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alterelfo · 15 days
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da La Lettura, supplemento del Corriere della Sera
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alterelfo · 3 years
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ricordando Genova 2001
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alterelfo · 3 years
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per La Lettura 2021
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alterelfo · 4 years
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Milieu edizioni, storie a fumetti di Elfo ambientate a Milano dal 1977 al 2020.
l’ introduzione di Enrico Deaglio
Nebbia
Dev’essere senz’altro per la nebbia.
Una volta che hai la nebbia e un tram giallo che spunta in corso Magenta; una volta che hai le guglie del Duomo, le case di ringhiera, la darsena, il simbolo M dell’entrata nel mondo sommerso della metropolitana con cui puoi andare a Rogoredo a cercare il to danè… il tuo fumetto è già bell’e fatto.
Troppo facile, mio caro Elfo!
E poi le Giuliette dei banditi guizzanti nel traffico (come i car movies americani) , le polpette avvelenatrici del bar Rattazzo (meglio delle uova sode di Simenon), il Ticinese che è un po’ Rego Park di Art Spiegelman, le signore radical chic belle e infingarde con l’amante nella mala, le bombe, i manganelli…. Troppo facile, Elfo: dì la verità, che hai trovato la pappa fatta! Gotham City sotto casa. Dì la verità: se eri cresciuto a Vercelli, mica lo facevi ‘sto libro.
Questo per dire – presentando questo opus magnum, o “meridiano” di Giancarlo “Elfo” Ascari: una cinquantina d’anni di graphic novels, anche quando ancora non si chiamavano così – che è piacevole domandarsi se sia stato il fumetto ad adeguarsi a Milano, oppure questa a riprodurne le atmosfere. E partendo da una considerazione: è stato a Milano, molto più che qualsiasi altro posto, in cui questa forma espressiva non solo si è presentata in forma spontanea, ma soprattutto si è “industrializzata” e ha ricevuto linfa innovativa dai cambiamenti sociali e dal cosmopolitismo. Spero di non sbagliare, ma tutto ciò ha una data: il 1965, quando nasce, per merito di Giovanni Gandini e della benemerita libreria Milano Libri,  il mensile Linus, che porta in Italia i Peanuts di Charlie Brown, e poi Bristow l’impiegato, il mondo di B.C., Li’l Abner di Al Capp e tanti altri: americani, francesi, argentini che rompono il monopolio di Walt Disney nella colonizzazione dell’immaginario dei bambini e degli adulti. E’ a Milano che il fumetto scopre di avere un mercato e soprattutto di poter essere letto in grandi numeri. Pensate, per esempio, al successo che ebbero due signore della buona borghesia milanese, le sorelle Giussani, che inventarono Diabolik e Eva Kant, una coppia di rapinatori raffinatissimi, e un po’ di sinistra, che usavano, come James Bond, gli ultimi ritrovati della tecnologia, sempre un passo avanti all’ispettore Ginko, e alla fine sempre vincenti; il tutto nell’immaginario e modernissimo stato di Clerville, che sembra in Francia o in Belgio e la cui moneta è l’euro. Era il fumetto più letto dagli operai in pausa mensa, insieme a Jacula. O pensate alla Valentina di Guido Crepax, fotografa milanese anoressica ed eroticissima che esordisce, sempre nel 1965 con un racconto intitolato “La curva di Lesmo”.
Questo era il paesaggio di cui era circondato lo studente di architettura Ascari e quella era una Milano in cui le iniziative editoriali crescevano a vista d’occhio, in cui la produzione di fumetti cominciava a diventare una catena di montaggio di creativi, rifinitori, specializzati in lettering (piuttosto che in tette e culi), pubblicitari, stampatori, traduttori, talent scouts, illustratori, pubblicitari fino ai nuovi mestieri portati dall’era digitale, i video clip, le installazioni, l’arte pubblica, il design, i fotoshop, le mostre. Un surf, quello di Ascari, che dura da mezzo secolo. E’ lui il più antico fumettista in città? Forse, di sicuro il maratoneta che non ha perso la voglia di correre.
Il primo lavoro che viene offerto all’architetto Ascari è lo “Statuto dei Lavoratori a fumetti”, per la casa editrice Gammalibri; e però, piuttosto che lavorare (solo) al servizio della classe operaia e del suo sindacato, Elfo incoraggia la sua vena individualista e si inventa una Milano sconosciuta e per sé il ruolo di una Clark Kent prima di mettersi la tutina; o meglio di un Paolo Valera, il cronista “stropicciato” della fine dell’800 che stupì i borghesi raccontando la città nascosta del vizio, della vita bassa e romantica, dell’umanità dei poveri e che fece in tempo a prendersi le fucilate del generale Bava Beccaris. Il Paolo Valera di carta vive la città come un sogno, in cui ci sono pezzi d’America, esuli da altri pianeti, giornali che pubblicano le notizie del giorno dopo, bar spaziali che anticipano il ferale apericena, stranieri di passaggio che parlano come Raymond Chandler e disegnatori che nelle soffitte del Ticinese, chissà comefanno, disegnano gli stessi biancoeneri, gli stessi tratteggi, gli stessi corpi enormi in poltrone piccolissime, come fa in America Robert Crumb. E poi Paolo Valera si reincarnerà, seguendo la città e il suo famoso sessantotto, nel timido studente Rinaldo che partecipa e osserva librerie piene di tesori, poliziotti sui tetti delle case, bombe che esplodono nelle banche, stanze da pastiglie trasformate, cortei, assemblee, casalinghe che applaudono i ragazzi che si battono contro la polizia, grandi manifesti e scritte sui muri – ripeto: se vivevi a Vercelli, Elfo, non avresti disegnato nulla di tutto ciò! – e diventa adulto in una città diventata improvvisamente ostile e noiosa, con personaggi che sembrano butte parodie di brutte sceneggiature – il piccolo miliardario con i tacchi che sembra Rockerduck, il rozzo celtico con la canottiera che sembra Obelix  - sperando in qualche congiunzione astrale che faccia tornare alla luce Gotham City, i suoi uomini volanti, quelli che scalano i muri alla ricerca di donne invisibili.
Tutto sempre in bianco e nero, tutto con tratti che tornano sempre più al passato, riscoprendo età dell’oro del disegno, quando i cartoonists di tutto il mondo lavoravano per il sindacato, o ad affrescare scuole, o a produrre manifesti invocanti giustizia; oppure, semplicemente dipingevano album di fantasia.
In attesa che torni la nebbia…  
Enrico Deaglio
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alterelfo · 4 years
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cover per Milieu Edizioni
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alterelfo · 4 years
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Adorno e i Beatles, per La Lettura del Corriere della Sera
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alterelfo · 5 years
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copertina per album Design di Repubblica.
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alterelfo · 5 years
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Copertina per  inserto Lombardia d Repubblica
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alterelfo · 5 years
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Coperetina per inserto Bookcity di Repubblica
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alterelfo · 6 years
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libro allegato al quotidiano La Repubblica
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alterelfo · 6 years
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Due tavole su Mario Savio per La Lettura, supplemento del Corriere della Sera.
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alterelfo · 6 years
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J. Verne, T. Williams, A. Camus, F. Kahlo: alcune mie illustrazioni dal libro “Che sfiga!”
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Lawrence d’Arabia, E.A. Poe, Brian Jones. alcune delle mie 50 illustrazioni per “Che sfiga!” di Micol Beltramini, Centauria editore.
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alterelfo · 6 years
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per “Rivista di animazione sociale”
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alterelfo · 6 years
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illustraziooni per La ballata del Pelè, Milieu edizioni.
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alterelfo · 7 years
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cover Hospes magazine
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alterelfo · 7 years
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MillenniuM magazine
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alterelfo · 7 years
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La Lettura- Corriere della Sera-
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