkuti
146.                      .Ferenc Bene
147.                      .Miroslav Klose
148.                      .Ali Al-Biski
149.                      .Luis Tejada
150.                      .Didier Drogba
151.                      .Sergio Ramos
152.                      .Dani Alves
153.                      .Shunmugham Subramani
154.                      .Ali Ashfaq
155.                      .Jurgen Klinsmann
156.                      .Roger Milla
157.                      .Hans Krankl
158.                      .Andriy Shevchenko
159.                      .Jose Nasazzi
160.                      .Enzo Fransescoli
161.                      .Ricardo Zamora
162.                      .Dave Halliday
163.                      .Bojan Jokic
164.                      .Arthur Rowley
165.                      .Phil Younghusband
166.                      .Michael Laudrup
167.                      .Claudio Gentile
168.                      .Emmanuel Okwi
169.                      .Gianluigi Buffon
170.                      .Steve Bloomer
171.                      .Ronald Koeman
172.                      .Robbie James
173.                      .Marek Jankulovski
174.                      .Petr Cech
175.                      .Georginio Wijnaldum
176.                      .Boy Martin
177.                      .Asamoah Gyan
178.                      .Zbigniew Boniek
179.                      .Michael Owen
180.                      .Arda Turan
181.                      .Marcelinho Paraiba
182.                      .Kazuyoshi Miura
183.                      .Sepp Maier
184.                      .Antonin Panenka
185.                      .Luis Suarez (Uruguay)
186.                      .Tommy Dickson
187.                      .Eusebio
188.                      .Kunishige Kamamoto
189.                      .Fritz Walter
190.                      .Rivelino
191.                      .Rene Houseman
192.                      .Tostao
193.                      .Roy Krishna
194.                      .Lukas Podolski
195.                      .Tulio Maravilha
196.                      .Emilio Butragueno
197.                      .Klaus Fischer
198.                      .Carlos Valderrama
199.                      .Jim Baxter
200.                      .Raymond Kopa
201.                      .Hristo Stoichkov
202.                      .Edgar Davids
203.                      .Samuel Eto’o
204.                      .Sol Campbell
205.                      .Dunga
206.                      .Jan Vertonghen
207.                      .Hans-Jurgen Dorner
208.                      .Gianni Rivera
209.                      .Glenn Ferguson
210.                      .Jozsef Takacs
211.                      .Claudio Caniggia
212.                      .Omar Sivori
213.                      .Cristiano Ronaldo
214.                      .Domagoj Vida
215.                      .Lothar Matthaus
216.                      .Jose Manuel Rey
217.                      .Alessandro del Piero
218.                      .Gerson
219.                      .Teofilo Cubillas
220.                      .Joe Bambrick
221.                      .Lajos Tichy
222.                      .Paulo Futre
223.                      .Denis Law
224.                      .Antoine Griezmaan
225.                      .Ashley Cole
226.                      .Josef Bican
227.                      .Zlatan Ibrahimovich
228.                      .Tommy Lawton
229.                      .Claudio Suarez
230.                      .Godfrey Chitalu
231.                      .Olivier Giroud
232.                      .Franco Baresi
233.                      .Gheorghe Hagi
234.                      .Juan Alberto Schiaffino
235.                      .Matthias Sammer
236.                      .Allan Simonsen
237.                      .Jalal Hosseini
238.                      .Teerasil Dangda
239.                      .Des Dickson
240.                      .Karel Poborsky
241.                      .Keylor Navas
242.                      .Cody Gakpo
243.                      .Kasun Jayasuriya
244.    ��                 .Davor Suker
245.                      .Richarlison
246.                      .Roland Juhasz
247.                      .Karim Bagheri
248.                      .Ahmed Jamil
249.                      .Saad Al-Mukhaini
250.                      .Nawaf Al-Khaldi
251.                      .Raymond Braine
252.                      .Careca
253.                      .Sven Rydell
254.                      .Johan Neeskens
255.                      .Neville Southall
256.                      .Luigi Riva
257.                      .Cha Bum-kun
258.                      .Youri Djorkaeff
259.                      .Vivian Woodward
260.                      .Phil Younghusband
261.                      .Lillian Thuram
262.                      .Kylian Mbappe
263.                      .Isidro Langara
264.                      .Jon Dahl Tomasson
265.                      .Matthias Sindelar
266.                      .Sergio Busquets
267.                      .Luis Figo
268.                      .Amancio
269.                      .Josef Masopust
270.                      .Robert Smyth McColl
271.                      .Hugo Sanchez
272.                      .Bryan Robson
273.                      .Abdallah Deeb
274.                      .Pierre Emerick Aubameyang
275.                      .Jean-Pierre Papin
276.                      .Rudi Voller
277.                      .Stanley Matthews
278.                      .Djalma Santos
279.                      .Tom Finney
280.                      .Kolbeinn Sigporsson
281.                      .Aron Winter
282.                      .Hugo Lloris
283.                      .Glenn Hoddle
284.                      .Gyorgy Sarosi
285.                      .Ladislav Kubala
286.                      .Luis Oliveira
287.                      .John Barnes
288.                      .Martin Peters
289.                      .Tomas Rosicky
290.                      .Franz Binder
291.                      .Jorginho
292.                      .Jozy Altidore
293.                      .Imants Bleidelis
294.                      .Abe Lenstra
295.                      .Pavel Nedved
296.                      .Hassan Maatouk
297.                      .Francesco Totti
298.                      .Ibrahim Afellay
299.                      .Pat Jennings
300.                      .Just Fontaine
301.                      .Amadeo Carrizo
302.                      .Gabor Kiraly
303.                      .Sergio Aguero
304.                      .Lester More
305.                      .Francisco Gento
306.                      .Herve Revelli
307.                      .Landon Donovan
308.                      .Franck Ribery
309.                      .Zoltan Gera
310.                      .Preben Elkjaer
311.                      .Danny Blind
312.                      .Michalis Konstantinou
313.                      .Laurent Blanc
314.                      .Henrick Mkhitaryan
315.                      .Maynor Figueroa
316.                      .Hani Al-Dhabit
317.                      .Harry Kewell
318.                      .Jimmy Jones
319.                      .Bebeto
320.                      .Jairzinho
321.                      .Jimmy McGrory
322.                      .Gyula Zsengeller
323.                      .Hughie Gallacher
324.                      .Jimmy Kelly
325.                      .Poul Nielsen
326.                      .Frank Rijkaard
327.                      .Giuseppe Meazza
328.                      .Enner Valencia
329.                      .Leonidas da Silva
330.                      .Gordon Banks
331.                      .Gary Linekar
332.                      .Adriano
333.                      .Noureddine Naybet
334.                      .Hristo Bonev
335.                      .Joseph Mermans
336.                      .Hector Ramos
337.                      .Mansour Muftah
338.                      .Stan Mortensen
339.                      .Clint Dempsey
340.                      .Alan Shearer
341.                      .Rivaldo
342.                      .Aleksandar Mitrovic
343.                      .Nasr Eddin Abbas
344.                      .Philipp Lahm
345.                      .Maris Verpakovskis
346.                      .Vava
347.                      .Willem van Hanegem
348.                      .Piapong Pue-on
349.                      .Gonzalo Jara
350.                      .Hakan Sukur
351.                      .Ahmed Ibrahim Khalaf
352.                      .Valentin Ivanov
353.                      .Kevin Keegan
354.                      .Abdulrahim Jumaa
355.                      .Steve McManaman
356.                      .Iker Casillas
357.                      .Robinho
358.                      .Emilio Butragueno
359.                      .Xherdan Shaqiri
360.                      .Peter Pekarik
361.                      .Daniel Passarella
362.                      .Wayne Rooney
363.                      .Gunter Netzer
364.                      .Casemiro
365.                      .Moises Caicedo
366.                      .Zito
367.                      .Emmanuel Petit
368.                      .David Ginola
369.                      .Edinson Cavani
370.                      .Jorge Campos
371.                      .Dixie Dean
372.                      .Luka Modric
373.                      .Oscar Soneje
374.                      .Bilal Mohammed
375.                      .Christian Vieri
376.                      .Roberto Dinamite
377.                      .Cesar Rodriguez Alvarez
378.                      .Ali Daei
379.                      .Raheem Sterling
380.                      .Yoshikatsu Kawaguchi
381.                      .Mokhtar Dahari
382.                      .Ronnie Rooke
383.                      .Tico-Tico
384.                      .Ubaldo Fillol
385.                      .Shota Arveladze
386.                      .Jose Torres
387.                      .Shinji Kagawa
388.                      .Rafael Marquez
389.                      .Frantisek Planicka
390.                      .Patrik Schick
391.                      .Bastian Schweinsteiger
392.                      .Geoff Hurst
393.                      .Harry Kane
394.                      .Oliver Bierhoff
395.                      .Rogerio Ceni
396.                      .Dominique Rocheteau
397.                      .Gaetano Scirea
398.                      .Khamis Al-Dosari
399.                      .Giampiero Boniperti
400.                      .Javier Zanetti
401.                      .Javier Hernandez
402.                      .Gareth Bale
403.                      .Benni McCarthy
404.                      .Rolando Fonseca
405.                      .Abdul Kadir Omur
406.                      .Ali Al-Nono
407.                      .Roger Piantoni
408.                      .Peter Shilton
409.                      .Nigel Codrington
410.                      .Le Cong Vinh
411.                      .Marcelo Moreno
412.                      .Yasuhito Endo
413.                      .Jimmy Johnstone
414.                      .Bernard Lacombe
415.                      .Alan Ball
416.                      .Blaise Matuidi
417.                      .Paul Pogba
418.                      .Frenkie de Jong
419.                      .Jaba Kankava
420.                      .Fyodor Kudryashov
421.                      .Emmanuel Sanon
422.                      .Amer Shafi
423.                      .Ulf Kirsten
424.                      .Laszio Fazekas
425.                      .John Aldridge
426.                      .Jose Andrade
427.                      .Ahmed Musa
428.                      .Kristen Viikmae
429.                      .Heinz Hermann
430.                      .Dino Zoff
431.                      .Tommy Hutchison
432.                      .Geremi
433.                      .Ali Mabkhout
434.                      .Ganbaataryn Togsbayar
435.                      .Imre Schlosser
436.                      .Erwin Helmchen
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Daniel Maldini è un raccomandato
È lì soltanto perché si chiama Daniel!
Ah no, volevo dire perché è figlio di papà, non tutti sono figli dei loro padri
Ma comunque il punto è, Daniel Maldini è scarsissimo
E siccome si chiama come si chiama, allora o sei fortissimo o fai schifo, niente vie di mezzo, perché tra un pacco e un pallone d'oro ci sta l'oceano ma non è importante, tu puoi essere solo uno dei due estremi
Poi il fatto che abbia cambiato squadra, niente milan, abbia trovato la sua realtà, giochi ancora in serie A, al Monza e segni, fa pure una perla di goal su punizione, senza pretendere di essere o diventare il miglior giocatore italiano nel suo ruolo come al tempo il padre e al tempo il nonno
Tutto questo è insufficiente e inutile
Perché l'italiano deficiente medio non sa vedere le circostanze
Poi quando giocava Paolo, voi non eravate nati, quando giocava Cesare, i vostri genitori non erano nati
La verità è una: Daniel Maldini è un buon giocatore che può continuare a fare bene in Italia in serie A, il suo lo fa, segna, fa vincere la squadra, che minchia vuoi di più?
Non sarà mai titolare fisso al milan, sticazzi!
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nonsaremodellestar · 1 year
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Paolo Cesare Maldini mi ha appena spettinata
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cinemasfutbol · 5 months
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kritere · 7 months
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Cosa farà il figlio di Maldini dopo il ritiro dal calcio a 27 anni: “Ha un cognome importante”
DIRETTA TV Lo streaming in diretta di questo programma sarà visibile su KRITERE.COM Kritere.com è il servizio gratuito che permette di guardare anche all’estero tutti i canali TV italiani, film on demande e eventi sportivi. 14 Settembre 2023 Christian Maldini ha deciso il suo futuro dopo il ritiro dal calcio giocato a soli 27 anni. Il primogenito di Paolo Maldini, nipote di Cesare, inizierà un…
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lamilanomagazine · 9 months
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Gianluigi Buffon dice addio al calcio giocato, ora per lui il ruolo di capodelegazione della nazionale
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Gianluigi Buffon dice addio al calcio giocato, ora per lui il ruolo di capodelegazione della nazionale. Ora è ufficiale, Gianluigi Buffon si ritira dal calcio giocato all'età di 45 anni. Attraverso un post sul suo account Instagram, seguito da un comunicato ufficiale sul sito del Parma Calcio, dove è iniziata e si è conclusa la strepitosa carriera di Super Gigi, è arrivata la conferma della decisione che era trapelata già nelle scorse ore. Risolto, dunque, il contratto che legava Buffon al Parma fino al 30 giugno 2024. La carriera di Buffon si conclude con numeri impressionanti che lo hanno reso uno dei portieri più forti nella storia del calcio. E infatti sono ben 975 le partite giocate indossando le maglie di Parma, Juventus e Paris Saint Germain, 429 clean sheet, 87.247  minuti totalizzati. In Nazionale, Buffon ha vestito le maglie dell'Italia Under 16, 17, 18, 21, 23 e, ovviamente, della Nazionale maggiore con cui è sceso in campo 176 volte diventando campione del mondo nel 2006. Carica di trofei di squadra e individuali la sua bacheca: la Coppa del Mondo alzata nel cielo azzurro di Berlino nel 2006 è l'apice della sua leggendaria carriera tra i pali. Buffon, inoltre, ha vinto 10 scudetti con la Juventus, 5 Coppe Italia (4 con la Juventus e 1 con il Parma), 7 Supercoppe Italiane (6 con la Juventus e 1 con il Parma), ha conquistato una promozione in Serie A con la Juventus, ha vinto un campionato francese e una Supercoppa francese con il PSG e ha vinto una Coppa Uefa con il Parma. Si è laureato campione d'Europa Under 21 nel 1996 sotto la guida del ct Cesare Maldini. Manca all'appello la Champions League, sfiorata con la Juventus. Tra i riconoscimenti personali, invece, va ricordato, in particolare, che Buffon è stato eletto calciatore europeo dell'anno nel 2003 e giocatore dell'anno in Italia nel 2017. Gigi saluta il calcio giocato e i suoi tifosi con un video toccante che ripercorre i momenti indimenticabili dai 18 ai 45 anni di una vita vissuta per il calcio, accompagnato una didascalia emozionante : "Finisce qua. Mi hai dato tutto. Ti ho dato tutto. Abbiamo vinto insieme". Ora per Buffon si prospetta il ruolo di capodelegazione della nazionale, ruolo ricoperto precedentemente da Gianluca Vialli. Grazie Gigi, numero 1 per sempre.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Normally the son is never as good as the dad but there can be exceptions look at Cesare and Paolo Maldini!!But if the dad wasn’t very known as a football player the son has chances of being better than him ex Alf Inge Haland no one remembers as a player and Erling his son that is a monster on the field (10000000x better than his father).// Whats this mean? How does one weigh if the offspring will be more or less talented than the parent? Talent is variable.
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calciopics · 2 years
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When Ronaldo joined Inter from Barcelona and tore Serie A to shreds
Ronaldo was outstanding in La Liga but his peak came when he moved to Italy and embarrassed the world’s best defenders
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It’s 8 June 1997 in Lyon, where Italy and Brazil are preparing to square off in Le Tournoi for their first meeting since the World Cup final three years earlier. Italy coach Cesare Maldini walks over to Fabio Cannavaro and says: “Fabio, we’ll see if this Ronaldo truly is a phenomenon.” By the end of a pulsating 3-3 draw, Ronaldo has scored and tormented both Cannavaro and Paolo Maldini. Cannavaro returns to his manager and tells him that the young Brazilian is indeed the real deal, to which Maldini replies: “Yes Fabio, you are right.”
Ronaldo joined Inter six weeks later. According to former Inter president Massimo Moratti, the idea of signing Ronaldo occurred after a drab, goalless draw at Fiorentina three months earlier. Moratti supposedly concocted the plan in the back of a Florentine taxi. And true to his word, he delivered, exploiting rising tensions between Ronaldo and Barcelona to activate the Brazilian’s buyout clause. The transfer sent a wave of excitement through Italian football not seen since the summer Diego Maradona joined Napoli 13 years earlier.
The revisionist narrative surrounding Ronaldo’s career is that the year in Barcelona was the pinnacle of his career. According to the statistics, this is true. The fact he rifled in 47 goals in 49 games in all competitions, including the wonder goal against Compostela in October 1996, where he swatted away defenders with such outrageous ease, reinforces the narrative.
Yet his true peak came in his first season at Inter, where this perfectly assembled force of nature destroyed everything in his path. Rampaging through La Liga was one thing, but doing it in Serie A – by far and away the greatest league in the world (and with 1997-98 perhaps the strongest single season the sport has ever seen) – was quite another.
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Serie A had been home to the world’s best players and the game’s most feared strikers for years. Italy’s grizzled defenders were used to locking horns with great foreign players, but they weren’t quite ready for Ronaldo. If Maradona possessed dribbling genius, Zinedine Zidane the ethereal technique and Marco van Basten, Gabriel Batistuta and George Weah raw physicality and pace sprinkled with a dash of elegance, Ronaldo was an intoxicating cocktail of them all. A PlayStation footballer come to life.
Ronaldo’s highly anticipated debut was upended by Álvaro Recoba, who scored two howitzers in the space of five minutes to overcome Brescia. The second match of the season saw Inter travel to face Bologna in a game billed as “Ronaldo v Baggio”, a battle between the game’s two premier players for a large stretch of the decade. The game at the rain-drenched Stadio Dall’ara was an instant classic, with Baggio scoring two and Inter scoring four. Ronaldo got off the mark, twisting Bologna defender Massimo Paganin like a pretzel on the edge of the box with a right foot shimmy before planting the ball into the bottom corner with his left.
“Ronaldo? Mamma mia! What a player,” reflected Baggio in 2021. “He came from the future. He played football with technique and speed ahead of his time. I saw him do things that were unthinkable, which no one had done or thought of until then. He was unique.”
Ronaldo scored six in his next seven games, including a mesmeric performance against Parma in October. He danced and glided his way past players at will, even crashing a free-kick past Gianluigi Buffon from 25 yards out that clipped the underside of the crossbar. By Christmas, he had nine goals in 13 games.
“He was an alien among humans,” said Buffon. “It seemed like he was created in a lab. He was the perfect player, as he had power, speed, intuition, technical skills and quickness.” That was the beauty of the first Ronaldo. He could do everything: he took penalties, free-kicks and even corners in his first season at Inter; he would pick up the ball near the halfway line and dribble past as many players dared stand in his way.
Ronaldo and Inter suffered a bit of a dip following the 1-0 win against Juventus in early 1998, dropping 10 points in January and February. His one and only league hat-trick came in the 5-0 demolition of Lecce in the middle of this sticky patch.
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If you want a snapshot of just how good Ronaldo was during his golden period at Inter, his performance against Spartak Moscow in the second leg of their Uefa Cup semi-final is the perfect distillation of a player operating in a different orbit. Describing the pitch at the old Dynamo Stadium as a potato field would be an affront to potato fields the world over. Even though the surface was laced with ice and snow, the game was inexplicably allowed to go ahead. It made little difference to Ronaldo.
He scored twice and his second was spectacular. Like his goals against Sampdoria, Lecce and Schalke, Ronaldo collected the ball from deep. He spun on a dime, ran deep into the heart of the defence and passed to Iván Zamorano, who squeezed the ball back to Ronaldo, who danced through two defenders with a single touch, rounded the goalkeeper and slotted the ball home, while effectively playing on an ice rink. “Straordinario” shouted legendary Rai commentator Bruno Pizzul.
The season had been building to the titanic clash between Inter and Juventus at the end of April. The most important Derby d’Italia in years, with only a point separating them, was essentially stripped down to a battle between Ronaldo and Alessandro Del Piero, the two best players in the world. They had been upstaging one another all season, forcing the other to raise the stakes even higher. “When you arrived at Inter you were already in my head, and you inspired me to become better,” said Del Piero to Ronaldo in 2020.  Ronaldo had scored 22 in 28 Serie A games and had dominated the Uefa Cup; Del Piero had 20 in 30 games and had dominated the Champions League. Whoever won the game would win the title.
The game now lives in infamy, a tale of two penalties: one denied to Inter and one given to Juventus just 15 seconds later. The controversy went right to the top, with Italian politicians even debating the decision – and fighting over it in parliament. But the truth is that Ronaldo had missed several chances before Mark Iuliano sent him tumbling in the box. The story of the game was of missed chances rather than a penalty not given. The 1-0 defeat took the wind out of Inter’s sails and, with the league mathematically gone following a surprise defeat to Bari in early May, the focus now became the Uefa Cup final against Lazio in Paris.
Ronaldo stole the show. “I have watched that game on video so many times since then, trying to work out what I did wrong,” recalled Alessandro Nesta. “We lost 3-0, but I don’t think it was my fault. Ronaldo was simply unstoppable. He is so quick he makes everyone else look as if they are standing still.” Nesta, one of the most elegant defenders Italy ever produced and a player who shackled Lionel Messi at the age of 36, could do little to stop Ronaldo at 22.
The Brazilian produced the most complete performance of his career, toying with Lazio for 90 minutes. Javier Zanetti and Zamorano had already scored before Ronaldo sprung Lazio’s offside trap in the 69th minute to utterly bamboozle the hapless Luca Marchegiani, putting the goalkeeper on the floor without so much as touching the ball before stroking it into the empty net.
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“It was incredible, but he did tricks like that in every training session,” recalled Youri Djorkaeff. “We were used to it. Ronaldo was phenomenal. He proved that he was a cut above the rest that season.” It became one of the defining goals of the 1990s, confirmation that Ronaldo was a 21st-century footballer playing in the dying embers of the 20th.
Ronaldo would end the 1997-98 season with 34 goals in all competitions, 25 in Serie A. He had torn the most unrelenting league the world has ever seen to shreds. “My toughest opponents would be Maradona, Ronaldo, who was phenomenal in his two years at Inter, and Zidane,” said Maldini when asked by La Gazzetta dello Sport to name the players who gave him the hardest time in his 24-year career. “Ronaldo was the only player who really stirred fear in me. Just walking on the same pitch as he did was terrifying for me,” wrote Cannavaro in 2018.
Inter did not win the Scudetto, but going into France 98 there was no doubting Ronaldo was the finest footballer on planet Earth. Everything seemed to be there for the taking and most assumed that he would only get better. Yet, just two months after his Uefa Cup zenith in Paris, the same city bore witness to the beginning of the end of peak Ronaldo, and he was never the same. The human knee simply wasn’t built for that level of contorting, pulling and pushing – not on a frame as muscular as Ronaldo’s and at such devastating speed.
But, if you were fortunate enough to witness it, Ronaldo was special in 1997-98. The ultimate cheat code player. Il Fenomeno.
By Emmet Gates for The Gentleman Ultra
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