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ilionor · 8 years
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ilionor · 10 years
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Un giorno incontrai questa ragazza, così bella, i capelli mori e gli occhi neri. Frequentavamo lo stesso liceo, liceo classico. Io ero all’ultimo anno, lei era una bambina al secondo anno di superiori. Aveva un enorme sorriso, le labbra a forma di cuore, e una collana con una perla: era bellissima. Ricordo che la prima cosa che mi colpii di lei fu quella luce nei suoi occhi, e il neo che aveva sulla guancia destra. Era bellissima, e tutti i ragazzi del liceo la volevano. Veniva a scuola con vestiti a fiori, cappotti lunghi, stivali. Stava bene con tutto. Era pura, come una bambina che vede per la prima volta il cielo e gli sorride. Una mattina, bussò alla porta della mia classe, doveva consegnare un foglio. Quando chiuse la porta mi trovai davanti alla domanda più importante della mia vita: avrei dovuto lasciar perdere o inseguire il mio sogno, quella ragazza appena uscita dalla stanza? Non le corsi dietro, non la inseguii, non le feci un sorriso, non la guardai, non la toccai: niente. La mia mente fu invasa dal fastidioso pensiero che io per lei non sarei potuto essere abbastanza. E allora restai fermo, in silenzio. La cosa peggiore che avessi potuto fare. Ci osservavamo, sempre, durante la ricreazione. Poi, quando ci incontravamo nel corridoio, lei arrossiva e abbassava lo sguardo, e io la guardavo con gli occhi pieni d’amore: l’amore di un ragazzo troppo insicuro per renderla felice. Ci dedicavamo versi, poesie, frasi. Lei le scriveva sul suo banco, e, al suonare dell’ultima campanella, le andavo a leggere, e ci aggiungevo qualche parola, come a dire ‘ti amo anche io’; io le scrivevo sui muri, incidevo la bellezza del mio amore sul giallo scolorito delle pareti della città, poesie sotto gli occhi di tutti, solo per lei. La prima cosa che le scrissi fu una frase in greco, su un pezzo di carta strappato dal quaderno di letteratura, una frase che i Greci ritenevano grandiosa,che incidevano nel marmo, che per loro indicava l’eternità del tempo. Il nostro era un grande amore: uno di quegli amori che spezza il fiato, che si incontra una volta nella vita. E mi ricordo ancora quando correva tra i prati, i piedi nudi e i capelli al vento, e quel sorriso di bambina. Correva ed era libera, come una farfalla vola spinta dalla brezza estiva. La amavo molto. Poi un giorno, passeggiando per il corridoio, i suoi occhi non incrociarono i miei. Il giorno seguente non venne a scuola, ne quello dopo. Aveva cambiato paese. Ricordo che quello fu il giorno della mia prima morte, poiché fu il giorno in cui desiderai di morire. Non la vidi per anni, ma tutti i giorni io pensavo a lei: bevevo il caffè e pensavo a lei, guardavo una donna,facevo la spesa, cantavo una canzone, portavo il cane fuori, facevo l’amore con un’altra, e pensavo a lei. Speravo sarebbe tornata, proprio come torna una malattia mortale. Poi - proprio come una malattia - iniziai a preoccuparmi di meno, il mio pensiero andava ad altre cose, persone, fatti. Ero felice di liberarmene, poiché era un pensiero che non mi faceva vivere, che non mi faceva morire. Poi un giorno - era l’ora di pranzo - vidi un vestito a fiori, un cappotto marrone lunghissimo alla fine del quale si intravedevano dei tacchi. Quello fu il giorno della mia seconda morte: perché mai prima di allora avevo tanto desiderato vivere. Mi alzai e camminai lentamente verso di lei, e credevo fosse un sogno. Mi sentivo come un assetato in un deserto, al quale all’improvviso appare il miraggio di un’oasi. Mi sedetti al suo tavolo e incontrai quegli occhi neri che mi erano mancati per dieci anni. Rimanemmo immobili, fermi a fissarci: non ci credevo. Prese il tovagliolo azzurro che era sotto al suo piatto e iniziò a scriverci qualcosa. Me lo porse. Una frase che per i Greci indicava l’eternità del tempo. Come la prima volta, come al liceo. ‘Kτήμα εις αεί’. E le sorrisi, e la baciai, perché tra noi, sarebbe stato per sempre.
noianchesiamounastoriadamore (via noianchesiamounastoriadamore)
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ilionor · 10 years
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Mandatemi un messaggio, scrivetemi qualcosa. Qualsiasi cosa. Che sia una domanda, qualcosa su di voi o una cazzata che semplicemente avete voglia di dire a qualcuno.
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ilionor · 10 years
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ilionor · 10 years
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“Dici di stare bene. Dici di non aver bisogno di nessuno. Dici che non t’importa. Dici che di lui non ne senti più la mancanza, dici di averlo dimenticato. Dici tante cose. Eppure quando c’è un temporale guardi fuori dalla finestra e fissi le gocce scivolare sul vetro. In macchina invece di canticchiare ti limiti a star in silenzio e fissare il finestrino. E su alcune canzoni ti senti un pugno allo stomaco tanto da continuare a spingere il tasto fast forward. Basterebbe vedere queste piccole cose per capire ogni ”sto bene” seguito da un sorriso, che siamo già crollati da un pezzo.”
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ilionor · 10 years
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ilionor · 10 years
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Il punto è che quando hai quindici, sedici, diciassette anni, puoi fare tutto. Puoi permetterti di sbagliare. Il fatto è che è bellissimo e non ce ne rendiamo conto. È l’età delle sigarette nascoste ai genitori, delle peggio feste, nei peggio locali, con la peggio musica. È l’età del saltare scuola e falsificare la giustifica. I maglioni troppo larghi, i thè sotto le coperte la domenica pomeriggio con le amiche. Le passeggiate avanti e indietro per le stesse vie. I concerti. I diari segreti. Le cicatrici sulle braccia. Le scritte nei bagni di scuola. I concerti. Le canne. È l’età degli errori, l’età che non torna, l’età di qualsiasi cosa fai puoi ancora rimediare. È l’età dei pianti per cose che non sono niente e sembrano tutto, l’età dei primi amori, i primi baci, il dolore di quando finisce, i “per sempre” che non lo saranno mai. Il fatto è che è stupendo e non ce ne rendiamo conto, ci mettiamo in gabbia per paura della vita, senza renderci conto che la vita vera è proprio ora, quella che non tornerà indietro, quella che a trent’anni vorremo poter rivivere. Il fatto è che siamo una generazione dannata, bruciata, andata, spirata. La generazione di facebook, di twitter e tumblr. Degli stamp delle conversazioni, dei messaggi troppo lunghi, dei troppi libri, dilatatori e tatuaggi fatti senza pensare. Degli acchiappasogni. Dei “voglio vivere a Londra”, “voglio vivere a New York”. Delle poesie sui banchi di scuola, delle lucine di natale attacate al muro della stanza. I film visti mille volte. Le amicizie a distanza. Le stazioni. I treni. Le insicurezze. Smettere di mangiare e ricominciare due giorni dopo. Ed è bellissimo, solo che non ce ne rendiamo conto. Solo che io non me ne rendo conto. È ora di cominciare a respirare, gridare e vivere. Vivere fino a consumarsi la pelle e le ossa. Vivere fino a consumarci l’anima. 
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ilionor · 11 years
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“Le persone sole e anche quelle fredde non le riconosci facilmente. Ti capita di osservare una ragazza alla fermata della metro, appoggiata a un paletto con la testa china, da sola, e ti vien da pensare “cavolo, che ragazza sola”, poi giri lo sguardo per qualche secondo, e la rivedi mentre salta in braccio a un tipo e comincia a baciarselo forte, e ha un sorriso così enorme che lo si nota ancor prima della loro passione. Ti capita di osservare un gruppo compatto di ragazzi ai tavolini di un bar che scherzano tra di loro e ti vien da pensare “ah, che bella l’amicizia”, ti volti da un’altra parte, subito dopo ritorni con gli occhi su di loro, e intravedi che uno di quelli c’ha le cuffie, e un’espressione vuota, e non guarda mai gli amici, guarda solo l’ipod, pare che si senta terribilmente inadatto a star seduto lì, insieme a loro. Ti capita di osservare in pieno inverno un’anziana signora che trema trema, trema così tanto, e ti vien da pensare “chissà quanto freddo avrà”, ti avvicini e le chiedi se vuole indossare la tua sciarpa, e lei, con molta calma, ti risponde che non ha neanche un po’ di freddo, ché il suo non è freddo ma Parkinson. Ti capita di osservare in piena estate una ragazza abbronzata con gli shorts e la canotta e ti vien da pensare “fa caldo eh” poi la guardi più da vicino, si sta accarezzando le braccia freneticamente, ha la pelle d’oca, le labbra socchiuse, e gli occhi rivolti alla sua destra su due anime che si abbracciano, aspettando che magari qualcuno faccia lo stesso con la sua di anima. Perché il freddo, come la solitudine, non riposano nel corpo ma nell’anima. E sì, si può esser soli in mezzo a un concerto di ventimila persone, e si può sentir freddo durante una sauna, e beh, se sei uno che guarda il mondo di sfuggita, allora le persone sole e quelle fredde non le (ri)conoscerai mai.”
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ilionor · 11 years
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“So come ti senti. Sei triste vero? Sei sul punto di piangere ogni momento ed a volte lo fai anche, quando nessuno ti vede, chiusa nella tua stanza. Spesso non ti piaci e non capisci i tuoi comportamenti. Hai paura, paura di perdere le persone, paura di non essere abbastanza, paura del futuro, di amare, di sembrare fragile, di essere ferita, di fidarti, di tenere veramente ad una persona. Ma la verità è che sei stanca, vero? Sei stanca di dire che va tutto bene, di piangere quando nessuno vede, di sorridere davanti a tutti quando dentro stai crollando, sei stanca di perdere persone a cui tenevi, stanca di credere di essere innamorata sempre della persona sbagliata, stanca di ascoltare le solite canzoni e di avere sempre gli stessi ricordi, stanca dei brutti voti a scuola, stanca di alzarti la mattina ed affrontare un altra giornata che sai ti distruggerà, stanca di sentirti una delusione, stanca di aspettare qualcosa che non accadrà, stanca di essere delusa,ferita,stanca di non essere mai quella giusta. Stanca, semplicemente stanca della vita. E allora perché sorridi? Perché nonostante tutto vai avanti a testa alta? Perché credi ancora in un mondo dove ci sia posto per te? Perché continui a sognare? Ad innamorarti? A credere che le persone siano migliori? Sei forte ragazza, non dimenticarlo, alla fine sarai felice anche tu. Non smettere mai di sorridere, ok?”
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ilionor · 11 years
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ilionor · 11 years
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J-ax? Paramore ? System of a down ? :3
J-Ax
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ilionor · 11 years
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“Sono strana. Me lo dicono tutti continuamente. Sono quel tipo di ragazza che avrà sempre da ridire, che non sarà mai d’accordo con gli altri, che se tutti scelgono nero lei sceglie bianco. Sono quel tipo di ragazza che non ti darà mai ragione, che avrà sempre tante cose da spiegare, che vorrà sempre e comunque dire la sua. Sono quel tipo di ragazza che tutti vedono forte, indistruttibile, quella che avrà sempre mille consigli da dare, ma alla fine non sa aiutare se stessa. Sono quel tipo di ragazza che nessuno guarda mai con attenzione, il volto di una persona che si scorda facilmente. Sono quella che nonostante tutto la forza per rialzarsi la troverà sempre. Quella sempre un po’ assente e antipatica, quella che non da confidenza e non ti abbraccia mai. Sono quel tipo di ragazza che preferisce tenersi tutto dentro perché non si fida di nessuno, quella che non ti dirà mai ti voglio bene. Sono quella che preferisce il mare alla montagna, ed un buon libro con un caffè e qualcuno da amare che una discoteca. Sono quella confusa, con mille pensieri per la testa, quella che quando scende dal letto si domanda cosa accadrà oggi. Quella che non sa amare, chi amare e come amare. Quella sempre fraintesa, con un anima da nascondere. Sono quel tipo di ragazza a cui nessuno si avvicinerà mai. Quella che riesce a conquistare pochi. Sono quel tipo di ragazza di cui non ci si innamora. Quella a cui basta solo qualcuno con cui passare un po’ il per sempre.”
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ilionor · 11 years
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“Quando ero piccola: Mettevo le mie braccia nella maglietta e dicevo alle persone che avevo perso le mie braccia. riavviavo il videogioco ogni volta che sapevo che stavo per perdere. dormivo con tutti gli animali di peluche come un bambino così nessuno di loro si offendeva. avevo quella penna a 4 colori, e cercavo di spingere i bottoni in una volta. versavo la gassosa in un coperchio e l’agitavo come se stessi facendo dei bicchierini. la decisione più difficile era scegliere con quale gioco del nintendo giocare. aspettavo dietro una porta per spaventare qualcuno, poi me ne andavo perchè ci avevano messo troppo tempo per uscire o dovevo fare pipì. fingevo di dormire, così potevo essere trasportato a letto. pensavo che la luna seguisse la mia macchina. guardavo due goccia d’acqua scivolare sulla finestra e facevo finta che fosse una gara. andavo sul computer solo per usare paint. l’unica cosa di cui mi dovevo preoccupare era il tamagotchi. gli unici ‘falsi’ amici che avevo erano quelli invisibili. cantavo sotto la doccia. (ora? ora prendo delle scelte di vita là sotto). ingerivo dei semi di frutta ed avevo paura a morte che un albero sarebbe cresciuto nella mia pancia. mi sbucciavo le ginocchia che guarivano meglio di un cuore distrutto. ricordo quando eravamo bambini e non potevamo aspettare di crescere. a che diavolo stavamo pensando?”
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ilionor · 11 years
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Ciao. Scusa il disturbo. Lo so che non vorresti sentirmi, che non potrei scriverti, ma stasera proprio non riesco a trattenermi. Domattina me ne pentirò e cancellerò tutto, ma tu avrai già letto e il danno sarà fatto. Ciao. Come stai? Senza me, intendo. Come stai senza me? Riesci ancora a sorridere mentre cammini, a fare finta di niente? Riesci a dire ai tuoi amici che mi hai dimenticato? Io non ne sono in grado. La mattina appena alzata non mi pensi mai, lo so, ma a volte mi chiedo se dopo tre o quattro ore che sei in piedi ti passo per la testa. E ancora mi chiedo, cosa fai quando ti passo per la testa? Quando il mio nome si fa spazio tra le tue fantasie, come reagisci? Sorridi? O fai quella smorfia tipica di chi ha una mosca sul naso? Io immagino che quando mi pensi, chiudi gli occhi. Io li chiudo sempre, quando ti penso forte. Li chiudo perché sento che sei più vicino, come se le tue labbra toccassero le mie per sussurrare “torno presto”. Ciao. Devo andare, ho sentito una parte del cervello sussurrare “cancella tutto, tanto non serve a niente”. Non l’avrà vinta, non l’avrà vinta. Io non ti cancellerò mai. Finché ci sarà una parte del mio cuore che mi dirà di scriverti, io ti vorrò bene. Io ti vorrò dentro di me. Ciao.
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ilionor · 11 years
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“Per tutti gli addii mai detti. Per tutte le occasioni perse. Per tutti i finti sorrisi. Per tutte le lacrime trattenute e per quelle versate. Per tutte le giornate no. Per tutte gli abbracci che hanno salvato vite. Per tutte le relazioni finite. Per tutte le vite iniziate. Per tutti quelli che hanno il cuore infranto. Per tutte le nottate in bianco. Per le paure, le ansie e le gioie. Per tutti i letti troppo grandi. Per tutti quelli che si sentono soli. Per tutti quelli che si nascondono. Per tutti i giochi che si facevano da bambini. Per tutte le risate e per gli amici. Per i falò in spiaggia accompagnati dalla chitarra.  Per tutte le canzoni dedicate e per tutte quelle che hanno fatto una brutta fine al Karaoke. Per l’estate ma soprattutto per l’inverno. Per i felponi. Per le giornate piovose. Per i libri letti davanti al fuoco. Per le coperte. Per le coccole. Per l’ansia del primo bacio. Per il primo viaggio da soli. Per i successi raggiunti. Per L’amore. Per le litigate per il telecomando. Per la gioia del primo appuntamento. Per la preoccupazione di non piacere. Per le lettere. Per la scuola, per i compagni e per i professori. Per gli amori lontani. Per quelli che sono fuggiti. Per quelli che vorrebbero fuggire. Per le fotografie scattate, per i momenti ricordati. Per le persone dimenticate. Per il dolore superato. Per un nuovo inizio. Per il migliore amico. Per i Simpson, per i Griffin e per Futura. Per la Fox e per Italia1. Per realtime e il boss delle torte. Per Dmax e i suoi programmi. Per il telegiornale delle 12:00. Per il giornale della mattina. Per le avventure. Per i cartoni, per Adventure Time. Per Disney Channel. Per i sogni. Per i sogni ad occhi aperti. Per le cose immaginate  e quelle sperate. Per i ritorni mai avvenuti. Per i tuffi al mare. Per l’abbronzatura. Per l’acqua Park e per gli schiuma Party. Per le relazioni a distanza. Per i cani ed i gatti e tutti gli alti animali. Per i Paramore ed i Muse. Per i TARM e per i Beatles. Per Tupac e J-ax. Per le cose dette. Per le ingiustizie subite. Per le vans, per le converse. Per i disegni. Per la musica. Per gli acchiappasogni. Per i libri letti e tutti quelli che ancora dobbiamo leggere. Per le biblioteche e per i cinema. Per i Drive-in e per Grease. Per le borchie e le stampe floreali. Per i Jeans strappati. Per le feste del sabato. Per Capodanno. Per Natale. Per Pasqua e per l’epifania. Per i biscotti e le caramelle. Per i gelati e le cioccolate calde. Per Tumblr, Facebook, Instagram e Flickr. Per yahoo, messenger, Skype e Oovoo. Per i costumi per Halloween. Per gli scherzi. Per le feste a tema. Per le Hawaii e per Bora-Bora. Per Ibiza e Saint Tropez. Per l’India e l’Africa. Per l’America e l’Inghilterra. Per New York e Londra. Per Los Angeles. Per La california e Miami. Per Las Vegas e per Elvis. Per gli Hippy e i soldati. Per Woodstock e Tomorrowland. Per David Guetta e Gabry Ponte. Per la Pixar e per Nemo. Per le lentiggini e per i capelli rossi. Per i tacchi da 15 cm e gli stivali. Per i vestiti e gli shorts. Per la matita nera e le labbra rosse. Per le foto in bianco e nero. Per i fiori nei capelli. Per la palestra. Per il mappamondo. Per i viaggi progettati. Per i souvenir e per i ricordi. Per le porte chiuse in faccia e le urla. Per le colazioni a letto. Per gli alberghi. Per l’idromassaggio con la schiuma. Per le piscine e per i trampolini. Per Whatsapp e per i cuori blu. Per i visualizzato che hanno rovinato intere relazioni. Per le guance rosse dopo una dichiarazione. Per le lettere mai spedite.  Per i percing ed i tatuaggi. Per i dilatatori ed i capelli rasati. Per i pigiama party e le cuscinate in faccia. I messaggi a notte fonda. Per le cose belle e quelle brutte.  Ecco perchè vale la pena di vivere.”
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ilionor · 11 years
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ilionor · 11 years
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'Stai fermo un po’, dai.' 'No, mi piace farti il solletico.' 'Ahah dai, basta! Non respiro!' 'Ok dai, la smetto.' 'Ecco, bravo!' 'Ma la tua risata mi fa impazzire.' 'Ma smettila, sei un chiacchierone.' 'Ti amo, lo sai.' 'Non lo so.' 'Come no?' 'Si può smettere di amare da un momento all’altro, ora come ora lo fanno tutti con tanta facilità.' 'Ma io non ti amo in quel modo in cui si ama un giocattolo nuovo, o un cucciolo che vedi per strada e di cui, poi, ti dimentichi appena giri l’angolo. Io ti amo nel modo in cui si ama la vita.' 'Cioè, come?' 'Con i propri alti e bassi, e gli ostacoli, e i dubbi, le insicurezze, le paure, le litigate. La vita un attimo prima l’ami, un attimo dopo la odi.' 'Quindi è possibile che tu mi odi?' 'Sì, ma solo nel modo in cui si può amare una persona.' 'Non capisco. ' 'Cosa non capisci?' 'Come si possa amare ed odiare contemporaneamente. Stai delirando!' 'Oh, si può. Ti amo quando ridi, proprio come pochi minuti fa, e ridi così forte che tutto diventa una melodia, la musica preferita nella mia testa. Ti amo quando mi guardi con quegli occhi, proprio quelli di ora, con quel riflesso sulla pupilla e quello sguardo un po’ perso, un po’ confuso, ma felice. Ti amo quando mi insegui, quando resti, quando perdoni, quando mi abbracci e mi baci. Ti amo quando arrossisci, perché sei bellissima in qualunque modo. E ti amo per altre mille cose ancora. Ma ti odio. Ti odio perché se solo tu te ne andassi, io sarei perso. Ti odio perché sarei patetico, senza di te. Ti odio perché quando mi manchi, mi uccidi. Ti odio perché quando sei triste, son’ triste anch’io. Ti odio perché ormai dipendo da te, è una dipendenza peggiore del fumo, dell’alcool o della droga. Ti odio perché quando sei così lontana da non potermi toccare, sento i vuoti dappertutto e soprattutto, dove prima lì c’erano le tue mani, al posto di quei vuoti. Ti odio quando mi dici che non ti amo abbastanza, perché tu non hai la minima idea di quanto io possa amarti. E ti odio perché non capisci o non vuoi capire, che se ti odio e ti amo è perché ti amo davvero troppo, così tanto che mi consuma.'
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