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Siete pronti a riguardarvi alcuni classici del web animati in modo a dir poco inquietante?
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La bambina nel bosco
Accadde in tarda serata, mentre una giovane coppia si stava godendo una romantico giro in macchina in un’isolata strada di montagna, lungo un belvedere. Avevano appena superato una curva particolarmente stretta quando una bambina sbucò correndo da una macchia di cespugli ai lati della strada. Piangeva e si guardava attorno disperata.
Fu un miracolo che l’uomo riuscì ad evitarla: la macchina fece una violenta sterzata e mentre la coppia si riprendeva dallo spavento la piccola scomparve di nuovo nelle tenebre alle loro spalle. Fu il marito a scorgerla appena nello specchietto retrovisore: doveva avere non più di 6 o 7 anni. Se non l’avesse vista allontanarsi, avrebbe certo pensato che si fosse trattato di un’apparizione spettrale.
Occorse loro più di qualche minuto per riuscire a calmarsi. Quando finalmente vi riuscirono, la coppia cominciò a discutere su ciò che avevano visto:
«Che ci fa una bambina così piccola qui da sola, spera in mezzo ai boschi?»
«Non…ne ho idea» la moglie soppresse un singhiozzo. «Se ci penso, mi vengono i brividi. Pensi…pensi che fosse un…?»
«No, era reale. Ne sono certo.»
L’uomo si voltò a fissare l’oscurità fuori dal suo finestrino. Non si udiva alcun suono, nei dintorni.
«Sembrava spaventata…forse si è persa…o  è nei guai. Credo che dovremmo provare a cercarla»
Fu allora che lo notarono.
C’era una figura che si muoveva appena, nell’oscurità più avanti.
Dalla sagoma, sembrava un uomo.
L’individuo si accorse della macchina e si incamminò nella loro direzione, un braccio che gli schermava il viso dai fari dell’auto.
«Avete visto mia figlia?» domandò quando fu arrivato loro abbastanza vicino. Sembrava senza fiato.
L’uomo spiegò loro che dopo cena aveva portato la figlioletta a fare una passeggiata in montagna e durante il loro vagare avevano perso il senso del tempo: con l’oscurità che scendeva sempre più velocemente era bastata una distrazione, una svolta e l’aveva persa di vista.
Preoccupata per la sorte della piccola, la coppia si affrettò a raccontare all’uomo che la bimba era vicina e che solo qualche minuto prima era spuntata loro davanti correndo in quella direzione. Il marito si sentì inoltre così in colpa per non aver fermato la bimba che offrì al padre un passaggio affinché potesse coprire più rapidamente la distanza che li separava.
«Grazie, ma non è necessario» declinò l’uomo «Avete già fatto fin troppo. Ormai siamo abbastanza vicini, sono certa che potrò ritrovarla in un attimo»
Detto questo lo sconosciuto si allontanò correndo nella direzione che gli avevano indicato.
Passò circa una settimana da quella notte.
La coppia stava guardando la TV insieme, accoccolata sul divano. L’ultima edizione del telegiornale stava passando le notizie della giornata. Si parlava del cadavere di una bambina ritrovato lungo il sentiero sperduto di una montagna.
Guardando le foto della piccola entrambi dovettero trattenere un urlo di terrore.
Era la bimba che avevano rischiato di investire quasi sette giorni prima.
E l’uomo con cui avevano parlato non era suo padre.
La piccola stava disperatamente cercando di scappare dalle grinfie di colui che l’aveva rapita e loro due, senza saperlo, avevano aiutato l’assassino a ritrovarla.
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La macchina fotografica [indovinello]
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Ho comprato una macchina fotografica in grado di mostrare l’aspetto che una persona avrà da qui a dieci anni. Sarò sincero, all’inizio non ero molto convinto: ho scattato subito una foto di me stesso per provarla, ma nello scatto non si vedeva assolutamente niente!
La prima cosa a cui ho pensato è che fosse rotta e che la tizia che me l’ha venduta mi avesse imbrogliato per bene... Però poco distante da casa mia però abita un mio amico, così ho deciso di concedere al mio nuovo acquisto il beneficio del dubbio e con una scusa sono passato a trovarlo.
Beh, è saltato fuori che mi sbagliavo.
La macchina fotografica si era semplicemente inceppata, forse era passata una vita da quando aveva immortalato il suo ultimo scatto. Ad ogni modo nella foto che ne uscì il mio amico aveva un viso stanco e smunto: sembrava un mendicante...o forse era malato?
In ogni caso non era un bello spettacolo, e infatti quando mi ha chiesto di vederla mi sono rifiutato e con una scusa ho tagliato la corda. Non me la sono proprio sentita di confessargli cosa avevo visto, cosa lo attendeva...
Ora però non riesco a smettere di pensarci.
Dovrei dirglielo?
Sono preoccupato per il suo futuro...
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L’orologio
Gli era stato donato quell’orologio per il suo decimo compleanno.
Si trattava di un modello estremamente ordinario, grigio e con il cinturino in plastica. La sua unica particolarità era che all’interno del quadrante c’era una piccola finestrella che mostrava un conto alla rovescia.
“L’orologio indica il tempo che ti rimane in questo mondo, figliolo. Usalo con saggezza”.
E così fu.
L’orologio contava e il ragazzo, ora uomo, visse la sua vita al massimo delle sue possibilità. Scalò montagne, attraversò oceani. Conobbe e rise, visse e amò.
Mai una volta provò paura, poiché sapeva esattamente quanto tempo gli rimaneva ancora.
L’orologio arrivò, un giorno, al suo fatidico countdown.
L’anziano guardò indietro a ciò che aveva costruito, agli obiettivi che aveva perseguito, ai risultati che aveva ottenuto.
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Salutò e strinse la mano al suo vecchio compagno d’affari, un uomo che per tanti anni era stato il suo migliore amico e confidente.
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Si chinò e accarezzò il suo fedele cane, che gli leccò felice una mano, affettuoso come sempre.
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Sorrise ed abbracciò suo figlio, felice nella consapevolezza di essere stato per lui un buon padre.
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Baciò la moglie sulla fronte un’ultima volta.
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Il vecchio sorrise e chiuse gli occhi.
L’orologio trillò una sola volta e poi si spense.
L’uomo rimase in attesa, vivo come non mai.
E per la prima volta nella sua vita, egli provò terrore.
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Closet by John Huerta Jr
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Musica oscura
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*Che questo rituale sia reale o meno, poco importa. NON ESEGUITELO.
Mettere in pratica qualunque cosa leggiate su internet, fregandovene degli avvertimenti, è stupido e altamente pericoloso.
Ogni rituale, indipendentemente dalla sua attendibilità o semplicità, comporta un rischio fisico REALE per voi E chi/cosa vi sta intorno.
Se poi credete nel Paranormale, di sicuro non c’è bisogno che uno sconosciuto su internet vi ricordi che eseguire rituali storpiati/tradotti e/o incompleti letti sul web sia semplicemente una pessima idea.
Ciò che viene proposto qui di seguito è riportato unicamente a titolo informativo, spesso per avere l’opportunità di scoprire l’origine o l’evoluzione di moltissimi elementi o influenze presenti ancora oggi nell’immaginario horror contemporaneo.
Cosa viene usato:
uno strumento musicale (come una chitarra o un flauto);
una puntina appuntita;
acqua santa/acqua salata;
uno spartito;
inchiostro;
carta;
una piuma di falco;
uno o più cerotti;
un posto in cui nascondervi (per esempio una coperta scura);
cuffie;
qualcosa per registrare, che possa essere collegato alle cuffie:
una videocamera;
uno schermo che possa essere collegato alla videocamera;
Il rituale
1° passo – Prendete lo strumento musicale e posizionatelo davanti ad una porta.
2° passo – Prendete la puntina e pungetevi in modo che una goccia di sangue cada sullo strumento. Il sangue attirerà il fantasma.
3° passo – Mettete il cerotto sulla ferita;
4° passo – Posizionate la videocamera di fronte allo strumento. Prendete l’inchiostro, la penna e la carta.
5° passo – Sul pezzo di carta scrivete: “Oh Potente Spirito, per favore, suona per noi!”
6° passo – Attendete la Mezzanotte nel luogo in cui avete deciso di nascondervi.
7° passo – Quando inizierete ad udire la musica, iniziate a registrare e collegate il registratore alle vostre cuffie.
8° passo – Rimanete in ascolto ed osservate…
Per concludere:
9° passo – Per congedare lo spirito, mettetevi  l’acqua santa/l’acqua salata in bocca. Non bevetela.
10° passo – Sputate fuori l’acqua nel punto in cui si trova lo spirito, e siate certi di essere rapidi prima che il fantasma provi a fermarvi. O ad uccidervi.
Non postate il video su nessun sito web, o il fantasma vi perseguiterà.
Ricordate:
non bevete l’acqua santa/l’acqua salata.
siate rapidi quando decidete di concludere il rituale.
non postate mai il video dell’evento su internet.
Alcune persone hanno in seguito raccontato di aver sognato di camminare in un corridoio, per poi scorgere una persona suonare lo stesso strumento utilizzato nel rituale. Quando si sono avvicinati hanno visto lo spirito farsi a sua volta più vicino, fino ad ucciderli.
Svegliatisi dall’incubo hanno visto un coltello sospeso nel nulla a pochi metri dal loro letto cadere improvvisamente a terra, o una lama conficcata nel loro cuscino.
Ed ora, alcuni motivi per cui NON dovreste svolgere questo rituale…
Questo rituale prevede l’impiego di gocce di sangue, il che significa che ad un certo punto dovete ferirvi. Acconsentire a tale regola solo per giocare è stupido e pericoloso.
NON FATELO.
Se poi credete nel sovrannaturale saprete che evocare qualcuno per gioco non solo può indisporre l’entità in questione, ma  è pure molto più semplice che convincerla ad andarsene. E se a tale entità offrite pure il vostro sangue, si può stare certi che il vostro ospite disporrà di un netto ed enorme vantaggio su di voi, che non esiterà a sfruttare.
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La soglia
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Creepy Door by macgyvering_my_way
C’è una soglia, una soglia che potrebbe appartenere a qualunque porta, in ogni luogo e in ogni momento. Questa soglia non porta da nessuna parte, eppure per chi l’attraversa si apre un mondo ed una realtà malata.
Quella soglia esiste per ognuno di noi.
Alcuni non l’incontreranno mai nel corso della loro vita, altri l’hanno trovata e l’hanno attraversata.
Non c’è modo di rendersi conto se e quando il confine sia stato già varcato. Molti cominciano a sospettare qualcosa solo anni dopo il loro passaggio.
Quando nell’oscurità cominciano a vedere qualcosa.
E qualcosa, nell’oscurità, si accorge di loro.
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Ricordate Neverending Nightmare?
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Ora è possibile leggerne il manga, tradotto in inglese, direttamente su pixiv: nuovi capitoli sono in arrivo!
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(via https://www.youtube.com/watch?v=zKAuQyUPRhw)
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"Dead End Road ti catapulta in un viaggio in auto terrificante, con un'atmosfera spettrale e un'estetica rétro.
L'esperienza è basata sulla generazione random dei contenuti, creando un alto fattore di rigiocabilità in cui ogni partita non sarà mai esattamente identica a quella precedente, fornendo i presupposti per svariati finali multipli.
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Quanto alla storia, eri stato avvertito di non immischiarti nell'Occulto, di non giocare con antiche conoscenze che non potevi sperare di riuscire davvero a comprendere. Invece hai voluto aprire il Vaso di Pandora e ciò che hai trovato al suo interno non ti è piaciuto affatto.
Ora qualcosa ti sta dando la caccia, qualcosa che trascende le restrizioni e le regole della realtà.
Fantasmi? Qualche sorta di demone?
Non lo sai, e forse è meglio così.
Ciò di cui sei certo è che devi concludere ciò che hai cominciato, e alla svelta.
Terrorizzato e disperato, l'unica soluzione che ti viene in mente è chiedere aiuto alla vecchia che per prima di ha parlato del rituale. L'unica che può aiutarti a mettere fine a questo incubo..."
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Se siete interessati a intraprendere questo viaggio verso l'Inferno, seguite questo link.
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Hanno vita propria
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Il medico si tolse lo stetoscopio dalle orecchie, l’espressione indecifrabile. Adam sapeva già quali sarebbero state le sue prossime parole.
«Come le ho già detto, Signor Weatherby, tutti i suoi test risultano negativi e durante la visita non è emerso nulla di anormale. Continuo a sostenere che il suo problema sia di natura esclusivamente psicologica e mi sento di consigliarla nuovamente affinché contatti uno specialista»
«Non sono pazzo, dottore» ribatté il ragazzo, irrigidendosi «Non ho bisogno di terapia, ho bisogno di risposte. Sembra che seguano una volontà propria! Non riesco a tenermi un lavoro. Sono indagato per aggressione. Ho quasi ucciso il mio vicino di casa! Tutto questo non può continuare. Sono disposto a provare qualunque cosa, qualunque cosa!»
Così il dottore aveva storto la bocca e gli aveva prescritto un’altra cura, ma dopo due settimane Adam non aveva notato il minimo miglioramento. Il suo stato psicofisico era peggiorato, e con esso le sue brutte abitudini. Ricominciò a bere ed ora era possibile trovarlo ubriaco ad ogni ora del giorno. Dopo un’altra notte passata a lasciarsi cullare dall’alcol, seduto sulla poltrona al buio, Adam decise di agire. Si alzò e, ammantato nell’oscurità, percorse barcollando il corridoio fino alla porta sul retro, verso il garage.
Qui si avvicinò al suo banco da lavoro.
Accese la sega circolare.
E abbassò lentamente i polsi sulla lama urlante.
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Il detective Armstrong entrò nel garage già messo sotto assedio da parecchi agenti. Si avvicinò silenzioso ad uno dei ragazzi della scientifica e rimase a guardare il corpo mutilato riverso in quella grossa chiazza rosso scuro.
«Cos'abbiamo per le mani?» commentò alzando un sopracciglio.
«Oh, questa le piacerà, detective» cinguettò il suo collega finendo di rilevare alcuni campioni «Guardi il corpo. Se le nostre ricostruzioni sono corrette significa che questo tizio si è segato via  le mani volontariamente, salvo poi morire dissanguato. Ha fatto tutto da solo, mi spiego?»
Armstrong lo fissò senza scomporsi. Bizzarro, certo, ma nulla di sensazionale. S'inginocchiò per studiare le estremità dei moncherini, ma anche qui non notò nulla d’insolito.  
«...e quindi? Quale sarebbe il problema?» chiese infine, ben poco impressionato.
Il tizio della scientifica sogghignò.
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«Il problema sono le sue mani, detective. Non le abbiamo trovate da nessuna parte...»
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D̹͓͖̠̫̏ͯ̆̒ͧͅE̺̩ͬ͛V̳͍̬̙̂̌̓ͤ̿ͅÍ͕̹̟̜̘̲̞́L̖̫̖̟̫͍͂ ̂ͤ̓͂C͍͔͒ͪ͌̚̚A̹͈ͧM̟͓̙̐ͯͩͤͫË̮̗͇̙̹͓͈͌̒́̇ ̟͇̗̭̥̖̬ͮ̏͊̇͗̋T̼͉̥̦͓̔ͤͬ̈H̺͓͈̦̮̟̆ͮ̑ͣͯ̿̚R͖͙̗͈̪̤͎͐ͮ̋̚̚O̹̗̟̥̙̩ͤU͕̪͕̳Ĝ̖̲͓ͫH̩̥ͥ̎͐ͨ ̗̂̇̉̃͆H͍̔̓ͪͅE̝͈̱̩ͭ̒̐͗̐̀Ȑ̞͌ͪ͊͂̀E̙̣̠̥ͥͧ̀̔ ̙̏͋͗ͮͨ̚ ͎͙̪̫̦͓͂͌ͦͧͯ̽͆ͅ ̭̥͋͂̋̾ ̠̞̣̼̰̼
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Giorno di pioggia
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Quando uscii dalla stazione metropolitana mi accorsi che stava piovendo a dirotto. Aprii l’ombrello e iniziai a camminare, ma qualcosa non andava.
L’atmosfera intorno a me era stranamente pesante, spiacevole.
Ogni singola persona che superavo non aveva con sé un ombrello e rimanevano tutti in silenzio, l’aria cupa o contrita, avanzando sempre e solo nella stessa direzione.
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Dal nulla mi si affiancò un taxi: l’autista abbassò il finestrino e mi fece cenno, non senza un certo nervosismo, di aprire la portiera e salire. Sembrava avere fretta e continuava a guardarsi attorno con circospezione. Inizialmente provai ad ignorarlo, ma l’insistenza nei suoi gesti, la sua ostinazione nel continuare a seguirmi, l’espressione seria e tirata sul suo viso alla fine mi contagiarono. Accettai il suo singolare invito sperando che il piccolo abitacolo e la sua compagnia bastassero in qualche modo ad allontanare quell’atmosfera pesante, quella cappa di densa inquietudine che stava iniziando ad alimentare gli angoli più bui della mia mente.
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Passò diverso tempo prima che uno di noi due riuscisse a prendere parola.
Per qualche motivo ognuno fiutava la reticenza dell’altro a spezzare il silenzio che si era fermato, la fragile e finta quiete di qualcosa che ci si sforza di ignorare. Trovai il coraggio di chiedergli spiegazioni solo quando ormai stavo già scendendo, giunto finalmente nel quartiere in cui abitavo. 
Ciò che mi disse lo ricordo ancora oggi:
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«Non so esattamente cosa le stesse succedendo in quella strada, ma quando l’ho vista camminare per quel tratto come se stesse cercando di evitare di andare addosso a qualcuno, nel bel mezzo di una via deserta... 
Diciamo solo che sono contento di essermi accorto di lei appena in tempo...»
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Sembra che alcune vittime, per sfuggire agli orrori della tortura, finiscano per ritirarsi in un mondo tutto loro, dal quale non possono essere svegliati. È un mondo talmente uguale al nostro, quello, che se mai dovessi sprofondarci non riusciresti mai ad accorgerti della differenza : di certo non sarebbe sufficiente gridarti “Svegliati!” per riuscire ad uscirne come faresti in un sogno normale.
In questo stato catatonico continueresti a vivere in modo apparentemente normale, portando avanti la tua vita proprio come se non avessi mai incontrato il tuo aguzzino. Il solo e unico modo che avresti per accorgerti che qualcosa non va sarebbe imbatterti in un avvertimento nel tuo mondo immaginario, una nota che ti spieghi la tua condizione: molti si sono svegliati solo così.
Anche in quel caso, tuttavia, potrebbero volerci mesi prima che tu ti senta veramente pronto ad affrontare la realtà, ad abbandonare quel tuo mondo immaginario.
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Molti non vogliono essere svegliati.
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