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Questo mostro mi sta uccidendo.
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Un pezzo di me, un pezzo della mia autobiografia
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Guardando la televisione mi è capitato di sentire una parola e focalizzarmi su questa. La parola é FORCHETTA. Pensavo, pensavo a quanto tempo é passato da quando ho preso in mano una forchetta. In realtà, é successo una volta un mese fa. Dovevo “far finta” di mangiare e così ho preso in mano le posate. Sentivo come dei coltelli nella schiena, al cuore. Le mani tremavano e il corpo sussultava. Le lacrime bagnavano gli occhi. E questo é stato il mio pensiero, per una parola, semplice e banale, ma che può avere diverse interpretazioni in base allo stato della persona.
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Quando anche la tua titolare ti conferma che sei un extra sul lavoro, capisci di non valere un cazzo.
Mood di vita: extra.
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È un periodo dove bevo tutte le sere e fumo tutte le sere un po’ di volte per non starci con la testa, perché se mi fermo sono morta..
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Livello alcolismo:
Quando bevi il caffè, per raffreddarlo aggiungi un po’ di vino al posto dell’acqua.
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Livello di alcolismo:
Mentre bevi il latte con i biscotti, alterni latte e vino.
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Ieri sera stavo per lasciarmi andare, sì, per sempre. Come ho sempre desiderato, come ho sempre voluto, mettere a tacere questo dolore.
Poi non so che cosa mi abbia fatto reagire. Sentivo le suppliche del mio compagno, ma la mia testa non stava su, continuava a girare a vuoto. Il cuore rallentava, mi faceva male respirare. Gli occhi non si aprivano, se li aprivo mi si roteavano indietro.
Mi sentivo una marionetta, nelle mani del destino.
Ma qualcosa è scattato dentro me e mi ha fatto prendere tutte le mie energie e il mio coraggio e mi ha imposto di poter reagire in qualsiasi modo.
La sensazione più bella io avessi mai provato, l’ho combattuta. Il mio scopo finale in questa vita, io l’ho messo da parte.
Vorrei riprovare quella sensazione di smarrimento per smarrirmi del tutto nel mio vuoto.
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La maggior parte di coloro che subiscono violenze sessuali, specie in età infantile, si trascina dietro una serie di postumi psicologici per tutta la vita. È un fenomeno comprensibile, se si considera che l’abuso sessuale frantuma quella fiducia di cui necessita il bambino per costruire relazioni sociali equilibrate e per strutturare delle sicurezze personali. L’abuso sessuale deruba i bambini della possibilità di crescere con la leggerezza, la giocosità e la fiducia che dovrebbero caratterizzare questa delicata fase dello sviluppo psichico ed emotivo. Per molti, questi soprusi sessuali, sono così destabilizzanti da rendere difficile la successiva convivenza con i ricordi. Queste storie hanno spesso un triste epilogo: suicidi, stati depressivi 2, perdita del senso di sicurezza e identità, disturbi del sonno, derealizzazione, una deriva sociale con uso sistematico di psicofarmaci o altre droghe, alcolismo, incapacità di creare solide relazioni e così via.
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Credi sia facile
Vivere senza mai vivere
Anche il dolore sai
In fondo è un'emozione
Dai dimmelo tu che hai
Sempre un motivo per ridere
Dimmi com'è che fai
A non voler morire
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“Io devo capire perché quel giorno è andato tutto sbagliato. Io devo capire quali sono stati i miei passi falsi. Io devo analizzare ogni istante di quella giornata e imprimerlo nella mente. Solo allora potrò finalmente darmi pace.”
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“Non posso dimenticare ciò che è successo. Tremo ancora al pensiero delle sue mani sul mio corpo.”
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“Non sono mai stata brava nel descrivermi. Non mi è mai piaciuto farlo, anche a scuola, quando la maestra ci assegnava come compito la nostra descrizione, io non sapevo mai cosa dire, ero sempre in difficoltà, preferivo scrivere trecento dettati piuttosto che descrivere me stessa, a differenza dei miei compagni di classe. Ma il punto è proprio questo. Io non sono come le altre ragazze della mia età e non lo sono mai stata, sono sempre stata diversa, fin da bambina. Questa diversità, come direbbe qualcuno:“l'ho sempre vissuta male, malissimo.””
— Tienidurosoldatessa
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“Io sono molto diversa dalle altre ragazze, per cose mie. Ho sempre avuto questa diversità. Che io l'ho sempre vissuta come una diversità, male, malissimo. Perché io da piccola non ero così, da piccola ero timidissima, non parlavo, ero un cesso, non mi cagava nessuno, ero sempre da sola. Col tempo, questa diversità io l’ho iniziata a combattere. Ed è diventata per me, uno dei miei più grandi pregi, sentirmi diversa dalle altre, in tutto; e questa cosa non la riesce a capire nessuno. Questa cosa l’ho talmente odiata a tal punto da amarla.”
— Valentina Dallari
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"Pensavo troppo bene delle persone, non mi proteggevo mai, non credevo volessero farmi veramente del male. Ma poi lo facevano, e io crollavo in un buco nero di sensi di colpa."
— Valentina Dallari
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