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#Giuseppe Sapeto
La Regia Marina e Assab
Non è qui il caso di ricordare ancora una volta, se non per sommi capi, la storia della baia di Assab e del suo acquisto da parte della società Rubattino il 15 novembre 1869. L’idea di un insediamento in Africa Orientale non maturò all’improvviso perché, ancora ai tempi del Regno di Sardegna, era stato sollecitato dal missionario ed esploratore Giuseppe Sapeto che ne scrisse al Cavour e…
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corallorosso · 4 years
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“I DETENUTI, COPERTI DI PIAGHE E DI INSETTI, MUOIONO LENTAMENTE DI FAME E MALATTIE” UN VIAGGIO A NOCRA, LA PRIGIONE SIMBOLO DEI CRIMINI ITALIANI COMPIUTI NELLA COLONIA ERITREA Come l’Italia giunse in Africa è storia nota. Giuseppe Sapeto, prete, esploratore e spia comprò la Baia di Assab per la compagnia Rubattino che la rivendette al Regno d’Italia nel 1884. L’anno seguente il primo contingente italiano sbarcò indisturbato a Massaua grazie all’intercessione britannica. Sprovvisti delle conoscenze del luogo e dei mezzi necessari all’impresa – impresa fortemente voluta dalla monarchia, dagli armatori e dai circoli colonialisti – le autorità italiane stabilirono il nuovo ordine mediante processi sommari, incarcerazioni straordinarie, deportazioni e fucilazioni. Sebbene sconfitti nella battaglia di Dogali dai vicini etiopi, gli italiani espansero il proprio controllo nella regione e costituirono ufficialmente la colonia eritrea. I governatori Orero, Gandolfi e Baldissera proseguirono accanitamente l’opera repressiva nei confronti della popolazione civile. L’ultimo dei tre dichiarava che “l’Abissinia ha da essere nostra, perché tale è la sorte delle razze inferiori; i neri a poco a poco scompaiono, e noi dobbiamo portare in Africa la civiltà non per gli Abissini ma per noi”. I metodi usati contro gli eritrei erano tanto violenti che alla fine la nacque una commissione d’inchiesta parlamentare, puntualmente boicottata dalla monarchia. Sebbene le accuse fossero documentate - sui giornali comparve il memoriale del tenente dei carabinieri Livraghi che riportava la strage di 800 soldati coloniali prima assoldati dall’esercito e poi liquidati perché considerati inaffidabili– alla fine il processo si risolse a favore degli indagati. E così in Eritrea le violenze proseguirono dentro e fuori le 7 prigioni volute dai colonizzatori. La peggiore di queste era quella situata sull’isola di Nocra. Nonostante il clima torrido, si arrivava anche a 50 °C, gli internati, che lavoravano in cave di pietra e dormivano in tende, ricevevano dosi razionate di acqua stagnante. Il capitano Finzi della marina militare così li descriveva: “i detenuti, coperti di piaghe e di insetti, muoiono lentamente di fame, scorbuto, di altre malattie. Non un medico per curarli, 30 centesimi pel loro sostentamento, ischeletriti, luridi, in gran parte han perduto l’uso delle gambe ridotti come sono a vivere costantemente incatenati sul tavolato alto un metro dal suolo.” I tentativi di fuga erano punti con la fucilazione. A Nocra transitarono migliaia di persone. All’inizio detenuti comuni, poi tutti coloro che si opponevano alla dominazione italiana nel Corno D’Africa: l’elitè eritrea contraria all’occupazione, i funzionari del negus dopo la conquista dell’Etiopia, perfino i monaci di Debra Libanos sopravvissuti alla furia omicida di Graziani vi furono internati. Il campo restò attivo fino alla capitolazione italiana in Africa Orientale nel 1941. (Cannibali e Re-Cronache Ribelli)
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novalistream · 4 years
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“I DETENUTI, COPERTI DI PIAGHE E DI INSETTI, MUOIONO LENTAMENTE DI FAME E MALATTIE” UN VIAGGIO A NOCRA, LA PRIGIONE SIMBOLO DEI CRIMINI ITALIANI COMPIUTI NELLA COLONIA ERITREA Come l’Italia giunse in Africa è storia nota. Giuseppe Sapeto, prete, esploratore e spia comprò la Baia di Assab per la compagnia Rubattino che la rivendette al Regno d’Italia nel 1884. L’anno seguente il primo contingente italiano sbarcò indisturbato a Massaua grazie all’intercessione britannica. Sprovvisti delle conoscenze del luogo e dei mezzi necessari all’impresa – impresa fortemente voluta dalla monarchia, dagli armatori e dai circoli colonialisti – le autorità italiane stabilirono il nuovo ordine mediante processi sommari, incarcerazioni straordinarie, deportazioni e fucilazioni. Sebbene sconfitti nella battaglia di Dogali dai vicini etiopi, gli italiani espansero il proprio controllo nella regione e costituirono ufficialmente la colonia eritrea. I governatori Orero, Gandolfi e Baldissera proseguirono accanitamente l’opera repressiva nei confronti della popolazione civile. L’ultimo dei tre dichiarava che “l’Abissinia ha da essere nostra, perché tale è la sorte delle razze inferiori; i neri a poco a poco scompaiono, e noi dobbiamo portare in Africa la civiltà non per gli Abissini ma per noi”. I metodi usati contro gli eritrei erano tanto violenti che alla fine la nacque una commissione d’inchiesta parlamentare, puntualmente boicottata dalla monarchia. Sebbene le accuse fossero documentate - sui giornali comparve il memoriale del tenente dei carabinieri Livraghi che riportava la strage di 800 soldati coloniali prima assoldati dall’esercito e poi liquidati perché considerati inaffidabili– alla fine il processo si risolse a favore degli indagati. E così in Eritrea le violenze proseguirono dentro e fuori le 7 prigioni volute dai colonizzatori. La peggiore di queste era quella situata sull’isola di Nocra. Nonostante il clima torrido, si arrivava anche a 50 °C, gli internati, che lavoravano in cave di pietra e dormivano in tende, ricevevano dosi razionate di acqua stagnante. Il capitano Finzi della marina militare così li descriveva: “i detenuti, coperti di piaghe e di insetti, muoiono lentamente di fame, scorbuto, di altre malattie. Non un medico per curarli, 30 centesimi pel loro sostentamento, ischeletriti, luridi, in gran parte han perduto l’uso delle gambe ridotti come sono a vivere costantemente incatenati sul tavolato alto un metro dal suolo.” I tentativi di fuga erano punti con la fucilazione. A Nocra transitarono migliaia di persone. All’inizio detenuti comuni, poi tutti coloro che si opponevano alla dominazione italiana nel Corno D’Africa: l’elitè eritrea contraria all’occupazione, i funzionari del negus dopo la conquista dell’Etiopia, perfino i monaci di Debra Libanos sopravvissuti alla furia omicida di Graziani vi furono internati. Il campo restò attivo fino alla capitolazione italiana in Africa Orientale nel 1941. (Cannibali e Re-Cronache Ribelli)
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uomoallacoque · 4 years
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Hygge
Da qualche anno, a Milano, sta spopolando la moda di fare brunch ovvero un pasto che comprende sia cibi tipicamente da colazione (breakfast) che da pranzo (lunch) da consumare solitamente la domenica. In questi mesi cercheremo di analizzare i migliori di Milano.
Come prima scelta iniziamo provando il brunch di Hygge, in Via Giuseppe Sapeto 3.
Il ristorante è aperto tutti i giorni escluso il…
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15 novembre 1869 viene acquistata la baia di Assab, quella che diverrà poi la prima colonia italiana
15 novembre 1869 viene acquistata la baia di Assab, quella che diverrà poi la prima colonia italiana
Il 15 novembre 1869 l’esploratore Giuseppe Sapeto firmò per conto della società di navigazione genovese Rubattino un contratto per l’acquisto di un’area della baia di Assab, nell’odierna Eritrea. Lo scopo era quello di creare un porto di servizio e un deposito di carbone per le navi italiane affinchè non dovessero dipendere dagli inglesi ad Aden. La proprietà dell’area passò ufficialmente allo…
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Idee e motivazioni del colonialismo italiano decenni prima del fascismo
Idee e motivazioni del colonialismo italiano decenni prima del fascismo
La pietra posta dalla spedizione Franchetti a ricordo del Giulietti e dei suoi compagni uccisi in Dancalia
“La difficoltà sta nell’aprire, far conoscere ed assicurare una via che dal confine Abissino attraversi lo sconosciuto paese dei Dankali nostri confinanti, popoli selvaggi e predoni e conduca ad Assab. Ecco il gran problema che costò all’Italia la preziosa vita del Giulietti, del Bianchi,…
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