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#Però le orecchiette>>>>>
im-tryingtoloveyou · 2 years
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Siiii, sono quelle che hanno i pomodori e le olive sopra, diciamo non sono molto dure, sono un misto fra il morbido e il croccante più che altro, però sono abbastanza salate e talvolta c'è chi mette molto olio d'oliva, perciò se non piacciono è naturale (anche se so' bone). Comunque non credo che Manu e Thessa abbiano gironzolato, almeno per ora, sennò sicuramente qualcuno li avrebbe visti, credo siano rimasti a Savelletri nel loro hotel a fare orecchiette. Chissà, magari nei prossimi giorni potrei pure vederli per strada. (Anche se fosse non chiederei a loro una foto per timidezza, e anche per rispetto, cioè saranno sempre circondati di persone che li riconoscono anche se si incappucciano per bene con occhiali da sole, quindi almeno per la luna di miele vorranno essere lasciati in pace penso)
Non penso che rifiuterebbero di fare una foto o un autografo, sembrano persone semplici e carine.
Comunque ho assaggiato le focacce che fate a Bari, sono buone, ma ammetto di averci messo l'olio perché erano un po' asciutte 🙈 chiedo perdono.
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La mia vita si è ridotta all'emozione per la preparazione delle orecchiette fresche col sugo di salsiccia. Ma ultimamente è un po' così, mi sembra di avere le sinapsi tutte sintonizzate sul cibo, roba che l'altro giorno ho fatto le orecchiette con le cime di rapa e poco dopo mi sono ritrovata a pensare "però, sarebbe bello trasferirsi in Puglia" dopo averci vissuto 19 anni desiderando esclusivamente di andarmene.
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october24th · 3 years
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Resoconto Giorno 123
Ho dormito bene, zero incubi. Ho fatto un sogno strano però, ovviamente. Mi sono svegliata alle sette per andare in bagno, mio cognato si stava preparando per andare a lavoro. Anche Vitto era già sveglio, ci siamo dati il buongiorno e poi riaddormentati.
Mamma non ha lavorato e ne ho approfittato per stare a letto a guardare My Hero Academia. Mi sono alzata quando mamma ha messo le canzoni alla tv ad alto volume, papà le ha fatto vedere come fare tramite Bluetooth. Sono andata sul divano e con il suo telefono ho cercato da YouTube alcune canzoni. La cronologia delle ricerche di mamma? Da Gioele a Maicol Jecson... ecco il secondo si capisce, il primo un po’ meno. Indovinate. L’ho detto a Robb per riderne con lui e mi ha detto delle canzoni da mettere per vedere se mamma le conosceva eee mamma le ha anche cantate, tranne una. Mi sono divertita, era come se lui fosse a casa con noi. C’è una canzone che mi ricorda Robb, sembra essere stata scritta da lui. Si chiama Proteggiti da me di Mengoni, la mia versione preferita è quella dell’Atlantico tour.
A pranzo zero sgarri. Dopo pranzo sono crollata e non era assolutamente previsto. Mi sono svegliata verso le quattro e ho avviato una videochiamata con Vitto per fare merenda insieme. Lui ginseng e cereali integrali cattivi ma buoni ed io camomilla. Come sempre è stato simpatico e carino, non c’è nulla da dire. Avevo una felpa rossa e mi ha presa in giro dicendo che la mia faccia si colorava come la felpa quando diceva qualcosa di carino. Poco sgamabile, ok. Finita la videochiamata con lui ho messo scarpe e cappotto per andare all’auchan con papà a cambiare alcune cose. Ho infilato i guanti di nonno prima di scendere. Me li regalò lui quando era malato. Faceva freddo, le mie mani erano ghiacciate come sempre. Si sfilò i guanti e mi disse “prendili tu, servono più a te” e da allora li ho presi e li ho conservati nel cassetto. Non ho mai avuto il coraggio di indossarli. Oggi si, dopo due anni. Mi vanno grandi, mi sono venuti gli occhi lucidi. Li ho sfilati, annusati e rimessi nel cassetto. Ho indossato il solito cappello con le orecchiette da gatta, Imma ha detto che è carinissimo. Appena ho messo piede fuori casa è venuto a piovere. Bufera. Sul serio. Ci siamo fatti il bagno. Comunque resi riusciti, abbiam mangiato una pizzetta e dopo il secondo bagno siamo riusciti a tornare a casa. Prima di cenare ho fatto una videochiamata con mia zia che chiedeva se volessi le stelline a capodanno e ho risposto di sí, le adoro. Dopo cena Peaky Blinders con Vitto. Abbiamo concluso la prima stagione, voglio subito vedere la seconda. Non possono far finire una stagione così!!! Vado a scaricare le altre puntate, all’immediato.
Ho chiesto a Robb (il cui nome sui social è rob_wmc) di spiegarmi perché proprio quelle tre lettere. Mi ha detto che la w sta per wolf, la m per moon e la c per crow e mi ha anche raccontato una leggenda dei nativi americani che unisce questi tre elementi ossia il lupo, la luna e il corvo. Allego qui la leggenda: “Si narra che un tempo nella Terra degli Spiriti ve ne fossero due che vivevano felici insieme come due innamorati. Erano lo spirito della Luna, una fata stupenda con ali argentate e lo spirito del Lupo, un essere forte, maestoso e fiero. Essi vivevano in sintonia. Passavano le giornate pensando che il loro amore fosse per sempre. Gli altri spiriti del regno erano invidiosi di tale felicità così un giorno, lo spirito della Notte che era un Corvo, anch'esso innamorato della Luna andò dallo spirito del Lupo suggerendogli che se voleva rendere la sua amata realmente felice, doveva scendere sulla Terra e raccoglierle alcune rose selvatiche che a lei piacevano tanto. Allora il Lupo, che per rendere felice la sua amata era disposto a tutto, scese sulla Terra alla ricerca delle rose selvatiche più belle che esistessero. Ma non fu avvisato che qualunque spirito mettesse piede sulla Terra non avrebbe mai più potuto far ritorno nel mondo degli spiriti! E così il Lupo si ritrovò lontano dal suo amore e ad ogni notte di luna piena, sotto lo sguardo triste della Luna, le grida tutta la sua tristezza per quell'amore che perduto con l'inganno mai più ritornerà.” Ho chiesto a lui di raccontarmi il seguito, come crede siano andate le cose dopo la scomparsa del lupo e ha detto “magari la sofferenza della luna per la mancanza del lupo ha portato nel corvo ad una decisione drastica, di abbandonare anch'esso quel mondo magico, così da tener compagnia a quel lupo che aveva ingannato”
Perché ammetto che alla tua partenza
Preferisco la tua indifferenza
28 Dicembre
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thekitchentube · 3 years
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ᴏʀᴇᴄᴄʜɪᴇᴛᴛᴇ ᴅɪ ɢʀᴀɴᴏ ᴀʀsᴏ ɪɴ ᴄʀᴇᴍᴀ ᴅɪ ᴘɪsᴇʟʟɪ ᴄᴏɴ ʟᴜᴘɪɴɪ ᴇ ғᴀɢɪᴏʟɪɴɪ ᴄʀᴏᴄᴄᴀɴᴛɪ ᴇ ɪ ʟᴏʀᴏ sᴇᴍɪ ᴘɪᴄᴄᴀɴᴛɪ ᴀʟ ᴘʀᴏғᴜᴍᴏ ᴅɪ ʟᴀᴠᴀɴᴅᴀ Orecchiette : questo nome richiama subito alla mente piatti tipici pugliesi, con cime di rapa , pesce o polpettine di carne, ma si possono inventare molte altre combinazioni con questa base 😉 specialmente in questo lugliobre che ispira a tenere accesi i fornelli 😆 Oggi vi proponiamo un piatto ispirato alla cucina vegana, realizzato con Orecchiette di Grano Arso💪. Una ricetta frutto della nostra continua ricerca nello sperimentare nuovi accostamenti di sapori, come sempre partendo da ingredienti comuni, miscelati però in modo non convenzionale per donare sensazioni sorprendenti.. Abbiamo preparato una crema di Piselli con un leggero gusto di Aglio e profumo di fiori di Lavanda appena fiorita 🌸, in cui far saltare la nostra pasta, assieme ai Lupini, per poi arricchire il tutto con la croccantezza di sottili Fagiolini cotti a vapore e quindi fritti in olio di oliva extravergine ricoperti da un velo di semola. I teneri semi dei Fagiolini, poi, sono stati separati con cura dai baccelli e usati per insaporire il piatto, dopo averli marinati per quelche ora in acqua e Peperonicino, fino a renderli piacevolmente piccanti. Vi assicuriamo che il risultato è a dir poco sorprendente 💚 e speriamo che molti di voi vorranno provare a realizzare questa nostra creazione e farci sapere le loro sensazioni 😋 🥂Vi consigliamo l'abbinamento con una fresca Passerina del frusinate dalla profumazione vivace e fruttata e dal un sapore asciutto che si sposa perfettamente con il gusto strepitoso di queste orecchiette. Buona giornata e a presto ! 🙋‍♂️🙋‍♀️😘 #TheKitchenTube #foodblogger #foodblog #foodlover #foodstagram #lunch #pranzo #pranzoitaliano #cookingathome #cookingismypassion #cookingwithlove #mahlzeit #Mittagessen #ifpgallery #f52grams #lecker #buonpranzo #vegan #veganfood #veganpornfood #veganfoodshare #vegancooking #veganlunch #meatandpaes (presso Merano, Trentino Alto Adige, Südtirol) https://www.instagram.com/p/CRYCUv1F47J/?utm_medium=tumblr
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jonesbentley · 3 years
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[ 30/01 ] Porticato interno
Si sfila la matita dall’orecchio e apre il taccuino, scorrendolo fino a raggiungere la penultima pagina. Su quella adiacente è possibile scorgere un disegno a matita che ritrae una piovra gigante nell’atto di sbucare dal lago, con tanto di schizzi e goccioline d’acqua. «Mh» borbotta tra sé e sé, guardando ora alla volta della gattina, ora in quella di Taris. «Posso disegnare la tua gatta?»
E ora che le iridi si incrociano, il capo della serpe si tende leggermente verso destra, quasi a richiamare il fare del suo stesso famiglio. Giusto un secondo di silenzio. E poi si stringe nelle spalle. «Le farа piacere.» afferma, ed è verso la diretta interessata che si volta ora, repentina. «Zoe» orecchiette bianche che si tendono al richiamo «stay still.» le ordina, chiara, e la gatta, esegue.
«Come ti sembra?» s’informa, avvicinandole un po’ il taccuino di modo che anche lei possa confrontarlo con la gatta.
«...beh, incompleto» e lo guarda, da brava miss ovvietà - ma con un motivo questa volta «Se non lo finisci mica posso darti un parere, no?»
«Sei una tipa un po’ strana, tu, eh?» le domanda, ma senza alcuna traccia di malizia. È una semplice constatazione, che per di più pare trovare piacevole, o comunque divertente. Riprende a lavorare al disegno, che ha quasi ultimato, e fa spallucce: «Però hai ragione.»
[...] Decisamente confusa. Soprattutto dalla risata, alla quale non sa come reagire - e quindi lo sguardo evade, ritornando sul suo viso solo quando arriva la domanda, che le chiarisce un po’ la mente. Pausa di riflessione. «Dipende da che intendi» per strana «però probabile» ammette, accigliandosi quindi un attimo «anche se detto da te non è molto credibile» sentenzia, e speriamo che il corvo ne colga l’ironia, perché nell’intonazione non ce n’è traccia.
«Touché» risponde, dando un paio di colpetti con la matita nella sua direzione. «Aspetta un secondo, e…» comincia, riprendendo a lavorare sul disegno e ultimandone gli ultimi dettagli. Si rimette la matita dietro l’orecchio e strappa la pagina senza tanti complimenti, porgendola poi a Taris con un sorriso vispo. «Ecco, finito. Te lo regalo.»
L’ironia non viene colta ma il commento non reca danni, e quando le arriva il disegno finito, si prende tutto il tempo di contemplarlo. Il fumetto è stato chiuso e messo da parte, ora regge il foglio con entrambe le mani e dopo qualche secondo, lo volta in direzione della musa ispiratrice. E la gatta, occhieggiandolo curiosa, risponde solo con un miagolio e uno sbuffetto dal muso. «Non male.»
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youregonnabeokkid · 3 years
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16, 26, 29 😘 (Ps evidentemente op non ha mai mangiato le orecchiette con le polpette che fa mia mamma 🤷🏻‍♀️🤷🏻‍♀️🤷🏻‍♀️)
ahahah grazie cami 🥰🥰🥰🥰
16: L'eresia culinaria peggiore commessa all'estero? Decisamente la mia amica greca che mangia la pasta con il ketchup e mi costringe ad assistere
26: Offendi qualcuno nel tuo dialetto. Così, perché è cosa buona e giusta. Magari gli americani della domanda 24. sí nuddu miscatu cu nnenti
29: Descrivi l'outfit da nonna. Attento però: se mancano le ciabatte DeFonseca ti viene revocata la cittadinanza. Pettinino nei capelli, maglietta di cotone, maglione senza maniche sopra di una fantasia improponibile e con i colori sbiaditi giá dagli anni ‘80, gonna marrone (quella nera é per uscire), calze contenitive e ovviamente le ciabatte defonseca.
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goodbearblind · 6 years
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“Io mi ricordo che negli anni '70 c'erano dei migranti che si chiamavano "i maruchèin". I maruchèin venivano da un posto che si chiamava "la bassitalia", e vivevano nelle nostre città in posti dove la gente perbene non voleva più vivere perchè c'era l'umidità sui muri, o non c'era l'ascensore. Delle volte vivevano anche in dieci o dodici in un appartamento, e facevano dei lavori che la gente perbene non voleva più fare, tipo in edilizia sulle impalcature o nelle fonderie. I maruchèin non si chiamavano così, eravamo noi che li chiamavamo così. o almeno io li sentivo chiamare così nei bar o sull'autobus dai tizi coi baffi e col borsello, o dalle signore eleganti, quando saliva uno di questi lavoratori per dire, portavano la mano alla bocca come per non farsi sentire, e dicevano al vicino "maruchèin", per dire che era salito uno di quelli lì, e l'altro faceva di sì con la testa, per dire che l'aveva capito anche lui che era un maruchèin. Tra di loro i maruchèin non si chiamavano in nessun modo, perchè venivano da posti diversi e loro probabilmente si vedevano uguali e diversi al tempo stesso, pensavano forse, figurati, di essere gente come noi. In terza elementare quando stavo a Portile il mio migliore amico era un bambino che si chiamava Filippo e che era appena arrivato da Palermo, che era uno dei posti da dove venivano i maruchèin. Io Filippo lo chiamavo Filippo, ma c'erano sempre degli altri bambini che lo chiamavano maruchèin, e mi ricordo che a me dispiaceva. Poi, quando al doposcuola c'era da fare la partita di calcio e c'erano i due capitani che facevano le squadre, che i due capitani erano quelli più togo, e mi ricordo che io e FIlippo restavamo sempre in fondo, ultime scelte, io perchè a giocare al calcio ero proprio lofi, lui perchè era maruchèin. "Te prendi Fantoni o il maruchèin?" diceva uno dei due capitani, "Il maruchèin", faceva l'altro, perchè a giocare al calcio io ero lofi un bel po'.
Dopo un po' di anni però è capitato che i figli e le figlie di queste persone perbene che dicevano "maruchèin" ai nuovi arrivati, avevano finito con l'innamorarsi dei figli e delle figlie dei maruchèin, che l'amore è una roba che non sta tanto a guardare per il sottile, e poi si erano anche sposati.
Subito le persone perbene ci erano rimaste male che i loro figli si fossero sposati con i figli dei maruchèin, che magari si trovavano ad avere una nuora che non sapeva neanche fare i tortellini, ma poi era finita che una volta li avevano invitati a cena i consuoceri, e lo sai te che poi le orecchiette non son mica male? E d'estate la gente perbene aveva cominciato ad andare al mare ospiti della famiglia di quei maruchèin con cui si erano imparentati, e tornavano con l'idea che quei posti dei maruchèin eran proprio dei bei posti, e che quei maruchèin lì erano gente davvero ospitale, che se te eri loro ospite eran pronti a tagliarsi anche un braccio se per caso ne avevi bisogno. E certe mangiate di pesce! Così si erano ritrovati con dei nipoti che erano un po' di sangue maruchèin, ma a quel punto non se la sentivano prorpio più di chiamarli maruchèin, piuttosto si sarebbero cavati un occhio per quei bambini lì, che non c'è una cosa più bella di avere dei nipoti da viziare.
E' finita allora che dopo un po' gli anni '70 non c'erano più, e non c'erano neanche più i maruchèin, che ormai erano persone come noi, proprio uguali eh! Bravissime persone alla fine se li conosci sti maruchèin!
Poi ha cominciato ad arrivare della gente dall'Africa, e nei bar e sugli autobus la gente li chiamava "Talebani"...”
-Francesco Fantoni-
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bleubleuet · 6 years
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Cenote Dos Ojos
La situazione disastrosa del mare
Da due giorni si è conclusa un’altra avventura in viaggio che,come tutte le altre, mi ha lasciato altre orecchiette al libro della mia vita; un libro massiccio e già abbastanza consumato (cosa di cui sono orgogliosa, non fraintendetemi) ma sempre in attesa di essere farcito e ingozzato di nuovi ricordi ed esperienze del mondo. Stavolta non è stata una delle mie pazzie estive individuali, anzi, ho preso con me tutta la mia famiglia: il mio Sole e mio fratello di 16 anni, Giacomo. Io e lui abbiamo personalità completamente diverse, gli antipodi l’una dell’altra. Abbiamo interessi diversi e non andiamo d’accordo su molte, moltissime cose, però riusciamo quasi sempre a trovare una sorta di connessione fraterna, una via di mezzo che ci accomuna e ci fa schierare dalla stessa parte. Questo accade il 70 % delle volte, l’altro 30% immagino nella mia testa di soffocarlo a mani nude .
Siamo una famiglia particolare, non convenzionale direi, ma abbiamo sempre viaggiato molto e le esperienze fuori Europa non ci hanno mai spaventato. Mia mamma ci ha sempre portati con sé fin da bambini, le distanze non ci hanno mai traumatizzato e nemmeno i terribili pasti che ti servono sugli aerei. Però le turbolenze ci fanno ancora paura. La meta di quest’anno è stato il Messico, scelto da me perché mi ha sempre affascinato molto l’accento quasi musicale, la cultura, i colori, i paesaggi verdi e allo stesso tempo secchi e duri, le spiagge bianche e il mare cristallino. C’era quasi tutto, non sono rimasta completamente delusa, ma è proprio da dire: abbiamo avuto terribilmente sfiga. Lasciatemi spiegare meglio: partiamo con l’aereo di andata che probabilmente era stato assemblato con i pezzi dei charter del dopoguerra, NIENTE schermi, al che mi sono un po’ preoccupata perché 12 ore di volo a guardare il muro non mi entusiasmavano troppo. Arriviamo e l’umidità ci investe brutalmente dandoci il benvenuto ai tropici: “Bene raga, d’ora in poi i vostri vestiti saranno umidicci e puzzerete sempre un po’ “. Vabbè, si sapeva. Soggiorniamo a Tulum in un hotel hippie, d’altronde come la città stessa, e già comincio ad innamorarmi dei colori vivaci di ogni strada, delle palme altissime e delle amache disseminate ogni dove. Per non parlare dei primi pranzi messicani, insomma, parlo di burritos e tacos fatti con la grazia di Dio, sceso e reincarnato con baffi e sombrero. Ricordo a tutti i miei lettori che sono una grande fan della comida messicana, soprattutto quando sto a casa da sola con la voglia di vivere appoggiata sul comodino e glovo a portata di mano. Tulum mi è veramente piaciuta per il suo fascino spensierato e l’atmosfera rilassata e gioiosa che emanava, ma adesso arriva lo scarafaggio sotto il cuscino (metafora infelice) che ci ha “rovinato” la vacanza: mare inaccessibile perché contaminato dalle alghe. Non parlo delle alghette di Milano Marittima, parlo di metri e metri di sargassi che ricoprivano tutto come fitti tappeti. Si tratta di un fenomeno naturale che, dopo qualche indagine, scopriamo che avviene ogni anno ma così violento accade solo ogni 4 anni. OGNI.QUATTRO.STRONZISSIMI.ANNI. La situazione era veramente critica e il motivo fu ancora più sconfortante: ovviamente siamo noi umani esseri indecenti e non curanti dei doni del mondo. Io ero all’oscuro di tutto ciò fino a due settimane fa, perché ho potuto vederlo e confermarlo con i miei occhi, ma ho idea che pochi sanno i danni che stiamo causando senza rendercene conto. Vedere il mare caraibico in questo stato mi ha fatto molto soffrire, ma soprattutto mi ha fatto capire quanto sia importante prendersi cura della natura che ci circonda, essere più self aware di tutta la plastica che produciamo inutilmente e così via. Non sono mai stata un’anima verde, non ho l’abbonamento a green peace e non li seguo su instagram, ma questo perché non mi sono mai resa conto delle conseguenze visibili.
Continuammo il nostro viaggio saltellando da un Cenote a un altro, che per chi non lo sapesse si tratta di grotte rocciose (anche se i più belli secondo me erano quelli all’aperto), di acqua dolce. L’attività prediletta nello Yucatan è ovviamente lo snorkeling e il diving, è una cosa da fare assolutamente anche perché se no che ce stai a fa’ ai Caraibi? Quindi ho provato sto snorkeling e la verità è che, pur non essendo una gran nuotatrice (somiglio più ad un Golden Retriever felice), mi è piaciuto molto. Poi vabbè, sono sempre italiana e un po’ di sceneggiata alla “mo esce fuori il coccodrillo e m’ammazza” l’ho fatta. Dopo Tulum ci siamo stabiliti a Playa del Carmen per farci del meritato mare e invece noooo, situazione indecente pure li. Non vi dico le lacrime e i tentativi di pulirlo io sola a mani nude sto mare sofferente, sembravo un po’ la Vergine che sorreggeva il Cristo nella Pietà, solo che io fra le mani avevo chili di alghe puzzolenti. Niente, alla fine ci siamo concentrati sulla fauna incredibile che ci circondava: dalle scimmiette curiose che ti stringevano la mano, alle iguane gigantesche che prendevano il sole in mezzo alla strada, tipo statue di marmo. Pappagalli colorati e i coati, dei simpatici animaletti che ho chiamato orsetti tutto il tempo. Insomma un paradiso terrestre se non fosse stato per il mare e per gli americani perennemente ubriachi. Scusatemi amici degli Stati Uniti, ma è stati disgustoso stare in spiaggia e vedervi tracannare alcool su alcool e buttare i bicchieri di plastica per terra.
Ma il ricordo più divertente è senza dubbio il disperato ritorno della macchina a noleggio che avevamo da inizio vacanza. I latini sono molto simpatici ma non sono per niente pratici e organizzati, anzi. Praticamente io e mia madre dovevamo riportare sta macchina in un parcheggio segnato su una mappina dataci dall’agenzia. Il punto è che le strade non avevano nomi, solo NUMERI. E il punto segnato era in mezzo a due strade cieche impossibili da individuare. In due ore di richieste d’aiuto abbiamo ottenuto: 7 proposte di matrimonio, uno scambio conveniente tra me e tre casse di corona gelata, una scimmietta a buon prezzo, un collo per Maurizio Costanzo.
Il mare, come ho detto, era infestato da sargassi per i primi metri, ma in lontananza si poteva distinguere uno scorcio di azzurro, la barriera corallina. Con il kayak ho potuto vedere la bellezza originaria di Playa del Carmen, l’acqua trasparente e i fondali puliti. Ma volete sapere la sfiga più grande? L’ultimo giorno, il 2 di agosto, ci siamo svegliati per andare al mare, come sempre, e indovinate come l’abbiamo trovato? QUASI PULITO. Abbiamo subito chiesto spiegazioni e la risposta è stata:” è un fenomeno che va via da solo, è la natura stessa che decide quando.” Ok bene, vaffanculo Natura.
Vabbè, senza il mare siamo riusciti a girare molto di più lo Yucatan, anche se alcune sere guardavo con nostalgia le foto della Sardegna. Sicuramente tornerò ad esplorarlo meglio e magari a vedere finalmente il mare azzurro che ci aspettavamo.
Fine episodio breve [20]
Episodio breve [20]: Señorita Emma, quédate en México! Da due giorni si è conclusa un'altra avventura in viaggio che,come tutte le altre, mi ha lasciato altre orecchiette al libro della mia vita; un libro massiccio e già abbastanza consumato (cosa di cui sono orgogliosa, non fraintendetemi) ma sempre in attesa di essere farcito e ingozzato di nuovi ricordi ed esperienze del mondo.
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abatelunare · 6 years
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Tenere il segno
Quando leggo, per tenere il segno mi servo dei segnalibri. Ne ho di svariati tipi e dimensioni. Niente orecchiette, però. Le detesto.
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wdonnait · 4 years
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Nardò, l'affascinante borgo in provincia di Lecce
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Nardò, l'affascinante borgo in provincia di Lecce
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La città di Lecce è costituita da numerosi borghi affascinanti, ricchi di storia, cultura, tradizioni e soprattutto di un vasto patrimonio paesaggistico.
Tra i paesi più rinomati del Salento, troviamo certamente Nardò.
Qui si ha la possibilità di scovare una serie di luoghi religiosi secolari (pensate, anche appartenenti all’epoca medievale), torri, masserie e palazzi storici.
Ovviamente, oltre ai luoghi d’interesse, non manca il buon cibo tipico pugliese… ma di questo ve ne parleremo successivamente.
Adesso, scopriamo tutto ciò che dovreste assolutamente visitare in un tour a Nardò!
Luoghi di culto
Come vi abbiamo già accennato in precedenza, a Nardò non mancano certamente i luoghi di culto.
Pertanto, avrete l’opportunità di ammirare tantissime cattedrali e chiese, come ad esempio: la Cattedrale di Santa Maria Assunta, la Chiesa dell’Immacolata, la Chiesa di San Domenico e la Chiesa di Santa Chiara. Scopriamole nel dettaglio!
Cattedrale di Santa Maria Assunta
La Cattedrale di Santa Maria Assunta è certamente una delle strutture religiose più importanti di Nardò.
Essa è situata dove un tempo era presente la chiesa basiliana di Sancta Maria de Nerito. Quest’ultima, risalente al VII secolo, fu realizzata da alcuni monaci orientali che erano fuggiti dalle persecuzioni.
Tuttavia, qualche secolo dopo con l’arrivo del Medioevo, essi vennero rimpiazzati dai monaci benedettini, i quali decisero di dar vita all’attuale cattedrale. Ovviamente, nel corso della storia ci sono stati tantissimi restauri, anche a livello stilistico.
Dal punto di vista architettonico, la Cattedrale di Santa Maria Assunta, ha un impianto a tre navate e sulle pareti sono presenti vari affreschi, come ad esempio quelli del Cristo in trono che benedice alla greca (risalente al 1300), di San Nicola, della Vergine col Bambino (del XVI secolo), di sant’Agostino (appartenente al 1400 circa) e della Madonna delle Grazie (a opera di Baiulardo, nel XIII secolo).
Ma non è tutto. Qui avrete modo di ammirare il famoso Cristo Nero, ossia un crocifisso dai toni scuri, realizzato con legno di cedro ed appartenente al 1200.
Chiesa dell’Immacolata
Rispetto alla precedente, la chiesa dell’Immacolata è molto più recente e risale alla fine del ‘500.
Però, a dir la verità questo luogo di culto sorge su alcuni resti di una struttura medievale. Inoltre, all’inizio non portava l’attuale denominazione ma era in onore a San Francesco d’Assisi.
La situazione cambiò quando avvenne la consacrazione all’Immacolata dal 1830 per poi essere affidata alla confraternita (che porta lo stesso nome).
A livello stilistico, l’interno della chiesa è davvero molto interessante, poiché presenta numerosi resti in stile barocco e alcuni tratti che fanno pensare ad una serie di restauri, avvenuti nei secoli successivi.
Chiesa di San Domenico
Un altro luogo di culto è la chiesa di San Domenico, la quale fu costruita dai domenicani verso la fine del ‘500.
Tuttavia, alcune sue componenti, andarono incontro a distruzione verso la metà del XVIII secolo, per via di un brutto terremoto.
Oggi però, è possibile comunque scovare diversi resti del passato, ma anche alcuni risalenti al periodo successivo al tragico evento e che si rifanno ai canoni architettonici controriformisti.
Mentre la facciata presenta tratti sia antichi che più moderni, all’interno possiamo trovare alcuni altari, come ad esempio quello contenente i misteri (noto come Madonna del Rosario) di Antonio Donato D’Orlando.
Inoltre, non molto distante da qui, è situato il convento dei Domenicani, rivisitato dopo il terremoto del 1743 da Ferdinando Sanfelice.
Chiesa di Santa Chiara
Infine, tra le testimonianze religiose più influenti di Nardò, troviamo la chiesa di Santa Chiara.
Essa è collegata al convento delle clarisse, costruito intorno al 1400. Pertanto, si parla di vero e proprio complesso monastico, dove la chiesa ha avuto numerosi rifacimenti (ad esempio tra il 1700 e il 1800, sempre in seguito al famoso terremoto).
In termini architettonici, la chiesa di Santa Chiara ha una facciata a due ordini e al suo interno sono presenti numerosi altari barocchi ad esempio, quello in onore a San Michele Arcangelo, al Crocifisso, a San Francesco Saverio, a Santa Chiara a sant’Antonio di Padova, e a San Francesco d’Assisi.
Altri luoghi religiosi
A Nardò, avrete la possibilità di visitare tantissimi altri luoghi religiosi, come ad esempio:
La chiesa della Beata Vergine Maria del Carmelo
La chiesa di Santa Maria della Purità
Chiesa di Sant’Antonio da Padova
Chiesa di San Trifone
La chiesa di San Giuseppe Patriarca
Chiesa di Santa Teresa
Cripta di Sant’Antonio Abate
Madonna della Grottella
Chiesa dei Santi Medici Cosimo e Damiano
Ma anche:
Chiesa di Santa Maria Incoronata con annesso convento (del XVI secolo)
Chiesa di Santa Sofia (del XVI secolo)
La Chiesa di San Bartolomeo (risalente al XVII secolo)
Chiesa di San Francesco da Paola (del XVII secolo)
Chiesa di Santa Maria della Rosa (risalente al XVII secolo)
Chiesetta di San Lorenzo (del XVII secolo)
Chiesetta di Santa Croce (del XVII secolo)
Chiesa di San Giovanni Battista (costruita tra il XVII e il XVIII secolo)
Nardò luoghi d’interesse
Passeggiando per Nardò, avrete modo di visitare un affascinante centro storico, ricco di vie che rimandano al passato.
Qui, non mancano di certo bar, locali, e piazze, che spesso si rivelano dei punti di ritrovo anche per i più giovani. Infatti, non troverete soltanto ristoranti di “vecchio stampo” ma anche luoghi più moderni, in cui poter fare un gustoso aperitivo nel tardo pomeriggio.
Inoltre, a Nardò sono presenti diversi palazzi storici (come ad esempio quello vescovile) e altri rimodernati e sedi burocratiche (comune, poste e via dicendo).
Nardò torri
Come alcuni di voi già sanno, a Nardò sono presenti varie torri, tra cui:
La torre del Fiume di Galatena
Torre Santa Caterina
Torre dell’Alto
La torre Uluzzo (detta anche Crustano)
Torre Inserraglio o Critò
La torre Sant’Isidoro
Torre Squillace
Nardò curiosità
In passato, questo borgo salentino è stato il “background” di una serie di riprese cinematografiche, tra cui:
L’immagine del desiderio
La posta in gioco
Il padre delle spose
La terra
Cugini carnali
L’Anima Gemella
Una donna contro tutti – Renata Fonte
Il peccato e la vergogna 2
Il Prefetto di Ferro
Walking on Sunshine
Sei mai stata sulla luna?
Nardò cosa mangiare
Per quanto riguarda il cibo, a Nardò potrete assaggiare una serie di pietanze tipiche della Puglia e del Salento, come ad esempio:
Le orecchiette
La puccia salentina
I calzoni
I pasticciotti
La pitta di patate
E tanto altro ancora…
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vigofficial-blog · 5 years
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Sono iniziati ieri i live della tredicesima edizione di X-Factor, in onda su Sky Uno. L’eliminata della serata è stata Mariam Rouass del team di Sfera Ebbasta, che si era presentata in apertura con Juice di Lizzo. Il momento cult della serata, però, è stato l’intervento di Mika che ieri sera è salito sul palco come ospite. Visibilmente emozionato, ha abbracciato Alessandro Cattelan dopo la sua esibizione: Mika è stato infatti un giudice amatissimo ad X Factor. Nessuno però si aspettava quello che di lì a poco avrebbe detto ai giudici: prima di salutare tutti e lasciare il palco, infatti, Mika ha detto di voler dare un consiglio ai giudici che ha lasciato tutti sotto choc: "Dentro le vostre orecchiette ci sono delle voci che vi parlano. Buttateteli fuori questi pezzi di m***a perché non servono a niente e seguite i vostri cuori!" Di fronte ad un Cattelan agghiacciato e alla giuria visibilmente sorpresa che non ha osato replicare al consiglio dell’ex giudice, Mika ha scosso le fondamenta di uno dei talent show più famosi del mondo ed ha forse scoperchiato un vaso di Pandora. Sui social, ovviamente, gli spettatori non hanno mancato di commentare l'accaduto, fra chi dice che Mila ha scoperto l'acqua calda e chi è rimasto choccato. Fonte: trendit.it E VOI COSA NE PENSATE? #xfactor #mika #rivelazione #choc #complotto #talentshow #vigofficial #vig https://www.instagram.com/p/B4CoCa7IgSA/?igshid=nh0snwyeiknu
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thekitchentube · 4 years
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🌱⁣ ᴘᴀsᴛᴀ ᴄᴏɴ ʟᴇ ᴄɪɴᴇ ᴅɪ ʀᴀᴘᴀ 𝟸.𝟶⁣ ⁣ Pensate che le orecchiette abbiano origine pugliese ? Ebbene vi sbagliate ! Questo tipo di pasta fu introdotta in Puglia e Basilicata dagli Angioini, che nel duecento governavano queste due regioni oltre che la Provenza ed il Piemonte. Chi non ricorda la disputa tra Angioini ed Aragonesi nel ‘300 e di cui anche Dante fa menzione nel purgatorio, tratteggiando il bellissimo personaggio di Manfredi , figlio del carismatico Federico II di Svevia 👑⁣ ⁣ Morto in battaglia dopo essere stato scomunicato e colpito da una violenta campagna diffamatoria della pubblicistica ecclesiastica e guelfa, eppure clamorosamente salvato dalla giustizia divina…un Dante inaspettato e moderno come la nostra invenzione di oggi 😁⁣ ⁣ Per non parlare del figlio di Manfredi, Corradino, l’ultimo degli Svevi. La sua tragica fine, la decapitatazione sulla piazza di Napoli, commosse in ogni tempo letterati e artisti, che circondarono di un alone romantico la sua personalità, la bellissima ode di Aleardo Aleardi ne è un esempio eclatante.⁣ ⁣ Ecco, vedete a cosa pensavo mentre componevo questa pasta con le Cime di Rapa, maneggiando questo ortaggio che viene probabilmente dalla Siria ed è stato importato dai genovesi e dagli angioini nel sud del nostro bel paese, per diventare col tempo un simbolo della nostra cucina.⁣ Quindi oggi niente ricetta classiche (che però trovate sul Blog 😉), bensì rivisitazione in chiave dantesca (nel senso che dopo questa saremo anche noi meritevoli del purgatorio😂) di un piatto così conosciuto quanto delizioso⁣ ⁣ Noi abbiamo usato i gambi sbianchiti e quindi immersi in acqua ghiacciata per una crema, con Aglio e Acciuga, su cui adagiare dei mezzi Paccheri, a far da contenitore per le foglie ripassate in Olio evo con germogli di Basilico Viola⁣ Stessi ingredienti, gusto indescrivibile…da provare, no ? Da accompagnare bellamente con un Friuli Grave Sauvignon.⁣ Buon appetito ! 🙋🏼‍♀️🙋🏻‍♂️😘⁣ 🔸 #thekitchentube #cimedirapa #mahlzeit #primipiatti #solocosebuone #recipes #rezepte #pastalovers #cucinare #fooddesign #ricetteitaliane #ilovecooking #ifpgallery #italianrecipe (presso Merano, Trentino Alto Adige, Südtirol) https://www.instagram.com/p/B9Qv-n4IViI/?igshid=1jqy3oyekrump
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zampulla · 5 years
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BUON POMERIGGIO BELL'ANIME ❤️😘 Le mani sono lo strumento più interessante e poliedrico che abbiamo.. bisogna saperle usare però. Accarezzare, sfiorare, massaggiare...ma anche impastare, amalgamare, mescolare...quante cose belle e buone. Buone come queste orecchiette pronte per essere gettate in una minestra di ceci...la cena di stasera 😋 solo semola e acqua...la semplicità regala grandi soddisfazioni ☺️ Buon proseguimento di giornata amici 😘💕 #puglia #orecchiette #confort#piattiantichi #legumi #ceci #oreccietteececi #bontà #semplicità #arteintavola🍴 #sweetcandymary #foodblogger #arteamodomio #amore #sempre💕💕 (presso Cinecittà, Lazio, Italy) https://www.instagram.com/p/B3Ulpd-gUM_/?igshid=etux18drofxd
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uomoallacoque · 5 years
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Se è vero che tutte le strade portano a Roma, la Via Appia non fa certo eccezione: antica via di costruzione romana che, in origine, collegava la capitale a Brindisi valicando i confini di quattro regioni: Infatti, la carta dell’Osteria propone un menù lucano, pugliese, campano e laziale, dall’antipasto al dolce.
E’ stato molto piacevole ritrovare nei piatti prodotti come il peperone Crusco croccante, il baccalà ed il Cacio Cavallo perché conferiscono carattere, sapore e i profumi della loro terra d’origine.
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L’antipasto di polpo è stato quello che più degli altri ha ripagato i tempi di attesa (un po’ tanto comodi e rilassati), la sua carne infatti risultava morbida e saporita. Apprezzato anche l’abbinamento con la purea di fave.
Tra i primi piatti sicuramente di grande soddisfazione le orecchiette al sugo di braciola, ottima la pasta e il sugo molto saporito rendono questa portata ghiotta e gratificante (seppur impegnativa) per lo stomaco.
Più delicati ma altrettanto ben realizzati i paccheri con fiori di zucca, burrata e pomodorini.
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Da buona amante della carne cruda non potevo esimermi dall’assaggiare la battuta di puledro, che mi ha però lasciata perplessa: la materia prima di qualità, tagliata molto spessa, servita senza alcun tipo di marinatura o condimento che la avvolgesse risultava difficile da masticare.
Degna conclusione della cena è stata la pastiera napoletana: un tripudio di freschezza e consistenze contrastanti.
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Unico neo era la temperatura di servizio, un po’ troppo fredda di frigo, ma in generale mi sbilancerei dicendo che forse è stata la migliore che mi sia capitato di assaggiare in un ristornate. Detto ciò, non mi hanno entusiasmato allo stesso modi gli altri dolci, quali crostata di ricotta e brownies al cioccolato (cosa ci fanno in un menù tipico?) che non hanno retto il confronto con il dolce Campano per eccellenza.
Rapporto qualità prezzo onesto
Insomma, se siete di strada, fermatevi sulla Via Appia.
Osteria della via Appia
Via Francesco Ferrucci, 1
20145 (Milano MI)
Telefono: 02 4952 7845
https://www.osteriadellaviaappia.net/
  Osteria della via Appia Se è vero che tutte le strade portano a Roma, la Via Appia non fa certo eccezione: antica via di costruzione romana che, in origine, collegava la capitale a Brindisi valicando i confini di quattro regioni: Infatti, la carta dell’Osteria propone un menù lucano, pugliese, campano e laziale, dall’antipasto al dolce.
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