Tumgik
#'il futuro li aspetta l'uno di fronte all'altro'
jaja-dingdong · 1 year
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Nessun romanzo rosa può raggiungere il livello di poeticità della narrativa sulla rivalità tra due atleti da parte di pagine giornalistiche/sportive
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gloriabourne · 6 years
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The one where they spend the night together
La prima volta era successo a Lisbona.
Non era stata una cosa improvvisa, semplicemente le cose non potevano andare diversamente.
Da Sanremo, da quando si erano ritrovati ad affrontare tutto quel polverone insieme, si erano avvicinati più di quanto entrambi credessero possibile. Da lì era stato naturale sentirsi tutti i giorni, chiamarsi per sapere come stavano andando i rispettivi firmacopie e vedersi di tanto in tanto.
Poi era arrivato l'Eurovision e vivere una settimana a stretto contatto aveva solo contribuito a rendere il loro legame ancora più stretto.
Quindi nessuno dei due si era stupito quando una sera, mentre rientravano nelle loro camere, erano finiti a baciarsi in mezzo al corridoio. E nessuno dei due si era stupito quando Fabrizio aveva spinto Ermal nella sua stanza continuando a baciarlo. E nessuno dei due si era stupito quando Ermal aveva iniziato a blaterare qualcosa sul fatto che non avrebbe mai pensato di trovarsi in quella situazione e Fabrizio l'aveva rimproverato dicendo: "Oh, ma te stai zitto?!"
E c'erano stati baci, sospiri e mani che finivano un po' ovunque. E poi i vestiti che finivano a terra stropicciandosi e facendo ridere Ermal, che si immaginava già le sfuriate del suo stylist.
  I know that we are upside down
so hold your tongue and hear me out
I know that we were made to break
So what? I don't mind
  Poi c'era stata la partita del cuore e, anche se dopo Lisbona si erano detti che non sarebbe più successo, erano finiti di nuovo l'uno tra le braccia dell'altro in una stanza di un albergo di Genova.
"Mi sembrava avessimo deciso che era stato un errore" aveva sussurrato Ermal, reclinando la testa all'indietro mentre Fabrizio gli baciava il collo.
"Lo so" aveva risposto l'altro, la bocca ancora a contatto con la pelle di Ermal e le mani sotto la sua maglietta.
"Finiremo solo per farci del male" aveva risposto Ermal, anche se il suo tono diceva tutt'altro.
"Non mi interessa."
Fabrizio si era allontanato giusto il tempo di tirare le tende, mentre Ermal spegneva la luce. Poi si erano di nuovo incollati l'uno all'altro, levandosi i vestiti con urgenza e crollando sul letto incuranti di tutto il resto.
Dopo quella sera a Lisbona, avevano parlato ed erano giunti alla conclusione che stare insieme - o anche solo finire a letto insieme ogni tanto - avrebbe solo complicato le cose. Una relazione tra loro due avrebbe avuto conseguenze anche sulle persone che li circondavano, soprattutto sui figli di Fabrizio, e limitarsi ad andare a letto insieme ogni tanto sarebbe stato impossibile perché prima o poi avrebbe smesso di essere solo sesso e uno dei due - se non entrambi - avrebbe sofferto. Si erano giurati che non sarebbe più capitato perché proprio non potevano permettersi di creare casini e di rischiare di farsi del male, ma quando si erano rivisti era stato impossibile trattenersi.
Avrebbero finito per spezzarsi a vicenda, ma a nessuno dei due sembrava importare.
  You kill the lights, I'll draw the blinds
Don't dull the sparkle in your eyes
I know that we were made to break
So what? I don't mind
  "Dormi qui?" aveva chiesto Ermal mentre con un dito disegnava il contorno dei tatuaggi sul petto di Fabrizio.
L'altro aveva sospirato. "Sai che non posso."
Ermal era rimasto in silenzio. Sapeva che Fabrizio doveva tornare alla sua vita, doveva tornare da suo figlio - che in quel momento probabilmente era con Rinald a mangiare hamburger e patatine in un fast food - e che non poteva restare con lui.
"È già un miracolo che Rinald si sia offerto di portare Libero al McDonald's, lasciandoci un po' di tempo per noi" aveva aggiunto Fabrizio poco dopo, ancora leggermente stupito di come il fratello di Ermal avesse capito la situazione senza bisogno di parlare.
"Sì, lo so. Scusa, non avrei nemmeno dovuto chiederlo" aveva risposto Ermal, cercando di nascondere la delusione.
In fondo, lo sapeva benissimo che Fabrizio aveva una vita a cui tornare, una vita che andava avanti a prescindere da ciò che succedeva tra loro. Ma per un attimo, solo per un attimo, avrebbe voluto fare quelle cose che fanno le coppie normali, anche se loro in realtà non erano una coppia. Fare l'amore, addormentarsi insieme, svegliarsi insieme la mattina seguente.
Non voleva promesse, non voleva un futuro. Si sarebbe accontentato di qualche attimo e non poter avere nemmeno quello lo consumava e lo faceva riflettere su quanto fosse dolorosa la strada che continuavano a prendere lui e Fabrizio ogni volta che si vedevano.
  Are you gonna stay the night?
Doesn't mean we're bound for life
So are you gonna stay the night?
  Con la storia del fotomontaggio su Instagram e la conseguente risposta alterata di Ermal, le cose tra loro si erano raffreddate.
Fabrizio aveva avuto quasi paura di mostrare interesse verso di lui, convinto che il fotomontaggio lo avesse turbato più per le allusioni collegate che per l'immagine in sé. Ermal, dal canto suo, si era chiuso in sé stesso e aveva contattato Fabrizio solo per parlare di lavoro e chiedergli a che ora avrebbe dovuto presentarsi all'Olimpico per le prove del suo concerto.
Non è che non provasse nulla per lui o che avesse perso interesse, semplicemente tutte quelle voci che giravano su di loro lo avevano fatto riflettere e si era reso conto che andarci a letto ogni tanto non gli bastava più. E se non poteva avere di più, che senso aveva continuare a fare sesso con lui ogni volta che lo vedeva?
Perché era quello che era, giusto? Solo sesso. In fondo, nessuno dei due aveva mai ammesso di provare qualcosa per l'altro.
Il concerto all'Olimpico era arrivato più in fretta di quanto pensasse, obbligandolo a uscire dalla sua bolla.
Durante le prove lui e Fabrizio non si erano quasi rivolti parola e il romano, teso com'era per quel concerto, non si era preoccupato di chiedere spiegazioni.
Ermal aveva provato a rimanere distaccato per tutto il giorno, ma poi il concerto era iniziato e aveva visto lo sguardo di Fabrizio. Non lo aveva mai visto così felice.
Quando era salito sul palco per cantare con lui, aveva smesso di essere impassibile. Non poteva continuare a essere freddo, a fingere che non gli importasse, quando l'uomo che amava - perché sì, ormai era innamorato di lui - stava vivendo il suo sogno e lo stava condividendo con lui.
Al termine del concerto, quando Fabrizio era rientrato nel camerino, Ermal gli aveva sorriso e Fabrizio si era sentito leggermente sollevato.
"Credevo fossi incazzato. Sembravi strano oggi" aveva detto, chiudendo la porta dietro di sé.
"Ero solo stanco."
"Sicuro?"
Ermal aveva annuito, pensando di poter evitare l'argomento, ma quando Fabrizio si era avvicinato per baciarlo aveva capito che non avrebbe potuto evitare proprio nulla.
"Fabrì, aspetta."
"Che c'è?"
Ermal aveva fatto un passo indietro, consapevole che stare troppo vicino a Fabrizio non gli avrebbe permesso di pensare lucidamente, e aveva detto: "Dobbiamo smetterla."
Fabrizio aveva abbassato lo sguardo. "Lo so."
Appena trenta secondi più tardi, Ermal si era avvicinato a lui e l'aveva baciato.
"È l'ultima volta" aveva detto mentre si slacciava la cintura.
Fabrizio aveva annuito mentre lo aiutava a spogliarsi e poi l'aveva spinto sul divano del camerino.
Non c'era stato niente di romantico o di tenero, quella sera. Erano solo due anime che bruciavano per la voglia di completarsi e che allo stesso tempo avevano paura a fondersi.
  I am a fire gasoline
come pour yourself all over me
We'll let this place go down in flames
only one more time
  "In che senso la serata è annullata?"
Lo sguardo di Ermal era saettato verso Fabrizio appena lo aveva sentito fare quella domanda a uno degli organizzatori del Festival Show.
L'uomo di fronte a Fabrizio aveva risposto: "Mi dispiace, ma le condizioni meteorologiche sono troppo rischiose."
Fabrizio aveva sospirato e poi, voltandosi verso Ermal, aveva detto: "Va beh, andiamo a mangiare?"
Così si erano ritrovati in un ristorante del centro di Padova insieme al loro staff. Avevano scherzato tutta la sera, ma soprattutto avevano bevuto tanto.
Tornati in albergo, Fabrizio aveva fermato Ermal davanti alla porta della sua camera e lo aveva invitato a entrare. L'altro aveva fissato la porta ancora chiusa, combattuto tra il desiderio di accettare e la consapevolezza che sarebbe stato meglio per entrambi concludere la serata ognuno in camera propria.
"Dai, Ermal. Solo mezz'ora, giusto il tempo di due chiacchiere tra amici."
"Non sono mai due chiacchiere tra amici, Bizio. Lo sai anche tu come andrà a finire se entro in quella stanza" aveva risposto Ermal.
"No, te lo giuro. Abbiamo detto che all'Olimpico era l'ultima volta e così sarà."
Ma il fatto era che anche a Lisbona avevano detto che sarebbe stata la prima e ultima volta, e poi invece le cose erano andate diversamente.
Nonostante tutto, Ermal era entrato in camera con Fabrizio e all'inizio avevano davvero solo parlato. Avevano discusso di musica, dei loro tour in giro per l'Italia, Fabrizio aveva parlato dell'ultimo film che aveva visto e Ermal gli aveva fatto un sacco di domande al riguardo.
Tutto era filato liscio, fino a quando Fabrizio aveva preso un paio di birre dal frigo bar della stanza - come se il vino bevuto a cena non fosse stato sufficiente - ed entrambi si erano ritrovati ubriachi a ridere per una battuta stupida di Ermal.
Come fossero finiti a baciarsi e a levarsi i vestiti a vicenda per l'ennesima volta, non lo sapevano nemmeno loro.
Per la prima volta da quella sera a Lisbona, entrambi avevano pensato solo a vivere il momento senza preoccuparsi delle conseguenze. Entrambi si sentivano più leggeri.
Se fosse merito dell'alcol o del fatto che nessuno dei due si era aspettato di ritrovarsi in quella situazione dopo il concerto all'Olimpico, Ermal non lo sapeva. Ciò che sapeva era che in quel momento, con le labbra di Fabrizio sul suo collo e le mani sui suoi fianchi, si era sentito felice e leggero e avrebbe voluto sentirsi in quel modo per il resto della vita.
  La prima cosa che Ermal aveva percepito quando aveva aperto gli occhi, era il peso di un braccio che gli circondava la vita. Un attimo dopo aveva sentito la testa pulsare dolorosamente e i ricordi di ciò che aveva fatto invadergli completamente il cervello e in parte anche il cuore.
Aveva allungato il braccio verso il pavimento per recuperare il cellulare dalla tasca dei pantaloni e controllare l'ora. Erano passate solo tre ore da quando erano rientrati in albergo, eppure - probabilmente a causa dell'improvvisa lucidità - sembrava essere passato molto più tempo.
Si era alzato silenziosamente, facendo attenzione a non svegliare Fabrizio, e si era rivestito velocemente. Il bisogno di scappare da quella stanza era forte quasi quanto il bisogno di baciare Fabrizio ogni volta che se lo trovava vicino.
Non poteva restare. Non dopo che aveva promesso a sé stesso che avrebbe chiuso i suoi sentimenti per Fabrizio in una stanza isolata della sua mente.
Così, dopo avergli lanciato un'ultima occhiata, era corso via da quella camera, dai suoi sentimenti che ogni giorno sembravano più forti e da lui.
  You kill the lights, I'll draw the blinds
Don't dull the sparkle in your eyes
I know that we we're made to break
So what? I don't mind
Are you gonna stay the night?
Doesn't mean we're bound for life
So are gonna stay the night?
  Da quella sera, non c'erano state occasioni di parlare di ciò che era successo e soprattutto del fatto che Ermal se ne fosse andato in piena notte senza nemmeno salutare Fabrizio.
Si erano visti qualche volta, ma sempre per lavoro e purtroppo - o per fortuna - non avevano avuto il tempo di parlare di altro.
Con il tour di mezzo, anche le loro telefonate erano diventate meno frequenti e luglio era passato in un attimo senza che loro se ne rendessero conto e quasi senza contatti, se non qualche messaggio ogni tanto.
Così quando a inizio agosto Fabrizio aveva telefonato al suo compare chiedendogli di andare a casa sua - ufficialmente con la scusa di vedere il suo nuovo appartamento e di sentire un nuovo pezzo a cui stava lavorando, in realtà perché non riusciva più a sopportare la lontananza - Ermal non aveva potuto evitare di promettergli che sarebbe andato da lui.
Aveva sentito la sua mancanza, non poteva negarlo, e quel mese di distacco gli era stato utile per provare ad andare oltre ciò che provava per lui.
Ma non è così facile andare avanti se il cuore resta indietro, e di questo Ermal se ne rese conto appena arrivato a casa di Fabrizio.
Non era cambiato niente. Il suo modo di passarsi le dita tra i capelli, il suo sorriso, il suo profumo... ma soprattutto, ciò che non era cambiato era come si sentiva Ermal insieme a lui.
Quindi Ermal non si stupì quando ormai in tarda serata, dopo che Fabrizio gli aveva fatto ascoltare la sua canzone, l'aveva attirato verso di sé e l'aveva baciato. Semplicemente non aveva potuto resistere.
Si erano ritrovati a fare l'amore nello studio di Fabrizio e poi di nuovo in camera da letto.
Era stato diverso da tutte le altre volte.
Non c'era fretta nei loro movimenti. Entrambi si erano presi il tempo necessario di studiare il corpo dell'altro, come se fosse la prima volta che si trovavano in quella situazione.
Quando, ormai in piena notte, crollarono esausti sul letto sfatto, Ermal si domandò se avesse nuovamente commesso un errore.
Si voltò verso Fabrizio e in un attimo tutte le immagini delle loro notti insieme gli affollarono la mente. E in ognuna di quelle immagini scattate dalla sua testa c'era una costante: entrambi erano esageratamente felici.
La felicità non può essere un errore, giusto?
Ancora assorto nei suoi pensieri, si accorse che Fabrizio gli stava parlando solo quando gli toccò delicatamente il braccio.
"Scusa, che hai detto?" disse Ermal, sentendosi un po' in colpa per non aver sentito una sola parola.
"Stai bene?"
"Sì, certo. Stavo solo pensando. Allora, che dicevi?"
Fabrizio sorrise. "Ho solo chiesto se ti va di fermarti a dormire qui."
Nonostante tutto ciò che era successo tra loro, non avevano mai passato una notte insieme, non avevano mai dormito insieme. Nemmeno a Lisbona perché rischiare che qualcuno si accorgesse che avevano passato la notte nella stessa stanza non era nei loro programmi, soprattutto perché nessuno dei due aveva intenzione di ascoltare uno degli assurdi discorsi di Pastorino sull'essere professionali.
Il fatto che Fabrizio gli stesse dando una parvenza di normalità, uno di quegli attimi che Ermal fino a quel momento aveva solo sperato di avere, rendeva tutto migliore.
"Ehi, non t'ho mica chiesto di stabilirti qua" disse Fabrizio, un po' preoccupato dal fatto che Ermal non gli avesse risposto. Poi aggiunse: "Dico solo che potresti fermarti a dormire qui, ogni tanto. Le coppie normali lo fanno."
"Le coppie normali? Siamo una coppia normale adesso?" chiese Ermal ridendo.
"Ti ammutolisci per tipo cinque minuti, ma poi per prendermi per il culo sei sempre pronto eh!"
Ermal scoppiò a ridere contagiando presto anche Fabrizio.
Era bello ridere insieme, sdraiati nello stesso letto dopo aver fatto l'amore, senza doversi preoccupare di vestirsi in fretta e andarsene.
"Come le coppie normali" sussurrò Ermal tra sé e sé. Poi riportò lo sguardo su Fabrizio e disse: "Va bene, rimango a dormire qui."
  Are you gonna stay the night?
Doesn't mean we're bound for life
So are you gonna stay the night?
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